Un'oasi tranquilla?

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    Il drago azzurro che puzza di pesce

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    Sisi sono bravissimo, infatti nei primi due messaggi so riuscito a sbagliare due cose a distanza di un post... record xD anche se è colpa di Elexar, ovviamente


    Lart chiaramente si aspettava quel genere di reazione, fin troppo prevedibile. Stava infatti per farglielo notare, quando il drago bicolore lo afferrò senza alcun preavviso e lo trasportò in alto, senza alcuna difficoltà. Avvertì la coda stringergli il torace, ma invece di dimenarsi poggiò i gomiti su di essa e in tutta tranquillità portò le mani sotto al mento mentre veniva trascinato in cielo senza difficoltà. Si chiese soltanto come facesse il drago a timonare l'aria per calibrare le virate con la coda impegnata, sicuramente non l'avrebbe lanciato molto lontano.
    "Non è poi così male, anche se effettivame... aaaaaahhh!"
    Quando si sentì scagliare a tutta potenza nel vuoto temette il peggio. L'acqua gelida lo inghiottì, e sentì improvvisamente tutto diventare leggero e offuscato.
    Era abituato a situazioni simili, quindi riuscì a non bere. Si era fatto abbastanza esperienze con le creature alate della nebbia, quando volevano vendicarsi e lo lanciavano in acqua o minacciavano di decollarlo con una raffica di vento a Kerus.
    Mosse le braccia rapidamente e riemerse, apparentemente tranquillo, nuotando verso la riva senza troppa difficoltà ma fermandosi appoggiato ad essa per riprendere aria. La frustata del mare era stata comunque abbastanza potente, quanto bastava per togliergli il fiato momentaneamente.

    Zahr (che si scrive con l'H dopo la A maremma cignàla), decisamente compiaciuto dello svolgersi delle cose, non poté fare ammeno di sogghignare nel vedere il suo rivale preso come un sacco di patate e gettato a fionda dritto in acqua.
    Invece di intervenire o preoccuparsi si era limitato ad annuire ai due draghi, verso cui aveva iniziato già a nutrire profonda stima. Probabilmente anche loro erano leggermente fuori di testa squamosa, ma era questo ciò che faceva di un individuo il tipo di persona su cui poter sperare.
    In fondo, molto molto in fondo, anche Lart aveva i suoi pregi; senza dubbio non era mai giù di morale, quelle situazioni per lui erano soltanto un gioco da prendere al volo. In tutti i sensi, considerando che era decollato a millemila chilometri orari.
    Si aspettò che uscisse e ne sbraitasse qualcuna delle sue, ma non accadde niente di eccessivamente stupido; Lart si era fermato a sedere sulla riva e aveva cominciato a togliersi i vestiti, gettandoli sull'erba senza troppe remore.
    Erano abiti leggeri, sandali, brache corte e maglietta di cotone nero, quindi si sarebbero asciugati velocemente. Almeno così Zahr credeva, non che gliene importasse molto, in cuor suo sperava che il drago bianco e nero gli bruciasse tutto così da mandarlo in giro nudo per tutta Kengard.
    Lart poi dovette ripensarci e si infilò nuovamente i pantaloni, rimanere in intimo in giro per la foresta non era il massimo effettivamente.
    "No, nessuna barca per adesso, ci penseremo io e il vostro amico bipede bagnato a ritrovarla" rispose Zahr alla domanda di Ituriel, dedicando un sorrisetto ai due draghi per poi incamminarsi in attesa che lo seguissero.
    Quello era un giorno decisamente da ricordare, quando mai avrebbe potuto assistere di nuovo alla scena in cui Lart viene fatto spogliare da due draghi? Semplicemente sensazionale.
    Capelli d'autunno però dovette fermarsi in breve. Udì come il sibilo di un dardo alla sua destra, provenire da un punto indefinito nella boscaglia. Fece per voltarsi e rispondere all'aggressione, arrivando quasi a pensare che Lart si fosse già inventato qualcosa per farlo pentire di non averlo aiutato, ma lì attorno non c'era nessuno. Attese qualche istante, per poi ricominciare a camminare. Non si voltò neanche verso i draghi, li lasciò divertire con il bipede quanto avrebbero voluto, appena avessero finito non avrebbero avuto problemi a raggiungerlo.
    D'un tratto percepì l'atmosfera farsi radicalmente più silenziosa, come se il lato tetro della foresta notturna fosse giunto in mezzo alla luce del giorno. Si accorse giusto in tempo di star venendo fissato da occhi scarlatti, che fauci sibilanti gli si avventarono contro bramose di inghiottirlo. Si lanciò all'indietro contando sui propri riflessi, riuscendo ad evitare un chiostro di zanne che stava per affondare in una delle sue gambe.
    Lo spettacolo che si ritrovò davanti aveva dell'incredibile: dalle radici degli alberi circostanti stavano emergendo creature decisamente inquietanti, anche se Lart probabilmente le avrebbe definite pucciose.
    I loro corpi neri e squamosi strisciavano fuori dal terreno fluidamente e senza troppa difficoltà, quasi come atraversassero il suolo senza impedimenti, e le loro teste spuntavano dall'erba come fossero appena fiorite.
    Quelli della nebbia non erano soliti assistere a situazioni normali, Zahr neanche si stupì eccessivamente, però dovette riconoscere di trovarsi a disagio in mezzo a tutti quegli sguardi di fuoco che lo puntavano come archi pronti a trafiggerlo.
    Pensò quasi di assecondare la malaugurata idea di ignorarli, poi pensò che non era il caso di restarsene lì ad aspettare lo svolgersi delle cose. Innanzi tutto doveva capire che intenzioni avessero, dopo di che avvertire gli altri della possibile minaccia. Non che temesse i due draghi ne sarebbero rimasti intimoriti, ma era sempre meglio non rischiare.
    Dovette rivedere i propri intenti quando anche dalle chiome degli ontani sopra la sua testa giunsero cupi gemiti sibilanti, simili a sospiri infastiditi.
    Sembrava quasi che Lart avesse disturbato la foresta al punto da risvegliarne il lato demoniaco. Per quanto non pensava affatto sarebbe risultato impossibile, scartò l'ipotesi solo per non convincersi di volerlo mandare in pasto a quelle creature apparentemente giunte dalle viscere dell'inferno.
    Foglie ovate cominciarono a cadergli attorno, e fu in quel momento che cominciò a prendere in considerazione la faccenda come potenzialmente più complicata del previsto, almeno quanto avere due draghi innervositi che volevano sbranarlo a causa dei gesti sconsiderati del rivale.
    Ali di tenebra si levarono dalle fronde, i pacati suoni boschivi si affievolirono sotto bassi mormorii evocati dalle profondità della foresta stessa.
    Zahr si domandò se si stesse immaginando tutto, se la gioia per aver visto Lart schizzare in mare gli stesse provocando allucinazioni ad un livello assurdo, eppure sembrava tutto fin troppo reale, inconcepibile quanto concreto.
    Bestie simile a grossimerli neri avevano preso a volteggiare tra i rami, planando di tanto in tanto verso il suolo ma senza mai sfiorarlo.
    "Questa mi è nuova..."
    Attraversavano quei sentieri molto spesso, e non gli era mai capitato di assistere a roba del genere. Sentiva ci fosse qualcosa di solenne dietro quell'alone macabro e infausto che stava avvolgendo l'angolo di foresta circostante.
    "Questa poi..." commentò a bassa voce, stropicciandosi gli occhi un paio di volte senza però mai perdere il contatto sensoriale con le nere bestie evocate dai meandri più oscuri di Ahsnaeris.
    Si avvide poi di come alcuni alberi stessero emanando una sorta di evanescente aura verdastra, in forma di piccoli fiotti di luce debole e sinistra, proveniente dalle foglie e dal legno delle cortecce come in un pianto arboreo sprigionato da energie inspiegabili.
    Certo che Lart doveva proprio averli fatti imbestialire quegli alberi, chi sa se non aveva qualche conto in sospeso con qualche povera pianta? Non era da escludere neanche che avesse risvegliato qualche spirito sopito con le sue lamentele, al punto da indurlo a combinare quel bel macello indemoniato.
    L'incredibile fenomeno si espanse fino al punto in cui si trovavano Ituriel e l'altro drago, a cui non aveva ancora avuto modo di chiedere il nome. Considerò che forse sarebbe stato meglio pensare dopo a nomi e convenevoli, fin tanto che Lart se ne stava buono non erano i due draghi la preoccupazione principale al momento.
    Pensò comunque che avrebbe fatto erigere una statua in onore di entrambi se avessero maltrattato a dovere Lart, che questa volta se l'era proprio andata a cercare. Il drago bianco e nero aveva addirittura chiesto al suo simile di andare a raccattarlo in mare! Chiunque altro avrebbe proposto di andare piuttosto a concludere l'opera seppellendolo sotto decine di metri d'acqua, quindi era stato anche troppo magnanimo.

    "Uris, naktur aventurak nitruniur, nacas randax nudetvur!"
    La voce che Zahr udì non era qualcosa di assimilabile ad un qualsiasi concetto di sua conoscenza, era come se Ahsnaeris stessa avesse parlato, e avesse detto cose decisamente poco sensate.
    Non era esperto di idiomi e linguaggi, ma era sicuro che neanche un professionista avrebbe capito una cippa di quelle sillabe a caso messe in croce.
    Il suono riecheggiò ovunque, insinuandosi tra i rami e raggiungendo il cielo, anche se pareva provenire persino da quest'ultimo.
    Questa volta Zahr parlò un po' più ad alta voce, giusto quanto bastava per far alterare di più qualunque cosa si stesse alterando.
    "Lart? Rispondi tu, probabilmente si sta lamentando che hai lasciato la maglietta sudata e salata sul suo prato"
     
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    Come ti pare come imprecazione questa?

    "va bene Ituriel" disse"vediamo come se la cava ora il nostro amico elettrico, vediamo se il contatto con l'acqua lo cheta".
    Si volse verso il mare e osservò i tentativi di Lart di ritornare a riva.
    "oh no!!!! per favore rivestiti, mi scappa da vomitare" esclamò Baledon quando Lart iniziò a spogliarsi"meno male..." disse tirando un sospiro di solievo quando il ragazzo si rimise gli indumenti.
    Stava per proporli se voleva una asciugatina, ma poi ci ripensò "sono stato fin troppo magnanimo con costui" si disse "lasciamo che si arrangi per conto suo...".
    Rivolgendosi a Zahr: "scusami Zahr, tu ti sei presentato, ma noi non lo abbiamo fatto con voi. Io sono Baledon e quest'altro lucertolone si chiama Ituriel come avrai potuto sentire prima."
    Quando Zhar si mise in marcia, Baledon si avviò dietro di lui; "seguiamolo" disse rivolgendosi a Ituriel,"penso che ci stia portando in questa tana misteriosa" poi allungando il passo si mise al fianco di Zahr.
    Non appena si inoltrarono nella foresta qualcosa arrivò alle orecchie di Baledon, sembrava un sibilo come di una freccia scagliata nella loro direzione, ma dopo che si fù accucciato per non essere un bersaglio facile, niente disturbò la quiete che li circondava.
    Qualche istante più tardi Baledon percepì un cambiamento sostanziale nella foresta; sembrava diventata oscura e pericolosa, come se qualcosa di maligno stesse per giungere.
    Giusto in tempo s'accorse delle presenze d'innanzi a loro, sembravano nascere direttamente dal terreno come orripilanti funghi, con le fauci e gli occhi rossi diretti nella loro direzione, e non avevano un'espressione troppo coccolosa...
    "porco il Maestro del Vuoto" esclamò Baledon, "cosa sono questi affari della malora?", poi udì un battito d'ali sopra la testa e volgendo lo sguardo in alto vide uno stormo di uccellacci neri come la morte svolazzare beati.
    "io non ho nessuna intenzione di farmi sopraffare da sti cosi" disse, e facendo seguire l'azione al pensiero sputò un enorme muro di fuoco che avvolse la maggior parte dei mostri: "ritirata, mio caro amico" disse rivolgendosi a Zahr; "torniamo indietro dove abbiamo uno spazio di manovra più ampio, vero, potrebbero circondarci, ma qui io ed Ituriel non riusciremmo a spiccare il volo."
    Mentre finiva di parlare una voce che pareva quella della foresta intera disse: "Uris, naktur aventurak nitruniur, nacas randax nudetvur!"
    "e questa poi" mormorò Baledon "un'altra diavoleria? Pare una bestemmia di quelle serie... E ho la senssazione che sia rivolta a noi...."
    "vedi Lart, con le tue castronerie cosa hai combinato?" disse un'attimo prima che Zahr aggiungesse un'altra accusa nei confronti dell'amico.

    Edited by Elexar - 3/8/2017, 17:34
     
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    Sono tornatoooo!!! Scusate il ritardo


    Ituriel era decisamente divertito dalla situazione creatasi e un filo soddisfatto del fatto di non aver sprecato energie inutili per salvare il bipede elettrico che a quanto pareva sembrava cavarsela nell'acqua tanto quanto non era in grado di trattare con creature di gran lunga più grandi di lui e decisamente più pericolose.
    Con lo sguardo seguì l'umano più razionale avviarsi nella direzione probabilmente della fantomatica tana seguito a ruota dal drago bicolore.

    Il drago marino rimase indietro in attesa che il bipede elettrico si mettesse in marcia, pronto a seguirlo, sempre meglio non perdere mai di vista una persona del genere.

    Ma ad un tratto tutto cambiò. Un sibilo nell'aria, come di un malefico dardo, poi l'oscurità sembrò risvegliarsi attorno a loro, l'aria si fece più fredda e minacciosa. Ituriel saggiò l'aria con la sua lingua ricoperta di barbigli per cercare di avere qualche informazione in più su ciò che stava accadendo.

    Alla vista delle ombre mobili che sembravano nascere dalle radici degli alberi e dalle spettrali creature che scendevano a frotte dalle chiome Ituriel emise un basso ringhio minaccioso preparandosi a difendersi da qualsiasi attacco rivoltogli. Sentì i due che si erano avviati imprecare e osservò la foresta d'avanti a lui illuminarsi di un fulgore acciecante, proveniente dalle fiamme del drago bicolore.

    La frase che echeggiò nell'aria non ebbe altro risultato che allertare e rendere ancora più cauto il drago marino che rimase fermo come acqua stagnante in attesa di ulteriori sviluppi.

    "Direi che è il caso di radunarci per non farci prendere alle spalle..." disse con voce profonda che fece vibrare il terreno, rivolto ovviamente ai suoi nuovi tre compagni, in questo caso di sventure.
     
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    Lart, inzuppato e con la convintissima chioma fradicia, raggiunse Zahr e gli si affiancò. Giusto in quel momento Baledon evocò di fronte a sé un muro di fiamme che lo costrinse ad indietreggiare; anche Zahr dovette fare lo stesso, il fuoco circondò quelle inquietanti creature e alcune si allontanarono, mentre altre sembrarono esserne investite.
    "Emh... forse non è stata una buona idea" commentò Lart, utilissimo come sempre.
    La foresta parlò di nuovo, questa volta con tono più aggressivo.
    <grass! Randax Oesya furen!>
    L'eco ora pareva riecheggiare nei meandri dei loro corpi, ed era assurdo. Larti esibì la sua stizza battendosi le mani in fronte, come sapesse tutto e potesse stabilire quel che stava accadendo.
    "Caro drago focoso, non si attacca senza prima aver ricevuto colpi! Questo ha detto... magari volevano solo venire ad assaggiare l'idromele con noi"
    Zahr sperò ardentemente che si beccasse un'altrabotta di quelle serie, e che i mostri assaggiassero lui piuttosto.
    <l'umano ha ragione>
    A quelle parole Zahr per poco non svenne. Veramente la foresta stava rivolgendosi a loro nella loro lingua per dire che Lart aveva ragione? Si tirò una botta in testa, anzi una decina di botte in testa a raffica.
    Ovviamente Lart non perse l'occasione per alzare le mani esultante.
    "Tiè! Visto? Che ti dicevo? Dai andiamo tutti insieme a prendere l'idrome..."
    <non è dando fuoco ai miei alberi che scoprirete cosa vogliono>
    Zahr sospirò, cercando di tornare in assetto composto. Adesso la cosa lo incuriosiva notevolmente. Osservò di fronte a sé, dove le creature nere scattavano da una parte all'altra. Nessuna era rimasta del tutto incenerita dal fuoco del drago, sperava quindi che non se la fossero troppo presa a male, nonostante alcune di loro emanassero un buon odore di essere-strano-arrosto. Il suono sibilante che producevano planando e balzando da una parte all'altra non lasciava promettere niente di simpatico.
    "Cosa sta succedendo?" chiese poi, non sapendo in effetti come agire.
    <sono giorni che si nutrono delle mie radici, non rispondono alla mia voce ne al mio spirito, non riesco a mandarli via!>
    "Ma tu chi saresti..."
    <non ha importanza>
    Ma come non ha importanza, quello era peggio di Lart. Bene: un drago facilmente suscettibile e un altro drago apparentemente poco propenso alla socializzazione, uno spirito arboreo che parlava a random senza presentarsi, mostri demoniaci apparsi dal nulla e... Lart. Meraviglioso, altro che la barca rubata, lì la cosa si sarebbe protratta ancora per un bel po'.
    Alcuni degli esseri scattarono verso Baledon, ignorando bellamente i due umani e il drago marino, circondandolo e disponendosi in modo che gli altri non potessero pararglile chiappe.
    Una linea nera di bestie serpeggianti si parò davanti a Ituriel, senza però avanzare ma sicuramente pronte a colpire qual'ora avesse attaccato lui per primo.
    Il loro comportamento era alquanto bizzarro, ma in effetti la foresta non aveva avuto tutti i torti. Ciò avrebbe implicato che anche Lart avesse avuto in parte ragione, quindi Zahr si badò dal farlo notare.
     
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    La situazione era gia sul filo del rasoio senza che Lart si mettesse a sbraitare "te l'avevo detto!" battendosi le mani sulla fronte e sventolando le braccia come se volesse scacciare esseri invisibili.
    "e questa poi" mormorò Baledon quando la foresta si mise a parlare in una lingua comprensibile "potevi restare anche in silenzio se la prima cosa che fai è dare ragione a Lart" disse il drago sotto voce.
    "oh essere fronzuto, domando scusa se nell'impeto del mio assalto ho causato danni ai tuoi alberi, ma se non lo avessi notato siamo circondati da esseri non troppo propensi al dialogo. Quindi se non sono sotto il tuo controllo potresti anche renderti utile aiutandoci, piuttosto che blaterare!; esclamò Baledon rivolto non si sa bene a chi, visto che l'essere parlante era ancora invisibile.
    Poi vedendo che un gran numero di quelle bestiacce lo stava circondando si preparò ad un'altra offensiva.
    "se non posso usare il fuoco per combattere, dovrò corroderli sperando che questo non ti infastidisca mio verde amico!" e così dicendo scoccò un'occhiataccia al terreno prima di lanciare lame di fuoco nero contro i nemici che lo circondavano.
    decidi tu denny quante bestie vengono colpite e quante no, concludi tu l'azione
     
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    Sono tornatoooo!!!! Scusate il ritardissimo!


    <bene, bene...> stava pensando Ituriel mentre continuava a guardarsi in torno. La situazione non era decisamente delle migliori, ma ciò che lo turbava di più era la totale assenza di idee sul da farsi. Avrebbe potuto attaccare le creature senza se né ma, come aveva fatto e stava facendo Baledon, ma non era sicuro di quanto quell'idea fosse buona. Inoltre, ad alimentare tutto questo maledettissimo casino, si era aggiunta anche una seconda voce incorporea, probabilmente dello spirito stesso della foresta di Ahsnaeris.

    "Bene Lart, visto? Non sei idiota come sembri, o almeno costui lo pensa" disse Ituriel con un accenno di sorriso cercando di prendere tempo mentre osservava Baledon scagliare lame di fuoco nero contro i nemici che lo avevano circondato.

    <potere interessante effettivamente> pensò il drago marino fissando incuriosito la reazione del drago bicolore, senza però perdere d'occhio le creature che si erano parate davanti a lui.

    "Io non lo farei se fossi in voi..." aggiunse il drago acquatico con un basso ringhio di gola dopo aver spostato totalmente l'attenzione su quelle strane creature.

    Comunque era decisamente il caso di fare qualcosa, di reagire o non ne sarebbero usciti bene.

    "Cosa ci consigli di fare, spirito?" domandò Ituriel rivolto al nulla in attesa di una soluzione che per ora tardava ad arrivare nella sua mente.
     
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    Chi diavolo è Denny, qui c'è Aes ti ammazzo Baledon, come è successo a Viserion... o a Tu sai chi...
    *cos'è successo a... tu sai chi?*
    *C'è chi dice che è morto. no, è morto. no, per me è ancora in circolazione.*

    *no, è morto*


    "Rivolgiti a Kaezlar come dovresti, bestia impertinente" esclamò la foresta, sicuramente rivolta a Baledon.
    O forse a Lart?
    "Visto?" rispose quest'ultimo, all'affermazione del drago d'acqua che aveva capito essere derisoria.
    Almeno però Ituriel pareva essere un po' meno testa calda del suo amichetto fiammeggiante, si era limitato a ringhiare e a mostrare le zanne senza colpire.
    Ciò che in quel momento era prioritario era allontanarsi da quegli affari, e Baledon stava più che altro colpendoli come non ci fosse un domani. In effetti chiunque, circondato da bestie del genere che gli saltavano addosso, sarebbe partito all'attacco senza remore prima di rischiare qualche colpo sul groppone.
    Zahr a differenza di Lart aveva un minimo di capacità di giudizio in più, almeno in situazioni potenzialmente pericolose come quella. Da evitare era anche il potere del drago di fuoco, che aveva centrato diverse creature circondandole di lame di fiamma oscure che sembravano star corrodendo loro le carni. Il suono stridente che emettevano aveva qualcosa di dannatamente inquietante, mentre i loro occhi scarlatti si spalancavano all'inverosimile nel venir consumate lentamente. Due bestie quadrupedi dalla forma indefinita (Descrizione: nere con gli occhi rossi, il resto chi se ne) balzarono oltre le fiamme per attaccare Baledon, ma Zahr le intercettò balzando in aria e afferrandole entrambe per una zampa. Non aveva ancora capito se era il caso di distruggerne altre, quindi si limitò a ruotare su se stesso mentre atterrava e a lanciarle indietro da dov'erano venute. Se avessero colpito di nuovo forse avrebbe agito in altro modo.
    Stava per far notare al drago di fuoco che forse era il caso di cercare un approccio diplomatico, non che fosse convinto avrebbe funzionato, quando il suolo si spaccò come scosso da un terremoto e una voragine improvvisamente prese il posto di quello che fino ad un attimo prima era un tappeto di erba e radici.
    "Per le cugine ignoranti di Solkan'an, poteva anche bastare così" commentò capelli d'autunno, alzando lo sguardo alla volta di fronde ormai gremita di volatili dal piumaggio notturno.
    Dal terreno emerse un fascio di luce violacea, diretto verso le chiome degli alberi stessi, inondando di una spettrale coltre di scintille e raggi d'energia il sottobosco. In pochi secondi il raggio luminoso si estinse, esplodendo tutt'attorno in un tripudio di bagliori e potenza.
    "Eh va beh, anche meno andava bene lo stesso"
    La creatura che ne emerse era di quanto meno imponente ci si potesse aspettare da tutto quel macello; poggiò i piedi per terra, dopo esser planato con leggiadria dal cielo, nel mentre che l'oscurità tornava a fare da padrona.
    Le gambe, le braccia e il busto erano quelle di un semplice umano, ma due ali d'aquila del colore del carbone fiammeggiante sul dorso e una coda di serpente contribuivano a conferirgli un aspetto sinceramente singolare. La sua testa sembrava quella di un uccello, piumata e dotata persino di un corto becco affilato, ma i suoi occhi giallastri erano senza dubbio quelli di un rettile.
    Indossava soltanto una corta tunica di pelliccia nera, che da sopra la vita gli scendeva sotto le ginocchia a coprire le parti indesiderate, mentre una sottile aura purpurea circondava la sua intera figura.
    Lart si avvicinò a Zhar, evitando lo sguardo assassino delle bestie circostanti, indicando il nuovo arrivato.
    "Secondo te ce l'ha il mazzuolo?"
    Zarh non sapeva se sorridere o se sbattergli la testa da qualche parte, e per qualche motivo la prima opzione prevalse anche se avrebbe di gran lunga preferito la seconda.
    "Treruumr urt Aknaaaar!"
    Poi successe il putiferio: la foresta iniziò a tirare altri bestemmioni a random, le creature oscure si agitarono e Lart inciampò su una radice a caso come un deficente di quelli professionali.
    In un vortice di piume, squame e artigli le bestie cominciarono a correre e volteggiare intorno ai due draghi e ai due umani, mentre la foresta stessa pareva ritirarsi sotto quell'impetuoso moto d'energia.
    I rami davano l'impressione di ripiegarsi su se stessi, ma forse era solo il forte turbinare del vento formatosi tra gli alberi.
    "Finalmente, la furente dolcezza dei flutti e la calda bramosia del fuoco si sono incontrate..."
    Le parole dell'essere alato non provenivano dall'ambiente, eppure parevano essere altrettanto poderose e prorompenti. La sua voce tuttavia era calma e morbida, potente ma allo stesso tempo quasi melliflua.
    In una frazione di secondo il vortice di vento generato dalle creature cominciò a tingersi di oscuri sciami luminosi (i famosi oscuri sciami luminosi sono noti in tutta Kengard per essere facilmente immaginabili: sciami oscuri, però luminosi) che investirono da ogni direzione i due draghi. Lart, dopo essersi rialzato, tutto fiero si lanciò verso Baledon, del tipo -ti salverò io... se come no-, e anche lui venne risucchiato da quel potere che niente aveva di simpatico.
    Zahr capì che tutti stavano scomparendo, o meglio immaginò che si stessero dissolvendo a giudicare dalla riduzione delle dimensioni del vortice di luce, e potenziando le gambe over ninetausand si lanciò addosso a Ituriel afferrandolo per la coda prima di sparire insieme agli altri nel nulla in un'esplosione abbagliante.
    Anzi, abbagliante e oscura, perché fa più figo.

    *no... per me è ancora in circolazione*


    Sembrava che il vuoto fosse diventato l'unico suolo calpestabile, un ampio spazio di luce in mezzo al nulla più assoluto. Tutto vorticava, tutto era caotico e indistinto, finché la luce non fu di nuovo materia.
    Quando Zahr poté finalmente mettere i piedi nuovamente per terra, i suoi occhi impiegarono qualche secondo ad adattarsi alla fioca illuminazione del nuovo ambiente. Lasciò andare la coda del drago marino senza però preoccuparsi di scusarsi con lui, sperava non se la sarebbe presa per così poco. In fondo sembrava il meno suscettibile, forse.
    Quello che seriamente lo preoccupò fu ciò che vide, e la situazione non lo convinceva per niente: l'ampio vano ovoidale in cui si trovavano era coperto d'ossa e di scheletri stesi sul pavimento, poggiati alle pareti e in qualunque altro angolo sperduto su cui lo sguardo si potesse posare.
    Dall'alto non proveniva luce, il che significava che erano tremendamente al chiuso e ciò non era per nulla una bona cosa, ma il fattore più preoccupante era l'assenza di porte o di una qualche altra possibile via d'uscita. La poca luce proveniva da delle torce incastonate nelle pareti, da cui zampillava del sinistro fuoco verde luminescente che niente avea a che fare con il fuoco a cui erano abituati.
    Preferiva sicuramente le bestie oscure di prima, la cosa cominciava quasi a turbarlo. Quasi, perché sul suo volto e su quello di Lart si era dipinto un mezzo sorriso di sfida che non nascondeva la loro emozione nel trovarsi apparentemente in un bel guaio.

    Ho modificato e aggiunto anche il dove siamo finiti, così facciamo prima con i momenti noiosi xD


    Edited by Aesingr - 8/9/2017, 04:28
     
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    "A chi dovrei rivolgermi?" Disse Baledon, soffiando altre fiamme corrosive, quelle almeno sembravano ottenere qualche risultato senza danneggiare la foresta…
    Ad un tratto due bestiacce quadrupede gli saltarono addosso, ma prima che potesse investirle col suo soffio, Zahr intervenne afferrandole Per le zampe e ricacciandole da dove erano sbucate:
    "Grazie amico..." disse il drago facendo un cenno di ringraziamento in direzione dell'umano.
    era alle prese con quei maledetti esseri Che li stavano minacciando sia dal cielo che dalla terra, quando il suolo venne squassato da una forza sotterranea.
    Una voragine si spalancò la dove prima vi era un terreno solido, ne scaturì un raggio di luce che investì ogni cosa di una strana energia.
    Alla fine di quel putiferio ci si sarebbe aspettati la comparsa di qualche essere gigantesco, ma ciò che apparve era alquanto singolare; l'essere in questione aveva tronco braccia e gambe da umano con un paio d'ali nere sulla schiena, una testa da uccello e una coda da rettile...
    "Ei per tutte le divinità amico, sei bruttissimo!" esclamò Baledon.
    Molto probabilmente la frase che disse l'essere a proposito di acqua e fuoco che si incontravano, era riferito a lui e all'altro drago, ma chissà cosa voleva dire, a Baledon la voce il tono di quel tipo, non piacevano.
    Poi tutto ciò che accade in seguito molto probabilmente ed a attribuire al uscita di Lart...
    quando lo stupido umano chiese se l'uomo-uccello-rettile avesse avuto un mazzuolo, il tizio imprecò, le bestiacce impazzirono iniziarono a muoversi così velocemente da causare una forte raffiche di vento, la foresta sembrava arretrare sotto quell'impeto.
    Ad un tratto tutto venne circondato dall'oscurità nella quale si individuavano degli sciami luminosi.
    baledon Ebbe una strana sensazione di venire attirato verso un altro luogo, poi un tratto tutto si fece oscuro.
    Quando poté percepire di nuovo qualcosa, la prima sensazione fu di solido sotto le zampe.
    Provò A muovere un passo in avanti E qualcosa scricchiolò sotto di lui.
    Quando il buio si ritirò, Baledon vide cosa aveva calpestato; tutto intorno a loro migliaia di ossa erano accatastate lungo le pareti di quella che sembrava una stanza ovale, vi erano ossa anche sul pavimento.
    Lungo le pareti infisse nel muro c'erano torce che emanavano una spettrale luce verdastra.
    "Non so a voi, ma a me questo posto ricorda tanto un arena…" disse il drago Bianco è nero rivolgendosi ai suoi compagni.
    "Fatti vedere se hai il coraggio!" ruggì Baledon rivolgendosi all'essere che gli aveva trasportati fino ha quel luogo dimenticato da tutti.
     
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    *Il mio più vecchio amico lui era* ... A parte cavolate ... Eccomiii!!! Oggi addirittura con una giocata più lunga del solito!!!


    *no ... E' morto*


    <la situazione si fa spiacevole> pensò Ituriel continuando ad osservare ciò che lo circondava, senza però perdere di vista le creature che gli sbarravano il cammino.
    Osservò le stridenti fiamme nere del drago che consumavano diverse creature, ma ne osservò anche altre schivarle, per non parlare delle due che tentarono di scavalcarle per attaccare direttamente il drago bicolore ma che prontamente Zahr rispedì indietro.

    <si fanno ancora più audaci> rimuginò continuando ad osservare, ma si stava decisamente agitando. Non gli piaceva trovarsi in una situazione che non sapeva spiegare, e gli piaceva ancora meno essere minacciato.
    Neanche fece in tempo a formulare questo pensiero che quella stramaledetta situazione sembrò peggiorare ancora. Il terreno si spaccò e un enorme fascio luminoso emerse dalla spaccatura che si era formata.

    "Per le stramaledette zanne di mia cugina viverna!" esclamò Ituriel quando vide apparire lo strano uomo ibrido tra uomo, volatile e rettile. Il drago acquatico stava decisamente perdendo le staffe, infatti stava gradualmente uscendo dalla sua situazione di apparente tranquilla contemplazione e sembrava che gli stessero proprio girando i così detti.

    <e ora che diamine succede?> pensò il drago mentre all'idiota domanda del bipede impertinente la foresta rispondeva in maniera decisamente esagerata. Grida, imprecazioni e oscuri fasci luminosi li circondarono in una totale e confusionaria baraonda.

    "Finalmente, la furente dolcezza dei flutti e la calda bramosia del fuoco si sono incontrate..."

    Queste furono le parole della creatura appena apparsa che misero ancora più in allarme il drago acquatico che ringhiò. Quelle parole erano molto probabilmente rivolte a lui e al drago bicolore, ma cosa significavano?

    Ma a quanto pare il peggio doveva ancora venire... L'oscurità li circondò e una strana sensazione lo pervase, si sentì come tirato in tutte le direzioni e in nessuna allo stesso tempo, come se fosse fatto di metallo e fosse completamente circondato da migliaia di magneti. Capì che stavano gradualmente scomparendo, cercò di ribellarsi ringhiando e dimenandosi ma era tutto inutile, si accorse a malapena di Zahr che si appendeva alla sua coda probabilmente per non restare indietro.

    Poi il nulla, oscurità e solamente un suolo sotto le zampe. Dopo un tempo indefinito la luce tornò gradualmente. Ituriel sbatté per qualche volta le palpebre e tornò a vedere chiaramente. Il luogo era decisamente strano, una stanza dalla forma ovoidale, con torce dal fuoco verdastro appese ai muri e con il pavimento ricoperto totalmente da ossa.

    "Se fosse veramente un'arena sembra che ci siano stati molti combattimenti, e che al proprietario non piaccia decisamente pulire." disse Ituriel in risposta all'affermazione di Baledon mentre si muoveva per la stanza facendo schioccare le ossa sotto le sue possenti zampe da drago.

    "E poi ... Tutto questo per un mazzuolo?" chiese ridacchiando, anche se la situazione era a dir poco preoccupante.
     
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    Zahr, quando si rese conto di dove diavolo erano finiti, esibì una raffica di smorfie contorte da far invidia agli omini delle patatine Sancarlo. Lart invece non poteva non mettersi in mostra, o meglio non poteva evitare di fare il Lart come al solito.
    "Nuoooooòòòò! Ma che strafigata! Zahr, visto che spettacolo?"
    Afferrò un osso parecchio appuntito dal terreno che ne era quasi interamente cosparso, e lo osservò con evidente ammirazione. "è un'arma stupenda! Sai che bello avere una spada d'osso di... emh, di cosa sono queste ossa gente?"
    Zahr era sicuro che i due draghi avrebbero avuto modo di sfogarsi molto presto su di lui, se quel che temeva era vero, ma voleva evitare che gli mettessero le zampe addosso prima del tempo.
    Non c'era mai un -prima del tempo- con Lart, andava sempre bene prenderlo a schiaffi, ma va beh.
    Baledon partì in quinta subito fierissimo come al solito, urlando al loro fantomatico rapitore, il quale pareva averli condotti in quella che aveva tutta l'aria di essere un'arena come lo stesso drago aveva fatto notare.
    La battuta del drago d'acqua fece sorridere Lart, che menò ad Ituriel una pacca sul dorso.
    "Bravo, tu si che parli la mia lingua. Inoltre..."
    "Oh, scusate"
    La voce della creatura riecheggiò nel vano, anche se la sua figura ancora non si faceva vedere. "Credo di aver usato troppa energia, ho sbagliato destinazione. E poi due draghi sono un po' pesanti da trasportare anche per un Garuda, che i draghi solitamente temono. Non era questo il luogo in cui volevo condurvi, e per un po' non potrò usare di nuovo il mio potere a quella potenza... che ne dite intanto di divertirmi un po'?"
    Zahr strinse i pugni, a cosa stava giocando quella dannata creatura? Stava per aprire bocca, quando l'essere lo interruppe, senza tuttavia manifestarsi ancora.
    "Oh, dimenticavo. Siamo sotto la foresta, non fatele troppo male altrimenti si lamenterà con me... ed è decisamente fastidiosa quando si innervosisce, capite?"
    "No, non capiamo, ma questo posto è stupendo!" esclamò Lart, lanciando ossa ovunque come fosse impazzito. "Di cosa sono queste ossa?".
    "di coloro che sono finiti qui per sbaglio quando volevo portarli altrove" rispose tranquillamente la creatura.
    "Ah, figo! E cosa... ah bene capisco, intendi dire che anche noi diventeremo ossa? Non direi proprio, abbiamo un drago bicolore sputa fuoco dispettoso e un drago d'acqua altrettanto figo, non riuscirai a..."
    La risata dolce e sottile della creatura invase l'ambiente, inabissando l'atmosfera e le parole di Lart in un alone tetro e sinistro.
    "Credo sia conveniente per voi restare calmi, non è il caso di..."
    Lart scagliò un fulmine di tutta risposta verso l'alto, che si infranse sul soffitto rumorosamente. Zahr, fin'ora rimasto calmo, concentrò l'energia sul palmo di una mano che poi chiuse a pugno.
    Si piazzò in mezzo alla stanza e si circondò di una flebile luce azzurrina, con una rincorsa si lanciò contro una parete e, balzando su di essa, si scagliò con una spinta di gambe addosso al soffitto. Con un pugno portentoso ed uno di quei gridi che fogano di brutto fracassò la superficie di pietra, tornando a terra in seguito all'impatto, tenendosi la mano destra con l'altra.
    "Mi sembra abbastanza dura, porco il supremo dei venti"
    Constatare quanto erano effettivamente confinati sottoterra poteva essere utile ai fini di una qualche possibile fuga, ma forse non erano nelle condizioni più adatte per pensarci in maniera ragionevole.
    Soprattutto perché la voce parlò di nuovo, andavano avanti a voci quel giorno e la cosa stava iniziando ad infastidire sia Lart che Zahr. E il fatto che fossero d'accordo su qualcosa era piuttosto intrigante.
    "Ho detto di stare calmi, non uscirete se io non lo decido. Ditemi una cosa, quanto siete disposti a collaborare?"
    Sulle mani di Lart si formò un altro fulmine bianco-azzurrino, che poi però si spense in pochi secondi. Segno che forse anche lui aveva capito di doversi dare una regolata.
    Il che era già un buon passo avanti, per quanto persino Zahr volesse riempire di botte lo strano inquietante individuo losco.
    "Dai amico, facciamo le brave persone su!"
    La creatura sembrò ignorarlo, poiché non arrivarono risposte di alcun genere.
     
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    Per me è morto! No è ancora in circolazione…


    "Probabilmente non lo ha il mazzuolo, visto che continua a non farsi vedere..." risposa il drago bicolore all'affermazione del suo amico marino, "io non soffro chi parla nell'ombra e si nasconde, senza mostrare le proprie intenzioni…"
    "Quindi sei un Garuda... E Interia dovrei aver paura di te giusto?"
    Poi osservò
    i due amici tentare di sfondare il soffitto roccioso, prima con un fulmine di Lart, poi con un pugno potenziato di Zahr. Purtroppo entrambi i tentativi si risolsero solamente con un po' di polvere e nient'altro.
    "Cosa sarebbe un Garuda" chiese Baledon rivolto allo scazzottatore di rocce.
    "In tutti casi siamo molto ben disposti a collaborare e ora te lo dimostrerò!"
    Così dicendo chiamò a sé il drago blu:
    "Sei pronto ad uscire di qui?"
    Poi arquò il collo verso l'alto e inizio a soffiare delle lame di fuoco nero contro la roccia la quale iniziò a sciogliersi, tra gli interstizi lasciati nella roccia corrosa si vedeva la terra soprastante bastava ammorbidire un po' quelle zone per causare un bel crollo!
     
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    Ituriel era sempre più irritato, quello strano tizio ci stava riuscendo proprio bene.

    "Posa quell'osso, umano..." disse il drago azzurro a Lart.

    "Ho la netta sensazione che siamo stati portati qui semplicemente per aggiungerci a questa macabra collezione" continuò guardandosi in torno.

    E poi di nuovo, quella maledettissima voce che faceva decisamente troppo la sbruffona per i gusti del drago acquatico.

    "Dovresti essere un Garuda? Togliendo il fatto che non ho la ben che minima idea di cosa tu sia, io non temo chi non si fa vedere, anzi, sono sempre più intenzionato a fargli decisamente del male..." aggiunse rivolgendosi ovviamente alla voce ma fissando con interesse il soffitto.

    Osservò i tentativi dei due bipedi per sfondare il soffitto e constatò il loro insuccesso.

    Quando il drago bicolore gli fece cenno di avvicinarsi Ituriel gli si accostò e rimase ad ascoltarlo, prima con interesse, dopo con sconcerto.

    "Ehi, non vorrai mica..." stava dicendo quando il suo simile agì, come Ituriel infatti si era aspettato da lui.

    "E cosa dovrei fare?" chiese sempre più sconcertato il drago marino osservando le pietre sciogliersi sotto l'impeto delle fiamme nere di Baledon.

    Per il momento Ituriel si limitò a far scaturire dalle sue fauci un getto d'acqua abbastanza ampio da raccogliere i detriti di roccia fusa che stavano crollando per cercare di ammucchiarli tutti da una parte dell'"arena" evitando che appunto crollassero addosso a lui e ai suoi compagni.
     
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    Zahr si compiacque di come sia Baledon che il suo compagno di giochi dell'acqua non stessero perdendo tempo, il punto era che faticava a capire che intenzioni avessero.
    Sul serio volevano rischiare di rimanere sepolti lì sotto?
    Lart ovviamente mostrò la sua approvazione, anche se quel che disse poteva essere vagamente interessante. Per quanto Zahr non apprezzasse quando esponeva una strategia a caso ad alta voce, essendo abituato a comunicare con lui paraverbalmente, in quel momento ammise di essere d'accordo.
    "Si drago, fai come dice il tuo amico focoso" cominciò fiero Lart, passando lo sguardo da Ituriel al soffitto. "Ci penserà Zahr a
    difenderci dal crollo"
    Concentrò nel frattempo energia elettrostatica sui palmi delle mani, aprendoli proprio verso Zahr. Nel frattempo la risata inutile e fastidiosa del garuda continuava a imperversare tutt'attorno, il fatto di trovarsi rinchiusi e obbligati ad udire quella voce paurosamente dolciastra era una tortura psicologica probabilmente tremenda per chiunque non fosse fuori di testa come quei quattro, e il che era già rincuorante. Se pensava di giocarsela sul danno mentale quella creatura si sbagliava di grosso.
    Il problema arrivò pochi attimi dopo, quando Zahr mise un piede avanti schiacciando un osso e facendolo scricchiolare in maniera anomala. Scattò indietro con la gamba con un'espressione vagamente sconvolta, dato che l'innoquo ossicino sembrava essersi arrabbiato. Scattando a piccoli tratti, le ossa davanti a lui presero a muoversi una verso l'altra, sollevandosi in piedi per mezzo di forze occulte eandando ad unirsi. L'attimo di pseudo-panico di Zahr durò così poco che quasi sembrò non esistere, poiché sul suo volto comparve l'accenno di un sorrisone a trentadue denti trattenuto a fatica. Il garuda voleva giocare con loro, e loro avrebbero giocato.
    "Non posso mostrarmi già a voi" rispose la voce alle provocazioni dei draghi. "Se combattessi adesso contro tutti voi probabilmente ci rimetterei le piume, non credete? Meglio metterci in condizioni di parità, così sarà più divertente!"
    Quel dannato voleva indebolirli e ferirli, cercando di far consumare loro le energie. Anche Zahr, da prima soltanto incuriosito dalle intenzioni del garuda, ora se ne sbatté totalmente e cominciò a ragionare alla Lart-mode.
    "Va bene, ritiro tutto drago" fece Lart di nuovo rivolto al drago del mare. "Ci penseremo dopo a quel soffitto"
    Gli scheletri andatisi a formare in quel breve lasso di tempo erano un numero spropositato, e li circondavano completamente. Trovarsi al chiuso e attorniati interamente da nemici che si trovavano a pochi centimetri da loro era pericoloso, nel colpire avrebbero avuto poco spazio e, se non facevano attenzione, potevano ferirsi anche tra di loro. Considerando che solitamente le tecniche di un drago erano ad ampio raggio e che le loro dimensioni erano adatte a terreni molto liberi e aperti, si poteva dire che il loro avversario aveva reso il vantaggio di quei bestioni quasi un'arma a suo favore. L'altezza ridotta del vano impediva il volo, contando anche che la quantità d'ossigeno era era sicuramente minima si trovavano in condizioni sfavorevoli sotto ogni punto di vista.
    In effetti però quello era un buon indicatore, e fu proprio Lart a rendersene conto, esponendo i suoi pensieri in tutta scioltezza mentre distribuiva l'energia al corpo.
    "Sentite, non penso ci siano molti metri di terra sopra di noi. Se possiamo ancora respirare tranquillamente e non ci sono evidenti uscite, è chiaro che l'ossigeno dovrà entrare in qualche modo"
    Faceva uno strano effetto sentirlo parlare con logica e e con discorsi sensati.
    "Quindi prima ci liberiamo di questi affari..." sogghignò, "prima usciamo da qui"
    Balzando indietro con una capriola, colpì due di quegli inquietanti non morti con un doppio calcio volante a girare alla Chuck Norris, amplificando la propria agilità tramite gli impulsi elettrici al proprio corpo. Non era un caso se Zahr si trovava bene con lui, per quanto fosse stupido era parecchio abile nel menare le mani... o, nel suo caso specifico, i piedi.
    Utilizzare le scosse elettriche su quegli esseri probabilmente non avrebbe avuto il benché minimo effetto, e Lart lo sapeva. La cosa migliore era scazzottare quei frammenti di vita fino a farli tornare al loro stato di tappeti bianchi d'ossa intrecciate.

    La creatura ibrida che li aveva infastiditi fino a quel momento sembrò zittirsi, e anche quello poteva far pensare.
    Lart, nel colpire uno scheletro il quale aveva cercato di difendersi impugnando un osso appuntito sporgente da una parete, urtò con la schiena un fianco di Baledon. Ebbe una strana sensazione di calore, che lo accese ancora di più.
    "Forza draghetto focoso! Datti da fare, o rimarrai indietro. A chi ne distrugge di più!"
    La battaglia ebbe inizio, tra scheletri che brandivano altri scheletri, ossa che semplicemente strisciavano sul terreno e si univano per cercare di afferrare le zampe dei draghi e le gambe degli umani,mani artigliate che si scagliavano contro di loro per infilsare le loro carni... in somma il macello più totale. E in tutto ciò Zahr e Lart erano partiti a menare cazzotti e pedate a destra e amanca, giocando a lanciarsi scheletri addosso e a evitarli come fossero bicchieri vuoti.
    In fondo quel gioco lo facevano sempre nella tana, d'accordo che usando posate che non si muovono da sole era un po' meno pericoloso, ma alla fin fine cambiava poco secondo il loro modo di vedere la cosa.
    "Baledon, il garuda è una creatura da considerarsi fiera e indiscussamente potente, anche se in questo caso non si direbbe" cominciò a spiegare Zahr, nel mentre che deviava uno scheletro con una gomitata che gli fracassò il cranio. "Sono uomini dotati d'ali di rapace, come quelle di un'aquila, di cui talvolta portano anche le sembianze sul volto e più raramente sugli arti inferiori"
    La faccenda più fastidiosa era legata alla capacità di quei non morti di agire anche se senza gran parte del corpo, sembravano potersi muovere indipendentemente dalla loro forma. Meglio così, non si sarebbero esauriti molto presto.
    "Quello con cui abbiamo a che fare non è..." cazzotto nel groppone ad uno scheletro, "del tutto garuda, sembra unire anche le fattezze del naga..." pedata nei denti ad un altro, "i loro nemici naturali con sembianze di uomini serpente"
     
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    scusate il post corto....

    Ecco il macello più assurdo era partito, e Baledon non era contento:
    "Solitamente il mio caro Garuda quello che fa casino sono io, e non gli altri!" ruggì così forte che le ossa si spostarono sul pavimento, "Quindi dovrai pagarla per questo! E poi a quanto mi dice il mio amico Zhar, sei proprio brutto e forse anche un tantino incompreso... Che tenerello che sei.".
    Il garuda poteva anche essere tenerello, ma le ossa che aveva animato non lo erano per nulla.... o forse si?
    Guardò con occhio divertito i due amici che si lanciavano le ossa, e gli venne voglia di parteciparvi....
    Quando Lart gli andò a sbattere, percepì una lieve scossa elettrica, non dolorosa, anzi al contrario gli diede energie rinnovate.
    Accogliendo al volo la proposta del ragazzo, Baledon afferrò uno scheletro per la coda e con un solo movimento lo scagliò in direzione di Zhar.
    "bhe, se dobbiamo restare qui sotto tanto vale divertirsi!" e così dicendo boooooom codata volante ad un'altro scheletro che si schiantò contro il muro, ma purtroppo la testa si staccò e volò in direzione di Ituriel.
     
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    Scusate il ritardissimo ragazzi, sono tornatooo!!!


    Il caos più totale era iniziato. Il rumore che invadeva l'"arena", oltre i ruggiti e le imprecazioni dei compagni di Ituriel, era lo scricchiolio e il brulichio emesso da quegli stramaledetti scheletri evocati dal Garuda.
    <la situazione si fa interessante...> pensò Ituriel mentre smetteva di far scaturire l'acqua dalle sue fauci. Lart aveva ragione, prima si sarebbero liberati di quelle ossa marce, prima sarebbero potuti uscire di nuovo all'aria aperta; il Garuda si sarebbe pentito di tutto quel giochetto, per divertirsi aveva solamente allungato di molto l'agonia che Ituriel gli avrebbe inflitto prima di ucciderlo definitivamente.

    Il drago acquatico si guardò per un attimo attorno, registrando le movenze e gli atteggiamenti degli scheletri e la modalità di agire dei suoi compagni, sembravano decisamente divertirsi.

    Si accorse appena in tempo della testa che gli stava andando in contro dopo che lo scheletro al quale apparteneva era stato spalmato contro il muro da Baledon. Il drago aprì le fauci per poi farle scattare per afferrare la testa al volo. La spezzò con le zanne e la lasciò cadere a terra con un lieve acciottolio.

    "Bene allora... Cominciamo!" esclamò il drago azzurro unendosi con entusiasmo agli altri tre.

    Fece scattare la coda spazzando via un'intera fila di scheletri che finirono sparsi per tutta l'arena, tornando ossa innoque nel momento in cui toccavano il pavimento o il muro con abbastanza forza da smembrarli totalmente fino alle falangette delle loro scheletriche mani.
     
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