Un'oasi tranquilla?

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    Il drago azzurro che puzza di pesce

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    Lo sconquasso era indefinibile, ma sul viso di Lart si vedeva quanto ciò fosse dannatamente apprezzato, almeno da lui. Ad un certo punto uno scheletro intero decollò da una parte all'altra della stanza, non si capì chi l'aveva lanciato ma stava di fatto che finì addosso a Zahr.
    Quest'ultimo se lo scrollò di dosso, e quando questo provò a ribellarsi il ragazzo gli scaricò contro tutta la sua potenza, menando una raffica di pugni che lo fece rimbalzare più volte per aria. Palleggiò per una decina di secondi con il povero scheletro, fracassandolo con un pugno che lo divise a metà; infierì poi sul suo bel corpicino... scheletrico... fino a ridurlo ad una fine polverina bianca. Si accorse che parte dei rimasugli granulari venivano assorbiti dal terreno, compattandosi con il suolo non del tutto compatto, come se il terreno su cui stavano poggiando i piedi fosse in parte friabile.
    Lart intanto fischiettava una canzoncina, mentre calciava e sgomitava a ritmo. Una lama d'osso lo ferì ad un braccio, lasciandogli un piccolo taglio sul lato esterno del gomito sinistro, ma non parve neanche accorgersene.
    Zahr poi lo afferrò di peso, e con un grido lo scagliò contro due scheletri che stavano balzando loro contro, sbaragliandoli con il proiettile Lart-storming.
    In somma, c'era il putiferio più totale. Putiferio che piano piano aveva cominciato a diminuire d'intensità, fino a ridursi ad uno scricchiolio sforadico e intermittente. In pochi minuti, tra zampate, martellate sul groppone senza martello, ginocchiate nelle gengive e quant'altro, l'orda di scheletri era stata ridotta ad un decimo.
    I superstiti non sembravano avere paura, probabilmente non potevano provarne, però soli soletti in mezzo ai frammenti dei loro ex compagni facevano quasi pena.

    "Allora piccolo passero solitario?" gridò Lart, alzando lo sguardo verso il soffitto, "ora cosa ci mandi addosso"
    Dire che era in fibrillazione dall'eccitazione sarebbe stato un eufemismo, sprizzava elettricità statica da tutti i pori e l'aria attorno a lui pareva impazzita. Zahr lo mostrava un po' meno, ma anche lui era eccitato da quella situazione.
    "Sono felice di vedere che combattete così bene insieme" commentò la voce, ancora più sorniona e sbeffeggiante di prima. "Chi sa da quanto cooperate per essere così coordinati"
    Lart batté una mano su una spalla a Baledon, anche se quest'ultimo probabilmente non avrebbe apprezzato il gesto.
    "Vero socio? Da quanto io e te lavoriamo insieme?"
    A Zahr sfuggì un mezzo sorrisetto, in effetti se l'erano cavata piuttosto bene ma non certo per la collaborazione. Semplicemente non erano avversari alla loro altezza quegli affari... anche se erano stati divertenti come preludio a qualcosa di più figherrimo.
    "Allora perché non mi raggiungete? Non vedo l'ora di vedervi all'opera"
    Quella creatura stava giocando con il fuoco, anzi... con il fuoco, l'acqua e il fulmine, oltre che con i cazzottoni Zahr-style. Probabilmente se ne sarebbe pentita a breve, ma per il momento era sicuramente meglio stare al suo gioco.
    C'era anche la possibilità che potesse far cadere loro addosso quello che c'era sopra le loro teste, seppellendoli vivi, e non era esattamente la fine che avrebbe voluto fare nessuno lì dentro.
    "Tranquillo che quando ti raggiungiamo ci chiederai di tornare indietro, vigliacco come sei" continuò Lart, ora un po' più tranquillo, seppur fiero nella sua posa di battaglia.
    "Oh... seminerete ciò che raccoglierete dunque"
    Il ragazzo fece frizzare l'elettricità sulle mani, rimanendo un attimo con quella che dava l'idea di essere un'espressione seria... o quasi, perlomeno concentrata.
    "Eehèè? Iiiicchettadetto?"
    Ci voleva il toscanismo xD
    Scrivete anche un pezzo del combattimento se vi va, ma smenate ben bene a destra e a manca se no unvabbene!
    Leggetelo bene il post, se capite cosa fare per uscire ovviamente provate a farlo, gli indizietti ci sono.
     
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    breve lo faccio scusamtmi il stra ridardo, ma alm neo andiamo avanti


    Baledon stava iniziamnd ad arrabbiarsi sul serio, quello spazio stava diventando angusto con la presenza di due draghi, e lui odiava sentirsi bloccato.
    Per questo motivo, il primo scheletro che gli si parò davanti finì schiacciato sotto una delle sue zampine, e ondevitare che i frammenti si ricomponessero come accade sempre, li spiaccicò ben bene e già che c'era soffiò un po di fuoco corrovsio.
    Dopo tutto ciò si sentì assai meglio, e potè compattere con spirito diverso, svergò un paio di scheletri, e poi visto che non si era mosso da dove era, potè sferrare un attacco completo (riferimento causuale), e attaccò con un morso il primo scheletro alla sua sinistra, staccandogli la testa e poi lanciandogliela addosso, con una zampata attaccò quello a destra riduecndolo ad un mucchietto d'ossa, con l'altra zampetaa svergò uno scheletro contro il muro, con le ali fece partire uno scheletro contro il soffitto, dove si incastrò con le costole nella terra e con la coda ne sbattacchiò un'altro un pò così a casaccio.
    Finito lo scempio, si accorse che i frammenti d'ossa venivano assorbiti dalla terra che componeva il terreno.
    "vuoi vedere che c'e' un piano sotto a questo".
    Mentre Lart parlava con quello stramaledetto uomo passerettile, Baledon iniziò a dare le zampate sul suolo.
    "devo ammettere che abbiamo lavorato bene assieme piccolo uomo", sdise il drago quando scintillagli diede una manata sul fianco.
    denny scrivi tu che effetto hanno le zampate di baledon se ne hanno uno sul terreno
     
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    Come dice Caramell quando vede Voldemort: "E' tornato!" ... E infatti eccomi qua! Vi sono mancato fanciulli? Bando alle ciance, sverghiamo ogni osa!


    L'ira si impadronì del drago acquatico, ma anche in una situazione del genere quest'ultimo non perse la sua proverbiale freddezza mentale. Si rese presto conto che quel luogo era a dir poco claustrofobico con due draghi, figuriamoci con due draghi che combattevano!

    Chiuse gli occhi per un attimo, un solo e unico attimo di raccoglimento, un attimo in cui Ituriel si estraneò completamente da tutto ciò che lo circondava, un attimo nel quale si abbandonò totalmente al potere che fluiva in lui per dargli una forma, una forma si diversa, ma comunque potente, anche se in un modo differente. Quell'istante sarebbe potuto essere un problema visto che mentre si raccoglieva in se stesso rimaneva per qualche istante appunto indifeso ma si fidò dei suoi compagni di sventure per quei pochi secondi.

    Ecco il potere fluire in lui, attraverso ogni poro della sua pelle, attraverso ogni singola cellula del suo corpo... E poi il potere sembra fuoriuscire da lui, lo circonda, lo impregna facendolo brillare di una potentissima luce azzurra.

    Poi tutto passa... La luce si spegne ma c'è qualcosa di diverso.

    Lo spazio che prima era ricoperto dalla grande mole del drago acquatico ora è scoperta, solo un uomo si erge nel punto dove prima vi era un enorme drago.

    Un uomo imponente, alto, bellissimo e allo stesso tempo terrificante. Indossa un'armatura a scaglie verdi e azzurre e sulla schiena, con l'elsa che spunta dalla spalla destra, ha fissata un'enorme spada con impugnatura a due mani, è la stessa spada che portava allacciata sul dorso in forma di drago. I suoi occhi dello stesso colore di quelli della sua forma dragonesca saettano per qualche istante per la stanza registrando tutto quello che incontrano, poi si mette in moto con una fluidità disumana.

    Ituriel estrasse la spada maneggiandola tranquillamente con una sola mano e si gettò nella mischia con determinazione e spietatezza.

    Attivò immediatamente una delle sue abilità speciali, Il Mulinello. Un vortice d'acqua lo circondò completamente, generando allo stesso tempo un vento impetuoso che teneva lontani gli scheletri che cercavano di colpirlo. Sfruttando il moto rotatorio delle acque e del vortice di vento creato Ituriel costrinse una quantità esorbitante di scheletri contro il muro più vicino per poi passarli a fil di spada con efficenza e spietatezza. Li ridusse in briciole l'uno dopo l'altro, mentre i venti e l'acqua che lo circondavano disperdevano i miseri resti di quelle sciagurate creature.
    Rimase concentrato sul combattimento ma udì con chiarezza le parole che quel maledetto essere rivolse ai suoi compagni e anche le battute di risposta di questi ultimi.

    "Allora mostraci di cosa sei capace..." aggiunse Ituriel rivolgendosi al loro sgradito ospite, mentre si accingeva a polverizzare gli ultimi scheletri rimasti.

    E' la mia prima giocata di combattimento, spero vada bene xDDD
     
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    Ok l'indovinello non era così facile, ma neanche così difficile da impedirvi proprio di provarci xD prima "Eeeeh Aes dai metti un po' di *investigation*" e poi... mi ignorate bellamente. Bravibravi. Ve lo faccio io giusto perché se no non si va avanti :yea:

    Mazzate, mazzate e ancora mazzate. Tekken tag tournament 2 può accompagnare solo.
    Scheletri che volavano, artigli che laceravano, mulinelli d'acqua e
    scazzottate a destra e a manca.
    Eppure quei cosi sembravano non finire mai, nonostante la stanza non fosse così grande.
    "Dannazione però, credevo stessero diminuendo" commentò Lart, che nonostante il becero divertimento si sentiva un po' a disagio nel continuare a colpire avversari già buttati giù pochi secondi prima.
    Accorgendosi poi che Baledon ne aveva ridotto uno in poltiglia, restò ad osservare per qualche secondo il punto in cui la polvere dello scheletro s'era dissolta. Questa scomparve nel terreno, cosa che accadde anche a qualche altro pezzo d'osso ormai in frantumi.
    Zahr però volle rubargli la scena, mettendosi prorompentemente in mostra con fierezzitudine.
    "Ha detto di seminare ciò che raccoglieremo no? Non avendo senso, credo si riferisca al come uscire da qui"
    Lart batté un piede a terra nervoso, come al solito gli aveva fregato la scena. Non era mai abbastanza veloce a ragionare, o meglio non era nemmeno in grado di farlo in condizioni normali. Raccolse dunque le ossa degli scheletri devastati e cominciò a seppellirli sotto quel terreno stranamente friabile, e questi smisero di tornare con prepotenza in superficie. Finalmente il numero di avversari si ridusse drasticamente, e le labbra di Lart si curvarono in un sorrisetto soddisfatto.
    "Allora galletto?" proruppe, rivolto verso l'alto. "Che ci manderai adesso?"
    Il suolo sotto i loro piedi cominciò a sfaldarsi, in maniera poco simpatica.
    Voleva imprecare, si trattenne solo perché era troppo attento a capire se quello fosse un bene o un malissimo, dato che stava precipitando.
    Sentì il proprio sedere impattare con violenza su una superficie parecchio dura, ma dopo neanche tre o quattro metri di caduta. Il che era buona cosa, o si sarebbe sfracellato orribilmente; lui e Zahr, anch'egli non propriamente sceso con delicatezza.
    "Quella dannatissima fogna di scarti non-degradabili di sua mamma, io lo ammazzo!"
    "E dai rilassati, non è stato così male" replicò Zahr, cominciando a guardarsi intorno circospetto.
    Attorno a loro si aprivano quattro corridoi, illuminati dalla stessa luce verdastra del piano sovrastante, però questa volta costruiti in marmo bianco e con un pavimento ben più solido. Diverse colonne sormontate da capitelli ricchi di volute e incisioni reggevano ampie impalcature, come se tutta la struttura fosse stata attentamente progettata da qualcuno decisamente esperto.
    "Io volevo salire su, non scendere ancora accidenti a lui" continuò Lart, indispettito ma fomentato più che mai. L'idea di non avere una chiara via d'uscita invece di preoccuparlo lo elettrizzava, ma voleva capire chi fosse quella creatura così potente da possedere, o aver eretto, un simile mondo sotterraneo.
    I corridoi erano disposti a croce, ognuno diretto verso uno dei punti cardinali. Mentre di fronte a loro e alle loro spalle i corridoi parevano più ampi e per qualche arcano motivo parecchio illuminati, gli altri due davano l'idea di dirigersi nelle profondità più recondite del nulla e si restringevano sempre di più come a formare dei coni di spazio relativamente angusto.
    Vi ripropongo lo stesso giochino che ho fatto in un'altra role (cambiando le quantità) e a cui non mi hanno risposto, ne avevo pensato un altro ma voglio vedere se qualcuno mi da soddisfazione hahaahahaha ^_^ maremma cighniala. Così magari riesco anche a ricollegare le due cose

    Sotto i loro piedi si trovavano cinque semplici figure simili a delle rune, tratteggiate sul pavimento quasi candido. Disposte a pentagono vi erano una foglia, tre petali, cinque spine, otto piume e tredici squame, ognuna rivolta in direzione diversa dalle altre.
    Lart partì a caso tutto yea verso uno dei corridoi bui, quello alla sua sinistra, giusto perché gli sembrava il più figo.
    "Sbrigatevi, tanto se li proviamo tutti troviamo di certo anche quello giusto!"
    Non faceva una piega, no?
     
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    Sicuramente preoccuparsi di come organizzarsi non era nei loro piani, probabilmente l'ultima cosa che avrebbero fatto era pensare a qualche efficace soluzione.
    Passarono soltanto una manciata di secondi da quando Lart aveva preso a sbraitare a caso scorrazzando su e giù; d'improvviso una mano si poggiò sulla spalla destra del ragazzo, una mano di dimensioni non troppo grandi ma dalla forza smisurata, che esercitò su di lui una vigorosa pressione.
    Lart d'istinto si voltò e preparò una pedata volante a girare delle sue, ma si accorse subito trattarsi dell'ultimo individuo si sarebbe potuto aspettare.
    Accanto a lui, conun braccio comodamente appoggiato sulle sue spalle, c'era la stessa creatura che li aveva condotti fin lì. Adesso però la sua espressione era decisamente mutata, non aveva più niente di quel sorrisetto beffardo e scocciante di poco prima. Forse solo un pochino.
    "Cosa? Salve galletto"
    "Salve" gli rispose il mezzo garuda, interrompendo il contatto fisico.
    "Cosa vuoi?" si immise Zahr, leggermente più ostile ma incuriosito da quell'apparizione.
    Il garuda chinò il muso, voltandosi verso i due draghi.
    "Basta giocare, ho scherzato abbastanza. Probabilmente non siete consapevoli di quello che è appena successo nella foresta, e di ciò che sta ancora accadendo" Con un sorrisetto aprì una mano, indirizzando un fascio di luce nell'oscurità per rischiarare un percorso.
    "Non pensavo che sareste così facilmente sopravvissuti lì sopra" fece, indicando verso l'alto con un sorrisetto. "Avete risolto l'enigma?"
    Lart elettrizzò una mano e generò una scarica azzurrina che lo attraversò dalla spalla alle dita, mentre un piccolo ringhio si faceva largo fra le sue labbra.
    "Ci stai prendendo in giro? Ma se sei tu che..."
    "Non l'ho creato io, io vi ho solo trasportati qui con me. Sono rimasto là dentro senza farmi vedere solo perché reputavo divertente il guardarvi lottare con quegli scheletri, e mentre voi lottavate mi sono accorto che le briciole di ossa venivano assorbite dal terreno e... beh, ho finto di creare un piccolo indovinello"
    "Ma che diavolo stai dicendo"
    Com'era chiaro intuire Lart si stava vagamente alterando, quel tipo li prendeva in giro e non si faceva alcuno scrupolo a beffarsi di loro. Tuttavia era difficile capire se stesse mentendo in quel momento o se avesse mentito prima.
    "Se non vi avessi trasportati qui probabilmente sareste finiti male, datti una calmata. Ahsnaeris sta per vivere un brutto momento, ci tengo alla mia casa e non o alcuna intenzione di permettere che quei cosi invadano questa foresta"
    Fu Zahr questa volta a chiedere, poggiandosi ad una parete con un braccio.
    "Per questo allora sei comparso insieme a quei mostri?"
    "Non li ho certo evocati io, cosa credevate? C'è solo un problema, la fonte da cui scaturisce la loro energia è enorme, e io non sono in grado di spegnerla. E pensare che queste anomalie sono dovute... a stupidi errori mortali"
    Il garuda batté un pugno su una colonna, facendola vibrare vigorosamente. Sembrava genuinamente infuriato, ma mai quanto Lart.
    "E allora esinio rimbecillito di un uomo aquila... ti sembra il momento per scherzare e prenderci in giro, qualunque cosa stia succedendo?"
    Il tono della creatura ibrida si fece più pacato, quasi nuovamente mellifluo.
    "Volevo mettervi un po' alla prova. Se non foste riusciti a difendervi neanche da questi scheletri balordi probabilmente avrei fatto meglio a lasciarvi crepare là sopra all'esterno"
    Lart scaricò una raffica di saette totalmente random a casaccio di fronte a sé, evitando di colpire qualcuno degli alleati e ruggendo con energia. Non era tanto per il nervoso, quanto per l'eccitazione; quel garuda però lo mandava in bestia.
    "Dunque... la domanda è evidente..." fece, fissandolo con insistenza. "perché ci hai portati qui? E cos'è questo posto?"
     
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    chi non muore si rivede


    Finalmente anche Lart si era reso utile, trovando il modo di non far tornare in vita quei maledetti scheletri.
    All'improvviso un lampo di luce attraversò l'ambiente: girandosi a vedere da dove fosse provenuto Baledon si rese conto che mancava qualcosa....
    Ci mise qualche istante a capire, ma quando notò l'imponente figura del guerriero in armatura, capì!
    "Anvedi ahò!!!!!! Questa si che è una sorpresa!" pensò.
    Poi tornò a macciullare scheletri come se non ci fosse un domani, e forse fu per questo che non si accorse che il terreno si spalancò sotto le sue zampe; Baledon fece giusto in tempo ad allargare un minimo le ali, per atutire l'atterraggio, ma nonostante ciò quando impattò col terreno sottostante, gli artigli penetrarono nel marmo che ne ricopriva la superfice.
    quando ebbe estratto le unghie dal terreno, e nell'operazione qualche pezzo di pavimento venne divelto, il drago bicolore si guardò attorno.
    L'ambiente probabilmente agli occhi dei miseri umani appariva sfarzoso, ma a lui.... diciamo che importava relativamente poco.... per non dire che se ne strabatteva la (CODA).
    Stava per lanciare una palla di fuoco corrosivo giusto perchè gli andava così, quando il loro amico del piano di sopra, si palesò con no chalance al fianco di Lart.
    Se al suo posto ci fosse stato Baledon, probabilmente il garuda si sarebbe già trovato con qualche testa in meno sulle spalle, invece così rischiò solamente di essere fritto.
    Un pensiero ramingo attraversò la mente del drago:
    "Garuda fritto? Sarebbe da provare....", e con questo pensiero fisso si avvicinò al loro ospite.
    "se è vero che necessitavi del nostro aiuto, perchè non ti sei limitato a chiederlo e b asta? Solitamente le persone normali fanno così.... Siccome a me me ne strabatte il membro, potrei decidere di sdraiarmi qui, e attendere lo scorrere del tempo. Quindi cerca di essere convincente..."
     
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    Il garuda si voltò verso il drago bianco e nero, scrutandolo da prima con una vena di rammarico e poi con un’espressione leggermente tinta di rabbia.
    In effetti il motivo per cui li aveva portati lì non era da biasimare, forse neanche il come l’aveva fatto a giudicare da ciò che stava raccontando. Anche Lart, però, almeno per quella volta era d’accordo con Baledon.
    “Dimmi drago, davvero tu avresti accettato di seguirmi, dopo che l’intera foresta si stava ricoprendo di creature oscure e demoniache? Mi sono manifestato proprio mentre queste sorgevano dal terreno, cercando di scacciarle, ma è chiaro che ai vostri occhi io sia sembrato colui che le ha evocate. Non penso proprio mi avreste seguito, io nel vostro caso non l’avrei fatto”
    Zahr annuì, in fondo il ragionamento filava. Il punto però era che dovevano comunque proseguire, e capire soprattutto in che modo.
    “Allora dicci di più, cosa dovremmo fare per aiutarti?”
    La creatura piumata sembrò recuperare la sua compostezza, ricoprendosi di un’aura luminosa che sfolgorava di guizzanti saette tutt’attorno.
    Si mosse verso uno dei corridoi oscuri, precedendo
    Lart e il suo impetuoso incedere.
    “Avete decifrato l’indovinello?” chiese il garuda, senza voltarsi neanche a fissarli.
    “Le spine, dico bene?” chiese Zahr.
    La creatura rimase un attimo in silenzio, poi annuì e continuò a camminare.
    Il corridoio continuava in uno snodo oscuro, che deviava in un gran numero di basse porte ad arco, aperte nella pietra. Ognuna di queste davano in un buio anfratto sotterraneo, ma Zahr aveva capito quale dovevano imboccare.
    Le porte erano in tutto tredici, ed essendo 5 le spine aveva capito che sarebbero dovuti passare per la quinta, anche se il garuda pareva averlo già compreso e li stava conducendo senza troppi ripensamenti.
    “Se già sapevi come muoverti qui, perché mai ti serve il nostro aiuto? E che razza di luogo è questo?” domandò Lart, giustamente.
    Il gruppetto varcò la piccola soglia per dirigersi in uno spazio lineare e ristretto, che continuava a scendere ancor più sotto il livello del suolo.
    “Purtroppo ho scoperto questo luogo molto di recente, è stato un caso che io vi abbia incontrati e vi abbia sfruttati per accompagnarmi in questa esplorazione, comunque da qui in poi neanch’io so cosa incontreremo. Sta di fatto che la fonte demoniaca che conduce le creature all’esterno della foresta si trova qui, ne percepisco la manifestazione”
    Lart si avvicinò alla coda di Baledon, tirandogliela con la mano sinistra e abbracciandola per portarsela sotto l’ascella. Con un sorrisetto lo stuzzicò approfittandosi anche del poco spazio disponibile, fingendo di aggrapparsi ad essa solo per non rischiare di pestargliela.
    Zahr invece restava dietro i tre, attento a ciò che si trovava alle loro spalle. Grazie al garuda potevano vedere cosa si trovava a pochi metri di fronte a loro, ma lo sguardo si perdeva nell’ombra se cercavano di scrutare oltre.
    Occhi rossastri, simili a quelli già scorti in superficie, si palesarono nell’oscurità quasi totale; questa volta però le condizioni per muoversi ed attaccare sembravano decisamente più sfavorevoli.
    Il garuda si alzò in volo, riflettendo la propria aura sul suolo sottostante e constatando che in altezza vi erano più di cinque metri di spazio. La sua energia luminescente rischiarava fin dove possibile, e quel piccolo cono di luce era sufficiente per individuare cosa si trovasse di fronte a loro.
    Erano piccole ranocchie, non più grandi di una zampa di uno dei due draghi, di colore grigio scuro. Solo i loro occhi si presentavano di colore scarlatto, similmente alle bestie nere affrontate poc’anzi.
    Due di quelle più vicine si lanciarono immediatamente addosso a Lart, che come al solito si trovava in vetta alla combriccola. Il ragazzo reagì d’istinto spostandosi di lato e prendendosi una bella capocciata sulla parete alla sua destra, per poi rivestire il proprio corpo di un alone elettrico che lo pervase dalla testa ai piedi.
    “Ahhr dannazione! Mannaggia a te Baledon… occupi troppo spazio!”
    La creatura si ritrasse di scatto a contatto con le scosse elettriche, e il garuda piombò su di lei con un calcio che la spezzò a metà. Il mostriciattolo rosposo si dissolse, senza lasciare tracce di sangue né il proprio cadavere, giusto per confermare che le cose non erano per nulla normali là sotto.
    In realtà non serviva alcuna conferma, ma va beh :yea:
    Il garuda ne colpì un’altra e poi un’altra ancora, le bestie però erano in troppe e ben presto si intrufolarono anche nel corridoio in cui si trovavano gli altri che proprio in quel momento stavano uscendo.
    “Schiacciane un po’ drago!” strillò Lart, indicando Baledon con un dito fierissimo.
    Dito che, per sbaglio, finì in un occhio proprio al drago bicolore che in quel momento si trovava per forza di cose con la testa abbassata, non essendo ancora emerso nel vano antistante.
    “Emh… scusa, non volevo. No, questa volta non volevo sul serio!”
    A Zahr sfuggì un risolino, non aveva visto cosa fosse successo ma la voce di Lart era comunque un segnale pericoloso. Se avesse fatto imbufalire quel drago in un mistico luogo immerso nelle tenebre di cui non sapevano niente come quello, le cose sarebbero anche potute degenerare.
    O meglio: si, sarebbero decisamente degenerate.
    Zahr prese due di quegli affari e li rispedì indietro di peso, calciandoli con forza e oltrepassando Lart con uno spintone, al che il garuda ne approfittò per colpirli con una sfera di luce scagliata dalle mani. Questi esplosero in una miriade di schegge luminose, che per un fugace istante accese ulteriormente lo spazio in cui si muoveva l’orda di ranocchiette inquietanti in avvicinamento, che ancora non sembravano aver causato troppi danni a nessuno dei presenti. Ancora, almeno…
    Balzarono tutte improvvisamente in avanti quasi all’unisono, e fu il caos più totale. Strani squittii pervasero l’androne sotterraneo, simili a ratti che si muovevano silenziosi inuna fogna in cerca di cibo putriscente.
    Le loro zannucce erano davvero infami, Lart lo poté constatare a sue spese quando quattro di loro gli si lanciarono addosso e gli lacerarono i vestiti. La sua aura di fulmini li respinse tutti all’istante, ma uno di loro fece in tempo ad affondare i denti nel suo avanbraccio sinistro usato per proteggersi la faccia.
    Lanciò uno stridulo gridolino incredibilmente acuto, come gli avessero schiacciato i testicoli a martellate, per poi trasformare il gemito strozzato in un ringhio imbufalito e colpire a destra e a manca con sfolgorate ninja a profusione come non ci fosse un domani, uno ieri, un oggi e un… non mi viene altro.

    Questo è il preludio al finale, con due post(escluso questo giro) possiamo chiudere.
     
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    Prima gli scheletri e adesso le rane? Ituriel era decisamente perplesso e non poco irritato. Aveva risolto l'indovinello della stanza precedente pochi istanti prima che quel maledetto pennuto arrivasse affermando di essere dalla loro parte; tutto quel blaterare non aveva per niente convinto il drago acquatico, che per tutto il tempo scrutò sospettoso il Garuda, consapevole di non incutere tanto terrore rispetto alla sua forma di drago, ma disposto a terrorizzare il tipo a forza di calci nel didietro.
    Sbuffò senza dire nulla e si accodò al gruppo rimanendo nella retroguardia, la spada scintillante che illuminava il corridoio attorno a lui.
    Tutto normale infondo, canidi demoniaci, una fossa piena di scheletri redivivi e adesso seguivano un pennuto blaterante, tutto nella norma dopotutto. La terra spezzaossa non era posto per draghi, e, soprattutto, non era posto per draghi la parte sottostante ad essa, niente vento, niente sole...

    Quando Zahr si fermò davanti a lui Ituriel fece appena in tempo ad arrestarsi; la cacofonia di squittii, ringhi e gridolini acuti (cosa parecchio curiosa) giunse alle orecchie del drago ancora in forma umana. Un basso ringhio si fece strada dalla sua gola, Ituriel scattò in avanti scansando Zahr in malo modo. Si infilò senza tanti complimenti tra le zampe del drago bicolore ed emerse dal tunnel nella stanza dove stava avvenendo il putiferio.
    Una risata, quello ora emerse dalle labbra umane di Ituriel mentre evocava il mulinello attorno a lui come nella stanza precedente, la sua tempesta personale si sprigionò in tutta la sua potenza, l'acqua e il vento generato dal moto vorticante di quest'ultima spazzava via orde di rane che andavano a schiantarsi contro il muro, mentre con la spada Ituriel ne falciava a decine, spezzandole a metà senza tanti complimenti.
     
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    Col senno di poi Baledon dovette dar ragione al garuda, le dinamiche della sua apparizione erano al quanto ambigue.
    Quando l'essere si era presentato nel bel mezzo della battaglia con le creature oscure, a loro non parve minimamente predisposto ad aiutarli.
    "forse ai ragione, probabilmente non ti avremmo seguito di nostra spontanea volontà" rispose il drago, dopo di che seguitò a seguire la loro guida nei meandri di quel labirinto.
    Il percorso si snodava in tunell che sprofondavano sempre più in profondità e la cosa stava iniziando ad innervosire il drago bicolore, il quale preferiva come tutte le creature alate gli spazi aperti e le sconfinate distese del celo.
    All'improvviso sbucarono in una sala circolare dove vi si trovavano 13 porte, il garuda senza nessuna indecisione prese la quinta porta, dimostrando che l'indovinello al quale li aveva sottoposti era totalmente inutile.....
    Baledon stava per farlo notare quando Lart gli si attaccò alla coda come la versione gigantesca di una zecca; un sordo brontolio salì dalla gola del drago nero, il quale si limitò a fissare l'impertinente umano.
    D'innanzi a se il drago vide aprirsi un cunicolo lungo e oscuro; avanzò in quella direzione a passi lenti poichè non sapeva se vi era qualcosa in attesa pronta ad attaccarli.
    Come mise il muso nel nuovo spazzio, un dolore lo colse all'occhio destro.... fortunatamente il colpo non era stato fortissimo, ma chi unque fosse stato a infliggerglielo baledon gliela avrebbe fatta pagare.
    Sbattendo un paio di volte le membrane interne che gli ricoprivano gli occhi, Baledon attese che diminuisse il bruciore; una volta che svanì vide al proprio lato la zecca Lart con ancora il dito puntato che gli sbraitava contro....
    "quindi non solo mi hai infilato un dito in un occhio, ma pure pretendi che io ti pari quel ammasso di carne flaccida che voi umani chiamate c....lo?" chiese Baledon sprizzando fiammelle dalle narici.
    Prima che Lart gli potesse rispondere il suo sguardo venne attratto da una moltitudine di esserucoli che gli veniva contro; agguzzando lo sguardo il drago si accorse che chi li stava per attaccare erano rane e rospi (quindi ranospi o rospane) che come i loro parenti canidi incontrati in superfice erano dotati di occhi rossi.
    All'improvviso fu il degenero, Lart prese a smanaccare a caso lanciando sfolgorate a destra e a mancina, Zhar (che scrivo come diamine mi pare perchè non ho voglia di vedere do sta l'h) iniziò a schiaffonare a tutto fuoco e il guerriero che aveva preso il posto del drago azzurro si lanciò in battaglia col proprio ciclone personale.
    Naturalmente il grande e possente garuda, dotato da AES di poteri incomensurabili, svolazzava beato tirando palle di luce.
    Baledon si lanciò nella mischia afferrando Lart per le gambe con la coda, e utilizzandolo come martello elettrico si mise a spiaccicare ogni rospane che gli si faceva in contro.
    Come una cosa sola una ventina di quelle creature si lanciò contro il drago bicolore cercando di sommergerlo grazie al loro numero; ma prima che lo potessero aggredire Baledon portò il collo all'indietro e aspirando ossigeno diede combustione al proprio elemento naturale: un muro di fiamme splendenti avanzò investendo sul suo tragitto varie decine di nemici che rimasero carbonizzati, e lasciando al loro posto un puzzo di anfibio lesso.
    Alla fine scagliò Lart verso un'altro gruppetto di nemici lasciando che se ne occupasse lui.
     
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    Le orde di topastri vennero sbaragliate senza troppi problemi, e il che avvenne senza particolari interventi dell'utilissimo Garuda. Fra il vortice d'acqua, le vampate di Baledon e Lart che veniva scagliato da una parte all'altra, l'uomo aquila non ebbe molto da fare.
    Lo Zeus del popolo, dopo esser stato gettato fra le nutrie demoniache, prese a scagliare saette in ogni dove e a calciare qualunque bestiaccia gli si attaccasse addosso. In breve, i pochi mostriciattoli rimasti si fecero indietro.
    Con aria di sufficenza e di saccenza, il garuda avanzò a passo adagio.
    "Andiamo" fece, come avesse fatto tutto lui.

    Il percorso cominciò a risalire verso l'alto, e manmano che proseguivano qualche filo di luce si faceva strada attraverso la tetra oscurità.
    Il garuda se ne stava in cima, nonostante adesso non sapesse dove stessero andando, e Lart aveva cominciato a lanciargli occhiatacce un po' come faceva Baledon con lui.
    Si ritrovarono di fronte ad un ennesimo ambiente, decisamente inatteso e surreale: sopra di loro v'era il cielo da cui il sole proiettava i suoi raggi ad illuminare il sottosuolo, e tutt'attorno gli alberi della foresta di Ahsnaeris, mentre sotto i loro piedi ancora si trovava soltanto roccia. Sembrava non ci fosse più alcuna traccia dei demoni affrontati poc'anzi, come improvvisamente fossero traslati dal paradiso all'inferno.
    Il garuda spalancò le ali piumate e si alzò in volo e salì verso l'alto, scendendo pochi istanti dopo. Si guardava attorno circospetto, forse anche un filo perplesso. Possibile si trovassero di nuovo all'esterno? Senza un'apparente motivo?
    Zahr, fino a quel momento piuttosto silenzioso, azzardò un'ipotesi avvicinandosi a Ituriel.
    "Non ne sono sicuro, ma è possibile che qualcuno sia già stato qui prima di noi, e abbia aperto questo passaggio?"
    "Ne dubito" rispose secco il garuda. "Se così fosse non mi spiego i demoni in così gran numero"
    Proprio mentre Zahr stava per ribattere e Lart stava per dire una delle sue boiate, le chiome e le fronde parvero oscurarsi. Proprio come quando erano arrivati, tutto sembrava star mutando in qualcosa di mostruoso.
    "Basta, non serve il sangue... non serve!"
    Era la voce della foresta, che avevano già sentito riecheggiare prima di immergersi in quello strano sentiero sotterraneo guidati dal garuda. Stava di nuovo comunicando con loro?
    "Di nuovo lo spiritello delle piante e del rosmarino, è tornato a farsi sentire!"
    La voce di Lart sembrò quasi squillante in mezzo al silenzio che si stava manmano formando tutt'attorno, i suoni della foresta, per qualche momento ritornati alle loro orecchie appena erano tornati all'esterno, scomparvero di nuovo per venir sovrastati dalla voce di Ahsnaeris e soprattutto dalla venuta di qualcosa di orribilmente grande.
    Di fronte a loro, fra le ombre, si stava generando un altro demone. Questo però aveva le fattezze di una nera creatura indefinita, come fosse l'unione di tutto ciò che avevano incontrato fino a quel momento. Un abominio su due zampe alto almeno due volte i due draghi messi insieme, dotato di ali e di corna acuminate, artigli su tutto il corpo e zanne grondanti uno strano liquido violaceo. I suoi occhi, rigorosamente rossi, puntavano nella loro direzione con brama famelica.
    "No, basta sangue... comunicate con lui!"
    La voce continuava a rivolgersi a loro, mentre il demone stava per balzare pronto ad attaccare con gli artigli sguainati.

    Scelta vostra, botte o dialogo... in entrambi i casi il prossimo giro è l'ultimo xD
     
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    Finalmente anche quell'orda di ratti oscuri, come se non bastassero quelli reali, fu decimata; anche Yturiel si lanciò nella mischia, scaraventando a destra e a manca i nemici con il proprio ciclone personale.
    Ma i danni maggiori non erano causati dall'impiego della magia, tralaltro inutile del Garuda, ne dagli attacchi elementali dei due draghi: Lart abbarbicato alla coda di Baledon veniva impiegato come mazza da battaglia vivente, e decimava topi come se non ci fosse un domani.
    Alla fine di quella battaglia cruenta ma breve che non lasciò traccie dato che i nemici sparivano nel nulla, il gruppetto si rimise in cammino lungo il percorso intrapreso prima di essere fermati.
    Con in testa il quanto magnificente ma inutile Garuda, dopo qualche minuto di cammino sbucarono in una radura al quanto particolare: sotto le zampe Baledon avvertiva ancora il freddo emanato dalle roccie, mentre ai suoi occhi bicolore la foresta di Ahsnaeris di palesava; al contempo sopra le loro teste il cielo si manifestava in tutta la sua lucentezza; fu proprio verso questultimo che il garuda, dopo aver spalancato le ali, si diresse per avere una visuale migliore sull'ambiente circostante.
    Quando ridiscese al suolo un'espressione ebete gli si dipinse in volto: era evidente che come fino a quel momento, tutta una serie di cose non gli tornavano; meno male che c'era qualcuno che provava a dare qualche idea, in fatti il silenziosissimo Zahr si avvicinò ad Yturiel:
    "Non ne sono sicuro, ma è possibile che qualcuno sia già stato qui prima di noi, e abbia aperto questo passaggio?" disse rivolgendosi al drago Blù.
    Prima che chi unque potesse rispondere, il saccente garuda, ormai baledon era propenso a ucciderlo all'istante per quanto lo odiava, lo fece per gli altri:
    "Ne dubito" rispose, come se fin ora avesse dato spiegazioni esaustive e chiare, "Se così fosse non mi spiego i demoni in così gran numero"
    Prima che qualcuno potesse il primo umicidio giustificato della storia, la foresta prese ad oscurarsi, come era accaduto prima che fossero attaccati dai demoni; e come quella volta un sussurro si udì:
    "Basta, non serve il sangue... non serve!"
    Baledon era perplesso: fino a quel momento ogni avversario eliminato era fatto di ossa quindi non perdeva sangue, o come nel caso delle ombre si limitavano a dissolversi nel nulla e a non lasciare tracce biologiche, quindi come faceva a lamentarsi del sangue quella presenza misteriosa? L'unico sangue che il drago bicolore avesse voluto veder scorrere, era sicuramente quello di quell'impertinente del garuda, esatto Aes solo quello del garuda, in fondo quell'irritante umano di Lart era risultato quasi simpatico con le sue frecciatine, e aveva contribuito a mantenere sveglio Baledon che dopo tutto sto tempo, non vedeva l'ora di farsi da parte e lasciare il posto ad un'altro pg.
    All'improvviso un'ennesima figura mostruosa sorse dalle ombre: era naturalmente ancora più ributtante di quelle che l'avevano preceduta, aveva le fattezze di una nera creatura indefinita, come fosse l'unione di tutto ciò che avevano incontrato fino a quel momento. Un abominio su due zampe alto almeno due volte i due draghi messi insieme, dotato di ali e di corna acuminate, artigli su tutto il corpo e zanne grondanti uno strano liquido violaceo. I suoi occhi, rigorosamente rossi, puntavano nella loro direzione con brama famelica.
    mi sono permesso di usare la tua descrizione Aes, non avevo voglia di riassumerla.

    Ecco, la misteriosa entità non gradiva il sangue, ma in compenso gli metteva d'innanzi un'essere che a vederlo non sembrava vegetariano.
    "dovremmo parlare con quel mostro?" ringhiò Baledon. "a vederlo bene, mio caro garuda, pare proprio un tuo parente....."
    "quando si tratta di parlare, io proporrei di mandare avanti il nostro miglior fabulatore...." e così dicendo diede un colpo con il muso sulla schiena di Lart facendolo avanzare di un paio di passi in direzione della creatura.
    "avanti mio piccolo amico, prendi confidenza con lui, così come facevi con me...." ridacchiò Baledon: "vediamo se gradisce le tue attenzioni"
     
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    "Come sarebbe comunicate con lui? No ma dico, sei serio?" rispose Lart, rivolto alla foresta o a chiunque stesse rivolgendo loro la parola attraverso gli alberi circostanti.
    Quel mostro sembrava impossibile da attaccare, figurarsi da approcciare con un dialogo. Il bestione nero era la cosa più aberrante che i presenti avessero mai visto, o così almeno valeva per Zahr e Lart. Eppure di follie ne avevano incontrate un bel po' durante le pazze avventure con la Nebbia.
    "Comunicate con lui!" continuò la voce, facendo irritare Lart più di quanto già non fosse.
    Odiava quelli che davano ordini, ma ancor di più odiava chi lo faceva senza palesarsi e soprattutto senza neanche un corpo per farlo come si deve.
    Il mostro li fissava, come fossero la più succulenta delle prede. Il suo sguardo era troppo fisso per non poter essere considerato innaturale, o per poter essere sostenuto per più di un istante. Allungò una mano deforme verso Lart e Ituriel, evocando una vampata di melma nera che a contatto con l'erba cominciò ad emanare un forte odore di bruciato. Qualunque cosa fosse, era terribilmente corrosiva.
    Ituriel si spostò di lato, rientrando velocemente all'interno della galleria sotterranea, evocando un vortice d'acqua contro la fanghiglia mortifera per cercare di respingerla.
    A lui si aggiunse anche il garuda, che fino a quel momento aveva manifestato un'utilità pari quasi a quella di Lucidana in una qualunque role a cui avesse partecipato.
    Lart dovette passare sotto le zampe di Baledon per non finire nella traiettoria dell'uomo aquila, che scagliò un raggio di luce esplosivo contro il suolo. la melma si incuneò nella piccola voragine creata dall'impatto, anche se parte della sostanza straripò dai margini e scivolò verso le zampe del drago bianco e nero. Questo evitò di entrarvi a contatto con un balzo, spiegando rapidamente le ali e aggrappandosi con gli artigli alla parete di roccia adiacente. Sollevò la coda d'istinto, centrando Lart che si era mosso sotto di lui e facendolo capitombolare.
    Il ragazzo piombò qualche metro più avanti, finendo con le gambe all'aria. Rotolò verso i tronchi degli alberi fra cui l'abominio si stava muovendo lentamente, finendo non molto distante da quelli che dovevano essere i suoi piedi. La creatura si reggeva su arti posteriori che a niente era possibile paragonare; coni da cui sostanze assolutamente schifose gocciolavano sul suolo, lasciando impronte di erba carbonizzata e liquefatta.
    Lart si mise a gattoni per poi scattare in piedi e allontanarsi il più velocemente possibile, mentre il mostro dirigeva verso di loro un'altro getto di poltiglia acida. Questa volta il colpo si divise in tre segmenti, come un fiume nero avesse assunto la forma di un tridente liquido. Il drago d'acqua, ancora in sembianze umane, si portò sotto al garuda che si era sollevato a mezz'aria per contrattaccare sorvolando il flusso corrosivo. Baledon si era invece portato diversi metri più in alto, come a dire all'uomo alato -guarda che posso volare più in alto di te-. Ituriel alzò lo sguardo, e si rese conto che avrebbe potuto affrontare più facilmente un simile avversario se dotato di ali, per quanto dimensioni maggiori significassero anche maggior esposizione agli attacchi della creatura.
    Raggiunse una posizione di sicurezza, arrampicandosi sulla grande roccia da cui erano appena usciti dopo aver riposto la spada; le squame tornarono a rivestire il suo corpo, mentre esso si deformava per assumere l'aspetto del drago color dell'oceano. Senza indugiare un istante corse in avanti e balzò in aria, raggiungendo Baledon che a sua volta si stava dirigendo verso il mostro per porre fine a questa role che va avanti dal duemilaeccredici.
    Non potevano aggredire con zanne e artigli l'abominio. Di qualunque cosa fosse fatto, non sarebbe stata sicuramente una buona idea entrare a contatto con la sostanza che lo rivestiva.
    Lart si stava aggrappando ai piedi del garuda senza tante cerimonie, invitandolo non proprio gentilmente a portarlo su. In fondo i garuda erano esseri potentissimi, dalla forza smisurata e dalle capacità incommensurabili, quello non poteva essere da meno... no?
    E invece si. Perché nonostante i suoi poteri faceva di tutto fuorché utilizzarli per qualcosa che non fosse esibizionismo. Oramai l'unico modo di non infuriarsi con lui era ignorarlo, sperando che perlomeno provasse ad aiutarli in qualche modo. Anche Lart si stava dando da fare, ed era stato il primo a menare i fulmini. Generò una scarica elettrica attraverso i palmi e li diresse verso il mostro, creando una corrente continua in direzione dei suoi piedi. Se fosse riuscito a destabilizzarlo sarebbe stato più semplice mandare a segno colpi letali.

    Ora... in realtà lo scontro sarebbe dovuto durare un bel po', ma come per l'altra role anche qui nessuno rispondeva più e maremma inciucalita non va bene per nulla :)
    La battaglia si protrasse per diversi minuti, fra bombe di fuoco, fulmini, cannonate bestemmianti e altre cose belle, finché l'abominio non si ritrovò immerso in una cortina di nebbia creata da Ituriel e Baledon. Unendo il fuoco e l'acqua, avevano generato una'ampia nube di vapore attraverso cui Zahr aveva cominciato a scagliare massi a tutto spiano e Lart si era dilettato nel bersagliare di saette qualunque cosa gli capitasse a tiro. Si, anche il garuda.
    La creatura rispondeva con emissioni di melma corrosiva come non ci fosse un domani, generando il migliore dei putiferi che avesse permeato Ahsnaeris in quegli ultimi tempi.
    Quando il mostro fu stato riempito abbastanza di legnate, Ituriel generò una potente esplosione d'acqua attraverso cui Lart scagliò la propria energia elettrica, e Baledon infuocò un grande masso lanciato da Zahr con tutta la sua potenza trasformandolo in una meteora. I due attacchi centrarono il mostro sul ventre, o quello che sarebbe dovuto esserlo, prima che quest'ultimo (il petto) avesse modo di contrattaccare.
    Ci fu un'esplosione, un casino, un'altra esplosione, e poi...
    -Tutti si salutarono amabilmente,
    -La foresta li ringraziò per averla liberata dal male,
    -Il garuda venne preso ad insulti per 12 minuti buoni,
    -Lart non ritrovò la barca...
    -e vissero tutti non ci ho capito una sega e contenti.
     
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