Teseo, l'eroe che amava i tradimenti

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    Il drago azzurro che puzza di pesce

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    Come molti altri eroi, Teseo vanta origini semidivine. Figlio di Etra, non ha un solo padre bensì due, Egeo e Poseidone.
    Egeo, che desiderava un figlio ma non sapeva con chi giacere "a tale scopo", si recò dall'Oracolo di Delfi che gli disse qualcosa di incomprensibile. Ancor più confuso, Egeo decise di rivolgersi al sommo re Pitteo di Trezene e costui gli presentò la figlia Etra, rispondendogli molto palesemente sul come doveva comportarsi.
    La prima notte di nozze, però, Etra decise di gironzolare lungo la costa e attraversare il mare a nuoto fino all'isola di Sferia, dove venne sedotta da Poseidone. Quale miglior cosa se non festeggiare le notte con un bel bagnetto?
    Il risultato fu quello di concepire un bimbo che presentava una mescolanza di caratteristiche mortali e divine, una figata in somma.
    Dopo che Etra fu rimasta incinta, Egeo decise di fare ritorno ad Atene e prima di partire seppellì i suoi sandali e la sua spada sotto una roccia, dicendo che il figlio una volta cresciuto avrebbe dovuto dimostrare il suo diritto al trono smuovendo la pietra e recuperando gli oggetti. Sposò quindi Medea (figlia di Eeta re della Colchide e di Idia, nonché nipote del dio Elios), rifugiata lì dopo aver ucciso per vendetta i figli avuti da Giasone, che l'aveva poi abbandonata per un'altra donna. Teseo probabilmente si ispirò al padre una volta adulto, perché anche lui si dilettò in alcuni simpatici tradimenti di questo genere.

    Teseo crebbe a Trezene con la madre, senza mai venire a conoscenza dell'identità del padre, fino ai sedici anni; era divenuto abbastanza forte da poter spostare la roccia e riprendere i sandali e la spada del padre. A quel punto Etra gli raccontò la verità e gli disse che avrebbe dovuto riportare gli oggetti da suo padre, reclamando il suo diritto reale.
    Teseo aveva due possibilità per raggiungere Atene: via mare, un tragitto rapido e sicuro, o via terra, percorso che lo avrebbe portato a costeggiare il golfo Saronico e a incrociare sei ingressi per l'aldilà, ognuno sorvegliato da un potente guardiano. Quindi quale avrà mai scelto? Ma è ovvio, la seconda!
    Il primo scontro avvenne nella città di Epidauro, dove il bandito Perifete, figlio di Efesto, soleva uccidere i viandanti con la propria possente clava di bronzo. L'arma era così potente fra le sue mani da conficcare chi ne veniva colpito nel terreno. Teseo lo uccise lanciandogli un macigno, o in alcune versioni rubandogli la clava e usandola contro di lui, poi si impossessò della sua arma che da allora portò con sé nelle sue successive peripezie.
    Giunto all'entrata dell'istmo di Corinto, Teseo si scontrò con Sini, brigante che aveva l'abitudine di catturare le proprie vittime e legarne i piedi a due pini piegati fino al suolo, per poi lasciar andare gli alberi e squartare così i malcapitati. Dopo averlo sconfitto e avergli dedicato lo stesso supplizio, Teseo ne stuprò la figlia Perigune e da questa poco lodevole copulata nacque Melanippo.
    Sempre nei pressi di Corinto, l'eroe uccise anche l'enorme Scrofa di Crommione. Secondo le diverse versioni l'animale era stato generata da una vecchia megera di nome Fea, o era lei stessa Fea, o era una dei tanti mostri generati da Tifone ed Echidna.
    Nei pressi di Megara Teseo incontrò il brigante Scirone, che obbligava i viaggiatori a inerpicarsi su uno stretto sentiero costiero per lasciarsi lavare i piedi e, mentre erano chinati, li spingeva a pedate nel sedere giù dalla scogliera perché venissero sbranati da una tartaruga mostro marino gigante brutto brutto. Inutile dire che costui fece la stessa fine che riservava alle sue vittime.
    Nella città di Eleusi, Teseo sconfisse in combattimento il re Cercione, che secondo alcune versioni sfidava i viandanti e li uccideva dopo averli sconfitti, mentre secondo altre era un re sacrificale che ogni anno doveva scontrarsi per la vita con un avversario che sarebbe diventato re se l'avesse sconfitto. Teseo uccise Cercione dopo averlo battuto ma rifiutò, ovviamente, di prenderne il posto.
    Sempre ad Eleusi, in fine, Teseo si scontrò con il bandito Procuste. Questi aveva due letti di diverse misure e ne offriva uno ai viaggiatori di passaggio, ma se questi non erano adatti alla lunghezza del letto provvedeva egli stesso a risolvere la situazione stirando loro le membra o tagliando la parte eccedente dai loro corpi. La fine che egli fece per mano di Teseo fu parecchio non-simpatica.

    Una volta arrivato ad Atene, venne ospitato da Egeo alla propria corte, ma il padre non lo riconobbe e l'eroe evitò di svelare subito la sua identità.
    Medea però comprese subito di chi si trattava e temette che Teseo potesse ascendere al trono al posto del figlio da lei avuto con Egeo, Medo. La donna gli chiese di catturare il toro di Maratona, dopo che lo scemo di Teseo si fu presentato come un grande eroe e ebbe fatto lo sborone davanti a tutti, giusto per verificare se quel che affermava era vero.
    Questo era un possente bovino che soffiava fuoco dalle narici e anche da altri posti, e con cui Pasifae, moglie del re di Creta Minosse (fratello dello stesso Egeo), aveva originato il Minotauro.
    Lungo la strada, Teseo si rifugiò durante una tempesta nella capanna dell'anziana Ecale, che giurò di fare un sacrificio a Zeus se egli fosse riuscito a catturare il toro. Purtroppo, quando l'eroe fece ritorno con l'animale la vecchia era già morta, e per questo Teseo decise di dare il suo nome a una delle zone dell'Attica per ringraziarla dell'ospitalità dedicatagli.
    Dopo che ebbe fatto ritorno ad Atene con il toro e lo ebbe sacrificato, Teseo dovette vedersela nuovamente con Medea che provò ad avvelenarlo per toglierlo di mezzo. Fu salvato all'ultimo secondo dal padre Egeo che, riconoscendolo infine grazie ai sandali che indossava e alla spada che portava con sé, gli tolse dalle mani la coppa di vino avvelenato.
    Ad Atene Teseo ne visse altre di ninja-avventure, sia in compagnia di Eracle quando questi si recò alle terre delle Amazzoni per la nona delle sue fatiche, recuperare la cintura della regina Ippolita (o Antiope, o Melanippa), di cui Teseo si invaghì. Cioè, Teseo si invaghì di Ippolita, non della cintura; da lei ebbe un figlio, Ippolito.

    Teseo, Arianna e il Minotauro



    Ad Atene, ogni cinque anni si tenevano dei giochi sportivi a cui partecipavano campioni provenienti da vari regni; tra questi spiccava Androgeo, primogenito di Minosse, che si era distinto ottenendo ottimi risultati in tutte le prove. La cosa non piacque ai Pallantidi, i nipoti di Egeo, che decisero di risolvere la faccenda nel modo che in grecia veniva considerato più easy: uccidendo il rivale.
    Non appena gli giunse la notizia, Minosse fece salpare la sua flotta alla volta di Atene, dichiarando guerra alla città per avere giustizia. Dispiaciuto di quanto era accaduto, Egeo si arrese alle sue richieste poiché non sapeva neanche chi fosse stato a compiere l'assassinio, in ogni caso Minosse ebbe la meglio.
    Egeo si offrì di pagare in cambio un tributo di vite umane: ogni sette anni, i sette giovani più coraggiosi e le sette vergini più belle di Atene sarebbero stati inviati a Creta come sacrificio al Minotauro, l'essere mezzo uomo e mezzo toro nato dal rapporto zozzo e zoofilo tra sua moglie Pasifae e il toro di Creta.

    Si racconta che mentre Europa (figlia di Fenice e Telefassa) era intenta a giocare con le proprie ancelle, vide un giovane torello candido e stupendo, che altri non era che il padre sommo assoluto Zeus.
    Questo, dopo averla fatta montare sulla sua groppa, la portò a Creta dove si unì (con dinamiche poco chiare) a lei e, da questa unione, nacquero Minosse, Radamanto e Sarpedone.
    Quando Zeus lasciò Europa (con meccaniche altrettanto dubbie), quest'ultima sposò Asterione, re di Creta. Dato che le loro gingillate a letto si rivelarono sterili, Asterione adottò i tre figli di Europa e li nominò suoi eredi legittimi. Così, perché gli andava.
    Alla morte di Asterione, Minosse rivendicò per se il trono di Creta, dichiarando che quello era il volere degli dei. Per essere certo di riuscire nell'impresa, pregò Poseidone di far uscire qualcosa dalle acque del mare con la promessa di offrirlo poi al dio del mare stesso in sacrificio.
    Poseidone accolse le preghiere di Minosse e fece emergere dalle onde un magnifico toro bianco, che valse a Minosse il regno di Creta. L'animale però era troppo magnifico perché potesse ucciderlo, dunque il neo-sovrano sacrificò un altro toro che non ci somigliava manco lontanamente. Del tipo un toro brutto come la fame pre-sushi, che Poseidone considerava uno dei suoi piatti preferiti (citazione senza fonti).
    Il dio-assoluto-del-mare, offeso per l'affronto subito, si vendicò all'istante. fece nascere in Pasifae, moglie di Minosse, una passione morbosa per il toro bianco tanto che, non sapendo come fare per accoppiarsi con lui, confidò la sua folle ed insana passione a Dedalo, il più famoso architetto ateniese in esilio a Creta. Egli costruì una vacca di legno montata su quattro ruote, dove la donna poteva introdursi per poter soddisfare il suo desiderio con il povero toro.
    A quanto pare però l'animale accettò senza ribattere, perché dalla loro unione nacque il Minotauro: una creatura dal corpo di uomo e la testa di toro, che si nutriva solo di carne umana e che pareva essere tanto potente e aggressivo che chiunque si rifiutava di provare ad ucciderlo.
    Minosse diede quindi l'incarico a Dedalo di costruire un labirinto super intricato dal quale nessuno sarebbe potuto uscire, così da rinchiudervelo per sempre (anche qui le dinamiche di come abbiano fatto a portarcelo dentro sono parecchio dubbie ma va beh).

    Nel labirinto non ci si perde

    Nel labirinto ci si trova

    Nel labirinto non si incontra il Minotauro

    Nel labirinto si incontra se stessi

    (H. Keren)

    Il toro appunto veniva nutrito anche grazie alle vittime sacrificali che Egeo dovette inviare a Minosse come pegno per quanto accaduto a suo figlio.
    Alla terza di queste spedizioni, Teseo si offrì volontario per unirsi ai giovani ateniesi che dovevano essere sacrificati in modo da poter uccidere il mostro. Si aggregò dunque in incognito alle vittime e prese il mare su una nave dalle vele nere, promettendo al padre Egeo che, se fosse riuscito nell'impresa, al ritorno avrebbe issato vele bianche per annunciare il suo successo ancor prima di toccare le sponde.

    In realtà egli era partito armato solo di coraggio e poco altro, giacché le armi gli erano state tolte come a tutti gli altri giovani inviati a Creta. Molto probabilmente sarebbe stato un casino riuscire nell'impresa se non fosse stato aiutato da Arianna, altra figlia di Minosse, che si innamorò dell'eroe a prima vista e si offrì di dargli una zampa nella sua missione suicida a condizione che la portasse via con sé una volta risolto il piccolo disguido.
    Gli consegnò dunque una spada avvelenata e un gomitolo di filo da srotolare mentre procedeva, così che al ritorno avrebbe potuto ritrovare il percorso senza difficoltà, dandogli anche dei consigli estorti proprio allo stesso Dedalo sul come arrivare rapidamente nel punto in cui viveva il Minotauro.
    In realtà i consigli del costruttore non erano così affidabili, considerando che nemmeno lui era mai riuscito a venir fuori dal labirinto senza barare, ovvero creandosi delle ali di cera per fuggire via cielo (non commento più le dinamiche-meccaniche).
    Dopo un'aspra battaglia, Teseo decapitò la creatura e ne lasciò la carcassa a marcire nel labirinto. Immagina la puzza...
    Al ritorno dal labirinto, possibile solo grazie al filo di Arianna, scappò verso l'isola di Nasso e portò via con sé la ragazza come promesso, e con loro partì anche sua sorella minore Fedra.
    A questo punto scaricò Arianna sull'isola, perché se non onorava gli atti del padre non era felice, e si sposò tranquillamente sua sorella.
    Arianna, triste e consolata, pianse per ore quando si svegliò una mattina e capì di esser stata abbandonata. Trovò piacevole conforto in Dionisio, che seppe senz'altro come consolarla.

    Per Teseo il ritorno ad Atene non avvenne proprio come previsto; non si sa se per dimenticanza, per una maledizione della povera Arianna o perché Teseo s'era stancato del padre e gli stava sui fondelli e voleva prendere il suo posto, la nave giunse in porto a vele nere spiegate.
    Egeo, che aveva atteso le vele bianche per giorni, si suicidò seduta stante convinto che la missione fosse fallita. Teseo fu subito incoronato re, riunendo ad Atene tutti i cittadini che fino a quel momento erano rimasti sparsi per le campagne.
    Una volta salito al trono rinnegò all'istante la moglie Ippolita,preferendo la assai più figa Fedra.
    L'amazzone tornò alle proprie terre solo per ripresentarsi il giorno del matrimonio in compagnia di un esercito di guerriere, proclamando che chiunque avesse partecipato ai festeggiamenti sarebbe morto. Purtroppo però le andò male, poiché nello scontro fu lei ad essere sconfitta e Teseo festeggiò cominciando a figliare a ruota; ebbe da Fedra due figli, Demofonte e Acamante.
    Tuttavia, Fedra si innamorò pochi mesi dopo di Ippolito, che la respinse in tutta scioltezza. Non lo fece perché Fedra era stata indirettamente la causa della morte di Ippolita, sua madre, ma per mantenere un voto di castità fatto ad Artemide. Sembra infatti che fu Afrodite a far innamorare di lui la donna per punirlo di aver preferito il culto di Artemide al proprio
    Infuriata, Fedra si recò da Teseo affermando che Ippolito l'aveva violentata spudoratamente, implementando anche dettagli poco carini.
    Teseo ovviamente risolse tutto uccidendo Ippolito, nonché suo figlio, e Fedra per il rimorso decise di togliersi la vita a sua volta. Morale della favola: Teseo sei un coglione.

    Il principe dei Lapiti, Piritoo, figlio di Zeus, aveva sentito del coraggio e delle gesta di Teseo che, anche dopo le sue avventure amorose finite male, non si era dato pervinto e aveva cominciato a sgomenare i cattivi a destra e a manca.
    Piritoo volle metterlo alla prova rubando le sue mandrie di bestiame, per sfidare un grande, e quando Teseo lo inseguì per fargliela pagare, tra i due cominciò un grande duello. Restarono così impressionati l'uno dall'altro da interrompere lo scontro e stringersi la mano in segno d'amicizia, amicizia che sarebbe durata negli anni. Non è ben precisato, ma pare che talvolta la cosa passò un po' oltre l'amicizia, oibò.
    Teseo fu anche invitato al matrimonio di Piritoo con Ippodamia, al quale parteciparono anche i centauri. Come era tradizione al matrimonio di una qualunque donna di nome Ippodamia, questi si ubriacarono e tentarono di rapire la sposa, ma i Lapiti e Teseo li sconfissero per rispedirli nelle loro terre. In questa occasione, Teseo sconfisse Eurito, "il più feroce di tutti i feroci centauri".
    In seguito, i due amici decisero che avendo entrambi discendenze divine avrebbero dovuto sposare delle figlie di Zeus. Teseo scelse Elena di Troia, che i due rapirono molto pacatamente, e Piritoo scelse Persefone, sposa di Ade.
    Ade, quando i due scesero per rapire Persefone, li invitò come un buon amico e li fece sedere a sorseggiare un goccio in compagnia. La comoda poltrona su cui li fece accomodare, però, era chiamata "sedia dell'oblio"; nel momento in cui qualcuno vi si fosse seduto, la sedia sarebbe diventata carne della carne della malcapitata vittima, impedendogli quindi di alzarsi.
    Circondati da demoni infernali e dalle Erinni, i due dovettero subire supplizi indicibili, tra illusioni devastanti e tormenti fisici d'ogni genere.
    Teseo verrà salvato da Eracle, sceso negli inferi per catturare cerbero durante la sua dodicesima fatica, ma Piritoo non resse i tormenti e divenne pasto per il cane infernale molto tempo prima.
    Tornato dal mondo dei morti, Teseo scoprì poi che i Dioscuri (Castore e Polluce) avevano liberato la sorella Elena, portandola a Sparta, contribuendo anche all'ascesa al trono del nuovo Re Menesteo. Il tempo di Teseo era ormai finito.
    Si imbarcò quindi per l'isola di Sciro, sperando di trovare lì asilo per trascorrere la vecchiaia tranquillamente. Il re dell'isola, Licomede, finse di accoglierlo cordialmente e, col pretesto di condurlo in un luogo stupendo, lo portò su monte da cui si aveva una splendida veduta del tramonto.
    Quelloperò fu anche il tramonto di Teseo, che il re spinse in un burrone, con tanto di ghigno malefico, poiché d'accordo con Menesteo che si era stufato della sua esistenza.
    Seppellito a Sciro, Teseo fu dimenticato dal suo popolo. Col passare dei secoli, quando i Persiani invasero la Grecia e furono sconfitti a Maratona, molti soldati ateniesi affermarono di aver riconosciuto Teseo nella mischia che
    combatteva al loro fianco. Fu interrogato l'oracolo di Delfi, e la Pizia rispose che gli Ateniesi dovevano portare i resti di Teseo ad Atene e onorarlo
    con una degna sepoltura.
    Ritrovare le ossa dell'eroe su un'isola selvaggia non era cosa facile; durante una delle tante ricerche del corpo, però, fu individuata in cielo un'aquila che si scagliava verso un tumulo per poi, una volta a terra, cominciare a colpirlo con il becco nel tentativo di aprirlo.
    Venne rinvenuto qui lo scheletro di un uomo con al fianco una spada di bronzo, che venne portato ad Atene e sepolto in una tomba sulla quale venne innalzato un tempio, chiamato appunto Teseo.

    Edited by Aesingr - 7/10/2017, 01:19
     
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    Ma te sei pazzo a scrivere tutte le peripezie di Teseo in un sol colpo. Ti manca solo accennare che forse ha pure partecipato alla spedizione della nave Argo e hai riassunto tutta la mitologia greca in un solo articolo XD

    CITAZIONE
    La prima notte di nozze, però, Etra decise di gironzolare lungo la costa e attraversare il mare a nuoto fino all'isola di Sferia, dove venne sedotta da Poseidone. Quale miglior cosa se non festeggiare le notte con un bel bagnetto?
    Il risultato fu quello di concepire un bimbo che presentava una mescolanza di caratteristiche mortali e divine, una figata in somma.

    Nozze? Insomma?

    A parte questo, la prima moglie di Teseo (la madre di Ippolito) non si chiamava Antiope? Mi fai cascare ogni certezza, sennò
     
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    Il drago azzurro che puzza di pesce

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    ... ehm, per gli argonauti è un forse continuo, anche il cinghiale caledognoso in realtà sembra sia stato ucciso da lui ma contrasta con altre fonti. Quella sugli argonauti è talmente forse che non ho capito perché uno debba impegnarsi a scriverlo sempre xDD
    Ippolita o Antiope... ovunque cercherai, sarà un dilemma: libri antichi, libri moderni, libro d'antologia di mio fratello e libro nero di Chuck... dicsempre "Ippolita o Antiope". Alias: manco Teseo sapeva come si chiamasse xD comunque poi aggiungo va
     
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2 replies since 5/10/2017, 20:34   479 views
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