Fauci e Acciaio

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Non c'è pace per certi morti...

    Group
    Kengardiano
    Posts
    1,566
    STIMA
    +204
    Location
    Gli abissi dell'amigdala, dove gli orrori sono tali che pure le mura urlano folli.

    Status
    Offline
    Maledet non si aspettava una reazione tanto aggressiva dal amica, credeva che sarebbe stata lieta di poter contare su di lui come al ossidiana d'argento, ma riuscì solo ad intralciare Aidal che asserì che voleva uccidere lei quella cosa putrefatta.
    "S-scusa!
    Si affretto a dire al amica, ma ella venne graffiata dal grifone zombie.
    "AIDAL!"
    Gridò preoccupato per l'incolumità del amica sentendosi in parte responsabile avendola distratta, era in ansia ma quando la vide sfuriare inferocita intonando un sonoro "la pagherai" che Maledet quasi pensava fosse destinato a lui, ma poi la dragonessa morse il grifone non morto schizzando quel disgustoso puss ovunque dopo avergli strappato male un brandello di carne putrefatta che vece venire il voltastomaco a Maledet, non tanto per il sangue, a quello era impassibile, tanto per lo schifo che gli faceva quella cosa piena di vermi che si agitavano era veramente disgustoso.
    "Merda, qualcuno bruci quei corpi o li sciolga nel acido! La puzza è terribile!" pensò Maledet legandosi la sciarpa rossa sul naso, visto che quei cadaveri erano veramente ributtanti, voleva disintegrarli tutti, almeno quelli affrontati al ossidiana erano in condizione migliore, questi che stava affrontando invece erano marcissimi.
    I vampiri invece si che erano non-morti belli e fighi, loro non puzzavano come questi schifi semi-viventi, ma avevano un buon profumo al aroma di sangue, e Maledet lo sapeva perché nei suoi viaggi aveva conosciuto una coppia di vampiri che cercavano di convivere con gli umani.
    Aidal chiese a Maledet se poteva pensare lui al grifone non morto e il suo cavaliere, Maledet chinò il capo in segno di assenso, quindi senza aspettare ulteriori chiarimenti rigurgitò sul cavallerie e il grifone redivivi tanta corruzione da sentirsi bruciare le gengive, sicuramente era abbastanza per dissolverli dalla faccia della terra.
    "Via via schifus massimus! Ora ti scioglierò a livello molecolare così impari a molestare la mia amica!"
    Fece Maledet schifato, girandosi e coprendo il duo, che si stava dissolvendo grazie alla corruzione, di terra con le zampe posteriori come un gatto che copre degli "scarti".
    Neanche appena finito il lavoro che coso brutto si fece avanti; era un orco redivivo tutto marcio che puzzava peggio di un letamaio. L'orco non-morto si lancio addosso a Maledet cercando di colpirlo con un ascia che gli scagliò addosso, ma Maledet dimostrando come a suo solito un incredibile agilità per la sua mole,schivò il colpo che comunque riuscì strappandogli due piccole scaglie sul fianco e graffiandolo superficialmente, nulla di grave.
    Il mr. Puzzo-di-letamaio rimasto disarmato provò a graffiare Maledet, ottenendo solo il risultato di rompersi le dita scheletriche contro quelle dure scaglie che vennero impregnate di schifosissimo puss giallo disgustando e facendo inferocire Maledet, l'orco zombie poi con fare ottuso si guardò le dita rotte, segno che il fatto che il non-morto capo che Maledet aveva sciolto nel acido non controllando più quei cadaveri ambulanti gli aveva ridotto di tre quarti le capacità intellettive, già di per sè limitate.
    "MI HAI SCHIFUSATO LE MIE BELLISSIME SCAGLIE BASTARDO!!! Urlò in piena crisi isterica furiosa il drago oscuro prima di accanirsi contro il non-morto orchesco malissimo facendolo a pezzi ad artigliate e fracassando il suo cranio, che Maledet scoprì essere il punto debole dei non morti.
    Altri cadaveri ambulanti si avvicinarono, al drago, stavolta non si sarebbe fatto cogliere impreparato come coll'orco redivivo.

    Edited by Master of Void - 15/8/2017, 18:46
     
    Top
    .
  2.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Cavaliere Affatto Nobile

    Group
    Member
    Posts
    5,736
    STIMA
    +158
    Location
    Nessuno appartiene davvero ad un luogo

    Status
    Anonymous
    Per un attimo all’ammazza-draghi parve che quegli occhi, animati da blasfemi fuochi fatui, brillassero di una qualche intelligenza. I movimenti della bestia che aveva abbattuto erano mediatati, come se dietro a quella figura si celasse un marionettista che tirava le redini delle sue gesta.
    Setran ripose la spada nel fodero, estinguendone le mistiche fiamme. Tutt’attorno a lui i non-morti si radunavano strisciando fuori dalla terra che ne aveva divorato il corpo per tempo immemore, gemendo e urlando come in preda a una sacrilega frenesia.
    Con la sconfitta del resuscitato drago ululante, i redivivi delle terre degli uomini tornarono a circondare il gladiatore.
    L’acciaio brandito dalle loro scheletriche mani brillava nella notte guizzando contro il corpulento guerriero. I pugni di Setran presero ad emanare un bagliore dalle tonalità autunnali. Le ossute grinfie gli furono addosso, l’urlo di battaglia dei redivivi risuonava intorno a lui, adombrato solo dal clangore dell’acciaio. Le armi mandarono bagliori azzurri, che subito scomparvero vittima di una vampata di fuoco che risalì fino al cielo, inondando i non-morti. L’urlo di battaglia si tramutò in un’atroce sinfonia composta dallo scricchiolio di ossa carbonizzate che sprofondavano al suolo.
    Nell’occhio del ciclone di fuoco Setran osservava in silenzio il penoso teatro. Corpi flagellati che cedevano alla morsa della morte ultima divorati dalle sue fiamme, senza attingere a una sola goccia di volontà per sopravvivere all’amaro destino. Era evidente che quelle creature avevano dimenticato il significato di tale parola.
    Chiudendo le mani corazzate, Setran si tuffò nuovamente nel mare di ossa e acciaio. I pugni furenti dell’ammazza-Draghi guizzando nella notte come fulmini spaccavano teste e recidevano arti, senza che niente potesse arrestare il loro moto. I movimenti serpeggianti del mantello ingarbugliavano le meccaniche menti dei nemici, i quali scagliavano numerosi fendenti nel vuoto nel tentativo di perforare l’armatura del gladiatore. Sembrava che il re dell’inferno in persona avesse mandato i suoi soldati per condurre nell’ade l’anima dell’ammazza-draghi, ma le orde andavano pressapoco a diminuire nel fragore dello scontro.
    L’occhio di Setran si posò su una nuova figura dai colori sinistri, le sue scaglie scure si erano confuse nel tetro manto della notte, celandone la presenza. Istintivamente il gladiatore portò le mani alla schiena, saldando la presa sull’impugnatura di Sfera dei Cieli. Prima di incoccare una freccia attese, come un cacciatore avviluppato nella siepe. Dalle parole che danzarono nell’aria Setran intuì che quel nero era un alletto della dragonessa, forte di questa consapevolezza ripose l’arco.
    Nella sua mente battagliera il gladiatore annuì alle parole di Baledon. I pensieri di Setran viaggiarono oltre lo spazio, giungendo alla sanguinaria viverna che gli fungeva da cavalcatura.
    Il cielo prese a mandare bagliori rossastri, che si frantumarono al suolo in uno strepito di fiamme ruggenti. Le esplosioni di fuoco divampavano in tutte le rovine, evitando però di intralciare lo scontro del gladiatore e dei tre draghi. Sullo sfondo nero tempestato di stelle da cui le sfere infuocate giungevano spiccava una figura alata dalle tonalità scarlatte e gli occhi feroci. Dalle sue zanne fuoriuscivano fiamme atroci che ricadevano al suolo, annientando le orde di redivivi.
     
    Top
    .
  3.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Uovo

    Group
    Kengardiano
    Posts
    277
    STIMA
    +60

    Status
    Offline
    Baledon osservò il gladiatore entrare di proposito nelle fauci del drago, il quale pareva far fatica ad inghiottirlo per intero.
    All'improvviso un'enorme fiammata si levò dal corpo martoriato della bestia, la quale venne divisa in due parti e nel centro vi era Setran con la spada fiammeggiante in pugno:
    "devo ammettere che ci sa fare" mormorò Baledon tra sè e sè.
    Nel frattempo Aidal, finalmente si era scoperto il nome della dragonessa visto che il nuovo arrivato (Maledet così lo aveva chiamato lei), lo aveva gridato, spediva a vorticare il grifone con tanto di cavaliere sopra, i quali finirono per schiantarsi contro un albero
    Intanto Setran a quanto pareva aveva comunicato con la viverna poichè dall'alto iniziarono a piovere palle di fuoco che centravano i non-morti in pieno; finalmente con la collaborazione di tutti, le schiere dei guerrieri iniziarono a ridursi e questo permise ai 4 di respingerli da dove erano venuti.
    pian piano la superiorità combattiva dei draghi e dell'ammazza-draghi riuscì a prevalere sulla semplice superiorità fisica degli zombi, i quali iniziarono a fuggire per il tunnel dal quale era emerso il drago non-morto.
    "guardate" disse Baledon richiamando l'attenzione degli altri "stanno fuggendo in quella direzione, che ne dite di seguirli? magari potrebbero portarci dritto dritto dal nostro amico dracolich."
    Vulnus spero di non averti incasinato il proseguo... se si dimmelo che modifico il finale.
     
    Top
    .
  4.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Maestro

    Group
    Condottiero
    Posts
    8,287
    STIMA
    +316
    Location
    sono affari miei!

    Status
    Anonymous
    "Andiamo." intimò Aidal agli altri due draghi, non appena Baledon suggerì di seguire la direzione che stavano prendendo in non-morti, battendo così ritirata. La strada infatti conduceva ad un tunnel ed era lo stesso da cui era uscito il drago zombie di prima.
    "Dovremo entrare uno per volta, non consente il passaggio di tutti e tre insieme." specificò la dragonessa, tastando le pareti del passaggio fatte di grezza pietra antica. Quando però udì un sibilo familiare nell'aria, si voltò con la testa e strizzò un occhio verso il cielo notturno graffiato dagli alberi palustri. Dall'alto una figura scarlatta si era manifestata potente con il suo alito infuocato, annientando così i redivivi che venivano ridotti totalmente in cenere. La viverna quindi, era intervenuta in aiuto del gladiatore.
    "Entro io per prima." Strizzò le ali ripiegate ai fianchi e, abbassando il collo, entrò dentro al tunnel. Immediatamente l'odore marcio e putrido si insinuò nelle sue narici, misto a quello di fango, muschio e muffa. Una strana nebbiolina inoltre, aleggiava nel passaggio coprendo buona parte della visuale e, consentendogli di vedere solo per una distanza massima di 3-4 metri.
    "Ammirevole." commentò Aidal, continuando a camminare e guardandosi intorno al contempo. Ossa di varie creature costellavano il piantito come una sorta di macabro tappeto tessuto dalla Morte, aggrovigliate dai rovi e dalle erbacce che avevano infestato quel luogo un tempo florido e rigoglioso. Il ticchettìo degli artigli dei draghi, con cadenza lenta ma maestosa, faceva da inquietante sotto fondo che creava una certa suspence. Aidal infatti si domandò chi o cosa avrebbero incontrato dalla parte opposta, in quel buco nero che si intravedeva a metri e metri di distanza.
    "Qualsiasi cosa succeda, cerchiamo di stare uniti." Quelle parole non le appartenevano poiché era da sempre abituata a sbrigare da sola tutti i problemi e le faccende. La precedente esperienza all'Ossidiana, però, le aveva insegnato non solo che in situazioni simili l'unione faceva la forza, ma soprattutto e forse, una speranza di cambiare in positivo per la dragonessa esisteva veramente. Dopotutto era venuta a Kengard per "rifarsi una vita". Ma il destino che gravava sulle proprie spalle era grande e talvolta difficile a sfuggirgli, ritrovandosi continuamente a scendere a patti con il suo lato estremamente oscuro sopito nella sua anima. Uthgar gli aveva lasciato un bel regalino, insomma.
    "Siamo quasi arrivati." avvisò, asciugandosi con una zampa il sangue che sgorgava dalla ferita sotto l'occhio sinistro. Per tutto il percorso Aidal aveva lasciato piccole pozzette rosse e questo poteva risultare un problema se lo stesso odore del sangue avesse attirato altre creature.
    Una volta varcato il tunnel, furono immersi immediatamente in un ambiente inizialmente molto buio. Solo un piccolissimo lucernario si stagliava in alto, sopra la nebbia, rivelando così uno scorcio del cielo stellato. Questo dettaglio fu alquanto soddisfacente da capire che si trovavano in un luogo chiuso, oltre al fatto che il rumore dei passi faceva ripetutamente eco. Per Aidal non era un problema tutta quell'oscurità dato che vedeva bene nelle tenebre. Non aveva dubbi su Maledet riguardo ciò, ma Baledon? Aveva quella peculiarità?
    "Ci troviamo in una grande sala circolare, abbastanza da contenere cinque draghi ad ali spiegate. Anche qui le ossa a terra non mancano." commentò la dragonessa, descrivendo a bassa voce il luogo in cui si trovavano.
    "Diversi monoliti con incisioni strane si ergono al centro. Credo che in tutto siano una decina. Hanno tutti una forma squadrata o a punta." Si avvicinò lentamente ad uno di loro, sfiorando con gli artigli le strane scritte che si rivelarono essere disegni stilizzati. Essi rappresentavano guerrieri armati che venivano inghiottiti da quello che sembrava un terreno squarciato da cui uscivano fiamme e demoni. Il significato ancora le era sconosciuto.
    "In mezzo ai monoliti c'è una specie di grande cerchio... Sembra che rappresenti una specie di stella intrecciata con altri simboli che non comprendo."
     
    Top
    .
  5.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Non c'è pace per certi morti...

    Group
    Kengardiano
    Posts
    1,566
    STIMA
    +204
    Location
    Gli abissi dell'amigdala, dove gli orrori sono tali che pure le mura urlano folli.

    Status
    Offline
    Maledet aveva appena ucciso un altro paio di zombie stava provando ad attaccarlo, ma il drago oscuro si trasformò in ombra, gli strisciò sotto e riemerse dalla sua forma bidimensionale per artigliare i due cadaveri ambulanti fracassando loro il cranio.
    Ne arrivavano altri, ma una viverna li distrusse in una pioggia di palle di fuoco mentre un guerriero in armatura con forme dragonesche che poco prima aveva ammazzato un drago non-morto in una maniera poco ortodossa ma decisamente scenografica, uscendo dal ventre di quel abominio, un aborto della morte che Maledet disgustato si rifiutava di riconoscere come un suo simile ossia un drago, visto che ormai non lo era da tempo: Chi muore è solo concime della terra e Maledet essendo ateo pensava che chi muore semplicemente muore, praticando il rasoio di ockham su possibili elaborati aldilà con inferni terribili o meravigliosi paradisi, sostiuendoli con il semplice nulla o vuoto... Al massimo considerava la reincarnazione se proprio doveva pensare alla morte, magari facendo congetture su un possibile ciclo di vita e morte, per poi praticare nuovamente il rasoio di ockham e tornare sul suo pensiero filosofico più semplice ma profondo sulla morte: Chi muore è morto.
    Quella di Maledet comunque era comunque una mente aperta alle teoria degli altri, poiché il drago era tutt'altro che bigotto e anzi era affascinato dal pensiero degli altri se questo era "giusto" e aveva una base logica, altrimenti era come parlare di castelli fatti per aria.
    Era un drago giovane maledet, ma era anche molto intelligente per l'età che aveva, al momento l'unica teoria che il drago aveva per la testa era una sola: Gli zombi bruciano più in fretta dissolvendosi nel acido rigurgitato dal drago stesso o dalle fiamme del guerriero del fuoco nella sua bella corazza?
    Sarebbe stato divertente scoprirlo.
    Il giovane drago oscuro, non lo conosceva e, per quanto Maledet lo soppestasse essendo un drago di rara arguzia, non sapeva fosse un ammazzadraghi.
    Vi erano molti indizi che il guerriero igneo non si curava di celare che lo inchiodavano per il suo "eroico" lavoro, ma maledet trovava ammirevole il suo talento di guerriero, sembrava uno che non facesse altro che combattere nella vita, e in vero era così, quindi per Maledet era meglio non innamichirselo, ma piuttosto cercò di rompere il ghiaccio nella sua maniera.
    "Fai della morte dei tuoi nemici pura arte così spesso tu e la viverna? mi chiamo Maledet, piacere."
    Commentò il drago oscuro presentandosi al gladiatore mentre prendeva un teschio e lo osservava per poi riconsegnarlo al fango da qui era venuto tirandolo nelle acque palustri.
    Un altro drago girava intorno a Maledet, ma visto che non aveva fatto alla fine nulla di epico come l'uomo corazzato o gli aveva rivolto parola il drago oscuro pensò bellamente d'ignorarlo, lasciandogli l'illusione che si fosse presentato anche per lui.
    Maledet però non voleva comportarsi male nei confronti di quel drago metà bianco e metà nero, quindi se gli avesse detto qualcosa più tardi non avrebbe continuato ad ignorarlo, ma senz'altro anche avrebbe capito che attualmente era meglio fare come diceva Aidal, che di certo era una dragonessa competente e piena di risorse, per questo piaceva a Maledet, aveva una forza d'animo contagiosa che era vera manna dal cielo per il giovane Maledet che non aveva la stessa autostima.
    "Ti guardo le spalle Aidal, come al Ossidiana, se non ancora meglio."
    Fece Maledet accennando un sorriso, mentre seguiva la cara amica lungo quella via oscura che per Maledet e Aidal voleva dire più potere.
    Aidal illustrava agli alleati il luogo in qui si trovavano, lo avrebbe potuto fare anche Maledet, ma lui preferiva lasciarla fare, il suono della sua voce era deciso ma anche armonioso a suo modo. Aidal anche per essere una dragonessa era un vero maschiaccio infatti aveva una voce che piaceva molto a Maledet, anche perché l'accento di Aidal e il dialetto che la dragonessa a volte usava piaceva tasmetteva allegria al drago anche se Aidal era emotiva come un blocco di ghiaccio a differenza sua che era molto sensibile malgrado cercasse di non darlo a vedere a persone di qui non era certo di fidarsi.
    L'influenza di Aidal aveva conferito più autocontrollo a maledet, forse un pò del gelo della dragonessa aveva rinfrescato gli ardenti spiriti oscuri di Maledet.
    Il drago non era in conflitto con la sua natura oscura come per Aidal in quella situazione, al contrario anzi era in simbiosi con quel io oscuro, erano due Maledet in uno ora: Il sensibile ed Estroverso pensatore che ragiona e cerca di trovare soluzioni senza ricorrere alla violenza e il freddo predatore omicida, calcolatore, introverso e freddo che in parte ricordava Aidal.
    Era l'io primordiale che alberga nel cuore dei draghi oscuri che erano tra tutte le specie di draghi quella più legate al proprio subconscio, dove alberga il letale predatore che ogni drago potenzialmente potrebbe essere senza il dono della ragione e della pietà dovuta al emozione nota come amore.
    Era come essere serial killer di natura, predatori alfa, macchine perfette per uccidere, che pensano solo a nutrirsi e sopravvivere, proprio quello che il padre di Maledet voleva dal figlio.
    Era un mondo antichissimo, proveniente dalla notte dei tempi quello da qui emersero i draghi oscuri che sono infatti tra le specie di draghi più antiche, primordiali e istintive a causa di ciò.
    Era un mondo di zanne, sangue e artigli dove sopravviveva il più forte e violento, concetto di un tempo in qui i draghi erano una specie giovane, quindi non c'è da stupirsi se furono proprio i draghi a causare l'estinzione dei dinosauri e a provocare la grande glaciazione nota come era glaciale.
    Col tempo l'amore e la ragione s'insinuarono nel cuore e la mente della razza draghesca lungo la sua evoluzione diventando più "umana", ma tutti i draghi, oscuri in primis, hanno ancora quel ricordo sopito nel loro subconscio: Questo ricordo è la legge della giungla, dove regna il più forte: uccidere o essere uccisi.
    Per questo Maledet prova in questo caso un enorme consapevolezza che era assente probabilmente nei primi draghi: Lui può scegliere.
    La libertà e la pietà sono due cose meravigliose, ma per quelle creature non-morte la vera pietà sarebbe quello di terminare quel crudele asservimento e ripotarli al oblio a qui spettano di diritto
    Chi è morto è morto.
     
    Top
    .
  6.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Cavaliere Affatto Nobile

    Group
    Member
    Posts
    5,736
    STIMA
    +158
    Location
    Nessuno appartiene davvero ad un luogo

    Status
    Anonymous
    Il frastuono nato dalle tremende fiamme di Inkalgorn venne sovrastato per un secondo dalla voce del nuovo giunto.
    Il mio nome è Setran.
    Si limitò a replicare il gladiatore. Sapeva che nelle civiltà era uso rispondere a simili locuzioni presentandosi con il proprio nome.

    Ben presto i figli della morte si ritirarono in un’apertura che correva sottoterra. Dal medesimo foro, si erse una figura scheletrica simile ad un drago, che presto scomparve fra gli inganni della nebbia notturna.
    Terminato lo sfogo di fiamme, la viverna rossastra discese dal cielo in picchiata, spalancando le ali a pochi metri da terra portando così una vampata di polvere e detriti. Le zampe artigliate si posarono su una serie di colonne spaccate, Inkalgorn era ripiegato sulla schiena tempestata di spine aguzze e il suo collo ruotava vertiginosamente fra le rovine.
    Gli occhi giallastri si soffermarono sullo sguardo infuocato del gladiatore, i pensieri viaggiarono dalla mente del drago.
    Prima si lascia scoprire con un ruggito, poi tollera che i suoi servitori minori fuggano come codardi , rivelando un corpo di drago non-morto che si potrebbe pensare essere il suo.
    Quello è un dio in terra oppure l’ultimo degli stolti. O magari vi sta usando come protagonisti del suo perverso teatrino, burattini nelle sue lorde mani.

    Setran non si mosse di un millimetro, immobile come un colosso di pietra si limitò a rispondere con voce imponente e metallica.
    E’ una trappola.
    Il drago selvaggio di prima, la sua pelle accusava i segni di svariati tipi di morsi. Eppure su questo suolo divorato dalla putrefazione ho finito un solo servitore appartenente alle stirpe dei draghi.

    Le scaglie sul viso della viverna si piegarono un diabolico ghigno, gli occhi quasi fremevano per i pensieri che celava all’interno di quel cranio mostruoso.
    Noi sappiamo a cosa gli servono. Se sono davvero così tanti, allora devi trovare al più presto il suo filatterio.
    Trovare, prendere, ma non distruggere, non prima di avere soddisfatto l’Arena mietendo la sua empia carne, solo allora libererò l’anima nell’oltretomba.
    Continuerò a fargli credere di essere il suo fantoccio, per ora...

    Lo scambio di pensieri che seguì fu fugace, e si concluse con uno sbuffo taurino del drago che liberò dalle narici fumi scuri carichi di zolfo.
    Ancora Inkalgorn scomparve in cielo, fra i luminescenti moti siderali.

    Setran portandosi alle spalle il mantello si avventò nel cunicolo assieme ai tre draghi. L’oscurità immediatamente si impossesò della sua vista, costringendolo a richiamare nel suo pugno d’acciaio una sfera di fuoco. I bagliori delle fiamme, in parte oscurati dalla mano di Setran, rischiarivano il sentiero solo per pochi centimetri.
    Anche se la dragonessa abituata alle imperscrutabile ombre guidava il gruppo nella sua avanzata, l’ammazza-draghi preferì vedere il percorso con i suoi occhi. Il pericolo che degli artigli strisciassero dalle tenebre del sopranaturale per trascinarlo via prima di impugnare Shadormor non era da sottovalutare.
    Per tutto il tragitto il mantello scarlatto di Setran accumulò polvere e detriti strusciandosi sul pavimento di aspro decadimento. I suoi passi risuonavano con un tintinnio metallico che si espandeva per tutto il traforo roccioso.
    Superato l’uscio della sala annunciata dalla nera, Setran diede un rapido sguardo alle torreggianti costruzioni che abbellivano quelle catacombe. Ad una prima occhiata intuì che si trattasse di un marmo molto pregiato, poi la sua attenzione venne rapita dal simbolo che delimitava il centro della stanza.
    Piegandosi sulla schiena in uno squillare d’acciaio il gladiatore accompagnò la sfera infuocata al pavimento guarnito di simboli.
    La fessura sul tetto di quella sorta di santuario era l’unica luce proveniente dall’esterno, e creava un arcata perfetta che tagliava l’incisione centrale a metà.
    - In passato i miei occhi si sono posati su fregi simili. Vengono utilizzati per svariate magie di evocazione da altri piani d’esistenza.
    Nell’elmo di Setran penetrò un lieve odore di zolfo, come se qualcuno avesse accesso delle braci in tempo addietro. Sebbene leggero, il gladiatore distinse che proveniva dall’alto, forse dalle sacrileghe colonne.
    La vista era semi-immersa nel buio, ma nel fosco di quel luogo Setran intravedette un movimento spettrale, simile al fruscio delle foglie sotto il vento, quasi come se l’oscurità avesse forma e volontà.
    Istintivamente afferrò Sferza dei Cieli, la punta della freccia incoccata sotto l’arco di luce mandò riflessi abbaglianti alle tetre pareti.
    L’ammazza-draghi attendeva immobile e paziente il manifestarsi del suo nemico.
    L’orecchio captò un gemito convulso arrivare dalle sue spalle, nell’oscurità due piccoli punti giallastri brillarono e Setran fece scoccare la sua freccia.
    Come un arpione il possente dardo perforò la roccia che componeva le pareti, piccoli sassi e polvere rotolarono al suolo ma non si udì il movimento di nessun corpo.
    L’oscurità scherniva i sensi del gladiatore con ombre ingannevoli.
    Se restiamo qui siamo condannati... Dobbiamo avanzare.

    Enunciò l’ammazza-draghi.
    Riponendo l’arco possente dietro la schiena prese a tastare le pareti del santuario. Apparentemente l’unica via collegata agli scellerati monoliti di marmo era quella percorsa dal novero draconico.
    Eppure a decine i non-morti si erano riversati in quel cunicolo, ed ora di loro non vi era rimasto alcun monito, eccetto il lezzo di putrefazione.
    Il blasfemo santuario velava dietro le sue costruzioni di marmo il cupo segreto della loro sparizione.

    Edited by Vulnus Bone - 29/8/2017, 16:23
     
    Top
    .
  7.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Uovo

    Group
    Kengardiano
    Posts
    277
    STIMA
    +60

    Status
    Offline
    Baledon si affrettò dietro Aidal quando imboccò il tunnel oscuro che i non-morti avevano usato come scappatoia.
    Nonostante il buio che regnava nel passaggio, l'occhio luminoso permetteva a Baledon di vedere come se si trovasse all'aperto sotto un bel sole splendente.
    Il percorso era costellato di macabri resti, come ossa sbiancate dal tempo, carcasse sulle quali le piante avevano insinuato le loro radici.
    sbucarono in una stanza piuttosto grande nella quale una mezza dozzina di draghi potevano starci ad ali aperte.
    C'erano una decina di monoliti che circondavano una strana stella incisa sul pavimento, il tutto ricordava a Baledon una qualche formula rituale di qualche rito non bene identificato; i suoi pensieri vennero confermati da Setran qualche istante dopo.
    ad un tratto il gladiatore si volse fulminiamente scagliando nello stesso tempo una possente freccia, che scalfì la roccia, ma a seguito dell'attacco nulla si fece vivo.
    "queste ombre non mi piacciono potrebbero nascondere qualche nemicoo, o un passaggio nel quale si sono dileguati quei ridicoli scheletri". Facendo seguire alle sue parole l'azione, Baledon sprigionò una cortina di fiamme che avvolse lo strano simbolo e i monoliti attorno.
    "vedete qualcosa di sospetto? proviamo a cercare".
     
    Top
    .
  8.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Maestro

    Group
    Condottiero
    Posts
    8,287
    STIMA
    +316
    Location
    sono affari miei!

    Status
    Anonymous
    A detta del gladiatore in armatura, quel misterioso fregio per terra in mezzo ai monoliti doveva servire per le magie di evocazione da altri piani d'esistenza. Se era veramente così allora tutto combaciava, poiché solo un luogo simile, abbandonato quanto antico, poteva essere la dimora di un dracolich. L'ambiente inoltre era molto buio, ma non era un problema per Aidal. In realtà si sentiva a proprio agio e riusciva a distinguere egregiamente ogni forma e figura che le stava intorno... Compreso quel movimento silente quanto fugace che catturò non solo la sua attenzione, ma soprattutto quella dell'ammazzadraghi. Infatti egli incoccò istintivamente una freccia nel suo arco e attese che il proprietario della precedente manifestazione si fece avanti, ma si udì soltanto una specie di gemito che spinse l'uomo a lasciare la freccia, la quale perforò la roccia. Ci fu un gran frastuono di pietre cadute e fumo, ma nessuno si fece avanti.
    "Quel movimento sembrava appartenere ad una coda." mormorò la dragonessa. Era infatti fluido e furtivo come una serpe.
    Seguì il consiglio del gladiatore, ovvero quello di procedere oltre. Lasciò che gli altri potessero passare avanti in modo da monitorare meglio le spalle e davanti, oltre al fatto che era quella un po' più grande del gruppo. Quindi sostò un attimo sul fregio stellato, scrutando al contempo le incisioni che riportavano i monoliti. L'attiravano alquanto.
    Plic... Plic... Il graffio sotto l'occhio di Aidal continuava a sanguinare, cadendo sotto forma di piccole gocciole a terra, sui solchi della stella tracciata nella nuda pietra. Troppo presa dallo studio dei disegni, non si accorse che la ferita continuava a sgorgare lentamente liquido rosso. Ma si accorse dopo, quando sotto le sue zampe quel segno magico iniziò a illuminarsi fiocamente di una luce blu spettrale, colorando le squame nere di Aidal e le pareti di quel "santuario", rivelandone così l'ampiezza e la profondità.
    Sorpresa quanto allarmata ella si scansò indietreggiando, incollando gli occhi sulla stella. Mille pensieri e teorie iniziarono a formularsi nella sua mente di drago, domandandosi il perché. Forse il suo sangue aveva come dire, "attivato" quella sorta di cerchio?
    "Forse così lo attireremo." esordì sovrappensiero, riferendosi al dracolich.
     
    Top
    .
  9.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Non c'è pace per certi morti...

    Group
    Kengardiano
    Posts
    1,566
    STIMA
    +204
    Location
    Gli abissi dell'amigdala, dove gli orrori sono tali che pure le mura urlano folli.

    Status
    Offline
    Maledet si sentiva decisamente bene, quel luogo che emanava energia oscura allo stato puro, capiva perché un dracolinch si nascondeva in quel luogo.
    Era un flusso di nutrimento elementare per Maledet e Aidal che si sentivano ricaricare da quel nero manto avvolgente, fonte di cecità per chi come loro non vedeva in esso.
    Era un energia di nero o scuro, semplicemente buio per chi non fosse in grado di percepire le correnti energetiche come Maledet, quella energia per lui sembrava morbide piume nere, di tale scurezza e morbidezza da essere invidiate dai corvi, o forse erano pezzi di cotone nero, o nuvolette scure, era difficile da definire a chi non lo provava, ma quelle correnti energetiche erano molto piacevoli per Maledet.
    In realtà malgrado ci fosse una maggiore concentrazione in quel luogo, il giovane drago aveva notato tali grumi e "fiumi" energetici in tutta la palude, pura oscurità che lasciava intendere a Maledet che era più di quello che sembrava a occhio poco attento.
    Voleva chiedersi cosa avesse causato un evento tale da liberare tanta energia oscura e negativa in quei luoghi, le concentrazioni di energia oscura erano in effetti maggiori nelle paludi e le caverne, e di notte si generave ovunque in ogni luogo senza il sole a distruggere con l'energia luminosa quella oscura che viene così annichilita tranne che nelle zone d'ombra in qui però rimane minore.
    L'energia oscura era molto utile perché si poteva ricavare in qualsiasi zona d'ombra, e praticamente nel tempo può generare una quantità infinita di energia oscura visto le ombre non spariscono fino a quando non vengono illuminate.
    In realtà bastava riposarsi un pò e aspettare che le energie tornino da sole, uno dei lati positivi che Maledet apprezzava del suo elemento strisciante e sinuoso.
    La luce era un comunque bel elemento, a lui in effetti e gli sarebbe piaciuto comprendere meglio la sua controparte, ma ora aveva di meglio a qui pensare.
    Maledet vide qualcosa nel buio subito dopo Aidal, sembrava una coda, era il tipico movimento di una coda almeno, sembrava quella di un rettile, ma Maledet non la distinse bene, poiché la vide in modo fugace con la coda del occhio prima che questa sparisse oltre l'angolo.
    Il tizio corazzato che Maledet scoprii chiamarsi Setran intanto aveva scoccato una strana freccia contro quella parete, ma la forza con qui quella enorme freccia scoccata da quel arco altrettanto enorme fu così prorompente da causare un crollo manco fosse esplosa una bomba, Maledet non poteva credere ai suoi occhi, chi diavolo era quel tizio?
    Come poteva fare qualcosa di simile?
    Il drago stranamente si sentiva a disagio, quelle frecce avevano qualcosa che lo metteva a disagio che capì solo quando vide le punte, gli mancò il respiro.
    Con che persone si stava immischiando Aidal?
    Quello era un ammazzadraghi davvero allora, Maledet lo sospettava, ma ora ne era certo, però si fidava di Aidal, quel tizio iniziava a mettergli i brividi, ma lascio stare per l'amica sperando che avesse qualcosa in mente.
    Setran aveva parlato di quel luogo spiegando che si trattava di un sito adibito al evocazione extra-dimensionale, probabilmente di cose che era meglio non disturbare, Aidal propose di attivare comunque il cerchio per richiamare il dracolich
    "È una buona idea, ma prima dovremmo trovare il frantoio... Mhh, se dovessi nascondere la fonte della mia immortalità dove lo nasconderei?"
    Chiese il drago mettendosi a riflettere, per venire interrotto dal drago bi-colore e probabilmente bipolare che lo accecò e bruciacchiò la punta della sua coda con un aura infuocata fastidiosa.
    "I miei occhi! Troppa luce! La mia coda... Ahhhhh brucia!!!"
    Maledet iniziò a sclerare e correre in cerchio con la coda in fiamme, bruciando anche quello che doveva essere olio e che stava nelle fessure del basso rilievo a terra, attivando così involontariamente il cerchio d'evocazione.
    Maledet finalmente spese la coda in una grossa pozza quasi limpida, dovuta al umidità emettendo un sospiro di sollievo per poi vedere il cerchio rituale in fiamme e qualcosa che forse sarebbe emerso da quella porta magica al confine del umana comprensione.
    "è tutta colpa tua!"
    Disse Maledet al drago bianco e nero puntandogli il dito, per poi andare a rifugiarsi sotto l'ala di Aidal abbastanza spaventato.
    Non aveva avuto paura di affrontare un"dio" fatto di pietra, che rianimava cadaveri insieme ad Aidal e altri due loro amici, ma l'idea che qualsiasi cosa potesse saltare fuori da quel cerchio era terrificante.
     
    Top
    .
  10.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Cavaliere Affatto Nobile

    Group
    Member
    Posts
    5,736
    STIMA
    +158
    Location
    Nessuno appartiene davvero ad un luogo

    Status
    Anonymous
    Setran guizzò all’indietro stringendo i pugni d’acciaio, allarmato dal fugace manifestarsi di luci azzurre. Le pareti irradiate da quell’energia arcana rivelarono simboli runici dagli enigmatici significati sulla propria superficie marmorea.
    Nel frattempo il drago nero aveva cominciato a vagare per la stanza come posseduto, vittima della fiammata di Baldeon.
    In movimenti folli aveva innescato una reazione chimica con una sostanza infiammabile, probabilmente la medesima che aveva tormentato il gladiatore con l’aroma di zolfo.

    Senza timore alcuno, Setran si avvicinò all’anello di fuoco. Alla sua vista quelle fiamme non avevano nulla di mistico, ma solo un rude utilizzo cerimoniale. Senza uno stregone a lanciare i suoi incantesimi sarebbe stato innocuo.
    La curiosità dell’ammazza-draghi venne smossa da una sagoma intravista fra i fasci di luce azzurri sulle pareti pochi secondi prima.
    Con passo potente e maestoso, portò il suo sguardo alle marmoree pareti, le quali risplendevano sotto la fiacca luce della sua fiamma. Gli occhi di drago non lo tradirono, inciso sul muro vi era lo stampo di una porta dalle dimensioni ciclopiche, cosparsa di fregi runici e parole in lingue semi-dimenticate.
    Una di queste risplendeva più delle altre, come una stella solitaria in un cielo oscurato dalle nubi.
    Setran si mise in guardia, le braccia divaricate, una bruciante sfera infuocata nella mano destra e un serpeggiante dragone di fuoco e fiamme avvinghiato al braccio sinistro.
    Exercitum.
    La voce potente del gladiatore rimbombò nella grotta, e per un fugace momento una luce arcana delimitò i lineamenti della porta, per poi dissiparsi nell’oscurità . Un lampo bluastro avvolse Setran, che forte della sua furia guerriera scatenò i potere elementale. Un boato echeggiò nell’aria e un susseguirsi di lingue infuocate animò il buio del santuario.
    La serpe si snodava in aria mordendo e sbraitando con zanne di fuoco senza però affondarle in niente di solito.
    Al dissolversi delle furenti fiamme, Setran era sparito, inghiottito dall’oscurità.

    Il gladiatore si ritrovò a cadere in una pozza di nera oscurità. Mani invisibili ghermivano il suo corpo, penetrando al di sotto dell’armatura e perforando la carne ricoperta di scaglie. Si schiantò terra, urtando su un pavimento di dura roccia. La caduta non era stata particolarmente brusca, probabilmente perché i metri che lo separavano dal suolo non erano molti.
    Istintivamente richiamò un turbinio di fiamme che riuscì ad allontanare gli spettrali e invisibili assalitori.
    Impugnò la mitica spada Shadormor folle di collera. Lo sguardo guizzava acutamente da una parte all’altra, penetrando la lieve semi-oscurità.
    Si trovava in un corridoio dalle pareti adornate di fregi simili a quelli del santuario, apparentemente l’assalto delle tenebre si era concluso.
    Analizzando fugacemente i dintorni intuì di trovarsi in un corridoio, separato dai 3 draghi.
    Avanzava con la spada in pugno, accompagnato da un tintinnio di acciaio ad ogni suo movimento, il mantello scarlatto si frusciava sull’antico pavimento come un’ombra nella notte, gli occhi ardevano come braci sul suo viso, e Shadormor mandava bagliori argentei alla via dirimpetto al gladiatore.
    Fra le ambizioni del suo nemico certamente vi era lo smorzare il gruppo per renderlo più debole, fronteggiando ogni elemento singolarmente con magie ed inganni.
     
    Top
    .
  11.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Uovo

    Group
    Kengardiano
    Posts
    277
    STIMA
    +60

    Status
    Offline
    All'improvviso il simbolo sul pavimento della stanza in cui si trovavano si illuminò di azzurro.
    Guardando attentamente Baledon notò ai piedi di Aidal una macchia di sangue: "che si sia attivato al contatto col sangue" si chiese baledon.
    Si accorse che il suo cerchio di fiamme aveva bruciacchiato Maledet, quando questi si mise a fare un gran baccano e a muoversi come impazzito per la stanza, e nel far ciò rovesciò del liquido sopra la stella.
    Al contatto con questo liquido, il simbolo si accese come incendiandosi di fiamme azzurrine.
    Baledon stava iniziando a stancarsi di questo draghetto, giovane e e fastidioso....
    "tu osi accusarmi?" disse avvicinandosi al giovanotto, il quale era andato a rifugiarsi sotto l'ala di Aidal, "quando sei stato tu a rovesciare questo maledetto liquido?". "Devi imparare a portare del rispetto a chi è più anziano di te" concluse il suo discorso stringendo le sue fauci attorno alla coda di Maledet, e dando un piccolo strattone giusto per far capire chi comandava.
    "mi pare di aver capito che voi due vi conosciate"; disse rivolgendo lo sguardo verso la dragonessa, "se è così, ti prego di tenerlo a bada, prima che si faccia del male...".
    All'improvviso Setran esclamò "exercitum!" ed una luce avvolse la figura imponente del gladiatore, delle esplosioni rimbombarono nel mezzo di quel fulgore e quando svanì anche l'ammazza-draghi era sparito.
    Nel posto dove si trovava il cacciatore vi era una botola, apparsa a quanto pareva dopo che Setran aveva detto quella parola.
    L'apertura nel pavimento portava in un tunnel sotterraneo non troppo illuminato, si udirono delle esplosioni venire dal basso, a quanto sembrava Setran stava combattendo con qualche nemico.
    "dobbiamo raggiungerlo il prima possibile!" esclamò rivolgendosi ai suoi compagni rimasti, "Aidal temo che la tua imponenza possa esserti d'intralcio in questi cunicoli, potresti diventare gufo e farci da sentinella? So di chiederti tanto, ma il gioco di squadra in questo caso è fondamentale."
     
    Top
    .
  12.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Maestro

    Group
    Condottiero
    Posts
    8,287
    STIMA
    +316
    Location
    sono affari miei!

    Status
    Anonymous
    Mentre Aidal analizzava il cerchio luminoso a terra, Maledet combinò un bel casino e dopo si andò a rifugiare sotto un'ala della dragonessa, la quale con sguardo stranito guardava sia il suo simile nero che Baledon. Quest'ultimo venne accusato di tutto quel disastro, a detta di Maledet. Aidal storse la bocca, scuotendo la testa e rivolgendo al contempo uno sguardo che sapeva di rimprovero, dritto verso gli occhi rossi del drago.
    "Basta litigare comunque, non siamo più dei cuccioli." tuonò infine verso i due, riprendendo a studiare la stella in fiamme. Che si fosse attivata grazie al suo stesso sangue le suonava strano, generalmente per evocare i demoni serviva, nella maggior parte dei casi, il sangue dello stesso evocatore che appunto, era di origine umana o umanoide. E se l'evocatore era stato un drago? Un drago che aveva il sangue simile a quello di Aidal...?
    Un frastuono però interruppe il filo dei suoi pensieri. Il gladiatore in armatura era come stato inghiottito dalle tenebre, difatti sparì dopo quel fastidioso e rumoroso boato, il quale echeggiò per tutta l'area. Al posto suo, però, si era aperta una botola. Calcolando le dimensioni molto velocemente, la dragonessa dedusse che con la sua mole non sarebbe riuscita ad entrarci interamente. Sarebbe rimasta incastrata a metà o avrebbe distrutto col suo peso quell'entrata. Come se di caos non ce ne fosse abbastanza... Dunque, prendendo in considerazione il suggerimento di Baledon, l'unica soluzioni era appunto, assumere temporaneamente la sua forma di gufo e volare più rapidamente possibile attraverso gli stretti cunicoli.
    "E sia. Sappiate che questa sarà la mia ultima trasformazione, dopdiché non potrò effettuarne altre." li avvertì, sparendo in una coltre di nebbia che si restrinse, fino a lasciare al suo posto un grosso esemplare di gufo eurasiatico. Ella volò in alto in un giro di ricognizione fino a sfiorare il lucernario. Poi restrigendo le ali piumate contro il suo corpo si buttò in picchiata contro la botola, entrandoci dentro. Sorvolò l'ammazzadraghi alle prese con altri avversari, evitando i movimenti della sua spada letale. Continuò ad avanzare nei cunicoli mentre emetteva stridii acuti per farsi rintracciare da Maledet e Baledon e al contempo guardava sia in alto che in basso.
    Il cunicolo ad un certo punto, dopo eventuali curve e discese, proseguiva per un discreto pezzo in una ripida salita... Ma fu lì che la dragonessa sentì un qualcosa strisciare sotto, assieme ad un sibilo sinistro che trasudava morte.
     
    Top
    .
  13.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Non c'è pace per certi morti...

    Group
    Kengardiano
    Posts
    1,566
    STIMA
    +204
    Location
    Gli abissi dell'amigdala, dove gli orrori sono tali che pure le mura urlano folli.

    Status
    Offline
    Il sangue di Aidal aveva in qualche modo reagito col il cerchio d'evocazione, Maledet si sarebbe perso a formulare varie teorie per provare a spiegare l'accaduto, ma sentendosi rimproverare e tirare la coda da quel drago, colorato di bianco e nero, stava considerando di farci una borsetta... Una borsetta molto grande da regalare ad'Aidal, ma quest'ultima non era della stessa idea.
    La dragonessa guardò con rimprovero Maledet, facendolo sentire terribilmente in colpa, mentre esibiva verso Aidal degli occhioni da cucciolo bastonato, ammettendo pure un versetto sottomesso.
    Aidal era severa ma giusta, Maledet si sentiva oltraggiato dal comportamento di quel drago bi-colore, ma non poteva farci nulla, uscì da sotto l'ala di Aidal avvicinandosi al "estraneo".
    "mi spiace se abbiamo cominciato col piede sbagliato, ma permettimi di presentarmi un pò meglio; il mio nome è Maledet, tu come ti chiami?"
    Disse il drago nero dagli occhi rossi sforzandosi di essere gentile.
    Setral intanto stava studiando le pareti e le loro iscrizioni, dun tatto pronunciò ad alta voce la parola "exercitum" e cadde in una sorta di botola, prorompendo in un forte rombo lasciando Maledet a occhi sgranati, il drago corse a vedere dentro.
    Le varie curve del condotto gli impedivano di vedere cosa ci fosse, ma qualunque cosa ci fosse dentro Setral la stava combattendo a giudicare dal rumore di lotta che ne usciva.
    Aidal pensò bene di trasformarsi in un bellissimo gufo di grosse dimensione, dicendo che per il momento quella l'ultima volta che poteva ricorrere a quella tecnica, mandando a mille la pucciosità che provava Maledet, visto che adorava i gufi.
    Poi Aidal-gufona volò in cerchio quasi sfiorando il soffitto prima di tuffarsi nel condotto, ma Maledet poteva ancora distinguere i suoi stridii.
    Il drago nero quindi poteva capire dove dirigersi.
    C'era ancora il drago che stava antipatico a Maledet con lui, ma era meglio sbrigarsi.
    "Seguimi ok? non c'è tempo da perdere!"
    Settenziò Maledet mettendosi a correre tra i tunnel, con solo lo stridio del gufo più speciale della sua vita a guidarlo tra quel bivio di sentieri oscuri, era il tunnel a sinistra.
    Il drago con il cuore che sembrava un tamburo nel petto, per paura che gli potesse accadere qualcosa di brutto, visto che in quella forma non poteva difendersi da eventuali aggressori galoppava tra le gallerie.
    Doveva trovarla in fretta, pur sapendola forte e in grado di difendersi ora poteva essere in pericolo senza neanche saperlo.
    "Setran, sarai anche un ammazza draghi, ma ti prego... Proteggila."
    Pensò Maledet come se Setral potesse sentire tali pensieri.
    Ormai era quasi arrivato, aveva percorso il cunicolo buio praticamente tutto di scatto, sperando che il drago irritante lo avesse seguito per quanto andasse di fretta, o che seguendo il suo odore tra quel puzzo di morte avrebbero lo stesso trovato la via.
    Ormai lo stridio di Aidal era vicinissimo, era lì, doveva solo svoltare l'angolo, voltare quel maledetto angolo e coprire l'ultimo tratto per raggiungerli.

    Edited by Master of Void - 7/9/2017, 13:24
     
    Top
    .
  14.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Cavaliere Affatto Nobile

    Group
    Member
    Posts
    5,736
    STIMA
    +158
    Location
    Nessuno appartiene davvero ad un luogo

    Status
    Anonymous
    Il buio lo avvolgeva quasi completamente, l’unico suono che echeggiava nel tetro cunicolo era il respiro delle tenebre. Teneva fra le mani una sfera infuocata, perché dissipasse almeno in parte la tenebra.
    Qualcosa sovrastò la lugubre quiete, un battito d’ali silente e leggiadro da cui poi nacque un suono simile al verso di un gufo. Correndo a passi pesanti con la lama in pugno, gli occhi offuscati dalla penombra si posarono sulla minuta figura rapace, lievemente illuminata dal fuoco. Riconobbe in quell’uccello il familiare sguardo della dragonessa chiamata Aidal.
    Avendo combattuto le maestose bestie dal cielo da quando era stato sconfitto dal padre, Setran conosceva i draghi e le loro capacità.
    Senza che la lama sfiorasse minimamente quella forma pennuta, il gladiatore tornò ad avanzare nel corridoio, proferendo poche parole.
    Aidal, è così che l’altro nero ti ha chiamata, presumo sia il tuo nome.
    Qualcosa mi ha attaccato alla mia discesa, mani oscure, invisibili, capaci di spingersi oltre la corazza e piantare i loro lordi artigli nella mia carne. Non so se ho ucciso la fonte di quella stregoneria, ma so per certo che quando qualcosa muore emette un rantolo come ultimo saluto al reame dei viventi, prima che la sua anima si ricongiunga agli avi.
    Qui, i miei occhi sono affannati, e l’oscurità schernisce gli altri miei sensi. Pertanto ho una richiesta da farti, tu che puoi vedere oltre l’inganno delle ombre, devi essere i miei occhi.
    Se l’Arena ti ha voluta come mia compagna per fronteggiare i demoni di questi cunicoli blasfemi, allora non mi tradirai.

    Sentenziò lui, con un accenno all’Arena, la battagliera legge che l’aveva sempre accompagnato.
    Affiancando il metagufo e la sua voce stridente, proseguì nel serpeggiante corridoio.
    Quella di Aidal era una tattica che il gladiatore apprezzava, gli stridii avrebbero fatto giungere gli alleati, allarmando il nemico, costringendolo a mettere da parte gli inganni e combattere con virtù.
    Grazie alla fiacca luce della sua sfera, il gladiatore adocchio un’elevazione di quei sinuosi corridoi. La via era per certo inclinata, ma i suoi muscoli d’acciaio avevano fronteggiato pericoli più ardui di una salita troppo scoscesa.
    Un’orribile suono acuto risvegliò l’ammazza-draghi dal suo stato meditabondo. La spada roteava selvaggia in tutte le direzioni, cercando di affondare nella carne del demoniaco avversario.
    Una frustata sinistra urtò con potenza la schiena di Setran, il quale sussultò prima di sferrare un fendente nell’aria. La contromossa del gladiatore andò a vuoto, e senza che avesse il tempo di ritornare in guardia venne tempestato da una selva di attacchi.
    La mitica Shadormor, spada la cui leggenda era stata scritta dal sangue di molteplici creature cadute, eruppe lontano dalla mano di Setran. La spada lanciò in aria alcuni splendenti bagliori, per poi conficcarsi al suolo. Spalancando il palmo corazzato l’ammazza-draghi tentò di raggiungerla, ma la vide sparire assorbita dal buio sibilante.
    Depredato della sua spada dalle subdoli mani arcane che servivano il Lich, Setran conobbe un grande vuoto che ora stagliava nella sua anima. Quasi non sentiva più il pressante dolore dei colpi selvaggi che gravavano sulla sua carne, tanto che l’ombra maligna chiamata afflizione ne aveva coperto l’ardente spirito.

    Edited by Vulnus Bone - 7/9/2017, 21:06
     
    Top
    .
  15.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Uovo

    Group
    Kengardiano
    Posts
    277
    STIMA
    +60

    Status
    Offline
    Il drago bicolore osservò l'amico di Aidal comportarsi come un cucciolo appena nato quando ella lo rimproverò.
    "Io sono Baledon, ed il piacere è del tutto mio…" rispose lui quando il drago Nero venne a scusarsi e a presentarsi.
    Poi si affrettò dietro al gufo quando la dragonessa si trasformò ed a Maledet.
    Una volta entrati nella voragine che si era aperta nel pavimento, si trovarono in un susseguirsi di cunicoli tortuosi ed oscuri. Decise di rimanere in retroguardia per non farsi cogliere alle spalle da un'eventuale nemico rimasto indietro.
    Vide il gladiatore affiancare il gufo e subito dietro di loro veniva Maledet, all'improvviso Setran sì arrestò come colpito in pieno da una forza invisibile.
    Baledon lo vide combattere forze oscure, menare colpi alla cieca, barcollare sotto l'impeto di colpi provenienti da nemici non individuabili, finché la sua splendente lama gli venne strappata di mano.
    Capendo quali pericoli stesse affrontando il suo compagno, Baledon intervenne immediatamente; supponendo che il possente guerriero fosse immune alle fiamme, visto che lo aveva visto sedersi nel bel mezzo di un falò gigantesco, soffiò un possente muro di fiamme che riempì il passaggio per tutta la sua ampiezza.
    Appena un attimo prima di vomitare fiamme vide la spada del gladiatore conficcarsi a terra davanti a lui, scattò in avanti e afferrò l'elsa con gli artigli della zampa anteriore destra; poi seguitò a sprigionare la sua fiamma, stando attento che non raggiungesse i due draghi dell'oscurità, nel mentre avanzò in mezzo a quell'inferno, e una volta arrivato da Setran gli porse la sua arma:
    "Ecco a te la tua fida compagna valente ammazza draghi, fa attenzione a non separartene più".
    "ora proseguiamo finché i nostri nemici sono distratti".
     
    Top
    .
72 replies since 13/7/2017, 17:18   1216 views
  Share  
.