Spiriti nella nebbia

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    E' una role che farò con Aesingr per looooooschi motivi... Ahahaha
    Uso Mael e un png tutto nuovo... Che scoprirete piano piano :asd:


    Una figura nera, ammantata di rosso, risaltava eccentrica nella nebbia mattutina che avvolgeva la selvaggia Ahsnaeris. Squarciava gli intricati rami degli arbusti con colpi secchi e decisi della sua spada seghettata, facendosi strada con impeto. Tagliava, recideva e spezzava le numerose vite vegetali che crescevano spontanee in quella foresta così variopinta, così rigogliosa...Così innocente. Tutte cose che a Mael non importavano minimamente.
    L'angelo della Discordia, una volta un prestigioso cherubino... Esiliato dai Cieli per un'ambizione fin troppo grande...
    Adesso eccolo lì confinato su un mondo terrestre, trasformatosi nell'essere più crudele... Proprio come se volesse fare un dispetto al Divino. Come se volesse dirgli "guardami, mi hai spedito quaggiù e io ucciderò tutti i tuoi figli, portando solo dolore e disperazione."
    Eh sì, Mael ormai ragionava così, accecato dalla rabbiosa vendetta. Faceva fuori non solo le creature che pareva a lui o che lo disturbavano, uccideva, se così si poteva dire, anche piante e fiori... Tutto tremava al suo cospetto. Tutti avevano paura di quella faccia angelica corrotta dal Male, delle sue ali che sembravano volte tenebrose... Del suo sguardo e del suo ghigno che perennemente increspava quelle labbra così aggraziate.
    "Così rischierai di attirare attenzioni indesiderate." bisbigliò ad un tratto una voce sibilante, bellissima ed estremamente femminile che echeggiò dentro la mente del decaduto. Da sopra un albero scese, strisciando, un essere mai visto prima, raro e particolare: un demone Sai, dalla pelliccia nera che si mimetizzava perfettamente con l'ambiente. Solo gli occhi di quella creatura risaltavano come due sfere verdi luminose assieme alla schiera di zanne aguzze, le quali mostravano un sorriso da perfetto pazzo da rinchiudere.
    Mael non trasalì a quella voce telepatica poiché già sapeva a chi apparteneva... Dopotutto era proprio con quel demone che aveva scelto di venire lì, di farsi guidare da lui per una cosa ben precisa.
    "Esatto, Oblio, voglio proprio attirare attenzioni, la loro specialmente." rispose cinico l'angelo.
    Oblio, così si chiamava il Sai. La loro specie era particolare anche per i nomi che avevano, piuttosto significativi e caratteristici, che facevano subito capire il loro temperamento. Mael inoltre, aveva conosciuto il demone mentre l'angelo cercava di estorcere informazioni riguardo la silenziosa Nebbia Argentata, facendo il terzo grado a umani e umanoidi. Non riuscendo ad ottenere nulla se non l'immediata uccisione del soggetto interrogato a causa dell'ira, fu proprio lì che intervenne Oblio e fornì a Mael poche ma buone cose: gli disse che forse l'organizzazione segreta aveva una specie di tana nella foresta di Ahsnaeris. Come il Sai avesse ottenuto tale "segreto" non gliel'aveva ancora detto e la sua mente tra l'altro, era impenetrabile telepaticamente, salda come il ferro. L'importante per Mael era che raggiungesse il luogo indicato da Oblio il prima possibile. Bramava di conoscere quella gente. E pure lo strano demone pareva avere la stessa intenzione...
    "Perché sei così pazzo da voler incontrare uno di loro?" domandò il Sai, strisciando accanto al decaduto e, di conseguenza, retrocedendo dalla sua postazione di testa.
    "Potrei porgere la stessa domanda a te, demone." Oblio socchiuse gli occhi e sospirò, avanzando in avanti su quattro zampe.
    "Facevo parte di una setta di assassini qui a Kengard ma poi la sede è stata distrutta e i membri tutti impiccati. Io fui l'unica che riuscii a fuggire e da allora vago senza una meta, cercando di non farmi scoprire dalle autorità. La setta era tutto per me: lavoro e famiglia messi insieme. Adesso sto cercando qualcun altro che mi possa accogliere, qualcuno a cui offrire i miei servigi da assassina * . La Nebbia potrebbe fare al caso mio." Il Sai emise un flebile lamento malinconico che si confuse con il rumore della spada di Mael, la quale tagliava la vegetazione che intralciava il suo cammino.
    "Quanto sentimentalismo..." borbottò Mael acido.
    "Beh, ora tocca a te. La domanda è sempre la stessa di prima." ribatté Oblio secca, alzandosi su due zampe e scoccando al contempo un'occhiata all'angelo. Ma non gli fu dato tempo di rispondere poiché alcuni rumori simili a passi sembravano farsi sempre più vicini, sempre più forti.

    * I Sai sono ermafroditi ma Oblio si definisce con il genere femminile.


    Edited by H a w k e ; - 14/8/2017, 01:32
     
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    Dalla nebbia con furore: Nairy ed Elsa

    "Nairy, mi stai facendo male"
    "E stai buona un attimo"
    La piccola dragonessa verde muoveva la coda con agitazione, artigliando il suolo erboso della foresta e ringhiando nervosa.
    Nairy le stava sopra, a cavalcioni sul collo, per farla stare buona mentre teneva le mani tra le sue squame nel tentativo di tirar via qualcosa rimastro incastrato fra le punte del suo dorso.
    "Se ne andrà da solo, mi vuoi..."
    La ragazza zittì Elsa dandole una tallonata su uno zigomo, ed ella di tutta risposta sbuffò del fumo nerastro dalle narici.
    Per mezzo minuto Nairy cercò di armeggiare il più possibile con quella che aveva tutta l'aria di essere una scheggia enorme, finché Elsa non si scosse e la fece capitombolare di lato.
    "Ahrf, stupida bestia! L'avevo quasi tolta!"
    Elsa si alzò, cercando di voltarsi verso il proprio dorso per constatare la presenza dell'oggetto intruso. In effetti adesso era visibile, sporgente dalle squame per incastrarsi tra le basi delle sue placche ossee in mezzo alle ali.
    "Non ho mai sentito così tanto dolore! né quella volta che mi ha picchiato Lyvor e
    nemmeno quando sono andata con quel lupo ad ammazzare l'alchimista! Lascia stare le mie povere squame"
    La ragazza sbuffò, avvicinandosi di nuovo al dorso della dragonessa di smeraldo che non si oppose.
    In un attimo le poggiò la mano fra le punte sul dorso ed estrasse la scheggia, ormai quasi del tutto fuori.
    "Visto? Non c'era bisogno di lanciarmi a due foreste di distanza" disse, mostrandole il lungo spunsone di legno che avrebbe fatto invidia ad una punta di lancia. "Come diavolo hai fatto a beccarti una cosa del genere sulla schiena?"
    Elsa mosse qualche passo, camminandole intorno per qualche secondo.
    "Mi piace dormire sugli alberi"
    "Un drago di fuoco non dovrebbe stare lontano dagli alberi?"
    Elsa non rispose, limitandosi ad inclinare leggermente il muso.
    Quando si fermò Nairy fece per invitarla a ripartire, avevano già sostato abbastanza quella notte. La dragonessa però alzò la coda, segno che Nairy sapeva bene riferirsi al dover fare silenzio.
    Si guardarono negli occhi, poi Nairy salì sul suo dorso posizionando le gambe sotto le sue ali ed Elsa cominciò ad avanzare a passi moderati, fiutando l'aria. Sentiva degli odori strani, ma non sapeva come associarli a qualcosa di definito. Erano si particolari, ma non necessariamente minacciosi.
    "Predatori..." bisbigliò rivolta più a se stessa che alla ragazza, non del tutto sicura di come comportarsi.
    Non aveva fame, né aveva voglia di combattere al momento. Non potendo definire l'entità esatta delle creature di cui aveva percepito l'odore preferì restarsene immobile, in attesa di un loro movimento. Non aveva mai percepito nella foresta odori simili, non poteva sapere cosa si celasse dietro gli alti tronchi di Ahsnaeris.
     
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    "Non sono passi umani." mugolò Oblio diretta nella mente di Mael. Il sai si acquattò su tutte e quattro le zampe e, come un camaleonte, si fuse con i colori della vegetazione grazie al suo pelo cangiante. Tese inoltre le lunghe orecchie in avanti e puntò al contempo i grandi occhi verdi in un punto in cui, probabilmente, conduceva alla presenza avvertita.
    "Che cosa fai? Nasconditi, presto!" esclamò la creatura demoniaca rivolta verso il decaduto. Se Oblio stava prendendo ogni precauzione per essere più furtiva possibile, Mael invece se ne sbatteva proprio: sostava lì fermo in bella vista con la spada sguainata e le quattro ali semi-ripiegate che spuntavano da sotto il mantello rosso sangue.
    "Non ti ho forse detto che voglio attirare la loro attenzione? Non mi nasconderò, anche se dovesse trattarsi di qualcun altro." E detto ciò l'angelo sorpassò il sai con fredda noncuranza, sminuzzando gli arbusti e le foglie che intralciavano il suo percorso con la lama della sua arma. Astaroth però desiderava essere bagnata con il sangue, dato che la sua ultima vittima era stata "sminuzzata" solo quattro giorni fa... Ogni tanto infatti, si muoveva con violenti scossoni dentro il pugno ben serrato di Mael, il quale sapeva tenerla a bada.
    Oblio vedendo la testardaggine dell'angelo sospirò ancora una volta e non le rimase altro se non seguirlo, sempre restando furtiva ovviamente. Si arrampicò su un albero e iniziò la sua avanzata stealth, saltanto da un ramo all'altro come una ninja piuttosto esperta. Il corpo estremamente flessibile dei sai e la loro pelle erano infatti ottimi per la furtività, difatti i lavori più adatti spaziavano tra fare il ladro, l'assassino, il sicaro, la spia...
    "Attento Mael, vedo qualcosa..."
    L'angelo continuava imperterrito la sua avanzata fino a quando non si trovò davanti un drago verde. Scostando la chioma corvina leggermente verso destra, notò che sul dorso della creatura c'era una ragazzina mora. Mael squadrò entrambi con occhi ridotti ad una fessura, con la spada puntata in basso per non fare l'errore di commettere un passo falso. Logicamente poi, si domandò nei pensieri chi fossero quei due... L'idea di leggergli la mente la scartò, anche se in situazioni simili poteva essergli utile. Era sì stronzo e cattivo ma non stupido, dopotutto.
    "Un'allegra coppietta, vedo." esordì scenico l'angelo. Oblio decise di rompere la sua copertura e quindi strisciò accanto al decaduto con felina eleganza, mettendosi in mostra davanti ai due sconosciuti.
    "Non essere avventato..." bisbigliò telepatica la demone sai. Era tipico del suo carattere prendere sempre le dovute precauzioni, forse anche un po' troppe. Ma quando agiva era precisa come un chirurgo e spietata come la Morte.
    Mael ignorò le parole di Oblio e fece ulteriormente un passo avanti, a circa cinque-sei spanne dal muso del drago verde.
    "Siccome a me non piace perdere tempo, andrò dritto al dunque: sto cercando qualcuno della Nebbia. Siete voi per caso, oppure no?"

    Edited by H a w k e ; - 22/8/2017, 23:28
     
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    Quando Elsa entrò a contatto attraverso lo sguardo con ciò che si celava nella nebbia mattutina della foresta, non rimase né stupita né intimorita.
    Nairy però non poté fare a meno di tirare fuori un paio di commentini anche parecchio accesi, a voce bassissima, su quanto quelle labbra fossero eccitanti.
    Non che la dragonessa potesse afferrare quel genere di concetti, ma soltanto per l'atmosfera solenne che emanava quell'individuo le stava già antipatico. Era d'aspetto più o meno umano, con capelli neri in contrasto con una pelle glaciale, avvolto in un lungo mantello rosso.
    Il suo volto non le trasmetteva nessuna buona sensazione, ed era ancora troppo giovane per distinguere l'istinto dalla ragione in quelle situazioni. Invece di indietreggiare si avvicinò, sbuffando fumo nero dalle fauci semichiuse e puntando gli occhi azzurri in quelli color melanzana ammuffita del tipo.
    Nairy le strinse le gambe attorno ai fianchi, come ad intimarle di starsene buona, ma Elsa invece di ascoltarla avanzò ancora.
    Non erano loro gli addetti ai contatti esterni, quindi non poteva sapere se quell'individuo fosse o meno coinvolto in una delle loro attività, ma per qualche ragione ne dubitava. Aveva tutta l'idea di trovarsi di fronte a qualcosa di assai minaccioso. Al suo fianco, con estrema sinuosità e grazia, comparve poi una seconda figura nera come l'oblio (e dai ci stava U.U), che emanava una pericolosità diversa ma forse un po' meno invadente. Era una creatura che né Elsa né la ragazza avevano mai visto, e su cui entrambe posarono gli occhi curiose. Specialmente il potente colore del suo sguardo risaltava con quello del pelo, conferendogli un'aria estremamente sinistra.
    "E se così fosse?" ribatté la piccola dragonessa, anche se non era molto capace di incutere timore. Quello di solito toccava a Lyvor.
    Ormai a dividerli non c'erano che pochi metri, e Nairy era scesa dal suo dorso per camminare di nuovo accanto a lei mentre la dragonessa piantava con forza gli artigli delle quattro zampe sul suolo.
    Elsa è poco più alta di Mael, mentre Nairy è tappa xD
     
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    Mael percepì una certa "agitazione" in quel drago verde, mentre la mocciosa sulla sua groppa non si trattenne a fare dei commentini sull'aspetto dell'angelo (che udì chiaramente, ma fece finta di non farci caso più di tanto). Oblio invece se ne stava quatta e buona al suo fianco, mentre analizzava visivamente chi aveva davanti, cosa che fecero altrettanto drago (anzi, dragonessa) e ragazzina. Sembravano attirate più dalla presenza della sai che del mefitico "sosia" di Lucifero.
    "E se così fosse, dici?" esordì Mael, rimarcando ironicamente le parole del rettile verde.
    "Almeno dimostrati simpatico." mugolò Oblio dritta nella mente del caduto. Lo conosceva sì e no da due o forse tre giorni, e tanto quando parlava in quel modo la demone si sentiva un po' in imbarazzo. I due avevano lo stesso scopo, ovvero trovare la Nebbia e possibilmente, diventare dei loro membri, ma caratterialmente erano molto, molto differenti: uno violento, sanguinario e strafottente, l'altra silenziosa, prudente ma letale.
    "Se così fosse, voglio parlare con voi e diventare un vostro membro. Mettetemi pure alla prova, saprò soddisfare le vostre esigenze." Mael era schietto nel parlare, odiava girarci intorno e preferiva infatti le vie dirette rispetto a quelle traverse. Arrivò quindi un colpetto di gomito a Oblio, per incitarla a "parlare" con le due che avevano davanti. La demone rispetto a Mael voleva andarci con passi leggeri, dopotutto era una questione delicata quella della Nebbia.
    "Io, ehm..." Le sue parole erano proiettate nella mente della dragonessa e della ragazza. Tuttavia, era incredibile che un'assassina come lei fosse piuttosto timida. Di solito con gli sconosciuti non ci parlava o erano gli obiettivi da eliminare nelle missioni che le affibbiava la setta di cui un tempo faceva parte.
    "Sono un'assassina ma ho perso la mia setta, che consideravo una famiglia, qualche anno fa. Sto cercando qualcun altro a cui offrire i miei servigi." Per tutto il tempo in cui aveva "parlato", giocherellava con le proprie dita artigliate, forse era un modo per combattere la timidezza.

    Inizio sul serio a divertirmi a muovere Oblio con Mael... Sono una bella coppia ahaha
     
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    Quel che i due strani sconosciuti dissero di volere non era una vera e propria novità, ma sia Elsa che Nairy rimasero piuttosto interdette.
    Non si guardarono lun'altra, ma era come se l'avessero fatto per scambiarsi un'occhiata indecisa a vicenda con il dubbio stampato in volto.
    Non tanto l'impertinenza o la schiettezza dell'angelo, né tanto meno l'insolita sensazione di percepire le parole della creatura pelosa nella testa, a turbarle era il motivo per cui stavano proponendo qualcosa del genere.
    La giovane parlò, senza un filo di incertezza nella voce, rivolta ad entrambi ma con lo sguardo fisso su quello del tizio figo ammantato.
    "Non è di assassini né di un bell'imbusto che la Nebbia necessita. Solitamente quel genere 'd'individui diventa piuttosto un bersaglio, in ogni caso noi non possiamo aiutarvi in questo"
    Elsa percepiva d'istinto che non era buona cosa attaccar briga con quei due esseri, avvolse quindi la coda attorno alle spalle di Nairy per tirarla via qual'ora ce ne fosse stato bisogno o se avesse esagerato.
    "Se riuscirete a trovare la tana della nebbia comunque qualcuno potrebbe decidere di aiutarvi" aggiunse la ragazza, mentre la dragonessa con il contatto fisico cercava di trasmetterle i suoi timori. Non che ne dimostrasse, semplicemente non voleva incappare in risvolti dolorosi poco prima di partire per una missione.
    Si erano già avvicinati troppo, Elsa giudicò quanto avrebbe dovuto impiegare a snudare le zanne, quanto ad utilizzarle e quanto a divampare di fuoco in mezzo alla foresta per arderli vivi. Non aveva l'intenzione di sviluppare concretamente nessuna delle tre opzioni, ma c'erano dei confini che non andavano varcati.
     
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    Le loro richieste piuttosto dirette avevano lasciato, come dire, un po' perplesse sia drago che ragazzina. Mael dedusse ciò dai loro sguardi e dai pensieri, Oblio idem con patate. Solo che quest'ultima si morse la lingua: forse aveva azzardato troppo con quelle parole. Cauta come era, esporsi in quel modo la metteva sempre a disagio. Dall'imbarazzo ella diventò un tutt'uno con la vegetazione, mutando la pelle come un camaleonte fino a diventare quasi invisibile. Solo i due grandi occhi verdi risaltavano. In quanto assassina lei agiva sempre nelle tenebre, non mettendosi mai in mostra, per questo rapportarsi alla "luce" in quel modo le dava una sensazione di insicurezza. Mael invece era l'esatto opposto: ancora stava lì fermo con la spada abbassata e le ali ripiegate dietro la schiena. Spostava lo sguardo dalla ragazzina al rettile che le faceva da cavalcatura. Voleva capire se avevano detto veramente la verità.
    "Beh, quando ci parlerò vedi che avranno bisogno di nuove reclute come noi." tagliò corto il decaduto, rinfoderando l'arma.
    "Troveremo la tana quindi, sempre se non siete disposti ad aiutarci." replicò infine, passando avanti oltre le due sconosciute. Oblio lo seguì a ruota sulle quattro zampe, sempre mimetizzata con il verde di Ahsnaeris. Per come era Mael, egli dovrebbe aver già sgozzato le due in seduta stante date le loro risposte criptiche. Ma l'angelo non era stupido e quel giorno poi non aveva voglia di fare spargimenti inutili di sangue.
    Forse la civiltà di Kengard lo stava annoiando? Poteva darsi che, se costui si sarebbe unito alla Nebbia, avrebbe ribaltato la noia che lo stava affliggendo... Avrebbe finalmente trovato piacere nel mettere caos tra tutte le creature... E affermarsi di nuovo come "portatore di discordia".

    Edited by H a w k e ; - 5/10/2017, 22:56
     
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    Nairy quasi sogghignò alla risposta dell'angelo, mentre ignorava il modus operandi dell'altra creatura dal pelo nero. Davano l'impressione d'essere molto diversi, come se quest'ultima non si trovasse del tutto a suo agio in quel momento.
    Elsa, dal canto suo, sbuffò del fumo grigio dalle narici; guardandosi qualche secondo attorno, si alzò in cielo per qualche metro e, oltrepassando le cupole di alberi sopra le loro teste, cominciò a scagliare piccole sfere di fuoco esplosive verso l'alto, in direzione opposta a quella in cui il damerino e la creatura si stavano dirigendo.
    Quando tornò giù, anche la stessa Nairy la guardava stranita.
    "Cos'hai fatto?"
    "Non preoccuparti, Lyvor capirà"
    La ragazza le batté una mano su una spalla.
    "Cosa fate tu e Lyvor di nascosto? Eh? Zozzona!"
    Elsa mosse il muso e batté la coda a terra, indignata.
    "Chi sa quanti secoli ha più di me!"
    "Secoli?" chiese Nairy, curiosa.
    Le due continuarono a chiaccherare ignorando bellamente i due intrusi.
    "Non sapevi che è stato uno dei primi due membri della famiglia?"
    "Ma... emh, no! Non sapevo fosse un fondatore"
    "Si invece, inoltre..."
    Senza rivolgersi all'angioletto e alla sua compagna peluche si allontanarono in tutta scioltezza, cominciando a raccontarsi dettagli inutili sul come si fossero aggiunti alla Nebbia.

    Non passarono molti minuti prima che in mezzo agli alberi cominciasse a muoversi una luce, un bagliore molto otente. Una luce che poco aveva di gentile e caritatevole, una luce che proveniva dalle squame di un grosso drago bianco, le quali irradiavano ovunque energia senza limiti.
    Il suo passo era pesante, le sue ali si spiegavano fra le fronde seppur stesse camminando con le zampe sul terreno. Il solo suo incedere perquoteva la foresta (e la maròòò...), ogni passo era sinonimo di maestosità (Vulnus style).
    Che i nuovi venuti si stessero muovendo o fossero rimasti ad aspettare, dettaglio che non gli era possibile capire dal messaggio di Elsa, li avrebbe incontrati procedendo verso uno dei tanti ingressi nascosti per la tana. Si alzò in volo quando si ritrovò ostacolato da rovi e spine, finché non trovò uno squarcio di apertura fra alberi e ramaglie. Tornò a terra attendendo le possibili reclute, che aveva capito essere due e particolarmente pericolose, almeno secondo il giudizio di Elsa. E disolito la dragonessa era una delle poche che sapeva il fatto suo in quella banda di scalmanati. La trattava anche troppo male a volte, considerando quanto la facessero sgobbare e quanto lei fosse remissiva e docile. Se avessero fatto fare a lui quello che doveva fare lei avrebbe già decimato la famiglia, così per vendetta e per sfizio.
    Sperava che almeno non si presentassero altri stolti come al solito. Non aveva intenzione di mangiare fuori dai pasti un'altra volta, anche se un po' di carne cruda non la rifiutava mai.
    <fosse per me... sarebbe molto diverso l'ingresso delle reclute> pensò, drizzando le zampe e snudando le zanne in un bieco ghigno.

    CITAZIONE
    -Lyvor- grosso e burbero, Lyvor è un drago bianco dal carattere sicuramente poco amichevole, anche con i propri compagni e con coloro a cui in realtà tiene. Sulle sue squame candide risalta una cresta ossea color ossidiana, che dal collo si prosegue lungo tutto il dorso fino alla sommità della coda. I suoi occhi sembrano due cobalti luminescenti, quando è infuriato il suo sguardo si trasforma in qualcosa di vagamente spaventoso. Protegge la tana della nebbia nella foresta di Ahsnaeris, anticipando pericoli imminenti e "accogliendo" amici e nemici... più o meno allo stesso modo.

    E scusa per il ritardissimo xD
     
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    Mael continuava a camminare avanti, ignorando volutamente i movimenti del drago verde che ormai stava alle proprie spalle. Oblio invece si fermò un attimo ad osservare la ragazzina e la sua cavalcatura, la quale si era innalzata al di sopra degli alberi per sputare una serie di palle infuocate nella direzione opposta.
    "Mael, hai visto cosa ha fatto quel drago?" disse telepaticamente, rivolgendosi all'angelo.
    "Non c'è bisogno che io mi volti a vedere quella specie di richiamo, almeno così ho intuito. Mi sono concesso qualche secondo per dare una rapida letta dentro a quella zucca squamosa." sogghignò, estremanente sicuro di ciò che stava dicendo.
    Oblio guardò sconcertata il suo compagno di sventure, stringendo i grandi occhi verdi. Poi si voltò e lo raggiunse a quattro zampe ben mimetizzata tra la vegetazione e ricomparendo poco dopo alla sua vista in posizione di testa.
    "Spero solo di incontrare qualcuno più vecchio, una specie di veterano della Nebbia. Quelle due di prima erano troppo giovani e insicure per darci una risposta."
    L'angelo guardò la sai di sbieco, schioccando la lingua presuntoso.
    "Forse forse abbiamo qualcuno che fa al nostro caso. Guarda." L'ex-cherubino indicò con il dito davanti a lui un punto che Oblio in un primo momento non riuscì a distinguere. Vedeva solo verde, verde chiaro, verde scuro, verde bottiglia... Tutti i colori della vegetazione di Ahsnaeris. Poi ecco che un bagliore bianco saltò sul suo campo visivo, un luccichio candido e irradiante come i caldi raggi mattutini. La creatura demoniaca sussultò, scomparendo nuovamente tramite la mimetizzazione.
    "Chi è quello?"
    Mael non fece caso alla sua domanda, quindi procedette in avanti cauto. Spuntò in mezzo ad una serie di arbusti e si trovò davanti un grosso bestione alato, un drago bianco dalle cuspidi nere come l'ebano.
    "Heh, ammirevole." mormorò, mostrando un sorrisetto strafottente. Altri arbusti si mossero accanto a Mael ma da essi non uscì nulla. O meglio, qualcosa uscì, ma era Oblio avvolta nella sua naturale invisibilità. Solo gli occhi si vedevano, i quali si confondevano perfettamente con il verdeggiante mare di foglie e piante.
    "Immagino che tu non sia venuto qui di tua spontanea volonta, giusto?" domandò, incrociando le braccia al petto.

    Edited by H a w k e ; - 8/11/2017, 19:16
     
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    Lyvor scrutò L'angelo appena giunto, Elsa era stata molto chiara con i dettagli nonostante il messaggio piuttosto banale. Aveva capito che sarebbero dovuti essere in due, quindi qualcosa non era proprio al suo posto, ma era più che sicuro che l'altro essere fosse nei paraggi.
    Avrebbe solo avuto di che provare a ingannarlo, la risposta che gli avrebbe dedicato non sarebbe stata affatto piacevole. Quell'umanoide non gli suscitava nessuna emozione, anche se il suo sguardo era piacevolmente in tono con il suo meschino ghigno sornione.
    "Se proprio vuoi una risposta... deve ancora nascere chi può impartirmi ordini che io stesso non ho intenzione di rispettare"
    I suoi occhi rilucerono di un'aria sinistra, inviando fiamme infernali in direzione di quello che per un'analisi umana sarebbe potuto risultare un bel damerino. E aveva ormai imparato a riconoscerli, nonostante non capisse cosa potesse esserci di apprezzabile in quell'espressione e quel musetto così fragili.
    "Dov'è il tuo compagno, teme di palesarsi forse? Non capisco cosa ci faccia qui in tal caso" disse, esprimendo ogni parola con una voce mista tra il rude e il cavernoso.
    Emise un basso sibilo seccato, muovendo le ali e battendo la coda al suolo. Alzò poi lo sguardo verso il cielo nel notare qualcosa di luminoso avvicinarsi dall'alto, fra chiome e ramaglie, rimanendo qualche secondo immobile in attesa.
    Abbassò poi lo sguardo, mentre il bianco uccello si avvicinava a velocità incredibile.

    Noxas atterrò su un pioppo a pochi metri dal dragone, indicandolo con una zampa e bersagliandolo con un fascio di luce sul muso in totale sciallezza.
    Lyvor abbassò il muso, socchiudendo le palpebre e riaprendole nella sua direzione, senza neanche impegnarsi a dedicargli occhiate truci.
    "Noxas! Sono giorni che aspettiamo"
    Lei di rimando soffermò l'attenzione e gli occhi d'ametista sull'angelo, il quale povero sembrava essere ignorato appena arrivato.
    "E quello chi sarebbe..."

    ***

    Finalmente era a casa, dopo quello che aveva visto un po' di normalità non le avrebbe fatto male. Evitò di pensarci, già il doverlo raccontare le avrebbe recato un buon quantitativo di rotture, meglio non buttarsi prima del tempo.
    Si lanciò verso l'angioletto, planando su un ramo alla sua sinistra. Da lì poteva godersi il muso di Lyvor dalla sua stessa prospettiva, si sarebbe divertita come al solito ad instigare zzizzanie varie e ad aiutare quel tipo ad infastidire Lyvor in qualche modo.
    "Un'altra recluta? Dimmi di no ti prego, già abbiamo avuto a che fare con.. ahr, quel roc"
    Non era neanche proprio un roc Zephiros, ma se aveva capito bene non era mai tornato a fornire le informazioni che gli aveva incaricato di portare alla famiglia.
    Tornava e, ovviamente, ne beccava un altro. Altrettanto ovviamente sarebbe finito a lei, come al solito.
    Dannazione, poteva tardare di almeno un paio di minuti così Lyvor nel frattempo se lo sarebbe sbranato e lei avrebbe solo dovuto andare a riposare?
     
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    Oblio parve tremare al fianco di Mael vedendo il grosso drago bianco. L'angelo invece non cessò di mostrare il suo ghigno "simpaticissimo".
    "Hai buon senso dell'umorismo, vedo." constatò dopo ciò che disse il drago.
    "Il mio compagno? Dai tempo al tempo, si farà vedere. E' un po' timida ma devo dire che è una formidabile assassina." Mael arrivò una ginocchiata al fianco peloso della Sai, come per dirle che si doveva dare una mossa a palesarsi. Costei quindi si alzò sulle due zampe, molto titubante, e si scrollò come un cane, rivelando così una pelliccia scura che prendeva torni verdi e neri.
    "Non c'è bisogno di usare questi modi, Mael." cantilenò la creatura telepaticamente. La voce sensuale e cristallina poteva essere udita anche dal drago bianco.
    Prima che il caduto potesse dare spazio a tutti i "convenevoli", un uccello gigante fece la sua comparsa. Planò su un ramo alla sua sinistra, cosa che Mael trovò strana perché come poteva un albero reggere il peso di un pennuto troppo cresciuto?
    "Ho la brutta sensazione che qui si stia mettendo male." mormorò la sai, guardandosi intorno.
    "Neh." sbuffò lui in risposta, ascoltando al contempo la domanda che aveva posto il roc. Mael si passò una mano tra i capelli corvini, come se quel gesto aumentasse il suo ego già smisurato.
    "Ho già detto ai vostri due amichetti di prima che ho intenzione di unirmi a voi. Il motivo? Voglio passare quest'eternità a sovvertire il quieto ordine di questa terra fin troppo noiosa in cui sono stato esiliato. Dopotutto sono un portatore di male, dolore e discordia... E sicuramente potrei esservi utile in qualche modo. Avete pur bisogno di un pazzo egocentrico come me per falciare la pace... Non c'è cosa che più mi diverte."
     
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    Noxas, appena giunta, non poté che prestare tutta la sua attnzione alle parole dell'angelo. Diamine se era simpatico, soprattutto per l'ultima assurdità che aveva detto.
    Quell'altra creatura però era decisamente strana. Emanava una pericolosità diversa, ma per nulla inferiore a quella del damerino.
    "Bisogna ammetterlo, essere squilibrati ultimamente è una prerogativa di praticamente mezza isola" fece la roc, allargando le ali.
    Lyvor, che di solito se ne stava imperturbabile nella sua maschera di indifferenza, comprese il significato di quelle parole e si lasciò andare ad un mezzo sorrisetto che appariva più che altro come un ghigno di sfida con tanto di zanne snudate.
    "Salve dunque, qualche pazzo in più può sempre farci bene. In realtà abbiamo sempre fatto credere di reclutare gente un po' a caso, nel senso... se ogni individuo che si presentasse qui con intenti folli noi lo accettassimo saremmo praticamente un esercito ormai"
    Lyvor lasciò che fosse Noxas a parlare, solitamente era lei che pensava ai nuovi arrivati e le sue scelte erano inequivocabili. Non per altro, agli albori della famiglia c'era proprio lei. Nessuno meglio di Noxas poteva giudicare i nuovi arrivi, e nessuno ne aveva più diritto.
    "Vediamo..." continuò la roc, scrutandoli con i suoi occhi d'ametista e con vivida curiosità. "Una possibile nuova recluta ci ha appena traditi, ovviamente sto andando a fargliela pagare. Ha preso alla leggera un compito ben più importante del portare scompiglio e... accidenti a lui, immagino che nessuno abbia fatto rapporto, dico bene?" chiese, ora rivolta al dragone bianco. Questo annuì, riducendo gli occhi a due vermiglie fessure verticali.
    "Ti avevo detto di non fidarti ogni volta del primo venuto!"
    Le parole di Lyvor emergevano come ruggiti feroci, come ringhi imbestialiti in procinto di mutare in poderose fiammate. Non era fuoco però ciò che ne sarebbe uscito, ma qualcosa di ben più devastante.
    Noxas lo sapeva, per questo era solita divertirsi a farlo sclerare.
    "Questa volta l'ho presa con troppa tranquillità la situazione, lo ammetto. Ma..."
    "Ma quel roc ti piaceva, giusto?"
    Lei gli piantò addosso uno sguardo assassino, altro che draghicida.
    "Zephiros? Quell'inetto... neanche per sogno"
    Lyvor fece finta di restare serio, ma aveva capito che l'incontro con Zephiros era stato per Noxas più di un tentativo di reclutamento mal riuscito.
    "Come vuoi tu. In ogni caso cos'è successo?"
    A quel punto la roc prese posizione su un ramo da cui poteva fissare sia il duo di nuovi arrivati che Lyvor e cominciò a parlare.
    "Ci era stato comunicato che alcuni corpi dei nostri alleati erano stati ritrovati, ma c'è un problema... tra quei corpi... c'era anche il tuo Lyvor, oltre a quello di Shian e non soltanto"
    Lyvor invece di stupirsi reclinò il muso di lato, inclinando il collo dcon fare pacato.
    "Interessante, non trovi? Dubito di essere morto o me ne sarei accorto"
    "Non è il caso di fare l'idiota. In quel luogo abbiamo scoperto la presenza di un altare, se così possiamo chiamarlo, della Mano della voce. Una potenza naturale che genera una sorta di contatto con il mondo dell'aldilà, rievocando tutti coloro che sono stati pensati e desiderati con intensità da chi è ancora in vita. Mai avrei creduto di imbattermi in una magia simile. Non sappiamo comunque chi ha utilizzato i vostri corpi, né per fare cosa, e ho intenzione di scoprirlo assolutamente il prima possibile"
    Si concentrò dunque sul giovane appena arrivato e sullo strano demone che lo seguiva timidamente, cercando un valido motivo per non lasciare che Lyvor li sbranasse in tranquillità.
    Optò poi per la decisione più semplice, li avrebbe mandati a scoprire qualcosa in più e, se ci sarebbe stato da picchiare qualcuno, avrebbero potuto dar sfogo alla loro brama di caoss.
    Noxas sparò un fascio di luce verso l'alto, richiamando l'attenzione di Elsa e Nairy che, in meno di un paio di minuti, giunsero in volo atterrando a pochi metri da Lyvor.
    "Dobbiamo sbrigarci, siamo già in ritardo" asserì la ragazza, stringendo i fianchi della giovane dragonessa verde che aveva già ricominciato a guardare male l'angelo ma restandosene in silenzio.
    "Cambio di programma, raggiungete il luogo che ci era stato indicato in cui avremmo dovuto recuperare i corpi e cercate informazioni, siamo stati ingannati"
    "Cosa?"
    La rox le spiegò tutto in breve, riassumendo un po' quello che aveva visto all'ossidiana con Zephiros. Alché Nairy e Elsa annuirono quasi all'unisono, comprendendo il peso che la possibilità di un attacco d'infiltraggio poteva far gravare sulla famiglia.
    La draghetta avrebbe voluto protestare, ma si limitò ad avvicinarsi alle due nuove reclute per dedicare loro la più vaqua delle espressioni. Era chiaro, non le piacevano neanche un po'. Invece Nairy non ostentava astio eccessivo, sembrava anzi abbastanza a suo agio.
    "Dai, sembra sicuramente più divertente questo no?"
    Diede un calcio al fianco sinistro di Elsa, che alzò il muso sospirando volute concentriche di fumo dalle narici.
    "D'accordo. Ma se mi infastidiscono li arrostisco"
    Nairy le diede una pacca sul dorso come ad assentire, cercando poi il consenso della nera creatura pelosa e del damerino.
    "Innanzi tutto io sono Nairy, lei è Elsa. Sarebbe carino conoscere anche i vostri di nomi. Ma intanto... dovremmo volare per spostarci, avete bisogno di un passaggio?" disse, indicando il dorso di Elsa che digrignò le zanne più che innervosita.
    Se non avesse capito che la missione era di vitale importanza probabilmente avrebbe preso a calci Noxas, con tutte le sue idee di mandare i nuovi arrivati con loro, e Nairy stessa, perché la ragazza sapeva
    che Elsa accettava di portare soltanto lei sul dorso e in casi rari faceva eccezioni solo se strettamente necessario.
    [URL=?t=72959066&st=30]Questa è la role da cui venivano Noxas e Zephiros.
    Se vuoi velocizzare un po' puoi già farli partire. Poi fammi sapere se vuoi spostarti all'ossidiana o se continuiamo qui, per me è uguale si può restare dove siamo tanto non è nemmeno troppo lontano dalla foresta. E prepara qualche tecnicuzza per Mael perché si scatenerà il delirio xD
     
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    Oblio si massaggiò il punto in cui aveva ricevuto la botta da Mael, mentre lo guardava torvo. Poi prestò attenzione all'esclamazione dell'uccello gigante e non potè fare a meno di esibire uno sguardo interrogativo.
    "Essere squilibrati è una prerogativa di mezza isola?" mormorò tra sé e sé, ripetendo le parole della pennuta. Il caduto invece ridacchiò sotto i baffi.
    "Capisco, capisco, voi potreste avere tutte le ragioni ma... Io non sono un pazzo qualsiasi. Ci sarà pur posto per uno come me." aggiunse, dopo la spiegazione del burbero drago bianco. La sai si indispettì da quel discorso e tirò una piuma dell'ala sinistra inferiore del nefasto angelo, rivolgendogli uno sguardo più che eloquente.
    "Aehm, volevo dire, ci sarà pur posto per due come noi." si corresse, con una smorfia di rabbia.
    "Non credi di essere troppo egocentrico?" sibilò, solleticando i pensieri di Mael. Ma lui la ignorò completamente e si trovò inaspettatamente gli occhi violacei e indagatori della roc piantati addosso. Detestava essere osservato a lungo in quella maniera, però non doveva fare mosse avventate o avrebbe sicuramente messo a repentaglio la sua intenzione di entrare a far parte della Nebbia. Fortunatamente la pennuta distolse presto lo sguardo e lo puntò sul drago bianco, iniziando così un discorso riguardo una nuova recluta che li aveva traditi. Più che discorso sembravano che i due capoccioni della Nebbia (almeno così li aveva identificati Mael per il momento) parlassero dei propri affari. L'angelo non potè non ghignare divertito, soprattutto quando intuì che nel mezzo c'era una probabile questione amorosa. Più che intuire lo capì sfiorando appena la mente della roc.
    Quel breve siparietto finì e finalmente, sia Oblio che Mael, poterono ascoltare qualcosa di interessante. Stando alle parole dell'uccello gigante, erano stati ritrovati dei corpi appartenenti agli alleati della Nebbia, tra cui quello del drago bianco, Lyvor, e di un altro di nome Shian, in un luogo dove risiedeva un altare chiamato "Mano della Voce". Esso aveva il potere di generare una specie di contratto con l'aldilà, rievocando tutti quelli che erano desiderati da chi, invece, era ancora in vita.
    Il caduto si portò una mano sotto il mento, increspando le labbra in un mezzo sorriso sghembo.
    "Ho capito, quindi ci metterete alla prova manandoci in quel luogo, mhm?" domandò, pur sapendo di avere una risposta ben definita.
    "Beh, non ci resta che adempiere a questo compito. Ho visto e sentito di peggio, questa Mano della Voce è niente in confronto." Si appoggiò ad un albero con totale noncuranza e tranquillità, attendendo che i capoccioni della Nebbia iniziassero tutti i preparativi per la missione. Oblio invece sembrava preoccupata.
    "Forse è una missione un po' troppo impegnativa per le mie abilità..." disse insicura. Il fascio di luce emanata dalla roc la fece distogliere dai pensieri e guardò curiosa l'arrivo dell'umana a cavallo della dragonessa verde, coloro che avevano incontrato per prime. Le due si avvicinarono riluttanti a Oblio e Mael. Quest'ultimo, divertito, non potè fare a mento di notare lo sguardo vacuo della rettile verde. Gli scappò una leggera risatina.
    "Non ho bisogno di passaggi aerei, direi che sono attrezzato per volare." disse in risposta alla proposta dell'umana.
    "Comunque mi chiamo Mael, o almeno questo è il nome con cui sono stato creato, oltre ai tanti che mi avevano addossato le varie religioni quando ancora lassù ero un patetico schiavo della Luce." Si spostò dall'albero su cui era appoggiato e fece uscire due paia di ali da sotto il mantello cremisi. Erano ampie, nere e lucenti come l'ossidiana. Non c'era una piuma rovinata o fuori posto.
    "E non digrignare le zanne Elsa, non vorrai che il tuo bel musetto grazioso si rovini." Gli rivolse il suo solito sorrisetto insopportabile e spiccò il volo verso l'alto, smuovendo violentemente le fronde degli alberi.
    Oblio lo guardò allontanarsi, pronta a seguirlo. Anche lei generò le sue ali piumate: i sai potevano nasconderle e tirarle fuori a piacimento. Era una loro tipica caratteristica.
    "Io invece sono Oblio. Non preoccupatevi se sentite la mia voce dentro alle vostre teste: io parlo in questo modo." Detto ciò la creatura si arrampicò su un albero e da lì si alzò in volo, serpeggiando elegantemente al fianco di Mael.

    Ma restiamo qui, almeno non apriamo settordicimila topic XD
     
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    Quell'insolente di un damerino le dava sui nervi, probabilmente sarebbe finita molto male tra loro due. Elsa non poteva sopportare quello sguardo, quell'espressione sfottente, e soprattutto le parole che le rivolse con così tanta irriverenza.
    Lo sprezzò con lo sguardo, soprattutto mentre mostrava le proprie ali con le quali la sua natura sovrannaturale; non capì molto di ciò che disse nel momento in cui si presentò, ma non era il suo ruolo quello di capire.
    Dovette rimanersene zitta per questa volta, limitandosi a grugnire.
    Si mosse in modo da restare relativamente distante da quell'angelo o sarebbe stata tentata anche troppo dallo scagliargli una fiammata per cuocergli quelle piume da uccellino.
    L'altra creatura, invece, nonostante il suo singolare modo di dialogare non le dava alcun fastidio. Tuttavia era sicura che avesse una sorta di doppio volto che non mostrava per qualche motivo.
    Noxas, prima che si fosse alzata in volo, diresse verso Nairy un fascio di luce attraverso la coda. La ragazza sembrò quasi afferrarlo allungando una mano, aprendo il palmo che a contatto con il raggio si illuminò per un paio di secondi. La chiuse annuendo, accogliendo le informazioni che la roc le aveva inviato.

    Volarono per diversi metri, le sue ali perquotevano l'aria sottostante con energia mentre Nairy le indicava la strada da seguire semplicemente con le dita di una mano poggiata sul suo dorso.
    I leggeri abiti neri della ragazza svolazzavano a causa del vento che sferzava in direzione opposta alla loro. Nairy pensò che forse partire per una missione del genere in maglietta di cotone, braghe corte e stivaletti non era proprio il massimo, anche perché le si stavano gelando le gambe e la sensazione era smorsata unicamente dai caldi fianchi della dragonessa di smeraldo.
    Atterrarono in mezzo ad un'area rocciosa circondata da alberi, non molto distante dalla foresta. Sembrava un luogo come un altro, uno sprazzo di montagna fatto di terra e cielo che si incontravano in uno splendido paesaggio ricco di vegetazione.
    Elsa conficcò gli artigli a terra e si vide bene dallo scendere vicino a quel dannato angioletto.
    Era già stata in quel luogo in passato, chi sa cosa aveva trovato Noxas di così assurdo da allarmarsi in quella maniera? Avrebbe analizzato via via le informazioni che le aveva passato tramite il suo elemento, fasciarsi la testa in anticipo era inutile. In ogni caso da ciò che Noxas le aveva trasmesso quello era un luogo da considerarsi sicuramente pericoloso.
    Si mossero con cautela, mentre si addentravano in una vegetazione sempre più fitta. La sensazione di essere osservati era più che vivida, e Nairy nonostante si trovasse sul dorso della piccola dragonessa non riusciva a sentirsi sicura. Eppure in apparenza il luogo non mostrava niente più di qualche alberello troppo cresciuto, radici e numerose liane sporgenti dalle chiome.
    "Mael, Oblio... secondo le informazioni fornitemi da Noxas qui... la vegetazione non è molto simpatica"
    Fece appena in tempo a dirlo, che si scatenò il delirio. Elsa sussurrò qualcosa tipo -speriamo ci rimanga secco-, ma Nairy la ignorò e si concentrò su ciò che stava accadendo nei dintorni.
    Era assurdo, gli alberi sembravano starsela prendendo con loro: miriadi di radici e liane si scagliarono in direzione prima della dragonessa poi dell'angelo e del demone, prendendoli di mira con varie schegge di legno lanciate ad alta velocità e frustate di lunghi rampicanti.
    Contemporaneamente radici simili ad artigli spuntarono dal sottosuolo per ghermirli, afferrando la coda di Elsa che si ritrovò costretta ascalciare all'indietro con tutta la sua forza. Con un ruggito stroncò le ramaglie che stavano cercando di afferrarla, mentre Nairy era balzata giù in tempo e aveva cominciato a muoversi agilmente da una parte all'altra tirando fuori la propria arma, fino a quel momento assicurata in un fodero sulla schiena. Lo brandì con fierezza, facendo mente locale e rendendosi conto che era la prima volta che effettivamente lo provava in una missione.
    Il mezzodrago blu con cui aveva avuto a che fare tempo addietro, durante la ricerca del lemuriano Void, l'aveva denominata signorina dei cucchiai. Quale arma dunque sarebbe potuta essere più appropriata di un cucchiaio, con cu pareva aver messo timore a bestie ben più grandi e pericolose di lei.
    Da allora aveva iniziato a riporre piena fiducia nei cucchiai, e ciò che teneva in mano era proprio un lungo e spesso cucchiaio con tre lame sulla cima, che si dipartivano dalla semisfera sulla sommità per dirigersi in tre direzioni diverse.
    Aveva compreso essere un arma letale, utilizzabile in vari modi. L'asta era in semplice legno, ciò lo faceva rassomigliare ad una corta lancia decisamente peculiare.
    Cominciò a menare fendenti in ogni dove e in ogni perché, mentre la draghetta diede immediatamente fuoco ad alcune piante troppo cresciute ed incavolate da cui erano addirittura spuntate inquietantissime fauci.
    Sembravano essere circondati da un intero orto naturale gigante di piantine carnivore di ogni forma, dimensione e pericolosità.
    "Direi non male come inizio, non siamo neanche arrivati!"
    In ogni caso se non sapevano cavarsela già in quella situazione difficilmente nella Nebbia sarebbero durati molto. La nera creatura pelosa dal pucciosissimo musetto inquietante poco prima ad Ahsnaeris aveva usato la penombra della boscaglia per nascondersi, purtroppo non le sarebbe stato possibile in una simile situazione e avrebbe dovuto combattere a muso aperto.
    Elsa scoccò un'occhiatina d'incendio verso Mael, sperando con tutta se stessa di vederlo infilsare da qualcosa di poco carino.

    Fine role Mael VS Elsa xD tanto penso che siano ad un livello molto simile
     
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    Volare con ben quattro ali era la cosa più facile che esisteva per Mael. Poteva fare manovre brusche, acrobazie e anche volare all'indietro, facendo così tremare dall'invidia tutte le altre creature alate grandi e piccole. Inoltre era capace di stare sospeso in aria senza subire grandi sforzi fisici ed era in grado di volare pianissimo e altresì molto veloce. La sua andatura attuale però era abbastanza costante tanto da poter stare sia dietro alla dragonessa verde che accanto a Oblio, la quale pareva faticare a reggere il "passo" di Mael.
    "Batti già la fiacca, eh?" Fu questo il messaggio telepatico che mandò alla sai, anche perché era impossibile parlare con il vento che gli batteva in faccia. La creatura dagli occhi verdi smeraldo, in risposta, roteò le proprie finissime pupille all'insù. Con l'angelo purtroppo era così, aveva uno strano rapporto di amore-odio... E si erano conosciuti da qualche giorno, forse.
    "Tu vinci già in partenza, hai due paia di ali... Sbruffone." Oblio fulminò Mael con uno sguardo poco buono, facendogli poi una smorfia con la lingua di fuori.

    Qualche minuto dopo, il gruppetto finalmente arrivò in una zona rocciosa, non molto distante dalla foresta. Dopo che Elsa e la ragazzina atterrarono, il caduto le raggiunse giungendo dall'alto con una certa grazia nei movimenti, riponendo le maestose ali sotto il mantello cremisi non appena entrambi i piedi toccarono il terreno. Con la coda dell'occhio notò Oblio che si apprestava a fare la medesima cosa e, una volta arrivata al suo fianco, Mael gettò l'attenzione sulla vegetazione circostante. Essa appariva molto folta e rigogliosa, quasi impenetrabile a creature della loro taglia. Ma quello non risultava essere un problema, l'angelo si sarebbe fatto strada a suon di fendenti contro le povere piante innocenti.
    Quando finalmente la ragazzina con la sua cavalcatura si decisero ad avanzare, Oblio e Mael iniziarono a seguirle dentro la foresta. La luce dentro essa filtrava appena tra le fronde delle piante, rendendo quindi l'ambiente piuttosto oscurato. Nessun animale proferiva verso o canto, si udivano solo i passi dei presenti che pestavano il suolo coperto da erba, foglie e rami.
    "E' tutto molto strano qui. E' come se mi sentissi osservata." mormorò Oblio, diretta nella mente del suo compagno di disavventure. La sai quindi, con il pensiero di essere attaccata da qualcuno o da qualcosa, si mimetizzò con il verde che imperava il selvaggio luogo. Mael invece continuava imperterrito il suo cammino, stando però attento a quei strani segnali silenziosi che stava percependo. Tuttavia il caduto non fece in tempo a prestare attenzione alle parole di Nairy che gli alberi attorno, inaspettatamente, iniziarono a prendersela con loro: essi fecero affiorare radici dal terreno e liane dai rami, tutti diretti verso Mael, Oblio e Elsa.
    Il caduto in contempo si sentì afferare per le gambe in una stretta a dir poco micidiale, ma quello che importava era che avesse le mani libere: si portò le ali davanti come scudo dalle liane che lo frustavano, abbastanza per guadagnare tempo per sfoderare Astaroth, la spada sanguinaria. Sciolse quindi la difesa e con l'arma dentellata iniziò letteralmente a distruggere tutta la vegetazione con fare barbarico, infuriato all'ennesima potenza. Una liana aveva osato graffiare la guancia dal suo lato sinistro e questo bastava per farlo arrabbiare.
    Oblio invece era chiusa dentro la sua gabbia fatta di ali, le cui piume erano dure come il metallo. I sai avevano questa difesa particolare piuttosto resistente. Ma la demone sapeva che non poteva continuare a farsi frustare da quelle maledette liane, doveva inventarsi qualcosa anche se non era particolarmente portata per i combattimenti diretti. Era un'assassina, diamine, lei si muoveva nell'ombra senza farsi vedere. L'unica cosa utile che fece fu rosicare le radici che avevano bloccato le gambe di Mael, liberandolo. L'angelo quindi, sentendosi gli arti privi di alcun intralcio, si spostò rapido e protese una mano in avanti verso le piante viventi: dal proprio palmo si formò una specie di sfera nera che ingigantendosi, prese la forma di un demone etereo con il corpo completamente color ossidiana e gli occhi rossi luminescenti.
    "Incendia!"
    Senza alcuna esitazione, egli gettò tre palle di fuoco (una dietro l'altra, con circa tre - quattro secondi di intervallo) contro le liane e le piante carnivore, spuntate solo all'ultimo momento. Una sfera infuocata finì dritto in bocca ad una di loro, difatti essa si avvolse dalle fiamme soltanto poco dopo. C'era il rischio che tutta la foresta andasse in cenere, ma questo poco importava a Mael... Pure Elsa aveva contribuito a fare la piromane.
    "Razza di piante insolenti... Se credete di farmi fuori avete sbagliato essere." mormorò a denti stretti. Non notò lo sguardo omicida della dragonessa che tanto lo odiava perché era troppo concentrato a sradicare le piante con la spada. Il demone evocato invece era immobile davanti a Mael, in attesa di ordini del suo padrone. Quanto a Oblio... Lei era ancora sulle difensive, con le ali a mo' di scudo che la proteggevano dagli attacchi.

    Edited by H a w k e ; - 7/4/2018, 19:37
     
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