Hypnos e Thanatos, il sonno e la morte

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    Hypnos era il dio del sonno, quello che interviene dopo cinque minuti dall'inizio di ogni lezione universitaria-liceale-scolasticadiqualchetipo.
    conosciuto nei Romani sotto il nome di Somnus, era figlio di Nyx (la notte) e Erebo, ed era il fratello gemello di Thanatos, il dio che rappresentava la morte. Suoi fratelli erano anche Etere, Giorno, Eris (dea della discordia) e Nemesi (dea della vendetta divina).
    Secondo Esiodo egli viveva nelle terre sconosciute dell’ovest, mentre secondo Omero abitava in Lemnos.
    Alcune interpretazioni dell’Iliade raccontano che i Lemnieni apprezzavano molto il vino, quindi accoglievano il culto di Hypnos con piacere. Secondo altri, il dio era innamorato di Pasitea, una delle tre Grazie.
    Hypnos aveva il potere di far fare la nanna sia agli uomini che agli dei, ponendolo dunque su un piano paritario se non superiore a quello olimpico. Era considerato un dio prettamente benevolo, infatti portava soltanto verso sogni piacevoli e mai verso orrendi incubi.

    Nel canto XIV dell’Iliade, Era gli chiese di addormentare Zeus per fare in modo che Poseidone potesse aiutare i greci, nonostante il divieto delcapo Zeus sommo supremo.
    Hypnos spiegò che poteva senz’altro addormentare il caro dio-tutto e ricordò anche che aveva già messo a dormire Zeus in precedenza, in modo che Era potesse vendicarsi di Eracle, ma al suo risveglio il Signore degli Dei imbestialito nero lo fiondò in mare, e si salvò solo grazie all’intervento di sua madre.
    Questa volta Era promise di offrirgli la mano di Pasitea ed Hypnos si lasciò convincere; si trasformò in un uccello e, ancora una volta, addormentò Zeus dopo averlo raggiunto di sgamo.

    Il caro dio del sonno ebbe molti figli, tra cui Morfeo, Icelo, Momo, Fantaso e Fobetore.
    Viene spesso raffigurato come un giovane nudo con le ali sul capo, ed è dotato di varie capacità tra cui quella di rendere possibile il sogno ad occhi aperti di un individuo o il mutare gli incubi in qualcosa di estremamente più dolce.

    Thanatos (o Tanato ), quello che invece sopraggiunge durante un esame, era chiamato a Roma con il nome di Orco ed era considerato il dio della morte.
    Era a differenza del fratello una divinità tendenzialmente negativa, per quanto non incutesse timore o paura negli uomini o negli dei. Indicava la venuta della morte come qualcosa di sereno, in grado di accogliere come una realtà nuova seppur spaventosamente ignota.
    Era insensibile, “crudele” ed incapace di provare pietà, ed era questo che lo rendeva, ugualmente al fratello, un dio in grado di ergersi al disopra dell’olimpo.

    Esiodo gli attribuisce un cuore di ferro, visceri di piombo e ali di pipistrello; con esse può viaggiare da un polo all'altro della Terra molto rapidamente, per svolgere continuamente il suo oscuro ruolo.
    Zeus mandò una volta Tanato presso Sisifo affinché lo accompagnasse nel Tartaro, in quanto quest’ultimo era colpevole di aver rivelato ad Asopo (dio fluviale) che era stato proprio Zeus a rapire sua figlia Egina.
    Sisifo lo accolse cordialmente, lo fece ubriacare e lo incatenò. Perché si, era giusto così.
    Con Tanato prigioniero, nessuno più moriva sulla Terra e di conseguenza nell'Inferno non arrivava alcuna anima da giudicare. Ade ovviamente si lamentò con Zeus il quale, per rimediare, mandò Ares a liberare Tanato e prendere Sisifo per condurlo negli inferi.
    La moglie di Sisifo, Alcesti, si offrì di morire al posto del marito. Nel momento in cui Tanatos giunse per portar via l'ombra di Alcesti, arrivò Eracle che lottò con il dio uscendo vittorioso, riuscendo a strappargli Alcesti e riportandola a casa.

    Veniva rappresentato come un genio alato o un fanciullo addormentato, con una torcia spenta e rovesciata. Più anticamente invece veniva raffigurato come un vecchio alato con una lunga barba, un mantello nero e una scure. Adesso lo si ritrova più spesso associato alla figura scheletrica armata di falce, non dissimilmente dall'immagine del mietitore.
     
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