Notte cristallina

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    Il drago azzurro che puzza di pesce

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    L'umano neanche si era opposto. Non fu divertente, la Ginestra era delusa. Molte prede, anche più grandi e possenti di lui, finivano allo stessomodo; non avrebbe comunque avuto speranza, qualunque abilità avesse utilizzato. Almeno però altre prede si dibattevano, si agitavano, reagivano, e qualche volta riuscivano anche a darle filo da torcere. Non ricordava l'ultima volta che uno di loro era riuscito a fuggire, ma probabilmente doveva esserci stato un giorno, o due, o cinque, o sette... in cui qualcuno ne era stato in grado.
    Almeno questo le ricordava che c'era ancora speranza di potersi divertire.
    Osservò il felino e lo strano lupo dai profondi poteri spirituali, intenti a dire la loro su quell'umano. Da una parte il desiderio di dilaniare l'ignobile creatura, dall'altra quello di capire se avrebbe meritato la salvezza. Interessante, molto interessante.
    In fine c'era lui, lo spirito ormai tormentato dal rimorso di non aver potuto squarciare con le proprie zampe l'umano. Si era arrabbiato, e come se si era arrabbiato. La ginestra se la rideva di gusto, ma non voleva fargli un torto. Semplicemente quell'umano le era finito tra le fauci in maniera troppo succulenta.
    Lo spettro poi strillò come un dannato, intimandole di uscire allo scoperto.
    Fece quindi in modo che il suo messaggio potesse giungergli, ma soprattutto che potesse coinvolgere anche gli altri.
    Un artiglio spuntò di fronte al Creimvell e al licantropo, indicando loro la direzione nel quale si trovava lo spettro, almeno l'avrebbe fatto arrabbiare ancora di più. Si sentiva in vena di dispetti, poco importava se il suo operato coinvolgesse vite e sentimenti.
    Una delle zampe che aveva ucciso l'uomo si generò a pochi metri di fronte allo spettro, piegandosi e scricchiolando in maniera sinistra. Mentre si formava, il terreno cristallino si spaccava per lasciar posto a qualcosa di molto simile ad un braccio. Questo si fermò non molto distante dallo spettro, aprendo le dita come ad intimargli di avvicinarsi. Voleva soltanto... stringergli la zampa, in segno di non-inimicizia.
    Non poteva comunicare con lui mentalmente altrimenti, sperava non fosse troppo spaventato per accettare l'offerta. Come poteva una creatura simile essere spaventata in fondo?
     
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    Sedanka non fece un passo durante lo spettacolo in cui l'umano venne fatto fuori da quella vita misteriosa che celavano i cristalli della Ginestra. Ormai lui non poteva farci più niente: quando la Natura ci metteva le zampe (in tutti i sensi...) era meglio stare lì fermi ad aspettare che finisse il suo operato. Nessuna opposizione avrebbe contrastato la sua forza bruta.
    "La Madre è molto vendicativa. Si accorge quando qualche suo figlio è stato ucciso senza il suo intervento. Si accorge quando deturpano il suo creato. E lei ricambia con la stessa moneta." fu l'unica cosa che disse il licantropo, destando lo sguardo all'orizzonte, oltre il corpo maciullato dell'umano. Una lieve brezza proveniente dal mare scompigliarono i suoi lunghi crini, poi si fermò e cadde di nuovo il silenzio. Silenzio che fu interrotto da un ululato carico di rabbia che fece rizzare leggermente il pelo di Sedanka. Una sensazione che non gli apparteneva dato che lui raramente provava timore o paura grazie alla sua positiva saggezza.
    "A quanto pare non siamo del tutto soli." commentò, rivolgendo un'occhiata a Zenon. Sedanka sapeva che c'era qualcun altro sin dall'inizio, oltre a loro due. Quello strusciare sospetto di catene ne era una prova. E quell'ululato... Doveva appartenere a qualche canide. Dopotutto lui era uno di loro e conosceva gli ululati. Avendo vissuto in un branco, sapeva bene i loro vari tipi che un lupo o un licantropo potevano emettere. Quello che aveva appena sentito, infatti, era intriso di rancore. Odio. Smania di fare fuori qualcuno.
    Improvvisamente un artiglio spuntò davanti agli occhi dello sciamano e del creimvell. Suggeriva loro una direzione, come se volesse intimare il duo a seguire quella strada immaginaria che il cristallo aveva indicato.
    "Mhm".
    Sedanka, dopo una lunga riflessione, decise di intraprendere quella strada. Probabilmente avrebbe avuto la risposta a quell’ambigua visione che aveva avuto, quindi non gli rimaneva altra scelta.
    "Ormai ci siamo incappati in questa situazione, non ci rimane che uscirne possibilmente a testa alta." mormorò al felino blu.
    Il licantropo, quindi, seguì la direzione dell'artiglio. Più passi faceva, e più aveva la sensazione di dover incontrare quell'individuo misterioso che si era prima manifestato tramite quell'ululato. E infatti così fu: Sedanka si trovò davanti un grosso canide, simile ad un cane, con un folto pelo nero che prendeva sfumatore marroni. Aveva occhi rossi come il sangue ed era inoltre pieno di cicatrici, oltre al fatto che delle catene spezzate cingevano le zampe e il collo.
    Non seppe come, ma il licantropo ebbe la sensazione di aver già visto quell'espressione furibonda nel muso di quell'essere.
     
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    Sia il licantropo che il Creimvell rimasero fermi a guardare i cristalli acuminati che avevano ucciso il cacciatore umano. Se Zenon non aveva idea di cosa fosse successo o di chi ne fosse l'artefice, Sedanka spiegò con parole molto chiare che era stata la stessa Natura a trucidare l'umano per i crimini che ha fatto, per le creature che aveva ucciso, compresa la famiglia del felino lì presente.
    "Chiunque sia stato ha fatto bene....e che sia da monito a tutti i cacciatori senza scrupoli!" fu la frase di Zenon.
    Il Creimvell mantenne la pelliccia acuminata perchè subito dopo sentì un lungo e lugubre ululato, molto simile a quello dei Tefzar, i canidi considerati i rivali dei Creimvell. Fece anche un agile balzo all'indietro quando dal terreno spuntò fuori di colpo un artiglio di cristallo, se quegli affari volevano catturare anche loro due convinti di avere vita facile come contro l'umano, allora si sbagliavano di grosso. Stavolta, i cristalli non sembravano in vena di attaccare ma l'artiglio misterioso si muoveva in maniera tale da indicare loro qualcosa...o qualcuno....perchè la direzione indicata sembrava la stessa dalla quale provenne il misterioso ululato.
    Sedanka propose di andare a vedere e Zenon affiancò subito il bipede peloso, zampettandogli vicino.
    "Facciamo attenzione, può essere un'altra trappola. Dopo quello che è successo dobbiamo fare attenzione" rispose al licantropo mentre lo seguiva.
    Dopo alcuni passi, si ritrovarono di fronte ad un grosso canide, che per fortuna non era un Tefzar. Era più simile ad un grosso lupo di colore nero e marrone, gli occhi rossi e con delle catene spezzate. Ecco chi era a provocare l'ululato e il rumore metallico che si sentiva prima. Non era nemmeno un Maleyes, la razza di lupi che potevano tramutarsi in draghi. Zenon rimase a distanza di sicurezza dal canide, mantenendo sempre la pelliccia irta di aculei, finchè non era sicuro preferiva sentirsi protetto dalla sua corazza metallica acuminata. Fu proprio il felino a prendere dialogo con il grosso canide.
    "Non vogliamo attaccarti.....chi sei? Sei stato tu ad usare quegli artigli di cristallo e ad uccidere quel maledetto cacciatore?" chiese Zenon, dalla distanza. Il Creimvell sapeva che esistevano creature di elemento terra che potevano usare rocce e minerali come armi, quindi non era escluso che fosse stato proprio lui
    Se era così, Zenon sarebbe stato contento. Nemico del mio nemico è un mio amico.
     
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    Alla fine l'entità misteriosa ascoltò le richieste di Sephtis. Tuttavia fu piuttosto dispettosa. L'entità fece un altro torto al Barghest. Rivelò la sua posizione a Sedanka e Zenon, facendo saltare la copertura di Sephtis. Purtroppo nulla avrebbe evitato di essere scoperto da degli sconosciuti.
    Davvero hai osato? Fu il pensiero di rabbia che Sephtis rivolse alla Ginestra. Qualsiasi cosa rappresentasse l'entità il Barghest aveva un desiderio crescente di ucciderla. Sephtis si adirò ancora di più quando l'entità si manifestò davanti al Barghest. L'essere fece uscire dal terreno gli stessi artigli laceranti che avevano ucciso il cacciatore. L'entità gesticolò verso Sephtis, incitandolo ad avvicinarsi. Sembrava volesse proprio porgergli la zampa.
    Che tu sia maledetto! Prima mi rubi la preda, poi riveli la mia posizione, e adesso vorresti prendermi in confidenza? Sephtis pensò arrabbiato. Così voltò le spalle alla zampa artigliata, rifiutando di fare amicizia. Il Barghest aveva voglia di uccidere sul momento quell'entità misteriosa, ma si trattenne. Chiunque fosse quel nemico ignoto era in netto vantaggio. L'entità era protetta dai cristalli colorati luccicanti, piuttosto dannosi per lo spettro che aveva poca tolleranza verso la luce. Sephtis doveva diventare più forte e migliorare la propria resistenza alla luce. Così il Barghest si limitò a lanciare una minaccia verso la Ginestra.
    Sappi hai firmato la tua condanna a morte. Giuro che un giorno ritornerò per ammazzarti. Il Barghest ammonì mentalmente la Ginestra. Per ora la priorità di Sephtis era rintracciare i cacciatori malvagi. Poi, se non fosse sparito da questo mondo, sarebbe ritornato alla Ginestra per dare la caccia all'entità misteriosa. Il Barghest non si preoccupò neanche di ascoltare cosa i due estranei avevano da dirgli, ma si diede alla fuga. Non era nel suo interesse iniziare scontri che non lo riguardassero. Ormai quei due sapevano della sua esistenza, ma Sephtis non si sentiva di attaccarli per questo. Gli estranei non avevano impedito l'uccisione del cacciatore, perciò il Barghest non covava rancore verso di loro. Così Sephtis imboccò in corsa la strada che lo avrebbe condotto all'uscita da quel luogo.

    Sephtis esce dal topic. In queste settimane avrò altro a cui pensare, perciò preferisco limitarmi a continuare una sola role sul forum.


    Edited by Sniton - 27/10/2017, 18:44
     
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    Lo spettro voleva andarsene, senza salutare. Anzi, minacciando la Ginestra di vendette e cose varie.
    Se le avesse permesso di sfiorare la sua zampa, gli avrebbe comunicato quanto la facesse ridere la sua stizza nei suoi confronti.
    Purtroppo però era deciso ad andarsene via, e siccome non aveva preso niente dalle sue terre e non si era insediata nei meandri interni del proprio cuore lasciò che le sue zampe si allontanassero illese. In fondo poteva anche darsi che si sarebbero davvero rincontrati, magari in circostanze più... o meno... piacevoli.
    La zampa si voltò quindi verso il creimvell e il licantropo, invitando entrambi ad avvicinarsi con un gesto che significava apertamente -siamo amici, avvicinatevi-. Almeno avrebbe potuto comunicare con loro, se non era riuscita a farlo con quello spettro avrebbe avuto modo di dialogare con quei due bene o male.
    Non aveva intenzione di lasciarli allontanare a loro volta, avrebbero senz'altro chiaccherato un po'.
    Il gatto era sempre in posizione di guardia, pronto a difendersi, e anche se pareva più rilassato anche il licantropo era guardingo e non distoglieva l'attenzione dal suolo circostante.
    Erano divertenti, molto divertenti.
     
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    Zenon sembrava essere molto teso quando vide la creatura canina. Sedanka sapeva che per natura i creimvell e i tefzar erano nemici, ma quel canide non sembra affatto appartenere alla suddetta specie endemica di Kengard. Odorava diversamente e aveva un'aura intrisa di odio e rancore.
    Nel frattempo il felino blu prese l'iniziativa di rivolgergli le prime parole, domandando chi fosse e se era il responsabile dell'uccisione del cacciatore tramite i cristalli. Ma l'essere non rispose e fuggì via a corsa, lontano da loro.
    Ci furono intensi secondi silenziosi in cui solo il vento sibilava, arruffando leggermente la grigia pelliccia del saggio licantropo.
    "Un barghest." mormorò solenne, rompendo la spettrale quiete. Ma certo, perché prima non ci era arrivato? Quelle catene che strusciavano a terra faticosamente... L'ululato spettrale da far venire la pelle d'oca...
    Quell'essere era già morto.
    "Essi non sono altro che spiriti inquieti che perseguitano coloro che hanno commesso crimini di grave entità. Il cacciatore doveva essere braccato da lui... Ma a quanto pare qualcuno è arrivato prima a gustarsi la preda." Con quell'ultima parte del suo discorso Sedanka intendeva la Ginestra stessa. Pulsava di vita propria e lo aveva intuito sin da quando vi era arrivato. E infatti la stessa zampa di prima che aveva indicato il punto in cui si trovava il barghest si voltò verso lui e Zenon, invitandoli ad avvicinarsi. Sedanka la guardò con gli occhi gialli ridotti ad una fessura, impugnando la lancia con la mano sinistra.
    "Cosa vuoi comunicarci? Possiamo fidarci di te, suprema entità che governa questo luogo?" domandò, restando fermo dove era.
     
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    Il canide nero, in risposta al Creimvell, fuggì via, veloce più del vento che soffiava nella Ginestra. Zenon vide le catene mozzate e le zampe veloci volare sopra la superficie cristallina prima di venir inghiottito dalla notte. Il canide, che secondo Sedanka, era un Barghest, non proferì parola nè fece gesti prima di scappare. C'era qualcosa di insolito, dietro quella creatura, Zenon lo sentiva ma non riuscì bene a capire il perchè.
    Il felino blu tornò ad osservare il licantropo quando riprese a parlare, da sciamano sapeva cose che il Creimvell non riusciva ad intendere. Troppa selvaggia è stata la sua vita per comprendere certe cose. Sedanka supponeva che il lupo nero con le catene fosse uno spirito vagante in cerca di vendetta, probabilmente nell'umano che aveva sterminato il branco dei Creimvell e non solo. Lui e i suoi simili senza pelo, nè artigli nè coda dovevano aver sterminato anche branchi di Tefzar, Barghest, Licantropi e forse anche Draghi.
    Intanto, i cristalli tornarono ad animarsi, prendendo la forma di una zampa che invitava loro ad avvicinarsi ancora. Non erano più nella posizione minacciosa di prima quindi il loro volere non era quello di stritolarli. E a comandare quei cristalli non era di sicuro il Barghest, dato che era scappato via.
    Il licantropo non abbassò la guardia, continuando ad impugnare la lancia con la zampa sinistra. Si sarebbe prontamente difeso, se fosse stato attaccato. Allo stesso modo, Zenon mantenne la protezione attiva con gli aculei. Il suo pelo sarebbe tornato normale solo quando era sicuro che poteva fidarsi di quei cristalli animati.
    "Veniamo in pace, chiunque tu sia, non abbiamo intenzioni malvagie, a differenza di quell'umano che hai stritolato." disse il gattone sempre a fianco del licantropo che aveva chiamato quell'entità misteriosa come suprema entità del luogo. chiedendo se potevano fidarsi.
     
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    Oh quanto la facevano lunga, se continuavano di quel passo non avrebbe mai potuto comuinicare con loro.
    Alla domanda del licantropo la mano si alzò e si abbassò come per annuire. Se avessero insistito ancora a ritrarsi al dialogo li avrebbe obbligati, non lo fece soltanto perché non era bello parlare con chi tenta di dimenarsi in preda al panico.
    Fece emergere un'altra zampa dal terreno cristallino, con la quale strinse la precedente. In quel modo indicò ai presenti che dovevano semplicemente poggiare una delle loro zampe sulle sue.
    Le spalancò, lasciandole aperte nella loro direzione, sperando che quella volta avrebbero ascoltato. In fondo che male c'era nel fare due chiacchere?
    Eppure dovevano aver capito che avrebbe potuto cercare di farli a pezzi in ogni istante, se non l'aveva ancora fatto e stava cercando di comunicare con loro un motivo doveva pur esserci no?
    Perché non ci arrivavano?
    Il felino disse che venivano in pace; certo, quello lo sapeva, erano loro che non avevano capito di trovarsi in una situazione spiacevole. Nel senso, se non le fossero andati a genio ci avrebbe messo davvero un nulla a dimostrarglielo, ma per il momento non sembravano essersi rivelati quel genere d'individuo che si guadagnava facilmente la sua sfiducia.
     
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    Sedanka ancora era titubante e non sapeva se porgere la mano alla misteriosa entità che governava l'intera Ginestra. Tuttavia, se una delle due parti in quel caso partiva già sfiduciata, l'altra si sarebbe presto sentita offesa. La zampa di cristallo infatti attendeva trepidante che il licantropo o il creimvell si avvicinasse per stabilire un contatto. Lo sciamano quindi si fece coraggio e protese una delle sue zampe, intrecciando le dita contro quelle fredde del cristallo. La Ginestra poteva stritolarlo da un momento all'altro se avesse voluto e fargli fare la fine del cacciatore.
    "Io sono Sedanka, uno sciamano nomade." disse. Parlò come se avesse avuto davanti un essere in carne e ossa. Dopotutto egli era uno sciamano. Sapeva stabilire contatti con il mondo della Natura e dei defunti.
    "Sono solo un modesto licantropo che fa da tramite ai due mondi, quello spirituale e quello materiale." concluse. Strinse la presa della zampa su quella mutaforma della forza invisibile della Ginestra, per sentire il pulsare dell'energia vitale che scorreva in essa. Era ecisa, potente,vendicativa e altresì devastante. Ma al contempo era protettrice e salvatrice delle creature che in quel luogo cercavano dimora. Un'entità misteriosa tutta da scoprire.
     
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    Zenon rimase fermo a guardare l'evoluzione degli eventi. Le mani di cristallo comunicavano con lo stesso modo che facevano gli elfi, il movimento su e giù in risposta al licantropo significava un sì, gli elfi facevano lo stesso movimento con la testa per annuire. E sempre gli elfi, e più raramente gli umani, si davano le mani per dirsi "benvenuto tra noi e che la pace sia con te", il successivo gesto mostrò apertura ed accoglienza. Anche i draghi spalancavano le zampe anteriori per dire "benvenuto tra noi".
    Sedanka, che aveva capito il significato di quei gesti, si fece coraggio ed andò incontro alle mani di cristallo, stringendo le sue zampe lupine prensili con quelle di cristallo e presentandosi. Il felino, diffidente per sua natura, rimase fermo per alcuni attimi per vedere se le grosse mani avessero stritolato il licantropo sciamano. Ma non successe, le mani di cristallo rimasero ferme in quella posizione, come se attendessero qualcun'altro. E chi altri, se non Zenon, dato che l'altro canide era bello che andato?
    Anche il Creimvell si fece coraggio, rilasciò gli aculei facendo tornare il pelo nel suo stato normale e si avvicinò alle mani di cristallo, limitandosi ad appoggiare il palmo della zampa anteriore destra sul freddo palmo di cristallo, dato che non aveva le dita prensili per stringergli le dita come aveva fatto Sedanka.
    "Io sono Zenon, Creimvell del Metallo. Nomade dopo che gli umani hanno sterminato il mio branco. Sono qui in questa distesa cristallina per apprendere di più il mio elemento metallico ma sappi che non lo faccio per nuocere la Ginestra d'Ambra" disse il felino.
    Sotto la zampa che era a contatto con la mano di cristallo percepì il potere di quella creatura fatta di minerale e sentì che condividevano lo stesso elemento. Era la prima volta che incontrava qualcuno che aveva in sè il potere dei metalli, erano molto più rare le creature del metallo, rispetto a quelle di fuoco, acqua, ghiaccio, terra o fulmine.
     
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    Finalmente, finalmente poteva dialogare con loro. Ci avevano messo un po0, ma se li sarebbe aspettati più titubanti e remissivi. Sembravano invece abbastanza sicuri di quello che stavano facendo, non esattamente felici di trovarsi in una situazione simile ma molto probabilmente anche una divinità avrebbe avuto una piccola esitazione di fronte all'intera natura circostante.
    "Benvenuti" disse, con una voce limpida, femminile e incredibilmente cristallina. "Certo, non mi sono presentata in maniera molto simpatica, lo so"
    Sghignazzando, strinse la zampa di entrambe le creature leggermente. Erano entrambi esseri piuttosto particolari e potenti, da un lato una specie molto rara e dall'altro un individuo in grado di comunicare con mondi non materiali; erano sicuramente interessanti.
    "Molti vengono qui per portare via minerali, per cercare tesori... ho come la sensazione che non sia il vostro caso" Attese un secondo, poi riprese.
    "Di fatto è anche vero che la Ginestra ne nasconde molti, e molti altri si nascondono nella Ginestra. Non siete interessati? Non volete anche voi portar via qualcosa di prezioso, magari magico e forse incredibilmente raro?"
    Trasmise, tramite le mani cristalline, una sensazione di attrazione verso sé stessa. Non inviò una scarica molto potente, giusto quanto bastava per provare ad incitarli, divertendosi a metterli alla prova. In quel momento si sarebbero perlomeno sentiti attratti dall'idea di visitare la ginestra alla ricerca di qualche ricchezza, in questo modo rifiutare sarebbe stato un pelo più arduo.
    Era proprio curiosa, si stava divertendo un mondo.
    "Dai... vi assicuro che potreste fare fortune... diventare padroni dell'essenza stessa della vita... con un po' di fortuna, o magari un aiutino"
    Con un'altra risatina stridula strinse un altro po' le loro zampe, senza tuttavia impedire che si allontanassero nel caso avessero provato a fuggire. Non aveva intenzione di spaventarli, al momento. Se avessero voluto interrompere il contatto con lei sarebbe bastato lasciare andare la zampa di cristallo, ed era quasi sicura non si sarebbe opposta alla loro decisione. Se si allontanavano prima che lei cambiasse idea non ci sarebbe stato pericolo alcuno per i loro corti peli vissuti.
    "Anche se... la Ginestra è triste, è molto triste. Non trova mai nessuno che voglia seguirla per mandare via quelle brutte cose, non è giusto"
    La sua voce si fece più rammaricata, quasi malinconica. Quei pensieri la facevano piangere, molto piangere. Gli artigli delle mani arancioni iniziarono a muoversi piano, andando a coccolare le dita delle due creature, muovendosi molto lentamente e sinuosamente.
    Se non si spaventavano neanche in quel modo beh... si meritavano anche un bel bacione.
     
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    Zenon rimase fermo immobile con la zampa appoggiata alla mano enorme di cristallo, ma era sempre pronto a scattare all'indietro con un balzo felino se qualcosa fosse andato storto.
    La Ginestra parlò e Zenon guardò nella direzione dalla quale sembrava provenire la voce dalle tonalità limpide e cristalline come il materiale che li circondava, e dal timbro marcatamente femminile. La Ginestra diede loro il benvenuto e descrisse i problemi dalle quali era afflitta, cioè i cercatori di minerali. La stessa brama che aveva spinto gli umani a trucidare il branco di Creimvell sull'Ossidiana d'Argento, in quanto anche lì volevano strappare cristalli e metalli dal ventre della terra. La voce poi chiese loro se volessero portare via qualcosa e diventare ricchi, incitandoli anche con delle scariche che fecero sobbalzare leggermente Zenon.
    "No! Non posso! Anche se mi dai il permesso, io non porto via nemmeno un cristallo da questo posto. Perchè quello che si trova qui è tuo e tuo deve rimanere. Gli umani hanno sterminato il mio branco proprio per estrarre i metalli che abbondavano nel nostro territorio. Inoltre ho imparato sul mio stesso pelo che le ricchezze portano solo al male!" rispose con voce ferma e decisa il Creimvell, sicuro delle proprie parole sincere.
    La Ginestra disse poi di essere triste, con un tono di voce che andava verso il malinconico.
    "Se ti serve un guardiano che ti protegga da quelle brutte cose allora io sarei ben contento di proteggerti. In cambio chiedo solo di poter cacciare le prede, che possono essere anche gli stessi umani cercatori di minerali!" aggiunse poi il Creimvell, guardando le mani che si mossero di nuovo in maniera lenta.
    Zenon continuava a fidarsi della Ginestra.
     
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  13. radsol
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    eeeeee diamo un po di vita a questa role forza su, mi unisco "e voi non potete fermarmi! " con prepotenza con Shin e la sua prima role.
    p.s non ho idea di come si linki la pagina andare a cercarlo

    "La ginestra d'ambra" fece Shin, guardando una nota con voce annoiata.
    Era ormai un mese che aveva approdato a kengard ed in un modo o nell'altro doveva pur guadagnarsi da vivere no?
    L'ultimo incarico che aveva accettato era appunto raggiungere questo fantomatico luogo pieno di cristalli e raccoglierne uno raro, non gli avevano dato neanche una descrizione adeguata: tutto ciò che aveva era una nota scarabocchiata, una mappa disegnata male e un sonno tremendo, di solito i lavori come questi si rivelano tremendamente noiosi e senza un briciolo di azione.
    "Che seccatura" constatò mettendo zampa su un pavimento di cristalli. Si. Era decisamente arrivato, e se fosse stata una visita di piacere forse si sarebbe anche goduto lo spettacolo di luci che stava ammirando nonostante fosse sera inoltrata.
    "Come cavolo dovrei trovare un cristallo o Gemma rara in mezzo a milioni di cristalli e gemme" fece leggermente seccato per la piega che stava prendendo la situazione.
    "Bah" sbuffò, posando la mappa e la nota nella sacca che portava sul fianco, mettendosi in cammino "tanto va me cominciare a cercare, spero di non metterci troppo."

    un Po poco lo so xP ma voglio davvero smuovere in fretta la situazione xP tu che stai leggendo, sai cosa fare!
     
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    sono affari miei!

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    Sedanka ascoltò la voce limpida e cristallina che si era manifestata da quando lui e il creimvell si erano decisi a stabilire un contatto. La Ginestra (ormai il licantropo la identificava come un vero e proprio essere vivente) disse che si era presentata purtroppo in un modo non molto simpatico, cosa che fece appena ridacchiare sotto i baffi lo sciamano. Per essere un'entità della natura aveva un certo senso dell'umorismo.
    "Niente affatto, non sono qui per portare via i minerali." rispose, dopo i tentativi da parte della Ginestra per portare via il suo prezioso tesoro, ambito oggetto di fortuna dai mercanti. Anche Zenon negò la proposta.
    Nel frattempo Sedanka non aveva mai lasciato la presa della mano. Anche se era dura al tatto (si trattava sempre di una formazione di natura minerale dopotutto) era in qualche modo rassicurante e"calorosa", niente di cui temere insomma. Approfittando di quella situazione quindi, la Ginestra strinse leggermente la presa e parlò di un suo problema. Disse di essere triste, perché non trovava nessuno che la seguisse per mandare via quelle brutte cose.
    Lo sguardo del licantropo s'intenerì. Sembrava che quelle parole fossero uscite dalla bocca di una bambina che cercava protezione. Eppure in sé per sé era forte e potente, poteva annientare nemici solamente facendo affiorare minerali appuntiti e letali. Però doveva sentirsi sola... E la solitudine non guardava in faccia a nessuno.
    "Io sono qui perché ho avuto una strana visione. Proprio qui, in questo tuo luogo. E' possibile che sia collegato a quelle "brutte cose" di cui hai parlato prima?" domandò, inarcando un sopracciglio.
    Un silenzioso spiraglio di vento scompigliò il grigio pelo di Sedanka. Il vento portò con sé un odore estraneo che il licantropo percepì con il suo fine olfatto lupino.
    Strinse la lancia con l'unica mano libera. Sentiva che qualcosa non gli piaceva affatto.

    Rieccomi tutta sfavillante! :yea:
     
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    Il drago azzurro che puzza di pesce

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    Eh... sapessi

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    Li ascoltò con vivida attenzione ed interesse, sussurrando come se i cristalli stessero sfrigolando l'uno con l'altro.
    Si chiese se avessero paura, se ne dovessero avere, se si meritassero quella fiducia.
    Probabilmente era vero, non tutte le creature venivano lì a caccia di tesori e quello che gli dissero fu piuttosto interessante.
    Rispose prima al felino e poi al lupo sciamano, entrambi comunque avrebbero sentito anche la risposta destinata all'altro.
    "Siete così gentili. Molto gentili, ma non posso accettare il vostro aiuto. Non mi servono guardiani, non mi servono scudi per quella feccia" il suo tono di voce si fece ancor più sottile e tagliente. "Mi servirebbe un aiuto però, quello si. Ci sono alcuni luoghi in questa spiaggia in cui non posso giungere. Sprazzi non miei, sprazzi di terreno non coperti dalla Ginestra. Si sta manifestando qualcosa in quei luoghi, dove il cristallo non riesce a formarsi"
    Si rivolse poi al lupo.
    "Si, probabilmente è così. Se vorrete aiutarmi..." fece, inclinando leggermente la mano di cristallo con cui stringeva quella di Sedanka, "lo scopriremo. Prima però... è qui, è arrivato. Non è un umano, ma anche lui... anche lui vuole..."
    I cristalli sembrarono creparsi attorno alle due creature, come in una manifestazione di profonda rabbia dovuta alla presenza di un nuovo intruso. La ginestra li lasciò andare, dopo aver ringhiato rabbiosamente e essersi oltremodo dimostrata ferocemente adirata.
    Prima di far tornare i cristalli arancioni nel sottosuolo indicò loro la direzione da cui stava arrivando la minaccia, voleva che nuovamente capissero che non potevano giocare con i sentimenti della Ginestra.

    Aguzze punte arancioni spuntarono attorno alla volpe che si era introdotta nella pianura cristallina, in quella notte di stelle, con balordi intenti di rubarle il tesoro. Cominciò a circondarlo senza però trafiggerlo immediatamente; avrebbe potuto far emergere da sotto le sue zampe un arsenale di lame affilate ed impalarlo lì, sul posto, ma attese qualche istante. Non lo fece né per fiducia nei suoi confronti, né per la speranza che non fosse lì per i suo cristalli. Lo sentiva, lo percepiva che era lì per privarla delle sue pietre, e lei voleva incutere in lui lo stesso timore trasmesso prima a quel maledetto umano.
    Si, voleva che gridasse spaventato, e tremasse di fronte a quella devastante potenza, assaporandola lentamente.
    Meritava
     
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