Spiriti nella nebbia

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    Il drago azzurro che puzza di pesce

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    provo col cellulare, sarà la morte


    "Mhh..." fece Nairy ad alta voce, rivolta più a se stessa che a qualcuno nello specifico. "Un angelo che evoca demoni("
    Lo scontro con il mondo vegetale imbestialito proseguiva senza battuta d'arresto, entrando rapidamente nel vivo.
    Elsa continuava a tenere d'occhio Mael, mentre Nairy ci aveva preso gusto a sgomenare piante. Il comportamento passivo della creatura dallo sguardo smeraldino invece era un po' diverso, la demone restava sulla difensiva e si limitava a proteggersi fra le ali
    Elsa però sentiva che quella creatura stava nascondendo qualcosa, o non avrebbe mai pensato di unirsi a loro per un motivo poco valido.
    Alcune piante vennero arse, altre tagliuzzate, arte scomparvero sotto i scolpidi coddi Elsa che si stava dando più che da fare.
    "Accidenti, quando finiscono questi affari(" domandò la dragonessa, afferrando Nairy per aiutarla ad evitare un tentativo d'aggressione da parte di qualche zannuccia arborea.
    In breve quasi tutte le piante furono abbattute; quelle rimaste non eranabbastanza per fermarli, quindi potevano proseguire rapidamente.
    Si portarono verso l'esterno dell'accumulo di rami e foglie, fino a ritrovarsi di fronte ad una strana manifestazione di occulto: a pochi metri da loro, da un foro nel terreno sgorgavano scintille luminose di colore verdastro.
    Nairy analizzò le informazioni provenienti da Noxas, che le aveva anticipato tramite il suo elemento cosa avrebbero trovato, ma per qualche motivo le cose non combaciavano.
    Non capiva se Noxas avesse volutamente deciso di inviarle informazioni forvianti o se effettivamente qualcosa non tornasse.
    Fece due più due, probabilmente la roc aveva capito qualcosa dell'angelo o del demone che lei non poteva sapere, magari potevano intrufolarsi nella mente altrui per carpire informazioni, dunque aveva reso loro tutto più difficile.
    Se avessero spiato nella sua mente avrebbero trovato indizi fasulli, in modo da venir colti di sorpresa qual'ora la minaccia si fosse dimostrata diversa.
    Lasciando da parte le varie congetture decise che la cosa migliore era seguire le indicazioni come le erano state fornite, probabilmente Noxas aveva architettato tutto in modo che lei ed Elsa potessero mettere alla prova quei due e svolgere la missione nello stesso momento.
    Avvicinandosi all'ingresso della galleria. zampilli luminosi fiottavano verso l'esterno in continui flussi scintillanti,, lasciando presagire una grande fonte d'energia fosse lì presente.
    "Seguiteci"
    Nairy si comportava come sapesse cosa stava facendo, ma il brivido dell'avventura era proprio quello no? Elsa ci passava appena nel tunnel, dovette gettarsi in picchiata per non sbattere con le ali sulle pareti. La roccia diveniva sempre più scura e umida, finché i suoi artigli graffiarono un suolo duro e immerso nell'ombra. Nella discesa le facelle verdi luminescenti erano man mano diminuite fino a scomparire quando atterrarono.
    Attorno a loro c'era un mondo: a dispetto di ogni logica, concetto e preconcetto, sotto quel terreno si trovava un'intera cittadella con tanto di palazzi, strade e gente che andava avanti e indietro. Il loro aspetto era evanescente, come i loro contorni sono confusi e si manifestavano in forma di ombre circondate di tenui bagliori. Fiaccole di fuoco verde acceso rischiaravano l'ambiente.
    "Capspita!" esclamò Elsa, emanando uno sbuffo di fumo.
     
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    Mael continuava a fare strage di piante, mentre Oblio era rinchiusa dentro alla sua protezione fatta con le sue stesse ali dalle piume dure, i quali respingevano bene o male gli attacchi.
    Il demone evocato dal caduto si dissolse per volontà del proprio padrone, vedendo che ormai la vegetazione stava scomparendo mano a mano che il gruppo la sradicava, bruciava o tagliava.
    "Qualcosa non va?" disse l'alato ghignando verso Elsa, in risposta alla sua precedente domanda. La dragonessa lo stava tenendo d'occhio, forse perché senz'altro non lo sopportava e sperava che crepasse prima del dovuto; purtroppo aveva trovato la persona sbagliata con cui sperare simili cose.
    Oblio ad un tratto fece capolino dal suo scudo naturale, puntando un occhio verde su tutto l'ambiente circostante. Notando che più o meno le acque si erano calmate, aprì le ali e le riassorbì nella propria schiena molto lentamente. Una liana però non aveva ancora desistito dal suo folle intento di attaccare e si precipitò sicurissima verso la demone, da dietro. Oblio con uno scatto fulmineo si voltò e l'afferrò con le fauci zannute, tirandola e strappandola. I denti dei sai dopotutto erano particolarmente forti e aguzzi, un'arma da tenere in considerazione.
    "Ah, allora quando vuoi ci sai fare." le disse l'angelo, squadrandola dall'alto. La demone sputò dei pezzi di liana che le si erano incastrati tra le fauci ma non rispose al suo compagno di sventure dinanzi alla sua constatazione.
    "Guarda lì." ordinò invece a Mael. La sai si portò in avanti oltre i detriti lasciati dalle piante morte, seguendo la ragazzina. Uno strano luccichio verdastro fuoriusciva da un foro sul terreno. L'alato raggiunse il punto dove c'era quella strana manifestazione asciugandosi al contempo delle gocce di sangue che uscivano dal taglio che aveva sullo zigomo, causato dall'arrivo imminente di una liana. Non potè fare a meno di notare che Nairy ebbe un momento come di esitazione, Mael provando a leggiucchiare la sua mente di soppiatto non trovò niente di interessante, anzi, c'erano cose che non coincidevano con la situazione. Che gli stava nascondendo qualcosa?
    "Ci devono mettere alla prova, non devi cercare di capire cosa hanno in mente queste due." disse Oblio, aprendo un canale telepatico solo con il suo interlocutore.
    L'angelo scoccò un'occhiata glaciale alla sai, poi passando in avanti seguì l'umana e Elsa dentro il tunnel. Ci si buttò dentro senza tanti ripensamenti, aprendo solo le ali poco prima di atterrare. Stessa cosa fece Oblio. Ciò che si trovarono davanti era quella che, in tutti i sensi, sembrava una cittadella. Tra l'altro popolata. Solo che gli abitanti non erano esseri in carne e ossa ma apparivano come dellle ombre che emanavano un bagliore tenue, quasi spento.
    "Una specie di città fantasma?"
     
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    Quelle sagome parevano eteree forme di vita, se così potevano definirsi, provenienti da realtà non ben identificate.
    Elsa finalmente riuscii a togliersi dalla testa il pensiero di prendere a ceffoni Mael, poiché quel luogo aveva notevolmente attirato la sua attenzione. Ruotò il muso da una parte all'altra, individuando case e strade costruite nell'oscurità del sottosuolo, come erette da esperte mani materiali e soprattutto vive. Che luogo era quello?
    "Nairy(" chiese alla ragazza, che dal canto suo era troppo impegnata a capire se Noxas volesse farli finire male o meno. Quell'uccellaccia era tremenda, non era escluso che stesse provando a sbarazzarsi anche di loro. Beh, era pur vero che Elsa si era scolata sei litri di idromele il iorno prima, e che lei stessa rubava gli arrosti di sgamo, ma non era un buon motivo per mandarli a crepare in un luogo simile.
    O forse si?
    Avanzarono con cautela, cercando indizi e ritrovandosi costretti a proseguire nel silenzio più totale, in cui riecheggiavano i loro passi con insistenza sul terreno compatto.
    Si ritrovarono in breve immersi nelle tetre viuzze di quel posto, illuminato solo da quelle strane fiaccole di colore verdastro luminescente.
    Fu uno scintillio simile a quello dell'ingresso ad attirare l'attenzione di Elsa, che si staccò dal gruppetto per andare a controllare di persona. Non appena aveva visto quelle insolite faville splendere ne era rimasta immediatamente attratta, al punto di non accorgersi neanche di esservisi avvicinata con sorprendente rapidità. Era una pozza, posta al termine di un buio viale nascosto da un paio di rocce massicce, dall'aspetto sinistro e inquietante.
    Intanto due di quelle strane siluette si erano accostate all'angelo, e avevano preso a camminargli affianco. Sembravano anche loro figure umanoidi alate, sebbene fosse impossibile distinguerne i tratti peculiari che andassero oltre i contorni del loro corpo. Uno di loro protese una mano verso Mael, mentre l'altro rimase al suo posto continuando a pocedere a passo lento.
    Un boato provenne dal punto raggiunto da Elsa, seguito da un ruggito più che poderoso; la giovane dragonessa corse verso di loro a lunghi balsi, tornando con veemenza sui propri passi e travolgendo per sbaglio la povera Oblio.
    "S... scusate... da quel coso... è uscito... è uscito di tutto!" esclamò visibilmente turbata, anche se dava l'idea di essere elettrizzata anziché sentirsi in pericolo.
    In fondo Elsa, e non solo nella Nebbia, era fatta così.
    Dalle spalle della dragonessa ali nere e volti in penombra si agitavano, con ignote ragioni e inafferrabili scopi.
     
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    Quel posto era così illuminato di verde che gli stessi occhi di Oblio si confondevano con le tetre lanterne (del medesimo colore, appunto) appese ai muri delle vie della cittadella. La sai trovò piacevole il fatto di mimetizzarsi in mezzo ad un luogo del genere: nessuno la poteva vedere e tantomeno sentire, i suoi passi erano felpati come quelli di un gatto. L'unico che poteva percepire la sua presenza era Mael, il quale camminava a suo fianco, che ogni tanto si infiltrava nella mente di Oblio e ne riusciva fuori come se niente fosse. La demone era ormai abituata a quel comportamento, non aveva niente da nascondere in fondo. Ma era comunque fastidioso.
    "Perché non vai a solleticare le meningi a qualcun altro?" domandò, tirando la lingua fuori e sibilando sommessamente. La creatura si era fusa letteralmente con le ombre e i due occhi, che fissavano l'angelo, ondeggiavano a seconda dei suoi passi come fiaccole tenute da mani invisibili.
    "Mi sto annoiando, a dire la verità". mormorò più tra sé e sé che in risposta a Oblio. L'alato si guardava intorno mentre camminava, scoccando ogni tanto delle occhiate a Nairy e Elsa, la quale si allontanò senza dire niente, facendosi inghiottire dall'oscurità.
    "Io dico che doveva stare ferma dove era". La sai non aggiuse niente e ripensò sul comportamento della dragonessa. Sicuramente nella direzione in cui era sparita doveva esserci qualcosa che l'aveva attratta.
    "Questo posto è troppo tranquillo, molto probabilmente da un momento all'altro uscirà fuori qualcosa. Di solito è così". Mael finì la frase sbadigliando e stirando le braccia verso l'alto. Quando le riabbassò vide due figure eteree e alate avvicinarsi a lui, seguendolo coi passi. Una di loro gli protese una mano, l'altra invece rimase ferma.
    Il caduto sbuffò e cercò di mandarle via smuovendo le ali quanto bastava per dissiparle.
    "Ma Mael! Magari possono essere... ehm... dei tuoi vecchi compagni?" domandò Oblio insicura.
    "E anche se lo fossero non me ne importa un bel niente" tagliò secco, aumentando il passo per seminare i due strani fantasmi.
    Un improvviso boato però lo fece fermare sul posto. Restando immobile con solo gli occhi che si muovevano, incredibilmente calmo ma vigile, la mente era cautamente in perlustrazione di presenze che potevano essere coinvolte al momento.
    "Ah, questa mi è familiare, però" sbuffò, udendo in seguito un poderoso ruggito e vedendo che dall'oscurità di una via emerse Elsa a grandi balzi. La povera Oblio non fece in tempo a scansarsi che si trovò a zampe all'aria per terra. La dragonessa le era quasi passata sopra con fare decisamente poco aggraziato.
    "Ugh, che modi!" esclamò la demone, rialzandosi e scrollandosi il pelo. Per un attimo ritornò visibile agli occhi di tutti, poi si ri-mimetizzò. Dopo aver sentito quel rumore desiderava ancora di più restare nascosta.
    Mael invece per poco non stava ridendo: cosa voleva dire Elsa con quella spiegazione avvolta dall'ansia e dall'agitazione?
    "E' uscito tutto cosa? E da quale coso?" domandò l'angelo. Alle spalle della rettile però vide un ammasso di ali e volti neri che si agitavano nella penombra,
    . Mael annuì con la testa, emettendo un "ahhhh" interessato.
    "Penso proprio che sia arrivato il momento di divertirsi un altro po' " concluse, mettendo la mano sull'impugnatura della spada.

    Edited by H a w k e ; - 6/7/2018, 08:26
     
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    Nairy fissò di sottecchi prima Elsa poi le figure alle sue spalle, chiedendosi perché mai le cose assurde dovessero per forza capitare a loro.
    Certo, quello non poteva essere decisamente un luogo normale, ma avere anche una draghetta stupida ed impulsiva come alleata non faceva affatto la sua parte in positivo.
    In realtà si trovavano d'accordo proprio per questo, ma va beh non lo diciamo in giro.
    Le figure nere presero a vorticare ovunque, oltrepassando Elsa e sorvolando le strade della cittadella, passando sopra le loro teste e disperdendosi da per tutto. Si aggiunsero così al lento e pacato movimento delle figure eteree più pacate, dando all'atmosfera già lugubre un'aria ancora più tetra.
    Alcuni di loro erano simili a uomini, altri simili a quadrupedi alati, altri ancora forme non ben definite che avanzavano su due zampe.
    Quelle creature non erano passive ed impalpabili come le precedenti, erano oltremodo chiassose e in parte anche fastidiose.
    Nessuna di loro attaccò, anche se puntavano chiaramente ai quattro come fossero prede di un banchetto di belve fameliche.
    Non ne capirono esattamente il motivo, ma sia Nairy che Elsa sentivano come se non ci fosse da aver paura. Noxas gli aveva inviato immagini di battaglia, quindi probabilmente lei era stata attaccata da quegli esseri, il problema era che non capiva perché delle creature simili si prendessero tutto quel tempo per studiarli.
    Cos'avevano da indugiare?
    Uno degli innoqui fantasmi antropomorfi cercò di nuovo di attirare l'attenzione di Mael, girandogli un attimo intorno e sollevando un braccio spettrale proprio di fronte al suo viso. Mosse dunque un dito verso una delle viuzze immerse nella verdastra penombra di quel sottosuolo, indicando un qualcosa che scintillava leggermente in mezzo al vorticare delle bestie nere in continuo movimento.
    In quella direzione si stagliava, seppur nascosta dalla semioscurità, una bassa statua dalla forma insolita. Non che lì fosse presente qualcosa di non-insolito, ma una statuetta in mezzo alle stradine e alle lugubri abitazioni di quello strano luogo meritava sicuramente di essere raggiunta. O così avrebbe pensato chiunque.
    In ogni caso, il fantasma continuò ad indicare insistentemente l'oggetto, parandosi davanti agli occhi di Mael come a volerlo far concentrare per forza verso di essa.
    Qualcos'altro poi si avvicinò, ma questa volta ad oblio. Erano tante, davvero tante le entità spettrali all'interno di quel luogo intessuto nell'occulta trama del mondo spirituale, e non poteva essere proprio un caso che un altro sai le si fosse avvicinato. Nonostante le sue fattezze non fossero del tutto chiare, era sicuro che quello che le si parava di fronte fosse un membro della sua specie, per quanto manifestato in una forma fumosa ed eterea.
    Restò semplicemente a fissarla, per la sua visione nessun mimetismo naturale o artificiale avrebbe avuto alcun effetto. Probabilmente quegli affari scrutavano oltre il concetto stesso di realtà, dunque non era possibile distinguere né provare a capire cosa stessero facendo e soprattutto non ci si poteva nascondere da loro confondendosi fra le ombre.
    Sicuramente erano più affascinanti e meno noiosi quei fantasmi silenziosi che le creature ancora intente a svolazzare qua e là, a balzare da una parte all'altra facendo un baccano inimmaginabile.
    In fine poi un paio delle bestie oscure si avventò su Nairy, che si accorse giusto in tempo della loro istantanea variazione comportamentale.
    Due si lanciarono contro Elsa, altre due su Mael e in fine un lupo nero si lanciò su oblio.
    Con loro il mimetismo di Oblio doveva funzionare, perché erano in pochi a puntarla ed erano tutti animali che potevano percepirla tramite l'olfatto. La bestia si lanciò su di lei, attraversando il sai fatto d'ombra e cercando di artigliarla sul ventre.
    "Elsa, cos'hai combinato!" gridò Nairy, prendendo semplicemente a pugni i corvi e i grossi felini che le arrivavano addosso.
    Elsa dal canto suo abbatté quelli che dovevano essere due umani o due elfi, in quel caos era difficile distinguere i dettagli anche a causa dei loro stranissimi lineamenti scuri come la tenebra.
    "Non volevo, non pensavo che..."
    Un ennesimo attacco la interruppe, e fu costretta a respingere con un colpo di coda ed un'ulteriore artigliata una creatura delle sue stesse dimensioni. Sembrava un drago, o comunque non era dissimile da un nero rettile alato.
    Le creature continuavano ad attaccare in gruppetti, non sembrava un'aggressione di massa come anche la stessa Nairy si aspettava.
    Come prima, non percepivano alcuna aggressività né erano spaventate da quell'attacco.
    Il fatto che non avessero paura era normale, ma non sentivano la minaccia farsi incombente e pericolosa. Cosa stava succedendo?

    Se Mael analizza la statuina si tratta di un oggetto piccolo di simil-bronzo ma parecchio più luminoso, quindi un materiale sconosciuto, che rappresenta proprio un angelo simile a lui con in mano una spada nera, uno scudo d'argento e con una piccola sfera bianca sotto la punta del piede sinistro. Sta in piedi solo sulla gamba destra, mentre la sinistra è piegata e la punta del piede appunto sta sulla sferetta, e ha le ali semi chiuse.

    Le creature oscure che attaccano Mael sceglile tu come sono fatte
     
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    L'ammasso di figure appena distingubili sorvolarono Elsa e si sparapagliarono per tutta la cittadella. Mael al loro passaggio di abbassò istintivamente, portandosi le ali sopra la testa. Quando si rialzò, poté analizzare meglio l'insolito sciame di figure che vorticavano intorno a lui e agli altri: si potevano distinguere forme che ricordavano creature ferali e umanoidi, entrambi sia alati che non. Per il momento essi non sembravano in procinto di attaccare il gruppetto ma si poteva chiaramente percepire la loro smania che provavano nel mettergli le mani o zampe addosso.
    Il caduto era in posizione di difesa con la spada sguainata, spalle a spalle con Oblio che si era decisa a mostrarsi e a mettersi in posizione eretta. Sebbene quello non sia uno dei suoi metodi preferiti per approcciarsi agli avversari, Mael l'aveva spronata telepaticamente a non farsela sotto come un frignante bambino impaurito dalla sua stessa ombra. La sai di certo aveva una sua dignità da proteggere, quindi era arrivato il momento di far vedere sul serio di cosa era capace.
    "Sappi che, in fondo, essere paragonata ad un infante piagnucolone non mi ha sollevata di morale" borbottò nei pensieri, scoccando un'occhiata fugace all'angelo dietro la propria schiena. Lui piegò all'insù un angolo delle labbra, emettendo una risata sbuffata la quale sparì poco dopo quando vide nuovamente avvicinarsi le figure eteree di poco prima.
    "Che diamine volete adesso?" gli sbraitò, allontanandoli con un'ala superiore sinistra. Una di loro però allungò un braccio spettrale e indicò una via che conduceva ad un qualcosa di stranamente scintillante.
    "Non ho tempo da perdere, io..." Mael interruppe la frase quando il fantasma gli si piazzò davanti agli occhi, puntando insistentemente il dito verso quella precisa direzione. Il perché l'ammasso di ectoplasma in questione stesse continuando a convincere il caduto ad andare lì era sconosciuto e la cosa infatti non gli sconfinferava molto. Ma era in una specie di missione per l'ammissione alla Nebbia quindi doveva pur arrivare in fondo.
    "Andiamo Oblio, uno di questi fantasmini mi ha indicato qualcosa di strano" disse lui, spiccando il volo orizzontalmente con la spada tenuta salda nella mano destra. La demone però sembrò non seguirlo subito, anche perché intorno a lei si erano raggruppate delle presenze. Uno di loro era molto simile a lei, anzi, doveva essere proprio un sai. Allungò quindi la zampa in avanti come per poterlo tastare curiosa ma le dita non sentirono nulla, solo aria apparentemente più gelida. E gli era passato attraverso il suo corpo.
    "Vuoi qualcosa da me? Hai bisogno di aiuto?" domandò Oblio allo spettro, ritirando l'arto. Come risposta ricevette solo un silenzioso sguardo fisso.
    Lei dunque un po' delusa da tale cosa si voltò per raggiungere Mael. Si scrollò il pelo, ritornando invisibile e, trottando sulle quattro zampe, iniziò a percorrere la scia dell'angelo. Ma la demone non riuscì a raggiungerlo in tempo perché fu attaccata da una belva nera a forma di lupo. Le passò prima attraverso e tentò di artigliarla al ventre ma lei evitò l'attacco grazie al suo corpo sinuoso in grado di compiere innaturali contorsioni.
    "Come posso difendermi da una cosa intangibile?" pensò, mentre lei, sfruttando la mimetizzazione, cercava di attaccare l'avversario con una combo di morsi e zampate.
    Mael nel frattempo aveva raggiunto il punto in cui vi era l'oggetto che brillava. Atterrò a pochi metri di distanza e percorse a piedi la poca distanza che rimaneva, socchiudendo appena le ali nere dietro la propria schiena. Si abbassò poi sulle ginocchia per analizzare quella che in realtà era una statuina raffigurante un membro della sua specie. Era fatta di un metallo che ricordava molto il bronzo ma era insolitamente più luminoso di quanto si ricordava.
    "Uhm..." mugolò, portandosi la mano sinistra sotto il mento.
    "Un angelo come me che ha con sé una spada nera, uno scudo argentato e una sfera sotto un piede... Troppe cose hanno un'aria stranamente e odiosamente familare in questo posto. Vogliono proprio mettermi alla prova" constatò con amarezza. Allungò l'unica mano libera per tastare la statua e cercare magari qualche meccanismo nascosto (chissà, magari poteva aprirsi una botola) ma fu raggiunto alle spalle da una bestia scura che inizialmente non vide, perché essa gli saltò sulla schiena cercando di morderlo sul collo. Mael perse la presa della spada per proteggersi con le mani, poi si gettò istintivamente per terra per liberarsi della fiera rotolando su sé stesso. Quando riuscì a girarsi faccia a faccia con la bestia, si vide davanti, a poche spanne sopra di lui, un muso felino con le zanne sguainate. Doveva trattarsi di una pantera.
    "Non ho tempo da perdere con te, bestiaccia!" urlò. Fece scattare la lama allacciata sul polso destro sotto il mento dell'essere.
    La seconda bestia oscura, dalle fattezze di un orso, si stava avvicinando correndo goffamente verso un Mael sotto le grinfie della pantera.
     
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