Poseidone, colui che ebbe più figli anche di se stesso

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    figlio di Crono e di Rea, fratello di Zeus e di Ade, cugino della sirenetta, A Poseidone spettò il grande dominio del mare.
    L’estensione della sua protezione raggiungeva in parte anche la terraferma,comprendendo le coste e le isole.
    Subì come gli altri fratelli (escluso Zeus) la sorte d'essere inghiottito dal padre, a causa della profezia, che temeva la loro futura rivalità. Alcuni dicono che Rea fece divorare a Crono un puledro in vece di Poseidone, che nascose tra un branco di cavalli; altre voci invece affermano che Rea affidò Poseidone bambino alle cure di Cafira, figlia d'Oceano, nell'isola di Rodi.

    Quando grazie all'emetico di Meti Crono rigurgitò i figli, Poseidone aiutò Zeus a sconfiggere i Titani e a rinchiuderli nel Tartaro sotto la sorveglianza dei giganti centimani. Allora i tre figli di Crono si spartirono il mondo, lasciando la terra e l'Olimpo come territorio condiviso. Zeus ebbe il comando supremo e Poseidone spesso cercò di ribellarsi a ciò, partecipò infatti con Era, Atena, Apollo e tutti gli altri olimpi, ad eccezione di Estia, alla congiura contro Zeus.
    Insieme riuscirono a legarlo al suo letto con corde di cuoio (in posizioni abbastanza masochiste), ma la nereide Teti, con l'aiuto del centimane Briareo, lo liberò perché temeva lo scatenarsi di lotte intestine che avrebbero sicuramente creato più casini che altro.
    Zeus di rimando appese al cielo Era, la vera Organizzatrice della congiura, e punì Apollo e Poseidone costringendoli a servire Laomedonte, re di Troia. Egli disse loro che li avrebbe ricompensati lautamente se avessero costruito una cinta muraria che circondasse tutta la città, e loro faticarono giorno e notte per completare il lavoro nel più breve tempo. Quando fu terminata, il re non mantenne la promessa e Poseidone, imbestialito come mai prima d’ora, scatena un mostro marino contro la città di Troia che tuttavia verrà annientato da Eracle.

    Poiché gli occorreva una moglie che si trovasse a suo agio negli abissi marini, Poseidone pensò subito alla nereide Teti, ma quando seppe tramite una profezia che il figlio nato da lei sarebbe stato più famoso di suo padre, rinunciò a sposarla.
    Pose allora gli occhi su Anfitrite, figlia del titano Oceano.
    La corteggiò insistentemente e lei, infastidita (quasi disperata), si rifugiò sul monte Atlante, ma Poseidone non intendeva arrendersi e inviò messaggeri su messaggeri a cercarla. A trovarla fu Delfino, il quale esaltò talmente la causa e le doti del dio, che ella si ritrovò ad accettare senza neanche rendersene conto.
    Come premio per questa sua azione, Delfino venne posto in cielo in una costellazione dallo stesso Poseidone, che si sa… premia sempre chi se lo merita… o chi gli porta le donzelle in somma.

    Ma quanti figli ebbe in realtà Poseidone?



    Anfitrite gli generò tre figli: Tritone, Roda e Bentesicima; ma Poseidone ebbe numerosi amori con dee, ninfe e donne mortali, tutti estremamente fecondi. Ad Anfitrite fondamentalmente non importava molto, anzi lasciò perdere più di una volta,finché non si ingelosì di Scilla, una ninfa figlia di Forcide.
    Chiese consiglio a Circe su cosa fare per vendicarsi di lei, e la maga le consegnò delle erbe da stemperare nella fontana in cui la ninfa era solita bagnarsi, in questo modo la trasformò in un latrante mostro dalle sei teste e dodici zampe, che poi andrà a nascondersi per la vergogna nella cavità di uno scoglio nei pressi del punto in cui venne scagliata anche Cariddi, la naiade punita da Zeus e trasformata in un’enorme lampreda per aver rubato ad Eracle i buoi di Gerione.

    Anche Demetra era finita sotto le attenzioni di Poseidone, e per sfuggire alle sue molestie si tramutò in giumenta. Il dio, trasformatosi a sua volta in stallone, la raggiunse e, per quanto lei fosse inizialmente contraria, si dilettarono in un bel po’ di sconcerie acrobatiche. Nacquero così il cavallo Arione dotato di parola, e la ninfa Despena.
    Poseidone non si fece mancare nulla, e amò anche la gorgone Medusa, a quel tempo ancora una bellissima fanciulla. Giacque con lei nel tempio di Atena, crimine per cui Medusa venne trasformata dalla stessa dea nella figura mostruosa con cui è conosciuta (talvolta raffigurata come anche dotata di ali oltre che con la testa coperta di serpenti), che verrà uccisa da Perseo. Dal cadavere di Medusa gravida, nacquero il gigante Crisaore e il cavallo alato Pegaso, discendente anche quest’ultimo dunque di Poseidone con il quale si lega la figura mitica del dio protettore dei cavalli.

    Zeus aveva veramente copulato con il mondo intero, ma il fratello non voleva essere da meno: generò anche il gigante Anteo insieme a Gea, che ci tengo a precisare fosse sua nonna; fu padre di molti Giganti tra cui Oto ed Efialte, avuti da Ifimedia, i quali furono due tra coloro che cercarono di prendere d'assalto l'Olimpo.
    Altri due figli di Poseidone furono il gigantesco cacciatore Orione, ucciso da Artemide, e il ciclope Polifemo, che quando fu accecato da Odisseo chiese al padre di vendicarlo.
    Ebbe anche figli di dimensioni umane, ma tutti d'indole violenta: i briganti Cercione e Scirone che vennero uccisi da un altro dei suoi figli, il mitico Teseo; Amico, re dei Bebrici, ucciso da Polideuce (figlio di Zeus); Busiride, re d'Egitto, ucciso da Eracle; i sei figli avuti da Alia, che fatti impazzire da Afrodite tentarono di violentare la propria stessa madre.
    Tra i suoi figli mortali ritroviamo anche i gemelli Belo e Agenore, figli di Libia; il grandioserrimo Teseo, il più celebre e figo di tutti, figlio di Etra (moglie di Egeo); il grande
    navigatore Nauplio, figlio di Amimone; Pelia e Neleo, figli di Tiro; Cicno, figlio di Calice re di Colone… e potremo andare avanti così per una giornata.

    Cominciò a covare un profondo astio per Troia, odio coltivato durante l’anno di servitù che Poseidone e Apollo dovettero trascorrere presso re Laomedonte, padre di Priamo. Avevano stabilito col re di costruire le mura della città di Troia in cambio di una certa somma e, quando ebbero compiuto l'opera, Laomedonte rifiutò di pagare il salario pattuito. Apollo si ritenne soddisfatto della pestilenza che inviò alla città e infatti aiutò i Troiani durante la lunga guerra di Troia, ma Poseidone non si sentiva sufficientemente vendicato nemmeno dal mostro marino che aveva inviato e che era stato sul punto di divorare Esione, figlia di Laomedonte, perciò continuò a perseguitarli durante tutti i tremendi anni della guerra.

    La sua ira non risparmiò neppure alcuni combattenti greci, aiutò infatti Atena a punirli per il sacrilegio compiuto dallo spregevole guerriero Aiace Oileo, che aveva violato Cassandra nel tempio della dea.
    Poseidone inviò una tempesta ad affondare la loro nave, e provò ad avere anche pietà del vile Aiace facendolo naufragare in unìisoletta lì vicino. Aiace si cominciò a vantare d'essere riuscito a salvarsi dal naufragio, avendola fatta in barba anche agli dei, e Poseidone chiaramente spezzò con un colpo di tridente l'isola in due e lo annegò. tutti gli altri comandanti greci smarrirono la rotta a causa d'una tempesta, perché ritenuti colpevoli di non aver punito il suo crimine. Odisseo fu invece risparmiato poiché aveva proposto che Aiace fosse lapidato, ma riuscì poi ad attirarsi l'odio di Poseidone accecando suo figlio Polifemo.
    Infatti Ulisse, da quel momento, proseguì il suo viaggio tra mille difficoltà che gli procurarono la perdita di tutti i suoi compagni. Poseidone punì anche i Feaci che l'avevano aiutato, bloccando l'accesso al loro porto con una montagna e trasformando in pietra la nave con la quale avevano accompagnato Odisseo a Itaca.

    Il dio del mare, dei cavalli e dei terremoti



    Poseidone abitava un palazzo subacqueo al largo di Egea, in Eubea. Percorreva il mare col suo aureo cocchio di cavallucci marini capace di velocità incredibili, e rappresentava il dio dei mari, delle tempeste e dei terremoti.
    Il dio si mostrò avido di terre, soprattutto perché non sopportava che fosse stato Zeus ad assurgere al potere assoluto. Cercò più volte di assicurarsi grandi regni sulla terra, ma in queste sue pretese fu in genere sfortunato.
    Una volta sfidò Atena, decretando di avere il diritto di dominare su Atene e Trezene, e i due dèi furono invitati a un confronto dall’Olimpo stesso. Poseidone giunse in Attica e, con un sol colpo del suo tridente, fece scaturire in mezzo all'Acropoli una sorgente d'acqua salmastra. Poi arrivò Atena che, prendendo il re Cecrope come testimone, piantò un olivo sulla collina che crebbe immediatamente. Il verdetto fu arbitrato a favore della dea, poiché nessun olivo prima era stato piantato ad Atene.
    Poseidone, adirato e ovviamente incapace di starsene fermo, inviò un'inondazione che ricoprì la pianura di Eleusi. Per Trezene, Zeus impose un'equa divisione tra i due, ma né l'uno né l'altra ne furono soddisfatti.

    Quando invece vantò pretese su Corinto, la città di Elio, come giudice venne scelto il gigante Briareo. Egli decise di assegnare soltanto l'istmo a Poseidone, mentre Elio ebbe l'acropoli della città.
    Per Argo, fu Foroneo ad avere l'incarico di arbitrare la contesa, questa volta con Era; anche in questo caso, la decisione fu favorevole alla dea. Nel suo “giustificabile” furore, diciamo che non glien’era andata bene una, il dio del mare colpì l'Argolide, prosciugando tutte le sorgenti del paese in maniera assai crudele. Poco tempo dopo, Danao e le sue cinquanta figlie arrivarono in Argolide per trovarsi davanti una terra priva d’acqua e con abitanti ormai disperati.

    Era stato un cattivo ragazzo, ma Poseidone in alcuni casi si mostrò anche capace di pietà. Trasformò la Tessaglia in una terra fertile, provocando un grosso terremoto che scavò la valle di Tempe, attraverso cui scorreva il fiume Penelo. Successivamente salvò la donna Ino e il figlio Melicerte che si erano gettati in mare, trasformandoli nelle divinità marine Leucotea e Palemone.
    Proclamò inoltre Castore e Polideuce come protettori dei naviganti, dando loro il potere di placare le tempeste e di alleviare gli uragani.

    Veniva inoltre invocato il suo aiuto per evitare i terremoti, in quanto considerato protettore dalle calamità naturali della terra e del mare, perciò i Greci lo chiamavano Asphalios, "colui che previene le scosse".
    Creava isole per aiutare i naufraghi e garantiva calme navigazioni a chi lo invocava con benevolenza, mentre puniva chi lo ignorava o chi si rifiutava di riconoscere il suo enorme potere.
    Inizialmente era stato rappresentato come divinità-cavallo, successivamente mutato in una figura legata al mare dal momento in cui molti greci cominciarono a dedicarsi alla pesca.
    In quanto dio dei cavalli, era conosciuto anche col nome Hippios, appunto “signore dei cavalli". Era usanza annegare un cavallo in mare per offrirgli un sacrificio, in cambio di protezione.

    Concesse splendidi cavalli a molti dei suoi prediletti: a Ida diede quelli che gli permisero di portare con sé la figlia di Eveno, Marpessa; al re tracio Reso offrì i candidi cavalli, bianchi come neve e veloci come il vento, che poi Odisseo e Diomede rubarono; a Peleo per le sue nozze con Teti donò la coppia di cavalli immortali Xanto e Balio, poi ereditati da Achille.

    Tutti gli dèi del mare possedevano la virtù di mutare forma, ma Poseidone trasformò oltre a sé anche molti esseri umani. Dopo aver violato la giovane Cenide, dietro sua richiesta la trasformò in uomo e mutò Alope, un’altra delle sue amanti, in una sorgente d'acqua.
    Donò a suo figlio Periclimeno il potere di mutare forma a volontà e lo stesso fece per Mestra da lui sedotta, mentre suo figlio Cicno divenne invulnerabile da ogni attacco. Il culto di Poseidone era assai diffuso, dalla Beozia e dalla Tessaglia a Corinto, dove in suo onore si celebravano i giochi istmici. Non mancavano certo
    le feste a lui dedicate nella Magna Grecia, a Taranto e, ovviamente, a Poseidonia (Paestum).

    Il mito di Andromeda



    moglie del re Cefeo D'etiopia e madre di Andromeda, Cassiopea si era vantata affermando che la sua bellezza e la bellezza di sua figlia superavano quella delle Nereidi, e le ninfe giustamente lo presero come un insulto. Invocarono l'intervento del loro protettore Poseidone, e questi scatenò contro la Filistia in cui ella abitava la furia delle acque e di un mostro marino. Quando Cefeo consultò l'oracolo di Ammone, gli fu risposto che la sua unica speranza stava nel sacrificare Andromeda al mostro. I sudditi furono perciò costretti ad incatenarla a una roccia, nuda e con dei gioielli addosso, perché il mostro la divorasse per placare l'ira del dio.
    Perseo, mentre superava da nord la costa della Filistia, vide la donna ignuda e subito se ne innamorò. Beh, mi sembra chiaro ^_^
    Si avvicinò in volo alla giovane, notando Cefeo e Cassiopea che lo seguivano ansiosi con lo sguardo dalla spiaggia e scese dunque accanto a loro per chiedere chi fosse quella donna.
    Perseo ottenne dal re la promessa che, se fosse riuscito a salvare Andromeda, l'avrebbe potuta portare con sé in Grecia come moglie. L'eroe, preso di nuovo il volo, decapitò il mostro facendo in modo che quest'ultimo aggredisse la sua ombra confusa fra le onde. Il giovane
    aveva estratto la testa della Gorgone dalla sacca per servirsene semmai il mostro avesse alzato lo sguardo, poggiandola su un letto di alghe che subito si trasformarono in coralli, fra cui la testa rimase incastrata.
    Cefeo e Cassiopea, seppure a malincuore, lo accolsero come genero. Per insistenza di Andromeda ebbero subito luogo le nozze.
    La festa fu tuttavia interrotta bruscamente dall'arrivo di Agenore, fratello gemello del re Belo d'Egitto, che fece irruzione nella sala alla testa di un gruppo di uomini armati per reclamare Andromeda come sua sposa.
    Egli era stato convocato da Cassiopea, che ignorò la promessa fatta da lei stessa a Perseo perché considerava Agenore il legittimo pretendente di Andromeda.
    Nella battaglia che seguì Perseo abbattè molti dei suoi avversari, ma fu costretto a strappare la testa della Gorgone dal cespuglio di corallo e a tramutare in pietra i duecento guerrieri rimasti in vita.
    Poseidone poggiò in cielo tra le stelle le immagini di Cefeo e di Cassiopea, ma quest'ultima per punizione è legata a una cesta della spesa che in certe stagioni dell'anno si capovolge, mettendo Cassiopea in posizione ridicola.

    Vediamo di far luce su alcuni di questi nomi ignoti:
    -Cassandra:
    Figlia di Ecuba e di Priamo (re di Troia), fu sacerdotessa nel tempio di Apollo, da cui ebbe in dono la capacità della preveggenza. A causa di tale abilità cominciò a diventare bersaglio di molte altre figure, sia divine che mortali.
    Un curioso mito narra di come il dono di Cassandra nacque durante la festa celebrata nel santuario del culto di Apollo Timbreo. I gemelli Cassandra ed Eleno, stanchi di giocare si addormentarono, mentre i genitori, con le menti annebbiate dal vino, rientrarono a casa senza di loro. Al mattino, quando Ecuba ritornò al tempio, vide che i sacri serpenti stavano leccando le orecchie dei bambini e urlò terrorizzata. I serpenti subito sparirono strisciando in un cespuglio di alloro, ma da quel momento Cassandra ed Eleno ebbero il dono della profezia.
    La ragazzina qualche tempo dopo annunciò il danno che Paride avebbe causato recandosi a Sparta (dove rapì Elena) e cercò anche di mettere in guardia il suo popolo avvertendo che il cavallo di legno conteneva uomini armati, le sue parole vennero anche confermate dal veggente Laocoonte. Tuttavia i suoi avvertimenti furono completamente ignorati dai Troiani. Quando Troia ormai caduta bruciava, Cassandra si rifugiò nel tempio di Atena aggrappandosi al simulacro ligneo della dea. Il giovane Aiace, figlio di Oileo, la strappò via rovesciando la statua e la violentò, mentre l'immagine di Atena distoglieva gli occhi per l'orrore. Quando fu scoperto, l'assemblea degli Achei decise di condannarlo a morte per lapidazione, in modo da espiare il sacrilegio che minacciava l'intera comunità, ma Aiace sfuggì alla morte correndo a rifugiarsi presso l'altare della stessa Atena. Ella avrebbe dovuto lapidarlo di sua mano, ma va beh
    Il motivo per cui nessuno ascoltò Cassandra sembra legato al fatto che Apollo, dopo averla resa in grado di prevedere gli eventi in cambio di una copulata in mezzo al tempio, le sputò fra le labbra per rendere il suo stesso incantesimo inutile.

    -Ifimedia:
    figlia di Triope e moglie di Aloeo, era una delle tante fanciulle innamoratesi di Poseidone, o di cuiPoseidone si era innamorato. Amava sdraiarsi sulla riva del mare, un giorno raccolse l'acqu a delle onde tra le mani e se la versò sul grembo, rimanendo così incinta. Ebbe così i figli Efialte e Oto, che però furono chiamati gli Aloadi perché in seguito Ifimedia sposò Aloeo (figlio di Elio), fatto re di Asopia in Boezia.

    -Castore e Polideuce::
    Figli di Zeus e Leda, conosciuti come I Dioscuri, Castore e Polluce(o Polideuce) furono due degli Argonauti, gli eroi che parteciparono alla ricerca del Vello d'oro.
    Erano gemelli, ma si narrava che Leda li avesse concepiti separatamente. Ella si era unita durante la stessa notte prima con Zeus e poi con suo marito, il re spartano Tindaro: dall'unione con il dio sarebbe nato Polluce, dotato di natura immortale; da quella con Tindaro Castore, comune mortale.
    Polluce divenne noto come grande pugile, sconfisse in una gara di pugilato persino Amico, il re dei Bebrici.
    Castore invece era considerato un grande domatore di cavalli, e infatti lo si vede sempre rappresentato assieme all'animale, solitamente sul suo dorso. Era un campione nella corsa, infatti sembrache i due furono due dei primi vincitori alle olimpiadi nelle rispettive discipline.
    I gemelli diedero vita alla città eponima di Dioscuria, collocata secondo il mito in Colchide. Successivamente sembra abbiano fondato anche una città nel Lazio, Amyclae.
    Sono considerati i protettori dei naviganti nelle burrasche.
    Castore fu ucciso da Ida e Linceo(figli di Afareo, fratello di Tindaro) durante un imboscata. Polluce pregò il padre Zeus che desse la morte anche a lui, ma Zeus gli concesse di rinunciare a metà della propria immortalità in favore del fratello. Così i due vivono insieme alternativamente un giorno nell’Olimpo e un giorno nel regno dei morti.
    L'astrologia rivede in loro la costellazione dei gemelli.

    -Tiro::
    Figlia di Salmoneo e Alcidice, covava un profondo amore per il dio pluviale Enipeo. Tale attrazione non era ricambiata, e ovviamente Poseidone sfruttò la cosa per sedurla, trasformandosi nello stesso Enipeo per averla con sé.
    Dall'unione tra Poseidone e Tiro nacquero due gemelli. Quando si accorse però che i nascituri non erano figli avuti con quello che credeva essere il suo amato, per la vergogna Tiro li mise al mondo segretamente e poi li abbandonò su una montagna.


    Edited by Aesingr - 3/8/2018, 16:19
     
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    Aggiunto un riassunto del mito di andromeda,
    Aggiunte sotto spoiler altre informazioni sui Dioscuri e su Cassandra (soprattutto per quest'ultima).
    Leggete perché è figo xD>
     
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