Le norne

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    Il drago azzurro che puzza di pesce

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    Il fato č l'unico elemento eterno ed ineluttabile nella visione mitologica norrena. Alias: "arrenditi, non affannarti, tanto prima o poi morirai". Simpatici i nordici...
    Secondo tale visione ogni cosa, anche il mondo degli dči, avrą una fine nel giorno del Ragnarök.
    Le divinitą che incarnavano il destino erano chiamate Norne, dall'antico norreno norn, "colei che bisbiglia un segreto".
    Le origini di queste dee erano diverse: alcune appartenevano alla stirpe degli dči Asi, altre dei Vani, altre ancora erano parte della razza degli elfi.

    tra queste divinitą femminili si potevano riconoscere Norne benevole, che giungevano alle culle di un eroe ancora neonato per concedergli un avvenire felice, ma (come sempre) molto pił spesso tali figure vengono considerate ostili, portatrici di una sorte di sventura. Sulle unghie di ognuna di queste erano incise le rune magiche, testimonianza del loro potere sul destino del mondo.
    Tra di esse č una triade in particolar modo a spiccare, come ci ricorda L'Edda poetica in tali versi:

    Da quel luogo vengono fanciulle
    di molta saggezza,
    tre, da quelle acque
    che sotto l'albero si stendono.
    Ha nome Uršr la prima,
    Veršandi l'altra
    sopra una tavola incidono rune,
    Skuld quella ch'č terza.
    Queste decidono la legge,
    queste scelgono la vita
    per i viventi nati,
    le sorti degli uomini.

    (Edda poetica - Völuspį - Profezia della Veggente XX)

    Le tre norne, di nome Uršr, Veršandi e Skuld, dimoravano presso una delle radici dell'albero cosmico Yggdrasill.
    Esse vivevano accanto a Uršarbrunnr, la "fonte del destino", e avevano il compito di irrorare l'albero con acqua e argilla affinché non marcisse né seccasse.
    Altre fonti invece affermano che la sede delle tre Norne si trovasse sotto l'arco formato da Bifröst, il ponte arcobaleno, dove queste intessevano l'arazzo del destino di ogni uomo. Il filo della tela corrispondeva ad una vita umana, la cui durata era proporzionale alla lunghezza del filo.
    Per quanto riguarda le funzioni, il ruolo e il numero delle tre Norne, troviamo chiare similitudini con le figure delle Moire greche e delle Parche romane, nonostante vi sia qualche peculiaritą inedita nella mitologia nordica: Uršr, "destino", era la pił anziana e sbrogliava la matassa dei fili della vita; Veršandi, "divenire", aveva le sembianze di una donna ed era responsabile della lunghezza del filo come del destino ad esso sotteso, che scorreva ingarbugliato o liscio fra le sue mani;
    infine Skuld, "debito" o "colpa", era la pił giovane e aveva l'aspetto di una fanciulla, rappresentava il compito assegnato a ciascun essere umano durante la propria vita ed era inoltre colei che dava la morte recidendo il filo.

    Vi sono appunto elementi peculiari apportati dalla tradizione norrena: l'aspetto delle tre divinitą in primis, che simboleggia tre diversi momenti nella vita della donna, e i loro nomi uniti alle loro azioni, che le legano alle tre dimensioni temporali del passato (Uršr), del presente (Veršandi) e del futuro (Skuld).

    Curiositas:
    una delle valchirie viene rappresentata come una dea di nome Skuld, che probabilmente corrisponde alla terza Norna, e questo porta ancora pił profondamente il concetto di una divinitą che comunque puņ scendere in battaglia nonostante il suo ruolo superiore di tessitrice del fato. Nella mitologia norrena se non sai fare a botte e non sei pronto a morire non vali un caiser! ^_^

    Edited by Tirannosaurorex - 28/3/2021, 10:12
     
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