Il castello sottomarino

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    Il drago azzurro che puzza di pesce

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    Il pescatore Hoderi, soprannominato “il Principe del Mare”, con il suo amo aveva pescato infiniti pesci ed era conosciuto per la maestria in tutto il giappone.
    Egli aveva un fratello, Howori, “il Principe della Montagna”, che con il suo arco e le sue frecce era divenuto un infallibile cacciatore.
    Un giorno, Oderi, dovette rimanere a casa perché Susanoo si era incavolato di brutto e aveva scatenato tempeste a tutto spiano, perché... perché nulla, quello era il suo ruolo.
    Il fratello tornò a casa con diverse prede, tutto allegro e zompettante. Al vedere ciò, Oderi gli rivolse parole rudi e quasi infuriate, per quanto il povero Howori non avesse colpe.
    Dopo un po’ di discussione fraterna, tra ceffoni e quant’altro, la cosa si risolse così:
    “Vorrei tanto essere un cacciatore… mi daresti il tuo arco in cambio della mia canna da pesca?”
    “Beh, si può fare… ma solo per una volta”
    Nonostante lo scambio, nessuno dei due riuscì a compiere i prodigi del fratello; né Oderi era in grado di mirare e dunque colpire animali del bosco in maniera rapida e silenziosa, né Howori riusciva a prendere un pesce per quanto si stesse sforzando come un pazzo.
    Howori, oltre a non aver pescato niente, la sera stessa perse l’amo di Hoderi e quando quello tornò dalla sua poco fortunata caccia fu il delirio.
    “Ma che sei pazzo? Il mio amo! Il mio dannatissimo amo!”
    “Beh, tu hai voluto fare lo scambio”
    “Ma io ti ammazzo!”
    Seguirono bestemmie alla povera Amaterasu, che poverina non aveva fatto nulla, oltre che a diverse altre divinità nipponiche.
    Howori addirittura prese la propria spada e la frantumò in tanti piccoli pezzi, per fare mille ami al fastidioso fratello rompi scatole, ma quest’ultimo non voleva saperne di calmarsi e anzi se ne andò sconsolato, dopo aver fatto la più grossa sfuriata del secolo. Non sapendo come recuperare l’amo, il povero Howori si sedette in riva al mare, sospirando scocciato. Embeh, mi pare il minimo…
    Di lì passò un vecchio di nome Shihotsuchi, o Shihotuti , ma che per traduzione chiameremo -Nonno marino-.
    Il nonnetto, con il sorriso più arzillo del giappone, gli batté una mano sulla spalla:
    “Cosa ti turba, figliuolo?”
    “Quel rompi kami di mio fratello si è infuriato perché ho perduto il suo amo”
    “Ah, nulla di più facile. Ci penso io ad aiutarti... d’accordo?”
    Con la più gagliarda espressione gioiosa in volto , il vecchio costruì ad Howori un’imbarcazione in due nanosecondi unendo a sieme steli di bambù presi lì a caso, e con tale imbarcazione gli disse di raggiungere il largo.
    “Cosa mai dovrebbe succedere?” domandò il cacciatore, dubbioso.
    “Ah ah, fidati di me figliuolo”
    E budubum: una volta al largo la nave affondò.
    FINE :theend:

    La nave affondò in effetti, ma fu allora che Howori scoprì un mondo fantastico sotto la superficie marina e un grande palazzo, abitato dal signore del mare Watatsumi(o Ryujin).
    “Ma che ca…”
    La figlia del re, la principessa Toyotama, lo fece presto innamorare di sé con pochi sguardi. Il cacciatore Rimase in quel luogo per diverso tempo, più di tre anni, ma la principessa della quale era ormai invaghito doveva fare attenzione a non svelare all’umano le sue vere origini.
    Sia il padre che la figlia, infatti, nascondevano le loro vere sembianze; in realtà, a tutti gli effetti, erano dei dragoni marini.
    Il signore Del Mare, che sapeva chi fosse il visitatore e ne conosceva l’abilità nella caccia nonostante la distanza tra i loro mondi, si rallegrò molto per il suo arrivo. E sicuramente al sovrano stava sulle scatole suo fratello pescatore, dato che gli ammazzava i cittadini ^_^ in realtà sembra che lo stesso Ryujin fosse propiziato perché inviasse i pesci verso le reti dei pescatori, quindi era un sovrano birbante!
    Dopo i lunghi e piacevoli giorni passati nel palazzo del Dio del Mare, in compagnia della nuova moglie Toyotama, Howori confidò finalmente il suo problema al suocero e gli raccontò del casino dell’amo.
    Il re radunò tutti i sudditi marini del suo regno e chiese loro se sapevano dove fosse finito quel dannato amo che, alla fine, venne ritrovato nella pancia di un pesce da subito apparso troppo gonfio, un pesce palla...
    Dopo tre anni...
    ... ha senso.

    A Howori venne così concesso di tornare sulla terraferma, per riconsegnare l’amo al fratello. Prima della partenza, Watatsumi donò al genero le perle dell’Alta e della Bassa Marea.
    “Prendi queste: se tuo fratello si rifiuterà di accettare tutto ciò che hai fatto per lui, scatenagli contro la marea e vedrai che si arrenderà”
    “Grazie zio!”
    “Ma… sono tuo suocero in realtà”
    “Vabbeh, è un modo di dire”
    “Delle tue parti?”
    “Emh… no, non proprio… lasciamo perdere. Devo andare!”
    Fortunatamente, una volta tornato sulla terra riuscì a convincere Oderi senza dover ricorrere alla furia del mare, e i due fratelli si riappacificarono.
    Intanto, però, Toyotama scoprì di essere incinta di Howori. Zanzanzanzan!
    Per partorire, uscì dal mare e si nascose in una capanna costruita con penne di Cormorano, ed evitò di dirlo subito ad Howori. Egli però passava di lì giustamente, e le chiese cosa stesse succedendo e perché si trovasse fuori dal mare.
    “Amore, ti ricordi quella notte?”
    “Oh, come dimenticarla…”
    “Eh, appunto. Ti ricordi che è successo?”
    “Come potrei scordarlo! È stata la notte più bella della mi…”
    “Sono incinta”
    “…”
    “Si, è quello che ho detto anch’io. Comunque… gentilmente, potresti restare fuori mentre il pargolo esce?”
    “M… ma certo!”
    Si come no: sbirciò subito, dopo neanche due secondi, e fu lì che scoprì l’arcana verità. Siccome al momento del parto la principessa avrebbe assunto la sua forma originaria per un breve periodo, sarebbe stata buona cosa che lui non curiosasse in quel modo.
    Conobbe dunque il vero aspetto della moglie, e ne rimase sconvolto. Travolto dal terrore, scappò non si sa dove, gridando come un pazzo.
    anche la moglie, in preda alla vergogna, si allontanò e tornò nelle sue acque piangendo con il proprio figlio fra le braccia.
    Il bimbo, di nome Ugayafukiaezu (pronunciatelo… e avrete il mondo tra le mani), venne affidato alla zia, la sorella di Toyotama.
    Una volta cresciuto, il figlio di Howori sposò la zia che l’aveva accudito, la principessa Tama. Da ella ebbe quattro figli: Itsuse, Inahi, Mikenu e Wakanikenu, che felici e contenti vissero nel castello sottomarino, probabilmente all’insaputa di avere una fighissima nonna dragonessa tutta da coccolare!

    Edited by Aesingr - 24/5/2019, 02:24
     
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