Maledetti incontri

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    Incubo infernale

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    Zell rimase fisso a guardare la creatura felide che stava giocherellando con la fiala che era stata accesa dalla signorina delle canne, attendendo l'arrivo degli altri.
    "Scusa...non era mia intenzione offenderti...è che ero solo curioso..." rispose Zell quando la creatura disse di essere il guardiano di quel posto.
    Gli altri non tardarono ad arrivare. Per primo apparve Aesiril, che quasi sobbalzò quando vide lo strano felino.
    "Ma quello è uno......." la sua frase si interruppe e non lasciò rivelare altro ma era un chiaro segno che l'elfo della Natura conosceva quella creatura e le orecchie di Zell si rizzarono immediatamente per la curiosità, voglioso di chiedergli cosa effettivamente fosse. Il momento di contentezza dell'ibrido, comunque, durò poco. Le sue orecchie a punta elfiche tornarono ad abbassarsi quando vide l'umana che chiese cosa stesse succedendo. Per tutta risposta Zell fece un leggero ringhio.
    Infine apparve Gix, la sua sagoma entrò di prepotenza nella caverna, comunque grande abbastanza da farlo entrare assieme agli altri.
    Aesiril rimase inchiodato in piedi sul posto, rapito dalla creatura che sedeva al centro della stanza, accanto a lui un'umana che ancora non aveva connesso il cervello e che non sapeva dove fosse finita nè perchè.
    Il felino parlò e tutti rimasero ad ascoltarlo. Ecco perchè voleva che fossero presenti tutti, voleva il loro aiuto per liberare qualcuno da una maledizione. Qualcuno che la creatura chiamava "La mia Signora" e che era imprigionato nella maledizione da ben trecento anni. Zell si chiese su quanti anni avesse effettivamente quella creatura. Quando il felino finì di spiegare, la signorina delle canne fu la prima a parlare, che chiamò la creatura "Shiura" e che lasciò troncata una frase che Zell ritenne sospetta. Non era un caso che la signorina delle canne vagava da sulle montagne. Era arrivata fin lì con l'altra umana per entrare lì dentro e affrontare quella prova. Al rischio della loro vita. E tutti loro le avevano messo i bastoni tra le ruote. Zell non sapeva se essere contento o arrabbiato per averlo fatto. Se le avesse lasciate fare, probabilmente ci sarebbero state due umane di meno in giro.
    Fu l'ibrido a prendere parola dopo di lei.
    "Lasciami qualche minuto per parlare con i miei due amici e insieme decideremo se accettare o meno. Le due umane che prendano da sole la loro decisione." disse Zell al felino alzandosi e sottolineando il fatto che i suoi amici sono l'elfo, il drago rosso e basta!
    Ma invece di rivolgersi ad Aesiril o a Gix, l'ibrido del Fulmine si diresse da Zakrina, con un muso diventato improvvisamente arrabbiato.
    "Tu!" esordì puntandole contro l'indice artigliato, iniziando a muoverlo su e giù.
    "Non so cosa tu voglia combinare con la signorina delle canne ma azzardati a tirare frecce in quel modo o solo a sfiorare il felino e io ti......."
    La frase gli rimase in gola perchè gli occhi dell'ibrido vennero attratti da delle strane armi che l'umana portava al fianco. Non sembravano pugnali, nè daghe, nè coltelli, nè altre armi che Zell conosceva. Senza aspettare altre spiegazioni come gli era già successo in passato, prese quello più vicino e glielo tolse dal fianco.
    "Che cosa sono questi cosi? Artefatti magici?"
    chiese Zell iniziando a studiare l'oggetto che aveva in mano. Era una delle cose più strane che Zell avesse mai visto dagli umani. Nemmeno la strana padella aveva suscitato così tanta perplessità in Zell che studiava l'oggetto. Era composto da due bastoncini uniti da una catena.
    "Non credo che siano oggetti pericolosi, anche se devo dire che non ho mai visto nulla del genere pure io..." ripose l'elfo mentre guardava l'ibrido.
    "Ouch....rawwwwrrrrrrrrr!!!!!!!"si lamentò Zell, perchè aveva fatto roteare uno dei due bastoncini che lo aveva centrato in pieno muso, tra le due narici e sotto il corno rosso. Non che gli avesse fatto male, ovviamente, ma il colpo lo aveva di certo colto di sorpresa. Istintivamente Zell lasciò cadere l'oggetto che finì ai piedi dell'umana.
    "Rimetti a posto quel.....quel......quell'ordegno e non pensare di usarlo se non in caso di necessità, signorina dei ordegni!"
    Zell bollò l'umana con quel nome che nella sua lingua nativa significava attrezzo ma anche un utensile di cui non se ne conosce la funzione esatta.
    "Si chiama Zakrina e ti posso assicurare che non conosce Gillian Trees. E' stata una coincidenza, Zell!" Aesiril cercò di far ragionare Zell che non si scompose. L'elfo della Natura riuscì solo a dare un'occhiata di conforto a Zakrina prima che l'ibrido del Fulmine la liquidasse con un gesto seccato della mano.
    "Ma che vada a mangiarsi la coda! Avanti andiamo qui fuori nell'atrio, Aesiril. Io, te e Gix dobbiamo parlare seriamente di quello che ci ha proposto...lui!" disse l'ibrido dirigendosi verso l'uscita e richiamando Gix a gesti decisamente più gentili.
    Quando furono fuori dalla caverna, l'ibrido e l'elfo si misero vicini l'uno di fronte all'altro e iniziarono a confabulare sottovoce per non farsi sentire dalle due umane e dallo Shiura. Solo il drago rosso era vicino abbastanza da farsi sentire dalle due creature antropomorfe.
    "Io non rischio la mia vita per quelle due umane!" esordì Zell.
    "Zell...non lo facciamo per Zakrina e Gillian ma per lo Shiura. Lo Shiura è una delle creature più rare di Kengard. Si dice che ve ne siano rimasti solo pochi esemplari in giro e anche loro ce l'hanno con gli umani perchè li hanno portati sull'orlo dell'estinzione. L'ho letto su un libro della biblioteca che c'è a Knawr, scritto dallo stesso bibliotecario.... un anziano elfo chiamato Fergl(eccetera). A differenza degli umani, noi elfi ci teniamo molto a creature come gli Shiura e io sono disposto ad aiutarlo, anche a costo della mia vita. E come lo Shiura ha ribadito, dobbiamo accettarlo tutti assieme o non si fa nulla. Se rifiutiamo, lo Shiura soffrirà per chissà quanti altri anni!"
    spiegò Aesiril con estrema pazienza.
    Prima di rispondere, Zell fece capolino con il muso nella caverna. Le due umane erano agli angoli opposti, a guardarsi a vicenda o lo Shiura che si trovava nel mezzo. L'ibrido fece l'ennesimo lieve ruggito a denti stretti all'indirizzo delle due signorine.
    "Hai detto che gli umani hanno dato la caccia agli Shiura fin quasi a sterminarli, chi mi assicura che queste due non siano venute qui per farlo fuori quando abbasserà la guardia?" chiese Zell, a voce bassa ma sibilante di rabbia mentre puntava uno dei suoi pollici verso l'interno della grotta.
    "Su Zell...siamo io, te e Gix. E anche lo Shiura stesso sa difendersi nel caso venisse attaccato. Ha un veleno sugli artigli e sulla punta della coda ed è protetto da una muscolatura fortissima. Siamo in quattro creature robuste contro due umane, nel caso che Gillian o Zakrina volessero attaccarlo. Allora...accetti di aiutare lo Shiura?"
    L'ibrido tornò a guardare di nuovo dentro l'antro ma stavolta con un espressione di muso decisamente più tranquilla, in quanto stavolta guardava lo Shiura e non le due signorine che erano sempre tranquille nei loro affari, poi guardò Gix, Aesiril e infine i palmi delle proprie mani.
    "Va bene!" decise, infine.
    Aesiril si sentì sollevato e sorrise a Zell, per quanto l'oscurità permetteva di vedersi a vicenda, ed appoggiò una mano sulla spalla dell'ibrido.
    "Oh grazie Zell. Lo sapevo che tu sei un guerriero di buon cuore....sono fiero di te." disse l'elfo, per poi guardare il grande drago rosso.
    "Gix, sei con noi?" gli chiese, aspettandosi una risposta positiva molto ovvia.
     
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    Drago rosso di fuoco

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    Gix continuò a seguire Aesiril ed a scavare fino a raggiungere la destinazione. Vide lo Shiura, il suo amico Zell e anche Gillian Tress che si era messo di nuovo il cappuccio e si chiese come mai la ragazza lo indossò sempre. Ci pensò su per un po di tempo ricordando che l'umana aveva indossato il cappuccio anche subito dopo che Zakrina aveva tirato la freccia vicino ai suoi due amici, arrivando così a due conclusioni. "oh quest'umana non vuole essere riconosciuta oppure è una fuori legge, questo è un problema di poco conto per ora, finita questa avventura sentirà
    Il dragone rosso ascoltò il felino mentre stava spiegando dove si trovavano, cosa dovevano fare e se accettavano la sfida. "Un modo strano strano per chiedere aiuto" pensò il drago, stava per parlare ma è stato costretto a rimanere zitto perché Zell aveva chiesto qualche minuto per pensarci e chiedere ai suoi amici se accettare oppure no l'incarico anche se ormai aveva già deciso sul da farsi.
    Gix guardò Zell che iniziò a parlare con Zakrina ed esaminare le armi dell'umana, dovette trattenere la risata nel vedere il suo amico ibrido che si colpì da solo con il Nunchaku e disse "quei ordegni sono dei Nunchaku, comunque non essere severo con lei, abbiamo chiarito tutto".
    Gixcaririxen seguì i suoi due amici e iniziò ad ascoltarli in silenzio che stavano parlando se aiutare o no il Shiura e quando venne interpellato disse "certo che vi aiuterò ad aiutare lo Shiura, ormai dovete sapere che io auto chiunque avesse bisogno d'aiuto io vado ad aiutare se è per una buona causa"
     
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    Il drago azzurro che puzza di pesce

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    Nuoòòò Zell che scrive "mani" e non "zampe" mi stupisce... xD


    Che il drago strano blu avesse a cuore il mostrare quanto gli stessero antipatici gli umani era ormai chiaro, rivolgeva sguardi poco carini e gestacci di ogni tipo soltanto a lei e all'altra ragazza, se fosse stata colpa della situazione anche l'elfo avrebbe dovuto mostrare astio nei loro confronti e invece con lui era tutto abbastanza tranquillo.
    La creatura felina cominciò a dare dettagli sul perché si trovassero da quelle parti, e da subito la risposta piacque assai a Zakrina. Era una di quelle classiche situazioni in cui chiedersi il perché di tante cose risultava inutile, e quindi bastava prendere il tutto come veniva offerto. In effetti era abituata dopo gli ultimi avvenimenti a maledizioni, luoghi lugubri, gente che si lamenta e creature poco normali, per quanto la vicinanza con lo strano drago blu stava quasi per metterla in allerta.
    Era sul punto di aprire bocca e rispondere allo Shiura, quando gli comparve davanti additandola e minacciandola a metà. A metà perché, senza alcun preavviso, le prese un nunchaku per esaminarlo in tutta tranquillità.
    Ovviamente lo lasciò fare con un semplice sospiro, non gli sembrava avesse chi sa quali intenti minacciosi, ma si chiese cosa fosse successo se li avesse legati meglio in vita: l'avrebbe alzata di peso per sfilargliene uno dal vestito? L'avrebbe strattonata fino a decollarla dall'altra parte della grotta?
    Ovviamente quando ebbe fatto tutto il suo comodo, se lo fu dato in testa e ebbe finito di minacciarla con frasi assurde, glielo lasciò cadere davanti ai piedi invece di restituirglielo a zampa.
    Ok, ecco un altro maestro del vuoto. C'era voluto poco perché quel grosso drago nero facesse sbottare lei e Kenshin, si chiese quanto avrebbe impiegato il drago strano blu a metterla nel medesimo stato mentale e psicologico.
    "Scusate un attimo..." disse rivolta al felino e all'altra ragazza, dopo aver riposto il nunchaku al suo posto.
    Avrebbe anche potuto aspettare che tornasse indietro, ma volle essere lei a seguirlo direttamente.
    Comparendo dall'oscurità della grotta, con l'espressione di qualcuno che sta per prenderti a ceffoni, si manifestò in tutta la sua cazzutaggine nel mentre che il drago strano blu faceva di nuovo capolino all'interno.
    "Senti, drago strano blu... mettiamo in chiaro due cose... ti va? Primo, sono finita qui per puro caso oggi e non ho colpito nessuno con l'arco, se avessi voluto farti un buco sul tuo testone squamoso non ci avrei messo chi sa quanto. Poi sembravi anche un tossico che strozzava in mezzo al fumo, col cavolo che te ne saresti accorto, ma che motivo avrei avuto? E poi... se vuoi le mie armi posso prestartele senza problemi, ma se me le togli di nuovo da dove devono stare senza chiedere... ti faccio vedere come si usano questi ordegni, sempre sul tuo testone squamoso chiaramente"
    Non era solita dare spettacolo, anche se dopo aver ammazzato un polipo gigante, aver ferito senza volerlo una specie di divinità e aver stupito un vampiro e un drago samurai con le sue trovate si sentiva tremendamente OP.
    Prese il nunchaku che il drago strano blu le aveva temporaneamente rubato e lo fece roteare a mezz'aria, abbattendolo con uno schiocco rumorosissimo sulla parete alla sua destra. Sperò che non si rompesse, avrebbe fatto una figura di quelle esilaranti. Peggio di quando aveva mangiato il cuore del wendigo e le era preso il mal di pancia. Le avevano detto che si sarebbe contaminata per poi mutarsi in robe orribili, ma forse sarebbe stato meglio che farsi venire il mal di pancia in mezzo a una palude piena di mostri tremendi e pucciosi allo stesso tempo qual'era Andorix.
    Fortunatamente l'arma rimbalzò senza scheggiarsi neanche, e in maniera pure piuttosto figa, quanto bastava per dare l'idea che faceva male anche a creature come quelle, corazzate di squame e alte mezzo metro più di lei.
    Detto ciò tornò indietro dallo Shiura e dalla ragazza misteriosa, avvicinandosi al gattone.
    "Sei la creaturina più carina che abbia fin'ora visto a Kengard, a parte bestioni, spettri, mostri palustri e cose non morte fin'ora non avevo incontrato niente di davvero figo. Quindi va bene, avrete il mio aiuto. Però se il drago strano blu mi importuna lo prendo a bastonate, sia chiaro"
     
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    Splendore celeste

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    Quando anche gli altri arrivarono, il rettile riuscì a trattenersi giusto il tempo necessario affinché lo shiura finisse la sua spiegazione, ma subito cominciò a prendersela con l'altra umana. Jill sospirò sonoramente, e distolse lo sguardo dal teatrino del rettile piuttosto innervosita da tutto quell'inutile chiasso. Già di suo odiava l'idea di dover collaborare con altri - soprattutto con sconosciuti -, ma essere costretta a lavorare insieme a qualcuno che apertamente disprezzava? Tutto un altro livello rispetto alla sua avventura all'Ossidiana con quel drago dalle squame verdi... se proprio proprio avrebbe voluto invitare qualcuno, avrebbe pensato a lui, che per lo meno non l'accusava di cose assurde. Lo shiura aveva detto che sarebbero dovuti entrare tutti o nessuno, ma davvero desiderava affidare la sorte della sua Signora a quel pagliaccio? Capiva la presenza del drago di fuoco, il cui elemento era abbastanza efficacie per ciò che avrebbero dovuto affrontare, ma quel rettile idiota? E l'elfo della natura dove avrebbe trovato gli alberi per combattere al meglio?
    Anche l'altra umana non sembrava essere pappa e ciccia con il rettile. Riottenuti i suoi ordegni (o quel cavolo che erano), si scusò e seguì gli altri verso l'esterno.
    < Non credevo che ci avresti chiesto tu di entrare... > disse Jill rimasta ormai sola con il felino squamoso.
    Il gruppo dello zio aveva dovuto pregare lo shiura perché concedesse loro di entrare, quell'improvviso cambio di opinione a cosa era dovuto? A quei vent'anni che erano passato dall'ultimo tentativo? Lo shiura rispose con un sorrisetto enigmatico. Non riusciva a capire cosa stesse pensando.
    < Tendo ad adattarmi alle diverse situazioni, umana. > rispose, dopo qualche secondo.
    Jill sbuffò, chiedendosi cosa intendesse dire. Anche se cominciava a dubitare che il resto del gruppo acconsentisse ad entrare in quel pericoloso sotterraneo, Jill si sedette, aspettando pazientemente che gli altri decidessero per conto loro. Controllò una seconda volta tutta la sua attrezzatura, mentre nell'aria echeggiava l'eco delle parole arrabbiate dell'umana. Alzò lo sguardo solo quando la sentì tornare. Per fortuna non era l'unica nel gruppo che avrebbe dovuto sopportare il rettile a fatica.
    < Lieto di.. mmh, non essere inferiore ai mostri palustri... > rispose lo shiura alla ragazza. Per una volta sembrava vagamente incerto.
    < Drago strano blu? Davvero? > le chiese Jill, anche lei piuttosto perplessa.
    < Perché, tu come lo chiami? > chiese lo shiura divertito.
    Jill lo guardò intensamente per qualche secondo. Lo sapeva benissimo come lo chiamava, aveva imprecato il suo nome in più di un'occasione da quando era arrivata lì.
    < Rettile... > borbottò lei, distogliendo lo sguardo verso la parete opposta.
    Lo shiura annuì, fingendo comprensione. Se si azzardava a dire che...
    < Oh, qualcosa di completamente diverso, allora! >
    Jill girò la testa di scatto verso di lui con un'espressione del tutto infastidita. Lo sapeva che avrebbe detto proprio quello, dannazione!
    Non fece in tempo a dirgliene quattro, che gli altri tre finalmente tornarono nella stanza.
    < Così avete deciso di entrare tutti. > esordì lo shiura, alzandosi pigramente.
    Fino all'ultimo Jill aveva pensato che avrebbero tutti rifiutato in blocco! Lo shiura non aveva neanche aspettato che i tre gli dicessero quello che avevano confabulato per conto proprio, ma non avrebbe mai detto una cosa del genere se non lo avesse saputo per certo, no? Il felino aveva cominciato a stiracchiarsi - proprio come avrebbe fatto un gatto - e con passi lenti ma eleganti si era avvicinato al portone di metallo.
    < Prima di incontrare la mia Signora dovrete affrontare due prove: la prima valuterà la vostra capacità di lavorare in gruppo, la seconda invece le vostre caratteristiche individuali. Qualsiasi strada sceglierete vi porterà sempre verso di lei, nella stesso luogo: anche se vi perderete di vista, tutti vi incontrerete alla fine del percorso. Certe strade saranno più semplici, altre più impervie, a voi scegliere quale prendere. >
    Il felino alzò una zampa e la appoggiò sul portone. Dopo qualche secondo quello si aprì, accompagnato dalla stridio del metallo che scorre sulla pietra. L'oscurità non consentiva di vedere dove portasse quella nuova apertura, ma si intuiva solo che immettesse in un altro corridoio.
    < Buona fortuna! > esclamò sorridente lo shiura, facendosi da parte per permettere il passaggio del gruppo.
    Jill gli lanciò un'occhiataccia.
    < Non vieni? > gli chiese quindi.
    Non aveva accompagnato neanche suo zio vent'anni prima, ma la sua apparente disponibilità le aveva fatto credere il contrario.
    < Ho giurato che mai sarei andato contro gli interessi della mia Signora, perciò non posso oppormi a lei direttamente. > spiegò, alzando di nuovo la zampa verso il portone aperto.
    Non appena terminò di parlare, delle cascatelle di lava rossa si formarono ai lati del nuovo corridoio per tutta la sua lunghezza, scorrendo in delle scanalature scavate nella parete. L'ambiente così illuminato si mostrava agli occhi del gruppo come un corridoio ampio, dalle pareti leggermente inclinate verso l'interno, la cui fine non si riusciva a riconoscere. Era abbastanza largo da permettere a tutti e cinque di camminare l'uno al fianco dell'altro (sempre che a quelli laterali non importasse troppo se il loro gomito finiva in mezzo alla lava), e il soffitto era più alto di quello della camera in cui erano al momento, consentendo al drago rosso di camminare senza impedimenti.
    < Vi aiuterò, per quel che posso, ma per il momento posso darvi solo la mia benedizione... >
    Tradotto significava: "Se mi unisco a voi e perdiamo, la mia Signora potrebbe risentirsi anche di me...". Non poteva di certo giudicare lo shiura per quello, a lei interessava solo poter entrare finalmente in quella cripta. Zio Rodd aveva scritto di un tesoro, alla fine di tutto.....
     
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    Incubo infernale

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    Aesiril rimase commosso dalle parole di Gix che accettò subito di aiutare lo Shiura, a differenza di Zell che ci aveva un po' pensato proprio.
    "Bravo Gix. Hai davvero un cuore d'oro! E grazie per averci spiegato cosa sono le armi di Zakrina. Sai molte cose riguardo gli usi degli umani." disse l'elfo alzando le mani in alto per accarezzare il muso del drago rosso. Quel breve momento di intensa amicizia tra elfo e drago venne però rovinato prontamente dall'intervento di Zakrina che rispose per le rime a Zell.
    L'ibrido drago-elfo trasalì quando l'ordegno di Zakrina impattò contro la parete di roccia con un sonoro schiocco e ciò gli fece portare subito la zampa all'elsa della spada, ma senza estrarla.
    "Non li voglio quei ordegni! Volevo solo capire cos'erano! E' già la terza volta che voi femmine di umano vi presentate a me con canne, paellia e altri aggeggi strani!" fu la risposta di Zell, seguita da delle boccacce molto dragonesche rivolte alla signorina dei ordegni quando questa tornò dallo Shiura.
    Zell la guardò con estremo odio quando si rivolse allo Shiura. Tanti umani facevano cucicuci-mucimuci-piciopicio alle creature per intenerirle e poi le infilzavano a tradimento e l'ibrido del fulmine si tenne pronto per intervenire con un calcione per spedire la signorina dei ordegni lontano dallo Shiura e addosso al portone di ferro, che si trovava sul fondo della caverna. Ma per fortuna sua, visto che non mostrò aggressività nei confronti della creatura felina, il calcione non arrivò. Zell si limitò a sbottare invece contro la signorina delle canne perchè si divertiva a riferire allo Shiura i nomignoli che gli avevano affibbiato.
    "Chiudi il becco, signorina delle canne!" la additò mentre entrava di nuovo nella grotta dello Shiura.
    L'elfo della Natura seguì l'ibrido del Fulmine ed era visibilmente più calmo del suo amico blu dalle ali verdi.
    "Non mi sorprende il fatto che tu sentivi i nostri dialoghi!" disse allo Shiura.
    L'ibrido diede una veloce occhiata sorpresa prima allo Shiura e poi al suo amico elfo. Era uscito nell'atrio apposta per parlare in segreto ma a quanto pare non era servito a nulla.
    "Lavorare in gruppo con quelle due femmine imbecilli? Spero che abbiano un cervello più sviluppato degli altri umani.....e io che pensavo di menare i cattivi con zampe, spada e fulmini...." fu la frase a mente di Zell ma che venne comunque tradotta a gesti corporali con un sospiro, lo scuotimento orizzontale del capo chino ele braccia scagliose penzoloni. Aesiril, che capì subito lo stato d'animo di Zell, gli diede delle pacche sulla spalla per consolarlo.
    "Coraggio Zell, ci siamo anche io e Gix!"
    Lo Shiura aprì finalmente il portone di metallo da dove partiva un tunnel che li avrebbe condotti nelle profondità dell'Ossidiana d'Argento.
    "Prima le signorine!" ridacchiò Zell sfottendo le due umane e indicando con un gesto della zampa il portone spalancato Se nel tunnel ci fossero state delle trappole le avrebbero fatte scattare loro per prime.
    Poi fu il turno di Aesiril di dirigersi verso il portone aperto ma prima di attraversarlo, si rivolse allo Shiura, chinandosi rispettoso.
    "Il mio popolo ha sempre rispettato la vostra stirpe. Io mi chiamo Aesiril e sono un elfo della Natura. E' un onore per me aiutare una creatura come uno Shiura. Che le stelle ti guidino sempre anche in questa oscurità..." fu l'elegante frase.
    Aesiril entrò nel tunnel lungo e rettilineo illuminato da delle cascate di lava che sembravano protendersi all'infinito. Percepì subito l'aumento repentino della temperatura e dell'umidità dell'aria, oltre che il calore nel terreno roccioso sotto i suoi piedi.
    Dopo di lui, fu Zell a rivolgere la parola allo Shiura.
    "Spero che tu abbia fatto la scelta giusta a fidarti di quelle due umane. E vorrei che tu sappia il mio vero nome. Mi chiamo Zell e sono un ibrido drago-elfo del Fulmine. Darò il meglio di me stesso per aiutarti ma vorrei incontrarti di nuovo. Sei una creatura saggia e misteriosa e mi piacerebbe sapere di più su di te e sulla tua razza che fino ad oggi ne ignoravo l'esistenza." e finalmente anche Zell parlò in modo tranquillo e rispettoso.
    Dopo aver congedato la creatura felina con il saluto elfico, imboccò pure lui il tunnel con le cascate di lava.
    Nei primi metri venne incantato dalla bellezza del luogo ma poi l'aumento repentino di umidità e temperatura lo fece riportare alla realtà.
    "Wuoooooohhhhh...rawrrr....ma che caldoooo!!!" si lamentò, ancora prima di iniziare la missione.

    Questa missione mi sembra molto simile a quella con Lenrian, Ragnax & C. XD
     
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    Gix abbassò il muso per farsi accarezzare dall'elfo e lo alzò lentamente in modo da vedere l'umana sbraitare contro il suo amico Zell mentre usava i Nunchaku. "ah sembra brava ad utilizzarli, ha del potenziale di diventare una buona guerriera se venisse addestrata da un maestro di arti marziali, sempre se non ci stia nascondendo la sua vera bravura."
    Subito dopo si rivolse di nuovo all'elfo e disse "sì, ho vissuto abbastanza a stretto contatto con gli umani, da loro ho imparato la loro cultura, il loro modo di pensare". Infine seguì i suoi compagni ritornando nella grotta dove stava lo Shiura, che spiegò cosa dovessero fare per arrivare alla sua signora.
    Sorrise nel sentire il suo amico Zell che stava sbuffando e pensò "sarà una luuuunga giornata per Zell". "su Zell, coraggio. disse Gix.
    Il drago rosso ascoltò Gillian e il felino che stavano parlando, e non si sorprese nello scoprire che lo Shiura non poteva seguirli e dopo che i suoi compagni entrarono nel corridoio si rivolse al felino "faremo del nostro meglio per salvare la tua signora, comunque io sono Gixcaririxen
    Entrò anche lui nel tunnel, con tutto quel calore si sentì più attivo. Il dragone rise nel sentire il suo amico ibrido che cominciava già a lamentarsi a proposito del calore e disse "avanti, andiamo a vedere in cosa consisteranno queste prove"

    Edited by Aesingr - 7/10/2017, 00:18
     
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    Il fatto che il bestione si adirasse, la faceva sentire in un certo senso in grado di riaccartocciarselo come voleva.
    L'unico modo per far infuriare qualcuno senza rischiare di fallire era infuriarsi ancora di più, e quello ne era l'esemipo palese. Capì che non avrebbe avuto alcuna difficoltà con quel draghetto strano blu, era molto più facile che con Eidous. Almeno lui si arrabbiava con una mezza logica!
    La cratura felina le rispose in maniera un po' impacciata, e lei di rimando gli sorrise. Nel dialogo fra lui e l'altra ragazza capì che praticamente lo strano drago blu era capace di far infuriare ogni essere umano femminile, infatti fu lui stesso a confermarlo con una frase che però le fece capire poco e niente. Canne? Paellia? Ma dove caspita era finita?
    Non c'era alcun dubbio, fuggendo da un branco di pazzi ne avrebbe incontrato un altro, sempre.
    E c'era da considerare che, bene o male, aveva sempre a che fare con draghi dello stesso colore; strani o meno che fossero, sempre blu erano.
    Quando lo shiura aprì loro l'ingresso per condurli verso chi sa quale luogo arcano che li avrebbe condotti dalla sua signora, Zakrina non se lo fece ripetere due volte. Dal portone aperto provenne un intenso calore accompagnato dalla comparsa di fiotti di lava incandescente, roba che sembrava opera della stessa creatura.
    In realtà la faccenda non le suonava per nulla chiara, ma in fondo non le era mai importato nulla di capirci qualcosa. A lei bastava andare avanti, sicuramente avrebbe avuto modo di capire in seguito
    "Oh, mi chiedo allora perché fai entrare prima noi... dolcezza" rispose al drago strano blu, contraccambiando alla sua provocazione con tanto di ghigno.
    Rivolgendosi poi allo shiura con un breve sguardo indagatore gli fece l'occhiolino, divertita particolarmente dal suo modo di interagire con loro.
    "Spero di ritrovarti qui gattone, ci sono alcune cose che vorrei chiederti"
    Evitando altri indugi si gettò all'interno del corridoio oscuro, di cui non si poteva scorgere la fine, senza capire se doveva essere confortata dalla presenza della luce bollente o se dovesse preoccuparsi. Probabilmente nessuno lì era in grado di reggere quella lava, al massimo il drago rosso, che però era sicura non potesse essere abbastanza resistente da sopportare un simile calore spalmato sulle squame.
    Per accertarsi se quelle sensazioni fossero o meno reali, tirò fuori una freccia in tutta tranquillità mentre camminava e la puntò contro una delle cascatelle di lava, scoccandola distrattamente. Ci mancava solo il fischiettio e era totalmente a posto.
    Se la freccia si fosse conficcata sulla parete vuol dire che c'era poco da preoccuparsi, altrimenti dovevano fare molta attenzione. Aveva imparato molto alla palude e alla Città dei corvi su quel genere di situazioni, non si sarebbe lasciata fregare di certo da illusioni e robe simili. In ogni caso si tenne abbastanza vicina all'altra ragazza, aveva l'aria di una tipa troppo misteriosamente figa per poterle stare troppo lontana. E poi era un modo per approcciarsi a quella che, almeno all'apparenza, sembrava una semplice umana in tutto e per tutto. ultimamente l'unico umano con cui aveva avuto a che fare era un drago del fulmine capace di trasformarsi in uomo, non che le mancasse la sua razzaccia però faceva sempre bene un ritorno alle cose normali.
    Se va beh, normalissime...
     
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    Con uno sbuffo, Jill lanciò un'ultima occhiataccia allo shiura prima di focalizzarsi definitivamente sul nuovo corridoio. Quel dannato ibrido voleva fare il simpatico invitando lei e l'altra umana a passare per prime, e per quanto fosse palese che il rettile volesse usarle solo come cavie per testare la sicurezza del corridoio, Jill mise spavaldamente un piede davanti l'altro e superò per prima il grosso portone, attardandosi solo per recuperare la fialetta luminosa a terra. Fece solo qualche passo in avanti, e aspettò pazientemente che tutti salutassero il felino squamato, il quale rispose con un cenno del capo e altri dei suoi enigmatici sorrisi. Per quanto lo zio nel diario assicurava che l'unico pericolo di quel corridoio era inciampare e finire nella lava, Jill mantenne comunque uno sguardo basso per assicurarsi di non mettere accidentalmente il piede su una qualche trappola.
    Era nel corridoio da appena qualche secondo, ma fu sufficiente per cominciare a patire in mezzo al calore della lava bollente. Non conoscendo le condizioni del resto della cripta, mentre aspettava preferì aprire la cappa scura e abbassare il cappuccio. Anche se il lezzo di sudore veniva coperto dal vapore emanato dalla boccetta appuntata alla cintura, non le avrebbe fatto più di tanto bene sudare tanto per poi trovarsi improvvisamente in un qualche ambiente freddo. L'altra umana non aveva dato segno di averla associata al suo manifesto di ricercato, e se anche stesse solo dissimulando, quello era un problema che avrebbe potuto posticipare.
    L'umana fu la seconda ad entrare. Impugnò subito il suo arco, e spedì una delle sue frecce contro la lava, solo per sentirla sfrigolare mentre veniva distrutta dalla sostanza bollente. Jill non aveva idea di cosa avesse ottenuto con una prova del genere se non la perdita di una freccia, ma se la sua idea era quella di testare la reale esistenza della lava, allora ne aveva appena avuto una perfetta dimostrazione. Zell e gli altri entrarono appena dopo, e il rettile cominciò fin da subito a lamentarsi. Jill sospirò. Aveva come la sensazione che quella sarebbe stata una lunga, luuuuuunghissima giornata.

    ---

    < Ti avrebbero scoperto se la loro umana non avesse avuto quello strano vapore a circondarla. >
    Grazie alle colonnine di lava che si spegnevano alle spalle del gruppo sempre più lontano, lo shiura calcolò che erano ormai troppo distanti per riuscire a sentire le sue parole. Aveva aspettato pazientemente che si fossero allontanati, stravacato comodamente sul freddo pavimento, con lo sguardo pacato rivolto verso il corridoio. Per quanto ormai il chiarore della lava fosse ormai troppo debole per permettere di distinguere le forme scure dell'Atrio, una creatura dell'oscurità come lui riuscì chiaramente a percepire un movimento nella direzione opposta al portone di metallo: un'ombra alta e robusta era appena uscita dall'altro corridoio.
    < Lo so. > disse la misteriosa figura, quasi ringhiando.
    Lo shiura sospirò. Ormai aveva imparato a conoscerlo, ma ogni volta non riusciva a fare a meno di sperare in delle risposte un po' meno monosillabiche. Sospirò una seconda volta quando capì che l'altro non era intenzionato a continuare.
    < Sei sicuro di voler proseguire? - lo spronò - Non sei costretto a tornare lì dentro, e io non ti posso promettere che non finisca come l'ultima volta. >
    < Sono vent'anni che aspetto questo momento, shiura, non ci sono parole che possano convincermi a non entrare. >

    Terminò con un altro ringhio, ben più chiaro e astioso del precedente. Con dei rapidi movimenti la nuova figura si avvicinò al portone di metallo. La luce morente proveniente dal corridoio illuminò vagamente la sua figura, disegnando un essere dall'ampio torace e dal pelo nero, appena ingrigito dal tempo a livello del petto e ai lati del muso. La luce si rifletté sulle sue zanne snudate, su delle piastre metalliche ai polsi, sulla testa di un paio d'asce e sul bianco dei suoi occhi rivolti al corridoio.
    < E sono vent'anni che ti ripeto che il mio nome è Althes, e comunque non hai mai smesso di chiamarmi shiura. >
    L'ombra si rivoltò per un attimo verso di lui, le sue labbra erano arricciate in un leggero ghigno, che si spense gradualmente insieme alla luce, finché non si fece così fioca che fu impossibile distinguerne ancora la forma. Lo shiura sospirò, di nuovo.
    < D'accordo, vai... ma questa volta fai in modo di non lasciarti nessuno alle spalle. >
    L'ombra rispose con un forte ringhio. Lo shiura osservò quello che poté in quelle tenebre, intuendo più che vedendo la sagoma dell'altro allontanarsi. Quella dannata promessa era stata per lui una vera e propria maledizione... diversa, eppure simile a quella della sua Signora. Era davvero la peggiore delle sorti quella di poter solo rimanere a guardare! Eppure, in quella occasione non sentiva lo stesso vago senso di oppressione delle altre volte. Questa, se lo sentiva, era diversa dalle altre volte in cui aveva permesso a qualcuno di passare: in quei trecento anni, quella era la prima volta che aveva avuto modo di prepararsi in anticipo. Doveva essere la volta buona quella, o non aveva idea di cosa altro avrebbe potuto inventarsi per placare la sua Signora.
    Mentre si accoccolava di nuovo a terra, augurò tutta la fortuna del mondo, sia al gruppo che a quel vecchio licantropo testardo. Non sapeva per chi avrebbe dovuto tifare.

    ---

    "Mentre Robik l'Eroe si sta occupando di esplorare i corridoi davanti a noi per valutare quale sia il migliore per proseguire, ne approfitto per scrivere come siamo riusciti ad entrare finalmente nella Cripta. Il tunnel di Geb della Terra ci ha condotto in una ampia anticamera, dove abbiamo incontrato uno shiura, che si è subito dichiarato il guardiano della Cripta. Non aveva dimostrato sorpresa per il nostro arrivo improvviso, e solo dopo aver insistito parecchio sono riuscito a convincerlo ad aprirci il passaggio (sarebbe stato più semplice se Satyr non lo avesse minacciato in duecento modi diversi e avesse lasciato parlare me e Thyrdis). Nonostante i pronostici, lo shiura ci ha fatto passare per un grosso portone di metallo, ed entrare in un largo corridoio. Ai lati, della lava fuoriusciva da delle piccole intercapedini della parete, andando a formare delle sottili colonne luminose che scorrevano verso il basso, dove un canale ne arginava il flusso. Man mano che avanzavamo, le colonne di lava alle nostre spalle si assottigliavano sempre di più fino a spegnersi, creando una sorta di muro di ombra alle nostre spalle che si interponeva tra noi e l'entrata per tutta la nostra avanzata. Inutile dire che la situazione non piaceva per niente a nessuno di noi: quella luce ci guidava, ma nello stesso tempo ci accecava, rendendoci degli inconsapevoli bersagli, visibili a centinaia di metri di distanza. Anche adesso che sono seduto al suo estremo, non mi sento per niente tranquillizzato dal fatto di non aver incontrato nessun pericolo. Forse a parlare è più quella sensazione strana che mi ha lasciato il guardiano della Cripta... è come se mi sentissi ancora i suoi occhi neri ed enigmatici puntati sulle spalle. Lo so che la mia è solo una stupida paranoia, con Satyr il Guerriero e la sua dimestichezza con le tenebre, dubito che qualcuno possa averci seguito senza che ce ne accorgessimo. E' che non riesco a farne a meno, anche se non ci sta seguendo, sembra ci abbia nascosto molto più di ciò che ci ha rivelato."

    Jill alzò lo sguardo dal libricino dello zio. In un primo tratto di strada aveva scrutato con attenzione le pareti e il pavimento alla ricerca di eventuali trappole, ma alla fine si era fidata delle scritte dello zio, e aveva tirato fuori il taccuino, per studiare meglio le mosse successive. Aveva riletto più e più volte il percorso che lo zio e i suoi compagni avevano intrapreso, e per ultimo era tornata ad osservare un disegno appena abbozzato dello shiura e le scritte poste affianco. Non capiva per quale motivo, ma in quel disegno c'era qualcosa che non le tornava, era ben fatto nonostante fosse palese che lo zio non aveva avuto molto tempo per rifinirlo, ma un qualcosa che lo distingueva dallo shiura che aveva appena visto. Jill lasciò perdere, gli shiura erano esseri troppo rari per poter ipotizzare che ce ne fosse più d'uno in quel posto.
    Stavano camminando più o meno silenziosamente da qualche minuto, Jill e l'altra umana erano in testa, seguite dall'elfo, il rettile e in coda Gix. I due rivoli di lava seguivano placidamente il canalicolo nel quale erano costretti, assecondando la lieve inclinazione del pavimento. Come aveva descritto lo zio, non appena si lasciavano alle spalle una colonna, quella si obliterava sempre più fino a scomparire. Jill non ne era preoccupata: se fosse stata sola era un conto, ma qualunque pericolo avesse cercato di sorprenderli alle spalle doveva passare prima su un drago enorme, un elfo e un... altro tizio! Davanti a loro, invece, la lava illuminava fino ad un centinaio di metri in avanti, mostrando un corridoio lungo, dritto ed esattamente uguale a quello che si erano lasciati alle spalle.
    Jill si schiarì la voce.
    < Lo shiura ha detto che la prima prova consiste in un lavoro di gruppo. Se vogliamo collaborare decentemente, credo sia meglio se... ci conosciamo un po' meglio. >
    Se qualcuno le avesse detto che lei -proprio lei- prima o poi avrebbe pronunciato una frase del genere, non ci avrebbe mai creduto. Era necessario sapere il modo in cui ognuno di loro combatteva, ovviamente, ma allo stesso tempo si sentiva parecchio in imbarazzo ad averlo proposto.

    Volevo andare un po' più avanti, ma ho continuato ad aggiungere cose nel mezzo e... non volevo che diventasse troppo-troppo lungo..

    CITAZIONE
    Questa missione mi sembra molto simile a quella con Lenrian, Ragnax & C. XD

    Ohibò, spero che prima o poi diverga.. mi scoccerebbe parecchio aver progettato qualcosa di già progettato ^^"
     
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    Zell constatò che si trovava nella posizione migliore di tutti, cioè al centro del gruppo. Davanti a lui le due umane facevano da battistrada e sondavano il tunnel scongiurando delle trappole nascoste. Dietro aveva un muro rosso di scaglie che lo avrebbe protetto da un attacco da dietro e a fianco a lui c'era il simpatico elfo della Natura. Aesiril e Zell calcavano gli stessi passi delle due umane battistrada, in modo da calpestare gli stessi punti e non di nuovi, in modo da non far scattare qualche trappola tralasciata dalle signorine. Zell guardò stranamente la signorina degli ordegni tirare a caso una freccia contro la cascata di lava e l'ibrido fece con la zampa un gesto che stava a dire "questa qui è tutta scema, se continua a tirare frecce a caso ben presto si ritroverà senza".
    Tuttavia, l'ibrido del Fulmine era anche quello che dava i primi segni di sofferenza dovuti al caldo, ben presto iniziò a boccheggiare con la lingua fuori come un lupo che aveva fatto una corsa di dieci chilometri e i versi che faceva sembravano quelli di un asmatico che camminava in salita. Di tanto in tanto si faceva aria sbattendo le ali ma il risultato era quello di muovere aria calda. Sia lui che Aesiril erano abituati al freddo della loro terra nativa e per questo anche l'elfo non gradiva quel calore. I suoi abiti elfici erano fatti apposta per isolarlo sia dal caldo che dal freddo però dopo alcuni minuti iniziò a soffrire del caldo pavimento sotto i piedi nudi e per scacciare quella sensazione si sforzava di essere nei boschi e di camminare sul fresco e sull'umido. Per fortuna aveva con se un otre d'acqua riempito presso un ruscello appena erano arrivati all'Ossidiana d'Argento. I due amici di Ilifùr si scambiavano di tanto in tanto delle occhiate e dei sorrisi per sollevare il morale a vicenda. Il drago rosso dietro di loro, invece, sembrava proprio a suo agio in quel tunnel circondato da cascate di lava bollente. Il cammino continuò monotono e caldo, con il rombare del magma, i versi da asmatico di Zell boccheggiante e dall'odore di uova marce dovute allo zolfo. Il tunnel sembrava non finire mai.
    Fu la signorina delle canne a rompere il silenzio, con gran sorpresa di Zell.
    "Io ti conosco già troppo bene....sospettavo che nascondevi qualcosa fin da quando abbiamo trovato il tuo accampamento........" Zell non finì la frase perchè venne preso da un accesso di tosse secca.
    "Ho......ho visto......che hai un libretto....di sicuro hai pianificato tutto e sai.........."
    Altri colpi di tosse secca dovuti al caldo impedirono all'ibrido drago-elfo di terminare la frase e quindi Aesiril intervenne al posto suo, in maniera molto più gentile e meno rozza dell'ibrido che stava sicuramente per lanciare l'ennesimo "signorina delle canne".
    "Hai pienamente ragione, Gillian Tress, e se per favore, ci mostri anche a noi il tuo diario possiamo ragionarci meglio su quello che ci aspetta. So leggere molto bene le mappe decifrare gli appunti. Dobbiamo anche capire per quanto tempo dovremo camminare in questa fornace" disse Aesiril porgendo l'otre a Zell.
    Mentre l'elfo della Natura parlava all'umana, Zell portò l'otre d'acqua sopra le fauci spalancate e lo strizzò così forte che riversò tutto il contenuto nella sua gola secca.
    Aesiril guardò sconsolato Zell come se fosse un bambino, quando questo gli restituì l'otre vuoto.
    "Zell.....era l'unica acqua che avevo. Se questo caldo ti da così fastidio allora ti conviene stare zitto e parlare solo il necessario...è meglio non sprecare le poche foglie balsamiche che ho in tasca... "
    L'ibrido drago-elfo rispose facendo gli occhi dolci da cucciolo. Era il suo modo di chiedere "scusa". Se non altro, l'acqua ottenne l'effetto di mettere a tacere tosse secca, boccheggiamenti e versi da asmatico....almeno per il momento.
    Aesiril fece un sospiro e poi tornò a rivolgersi a Jill.
    "Quindi...posso?" le chiese, sempre gentilmente, porgendo la mano destra aperta.

    Nah, don't worry. Le due missioni si sono già diversificate un po' XD
     
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    Gixcaririxen continuò a camminare lungo il tunnel, osservò Gillian che stava leggendo un libretto e subito dopo il suo amico Zell che stava iniziando a soffrire a causa del caldo "peccato che io non posso farci niente, visto che sono un drago di fuoco e luce, neanche il mio secondo elemento potrà aiutarlo."
    Gillian Tress chiese di conoscere meglio i suoi compagni "beh come carattere sono dolce, gentile e sempre disposto ad aiutare, ma se qualcuno mi fa arrabbiare non fa tempo a dire le ultime preghiere e non sopporto l'ingiustizia. Nel lato combattivo, sono un drago di fuoco e di luce, vi posso curare con il mio nuovo potere oltre ad utilizzare il mio elemento di fuoco e posso trasformarmi, con la mia trasformazione divento molto più forte, potente e resistente."
    Il dragone rosso ascoltò il suo amico ibrido che continuava a stuzzicare l'umana e sospirò, "Zell per favore, dobbiamo collaborare tutti insieme, lascia stare i tuoi pregiudizi e concentrati su quello che dobbiamo fare." subito dopo ascoltò l'elfo e disse "scusami Gillian, cosa c'è scritto nel libretto? qualcosa che riguarda questo posto?, se sì allora dovresti dirci cosa c'è scritto, dobbiamo fidarci a vicenda"

    Edited by Aesingr - 21/10/2017, 20:53
     
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    Zell da questo momento sarà lo strano drago blu asmatico


    Il drago strano blu probabilmente sarebbe morto asfissiato di lì a poco, va beh tanto probabilmente nessuno avrebbe fatto domande se fosse cappottato là dentro.
    La fantomatica Gillian Tress. Che nome era poi? Va beh, Gillian era più che sufficiente, era sicuramente interessante il modo in cui si approcciava a loro. Del tipo –mi servite, fingerò che mi interessi lo starvi simpatica-.
    Consigliò di presentarsi, e in effetti poteva decisamente essere la cosa più sensata da fare, dopo sparare frecce nella lava a caso.
    Quel caldo era decisamente realistico, fin troppo. Ci aveva quasi sperato di poter fare la figa ed aver sventato un’illusione, ma niente. Meglio così, se i pericoli erano fisici sarebbe stato più facile per lei contrastarli.
    “Io sono Zakrina, la signorina degli ordegni”
    Abbozzò un sorriso al drago strano asmatico blu (in quest’ordine fa più figo), mentre si faceva aria con una mano nel tentativo di scacciare il caldo torrido.
    Il drago rosso si era già presentato in toto, con tanto di caratteristiche fisiche, di combattimento e caratteriali. Quello doveva essere messo peggio di Aes a ingenuità e a schiettezza, per arrivare poi a darsi del dolce… un bestione dolce come quello era più improbabile di un drago strano non blu, non asmatico e simpatico.
    Di lei non sapeva cosa dire alla fin fine, non pensava sarebbe servito dire che sapeva maneggiare gli strumenti di vario genere, sia per suonarli che per darli in testa.
    “Me la cavo con diverse armi, mangio qualsiasi cosa e se mi recuperate il violino vi suono pure una musichetta” rivelò, in tutta scioltezza e semplicità.
    Chi sa in quei cunicoli come avrebbe riecheggiato il suo violino? Peccato ora fosse distante. Aveva azzardato parecchio a lasciarlo in balia di quegli zoticoni, sperava di non aver fatto una sciocchezza. Sapeva di averla fatta, ma non voleva pensarci.
    Lanciò un veloce sguardo poi alla mano dell’elfo protesa verso quelle di Gillian, che tenevano un libriccino con qualcosa di sicuramente annesso a quello che stavano facendo, non ci sarebbe stato altromotivo che giustificasse la lettura di un libro mezzo alla lava.
    Era quasi sicura si sarebbe rifiutata, che motivo aveva di far leggere a qualcun altro se poteva farlo lei?
    “Magari potresti leggere ad alta voce, così lo sapremo tutti”
    Continuò dunque a camminare, verso un altro corridoio identico al precedente, mettendosi un pelo avanti all’altra ragazza per non esporre il resto del gruppo direttamente.
    L’arco avrebbe fatto comodo in linea retta per mirare qualcuno o qualcosa che si lanciava o appariva di fronte a loro all’improvviso, dunque lo tenne imbracciato e impugnò la freccia nella mano sinistra ma senza incoccarla.
     
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    < Se avessi davvero pianificato ogni cosa, adesso voi non sareste qui... > borbottò Jill tra sé e sé, piuttosto amareggiata per la situazione.
    Si trattenne dal rispondergli a tono... non era del tutto falso il fatto che li stesse nascondendo qualcosa, ma immaginava che fossero loro i primi che non volevano sentirle raccontare la storia della sua vita (chi non ha segreti in fondo?). Quello che insinuava il rettile, comunque, era una completa menzogna: se avesse voluto nascondergli il fatto di possedere un libretto che descriveva in parte la cripta, in prima istanza non lo avrebbe mai tirato fuori dal marsupio con loro a portata. Secondo: se non avevano ancora sospettato che lei sapesse già di quel posto, aveva davvero sopravvalutato la loro intelligenza. Sospirò. Non aveva senso discutere di queste cose con il rettile, sapeva che era il genere di individui che avrebbero preso a male qualsiasi cosa avrebbe detto.
    Anche l'elfo chiese spiegazioni sul diario di zio Rodd, e pure in maniera meno brusca. Valutò l'idea per qualche secondo, indecisa se passargli il libretto o no. La scrittura di zio Rodd era piuttosto criptica ai più: anche se ordinata, tendeva a scrivere piccolo piccolo e stipava in una pagina quello che la gente normale metteva in tre. Non c'era nessuno spazio bianco, e gli unici punti in cui non scriveva nulla era dove disegnava a carboncino i dettagli che più l'avevano affascinato. Come se non bastasse, a volte cercava di risparmiare spazio o tempo, stenografando parole lunghe con piccole abbreviazioni, inserendo simboli standard per sostituire intere sillabe, e crittografando i dati che gli sembravano più importanti. Si poteva intuire cosa intendesse con un po' di allenamento, ma all'inizio richiedeva un po' di concentrazione.
    Con una scrollata di spalle Jill aprì il libretto nella pagina successiva a quella che aveva appena letto. Non c'era alcun disegno, se non qualche teschietto scarabocchiato su un angolo. Finché non finiva nella lava bollente non aveva alcun motivo di tenerlo per sé...
    < Accomodati... > disse porgendoglielo.
    Si trattenne dal chiedergli di non passarlo a Zell. Per una volta non perché ce l'avesse con lui, ma non voleva rischiare che i suoi artigli rovinassero le pagine del libretto, ed era sicura che non appena avesse pronunciato la sua preferenza, il rettile avrebbe cercato di strapparglielo di mano come un bambino. Si sarebbe fidata del giudizio dell'elfo, lì dentro sembrava quello con più sale in zucca.
    Gix fu l'unico che prese sul serio la sua proposta, annuì grata nella sua direzione mentre il gruppo continuava a procedere lungo il corridoio. Aveva detto di essere un drago di fuoco e luce, spiegando in parte perché fosse l'unico là dentro a non soffrire in quella fornace. La luce poteva essere davvero fondamentale per quell'avventura (era lo stesso motivo per cui aveva abbondato con le sue fialette luminose), anche se la turbava un po' il fatto che lo avesse descritto come "nuovo potere". Non le piaceva troppo avere come alleato un drago di luce inesperto, l'idea che potesse fare cilecca o colpire loro per sbaglio, non era un pensiero così piacevole.
    Anche Zakrina, la signorina degli ordegni (così si chiamava l'altra umana) raccontò di cosa era capace. Jill la guardò un po' di sottecchi, ma niente sembrava tradire che avesse intuito chi fosse il pesce pagliaccio.
    < Non è mia intenzione nascondere nulla, ora che siamo sulla stessa barca... > rispose all'umana, dopo la proposta di leggere ad alta voce il libretto.
    Mentre l'elfo era intento a decifrare la scritturaccia dello zio e il rettile boccheggiava per l'afa, pensò che fosse arrivato il suo turno presentarsi, anche se con tutte le volte che l'elfo aveva ripetuto il suo nome-cognome, le sembrava quasi che già tutti la conoscessero.
    < Io sono Jill. Preferisco combattere con i pugnali, ma possiedo anche alcuni oggetti per supportare a distanza. Posso smantellare trappole e altre cose, e so come nascondere la mia presenza. Non sono abituata a collaborare insieme ad altri, ma in un gruppo penso di poter occupare il ruolo di scout. >

    In lontananza si cominciò ad intravedere un bagliore diverso da quello della lava, di tonalità leggermente più fredda. La lava si interrompeva bruscamente appena prima della seconda fonte di luce, come se il canale in cui scorreva terminasse in un qualche tipo di scolo. Mano a mano che si avvicinavano, e più era chiaro che finalmente erano arrivati sul fondo del corridoio. Entrarono in un'ampia sala, dalle pareti lisce, con incastonate ad intervalli regolari dei mattoncini che sprigionavano una luce rossastra. Era lava cristallizzata? Non era ustionante come la lava normale, a toccarla conservava sempre un certo calore, ma per lo meno la temperatura della stanza era sensibilmente più bassa rispetto a quella del corridoio. Alle loro spalle, tutte le colonnine di lava si assottigliarono sempre di più, e la lava scomparì del tutto, lasciando nella più completa oscurità il passaggio.
    Nella sala si affacciavano cinque altri corridoi, tutti che cominciavano nella parete opposta a quella da cui erano sbucati: i più laterali erano ampi e illuminati dalla stessa lava cristallizzata presente nella stanza; i tre centrali erano piccoli e completamente oscuri. Se lei fosse stata da sola non avrebbe esitato nel prendere uno dei più piccoli, ma il drago era troppo grosso per poterci passare. Come era scritto sul libretto nella pagina che aveva aperto all'elfo, quelli più piccoli erano sì pieni di trappole, ma relativamente liberi da nemici. Zio Rodd insieme al suo gruppo aveva preferito prendere il corridoio di sinistra per poter andare tutti insieme, ma avevano incontrato una certa... resistenza.

    Scusate, fa un po' schifetto come messaggio, ma in 'sti giorni sono piuttosto di fretta ^^"
     
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    Zell fece lo stesso sguardo dolce anche a Gix quando questo lo rimproverò per il suo comportamento ma l'avversità verso le due signorine era ormai troppo forte per essere trattenuta. Cercò comunque di non badarci troppo, ascoltando le parole del grande drago rosso capì che era meglio non farlo arrabbiare, perchè una semplice sberla di rimprovero lo avrebbe facilmente scaraventato a diversi metri di distanza, visto che il drago poteva diventare ancora più grande.
    Ignorò volutamente la presentazione della signorina dei ordegni che fece notare a tutti la sua grande voracità alimentare e il fatto di poter suonare il violino. Un violino suonato da un'umana era l'ultima cosa che avrebbe voluto sentire Zell, di sicuro non sarebbe stata minimamente all'altezza di alcuni elfi che conosceva bene. Probabilmente anche Aesiril avrebbe suonato meglio.
    La signorina delle canne accettò di consegnare il suo diario ad Aesiril che lo prese con molta cura.
    "Grazie! Dimenticavo di dire che io padroneggio anche la terra, quindi dentro questi cunicoli posso benissimo usare la roccia per i miei poteri, dato che mancano gli alberi." disse l'elfo della Natura con molta calma, ringraziando Jill e sottolineando il suo secondo elemento.
    Zell sbirciò immediatamente il libretto dell'umana da dietro le spalle dell'elfo e il suo primo commento, ovviamente, non fu riguardo al contenuto ma riguardo allo stile di scrittura.
    "Che confusione di simboli e paragrafi! Ma chi vi ha insegnato a scrivere, a voi umani? Ci capisci qualcosa, Aesiril?" e la frase fu accompagnata dall'ennesima occhiataccia rifilata ad entrambe le umane. Zell aveva una scrittura del tutto diverso ed era solito a scrivere in grande, in stampatello e lasciando grandi spazi tra una parola e l'altra, anche se lui era solito a scrivere in alfabeto runico che non in quello classico umano...come aveva fatto sulla parete rocciosa all'ingresso della caverna dello Shiura.
    "Non è poi così male...è scritto in piccolo ma è scritto anche in maniera ordinata. Ovviamente gli spazi andrebbero curati ma le abbreviazioni e i simboli si capiscono bene. Inoltre, i disegni sono accurati. Dammi qualche minuto e riesco a decifrare il tutto" disse l'elfo con estrema calma, smentendo l'ibrido che criticava la calligrafia dell'autore del diario.
    "Per fortuna ci sei tu...." l'ibrido diede una leggerissima pacca alla spalla dell'amico bipede vestito in verde-marrone mimetico. Rinunciò dal guardare il diario, tanto non ci avrebbe capito quasi niente, solo i disegni erano più chiari per lui. Preferì concentrarsi nuovamente sull'ambiente circostante. Si guardò in giro, anche per ragioni di sicurezza. Dalle cascate di lava poteva sempre sbucare fuori un golem dei vulcani. Tuttavia ascoltò anche quello che aveva da dire la signorina delle canne riguardo a se. Parlò di una barca immaginaria dove erano finiti tutti loro (forse credeva di essere ancora in mare), rimarcò il suo vero nome, affermò di essere brava con i pugnali, di possedere alcuni oggetti misteriosi di dubbia funzione, di neutralizzare le trappole, di nascondere la sua presenza e di non essere a suo agio con gli altri ma che può occupare un ruolo il cui nome era ignoto a Zell. L'ibrido drago-elfo del fulmine si limitò a guardarla come se stesse raccontando delle bugie. Aveva avuto conferma di due caratteristiche elencate, cioè la possibilità di nascondersi e il fatto di non collaborare con gli altri ma sulle altre cose non aveva ancora avuto una dimostrazione. Inoltre, non specificò che lei era anche molto brava a tirare le cose, canne in primis. Avrebbe avuto risponderle per le rime ma il caldo e la paura di prendersi un altro rimprovero dal drago rosso lo fecero desistere.
    Il fiatone da asmatico di Zell riprese poco dopo ma per sua fortuna, il tunnel finì in un ambiente decisamente diverso. Prima di tutto la temperatura era decisamente più bassa e gradevole e il drago-elfo fece un lungo respiro di sollievo, mettendo termine alla sua agonia simil-asmatica. Zell, però, venne messo in allarme dal fatto che le cascate di lava presenti nel tunnel...sparirono. Zell estrasse la sua spada.
    "Che cosa succede? Dove è finita tutta la lava?" disse con voce allarmata. Ora che l'aria era fresca, la sua voce tornò limpida e tonante come prima.
    "Ho dato una sfogliata veloce alle pagine precedenti. Rodd, l'autore di questo diario, dice che le cascate di lava sono intermittenti...se ho capito bene" rispose Aesiril che si era messo appresso di uno di quegli strani mattoni rossastri che ora fungevano da lanterne.
    "Oh? E' stato Rodd a scrivere quel diario? Allora puoi starne certo che ciò che scrive è vero....è un bravo umano lui...il migliore di tutti!"
    "Lo conosci? chi è?"
    "E' lo zio della signorina delle canne ma è del tutto diverso da lei. E' simpatico, cordiale e soprattutto saggio. Mi ha fatto provare la salvia del veggente...anche se non ricordo bene come si sono svolti i fatti poi" Zell indicò la signorina delle canne con la spada, quando citò chi fosse Rodd. L'elfo, tuttavia, trasalì visibilmente quando sentì nominare quell'erba.
    "Cosa? Un umano che conosce la salvia del veggente e te l'ha fatta provare?! Oh caro Zell...non mi sorprende allora che non ti ricordi niente...comunque ora non è tempo di parlare di allucinogeni elfici. Come ha detto Zakrina, è meglio se vi spiego a voce cosa ha scritto Rodd. Tutto combacia perchè siamo finiti in una sala con sei tunnel." Aesiril indicava l'ambiente mentre leggeva.
    "Uno è quello dal quale siamo arrivati e davanti a noi ci sono gli altri cinque. Quelli centrali sono completamente bui, privi di nemici ma pieni di trappole mentre quello di sinistra, ch e è quello che ha percorso lui, dovrebbe essere abitato da...gente....cattiva....anche se non specifica che tipo di creatura. Non si sa nulla di quello di destra. Allora? Proposte?"
    Fu Zell il primo a prendere la parola, dopo che Aesiril spiegò la situazione.
    "Io escluderei quei tre tunnel bui centrali. Non so fino a che punto la signorina delle canne sia in grado di neutralizzare le trappole ma so per certo che gli umani non vedono un fico secco al buio. Quindi che ce ne facciamo di una che sa fa saltar le trappole se non le vede? E poi guardate...si vede ad occhio che Gix non ci passa in quei buchi. Quello di destra...non abbiamo nessuna informazione al riguardo e là dentro può esserci qualsiasi cosa....trappole, nemici, baratri, ammazzadraghi armati fino ai denti. Quindi io voto per il tunnel di sinistra. Se Rodd è riuscito a pestare la gente che c'è la dentro allora posso farcela pure io! Non vedo l'ora di menare qualcuno!" l'ibrido affermò la propria decisione e lo fece tracciando un fendete in aria, provocando uno strano ronzio elettrico con la lama.
    "Bene, Zell ha fatto un ottimo ragionamento e io sono con lui. Tunnel di sinistra. Voi altri cosa dite?"
    Aesiril concesse la parola al drago rosso e alle umane mentre Zell si voltò per interessarsi ai mattoni illuminati incastonati nelle pareti.

    Edited by ZellDragon6 - 4/11/2017, 15:52
     
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    Gixcaririxen osservò Gillian che dava il libro a Aesiril e sorrise, era felice che l'umana si fidò all'elfo, infine ascoltò le due umane che stavano parlando delle loro abilità e pensò "quindi abbiamo un umana che è una guerriera e l'altra che è per lo più un esploratore anche se dal comportamento mi sembra più una ladra, ma ci servirebbe uno che si muove furtivamente."
    Continuò a seguire i suoi compagni in silenzio fino a raggiungere la fine del corridoio e notò che il tipo di illuminazione era cambiato e non c'era più la lava infine notò Zell che si era allarmato a causa della mancanza di essa. "dopo tutto quello che ha passato in queste ultime ore lo ha reso molto sospettoso, avrebbe bisogno di tranquillizzarsi altrimenti succede che potrebbe scatenare il suo elemento senza volerlo."
    Il drago rosso ascoltò l'elfo che parlò con Zell a proposito di Rodd e della pianta chiamata salvia del veggente, disse "salvia del veggente, ora si spiega tutto. Subito dopo rimase in silenzio per ascoltare il suo nuovo amico che lesse il diario e l'ibrido che propose di andare verso a sinistra seguendo il ragionamento che l'autore del diario c'era stato prima.
    Gix guardò i corridoi e disse "io non conosco Rodd quindi non lo so, ma visto che sapiamo cosa andremmo incontro a sinistra forse è la strada migliore anche se sono curioso di vedere cosa c'è a destra, comunque ascoltiamo cosa pensano le due umane"
     
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    Il tragitto sembrava proseguire linearmente, almeno fino all'area successiva. La temperatura scese improvvisamente quando giunsero in uno strano vano, sempre buio ma perlomeno cosparso di insoliti pezzi di lava luminosa essiccata.
    Per quanto ne sapeva lei la lava che si cristallizzava assumeva un colorito nero-grigiastro, quindi chi sa cos'era sucesso lì dentro e in che caspita di luogo si trovassero.
    L'elfo si prese la briga di analizzare il seguito del percorso al posto della ragazza, il cui nome passò ad essere Jill. Si, era sicuramente più breve e facilmente ricordabile.
    Aesiril poi dovett convincere lo strano drago blu asmatico a non rompere le scatole, fortunatamente riuscendoci. Si, il gruppo poteva andare: finché l'elfo teneva il drago strano a bada, il bestione rosso non faceva movimenti inconsulti e Jill aveva una minima idea di cosa stavano facendo poteva esserci speranza.
    Quando di fronte a loro si snodarono varie prosecuzioni, lei si azzardò a dire cosa ne pensava, anche se probabilmente non era qualcosa che sarebbe stata accolta con entusiasmo.
    "Lo spazio all'interno di un percorso piccolo e stretto è più facilmente controllabile, inoltre i possibili... esseri... che potremmo trovare non potranno essere di dimensioni fuori misura. Gix, inoltre, anche in un percorso spazioso sarebbe intralciato se dovesse combattere con noi attorno. Non sarebbe preferibile dividersi in modo che lui rimanesse, ad esempio... con Aesiril?"
    Scoccò un'occhiata rapida e di scherno allo strano drago blu. Voleva godersi la sua reazione ad una proposta che lo avrebbe visto rimanere solo con lei e Jill.
    Ovviamente con il drago rosso poteva rimanere anche lo stesso Zell, però avrebbe fatto comodo avere fra i piedi un rettilone squamato armato di spada se ci fossero stati nemici particolari. Inoltre...
    "Inoltre lo stra... Zell potrà farci strada nel buio con la sua energia. Prima si è illuminato il percorso quando siamo arrivati, può farlo anche là dentro immagino"
    Non che considerasse l'ipotesi di dividersi la migliore, ma all'atto pratico era tutto più semplice in quel modo.
    Se Jill era capace con le trappole nel percorso più stretto avrebbero potuto evitare le insidie, mentre il dragone gigante avrebbe potuto sbaragliare gli avversari più possenti lasciando ad Aesiril, sicuramente più agile e scattante, il compito di sventare minacce improvvise.
    In spazi ristretti inoltre il suo arco sarebbe servito sicuramente più che in corridoi larghi e spaziosi, dove avrebbero avuto molte più possibilità di evitare i suoi dardi a distanza.
    Per non fare troppo lento, muovete anche Zakrina se scegliete un'opzione tra le direzioni. Anche se penso che in questi casi scrivere "il gruppo fece-avanzò-spetò" vadI bene xD
     
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