Maledetti incontri

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    Splendore celeste

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    Jill viene da Affari loschi, forse.
    Scusate se ci ho messo un po' ad aprirla, ma questo messaggio non finiva più XD

    Zio Rodd era contrariato. La sera precedente Jill aveva indossato i panni del pasce pagliaccio, ma anche se non era successo niente di grave, zio Rodd aveva passato la serata a parlare di "bravate facilmente evitabili" e il fatto di essere ancora viva e con tutti gli arti attaccati al tronco era "da considerarsi un traguardo trascurabile in confronto alla portata della cosa". Risultato: Jill era finita in punizione.
    La mattina seguente, Jill si ritrovò a sbuffare sonoramente nello studio dello zio. Osservò confusa la mole di carte, cartacce, fogli e strumenti vari che occupavano ogni centimetro quadrato della stanza, e con astio realizzò che il compito assegnatole dallo zio, ossia quello di dare una parvenza di ordine a quell'ambaradan, le avrebbe portato via più settimane di quello che inizialmente aveva pensato.
    Sbuffando sonoramente, si mise all'opera: cercò la scrivania sotto una montagna di carta; sbirciò dentro ai bauli posti accanto ai muri, solo per richiuderli immediatamente prima che il contenuto potesse straripare all'esterno; aprì cassetti che sembravano esplodere da quanto compresse erano le cose al loro interno... nel giro di pochi minuti fu sommersa da un oceano di esperimenti teorici a suo parere altamente inutili (il più eclatante: "Pozione per dare ai gatti domestici il dono della parola", Jill non si sorprese che la maggior parte di quelle pergamene terminasse con la dicitura "Risultato: inconcludente"). Carta e caos si aggiungevano uno sull'altra, come si supponeva che lei - da sola - riuscisse in quell'impresa? Con quale criterio ordinare quel marasma di cellulosa? In base a cosa poteva decidere se un progetto potesse essere cestinato o meno? Per quello che le interessava, tutta quella stanza poteva essere rasa al suolo!
    Con un sorrisetto un po' sadico zio Rodd fece capolino nello studio.
    < Come va il lavoro? - l'occhiataccia che gli lanciò fu sufficiente per farlo ridacchiare - Devo andare a comprare delle erbe di cui sono rimasto a corto e già che ci sono passo a ritirare i pezzi dal fabbro... di solito sono faccende che fai tu, ma hai promesso che non saresti uscita di qui prima di aver sistemato tutto... VERO? >
    Jill non dubitava che sarebbe morta di inedia prima di riuscire a mantenere tale promessa, quando aveva accettato non credeva che la situazione fosse così grave. Si limitò a rispondere con un grugnito irritato, e aspettò di sentire la porta d'ingresso chiudersi prima di aprire bocca, rigorosamente per imprecare il nome dello zio e starnutire per la dannata polvere.
    Più demoralizzata che mai tentò di aprire l'ennesimo cassetto, ma non si aprì nemmeno facendo un po' di forza. Con la prospettiva di fare qualcosa di diverso che annegare in quel mare bianco e inchiostro, Jill andò allegramente nel laboratorio, prese alcuni dei suoi attrezzi e si sedette davanti al cassetto inceppato. Fu un po' ostico, ma dopo una decina di minuti finalmente il cassetto si aprì in uno sbuffo di polvere. Stranamente, non era tanto pieno: al suo interno c'era solo un libricino dalla copertina di pelle nera, richiuso sul lato da un laccetto di cuoio. Prima di avere il coraggio di prenderlo, guardò a destra e a sinistra con fare circospetto, come se zio Rodd potesse davvero comparirle alle spalle in qualsiasi momento. Con un sorrisetto alla "adesso scopro tutti i suoi segreti", si tuffò sul divanetto della stanza - ovviamente ricoperto da carte varie che si premurò di togliere alla bell'e e meglio - e cominciò a sfogliare il libretto. Non era il diario che Jill avrebbe pensato di trovare nello studio di zio Rodd: quello era sì un resoconto di viaggi che aveva compiuto in gioventù, ma i luoghi descritti nel diario erano molto meno solari di come lui li avesse mai descritti a voce. I disegni annotati tra le parole mostravano per lo più ambienti tetri, grotte, cripte, caverne, scheletri, a volte bauli con dentro gemme preziose. All'inizio di ogni resoconto erano disegnate più o meno dettagliatamente le cartine di regioni sconosciute, con a lato una breve spiegazione, con i nomi di terre mai sentite, cosa si aspettava di trovare prima di entrare, chi partecipava alla ricerca... tutte cose che Jill si sarebbe aspettata da un cacciatore di tesori, non nel diario di zio Rodd. Come era possibile che con il ventre grosso che si ritrovava, potesse aver esplorato tutti quei dungeon per un pugno d'oro e il brivido dell'avventura? LUI, che l'aveva messa in punizione per aver venduto un paio di gemme mentre aveva un cappuccio sulla testa!? Eppure quella sembrava proprio la piccola e minuziosa scrittura dello zio... per esserne sicura recuperò una manciata di fogli da terra, ma il confronto fu fin troppo concludente.
    Le scritte terminavano bruscamente a tre quarti del diario, lasciando bianche l'ultima dozzina di pagine. Jill si focalizzò sulle ultime annotazioni: "La cripta del nano Elinas", recitava il titolo. Sotto lo zio aveva riprodotto per sommi capi la familiare mappa di Kengard, con una crocetta a livello dell'Ossidiana. Jill si rizzò di scatto. C'era un tesoro nascosto nell'Ossidiana!? Le sue mani da ladro esperto cominciarono a prudere. Non aveva idea del perché zio Rodd non avesse terminato di scrivere il resoconto dell'avventura, ma Jill era del tutto intenzionata a scoprirlo. Lesse rapidamente il resoconto e cominciò subito a preparare la sua attrezzatura e le provviste necessarie.
    Con il diario in tasca e uno zaino pieno sulle spalle, Jill aprì la finestra e saltò all'esterno (perché usare le porte fa troppo mainstream). Andandosene non stava mancando ad una promessa: aveva accettato di non uscire da quella porta finché non avesse sistemato il dannato studio di zio Rodd, ma nessuno aveva mai parlato della finestra..

    ---

    Rodd tornò a casa dopo qualche ora, con un sacco sulle spalle pieno di pezzi di ferro per futuri esperimenti e una borsa di erbe provenienti dalla Palude che non poteva procurarsi facilmente da sé. Appoggiò le borse all'ingresso, prima di addentrarsi in casa.
    < Jill? > chiamò la nipote, notando il silenzio sospetto nell'aria.
    Nessuna risposta. All'inizio credette che Jill avesse semplicemente messo il muso per il lavoro impossibile a cui l'aveva costretta, ma quando entrò ridacchiando nel suo studio non l'accolse nessuna nipote sbuffante, ma solo una confusione maggiore di quella che c'era prima che Jill ci mettesse le mani. Guardò rapidamente anche nelle altre stanze, ma di Jill nessuna traccia. Che fosse scappata dal lavoraccio mentre era uscito? Non ne era il tipo, ne dubitava...
    Tornò nello studio e notò tra delle carte appese ad una bacheca sul muro, un foglietto mimetizzato tra gli altri ma che stonava per la diversa scrittura: "Non ti preoccupare - Jill", c'era scritto, e bastò per farlo preoccupare da morire. Cosa diamine si era messa in testa quella testa di rapa?
    Oltre alle pergamene gettate disordinatamente per tutta la stanza, c'erano altri elementi anomali: sparsi a terra vicino alla scrivania alcuni attrezzi di Jill luccicavano per la luce che entrava da una finestra aperta. Alzò lentamente lo sguardo, sperando di trovare ancora chiuso il cassetto che si era premurato di sigillare magicamente. Invece no: il cassetto era aperto, il suo taccuino nero scomparso.
    Cominciò a cercarlo in giro per tutto lo studio, sperando che quella fosse solo una qualche incomprensione. Per quanto cercasse, però, il taccuino nero non si trovava da nessuna parte. Seduto in mezzo alle carte sparse sul pavimento, con la sera che piano piano scendeva, l'unica cosa che sperava era che Jill tra tutto quello che aveva scritto lì dentro, non avesse adocchiato proprio la cripta protetta della Fata Pressina...

    Edited by Tirannosaurorex - 9/9/2018, 15:31
     
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    I tre amici si erano svegliati presto, freschi e riposati. Dalla Foresta di Ahsnaeris avevano raggiunto le montagne dell'Ossidiana d'Argento. Zell in volo autonomo ed Aesiril in groppa al possente Gix.
    Zell si diresse in una zona della catena montuosa che non aveva ancora esplorato, in quanto era sempre desideroso di vedere posti nuovi ed atterrò in una vallata boscosa ai piedi delle montagne. Era mattina e l'aria era fresca e frizzante, sotto ad un cielo sereno e sgombro di nubi, una giornata perfetta per un'escursione in montagna. Appena fu atterrato, Zell stiracchiò le ali, le richiuse e tastò il terreno con i piedi artigliati, fremendo per una bella zampettata. La Natura gli aveva donato un bel paio di ali verdi da drago ma a lui piaceva anche camminare molto sui terreni naturali, specialmente se in pendenza. Al pari del volo, trovava la camminata in montagna un'attività perfetta per rinforzare il corpo e l'anima. Nello sforzo fisico della salita trovava il relax e la pace interiore. Individuò un sentiero che saliva verso una stretta forcella intagliata tra due ripide montagne. Dal basso, vide che il primo tratto del sentiero era nel bosco ma poi usciva passando prima per i prati e poi sulle ghiaie. Dalla forcella poi scendeva nel versante opposto, per ora celato ai suoi occhi. Si chiese dove conducesse, visto che nella zona non c'erano insediamenti umani. Forse lo avrebbe condotto verso una nuova avventura, a scoprire tesori nascosti o forse i più semplici tesori della Natura come fossili o minerali.
    Il vento prodotto dalle ali del grande drago rosso distolse Zell dai suoi pensieri di avventura, e subito dopo, Aesiril balzò giù elegantemente dalla groppa di Gix. Anche l'elfo come Zell, si stiracchiò e si guardò in giro, affascinato dal posto.
    "Hai scelto un posto magnifico, ci sei mai stato prima?" gli chiese l'elfo.
    "No mai. Per questo sono venuto qui. Vorrei curiosare sempre luoghi nuovi per me" disse Zell
    "Sei come me. Sempre in cerca di nuove avventure"
    "E come ogni avventura, c'è sempre qualcosa da imparare e trovare. Ti senti pronto, Aesiril?" chiese l'ibrido, scalpitante per iniziare la salita.
    "Certo. Una buona camminata in salita ci vuole proprio!" rispose un altrettanto avventuroso Aesiril.
    "Tu Gix sei pronto? Una volta che saremo fuori dal bosco sarai anche libero di allenarti con le fiamme, se vuoi" si rivolse Zell al grande drago rosso. Dopo averlo portato nella Foresta dove il suo elemento poteva essere pericoloso, Zell aveva scelto quella meta apposta per lui, tra le impervie rocce poteva sfogarsi con il suo elemento.

    Ok Tira, scegli tu come vuoi abbordare il gruppo con Jill. Ci troviamo ai piedi di montagne impervie simili alle Dolomiti, da dove parte un sentiero in salita che nel gergo di montagna "tira" cioè sale ripido XD spero che anche tu avevi immaginato uno scenario simile per la missione. ^^
    Così come appaiono le montagne ai nostri piggi in questo momento:


    L'ardita forcella quando si ha già nelle zampe un bel pò di dislivello (il totale è di circa mille metri, quindi non proprio una passeggiatina, uhuh xD )
     
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    Gixcaririxen si svegliò e si preparò ad andare nella ossidiana d'argento, mentre si preparava ad andare notò che era diventato più lungo e pensò "il mio fattore di crescita sta aumentando di ritmo, vuol dire che tra poco diventerò sempre più grande ogni giorno che passa."
    Infatti il drago rosso si è allungato un altra volta di un metro e anche la sua apertura alare è aumentata.
    Dopo che i suoi due compagni hanno finito di prepararsi Gix portò in Aesiril in groppa e volò insieme a Zell verso l'ossidiana d'argento. Una volta arrivati in destinazione il drago rosso atterrò e vide che l'elfo scendeva dalla sua schiena. Dopo che l'elfo scese dalla sua schiena il drago rosso i guardò attentamente intorno. Mentre si guardava intorno ascoltò i suoi due compagni che iniziarono a parlare e infine disse "sì sono pronto comunque in una avventura è molto più importante imparare qualcosa invece di trovare qualcosa"
     
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    SCUSATEEEEEEEE! Chiedo venia per la settimana di ritardo, ma tra le lezioni e le notti insonni ho avuto un po' di problemi durante tutta la settimana ^^ Spero di essere più reattiva in futuro, anche perché non vedo davvero l'ora di litigare un po' con il "rettile" XD

    Il viaggio era durato meno di una settimana. Avrebbe sicuramente potuto velocizzare i tempi e arrivare prima, ma aveva preferito evitare di affrettarsi troppo e arrivare sfinita a destinazione. Con ampie pause per mangiare quando il sole era più alto, e con l'accortezza di non partire prima di essersi riposata del tutto, Jill non ebbe troppi problemi a seguire la mappa nel diario dello zio e arrivare ai piedi dell'Ossidiana d'Argento la sera del quinto giorno dopo essere partita da Kerus. Dopo aver controllato e ricontrollato mille volte il diario, aveva imboccato un sentiero in salita, che si addentrava dapprima in un bosco, e che poi in apparenza proseguiva verso la cima, e si era accampata come ogni sera nel folto del bosco, non troppo distante da un corso d'acqua. Mentre aspettava che la cena si riscaldasse (uno stufato di lepre selvatica, catturata con delle trappole installate la notte precedente) Jill leggeva il diario per assimilarne ogni dettaglio. All'inizio del viaggio si era focalizzata per lo più sulla "Cripta del nano Elinas", ma dopo aver imparato quasi a memoria ogni parola e immagine aveva cominciato a sfogliare anche le altre incredibili avventure dello zio, meravigliandosi sempre di più man mano che la lettura procedeva. Chi era davvero quell'uomo che aveva scritto e disegnato quel diario? Perché si discostava così tanto dall'immagine che lei aveva di suo zio? Era così assurdo leggerlo avendo in mente quel ridacchiante panzone, e altrettanto incredibile era la descrizione di chi lo accompagnasse nell'impresa... come aveva conosciuto draghi, elfi, grifoni, nani e creature varie? Anche se i nomi e le razze erano le più disparate, erano tre gli individui che ricorrevano sempre: Geb il drago di terra, Satir il guerriero e Vexx l'elfa di luce. Jill non sapeva se considerare più sorprendente il diario di per sé, o il fatto di non averne mai sentito parlare... solo il nome dell'elfa di luce le suonava in qualche modo famigliare, ma non le era del tutto chiaro il perché.
    Con un sospiro Jill gettò il diario di lato e si avvicinò al pentolino con lo stufato ormai pronto. Quelli non dovevano essere problemi che si doveva porre in quel momento. Solo una notte di sonno la separava dalla sua meta, e se voleva riuscire nella missione che lo zio sembrava aver lasciato a metà doveva concentrarsi su quella.

    ---

    La mattina seguente Jill si svegliò di buon ora, mangiò un po' di stufato avanzato dalla sera prima, si vestì con abiti neri simili a quelli che usava per diventare il pesce pagliaccio, speparò il campo, mise in un fagotto tutte le cianfrusaglie che a stare nello zaino l'avrebbero solo appesantita (vestiti di riserva, pentolame vario...) e lasciando nello zaino solo le provviste necessarie e dell'attrezzatura di ricambio, nascose il resto sotto delle pietre non lontane a dove si era accampata, in modo da poterle recuperare dopo essere uscita dalla cripta. Riempì la borraccia al torrentello che passava lì vicino, alzò il cappuccio, indossò la maschera con filtro, aprì la boccetta per nascondere il suo odore, e... sentì delle voci. Lassù sperduta tra l'Ossidiana e finalmente pronta a partire, si aspettava qualsiasi pericolo tranne che una qualche trappola sociale. Le voci erano troppo confuse per capire quale fosse il discorso, o per riuscire a distinguere quante fossero le diverse voci. L'unica cosa che Jill temeva e allo stesso tempo dubitava era che ci fosse lo zampino di zio Rodd: che in qualche modo fosse riuscito a seguirla fino a lì, o che le avesse messo alle calcagna uno dei suoi "soliti" draghi.
    Il fumo del fuoco che aveva acceso la sera prima si era ormai dissipato, perciò se era fortunata il gruppo che seguiva il sentiero l'avrebbe superata senza neanche accorgersi della sua presenza. Silenziosa, Jill si accuccio tra i cespugli, per ridurre la probabilità di essere scorta. Man mano che il gruppo si avvicinava, però, più Jill capiva che la fortuna non era il suo forte: dei passi pesanti ogni tanto coprivano le parole che i nuovi arrivati si dicevano tra loro, dei passi molto simili a quelli di creature di grossa stazza come il drago e la viverna con cui aveva avuto a che fare nella sua precedente avventura all'Ossidiana. Sapeva che il contenuto della boccetta ci metteva un po' per evaporare e fare effetto, ma almeno poteva sperare che il vento fosse abbastanza caritatevole e che non spargesse il suo odore così spietatamente... o così acquattata nel bosco rischiava di essere vagamente fraintesa.
     
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    Zell sorrise ed annuì alle parole del drago rosso. Una vera perla di saggezza.
    "Parole degne di un drago saggio, Gix. Si imparano ogni giorno delle cose nuove e il vero saggio è colui che impara ed apprende sempre."
    L'ibrido drago-elfo approfittò per guardare meglio Gix. Il grande drago rosso conosciuto su quelle montagne gli pareva leggermente diverso.
    "Sai Gix? Vedo che ti sei fatto più robusto dal giorno che ci siamo conosciuti."aggiunse, elogiando il suo grande amico quadrupede.
    Zell tornò a rivolgere lo sguardo alle montagne davanti a loro, indicando con un dito della mano destra la stretta forcella, lassù in alto.
    "Andremo fino lassù. Poi decideremo se scendere di qua o dall'altra parte. E se farlo a piedi o in volo. Avanti!" concluse l'ibrido mettendosi in cammino.
    Zell seguì il sentiero per primo, seguito da Aesiril e da Gix.
    "Guardate! C'è una traccia che si stacca dal sentiero e mi pare di vedere qualcosa" Aesiril indicò una sorta di bivio sul sentiero poco avanti.
    "Andiamo a vedere." propose Zell, accennando anche a Gix.
    Aesiril, seguito a ruota da Zell, imboccò la traccia che sembrava battuta da poco e non era una semplice pista di animali. Infatti dopo poche decine di metri, arrivarono ad uno spiazzo dove c'era un evidente segno di un bivacco. Un mucchio di cenere nel bel mezzo di uno spiazzo che sembrava un piccolo accampamento da poco abbandonato. Era quello che aveva visto l'elfo dal sentiero principale.
    L'ibrido del Fulmine sfoderò la sua spada blu e la uso come attizzatoio per smuovere la cenere mettendo allo scoperto i tizzoni ardenti, facendo fluire attorno a loro l'odore del fuoco. Chiunque l'avesse acceso aveva bivaccato la notte precedente e quindi doveva essere ancora nei paraggi.
    "Qui qualcuno ha bivaccato. Non siamo i soli." sentenziò Zell che annusava l'intorno.
    "Chi può essere?'" chiese Aesiril, guardando la cenere.
    "Forse qualche semplice viandante. Spero che non siano degli umani che vogliono combinare qualcosa su queste montagne"
    "Gix, tu che sei alto e hai la vista più acuta, riesci a vedere qualcuno qui in giro?" chiese l'elfo della Natura al drago rosso che era giunto.
    Intanto Zell, che si era messo a perlustrare i dintorni senza trovare niente, si sentì strano. Percepì un leggero ma fastidioso dolore alle narici e tutti gli odori che percepiva finora sparirono. Provò a massaggiarsi il naso, a provocare più volte lo starnuto ma la situazione non migliorò. Allarmato, tornò dove c'erano i resti del bivacco ed annusò i tizzoni. Non sentiva nulla.
    "Zell...tutto bene?" chiese l'elfo della Natura che si era accorto del comportamento anomalo dell'ibrido.
    "No! Non va bene! Improvvisamente il mio senso dell'olfatto si è spento e mi fa male il naso. C'è qualcosa che non quadra" fu la risposta di un allarmato Zell.
    L'elfo della Natura sfoderò a sua volta la sua lama verde e si guardò in giro. Per il momento non percepiva i sintomi di Zell ma sentiva che nell'aria c'era qualcosa di strano.
    "Gix, guarda bene in giro. La reazione di Zell non è affatto normale!" e l'elfo marcò la parola "bene".
    "E se non vedi proprio nulla, proverò ad usare i miei impulsi elettrici. Sono in grado di stanare anche una lepre nascosta!" aggiunse infine Zell con voce nasale, perchè continuava a massaggiarsi il naso.

    Edited by ZellDragon6 - 12/4/2017, 18:39
     
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    Ah, dalla fretta mi sono dimenticata di specificare.. la boccetta che Jill apre è quella della sua prima tecnica (link scheda) che le permette di nascondere il suo odore... non ci avevo mai pensato fino ad ora ma non credo che abbia effettivamente un odore, o per lo meno non lo avevo mai immaginato più di tanto "piacevole" come dice il tuo elfo... in fondo se viene respirato concentrato può risultare dannoso per l'olfatto, seppur temporaneamente XD
    Mi dispiace far fin da subito la pignola ^^"
     
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    Ok modificato. Se usiamo le nostre tecniche, magari le citiamo sotto spoiler. Ora tocca a Gix, così sarà lui a decidere se stanare Jill ora o no xD
     
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    un drago grosso come Gix fa lo stesso effetto dei altri?
     
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    Mah, in realtà la mia idea era che facesse qualche effetto solo se ti finiva la boccetta sul naso, ma beh.. c'è sempre il fattore "quanto è sensibile il tuo naso" XD Fai te Gix, tanto lo scopo non è combattere ma temporeggiare.. e creare conflitti random è il modo migliore per farlo ^^
     
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    posso dire che Gix hai sensi sviluppatissimi e Aesiril può confermare visto che è stato scoperto grazie l'olfatto
     
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    Fai come vuoi, Gix ^^ se il tuo drago rimane lontano abbastanza da Jill e la sua boccetta non ti succede niente, altrimenti vedi tu ^^
     
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    Gixcaririxen continuò a seguire i suoi compagni a piedi e disse a Zell "grazie, vedrai che non sono cambiato solo l'aspetto ma ho anche cose nuove che di sicuro ti piacerà" e subito dopo ascoltò l'ibrido che spiegava dove voleva andare ed annuì.
    Il drago rosso li seguì fino ad arrivare ad un bivacco che allarmò Zell che aveva analizzato l'accampamento.
    Gix annusò l'accampamento e ascoltò i suoi compagni, infine pensò "quanti problemi per una sola persona e in più umana, ma facciamoli contenti" e subito dopo disse "sì chi è accampato qui è una umana, si sente ancora l'odore della sua presenza".
    Ma l'oppinione del drago rosso cambiò subito appena notò qualcosa di strano a Zell, Ascoltò i suoi compagni e capì il problema dell'ibrido.
    "ah chiunque sia questa persona non vuole essere trovato, si è preparato anche se ci fosse qualcuno con un buon olfatto, comunque penso che io sono al sicuro, ne devo respirare di quella roba per far effetto si di me" pensò il drago rosso e subito dopo osservò la zona dove sentiva lo stesso odore di umano che aveva sentito e notò un cespuglio.
    Gix si alzo sulle sue zampe posteriori e si avvicinò al cespuglio notando una colorazione rosea tipica degli umani. Quando è vicinissimo al cespuglio il drago rosso osservò giù e ruggisce contro il cespuglio e del fumo esce dalle sue narici.
     
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    Gix, Zell, scusate se ci ho messo molto a rispondere,
    ma non avevo la mente troppo ispirata per scrivere in questi giorni ^^" Sono tornata a Siena, quindi salvo studio e i soliti impegni non dovrei metterci così tanto... SORRY ^^

    Le voci dapprima in lontananza si fecero con sua grande irritazione sempre più vicine. Cosa importava a quegli individui se c'era qualcun'altro a pochi passi da loro? Che quel tratto di bosco fosse il territorio di un qualche animale? Di una qualche creatura? Se possibile, Jill cercò di acquattarsi a terra ancora di più, sperando di passare inosservata, nonostante il suo campo fosse appena stato scoperto. Non che le poche cose lì attorno potessero rivelare a quegli sconosciuti chissà che cosa... a testimoniare il suo pernottamento c'era solo cenere e dei pezzi di legna mezzi carbonizzati, circondati da un cerchio di pietre. Il sacco a pelo, lo zaino, le pentole, etc. erano tutte nascoste insieme a lei o sotto un mucchio di pietre non troppo distanti.
    Come se non fossero loro ad invadere il suo campo e distoglierla dalle sue faccende, le voci degli sconosciuti si fecero più infastidite. Ora che si erano avvicinati si sentiva perfettamente quello di cui discutevano: sembrava che uno di loro avesse l'olfatto così sensibile da risentire del contenuto della boccetta appena aperta da Jill. Un'altra voce sembrava preoccupata per lui. Gli chiedeva come stava, lo chiamava... Zell? Perché quel nome le suonava così familiare e nello stesso tempo così poco gradito? Perché anche la minaccia di usare impulsi elettrici sembrava quasi... banale, come se Jill se lo fosse aspettato?
    Non ebbe troppo tempo per pensarci, una terza voce più tonante e profonda disse di aver individuato il suo odore. Dei passi pesanti accompagnarono le suo parole, passi che si dirigevano pericolosamente verso di lei. Non fece nemmeno in tempo ad alzarsi in piedi per indietreggiare che un muro rosso e scaglioso si erse davanti a lei. Jill alzò lentamente lo sguardo preoccupato, che venne ricambiato da un muso dalle narici fumanti dannatamente inquietanti. Il primo pensiero di Jill andò alla viverna con cui aveva avuto a che fare qualche tempo prima, alla minaccia di ritrovarla in caso le avesse mentito e lei non fosse stata in grado di ritrovare il suo uovo. Non aveva importanza che la voce appena sentita fosse così diversa da quella della viverna, il ricordo era troppo fresco per poter sopprimere la paura improvvisamente emersa. Agì d'istinto, senza riflettere: scattò in piedi, prese dalla cintura la boccetta da cui ancora esalava il gas per nascondere il suo odore e gliela tirò verso la testa, sperando di riuscire a beccare il suo naso e distrarre il lucertolone abbastanza per permetterle di far perdere le sue tracce nel bosco. Con un gesto rapido della mano, si issò il cappuccio, così che l'unico lembo di pelle non nascosta dalla stoffa nera fosse quella degli occhi, una sottile mezzaluna tra il cappuccio e la maschera.
    Schizzò via, veloce come una freccia. Passò rapida accanto al suo campo, dove con la coda dell'occhio notò due esseri longilinei. Mentre correva registrò solo del blu e verde. Un'altra campanella d'allarme, e fu sufficiente. Bloccò la corsa, scivolando un poco sulle foglie secche prima di fermarsi del tutto. La sua mente aveva collegato tutti i pezzi: Zell, impulsi elettrici, corpo blu, ali verdi...
    Si voltò, alzò la mano e cominciò ad indicare quel dannato ibrido. Si era dimenticata che fino ad un attimo prima stava scappando con il cuore in gola.
    < Che cavolo ci fai qui, RETTILE!? >

    Jill usa sempre la solita boccetta, quella della sua prima tecnica:
    CITAZIONE
    Fusione con le ombre:
    Girare di notte evitando i punti più illuminati, vestirsi di nero, muoversi con un passo silenzioso e furtivo, etc. sono già di per sé ottimi modi per non attirare l'attenzione. Per evitare di essere scoperta anche da animali o creature con un fiuto più fino come cani o draghi, Jill ha delle boccette contenenti un liquido che a contatto con l'aria evapora nascondendo discretamente il suo odore e quello dei dintorni (un metro di diametro dalla boccetta). Ogni boccetta dura più o meno un'ora, ma necessita di un certo tempo perché il gas cominci a fare effetto. Lanciando la boccetta o rovesciandone il contenuto all'esterno, il liquido si disperde sì più velocemente, ma essendo più concentrato agisce anche sull'olfatto delle creature che lo respirano direttamente. L'alterazione è diversa da persona a persona, e l'effetto è più o meno duraturo a seconda di quanto gas viene inalato, e da quanto potente è l'olfatto della vittima: da qualche secondo a pochi minuti.

    Gix, sei comunque libero di schivarla ^^
     
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    Incubo infernale

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    Gix: scusa se manovro leggermente il tuo drago ma era per rendere più reale la situazione. Non credo che starebbe muto e zitto dopo essere stato bersagliato da una boccetta strana, quindi ho messo la sua reazione più naturale ma non l'ho mosso di un millimetro. Poi decidi tu che fare, ovviamente XD


    Il possente drago rosso aveva accertato che ad accamparsi era un'umana, solo un'umana. La cosa suonò inquietante per Zell. Avrebbe preferito imbattersi in un reggimento di umani maschi che non in un'unica umana. Le ultime esperienze alla Foresta di Ahsnaeris con la signorina della paella prima e al Torrente Celeste con la signorina delle canne poi non erano state molto belle, inoltre c'era anche la signorina dei cucchiai presso la tana di Void, sempre nella foresta. La probabilità di incontrare una di quelle tre era quasi pari a zero, in quel posto sperduto ma l'ibrido drago-elfo si augurò che questa umana non fosse così fuori di testa come le tre precedenti.
    "Non c'è tre senza quattro...che i Draghi antenati mi aiutino...forse era meglio lasciar perdere e andare avanti" fu il pensiero di Zell che stava ancora massaggiandosi il naso.
    Le due creature antropomorfe si misero in posizione di guardia quando Gix si erse maestoso sulle zampe posteriori a ruggire contro dei cespugli su un lato dell'accampamento. A vederlo in quella posizione con le narici fumanti sembrava ancora più possente e terribile.
    L'elfo e l'ibrido si spostarono dalla lunga coda del drago che si muoveva nervosamente ma si mantennero abbastanza vicini con le spade puntate pronti ad intervenire in difesa del drago rosso qualora qualcuno fosse sbucato per attaccarlo. L'elettricità di Zell si fece sentire tra le sue scaglie mentre il terreno sotto i piedi scalzi di Aesiril si accese di verde pronto a richiamare il suo legame con la natura.
    Improvvisamente, qualcuno vestito completamente di nero sbucò fuori dai cespugli e tirò un oggetto contro il drago rosso. Oggetto che nessuno dei due riuscì a capire cosa fosse ma che ebbe l'effetto di far infuriare Gix facendolo ruggire ancora più forte.
    Entrambi gli amici del drago vennero sorpresi da quella scena e Aesiril non fece in tempo a usare il suo potere naturale sui cespugli per tentare di fermare il fuggiasco.
    "Ehi tu fermati!" intimò Aesiril iniziando a concentrarsi sui cespugli davanti all'obiettivo in fuga per bloccarlo mentre Zell si lanciò all'inseguimento contando sulla sua velocità.
    La fuga dell'umana durò pochissimo e si fermò rischiando di scivolare sulle foglie secche e l'ibrido che la seguiva piantò di colpo i talloni nel terreno per evitare di finirle addosso ed infilzarla con la spada ancora prima di capire chi fosse e cosa volesse.
    L'umana completamente vestita di nero, con il cappuccio calato e con indosso una maschera si voltò e puntò un dito contro Zell.
    Anche se aveva il viso quasi del tutto coperto, a Zell bastò sentire la sua voce e il modo con cui lo aveva chiamato per capire chi fosse. Un brivido elettrico percorse la schiena dell'ibrido che si rese conto di aver sbagliato tutti i suoi calcoli di probabilità di brutti incontri. La matematica non era mai stata il suo forte.
    "Aaaaaaaaaaaaaaaah!!!!!!! E' la signorina delle canne!!!!!!" strillò Zell puntando a sua volta il dito, la mano e l'intero braccio verso l'umana. La mano sinistra, in quanto la destra era impegnata a reggere la spada blu.
    L'elfo della Natura affiancò l'amico elettrico e guardò la scena. Un braccio umano coperto da una manica nera e un braccio da drago coperto di scaglie blu, le cui mani si indicavano a vicenda. Se non fosse per la situazione tesa, Aesiril avrebbe ritenuto la cosa esilarante.
    "La conosci?" gli chiese l'elfo senza staccare lo sguardo, e la spada verde, dall'umana camuffata.
    "Purtroppo sì. E' l'umana che mi ha tormentato al Torrente Celeste. Non avrei mai pensato di ritrovarmela su questi isolati dirupi."
    I ruggiti in sottofondo di Gix fecero guizzare le orecchie azzurre a punta elfiche di Zell.
    "Aesiril, per favore, vai a sincerarti delle condizioni di Gix. Di lei me ne occupo io!" disse a denti stretti Zell ad Aesiril.
    L'elfo della Natura annuì e si diresse verso il grande drago rosso per capire cosa gli era stato tirato addosso. Era un oggetto minuscolo, un granello di polvere per un drago di quella stazza ma a preoccupare l'elfo non fu l'oggetto in se quanto il probabile contenuto, ricordando dell'amnesia olfattiva di Zell.
    "Gix....Gix! Tutto bene? Cosa ti ha tirato la signorina delle canne....cioè quella tipa?" chiese al drago rosso usando il nomignolo citato da Zell. Quei due non dovevano andare molto d'accordo. Chissà cosa aveva fatto quell'umana a Zell per meritarsi un soprannome del genere?
    Intanto l'ibrido drago-elfo del Fulmine si rifiutò categoricamente di rispondere a quell'insulsa domanda e fu lui a rigiriarle diverse domande a secco. Come una guardia che interroga un condannato.
    "Io? Che ci fai TU qui? Azzardati a tirarmi QUALSIASI cosa e te ne pentirai! Cosa hai tirato al mio amico drago? E cosa hai fatto al mio olfatto? Perchè non sniffo più nulla?" furono le parole di Zell che pretendevano risposte immediate.
    L'ibrido si ricordò dell'abitudine della signorina delle canne di tirare le cose. Gli aveva tirato addosso le sue due canne da pesca e poi gli aveva spaccato in testa una roccia di grandi dimensioni, anche se Zell non ricordò affatto il secondo episodio ma ricordava bene l'inspiegabile amnesia per un buon lasso di tempo e il dolore pulsante alla testa. L'assenza del bernoccolo l'aveva giustificata dal fatto che le sue corna nere gli avevano protetto bene la testa scongiurando conseguenze ben peggiori di una perdita di sensi.

    Alcune cosette: XD
    - Zell è ancora arcistramegaconvinto che la causa del suo malessere sia l'inesistente enorme roccia spaccatagli da Jill sulla testa e non la Salvia del Veggente di Rodd.
    - Zell usa con infantile innocenza il verbo "sniffare" per indicare l'azione dell'annusare e percepire gli odori e non altre cose XD


    Edited by ZellDragon6 - 3/5/2017, 17:15
     
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    Gixcaririxen osservò che l'umana aveva lanciato qualcosa contro di lui e soffiò in modo da restituire l'oggetto all'emittente ma l'umana era già andata via. Il drago rosso ruggì dicendo "fermatela" ma fu sorpreso nel vedere che l'umana si è fermata di sua spontanea volontà e indicare il suo amico Zell.
    Gix osservò la scena e pensò "ma i due si conoscono? da come si è comportata l'umana non me la sarei aspettato, comunque cos'altro è stato colpito Zell? da una canna dall'umana?
    Il drago rosso osservò Aesiril che si stava avvicinando per chiedere se stava bene "certo, sto bene, quell'oggetto non mi ha neanche sfiorato il mio naso" rispose mentre si allontanava dal cespuglio e ritornò nella sua forma quadrupede avvicinandosi all'umana. Disse al suo amico Zell "non preoccuparti per me Zell, sto bene, comunque chi è questa umana?"
     
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191 replies since 29/3/2017, 11:34   4558 views
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