Approdo a Ke... ehm, com'è che si chiamava?

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    Approfittando del momento di silenzio probabilmente causato dall'ipotesi sconclusionata avanzata da Nivael riguardo alle foglie d’ardesia, Zorais decise di spiegare al giovane drago la ragione per la quale aveva scoperto con tale facilità la natura del suo potere elementale.

    "Beh hai ragione" esordì con un tono cortese che, nonostante il lodevole impegno da lui profuso, non riusciva a mascherare del tutto una nota saccente.
    "La tua bolla d'aria era invisibile, infatti non ho visto quella, ma ho osservato altre cose, ti spiego: partiamo dalle basi, sembri essere un drago giovane, ma hai comunque un'apertura alare molto grande, questo implica la tua natura di volatore, senza trattare dei tratti sinuosi del tuo corpo. Sei chiaramente un maschio ma le tue zampe sono sottili e sei molto magro, questo insieme alle ali assicura la tua appartenenza alla famiglia dei draghi capaci di volare per addirittura giorni senza il minimo sforzo, e ad una velocità pari a quella del vento, quindi le probabilità che tu possegga il suddetto elemento sono molto alte, ma andiamo più nello specifico.
    Da quello che ho visto, se non sbaglio hai creato una bolla d'aria compressa, creando un vero e proprio vuoto d'aria giusto? Ebbene ovviamente è impossibile da vedere, ma non è altrettanto possibile vedere un cambiamento in quella determinata zona vuota, si può ben sentire e annusare, o appunto in questo caso, non si può, perché appunto è vuoto.
    E ultima cosa, importantissima, il rumore, o meglio il non rumore, essendo quella bolla un vuoto, tutti i rumori vengono annullati, e da quello che ho visto, hai chiuso nella bolla uno strumento musicale, questi tipi di strumenti sono molto sensibili ad ogni tipo di interazione, anche solo lo spostamento gli fa causare rumore se non custoditi, eppure, nonostante abbia fatto un volo abbastanza rapido, non ha proferito suono, ecco cosa mi ha dato la prova finale, non volevo sembrare scortese comunque, scusami".


    Zorais, avendo messo a nudo le abilità di Nivael avvalendosi delle sue capacità deduttive, decise poi, per correttezza, di fornirgli perlomeno una sommaria spiegazione delle proprie.
    "Più o meno si, puoi considerarmi come....ehm una miniera che cammina, anche se ora non..." si apprestò a dire, interrompendosi tuttavia prima di terminare la frase. La sua voce, di norma molto austera e quasi solenne, ebbe un’istante di tentennamento.
    "Ehm non so ancora usare bene i miei poteri purtroppo, quindi riesco a malapena a produrre ferro e acciaio e a controllarli un minimo" tagliò corto in modo inaspettatamente sbrigativo.

    Per tutta la durata del lungo monologo esplicativo di Zorais, Nivael mantenne la medesima espressione cordiale ma impenetrabile che aveva quando il drago corazzato era riuscito a smascherare senza sforzo il suo elemento.
    Non appena egli ebbe finito di parlare, il muso del drago argentato si illuminò di uno strano sorriso. La sua era, almeno in apparenza, un’espressione allegra e gentile, ma nel suo sguardo si poteva scorgere una velata sfumatura beffarda. Puntò i suoi occhi gialli su quelli violacei del drago corazzato, fissandolo in silenzio per un paio di secondi.

    “Oh, perdonami” disse poi con voce calma e cortese, compiendo uno sforzo di proporzioni titaniche per dominarsi. “Mi ero distratto. Potresti, per cortesia, ripetere dall’inizio tutto quello che hai appena detto?”.

    Nivael stava facendo tutto quello che era in suo potere per conservare la sua impassibilità, ma attraverso la sua maschera affabile traspariva chiaramente il sacrificio che stava compiendo per non scoppiare a ridere a pieni polmoni. Resistette per una manciata di secondi, durante i quali continuò a fissare Zorais dritto negli occhi senza cambiare minimamente l’espressione del suo muso.
    Poi, come acqua che irrompe dall’argine di un fiume in piena, dalle fauci del drago scaturì improvvisamente un fiume di risa scomposte e sguaiate. Queste, tuttavia, risuonarono un po’ forzate, come fossero false o perlomeno volutamente esagerate. Il teatrale sfogo d’ilarità di Nivael, in effetti, non era che una maschera atta a nascondere la rabbia e la frustrazione che stava provando in quel momento.

    “HAHAHAHAHA… Scusa! HAHAHA” disse a stento tra una risata e l’altra, accasciandosi a terra su un fianco non riuscendo più a contenersi, “è stato… Hahaha… è stato più forte di me!”.
    “Ok, dai, parliamone sul serio” disse, poi, sforzandosi per riprendere fiato. Posò a terra il liuto del Nahrd e si alzò sulle sue quattro zampe.
    “Quindi, se ho capito bene” proseguì con voce più calma ed un’espressione neutra sul muso, “hai dedotto il mio elemento basandoti sul mio aspetto fisico e sul fatto che lo strumento non ha emesso suoni nell’istante in cui è stato risucchiato dalla bolla di vuoto”. Fece una brave pausa, durante la quale si avvicinò a Zorais fino a giungere a pochi centimetri di distanza da lui.
    “Beh, i miei complimenti!” disse con un sorriso sottile e un po' insolente, guardandolo negli occhi. Nel suo tono di voce, esageratamente sereno e accomodante, si poteva distinguere chiaramente un’aspra ironia. “Sei un osservatore davvero eccezionale, Zorais”, aggiunse.
    Iniziò a camminare lentamente intorno al drago fissando la sua armatura, imitando in modo volutamente caricaturale l’espressione di una persona intenta a riflettere.
    “Uhm… Diamine, indovinare il mio elemento deve essere stato davvero un gioco da ragazzi. Scommetto che anche i nostri amici coboldi l’avevano capito immediatamente, quando ho tolto lo strumento di mano a quel musicista mancato!”.
    Nivael non si stava ormai nemmeno più sforzando di mascherare il suo sarcasmo, che traspariva in modo lampante dal suo tono di voce. Avrebbe preferito che la questione si fosse conclusa senza ulteriori commenti, essendo ancora piuttosto seccato per via della pessima figura che aveva fatto davanti a tutti. La spiegazione dettagliata di Zorais, che aveva messo a nudo la banalità del suo trucco, aveva invece rinnovato il suo fastidio inducendolo a reagire in modo acido e decisamente poco maturo.

    Nivael si allontanò in silenzio dal drago corazzato, tornando nel punto in cui aveva lasciato il liuto. Si sedette sulle sue zampe posteriori. Raccolse lo strumento da terra e, con fare indifferente, iniziò a pizzicarne le corde con gli artigli. Chiusosi in un ostinato silenzio, il giovane drago fissava un punto imprecisato in direzione del mare, sforzandosi di riprendere il controllo di sé. Non era arrabbiato con Zorais, ma piuttosto con sé stesso. Quello che lo seccava era l’essere stato messo di fronte ad un suo limite, l’essere stato superato con tale facilità. Ma, soprattutto, ciò che davvero lo mandava in bestia era il fatto che stava provando rabbia per questo.
    Possibile che si sentiva ferito nell’orgoglio? Lui, che aveva scelto la via del tradimento e della fuga pur di non prendersi mai alcuna responsabilità in vita sua. Come poteva affermare di avere ancora un orgoglio? Si sentiva un’ipocrita.
    Passarono una decina di lunghissimi secondi, durante i quali l’unico suono che riempiva l’aria fu quello delle note casuali emesse dal liuto. La performance musicale del drago argentato, seppure involontaria, fu comunque nettamente superiore a quella del Nahrd.

    Inutile dire che la sceneggiata di Nivael aveva reso l’atmosfera piuttosto pesante. Irya, forse nella speranza di stemperarla un po’, decise di rompere quel silenzio così carico di tensione.
    "Vi... vi ringrazio della vostra disponibilità, ma quella creatura è decisamente più potente di qualunque cosa abbiamo visto. Tremendo... è stato tremendo", disse tentando di dare alla sua voce affranta una parvenza di autorevolezza, riuscendoci però solo per metà.
    Acreos, ancora visibilmente turbato dal pensiero della sorella tenuta prigioniera quel mostro, si coprì gli occhi con le zampe. Fece tutto il possibile per reprimere il suo bisogno impellente di sfogarsi in un pianto, ma non riuscì ad impedire ad una lacrima di inumidirgli guance. Tirò su col naso e, con un sorprendente slancio di dignità, riprese in pochi istanti il controllo di sé.
    "Le foglie... non sappiamo esattamente a cosa si riferiscano” disse con inaspettata fermezza “il drago ha detto che lo avremmo potuto cercare soltanto trovando le foglie d'ardesia. Non credo siano le sue squame, è... è ovvio che trovandole troveremmo anche lui".

    Zorais, che probabilmente non aveva alcuna intenzione di dare corda alla messinscena di quello che gli pareva poco più di un cucciolo, non raccolse la provocazione di Nivael e, anzi, rispose con cortesia alla sua domanda circa il nome dell’isola.
    "Il nome di questa isola e knawr se non mi sbaglio, famosa per la sua biblioteca, la quale appunto era il mio motivo per la quale volevo informazioni, non sapevo da che parte andare, ma penso che ormai dovrà aspettare" disse con un tiepido sorriso.
    Poi, senza alcun preavviso, si caricò sulla groppa il Nahrd. Questo, una volta realizzato che si trovava sul dorso di un drago, diede sfogo alla sua incontenibile eccitazione iniziando a ballare in modo scoordinato canticchiando a squarciagola melodie altrettanto scoordinate.
    "Volete che vi porti io?” disse Zorais con la sua voce austera e profonda. “Per me non sarà un problema, andremo a salvare vostra sorella, tu vuoi venire signor bardo, d'altronde i nostri destini sono incrociati ora no?" fece, riferendosi prima ai due coboldi e poi al Nahrd che aveva in groppa.

    Acreos, compiendo uno sforzo non indifferente per nascondere la sua sorpresa, si azzardò a smentire Zorais sfoggiando il tono di voce più neutrale che gli era possibile assumere in quella circostanza.
    "No... quest'isola si chiama Kengard" disse, visibile imbarazzato al pensiero di aver appena contraddetto le parole di un drago. "Knawr è il nome di questo luogo, questa città immersa nel verde. Siete forestieri per caso?"

    “Ah, quindi si chiama Kengard. Ti ringrazio.” disse improvvisamente Nivael rompendo il suo lungo silenzio, smettendo di giocherellare con il liuto.
    “Comunque, dal momento che il nostro avversario si prospetta assai temibile, ritengo sia opportuno predisporre una strategia”. Parlava una certa lentezza, scandendo con cura le parole. Il suo tono di voce era stranamente freddo e distaccato. Non aveva ancora sbollito il suo nervosismo, e non stava facendo assolutamente nulla per evitare di darlo a vedere.
    “Per far ciò, credo sia necessario che ognuno di noi sia informato delle capacità di tutti gli altri, perlomeno in modo sommario.” aggiunse.
    “Per quanto mi riguarda, come ormai suppongo avrete intuito, il mio elemento è il vento. Tuttavia non sono in grado di generare mulinelli o tempeste. Tutto ciò che posso fare è manipolare la densità dell’aria in un punto specifico” spiegò con quel tono serio e neutrale che giungeva alquanto inaspettato da parte sua.
    “Posso ridurre la densità dell’aria in una certa zona fino a creare lì un vuoto. In questo modo.” disse. Sollevò la zampa che teneva in mano il liuto e, con gli artigli dell’altra, pizzicò una delle corde dello strumento. Questa vibrò senza emettere alcun suono.
    “Posso anche fare l’esatto opposto, ossia comprimere l’aria in un dato punto…” aggiunse, indicando con la zampa libera una piccola duna di sabbia che si trovava ad una decina di metri di distanza dal gruppetto, laddove finiva il prato e iniziava la spiaggia. Lì, per un’istante, poté intravedersi una piccola sfera dentro la quale le immagini apparivano leggermente distorte, come se una sottile lente in vetro si trovasse magicamente sospesa a circa un metro dal suolo.
    “… per poi rilasciarla”. Non appena pronunciò queste parole, la sfera d’aria compressa esplose con un fragoroso “BANG!”, alzando una denso polverone. Esso si diradò rapidamente, rivelando che al posto della duna vi era adesso un cratere del diametro di circa due metri.
    “Ah, e poi so volare con una certa rapidità. Ebbene, questo è più o meno tutto.” disse con cortese ma fredda calma, alzando entrambe le zampe anteriori come per fare spallucce. “Spero che anche voi siate disposti ad imitarmi condividendo con tutti gli altri eventuali abilità o informazioni che possano tornarci utili”, aggiunse, prendendosi poi una breve pausa.

    “Zorais” proseguì dopo un silenzio di due o tre secondi, voltandosi in direzione del drago corazzato “Potresti spiegarci più nel dettaglio in cosa consiste la tua abilità di generare e manipolare il metallo? Cosa intendevi esattamente quando hai detto di essere una miniera ambulante?” gli chiese con tono cortese e un sorriso appena accennato sul muso.
    “E voi, Irya e Acreos, avete qualche abilità che ritenete possa tornarci utile in combattimento o in altre circostanze?” disse voltandosi in direzione dei due coboldi, guardando negli occhi prima uno e poi l’altro. “Avete, magari, qualche informazione sul nostro nemico? Stile di combattimento, stazza, potere elementale… ma anche piccoli dettagli come interessi, preferenze o abitudini. Qualsiasi particolare potrebbe tornarci utile”. Detto ciò, un sorriso gentile gli incurvò leggermente le labbra.

    Né Zorais né i due coboldi fecero però in tempo a rispondere alle molteplici domande di Nivael, poiché, ancora una volta, il Nahrd riuscì a monopolizzare l’attenzione di tutti con il suo comportamento bizzarro e quantomeno imprevedibile. Con un’agilità e una grazia assolutamente inattese da parte di un individuo dal tasso alcolemico pari al suo, compiendo un balzo atletico il musicista mancato scese dalla groppa di Zorais.
    Emettendo grida di sconcerto ed eccitazione si diresse di gran carriera verso Nivael, fermandosi d’innanzi a lui con la bocca spalancata e lo sguardo che esprimeva la più genuina meraviglia.

    "Tu hai uno strumento uguale al mio! Meraviglioso!” gridò, mettendosi in ginocchio davanti al drago come per chiedere la sua benedizione. “Questo... questo è il destino! Il sol d'ardesia!".
    Il Nahrd, in preda ad una commozione incontenibile, era sul punto di scoppiare in lacrime per la gioia. Il suo corpo fremeva per l'eccitamento, e la sua voce vibrava tanto era carica d’emozione. "Concedimi di provarlo, di poggiare le mie dita su codeste soavi corde...” disse con trasporto, parlando rapidamente ma al contempo caricando d’enfasi ogni parola.
    “Oh tu grande musicista! Sai anch'io mi diletto nella musica, e modestamente ho anche una certa esperienza. Lascia ch'io possa bearmi di quel liuto e ricompenserò il tuo gesto!" fece unendo le mani come in preghiera.

    Nivael inclinò leggermente la testa verso il basso per guardare il Nahrd intento a prostrarsi davanti a lui. Il muso del drago si illuminò del suo caratteristico sorriso scaltro e irriverente. Guardò il liuto. Guardò il Nahrd. Lanciò uno sguardo d’intesa ai due coboldi, e poi fece lo stesso con Zorais.

    “AH! Maestro!” gridò infine con un’enfasi teatrale che risuonava esagerata e chiaramente irrisoria, portandosi la zampa libera sul petto simulando un gesto di sorpresa. “È per me un immenso onore averti incontrato! Si, ti prego, prendi il mio strumento! Adesso tuo!” disse porgendo soennemente con entrambe le zampe il liuto al Nahrd.
    “Prendilo! Prendilo, te ne prego, accettalo come umile omaggio!” disse con gli occhi chiusi e le labbra serrate in un’espressione di riverenza melodrammatica.
    “Ma prima…” aggiunse, mentre un sorrisetto astuto compariva sul suo muso, “…rivelami il tuo nome! E poi parlami, te ne supplico, del magnifico Sol D’ardesia e delle rilucenti Scaglie scolpite nella medesima, nera pietra!”.

    Non è stato facile convincere Nivael a dare il liuto al Nahrd, ho dovuto discuterci per mezzora. u_u


    Edited by -Aleph- - 26/11/2017, 19:29
     
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  2. radsol
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    Dopo che Zorais esordì la sua spiegazione al drago argentato, la reazione di quest'Ultimo fu... bizzarra.
    Per prima cosa sembrò agire in modo completamente disinteressato alla spiegazione che aveva richiesto, che lo avesse offeso? Pensò Zorais, ma di certo non era finita qui.
    qualche istante dopo l'apparente disinteresse, egli scoppiò a ridere anche se... al drago metallico non convinceva molto quella risata, sembrava molto forzata.
    infatti il drago del vento cambiò atteggiamento per la terza volta in un minuto, dicendo di volerne parlare seriamente,
    Si avvicinò a Zorais tirandogli qualche occhiata tagliente e degli strani sorrisi, Nonostante le parole che uscirono di bocca a quel drago fossero degli elogi e dei complimenti, si poteva avvertire chiaramente una certa ironia, che lo stesse prendendo in giro? Per un po fece in questo modo, fino a cambiare un ennesima volta il suo atteggiamento: questa volta si era semplicemente allontanato in silenzio, con il liuto del nahrd ancora tra le zampe a fissare il mare Per qualche secondo.
    l'aveva fatto di nuovo. Zorais pensò che come al solito, nonostante volesse cercare di essere cordiale e aiutare un giovane drago, era finito per offenderlo e farlo arrabbiare, doveva assolutamente dirgli qualcosa "ehm...." però il drago si fermò subito, l'aria che si era creata era molto pesante, ed essendone stato lui la causa di tutto, forse non era il caso di dire qualcosa che avrebbe potuto solo peggiorare le cose.
    fortunatamente fu uno dei due coboldi a rompere quel silenzio surreale, dove si udivano solo le corde tormentate dagli artigli di Nivael.
    Irya espimette la sua gratitudine verso l'offerta dei draghi, ma spiegò loro anche quanto fosse spaventosa la bestia che avevano fronteggiato, e quanto fossero importanti le fantomatiche foglie d'ardesia della quale ovviamente Zorais non aveva mai sentito.
    Poi il coboldo parlò ancora, correggendo questa volta Zorais, che si era ben sbagliato sul nome dell'Isola precedentemente detto a Nivael, sorprendendosi egli stesso, si vedeva che non aveva ancora imparato benissimo il luogo in cui si era risvegliato ormai da un po, e giustamente il coboldo chiese se erano forestieri.
    " beh più o meno si, dovete sapere che vengo da un posto molto lontano e diverso da questo " rispose Zorais, cercando di rimanere vago e sperando di cavarsela con un sorriso, non poteva certo rivelare che aveva probabilmente più di mille anni.
    dopo questa piccola chiacchierata finalmente Nivael riproferì parola, esordendo infatti con un discorso si giusto, ma assai curioso quanto inaspettato a parer del drago d'acciaio: egli infatti voleva creare una strategia Per affrontare il drago tanto temuto dai coboldi, e per farlo suggerì di scoprire un meglio cosa sapesse fare ogniuno di noi.
    il primo su proprio egli stesso, dando prova del suo talento nella manipolazione della densità d'aria presente in un certo punto, mostrando come poteva renderlo sia vuoto che farlo esplodere comprimendo l'aria, tutto sommato se usato bene poteva essere un potere davvero temibile.
    Dopo la sua dimostrazione egli pronunciò il nome del drago seguito da qualche secondo di silenzio. Purche il tono del drago d'argento fosse cortese, Zorais non poté fare a meno di notare una certa punta di sfida, Ma decise di stare al gioco.
    " molto bene, allora lasciate che vi spieghi bene cosa so fare" esordì schiarendosi la gola.
    " quando prima ho detto di essere una miniera che cammina non mentivo, infatti tutto il mio corpo ha lo straordinario potere di produrre ogni tipo di metallo" fece, alzando una zampa e concentrandosi leggermente, creando nella zampa una scheggia d'acciaio
    " purtroppo io sono ancora inesperto, e devo migliorare in tutto questo, però ho letto racconti della mia razza, i quali erano capaci di fare meraviglie " mentii leggermente, nonostante non sembravano pericolosi, era meglio non scoprirsi debole e tenere un profilo basso.
    " mi sono specializzato nella creazione di armi e armature speciali e nella modellazione del mio elemento, quest'armatura e tutta opera mia, e da essa posso modellare anche delle armi che usò in battaglia, ovviamente devo ancora imparare a fare tutto questo, infatti per ora posso a malapena produrre l'acciao grezzo" fece infine, mostrando come la sua coda e in generale tutta la sua armatura poteva divenire un Armerina piena di armi strane e adatte ai draghi.
    "A grandi linee è tutto, spero di essere stato abbastanza esaustivi" concluse con un sorriso.
    dopo la spiegazione di Zorais però, avvenne qualcosa di strano: il nahrd sulla sua groppa infatti, con un salto stranamente magistrale si avvicinò a Nivael, gridando al miracolo per aver trovato un altro musicista che suonasse il suo identico strumento, troppo sbronzo per accorgersi che era il suo, e Fini per supplicare il suddetto drago argentato di fare una specie di duetto.
    Nivael però ebbe un piano astuto, decise di scambiare il liuto, in cambio del nome del nahrd, almeno cosi avremmo saputo qualcosa di utile, di certo era un buon punto di partenza.
     
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    Il drago azzurro che puzza di pesce

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    "Strategia..." ripeté Irya, soppesando quelle parole come fossero qualcosa di tremendamente difficile da comprendere.
    Non era per niente sicuro, né lui né Acreos lo erano, che sarebbe servito a qualcosa. Comunque valeva la pena di provare, in fondo non c'erano molti punti di partenza. Se un drago suggeriva così, sicuramente dovevano in ogni modo rispettare il suo pensiero. E poi non c'era nulla di male nel conoscersi meglio.
    Era abituato a poteri devastanti, abilità oscure e inquietanti, potenze prorompenti che devastavano ogni cosa; quello che però i due draghi mostrarono loro era ben diverso dal potere distruttivo che si aspettavano.
    Si sentivano da un lato un po' più al sicuro, dall'altro un po' meno fiduciosi sulla riuscita di un'idea piuttosto tanto troppo suicida.
    Il fatto che Zorais potesse usufruire di un ottima difesa non difendeva anche i loro corpicini, ma sicuramente era un passo avanti. La capacità di volo del drago del vento, ugualmente, poteva sicuramente essere d'aiuto qual'ora le cose si fossero fatte complicate.
    "Per quanto riguarda me..." continuò, "ecco"
    Dalle sue zampe schizzò un fiotto di luce che, nonostante l'intensità del sole, fu ben visibile anche a decine di metri di distanza. Concentrando il getto con altri che scaturirono dalle sue piccole dita, andò a creare un fascio piuttosto ampio diretto verso la sabbia non molto distante da dove si trovava, dimostrando come -accecare la sabbia"-.
    "Posso manipolare la luce, ma solo nella sua forma pura. Non riesco a generare esplosioni, ne a ferire qualcuno. Anche se..."
    Cercando di apparire un minimo fiero di sé, si piegò sulle zampe posteriori e scomparve improvvisamente nel nulla sotto gli occhi di tutti, per ricomparire un istante dopo vicino a Nivael.
    "P... penso sia così che mi sono salvato, quando il drago ci ha attaccati"
    Si sentiva un po' codardo, ma in fondo non poteva fare di più di quanto avesse fatto nel portare Acreos lontano dal mostro. Non aveva avuto preferenze, amava i suoi fratelli in ugual modo, ma non poteva trasportare più di un altra persona oltre a se stesso e lui era il più vicino. Più di una volta si era ripetuto di non sentirsi in colpa, ma ogni volta pensava che avrebbe potuto fare molto di più e rischiava di sprofondare nuovamente nella disperazione.
    Lanciò dunque un'occhiata ad Acreos, che con la più totale e assoluta forma di timidezza e desolazione abbassò gli occhi e non aggiunse niente alla spiegazione del fratello.
    Non era mai stato in grado di sviluppare nessuna forma d'energia, ed era l'unico nella famiglia a sembrare inutile, almeno così si definiva.
    Irya continuava a ricordargli quanto più di una volta il suo aiuto fosse stato prezioso, ma ogni giorno Acreos pareva perdere sempre più fiducia in se stesso.
    Il suo slancio di quasi-buon-umore era durato poco, e in quel momento Irya stesso avrebbe voluto picchiarlo a sangue. Fondamentalmente nessuno dei due in quel momento stava manifestando emozioni di sorta, ma osservando con attenzione le loro espressioni si poteva intuire quanto, in fondo, nonostante le apparenze fossero molto diversi.
    "Quello che c'è da sapere su quella creatura è ben poco, semplicemente... quando ce lo siamo trovati davanti abbiamo solo sperato... pregato di non essere uccisi. Non so esattamente quanto sia devastante il suo potere, ma l'unica volta che l'abbiamo visto in azione ha polverizzato delle pietre semplicemente camminandoci sopra"
    Aveva smesso di balbettare, tuttavia non riusciva a reprimere il nervoso che provava nel ricordare l'arrivo del drago di fronte ai loro musi contorti dall'orrore. Era stata la cosa più orribile che era sicuro di aver vissuto.
    "Inoltre è senz'altro capace di incutere sensazioni che vanno ben oltre la paura, non... non credo di aver mai vissuto nulla di simile prima"
    Era vero, doveva esserci qualcosa di più che un semplice aspetto terrificante, come se già non bastasse. Si era sentito del tutto inerme e scoperto, come se la consapevolezza che tutto fosse ormai finito l'avesse pervaso.
    "Non lo si può spiegare, mi dispiace"
    Il suo tono di voce non era più intaccato, ma il suo spirito era in frantumi. Lo era già prima di raccontare, ma in quel momento raggiunse il massimo stadio di disperazione concepibile.
    Forse il potere di quel drago stava proprio in quello, nel lasciare qualcosa di indelebile in chi affrontava, o meglio in chi soggiogava con un semplice sguardo. (E non è Chuck Norris, quindi... top!(
    Aveva appena smesso di mostrarsi debole e sottomesso d'innanzi a quei due draghi, ora non poteva ricominciare a fare scenate. Si accostò al fratello e gli avvolse la coda attorno alle spalle, mentre quest'ultimo aveva preso ad osservare l'infinito cielo sopra le loro teste su cui il mattino svettava gagliardo.

    Il Nahrd, del tutto partito, scrutava Nivael con ammirazione, lode ed un pizzico di espressione inebetita in viso.
    "Tu... oh, io accetto con gioia la tua gentilezza, e ti lascerò conoscere il mio nome perché... tu ne sei degno! Ma prima..."
    Incredibile ma vero, nel recuperare il proprio strumento dalle zampe di Nivael, senza capire che fosse effettivamente il suo, cominciò a dare l'idea di essere un individuo serio. Forse perché non aveva ricominciato a cantare, o forse perché le parole di Nivael l'avevano spinto ad assumere un atteggiamento austero, in ogni caso per un attimo fugace sembrò quasi redimersi dalla follia del suo essere.
    E invece no.
    Un attimo dopo, quando qualcuno quasi aveva iniziato a sperare, si schiarì la voce e ricominciò a cantare. E di nuovo, si accompagnò con quella che sarebbe potuta chiamarsi musica solo se totalmente smontata e rimessa da capo.
    "Dal ciel non v'è realtà, solo eterea falsità! Ascoltate amici miei, non vi potrei trar d'inganno... senza male e senza affanno, non lasciate parlar gli dei!
    Certo è il vento, il sol d'ardesia è luce, d'oscurità splende... e il sentimento... è nella voce!"
    Nessuno poteva più fermarlo, qualcuno avrebbe probabilmente voluto fucilare Nivael. Probabilmente eh...
    "D'ardesia la serpe che striscia fra la schiuma, intorno alle onde che si azzuffano nel mare. Immerso fra nebbia foschia e bruma, non è facile continuar a remare! l'albero maestro non è mai spoglio, eppur ogni giorno lo è... in mezzo a nebbia foschia e bruma, ti sorreggerà e sarà con te! Non conosci questa leggenda, allievo?"
    Attimo di pausa figa.
    "Ordunque non è illusione, il destino ci ha uniti... io vi seguirò, e voi seguirete me. Attraverseremo gli astri, i mondi infiniti, poiché del fato non siamo alla mercé! Navigheremo insieme, non devo spiegarvi come... provengo da Ellmas e Shur è il mio nome!"
    Dai detectives conans, trovate l'indizio xD
    al prossimo facciamo un bel passetto avanti, ora purtroppo ho pochino pochino tempo uffa
     
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    A quanto pare tutti furono d’accordo con Nivael rispetto alla necessità di condividere con gli altri le proprie capacità al fine di mettere a punto una strategia.

    Il primo a farlo fu Zorais, che descrisse la sua abilità di produrre acciaio. Affermò di essersi specializzato nella creazione di armi ed armature, ma spiegò di essere ancora molto inesperto, tanto da poter a malapena produrre dell’acciaio grezzo. Poi, però, aggiunse che la sua enorme e complessa armatura era opera sua. Inoltre, come se non bastasse, manipolò il metallo della sua corazza per plasmare armi di ogni tipo e dimensione, che si formarono in vari punti lungo tutto il suo corpo.

    “Molto bene” disse Nivael con un sorriso cordiale appena accennato sul muso, compiendo un cenno d’assenso con la testa.
    “Invece non va bene per niente”, pensava. “Le possibilità sono due: o sono io che non ho capito niente, o questo qui è il peggior bugiardo che abbia mai incontrato. Sbaglio o si è contraddetto almeno due volte nella stessa frase?”. Nivael era genuinamente perplesso. Da una parte sospettava che Zorais si stesse prendendo gioco di lui, ma dall’altra temeva di aver semplicemente capito male.

    Alla spiegazione di Zorais seguì quella di Irya, che illustrò la sua abilità di manipolazione della luce: dapprima generò dalle sue zampe anteriori un intenso fascio luminoso, poi si rese invisibile per alcuni istanti ricomparendo accanto al drago del vento. Acreos, invece, a quanto pare non era dotato di alcun potere né elementale né magico, ma solo di un grande carico di amarezza.
    Nivael, determinato a mantenere un comportamento serio per almeno cinque minuti di fila, rivolse ad entrambi i coboldi un sorriso amichevole. “Beh, non c’è male…” disse pensieroso, sfregandosi il mento con gli artigli della zampa destra. “La tua capacità di renderti invisibile potrebbe rivelarsi decisiva in questo frangente, Irya. La possibilità di passare inosservati agli occhi del nemico è forse quanto di più… desiderabile potessimo trovarci tra le zampe. D’altronde, questo è prima di tutto un piano di salvataggio… vero?”. Mise molta enfasi sull’ultima parola dal lui pronunciata, guadando Irya negli occhi in modo molto significativo. Poi prese una breve pausa, un po’ sovrappensiero.
    “Acreos” disse ad un tratto, voltandosi verso il coboldo. “È molto coraggioso da parte tua unirti a noi pur non essendo dotato di poteri elementali. Sono certo che, nonostante ciò, saprai renderti utile” aggiunse cercando di assumere un tono incoraggiante, sfoggiando il sorriso più rassicurante che gli riuscisse.

    Riprendendo le domande che Nivael gli aveva posto, Irya fece del suo meglio per descrivere tutto quel che aveva visto nel momento in cui lui e sua famiglia sono stati stata attaccati dal terribile drago nero.
    “Quello che c'è da sapere su quella creatura è ben poco, semplicemente...” esordì, compiendo uno sforzo enorme per dominarsi. “Quando ce lo siamo trovati davanti abbiamo solo sperato... pregato di non essere uccisi. Non so esattamente quanto sia devastante il suo potere, ma l'unica volta che l'abbiamo visto in azione ha polverizzato delle pietre semplicemente camminandoci sopra”.
    Nonostante non stesse più balbettando e il suo tono di voce fosse, tutto sommato, sufficientemente controllato, dalle sue parole traspariva con chiarezza quanto fosse per lui penoso l’essere costretto a rievocare la terribile esperienza che aveva vissuto. Dagli occhi chiari del coboldo, resi lucidi dalle lacrime che stava tentando di trattenere, si poteva scorgere tutto l’orrore che egli aveva provato in quei momenti. Rimase in silenzio alcuni istanti.
    “Inoltre è senz'altro capace di incutere sensazioni che vanno ben oltre la paura, non... non credo di aver mai vissuto nulla di simile prima. Non lo si può spiegare, mi dispiace.”, aggiunse infine.

    “Hm. Capisco…” mormorò Nivael. Rimase alcuni secondi in silenzio, intento a riflettere sulle parole del coboldo. “Possibile che sia in grado di disintegrare la materia semplicemente toccandola? Sarebbe un bel problema. Anche la corazza di Zorais in quel caso servirebbe a poco. Ah, a proposito…”.

    Nivael si voltò di scatto verso il drago d’acciaio, come se quello lo avesse chiamato gridando il suo nome. Sul muso del drago d’argento si delineò la solita espressione di ambigua cortesia che egli assumeva ogni qualvolta era in procinto di dire o di fare qualcosa che sarebbe stato meglio non dire o non fare. Sorrideva appena. Nei suoi occhi intensamente gialli, in quel momento sottili come fessure, si poteva intravedere un velato atteggiamento di sfida.
    “Zorais” disse, rompendo di punto in bianco il silenzio, “Stavo ripensando alla spiegazione che ci hai dato del tuo potere elementale. Posso farti una domanda?”. Il suo tono di voce, in apparenza pacato e accomodante, risuonava in realtà piuttosto artefatto.
    “Non so come mai, ma ho una strana impressione al riguardo. Non è che per caso mi stai, ehm… Accidenti, com’è che si dice in questi casi?”. Si picchiettò la fronte con gli artigli della sua zampa destra, come per sforzarsi di ricordare un termine che in quel momento gli sfuggiva. “Ah si, ora ricordo!” gridò all’improvviso con aria trionfante.
    “Non è che mi stai prendendo per il culo?” esclamò con un falso sorriso entusiasta, fingendosi fiero di aver finalmente scovato l’espressione che cercava.
    “Perdona la franchezza Zorais, ma le spiegazioni sono due:” disse poi con serietà, smettendo di sorridere e di parlare come un attore in una commedia umoristica. Si portò davanti al muso la zampa sinistra, sollevando due dei suoi cinque artigli neri e ricurvi da rapace.
    “O sono io che ho capito fischi per fiaschi, il che è perfettamente plausibile, sia chiaro…” disse, abbassando uno dei due artigli, “…oppure la descrizione che mi hai appena dato dei tuoi poteri fa acqua da tutte le parti. Io propendo per la seconda ipotesi.”, aggiunse, abbassando anche l’altro artiglio.
    “Prima affermi di poter a malapena generare dell’acciaio grezzo, e poi dici che quell’armatura così elaborata te la sei fatta da solo” disse, mettendo molta enfasi sull’espressione “a malapena”.
    “Sostieni di dover ancora imparare a creare armi e poi due secondi dopo mostri di saperlo fare? Uhm…”. Guardò Zorais con un’espressione di rimprovero decisamente caricaturale.
    “Forse intendevi dire che sei in grado di modellare il metallo a piacimento ma l’unico che puoi produrre è l’acciaio?" disse, poi, tornando al suo iniziale tono cortese. "Spero che tu possa comprendere il mio atteggiamento, ehm… un po’ schietto, ma sono piuttosto confuso”.

    Non stava mentendo, questa volta. Certo, dopo la brutta figura che Zorais gli aveva fatto fare mettendo a nudo il suo potere elementale, è innegabile che Nivael stesse cercando la prima occasione utile per potersi rivalere su di lui. D’altronde era proprio quello che stava tentando di fare adesso, sforzandosi di trovare delle incongruenze nel suo discorso. Tuttavia, in quel momento, il comportamento del drago d’acciaio lo stava realmente mandando in confusione.
    “Perché mi sta mentendo in modo così palese?” pensava Nivael, perplesso e anche alquanto irritato. “D’altronde non è un fesso, altrimenti non avrebbe capito così facilmente come funzionano le mie bolle di vuoto. Allora perché si comporta così? Sta facendo il finto tonto? Si sta prendendo gioco di me?”. Quella rabbia che solo pochi minuti prima si era tanto sforzato di sopprimere stava gradualmente cominciando a riemergere.

    Tutto questo, però, avvenne prima che il Nahrd scese dalla groppa di Zorais per prostrarsi a Nivael, ammaliato dal suo stesso strumento.
    Il drago argentato aveva deciso di giocare un po' con lui: affermando di essere sempre stato un suo ammiratore segreto gli rese il suo liuto, fingendo tuttavia che esso fosse un sentito regalo da parte sua.

    Il Nahrd, inaspettatamente, sembrò aver riacquisito un minimo di lucidità.
    "Tu... oh, io accetto con gioia la tua gentilezza, e ti lascerò conoscere il mio nome perché... tu ne sei degno!” disse con tono austero e voce colma di gratitudine.
    “Uh, forse ho fatto bene a ridargli il suo liuto” pensava speranzoso Nivael.
    “Ma prima...". Il Nahrd si allontanò di una decina di passi dal drago argentato, mettendosi in un punto approssimativamente equidistante da tutti i membri della combriccola. Imbracciò il suo liuto. Si schiarì la gola.

    “Hey aspetta, non vorrà mica…”. Nivael sgranò gli occhi. Il suo muso venne improvvisamente deformato da un’espressione di terrore misto a disgusto. In prenda al panico, provò a tapparsi le orecchie con le zampe. Ma, ormai, era troppo tardi.

    “Dal ciel non v'è realtà, solo eterea falsità! Ascoltate amici miei, non vi potrei trar d'inganno... senza male e senza affanno, non lasciate parlar gli dei! Certo è il vento, il sol d'ardesia è luce, d'oscurità splende... e il sentimento... è nella voce!” gorgheggiò privo di ogni grazia il musicista.

    “Dannazione! Ho commesso un terribile errore!”, esclamò Nivael. Circondò con il vuoto entrambi i suoi artigli: non vi era altra soluzione che afferrare in Nahrd per la testa, togliendogli il respiro fino a fargli perdere i sensi.

    "D'ardesia la serpe che striscia fra la schiuma, intorno alle onde che si azzuffano nel mare. Immerso fra nebbia foschia e bruma, non è facile continuar a remare!”
    Saltando sulle sue zampe posteriori, il drago compì uno scatto repentino verso il musicista. Questo, del tutto assorbito nella sua esibizione, cantava con trasporto ignaro della minaccia.

    “L'albero maestro non è mai spoglio, eppur ogni giorno lo è...”
    Nivael si trovava già a meno di un metro di distanza dal suo bersaglio. Si erse sulle zampe posteriori, protendendo i suoi artigli pronto a colpire. Il suo corpo torreggiava incombente su quello del Nahrd, coprendolo interamente con la sua ombra. Il muso del drago, in quel momento, era involontariamente contratto nella furia bestiale del cacciatore. I suoi denti biancheggiavano scintillanti esposti alla luce del sole, e i suoi occhi non erano che bagliori di un giallo intenso sottili come punte di spillo.

    “In mezzo a nebbia foschia e bruma, ti sorreggerà e sarà con te! Non conosci questa leggenda, allievo?"
    Gli artigli di Nivael si trovavano a pochi centimetri dal volto del musicista, quando egli smise di cantare. Si arrestò di scatto. Guardò il Nahrd con aria sorpresa, abbassando lentamente le zampe. Poi, con clamorosa nonchalance, si sedette accanto a lui facendo finta di niente, come se quello fosse stato il suo scopo fin dall’inizio.
    “Una leggenda?” rifletté. “Una serpe d’ardesia? Forse sopportare questa tortura non è stato del tutto inutile”.

    "Ordunque non è illusione, il destino ci ha uniti... io vi seguirò, e voi seguirete me. Attraverseremo gli astri, i mondi infiniti, poiché del fato non siamo alla mercé! Navigheremo insieme, non devo spiegarvi come... provengo da Ellmas e Shur è il mio nome!" disse infine il musicista, terminando la sua presentazione con un piccolo inchino.

    Nivael lanciò una fugace occhiata a tutti i presenti. Loro, che al contrario del Nahrd non erano ubriachi persi, avevano ovviamente notato il fulmineo scatto del drago. Egli si limitò a sorridere con un po' di imbarazzo facendo spallucce, come per dire “Hey, almeno ci ho provato!”.
    Poi poggiò con gran disinvoltura la sua zampa sinistra sulla spalla del musicista, come fosse un suo amico di vecchia data.
    “Ah, esibizione ECCELLENTE, mio amico carissimo!” disse con un tono di deferenza tanto eccessivo da risultare palesemente ironico, mettendo inoltre un'enfasi comica sulla parola “eccellente”.
    “È stato un immenso onore aver incontrato un mito del tuo calibro, Shur da, uh… Emlas, giusto?”, aggiunse con la sua parlantina sciolta e teatrale, andando tuttavia incontro ad un momento di esitazione avendo già dimenticato il nome del luogo di nascita del Nahrd. Fino a pochi istanti prima, d’altronde, era troppo occupato a tentare di mandarlo al tappeto per prestare attenzione a dettagli come quello.
    “Mi cogli impreparato, Maestro!", disse simulando un tono carico di stupore. "Debbo ammettere che non conoscevo affatto questa leggenda!” .
    “Oh, se solo potessi dirmi qualcosina in più… mi renderesti un allievo felice!”, esclamò con fare melodrammatico, congiungendo gli artigli come in preghiera e assumendo un’espressione supplichevole. Poi si voltò per un brevissimo istante verso gli altri presenti, lanciando loro un’occhiata d’intesa.
    “Secondo te chi è la serpe d’ardesia, Maestro?” disse, avvicinando il suo muso al volto del Nahrd tanto da giungere quasi a sussurrargli in un orecchio.
    “È per caso, non so… un potente drago nero?", proseguì con aria di mistero. "E il mistico luogo immerso tra la foschia e la bruma cosa potrebbe essere? Che sia una piccola isola raggiungibile in nave, nascosta nella nebbia ?”.

    Edited by -Aleph- - 29/11/2017, 19:48
     
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  5. radsol
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    "Molto bene" rispose Nivael alla spiegazione di Zorais.
    Che se ne fosse accorto? Pensò quest'Ultimo, la sua spiegazione era stata pessima, purtroppo non era per niente preparato ad un evenienza del genere, d'altronde nessuno fino ad allora gli avevo chiesto dei suoi poteri, e non si era preparato un discorso adeguato, inoltre dal comportamento del giovane drago d'aria, si capiva che sospettava qualcosa.
    fortunatamente a spezzare quegli istanti leggermente pesanti furono i coboldi, mostrando i loro poteri. O meglio solo irya, poiché appunto solo egli ne aveva. Sembrava essere in grado di emettere luce dalle zampe, di sicuro utile per stordire i predatori, ma fece un'altra cosa davvero interessante. Letteralmente sparì semplicemente piegandosi, ricomparendo accanto a Nivael, quest'Ultimo pensava si trattasse d'invisibilità, Ma non poteva essere quello, o almeno, se lo era, era di un livello altissimo.
    "Scusarmi irya* esordì cercando di sembrare gentile, non nascondendo per niente la sua genuina nota di stupore
    "Che cosa hai fatto esattamente? Cioè, ho capito che sembri avere il dono della luce, ma ciò che hai fatto ha dell'incredibile* si fermò un attimo, avvicinandosi, lasciando anche Nivael complimentarsi, ma correggendolo senza volere alla fine " io non credo sia invisibilità sbaglio? Non ho piu sentito il tuo odore ne visto alcun riflesso di luce, e non hai lasciato impronte, ti sei letteralmente teletrasportato, come hai fatto?" Concluse infine.
    Di sicuro era un potere eccezionale e se usato bene davvero utile, Ma non era solo questo a cui pensava il drago d'acciaio.
    "Senti Acreos" fece, avvicinandosi al piccolo coboldo leggermente in soggezione verso i poteri di irya, non avendone lui alcuno "se vuoi, o meglio se volete" continuò riferendosi a tutti i presenti " posso provare a forgiarvi delle armi e armature su misura e desiderio di ogniuno, così almeno potrete difendervi meglio " concluse con un grande sorriso, certo, aveva ancora probabilmente solo un quarto dei sei poteri, ma voleva aiutare in ogni modo.
    nel frattempo Nivael aveva anche chiesto se c'era qualche informazione in più che potesse aiutarli a sconfiggere quel drago, ma purtroppo nulla era nuovo, anche se... c'era qualcosa che non andava, non aveva mai visto qualcosa capace di disintegrare la materia, neanche nel suo tempo, inoltre la strana sensazione lasciata ai coboldi...? Cosa poteva essere, aveva provato anch'egli il vero terrore ma quello che avevano descritto i coboldi era diverso...
    "Zorais" la voce di Nivael lo risvegliò dai suoi pensieri esordendo con un tono calmo e pacato, tono che Fini quasi subito, sostituito da un Nivael sbraitante, accusando il drago d'acciao di mentire e prendere in giro tutti i presenti sui suoi poteri, evidenziando alcuni dei buchi presenti nella spiegazione di Zorais.
    era prevedibile... pensò quest'Ultimo, era indeciso sul da farsi, aveva due vie disponibili, raccontare la verita, mettendo in pericolo loro e se stesso, oppure cercare di raccontare un'altra bugia... anche se mentire non gli era mai stato facile.
    "Eh va bene, Hai ragione" fece, facendo un respiro profondo, per poi colpirsi da solo, dandosi un pugno sulla spalla, distruggendo quel punto dell'armatura " vedi effettivamente questa è un armatura molto complessa, questo perché ho studiato per tutta la mia vita la mia arte, ma come hai potuto osservare le mie creazioni sono fragili, grezze, non ho un minimo di esperienza, ma conosco molto bene la teoria, ecco perché posso creare tante cose, anche se come ti ho detto, grezze. Lo stesso vale per le armi ovviamente, spero di essere stato chiaro" fece, cercando di far chiarezza e soprattutto di rendere credibile il tutto, non aveva propriamente mentito, lui era un grande studioso e conosceva alla perfezione tutto, ma non poteva sfruttare bene ciò che sapeva.
    Nel frattempo però, prima che il drago d'aria potesse rispondergli il nahrd, essendosi ripreso il suo strumento, intonò di nuovo quella sua straziante canzone, anche se definirla tale era un insulto alla musica.
    Però ora che conosceva la storia dei coboldi... e ascoltava quella melodia... c'erano delle strane coincidenze.
    "Sol d'ardesia è luce, che d'oscurità splende" ripeté nella sua mente... " sole....oscuro? Poi.... del Ciel non c'è realtà, Ma solo falsità? Un inganno quindi? E il sentimento.... e nella voce? Quale sentimento??
    Serpe d'ardesia?... se non ricordo male, le serpivengono definiti draghi imperfetti.... mhhhh" continuo a pensarci per un po, anche dopo che il nahrd Fini e si presento a Nivael, il suo nome era shur
    " ehy irya" fece poi, mentre Nivael cercava di convincere il nahrd a parlare della leggenda
    "Questo drago.... vi ha detto qualcosa quando lo avete visto? Aveva qualcosa di particolare?"

    Edited by radsol - 6/1/2018, 16:55
     
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    Il Nahrd contemplava Nivael, e allo stesso tempo il suo sguardo si faceva sempre più serio. Si, serio.
    "Oh. Questo è increscioso, molto imbarazzante" commentò, piegando il gomito sinistro e accomodandosi meglio il liuto addosso. Inclinò la schiena all'indietro, scrutando anche gli altri con fare fiero e palesemente austero.
    "Beh si, davvero molto imbarazzante. Dunque cosa ne pensi di ottener la conoscenza? Non mostrarti carico d'irriverenza... Drago del cielo Nivael, viaggiatore errante"
    Per un attimo i suoi occhi avevano sembrato inviare una luce del tutto diversa da quella che aveva emanato fin'ora, ma fu qualcosa di solo un attimo. Mentre cantava era parso solamente ubriaco, mentre parlava solamente pazzo. Per una manciata d'istanti pero' sembrò lasciar incrinare un'espressione spensierata per dar posto a qualcosa di ben più strano. Non che sembrasse aggressivo, ma senz'altro un bel po' diverso dal solito.
    "Ormai è spoglio, in acqua son cadute... tutte, non v'è più possibilità alcuna. Un drago nero tu narri... emh, la serpe nera. Serpe che dalla spuma invoca una nuova era! Dalla sabbia su cui il mare sceglie di combattere se stesso, dove la canzone ruba il posto al progresso! Da lì si racconta i pesci debban batterle settanta volte le pinne. Ma ormai son disperse, cadute, sepolte, perdute"
    Non suonava più, ora recitava e basta.
    "Che tu possa far tesoro di questa leggenda, Nivael... drago del cielo1"

    Irya si era allontanato da Nivael, un po' intimorito dal proprio stesso gesto, si era spinto fin troppo oltre nell'avvicinarsi in quel modo.
    "Si..." disse, battendo le palpebre e alzando con soddisfazione le spalle. Era riuscito ad ingannare anche un drago, non che fosse ciò che aveva intenzione di fare ma era comunque un'ottima soddisfazione. "Io posso percorrere brevi tratti senza che il tempo trascorra, se non per un infinitesimale istante. Questo però... oltre ad impedirmi di portare con me più di un altro compagno non più grande di me mi riempe di dolore se lo utilizzo per un paio di volte di seguito"
    Si interruppe, approfittandone per scagliarsi addosso ad Acreos e buttarlo per terra con uno spintone, per poi salirgli sopra al dorso con le zampe. "Non so ancora quante volte posso farne uso prima di sentirmi male e a distanza di quanto tempo... ma più è lungo il tragitto che provo a percorrere e più quello che succede dopo è... brutto..."
    Lui sapeva che il suo corpo non reggeva quel genere di sforzi, ma aveva praticato infinite volte quell'abilità per imparare a portare con sé più di un'altra persona. Questo gli avrebbe permesso di salvare anche qualcun'altro, la prossima volta. Non che volesse viverla, quella prossima volta.
    "E anche Acreos sa fare qualcosa, ad esempio ogni volta che c'è lui finiamo sempre in qualche delirio... vero?"
    Con quella che si poteva definire -forza da coboldo-, Irya iniziò a prendere a calci Acreos facendolo rotolare sull'erba; dopo essersi rialzato, quest'ultimo si buttò addosso al fratello con un mezzo sorrisetto sul muso, giusto quello che bastava per indicare che non era più il suo potere inesistente a starsene in vetta fra i pensieri.
    Con la coda Acreos schiacciò Irya sul suolo, salendogli sopra con tutto il corpo e voltandosi indifferente verso gli altri.
    "Allora, partiamo?" chiese, mentre Irya provava senza successo a toglierselo di dosso.
    Dopo un po' smisero di picchiarsi per dedicarsi a qualche leccata molto molto puccia, perché si ci sta... non ci si può sempre legnare in role.
    "Quello che il drago ha detto prima di andarsene... è stato solo che dovevamo trovare le foglie d'ardesia, se avessimo voluto sopravvivere. Non so se... ecco, non so... se i nostri fratelli siano ancora vivi, ma voglio pensare che se troviamo queste foglie lui ce li restituirà. Non avrebbe avuto motivo... altrimenti... di portarli con sé"
    Irya lo spinse via, e si avvicinò a Zorais pronto a partire. Dovevano fare presto, quelle parole gli ricordarono che da un momento all'altro tutto poteva concludersi in maniera orrenda.
    "Mi dispiace ma noi non siamo in grado di combattere, perlomeno non contro quell'essere. Non ho neanche idea di come si impugni un'arma, e ammeno che ciò che potresti fornirci non sia più duro dell'ebano non so quanto potrebbe aiutarci"
    Non sapeva quali altre parole esprimere per non offendere quel grande drago di metallo, lui sicuramente poteva far uso di un'armatura e di lame, loro non ne erano certo capaci. E anche se lo fossero stati, forse avrebbero potuto affettare la testa ad una lucertola, qualsiasi drago era un po' troppo fuori taglia per le loro zampette.In ogni caso desiderava partire, non sapeva per dove ma voleva assolutamente fare qualcosa. Anche se si fosse rivelata inutile, non si sarebbe sentito in colpa ad essersene rimasto ad aspettare che accadesse.
    "Comunque... ti ringrazio, ringrazio entrambi. Non pensavo avremmo trovato qualcuno... intenzionato ad aiutarci, per noi è molto importante" continuò, con tutta la sincerità di cui era capace.
    Seriamente non avrebbe mai sperato che proprio dei draghi avrebbero scelto di aiutarli in una situazione del genere.
     
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    "Eh va bene, hai ragione" disse Zorais con tono rassegnato, facendo con profondo sospiro. Poi, improvvisamente, alzò la sua zampa destra e si colpì la spalla sul lato opposto con tutta la forza che aveva. L’armatura che la proteggeva andò immediatamente in frantumi producendo un’assordante frastuono metallico e una pioggia di scintille, rivelando le lucide scaglie nere che costituivano il vero manto del drago.

    “Whoa!” si lasciò sfuggire Nivael con gli occhi sgranati per la sorpresa, allontanando di scatto la testa da Zorais e coprendosi istintivamente il muso con la zampa destra.
    “Che diamine sta facendo!” pensò, un po’ allarmato.

    "Vedi” esordì il drago d’acciaio come se niente fosse, con il tono calmo e controllato di un professore che sta conducendo una normalissima lezione universitaria, “effettivamente questa è un armatura molto complessa, questo perché ho studiato per tutta la mia vita la mia arte, ma come hai potuto osservare le mie creazioni sono fragili, grezze, non ho un minimo di esperienza, ma conosco molto bene la teoria, ecco perché posso creare tante cose, anche se come ti ho detto, grezze. Lo stesso vale per le armi ovviamente, spero di essere stato chiaro" concluse, guardando tranquillamente Nivael dritto negli occhi.
    Il drago del vento constatò con un certo disappunto che le sue provocazioni erano scivolate addosso a Zorais come delle gocce di pioggia sulla sua armatura d’acciaio.

    “H-hey amico!” esclamò con uno strano sorrisetto incerto sul muso, riflesso del suo attuale stato d’animo: in tutta sincerità, in quel momento proprio non sapeva se definirsi divertito o preoccupato.
    “Ti ringrazio per la tua… ehm, suggestiva dimostrazione, ma forse non c’era bisogno di sfasciarsi una spalla solo per fugare i miei sospetti. Poco prima di un probabile combattimento, tra l’altro.” aggiunse con tono che suonava a metà tra il conciliante e l’ironico.
    Ciò che stava provando non era certo allegria, eppure, senza che neanche lui ne sapesse esattamente il perché, in quel momento sentiva un bisogno impellente di scoppiare a ridere. Rimase in silenzio un paio di secondi, nel corso dei quali combatté un’ardua battaglia contro se stesso per riacquisire il pieno controllo di sé.

    “Ok” disse poi. Inspirò profondamente, passandosi la zampa sinistra sulla cresta del collo come a volersela pettinare. Si sedette sulle zampe posteriori.
    “Ok. Ascoltami, Zorais” esordì con il tono di voce più calmo e misurato che gli riuscì di assumere in quel momento. Distolse lo sguardo dal suo interlocutore, posandolo su un piccolo granchio che, intento a dirigersi verso il mare, gli stava passando vicino alle zampe.
    “È evidente che siamo partiti con la zampa sbagliata. Spero che tu possa perdonarmi se ti ho aggredito per la faccenda del tuo elemento.” disse, continuando a seguire il granchio con lo sguardo.
    “Anche nel caso tu avessi ritenuto di omettere parte della verità, beh, immagino che avrai avuto i tuoi buoni motivi. Chi sono io per giudicare?” proseguì, sollevando entrambe le zampe anteriori come per fare spallucce. Nel farlo puntò il suo sguardo su Zorais, ma, pochi istanti dopo, lo posò nuovamente sul granchio. Rimase in silenzio qualche secondo, osservando distrattamente il crostaceo che, ormai, era giunto a pochi metri dal bagnasciuga. Lo sciabordare delle onde e il verso dei gabbiani in lontananza erano adesso gli unici suoni che riempivano l’aria fresca di quella mattinata.
    “Tuttavia mi permetto di darti un consiglio” disse rompendo improvvisamente il silenzio, voltandosi verso Zorais.
    “Se vuoi evitare che le tue carte vengano esposte, è meglio non tentare di scoprire quelle degli altri. Non trovi?” disse con tono serio e asciutto, guardando il drago corazzato intensamente negli occhi.
    Al granchio mancavano solo un paio di metri per raggiungere il mare: solo un ultimo sforzo lo separava dalla sua agognata meta. Ma, proprio in quel momento, un gabbiano si gettò in picchiata su di lui e lo catturò al volo con i suoi i suoi artigli, portandolo via con sé.

    --

    "Si..." disse Irya il risposta al drago d’argento, alzando le spalle. Il suo muso era illuminato da uno strano sorrisetto compiaciuto e, forse, anche un po’ impertinente. Nivael lo guardò visibilmente perplesso.
    “Beh? Perché quella faccia?” pensava nel frattempo.
    Squadrò qualche istante il coboldo che aveva accanto, spostando poi lo sguardo dapprima sul punto da cui era partito, alla sinistra di Acreos, e poi sul breve tratto che aveva percorso per giungergli accanto. Proprio in quel preciso momento ebbe, è il caso di dirlo, l’illuminazione: “Non è diventato invisibile! Si è teletrasportato!” realizzò stupefatto Nivael, voltandosi di scatto verso Irya.
    “È come se si fosse spostato veloce come la luce... Come se, per un’istante, si fosse trasformato lui stesso in luce!” rifletteva il giovane drago.
    “D’altronde sulla sabbia non ci sono impronte… Dannazione, come ho fatto a non accorgermene?” pensò con un certa irritazione.

    Irya illustrò brevemente il funzionamento del proprio potere, spiegando come potesse muoversi per brevi istanti ad una velocità talmente elevata da vedere il mondo circostante completamente congelato, come se il tempo stesso cessasse interamente di scorrere. Sfortunatamente poteva servirsi della sua abilità solo per lassi di tempo molto ridotti, non potendo inoltre abusarne a causa dell’immenso dolore che ciò gli avrebbe arrecato.

    Nivael emise dalle narici un leggero ma eloquente sbuffo di frustrazione. Poi, di punto in bianco, sbottò a ridere. Ma la sua era ben distante dall’essere una risata di gioia: non era che il suo modo di sfogare la rabbia e il dispetto che in quel momento provava verso se stesso e la propria disattenzione.
    “Hahaha, bravissimo Irya, me l’hai proprio fatta!” esclamò con fare goliardico, sfoggiando un ampio sorriso che mise in bella mostra la sua minacciosa schiera di denti bianchi ed affilati. Diede una vigorosa pacca sulla spalla del coboldo, che, com’era lecito aspettarsi, risultò decisamente troppo forte per il suo fragile corpicino.
    “Senti, posso farti una domanda?” disse, poi, avvicinando di molto il suo muso a quello di Irya.
    “Così, tanto per curiosità…” proseguì con tono di mistero e uno strano sorrisetto d’intesa.
    “…cosa succede se, ad esempio, lanci un oggetto mentre il mondo intorno a te è fermo? Viene scagliato veloce come la luce? Oppure non succede nulla in particolare?”

    --

    "Oh. Questo è increscioso, molto imbarazzante" sbottò il Nahrd in risposta alle domande di Nivael, piegando il gomito sinistro e accomodandosi meglio il liuto addosso. Il suo sguardo, così come il suo tono di voce, si era fatto improvvisamente molto più serio, a tratti persino cupo.
    "Beh si, davvero molto imbarazzante.”, aggiunse con un tono austero che tradiva una punta di sdegno. “Dunque cosa ne pensi di ottener la conoscenza? Non mostrarti carico d'irriverenza... Drago del cielo Nivael, viaggiatore errante".
    Puntò i suoi occhi dritti su quelli di Nivael, fissandolo per alcuni istanti in modo molto significativo. Il suo sguardo aveva una luce decisamente diversa rispetto a prima. Non sembrava più nemmeno ubriaco… ma, sfortunatamente, il suo comportamento non era divenuto meno incomprensibile.

    “Uh… si è accorto che lo sto prendendo in giro?” pensò con sorpresa il drago argentato. Le parole del musico lo indispettirono un poco, mentre il modo con cui egli lo stava guardando lo mise leggermente a disagio.
    “Qui l’unica cosa incresciosa e imbarazzante è la quantità d’alcool che hai nel sangue!”, avrebbe voluto rispondergli, ma riuscì a trattenersi dal farlo.

    "Ormai è spoglio, in acqua son cadute...” disse il Nahrd con tono ritmico e cadenzato, come se stesse recitando una poesia o una filastrocca.
    “Tutte, non v'è più possibilità alcuna. Un drago nero tu narri... emh, la serpe nera. Serpe che dalla spuma invoca una nuova era! Dalla sabbia su cui il mare sceglie di combattere se stesso, dove la canzone ruba il posto al progresso! Da lì si racconta i pesci debban batterle settanta volte le pinne. Ma ormai son disperse, cadute, sepolte, perdute". Rimase in silenzio alcuni istanti, con gli occhi chiusi e senza muovere un muscolo. Sembrava assorto in un profondo stato di meditazione. Poi, improvvisamente, li riaprì, puntandoli su quelli di Nivael.
    “Che tu possa far tesoro di questa leggenda, Nivael... drago del cielo!” disse con un tono che riuscì, in qualche modo, a suonare perentorio e allo stesso modo misterioso.

    Nivael rimase alcuni secondi in silenzio, fisando il Nahrd con aria perplessa. La sua replica inaspettata lo aveva lasciato un po’ interdetto. Lanciò poi una fugace occhiata verso altri, nella speranza di cogliere la loro eventuale reazione rispetto a quanto era appena accaduto. Zorais e i coboldi, però, erano intenti a parlare tra loro, per cui probabilmente non avevano sentito gran che delle parole del musico.

    Da un istante all’altro, l’espressione del muso di Nivael mutò radicalmente. Il suo sguardo si fece penetrante e indagatore, mentre uno strano sorriso divertito mise in mostra i suoi denti bianchi e aguzzi.
    “Heh”. il drago non riuscì a trattenere una piccola risata smorzata, mentre fissava il musicista dritto negli occhi.
    “Molto bene, Shur”, esordì con tono un po’ ambiguo, che risuonava stranamente calmo ma, in qualche modo, anche piuttosto aggressivo. “Farò come dici tu. La smetto di scherzare, se a te da fastidio” disse, avvicinandosi con il muso al volto del musicista al punto che il suo fiato poteva muovere leggermente i suoi lunghi capelli.
    “Tuttavia, gradirei che anche tu la smettessi di prenderci per i fondelli, che ne dici?” proseguì con lo stesso tono calmo eppure vagamente intimidatorio, guardando Shur negli occhi mentre uno strano sorriso beffardo gli illuminava il muso.
    “Qui c’è in ballo la vita di più di una persona, eppure tu continui a parlare per indovinelli e filastrocche. Cos’è, una specie di gioco? Ci stai mettendo alla prova? Suppongo che a te importi meno di niente di quei coboldi, dico bene?”. Poggiò la zampa sinistra sulla spalla destra del Nahrd. Il suo gesto, che sarebbe apparso del tutto amichevole in una qualunque altra situazione, in quel frangente si colorì di una sfumatura alquanto minacciosa. Fissò il suo interlocutore dritto negli occhi per qualche istante, senza dire nulla.

    “Bene, starò al tuo gioco.” esclamò poi di punto in bianco, togliendo la zampa dalla spalla del Nahrd e mettendosi in posizione seduta davanti a lui.
    Il suo atteggiamento era nuovamente cambiato in modo repentino. Se quella del musicista era una sfida, d’altronde, Nivael aveva intenzione di coglierla: si fece improvvisamente pensoso, mentre la sfumatura aggressiva che aveva nella voce scomparve completamente.
    “Esaminerò la leggenda passo dopo passo. Dunque…” aggiunse, grattandosi il mento con gli artigli della zampa sinistra.

    “-D'ardesia la serpe che striscia fra la schiuma, intorno alle onde che si azzuffano nel mare-” disse Nivael imitando il modo di parlare del Nahrd.
    “Questo passaggio sembra suggerire che il nostro obbiettivo, verosimilmente il drago imperfetto di cui parlava Zorais, con ogni probabilità vive nelle profondità del mare” proseguì, facendo un cenno con la testa in direzione del drago corazzato.

    “-Dalla sabbia su cui il mare sceglie di combattere se stesso- si riferisce chiaramente al bagnasciuga. -Da lì si racconta i pesci debban batterle settanta volte le pinne-. Mi pare che questo passaggio suggerisca che le foglie si trovino a circa settanta falcate di distanza dalla spiaggia, procedendo a nuoto. Mh… oppure a settanta metri di profondità”. Nivael, assorto nei suoi pensieri, rimase in silenzio alcuni istanti, guardando verso un punto imprecisato del cielo.

    “-L’albero che non è mai spoglio eppure ogni giorno lo è-” disse poi rompendo il silenzio. “Dopo, però, hai aggiunto: -Ormai è spoglio, in acqua son cadute-. Suppongo che ti riferisci alle foglie. Le foglie d’ardesia, no?”. Guardò Shur con aria interrogativa, come per domandargli un parere.
    “Questo mi sembra uno dei passi più importanti. Potrebbe riferirsi a varie cose… Forse ad un vero albero, magari magico, le cui foglie, ora cadute in mare, sono quello che stiamo cercando? No, troppo facile. Forse un isolotto che sta -in mezzo a nebbia foschia e bruma- dove -non è facile continuare a remare- a causa del mare perennemente mosso, riconoscibile per via di un grande albero che si trova li? Mh… Oppure l'albero è un bassorilievo inciso sull'ingresso della tana della serpe, e le foglie d'ardesia sono la chiave per accedervi”. Nivael stava parlando più per se stesso che per il musico: continuava a borbottare un’ipotesi dopo l’altra, senza dare il tempo al suo interlocutore di dargli una risposta.

    “Oppure il significato è metaforico!” esclamò entusiasta, come se avesse avuto un’illuminazione improvvisa. “Forse quello a cui la leggenda si riferisce è l’albero maestro di una nave affondata moltissimo temo fa, il cui carico erano queste fantomatiche foglie d’ardesia. È per questo che -non è mai spoglio eppure ogni giorno lo è-. Forse questo relitto, ammesso che esista, si trova nei pressi della costa. Non so… talmente vicino che, magari, un pesce dovrebbe battere le pinne solo settanta volte per raggiungerlo partendo dalla riva.” Guardò il Nahrd qualche istante senza dire nulla, agitando leggermente la coda, con un sorriso allegro e soddisfatto stampato sul muso come per dire “Ho risolto l’indovinello, vero? Ho vinto qualcosa?”.

    “Eddai Shur, dammi una mano anche tu!” esclamò dopo un po’, sembrando un po’ irritato. “Stai facendo fare tutto a me!”.
     
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  8. radsol
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    Dopo quel gesto, seguito dalla sua spiegazione, Zorais ci mise relativamente poco a ricostruire perfettamente la sua armatura.
    Aveva corso un grande rischio, solitamente nessuno sopravvivere dopo aver visto le sue vere scaglie, E mostrarle lo metteva profondamente a disagio ma doveva farlo se voleva almeno un minimo della fiducia del drago d'aria.
    L'azione che fece quest'Ultimo però lasciò Zorais un po confuso:
    Egli iniziò a scusarsi di una sua fantomatica aggressione riguardante l'elemento del drago metallico, ciò che però era più strano era il suo essere totalmente incogruente, in quanto "consigliò" a Zorais di non impicciarsi degli elementi altrui, o almeno cosi aveva percepito il drago, che Nivael si fosse offeso così tanto per lo smascheramento della sua tecnica? Zorais sperava di no, non voleva già farsi un nemico
    "Ehm, non ti devi preoccupare Nivael, non mi sono affatto sentito aggredito da te, ma anzi perdona me, non volevo recarti offesa in alcun modo" concluse, chinando un po la testa in segno di rispetto.
    In quell'istante, però, dopo qualche secondo di silenzio irya esordi con un si molto strambo: sembrava compiaciuto di qualcosa, si mostrava chiaramente dal suo sorrisetto, però sembrava anche un po stranito, sicuramente era causato dallo sbaglio di Nivael nel cercare di capire come si fosse spostato, insinuando un qualche genere d'invisibilità. Come Zorais aveva già pensato era impossibile, e la spiegazione di irya tolse ogni dubbio, o quasi. C'era qualcosa in quella spiegazione che non lo convinceva, "scusami irya" fece Zorais, dopo che Nivael gli aveva chiesto un qualcosa che non aveva sentito "tu sei proprio sicuro che fermi il tempo intorno a te? " fece, proprio mentre i due Coboldi avevano iniziato a combattere tra loro. Irya si era allontanato quasi subito da Nivael, probabilmente l'unico drago che aveva visto da così vicino era appunto quello oscuro, ed era pressoché normale avesse ancora paura , quindi ovviamente Zorais attese qualche secondo per la sua domanda, ma quello che non capiva era il perché ora stessero lottando tra di loro, anche se effettivamente non sembrava si stessero ferendo, anzi, sembrava che in realtà stessero giocando, forse era il modo di Irya di tirar su il fratello, infatti la malinconia di non aver poteri sembrava averlo lasciato del tutto "partiamo? " fece quest'ultimo, con il fratello sotto di esso. "Certo giovanotto, salta su e andiamo " fece Zorais con un sorriso, anche se aveva un enorme armatura, l'allegria e la dolcezza di quei due piccoletti lo avevano contagiato.
    Zorais si voltò infine verso il nahrd e Nivael, per un attimo quello strano essere sembrava essere tornato lucido, addirittura serio, per quanto potesse essere stonato, di certo teneva molto alla sua professione.
    iniziò al rimproverare Nivael perché a quanto pare non conosceva una canzone, che Shur gli narrò come una filastrocca, era strano, il drago d'aria aveva pensato che in quella filastrocca ci fossero indizi utili per trovare le foglie, e anche Zorais era dello stesso avviso, ma tutto il contesto sembrava strano, forse le parole del bardo non erano così inesatte, d'altronde, ci doveva essere un motivo per la quale si fossero incontrati.
    "Voi... siete proprio sicuri che quel drago che vi ha attaccato fosse malvagio o che volesse farvi del male? " fece Zorais rivolto ai coboldi, senza neanche guardarli e continuando a pensare alla filastrocca, mentre Nivael farfugliava apparenti interpretazioni.
    Dopo qualche secondo, Zorais si avvicinò al nahrd, con un piano
    " oh sommo musico shur, il testo della vostra soave melodia mi lascia inebriato, ditemi, sarebbe possibile ottenere la sapienza riguardante la sua provenienza e il suo significato? Ogni fin da del mio essere brama di idolatrale al massimo della possibilità cotanta bellezza" fece con tutta la delicatezza di questo mondo, esponendo il tutto con riverenza e profonda umiltà. D'altronde, avvolte la strada migliore è chiedere
     
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    Il drago azzurro che puzza di pesce

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    La rivelazione dei suoi poteri era diventata d'interesse per tutti lì attorno, e questo lo faceva sentire terribilmente a disagio.
    Nivael manifestò con esagerato entusiasmo il suo stato d'animo, menandogli un'-amichevole pacca- che apparve più come un tentativo di ammazzarlo.
    La botta non fu tremenda, tuttavia il suo povero corpicino venne schiacciato per terra come un ramoscello secco. Magari il drago del vento neanche ci aveva fatto caso, ma Irya ci aveva fatto caso e come. I suoi occhioni blu come l'oceano ebbero un guizzo per lo spavento, forse a quel giovane drago non era chiaro quanto il suo corpo reagisse d'istinto alla vicinanza così elevata con quello di un drago. Forse per la sua specie non era altro che un cucciolo, tenero e fragile, ma agli occhi di un coboldo anche il drago più piccolo sembrava infinitamente mastodontico.
    "No... io..."
    Anche l'altro drago gli aveva fatto una domanda, ma per il momento la ignorò.

    ___

    Il drago grosso grosso rispose ad Acreos che potevano partire, li avrebbe accompagnati. Non se lo fece ripetere due volte, anche se a lui appariva più come una montagna in movimento che un drago il coboldo riuscì a trovare il coraggio di aggrapparsi alla sua coda per salire agilmente fino al suo dorso, dove si accomodò. Era come trovarsi su una piccola collinetta di metallo, sicuramente strano ma neanche troppo scomodo quando ebbe capito come poggiare le zampe sulla superfice splendente.
    Irya questa volta ebbe un po' di esitazione in più del fratello, non per timore quanto perché stava valutando se dovesse prima rispondere ai loro dubbi o raggiungere il fratello sul dorso di Zorais.
    Per ovviare al dilemma, fece entrambe le cose insieme, rispondendo intanto alla sua domanda.
    "Certo, potrebbe essere diversamente? Quel drago è un demone... tremendo, assolutamente tremendo. Mentre per rispondere al tuo precedente sospetto... il tempo attorno a me non si ferma, come potrei avere un simile potere? Nessuno può fermare il tempo" (solo qualcuno di nostra conoscenza al massimo, e non mi sto riferendo a pg di un un utente presente in questa role ancora non presenti nel GdR eh! ^_^)
    "Il movimento però si risolve in così pochi istanti che è come se non accadesse niente nel frattempo. Sarebbe come scomparire da un punto per apparire in un altro, ma in realtà lo spostamento avviene e... mia sorella diceva che riusciva sempre a vedermi quando provavo a scattare in quel modo"
    Avrebbe voluto rispondere alla domanda del drago argentato, ma dopo averlo spiaccicato a terra e dopo che si era messo in mezzo Zorais si era dedicato al Nahrd.
    Così non rompete più per mp con gli eventi che accadono sconnessi e si risponde alle frasi di sei post fà hahahahaha xD *e il post successivo furono punto e a capo*


    Il musicista stava ascoltando con evidente interesse le elucubrazioni del suo simpatico e vivace interlocutore, ticchettando distrattamente con le dita sul liuto e lanciando vaque occhiatine ai coboldi e all'altro drago nel mentre che incassava le casuali accuse di Nivael.
    "Mh..." proferì semplicemente, al termine del suo infinito sproloquio.
    In quel momento però arrivarono anche l'altro drago con i due coboldi sul dorso, e sia il rettilone in'armatura che Irya iniziarono a parlare quasi all'unisono.
    "E per rispondere a te Nivael..." iniziò il lucertolino dorato, venendo però interrotto dal dragone.
    " oh sommo musico shur, il testo della vostra soave melodia mi lascia inebriato, ditemi, sarebbe possibile ottenere la sapienza riguardante la sua provenienza e il suo significato? Ogni fibra del mio essere brama di idolatrale al massimo della possibilità cotanta bellezza"
    "Drago del cielo Nivael il tuo..."
    Il Nahrd fece per dire qualcosa, ma Irya cercò di portare a termine la propria frase.
    "Se lancio un oggetto semplicemente questo riceve la spinta che gli do, ma non ho il tempo pufficente per farlo quindi..."
    Shur
    si portò una mano alla fronte, come a gesticolare riguardo a qualche tragico malditesta causato dall'intrecciarsi delle parole di tutti. Come se non fossero altri i motivi del malditesta.
    "Il tuo intuito scruta lontano giovane drago, ma non così lontano da non poter esser toccato con mano... non cercare attorno a te in vano"
    Inclinò il muso di lato, ormai aveva l'attenzione di tutti rivolta su di sé. Il gesto di Nivael, il quale lo aveva praticamente coperto con la sua zampa, non lo turbò minimamente. Sembrò anzi accomodarsi in modo che il peso non gravasse troppo sulla sua spalla e il liuto fosse al sicuro da quei lunghi artigli.
    "Increscioso, davvero increscioso. Perché non dovrebbe importarmi di loro" fece, alludendo ai coboldi. "Perché dovrei interessarmi tuttavia... non esser lugubre, non mostrar incertezza... è profonda e irruente la tua energia."
    Cadenzò l'ultima frase con molta più focosità di prima, per poi tornare alla sua inconsueta leggerezza, mascherata da un fare palesemente deviato da qualsiasi roba avesse bevuto.
    "Profonda si, com'eccelsa la tua leggiadria... non divenir estraneo all'empatia. Drago del cielo Nivael, la tua interpretazione non è inesatta, ma non è neanche del tutto completa. Attorno alla meta hai vagato cercando risposte, alla canzone, alle risposte. Non v'è risposta alle risposte, ne converrai con me"
    Con un sogghigno poi si drizzò sulle gambe, stirandosi le membra, assumendo un atteggiamento ben più composto e quasi consueto. Imbracciò il liuto e diede loro le spalle, facendo segno di seguirlo. La sua voce ora sembrava essersi normalizzata, d'improvviso tutta la sua follia si era dispersa nel nulla per lasciar posto ad un'espressione decisa e soddisfatta.
    "Non conosci quest'isola dico bene? Il bacio delle onde è il luogo in cui il mare combatte se stesso, un incredibile fenomeno naturale di rara bellezza. Ascoltate... ascoltate questo morbido sciabordare, accompagnato dai luminosi colori dell'alba, lasciate che l'odore della salsedine vi pervada soavemente. E tu antico drago Zorais... se è sapienza che desideri ottenere potrai riceverne, ma una creatura della tua portata dovrebbe possederne già a sufficenza. Non tutto ci è dato sapere, non tutto"
    Detto ciò si incamminò, con lo sguardo confuso dei due coboldi fisso su i suoi capelli che ondeggiavano fieri alla brezza marina.

    Ma qui nessuno si era accorto che il Nahrd sa il nome di Nivael senza averlo mai sentito? xDDDD
     
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    Nivael guardava Shur con un ampio sorriso compiaciuto stampato sul muso, ondeggiando ritmicamente la coda così come farebbe un cucciolo che freme dalla voglia di giocare. Dedicarsi a risolvere gli indovinelli del musico si era rivelato un passatempo sufficientemente stimolante, e ciò aveva contribuito a migliorare notevolmente l’umore del giovane drago.
    Si aspettava di veder confermate perlomeno un paio delle svariate ipotesi che aveva avanzato. E magari di ricevere anche qualche complimento per il suo acume, perché no.

    “Mh…”. Questo, invece, fu tutto ciò che ottenne dal suo interlocutore.

    Nivael, nella speranza che quello gli fornisse una risposta più articolata, fissò Shur per cinque secondi buoni senza mutare la sua espressione soddisfatta.
    Poi, nel momento in cui constatò che quella probabilmente non sarebbe mai giunta, si rabbuiò di colpo. Con gli occhi ridotti a due sottili fessure e la bocca stretta come una tenaglia, l'espressività del suo muso si collocava circa a metà tra il desiderio di uccidere e l’intento omicida. Il volto del giovane drago, in quel momento tanto immobile da sembrare una sprezzante scultura in cera, era animato unicamente dallo scattare intermittente della palpebra inferiore del suo occhio sinistro, che si chiudeva periodicamente in un involontario tic di nervosismo.

    “… Mh?” esclamò Nivael con manifesta impazienza.
    Tutto qui? Aveva parlato mezzora per risolvere quella stupidissima filastrocca e tutto ciò che quel musicista alcolizzato aveva da dire era Mh?
    Forse il poveruomo aveva solo bisogno di un po’ tempo per pensare ad una risposta, ma la pazienza di Nivael si era data alla macchia nel momento stesso in cui il Nahrd era sbucato da dietro la collina accompagnato da quell’infernale groviglio di note che lui osava a definire “musica”.
    Inspirò profondamente. Doveva assolutamente sfogare in qualche modo la sua frustrazione. Quello, nel momento attuale, rappresentava per lui un bisogno primario come il respirare: sentiva di trovarsi ad appena un passo dal compiere un qualche gesto inconsulto, come ad esempio afferrare Shur per la collottola e lanciarlo in mare per verificare se riusciva a farlo rimbalzare sulla superficie dell’acqua così come fanno i ciottoli piatti e levigati.
    Proprio in quel momento un altro granchio, anch’egli speranzoso di raggiungere il mare, passò a poca distanza alle zampe anteriori di Nivael, che gli lanciò un’occhiata indifferente.

    La rumorosa comitiva formata dal colossale Zorais e i due coboldi che saltellavano eccitati sul suo dorso si avvicinò al drago d’argento e al musico dalla pelle bluastra. I tre, verosimilmente inconsapevoli della tensione che si era formata tra i due interlocutori, evidentemente ritennero che interrompere la loro conversazione parlando tutti quanti nello stesso preciso istante fosse un’ottima idea.

    "E per rispondere a te Nivael..." esordì il Irya.
    “U-un attimo…” farfugliò nervosamente il giovane drago, che in quel momento era troppo impegnato a cercare di non uccidere Shur per riuscire a dare retta al piccolo rettile dorato.
    Zorais, nel tentativo di ricavare informazioni dal Nahrd attraverso un approccio diplomatico, iniziò a parlare sopra al povero coboldo.
    "oh sommo musico shur, il testo della vostra soave melodia mi lascia inebriato, ditemi, sarebbe possibile ottenere la sapienza riguardante la sua provenienza e il suo significato? Ogni fibra del mio essere brama di idolatrale al massimo della possibilità cotanta bellezza".
    “Hey aspetta, deve ancora risp-” esclamò Nivael con tono concitato, venendo subito interrotto dallo stesso Shur, con il quale stava disperatamente tentando di comunicare.
    "Drago del cielo Nivael il tuo..." disse il musicista nel tentativo di prendere parola, venendo tuttavia a sua volta bloccato da Irya.
    “Se lancio un oggetto semplicemente questo riceve la spinta che gli do…” disse.
    “Aspetta!” gridò con rabbia il drago d’argento, ma Irya continuò imperterrito a parlare.
    “…ma non ho il tempo sufficiente per farlo quindi..."
    Ma non riuscì mai a terminare la frase perché Nivael, emettendo un possente ruggito di rabbia cieca e bestiale, afferrò con la zampa sinistra il granchio che gli stava passando accanto e, generando sul palmo degli artigli una piccola esplosione d’aria compressa, lo scagliò come un proiettile verso il mare producendo un fragore assordante simile ad un colpo di arma da fuoco. Il granchio schizzò in aria con una velocità tale che scomparve immediatamente dalla vista. Un paio di secondi dopo si poté intravedere un minuscolo zampillo ad oltre duecento metri dalla riva, causato dal crostaceo che, finalmente, raggiungeva la tanto agognata acqua marina.
    Oggi non era giornata per i granchi.

    Inutile dire che il plateale sfogo di furia animalesca del drago argentato era riuscito nel suo intento di generare un silenzio a dir poco tombale. Nivael ansimava visibilmente, come se si stesse riprendendo da una corsa a perdifiato, e il suono ritmico del suo respiro era tutto ciò che poteva udirsi in quel momento. Persino il gracchiare dei gabbiani in lontananza pareva essersi temporaneamente arrestato.

    “O-ok... Molto, ehm… molto meglio…” farfugliò Nivael rompendo, con un certo imbarazzo, l'innaturale quiete che lui stesso aveva creato, evitando di incrociare lo sguardo con gli altri.
    “Allora” fece poi con nonchalance, passandosi la zampa destra sulla cresta del collo come a volersela pettinare, gesto che, inconsapevolmente, faceva sempre quando aveva bisogno di calmarsi.
    “Rispondo in ordine a ciascuno di voi” proseguì voltandosi in direzione di Irya, parlando in modo sorprendentemente pacato.

    “Irya.” Esordì sorridendo affabilmente, enunciando con voce ferma il nome del coboldo come per volersi assicurare che il messaggio, questa volta, giungesse ad un destinatario soltanto. “Grazie del chiarimento. Dato che sei in grado di spostarti per pochi istanti ad una velocità che si avvicina a quella della luce, immagino che anche le tue zampe possano fare lo stesso. Mi chiedevo, quindi, cosa accadrebbe se appena prima di utilizzare tuo potere raccogliessi un oggetto e, invece di iniziare a correre, ti limitassi a muovere le tue zampe anteriori alla quella velocità per scagliarlo. Ma a quanto pare non succede nulla di interessante, quindi... come non detto.”, disse Nivael alzando entrambe le zampe anteriori come per fare spallucce.
    Poi si voltò in direzione di Zorais.

    “Zorais. Bloccare il tempo? Sarebbe decisamente interessante, ma… sono abbastanza sicuro che nessuna creatura vivente possa fare una cosa del genere” affermò il giovane drago sorridendo divertito alla stimolante quanto assai improbabile prospettiva per cui possa effettivamente esistere al mondo un potere simile.
    “Ah, non dicevi a me?” aggiunse poi, notando che Zorais lo squadrava un po’ stranito. “Whops, perdonami” taglio corto con una nota di imbarazzo, resosi conto del proprio errore.

    “Acreos. Tu non hai aperto bocca, mi pare. Bravissimo.” disse voltatosi in direzione del coboldo con un ampio sorriso che mise in mostra i suoi denti scintillanti, accompagnandolo con un occhiolino d’intesa.

    “Shur.” Disse infine Nivael, voltandosi in direzione del musico. Inspirò profondamente. L’espressione del suo muso si era fatta immediatamente seria e anche un tantino seccata. Tale mutamento nella mimica, chiaramente, si accompagnò ad un cambiamento nella medesima direzione del suo tono di voce.
    “Stavi, forse… tentando di dirmi qualcosa?”

    "Il tuo intuito scruta lontano giovane drago, ma non così lontano da non poter esser toccato con mano... non cercare attorno a te in vano" disse il Nahrd con aria di mistero.

    “Potresti, per cortesia, non parlare in rima mai più?” fece Nivael a voce bassa e con tono molto pacato, quasi sussurrando. Le sue labbra erano lievemente incurvate da un sorriso cordiale ma al contempo piuttosto freddo, mentre i suoi occhi erano ridotti a delle fessure attraverso le quali si intravedeva un tagliente bagliore d’un giallo intenso.

    "Increscioso, davvero increscioso. Perché non dovrebbe importarmi di loro" fece Shur, alludendo ai coboldi. "Perché dovrei interessarmi tuttavia... non esser lugubre, non mostrar incertezza... è profonda e irruente la tua energia.", disse, cadenzando quest'ultima frase con molta più enfasi rispetto alla precedente.
    "Profonda si, com'eccelsa la tua leggiadria... non divenir estraneo all'empatia. Drago del cielo Nivael, la tua interpretazione non è inesatta, ma non è neanche del tutto completa. Attorno alla meta hai vagato cercando risposte, alla canzone, alle risposte. Non v'è risposta alle risposte, ne converrai con me".

    “A-aspetta quale interpretazione, ne ho fatte una quindicina di interpretazioni!” esclamò con rabbia Nivael alzandosi di scatto sulle sue quattro zampe, mandando subito in frantumi la sua maschera di distacco. “E poi cosa significa che non c’è risposta alle risposte, grazie al ca-”

    "Non conosci quest'isola dico bene?”, lo interruppe Shur, probabilmente non avendo nemmeno udito gli improperi rabbiosi del giovane drago.
    “Si. Sono giunto qui solo ieri notte.” taglio corto Nivael distogliendo lo sguardo dal musico, emettendo un sonoro sbuffo di frustrazione dalle narici.
    “Il bacio delle onde è il luogo in cui il mare combatte se stesso, un incredibile fenomeno naturale di rara bellezza. Ascoltate... ascoltate questo morbido sciabordare, accompagnato dai luminosi colori dell'alba, lasciate che l'odore della salsedine vi pervada soavemente. E tu antico drago Zorais... se è sapienza che desideri ottenere potrai riceverne, ma una creatura della tua portata dovrebbe possederne già a sufficienza. Non tutto ci è dato sapere, non tutto".

    Detto ciò si incamminò verso… si incamminò e basta. Provare ad indovinare cosa passava per la testa a quel tizio era un compito fuori dalla portata dei comuni mortali, che fossero uomini o draghi.

    “Ehm… dove andiamo di bello?” gli domandò Nivael, ripristinando subito la sua cordiale ma impenetrabile maschera di circostanza.
    “Vuoi salirmi in groppa, Shur? Magari arriveremo prima.”, aggiunse con tono stranamente cortese e un ampio sorriso un po’ ambiguo stampato sul muso, che mise in bella mostra il suo vasto repertorio di denti aguzzi e lucenti.

    Cavolo è vero, lui non c'era quando Nivael si è presentato. xD
     
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  11. radsol
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    Tutto poteva aspettarsi Zorais, tranne quel ruggito di Nivael, seguito dal volo di un povero granchio spinto da una tecnica del drago d'aria molto interessante.
    Si poteva chiaramente distinguere la rabbia di quest'ultimo sul muso, un Po però lo capiva, d'altronde è vero, dopo tanti giri di parole erano punto è a capo, il nahrd era terribilmente enigmatico e probabilmente azzardare una qualunque interpretazione a quella leggenda sarebbe stato inutile, per questo cercò una via più "diplomatica" per così dire e tenersi le sue idee per sé come consigliato dal drago del cielo. Il nahrd però non ebbe tempo di rispondere a Zorais, infatti Nivael dopo quello "sfogo " cercò di mettere ordine prima di una sua evidente crisi di nervi, anche se lo fece.... ad essere comici, in modo incasinato, infatti rispose ad una domanda del drago d'acciai Non rivolta a lui. Probabilmente stava ancora sbollendo la frustrazione per il nahrd. Sbagliò anche nel rispondere a Irya o così voleva sperare Zorais, era davvero impossibile che non avesse ancora capito l'evidente funzionamento del potere appartenente al piccolo coboldo, che sia davvero così inesperto? Dove andremo a finire con i draghi di oggi? A quei pensieri Zorais fece una piccola risata senza farsi sentire, anche se era impossibile che Nivael lo notasse, quest'Ultimo infatti aveva ripreso a parlare con shur e non sembrava molto..M come dire ? Calmo.
    anche se col senno di poi, non erano state inutili le parole di Nivael, shur gli rivelò che stava "girando intorno alla soluzione" o almeno cosi capii Zorais, nonostante la sua esperienza, quel nahrd era un mistero anche per lui.
    Fu infatti quest'Ultimo a ridestarlo dai suoi pensieri, rivolgendosi a lui: "E tu antico drago Zorais... se è sapienza che desideri ottenere potrai riceverne, ma una creatura della tua portata dovrebbe possederne già a sufficienza. Non tutto ci è dato sapere, non tutto."
    Quelle parole lasciarono sconvolto Zorais, questo piccoletto, come lo sapeva? Ora che ci fece caso, anche con Nivael lo ha fatto, ma com'è possibile? Ha definito lui antico e Nivael giovane, inoltre ha insinuato che Zorais fosse saggio, come un anziano. Questo nahrd... cosa nasconde? Come fa a conoscere la vera età del drago metallico? Effettivamente... Non è la prima volta che agisce in modo strano, anche prima, aveva avvertito quella presenza malvagia, e neanche Nivael se n'era accorto.... chi è Davvero costui?
    "Prenderò quest'insegnamento come un tesoro, grazie sommo shur" fece cercando di non sembrare scosso, doveva dar a vedere che non ci aveva fatto caso, sarebbe stato pericoloso per lui.
    D'improvviso shur si mise in cammino, con Nivael accanto, sembra che sarà lui a guidare questa missione di salvataggio, beh sarà di certo un ottimo modo per capire chi è davvero.
    "Ehy voi due" fece Zorais rivolgendosi ai coboldi sulla sua groppa mentre seguivano shur " spero stiate comodo li dietro, ho levigato le scagli li sopra, così saranno un po più comode." Fece una piccola pausa "sommo shur dove siamo diretti? Se posso permettermi so che qui c'è una grande biblioteca, cosa ne dice se le facciamo visita?"

    scusate se il post e più corto del solito xD ma per non incasinare ancora di più il discorso io o meglio Zorais ha deciso di essere abbastanza taciturno.
    P.s aleph ma tu non ti sei mai accorto che il nahrd chiama Nivael giovane? Appena ha definito Zorais antico lui se ne accorto subito xP
     
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    Ammetto che il fatto che Shur conosce il nome di Nivael senza averlo mai sentito non l'avevo notato, perché mi ricordavo che egli era presente quando il mio pg si è presentato.

    Invece il fatto che si riferisce a lui con il termine "giovane" non mi pare tanto sorprendente, dato che, come ho scritto nella sua scheda, Nivael ha dei lineamenti molto giovanili e, quindi, tendenzialmente tutti lo chiamano "giovane drago".

    Riguardo al potere di Irya... no, a quanto pare ancora non l'ho capito. XD

    Lui ha scritto:
    "Io posso percorrere brevi tratti senza che il tempo trascorra, se non per un infinitesimale istante. Questo però... oltre ad impedirmi di portare con me più di un altro compagno non più grande di me mi riempe di dolore se lo utilizzo per un paio di volte di seguito"

    Quindi, da quello che ho capito, Irya è in grado di muoversi per un brevissimo istante ad una velocità tale che, dalla sua prospettiva, il mondo sembra quasi fermarsi.
    Mi sembra quindi leggittimo ipotizzare che anche gli oggetti che porta con se vengano accelerati in tal modo (così come ha fatto con Acreos), per cui lasciandoli prima che l'effetto del potere termini non è poi così assurdo pensare che essi conservino la loro velocità e quindi vengano lanciati come proiettili.
    Che poi è ovvio che per questioni di bilanciamento non possa essere così, ma questo Nivael non può saperlo.

    Vabbè, meglio se scrivo ad Aes per chiedergli chiarimenti. XD


    EDIT:

    Ho dimenticato una cosa. Dalle parole di Irya, in effetti, si potrebbe intendere che il tempo smette di scorrere anche dalla sua prospettiva, per cui è chiaro che non possa raccogliere un un oggetto e scagliarlo. Tuttavia ciò non rende del tutto impossibile utilizzare la tecnica per fini offensivi, qualora ci si prepari in anticipo.


    Edited by -Aleph- - 26/1/2018, 10:20
     
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    Ma ho scritto che subiscono la spinta gli oggetti, lo scritto proprio nell'ultimo post... dopo lo spiego per benino, ma secondo me avete capito tutt'eddue e lo dite con parole diverse xD Rad mi pare abbia capito almeno.
    non può muovere le zampette singolarmente comunque, può solo scattare in avanti usando il suo potere a tutto il corpo se questo vi chiarisce le idee.
    No va beh ma che problemi ci facciamo con un semplice salto in avanti super veloce? *picchia Nivael* e no, neanche Zorais però si è accorto che il caro Shur aveva pronunciato il nome di Nivael così con tranquillità u.u vi sto perculando entrambi malamente ammettetelo
     
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    CITAZIONE (Aesingr @ 26/1/2018, 16:13) 
    Ma ho scritto che subiscono la spinta gli oggetti, lo scritto proprio nell'ultimo post... dopo lo spiego per benino, ma secondo me avete capito tutt'eddue e lo dite con parole diverse xD Rad mi pare abbia capito almeno.
    non può muovere le zampette singolarmente comunque, può solo scattare in avanti usando il suo potere a tutto il corpo se questo vi chiarisce le idee.
    No va beh ma che problemi ci facciamo con un semplice salto in avanti super veloce? *picchia Nivael* e no, neanche Zorais però si è accorto che il caro Shur aveva pronunciato il nome di Nivael così con tranquillità u.u vi sto perculando entrambi malamente ammettetelo

    Quindi è esattamente come me lo ero immaginato: un innocente scatto molto veloce che tuttavia può essere facilmente trasformato in un'arma di distruzione di massa che permette di lanciare oggetti ad una velocità prossima a quella della luce. :dragongrin:

    Scherzo, adesso ho chiaro il motivo per cui non può fare una roba simile. xD

    Si si, è inutile che fai il grosso con Shur, non è che ci vuole poi gran che a perculare uno come Nivael. u_u :dragonfierce:
     
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    Shur ignorò spudoratamente la cortese offerta di Nivael, che gli propose di accompagnarlo sulla sua groppa.
    "Biblioteca?" esordì, senza voltarsi e continuando a dare loro le spalle. Il suo portamento stranamente austero era di quanto più strano potesse esserci in quel frangente.
    "Non v'è motivo, quella conoscenza è dentro di voi"
    Continuò ad avanzare per diversi metri, baciato dal sole del mattino che dipanava la sua sfolgorante corona nei vivaci colori della spiaggia circostante. Uno stormo di gabbiani si muoveva seguendo il vento, in ddirezione del grande oceano con sicurezza. Il loro stridere (i gabbiani non gracchiano Aleph, che brutto! xD) intesseva un mondo di suoni e canzoni, sicuramente più piacevoli di quelle del Nahrd.
    Camminarono alcuni minuti, quella spiaggia era enorme e si distendeva oltre i confini della città.
    "L'albero che cerchi, giovane drago, è proprio quello della nave... albero da cui le foglie sono cadute come dal tronco di una pianta" enunciò, con fare pacato, continuando ad incedere fierissimo.
    Seguitò a camminare verso l'acqua, finché non vi furono che pochi passi a dividerlo dal bagnasciuga.
    Si chinò, raccolse un po' di sabbia, la fece scivolare lentamente dalle dita azzurre di nuovo al suolo e poi scrutò l'orizzonte.
    "Qui il mare ha scelto di sfidare se stesso"
    Dopo qualche secondo le creste spumeggianti di due onde si manifestarono increspando l'acqua, dirette una verso l'altra da direzioni opposte. Come il vento cercasse di contrastare la corrente marina, come se due oceani culminassero nello stesso punto per scivolare su quella spiaggia. "Il bacio delle onde, meraviglioso fenomeno d'incredibile rarità"
    Le sue parole ora sembravano più mirate, meno fastidiosamente tedianti e soprattutto comprensibili. "Settanta volte i pesci dovranno battere le pinne, a partire da qui"
    Il musico imbracciò il suo liuto, cominciando a suonare. In realtà pizzicava una corda di tanto in tanto, come a rispettare il ritmo delle onde.P er qualche strana ed immotivata ragione adesso le note non davano più l'idea di essere stonate e fuori... fuori tutto, anche se non stava propriamente compiendo una melodia almeno non era tutto cacofonico come prima.
    Il suo volto completamente rivolto alle nuvole, la sua mente persa nell'infinito spazio dell'blu antistante.
    Solo in quel momento rispose alla precedente domanda di Nivael, annuendo un paio di volte alle onde che si agitavano di fronte a lui.
    "Se vuoi che io ti possa seguire potrei aver bisogno del tuo aiuto, si... giovane drago Nivael"

    Irya e Acreos stavano appoggiati l'uno all'altro, comodamente seduti su Zorais.
    "Oh, è fantastico. Non credevo sarei mai salito sul dorso di un drago" commentò entusiasta Acreos, che vedeva i draghi come semplici predatori in grado di sbranarli muovendo appena la mandibola.
    Anche loro seguivano attenti i movimenti di Shur, senza tuttavia trovare risposte al suo comportamento. Erano incuriositi anche da Nivael, comunque; più che altro ai suoi continui e repentini sbalzi d'umore, era troppo divertente un drago che mutava espressione ogni due secondi ai loro piccoli occhi da coboldo curioso.
    Scusate la risposta non profondissima
     
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