La vedi quella linea? Perfetto, non oltrepassarla.

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    Dal becco del metagufo fuoriuscirono piccoli cristalli di brina accompagnati da un suono leggiadro e impaziente. Uno sbuffare artico proveniente da una creature rapace.
    Non hai fatto altro che accelerare ciò che era inevitabile, quei miseri ragnuncoli troppo cresciuti non avrebbe mai potuto fermarmi. Avevo spazzato via quasi completamente il loro nido e il veleno che ne lordava i denti non poteva nulla contro di me.
    Sebulkron decise di non prolungarsi troppo su quello che sarebbe stato l’esito dello scontro. Aveva affrontato bestie ben più terribili di quegli aracnidi, non doveva ribadire quella che per lui era una certezza assoluta.
    I draghi sono creature immortali, forti e potenti. Dominano fieri cieli, mari e terre, solo in pochi possono opporsi alla loro distruttiva potenza. Creature come quegli abomini, partoriti dall’incrocio della magia e di chissà quale abnorme pazzia, non potevano nemmeno agognare nei loro sogni di sfidare il dragone del gelo e uscirne trionfanti.

    Sebulkron si mise a svolazzare intorno per l’arcano locale, cercando altri oggetti che fossero di suo interesse. La scia di brina percorse quasi tutta la stanza, bagnando il polveroso pavimento e alcuni tomi dal contenuto insolito. Dagli scaffali erano cadute bottiglie dal contenuto insolito, liquidi vermigli, verdastri e violacei ora erano sparsi sul pavimento. Il metagufo preferì tenersene alla larga, probabilmente alcuni erano nocivi.
    Qualche vitreo contenitore si era salvato dalla foga della battaglia, per ritrovarsi posto in maniera inclinata fra i vari angoli di quella stanza delle sperimentazioni.
    L’occhio artico del polare si posò su quelle bottiglie di vetro, più per curiosità che per interesse.
    Una bottiglia contenente qualcosa di vagamente simile ad un organo, preservato da un volgare liquido stagnante verde, catturò la sua attenzione.
    Sbattendo le minute ali il suo becco arrivò quasi a sfiorare la superficie vitrea e polverosa della bottiglia.
    Quali disgustosi abomini aveva mai intenzione di generare il folle abitante di questo luogo?
    Chiese, senza però desiderare una risposta.
    Quella che fuoriuscì dal suo becco era una domanda retorica, dettata dalla pressante curiosità che albergava nella mente bramante di sapere. Nonostante le parole usate non provava disgusto, però un demonietto maligno cominciò a sussurrargli parole catastrofiche nell’orecchio.
    Quelle sperimentazioni avrebbero potuto coinvolgere in futuro il nobile sangue dei draghi se fossero state ritrovate, o peggio ancora il crimine era già stato compiuto.

    Rimase in silente attesa, perso fra i suoi pensieri. Sebulkron poi interruppe quello stadio meditativo come un blocco di ghiaccio che si stacca dalla calotta polare per schiantarsi sulla superficie oceanica.
    Fra quei tomi impolverati hai trovato qualcosa di tuo gradimento oppure hai deciso che prendere a calci le librerie sia un impiego di tempo più utile?
    Il metagufo planò sino a Nevith, per poi adagiarsi con gli artigli rapaci su di un vecchio candelabro fissato alla parete.
     
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    Nevith decise di ignorare la provocazione di Sebulkron non staccando gli occhi dalla moltitudine di libri e pergamene che aveva accumulato sul tavolino di legno
    "Molto a dire il vero, appunti su esperimenti condotti dall'alchimista e libri di alchimia pressoché introvabili in una normale biblioteca o da un normale venditore..."
    Nevith prese un sacco che era nella stanza e ne privò del contenuto, man mano che il ragazzo tirava fuori il contenuto di quel sacco l'aria acquisiva un odore nauseabondo e stantio a causa delle provette piene di liquidi maleodoranti che man mano si accumulavano sul pavimento.

    Prese i libri e le pergamene e li dispose con cura all'interno del sacco facendo attenzione che niente rischiasse di rovinarsi durante il viaggio, da umano sarebbe stato complicato portarle fino alla sua tana ma nella sua forma originale non avrebbe avuto problemi a portarli tra le zampe durante il volo.
    Una volta finito si mise il sacco in spalla emettendo un piccolo sospiro per lo sforzo fisico e fissò il metagufo appollaiato sul candelabro negli occhi "Allora? Devi ancora dare un'occhiata in giro o possiamo abbandonare questo posto infernale?"


    OH MIO DIO SONO RIUSCITO A RISPONDERE. Scusami Tizy ma non sono riuscito a trovare un attimo per rispondere prima di adesso- :oioi: :oioi:
     
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    Sebulkron continuó a fissare il drago d'onice annuendo.
    L'avventura ha riempito a sufficienza la mia giornata, ed il viaggio per raggiungere la mia tana e depositarvi le nuove richezze è lungo e tortuoso.

    Spalancando le sue ali rapaci, il metagufo strinse fra gli artigli da predatore i tesori che aveva appena recuperato per dirigersi verso l'uscita.
    Dovrei cominciare seriamente a stabilire delle conoscenze in città per semplificare il trasporto dei miei tesori. Se solamente trovassi un viaggiatore affidabile.
    Pensó, nel mentre che solcava abilmente il mare delle decadute pareti che era quell'antica costruzione piramidale.

    Quando passò sotto a ciò che restava del cosmo di ragnatele non poté fare a meno di compiacersi delle devastazione causata assieme a Nevith.
    La scina di brina che rilasciava Sebulkron, mutato dai suoi poteri di dragone, si ergeva boriosa sopra i cadaveri congelati e carbonizzati degli aracnidi.
    L'aria era divenuta un misto di pungente gelo e lezzo di ragno bruciato.

    Sebulkron svolazzó fra le macerie finché i suoi occhi glaciali non si avvolsero nella totale oscurità che aveva preceduto i sotterranai. Guidato dal suo istinto, con un volo lento e deciso, il polare giunse finalmente all'ingresso di quella piramidale costruzione.
    Non appena fu fuori presce una boccata d'aria, per quanto potesse essere gradita, considerato la desolazione del deserto artificiale che lo circondava.
    Tenendo sempre saldo con soddisfazione fra gli artigli rapaci il suo tesoro, pensò a quale potesse essere la prossima mossa.
    Doveva pensare ad un modo per accumulare tesori a Kengard e poi trasportarli alla sua isola senza la fatica che si rivelava a lui quando pensava al futuro della sua tesoriera.
     
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    Oh ehy allora non sono morto :D che buona notizia :3 scusa l'attesa ma con la fine della scuola non ho avuto un secondo ;-;


    Il ragazzo raggiunse finalmente l'uscita di quell'abisso infernale ormai mezzo crollato e con qualche cadavere di ragno in più. Non poté fare a meno di compiacersi della devastazione portata con l'amico in quella tetra e odiosa struttura.

    Appena varcata la soglia,stringendo gli occhi a causa della luce del tutto assente nella struttura riacquisì la sua forma originale affondando le zampe nella calda sabbia del deserto che circondava la piramide. Dopo essersi stiracchiato zampe ed ali Nevith volse il suo sguardp verso il compagno "Bene, credo che la nostra collaborazione finisca qui dico bene?" chiese il drago d'onice incerto sul da farsi
     
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    In un turbinio di brina e vapore ghiacciato, Sebulkron il dragone del freddo nord riprese il suo aspetto originale.
    Le bianche ali piumate color neve furono sostenute da mastodontici arti volatili da pipistrello.
    Il sul suo corpo l'armatura a scaglie prendeva vita, lasciando che scoperto solo il ventre dalle tonalità azzurre.
    La mutazione fece gelare la sabbia sottostante, dando al drago un piacevole risveglio nella sua forma naturale.
    Il piccolo carico di preziosi che ora teneva nell'artiglio sembrava così insignificante, rispetto a quando era stata visto con i suoi occhi da rapace.

    Con una voce fredda e imponente, Sebulkron si rivolse a quello che era stato fino al momento più cruciale un compagno di scaglie.
    Presumo di si. Ma il fato è strano, potremmo ritrovarci ad incrociare nuovamente gli artigli assieme, oppure anche dal lato opposto. Questa è una terra in tumulto, e non posso prevedere con certezza i cambiamenti che presto la scuoteranno. Le ombre parla e non preannunciano un futuro roseo.
    E per quanto io possa restare in disparte, apatico al destino di una terra che non è mia... Potrei anche essere coinvolto da particolari influenze.

    Invero, si possono solamente seguire mossa dopo mossa le macchinazioni del fato, sfidando le stelle avverse.

    In un misto di maestosa potenza, le glaciali ali del drago si aprirono fendendo l'aria attorno a lui.
    Con gloria il glaciale risaliva i cieli infiniti , disperdendo il suo mistico potere elementale sulla foresta
    Addio, Nevith il mai avido. Ti auguro di mantenere la tua neutralità, se riesci.
    La sagoma del dragone si perse nel nero abbraccio della notte, fra le milioni di radianti stelle che tessevano il cosmo.
    E con questo Sebulkron esce.
     
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    E finalmente ho tempo di chiudere ufficialmente questa benedetta role, per fortuna era già teoricamente finita quindi non ho fatto aspettare nessuno, come sono bravo :dragongrin:


    Il drago d'onice guardò Sebulkron riprendere il suo aspetto originale in un turbinio di brina e vapore ghiacciato quasi divertito al pensare che pochi attimi prima quel maestoso dragone era un piccolo rapace. Nevith ascoltò le parole di Sebulkron ridacchiando facendo comparire un gigno sul suo volto quando alluse alla possibilità di trovarsi uno schierato contro l'altro "Beh... non perderò l'occasione di farti molto male se ce ne sarà bisogno Sebulkron" rispose ancora ridacchiando facendo sorgere il dubbio se quelle parole fossero una minaccia o solo una battuta d'addio.
    Al saluto del dragone Nevith rispose con un cenno del capo e lo guardò volare via, l'aria alzata da Sebulkron aveva creato un turbinio di sabbia e polvere che lo aveva costretto a chiudere gli occhi e a girare il muso dalla parte opposta per evitare che la sabbia potesse dargli fastidio. Appena essa si posò tutto tornò nella calma più assoluta, l'unico flebile rumore che si poteva udire era il respiro del dragone stesso.
    Nevith alzò lo sguardo verso la Luna alta nel cielo, quanto tempo erano rimasti in quella piramide infernale? Il tempo li dentro sembrava essersi fermato ma a quanto pare lui e il suo compagno ci avevano messo più di quanto avesse creduto ad abbattere quella moltitudine di ragni. "La mia tana non è molto vicina... ma se mi sbrigo forse lungo la strada riuscirò a trovare qualcosa per cena" e pensando questo, con il sacco pieno degli antichi e preziosi libri tenuto tra gli artigli, Nevith si alzò in volo dirigendosi verso casa.

    E con questo anche Nevith esce, yuhu è finita
     
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50 replies since 28/1/2017, 20:36   606 views
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