In ricordo di Xarzith

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    Zarthial, Felthsar, Kesya, Vinult e Dabratsch arrivano da:
    https://kengard.forumfree.it/?t=73321173
    Role breve tra me ed Aesingr con il suo Fergleccetera per la commemorazione del drago di ghiaccio caduto in battaglia



    Zarthial, Felthsar, Kesya, Vinult e Dabratsch giunsero a Knawr in un pomeriggio di sole. Erano passati cinque giorni da quando avevano portato a termine la loro missione sull'Ossidiana d'Argento.
    Il gruppo di amici, dopo aver "salutato" il trio composto da Liya, David ed Alexander era riuscito a spostarsi presso una grotta vicina, dove i feriti potevano riposarsi e riprendere le forze. L'ingresso della caverna era stato ben camuffato con rocce e sterpaglie in modo da sviare i loro nuovi nemici e quel stratagemma sembrò funzionare. Non si vide nessuno dei tre nei paraggi in certa di loro, forse per regolare i conti. La prima battuta di caccia da parte di Kesya era andata bene e grazie a quella vittoria, fu la prima a riprendere le forze. Gli altri membri del gruppo, dopo un lungo e meritato riposo naturale e senza attacchi, riuscirono a prendere anche delle prede molto grosse e a mangiare a sazietà.
    Quando furono pronti, decisero assieme di dirigersi a Knawr dall'anziano elfo, per spiegare come erano andati i fatti e soprattutto per commemorare il luogo dove era caduto Xarzith, il fratello gemello di Vinult. Tra tutti, era proprio il drago di ghiaccio a volerlo, era come se volesse salutare il suo fratello gemello, drago che comunque gli era apparso in sogno durante la prima notte dopo la battaglia contro la viverna. Tutti scartarono subito l'idea di seguire gli altri per vedere se avessero trovato l'uovo della viverna ma nessuno era interessato a quell'uovo, e soprattutto sarebbe stata una mossa molto pericolosa.
    Il gruppo entrò nella cittadina dalla porta principale, con l'elfo dalle vesti bianche in testa, seguito dai due Maleyes in forma lupina e poi dai due draghi di elemento opposto.
    "Su questo cielo ci siamo scontrati da nemici, ora entriamo trionfalmente da amici" disse il drago verde al drago azzurro che annuì.
    "Quanto sono stato sciocco a mettermi con Xarzith contro di te....e quanto vorrei voluto che ci fosse anche lui con noi ora..." rispose Vinult, con il muso un po' triste.
    "Lui ci sarà sempre ed è fiero di te. Oggi andiamo apposta per ricordarlo....e che fatti diversi non si ripetano più" o consolò il drago di fuoco, sfiorando una sua spalla con una zampa.
    La grande quercia di Knawr si stagliava vivida nei cielo pomeridiano mano a mano che il gruppo si avvicinava. A quell'ora, la cittadina era un via vai di varie creature ed umani che salutarono amichevolmente il gruppo di amici, solo alcune guardie guardarono con sospetto i due grossi draghi e i due lupi bianchi.
    Una volta giunti alla base del grande albero, dove si trovava la biblioteca di Ferglarendir, le creature ferali si sedettero all'ombra delle sue enormi fronde per riposarsi mentre l'elfo bianco bussò sulla porta ed entrò nella biblioteca. Conosceva molto bene l'anziano bibliotecario, durante il suo periodo di studio nell'apprendimento della magia bianca, si era rivolto molte volte ai suoi consigli e soprattutto ai suoi libri. Ora Dabratsch tornava dal suo vecchio amico e maestro dopo diversi mesi, il periodo che era trascorso in prigionia.
    "Ferglarendir? Sono io, Dabratsch!" chiamò l'anziano elfo.
     
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    Ok, ho deciso di rispondere subito, anche se avevo detto ad Hawke (che si aggiungerà domani o comunque prossimamente) che avrei risposto dopo di lei ^_^ Zell preparati, credo di avere una brutta sorpresa per te tra qualche post... dovendo riposarsi i tuoi pg hanno perso (se ho ben capito) qualche giorno. Posso sapere quanti? Perché... *si sfrega le zampe* preparati, non ti libererai facilmente di me dopo che il tuo Vinult ha fatto il birbante!


    Se ne stava appollaiato su uno dei rami dell'enorme albero, da cui osservava in basso; non i passanti, non la città, semplicemente il libro che teneva sulle ginocchia. Di tanto in tanto volgeva lo sguardo all'orizzonte, ma erano diversi minuti che non distoglieva l'attenzione dalle righe.
    Non voleva dare l'impressione di spiare qualcuno, per questo si rintanava all'interno della chioma, dove i rami occludevano la visuale sia dall'interno che dall'esterno.
    Due uccellini dal piumaggio grigio e rosso stavano a qualche centimetro sopra la sua testa, comunicando in tutta tranquillità non facendo troppo caso a lui. La sua postura era statuaria, stoica ed immutabile, solo le dita sfogliavano le pagine quando i suoi occhi giungevano al termine di una di esse.
    Nell'udire qualcuno pronunciare il suo nome però si mosse all'istante, dissolvendosi in una nube di luce azzurra.
    Si materializzò all'interno della biblioteca, in una stanza in cui non poteva essere visto, da cui uscì tutto baldanzoso e fiero per accogliere il nuovo venuto. Odiava dare spettacolo e mostrare le sue abilità magiche, quindi preferiva passare dalla porta principale per interagire con gli altri. Inoltre buttarsi giù da quell'altezza non era più salutare per le sue gambe, quando poteva faceva ricorso a quel pizzico di magia che gli serviva anche per tenere in allenamento lo spirito.
    "Incredibile, Dabratsch!" commentò, con una sincera vena allegra sul viso. "Da quanto tempo non venivi a farmi visita. Entrate..."
    Mentre li invitava ad avvicinarsi per sedersi in tutta comodità, riconobbe anche tutti gli astanti e dedicò loro ampi sorrisi.
    "Oh, Zarthial, Kesya e Felthsar. Sono felice che siate tornati per raccontarmi i vostri trascorsi. E benvenuto anche a te, drago del ghiaccio" concluse, accennando un inchino.
    Non poteva esserne sicuro, ma quello era molto probabilmente uno dei draghi che avevano affrontato giorni prima. Era una vera emozione trovarlo al fianco di alleati puri e convinti come il drago del fuoco e i suoi due compagni. Avrebbe avuto piacere di incontrare ancora anche la dragonessa oscura, ma probabilmente non era a sua volta interessata a conversare di nuovo con lui. Che poteva desiderare una creatura come quella da un vecchio bibliotecario rimbambito e con soltanto qualche storiella da narrare?
     
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    Aidal arriva da "Fauci e Acciaio"
    anche se è ancora in corso XD


    Dopo l’incontro con il dracolich nella Palude di Andorix, Aidal aveva deciso di tornare nel luogo dove erano sorti tutti i problemi: Knawr.
    Perché aveva deciso di fare questa scelta piuttosto azzardata, almeno per come la vedeva lei? Perché l’unico posto che conosceva e che forse poteva dare risposte ai suoi dubbi era proprio la biblioteca di Knawr. Erano successe troppe, troppe cose dopo la lotta aerea su quella cittadina e lei pretendeva di sapere il perché. Anzi, i perché. Ad esempio: chi era quel Shalksyaran? Perché li aveva presi di mira? E perché lui, dopo un’inaspettata sparizione, lei e il gruppo in cui faceva parte si erano trovati a combattere contro un gigante e un esercito di morti viventi? Troppe cose non quadravano e i tasselli non tornavano come lei desiderava. Quindi dopo aver passato dei giorni quasi insonni (perché si stava facendo innumerevoli pensieri sui fatti vissuti) in una tana provvisoria nel cuore di Andorix, decise di partire di giorno. Era stata costretta a sovvertire le sue abitudini notturne: se fosse arrivata a Knawr di notte avrebbe sicuramente trovato la biblioteca chiusa.

    In circa due ore di volo, dopo aver banchettato con delle pecore gentilmente prese in prestito da un gregge (dopotutto andava di corsa, non poteva perdere tempo a cacciare dentro i boschi), già a orizzonte scorse i tetti della cittadina. Quel panorama le ricordò la prima volta che arrivò a Kengard, con la speranza di iniziare una nuova vita. Eh, le sarebbe piaciuto: a quanto pareva il Destino voleva fare di Aidal una dragonessa spietata e sanguinaria. Voleva proprio sfidarla, quindi.
    Abbassò di quota mano a mano che l’agglomerato urbano si faceva sempre più vicino. Al contempo, con gli occhi, cercava il grande albero, punto di riferimento per capire dove era la biblioteca, dato che stava proprio lì sotto. Dopo qualche secondo finalmente lo individuò, quindi accelerò l’andatura di volo e planò ancora più in basso.
    Quello che scorse, sotto i rami dell’albero, sembrò non attirarle l’attenzione in un primo momento ma rimase di sasso quando i contorni della pianta divennero più nitidi mano a mano che la dragonessa si avvicinava. Non se lo sarebbe mai aspettato, soprattutto la presenza di quel drago (che credeva fosse scappato per paura di non scendere a patti con la morte) la lasciò interdetta.
    Invece di passare dall’entrata principale di Knawr, Aidal discese a dritto sulla piazza dove stava l’albero e il gruppetto. Quest’ultimo avrebbe notato un’ombra incombente proiettata sopra le loro teste, la quale si faceva sempre più grande, dovuta alla dragonessa che atterrava. Le guardie si allarmarono alquanto.
    Una volta messe le zampe sul suolo, ella richiuse le ali ai propri fianchi e iniziò a scrutare il gruppetto, grattandosi il mento con gli artigli. Certo, la presenza di Zarthial la sorpese abbastanza: non avrebbe mai pensato di incontrarlo nuovamente… Kengard era piuttosto grande, dopotutto. Ma la cosa che le lasciò una strana sensazione come l’amaro in bocca era proprio quel drago di ghiaccio contro cui aveva combattuto in quei cieli.
    “Chi l’avrebbe mai detto…” mormorò. Un ghigno increspò il suo muso aguzzo e mezzo incrostato dal sangue della precedente cacciata.
    “Credevo di bruciarti in una pira funeraria come quell’altro ma mi eri proprio scappato da sotto le zampe. Pazienza.” Aidal fece spallucce, voltandosi di lato. Una guardia le stava appresso con sguardo spaurito. Che diamine voleva?
    “Ma tu sei quel drag…”
    Lei la fulminò con lo sguardo, arricciando un labbro.
    “Non una parola di più o sarai il mio prossimo pasto. Sono qui solo per dei libri e basta.”

    Inviato dal mio LG tramite ForumFree App

     
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    Ho scritto chiaro e tondo che i sono voluti 5 giorni!!! XD *gli sventola un esa meno uno sul muso* XD e.....nu nu nu Vinult, nun ha fattu nulla....


    Dabratsch abbracciò Ferglarendir con tanta forza che si dimenticò dell'età avanzata del suo simile e dal fatto che non era più molto abituato a quel genere di gesti.
    "Per tutto questo tempo ero stato imprigionato in un fetido buco sotterraneo ma grazie a queste possenti creature ora sono libero" disse l'elfo bianco facendo un cenno alle creature ferali dietro di se, che l'anziano elfo bibliotecario salutò con un inchino.
    "Salute a te, Ferglarendir!" lo salutò Zarthial con un rispettoso cenno del muso.
    Felthsar, come tutti i lupi, avrebbe volentieri assaltato l'anziano elfo per fargli le feste ma sapeva che avrebbe potuto ribaltarlo e vista l'età non era poi così tanto agile. Così si limitò a strusciarsi contro le sue eleganti vesti e a leccargli leggermente la mano destra.
    "Ce l'abbiamo fatta.....è stata dura ma ce l'abbiamo fatta anche grazie a te ed alla tua saggezza, Ferglarendir!" fu la frase del Maleyes
    "Abbiamo tante cose da raccontarti, saggio elfo...sono successe tante cose...abbiamo purtroppo anche dei nuovi nemici...specialmente una dragonessa delle tempeste che è stata nostra alleata ma che ora preferisco non avere più a che fare con lei...."
    disse Kesya che mantenne un atteggiamento più composto rispetto al fratello.
    Vinult si avvicinò di qualche passo a Ferglarendir e lo studiò con i suoi occhi azzurro cielo.
    "Quel giorno ho messo a rischio la vostra cittadina e la tua biblioteca...mi dispiace...ma ora sono stato liberato. Lieto di fare la tua conoscenza, io mi chiamo Vinult e sono il fratello gemello del drago caudto qui...sono anche venuto per vedere il luogo dove è stata onorata la sua morte" disse il drago di ghiaccio.
    Il gruppo stava per entrare nella grande biblioteca e mettersi comodi sull'invito dell'anziano elfo ma un movimento improvviso alle loro spalle fece voltare tutti. Direttamente dal cielo, e senza entrare per la porta, era atterrata una grossa dragonessa nera che Zarthial riconobbe subito, era Aidal, la dragonessa oscura con cui aveva combattuto per sconfiggere i due draghi di ghiaccio, uno dei quali si trovava proprio lì, assieme al drago verde di fuoco.
    Forse perchè era ancora fresco delle offese ricevute da Liya all'indirizzo del suo nuovo amico o forse perchè era diventato protettivo nei confronti di Vinult, la frase della dragonessa nera fece storcere il muso a Zarthial.
    "Aidal! Vinult è dalla nostra parte ora...ho combattuto valorosamente assieme ai miei amici per liberarlo...quindi porta rispetto per lui e per suo fratello caduto che non ha meritato la morte. Sono entrambi dei valorosi guerrieri!" disse il drago smeraldo allargando le ali e facendo da scudo al drago di ghiaccio, che lanciò un gelido sguardo distante alla dragonessa nera, quando questa si voltò verso una delle guardie cittadine.
    I due Maleyes si scambiarono un'occhiata complice e fugace. Quella era la dragonessa che aveva aiutato Zarthial nella battaglia avvenuta nel cielo sopra la cittadina e a Felthsar gli si rizzò il pelo, pensando che avrebbe perso anche Vinult, se quella dragonessa nera avesse avuto più fortuna. Il fatto che Zarthial già la conoscesse era comunque una buona cosa, di sicuro le avrebbe impedito di fare qualsiasi dispetto a Vinult, come già le fece notare.
    "Dobbiamo temere quella lì? E' pericolosa?" chiese il lupo bianco a Ferglarendir, tenendo lo sguardo fisso su Aidal.
    Dabratsch, dopo lo stretto abbraccio, si era portato sulla soglia della porta della biblioteca e guardava lo svolgersi degli avvenimenti.

    Nu Nu nu...Aidal non tocca Vinult u.u u.u'''''''
     
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    Scusate, non mi ero accorto ritoccasse a me, giuro... sorry davvetttro.
    Ho amato Aidal in questo post :D

    Fergleccetera (Zell era troppo che non lo scrivevo xD) si passò una mano sulla fronte, per poi dedicare uno sguardo amichevole e comprensivo ai maleyes e al drago di smeraldo, che avevano fatto fronte a incredibili pericoli senza dubbio, e ne erano usciti vittoriosi e insieme.
    Questo lo rendeva felice, l'amicizia tra le creature, soprattutto se di diverse specie, era il fattore più importante.
    Ascoltò con attenzione le loro parole, anche se il racconto era solo iniziato.
    "Dragonessa delle tempeste? State parlando della dragonessa dalle squame blu che ha quasi distrutto la città qualche tempo fa? Venite dentro, potrete dirmi tutto quello che volete, sarò infinitamente lieto di ascoltarvi. Che ne dite di un bel barile di vino nel frattempo? Oppure un po' d'idromele. Ne ho una grande scorta, ho fatto rifornimento"
    Dal cielo però un'altra creatura giunse, una creatura di cui poco prima aveva pensato di non aspettarsi il ritorno. E invece eccola lì, Aidal nera ombra (uh suona bene dai ^_^).
    Subito sorse dell'intrinseco naturale astio tra quelli che un tempo erano stati avversari, ma dato che in fondo era stato Vinult ad attaccare ed Aidal era solo intervenuto per fermarlo non doveva nascere odio fra di loro, non avevano motivo di combattersi ancora.
    "No, niente battaglie. Né oggi, né domani. Se il vostro desiderio di vendetta reciproca vuole spingervi a gesti inutili fatelo lontano da qui" asserì l'elfo, con un tono di voce tranquillo ma austero.
    Li invitò tutti ad entrare con un gesto della mano, scoccando un'occhiata ad Aidal mentre si voltava.
    "Benvenuta anche a te, credo che tutti saremmo più tranquilli davanti ad un bel bicchiere, sono giorni che non bevo qualcosa! Cosa c'è di meglio che bere in compagnia di draghi e lupi?"
    Detto questo diede loro le spalle e aprì una porta interna alla biblioteca, che mostrava un ampio vano sofficemente illuminato da alcuni fuochi arancioni e azzurri, che conferivano al luogo una pace innaturale. Le pareti ovviamente erano di legno, con raffigurate varie figure di scudi, creature dormienti di ogni genere e stormi di volatili che si libravano in cieli candidi, alcuni incisi altri direttamente dipinti con varie tecniche di chiaro scuro e prospettive.
    In un angolo erano perfettamente riposti barili di ogni forma e dimensione, tutti ben chiusi e conservati, contenenti chi sa quali bevande d'ambrosia soave. Al centro della stanza si trovava un grosso tavolo con alcune sedie, poggiato su un suolo d'erba completamente naturale, come se non vi fosse una pavimentazione. Eppure risultava incredibilmente caldo e morbido, così confortevole che, per quanto reale, sembrava realizzato con qualche artificio. Eppure emanava così tanta naturalezza che era difficile attribuire il concetto di magia a quell'antro limpido e spazioso.
    "Se il tavolo vi ingombra potete tranquillamente spostarlo" disse, rivolto in particolar modo a Zhartial.
    Non che gli altri non ci sarebbero riusciti a spostarlo semplicemente starnutendo, ma gli venne spontaneo proporlo a lui.
    "Ditemi dunque” commentò, mentre si dirigeva verso i barili. “Cosa preferite?”
     
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    La guardia, intimorita dalla presenza dell'oscura creatura, fece dei passi indietro tutta tremante, lasciando lo spazio necessario per far muovere Aidal. Con la sua presenza sembrava che il centro di Knawr, dapprima allegro e cinguettante, fosse sprofondato in un silenzio di timoroso rispetto. Gli uccellini sulla querce, infatti, non proferirono nota ma restarono lì immobili e soprattutto muti.
    "Ah, è così quindi..." disse la dragonessa divertita, dopo aver assistito alla "sfuriata" di Zarthial. Quest'ultimo era diventato amico di quel drago di ghiaccio, a quanto pareva. Lo stava proteggendo con il proprio corpo e lo sguardo truce, minaccioso.
    "Capisco."
    La dragonessa abbozzò un sorriso tutt'altro che benevolo. Sembrava più un ghigno freddo e terrificante.
    "Rilassati, non sono così stupida da ingaggiare un'altra battaglia. Ma ricordati: se fosse finito sotto le mie zampe, a quest'ora non sarebbe lì con te." Detto ciò voltò loro le spalle pronta per far ingresso nella biblioteca, abbastanza grande per accogliere creature di tutte le dimensioni. Udì altre parole sommesse, non appartenenti a due draghi ma bensì ai due strani lupi sconosciuti che facevano parte della combriccola del drago verde. Anche se la frase era rivolta al vecchio Ferglarendir, apparso già da abbondanti minuti, Aidal si sentì chiamata in causa.
    "Fate bene a temermi. Finché nessuno oserà rompere la mia quiete, nessuno correrà il rischio di andare incontro ad una fine funesta." Annuì alle parole del saggio elfo e seguì il suo relativo invito tra i meandri della struttura, giungendo in una stanza particolare. Al centro difatti giaceva un grosso tavolo con alcune sedie, tutto posto su un suolo d'erba soffice e piacevole al tatto. Proprio quel dettaglio lasciò incuriosita la dragonessa: come poteva crescere dell'erba dentro ad una struttura artificiale? La risposta era semplicemente opera della magia.
    Ferglarendir disse a Zarthial di scansare il tavolo semmai fosse stato d'ingombro, in realtà lo era più per Aidal la quale dovette appartarsi in un angolo, seduta sulle zampe posteriori e con il collo ricurvo. Tavolo o meno, avrebbe comunque scelto di proposito una zona riservata tutta per sé.
    "Ho già mangiato prima di venire qui, perciò non gradisco niente." disse Aidal in risposta alla domanda dell'elfo. Il muso della dragonessa infatti era ancora incrostato di sangue della vittima che aveva mangiato. Non aveva avuto tempo di trovare un corso d'acqua per lavarsi.
     
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    Il numeroso gruppetto composto da tre draghi, due lupi e due elfi entrò nella biblioteca. Da fuori sembrava quasi impossibile che la biblioteca dell'anziano elfo potesse contenere tutti assieme quelle creature.
    Prima di entrare, le tre creature del ghiaccio guardarono nuovamente la dragonessa nera vicino a loro che, su gentile invito dell'elfo Ferglarendir, sottolineò il fatto che non avrebbe ingaggiato battaglia con nessuno, a patto che non le rompessero le scatole.
    "Non ne abbiamo nessun motivo di farlo" le rispose Kesya, seguendo il fratello.
    Non appena entrarono dentro la rustica biblioteca-cantina, i due draghi e i due Maleyes guardarono lo strano tappeto di erba sotto le loro zampe, così morbido ed accogliente per le loro zampe stanche. Per quanto fosse perfettamente uguale all'erba naturale che si trovava al di fuori della biblioteca, era chiaro a tutti che era frutto della magia dell'anziano elfo, come se volesse portare un po' di natura dentro l'edificio che comunque era in perfetta sintonia con il grande albero che svettava su Knawr.
    Tutti presero posto attorno al tavolo di legno che non infastidì nessuno dei draghi. La dragonessa nera scelse un posto appartato e quello che le stava più vicino era Dabratsch, l'elfo-sacerdote dalle vesti bianche che la stava ammirando con curiosità e rispetto. E per nulla intimorito dalla sua presenza e dal fatto che avesse il muso sporco di sangue. Gli altri invece presero posto dall'altra parte del tavolo, con i due draghi seduti come Aidal e i due Maleyes comodamente distesi sul soffice tappeto verde.
    L'anziano elfo bibliotecario, ora in veste di cantiniere, chiese a tutti cosa volessero da bere e Aidal declinò l'offerta.
    "Per me e Vinult un buon barile di vino ci farebbe piacere per festeggiare la riuscita della nostra missione e non serve che ti scomodi a spostare il tavolo, ci stiamo comodamente tutti quanti qui dentro" disse Zarthial con il suo tono di voce tornato allegro per dissipare l'atmosfera tesa che si era creata quando era giunta Aidal.
    "Grazie infinite per la calorosa ospitalità, Ferglarendir!" aggiunse Vinult. Non avrebbe mai creduto di essere così ben voluto, dopo che aveva rischiato di distruggere la biblioteca durante la battaglia.
    "Per me e Kesya della semplice acqua, per favore." fu la sobria richiesta di Felthsar.
    Dabratsch, intanto, prese posto su una delle sedie che circondavano il maestoso tavolo di legno.
    "Ferglarendir, hai ancora quell'idromele buonissimo che ci offrivi dopo le tue lezioni di botanica?" chiese infine l'elfo dalle vesti bianche.
    Tutti attesero che l'anziano elfo portasse loro le buone bevande, per poi iniziare a discutere. Erano troppo curiosi di sapere come faceva Ferglarendir a conoscere Liya.
     
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    "L'idromele? Certo! Quello non manca mai. E Vinult, è un piacere per me averti qui come alleato oggi"
    Quelle presenze, tutte insieme nello stesso momento, gli impedivano di pensare troppo e di farsi problemi inutili su questo e su quest'altro.
    Avvicinandosi ad uno dei barili nell'angolo, con pochi semplici gesti ne aprì il coperchio e lo trascinò verso Zharthial e il suo nuovo compagno, mostrando loro il più buon vino dell'ultimo secolo e lasciando che le loro narici si inebriassero.
    "Sono certo sarà di vostro gradimento"
    Detto ciò ne prese un altro, un po' più grande ma di forma simile e sempre di legno, da cui però proveniva semplicemente un po' di fresco odore di limpidezza. Lo portò di fronte ai due lupi e lo aprì, voltandosi in fine verso la porta d'ingresso e uscendo per tornare con una bottiglia carica di liquore giallo fiammante e due bicchieri.
    "Spero tu non abbia smesso di studiare, Dabratsch. Questo ci riporterà a quei giorni"
    Stappò la bottiglia e ne versò un po' in un bicchierino, porgendolo al giovane elfo, tenendo per sé l'altro.
    Non propose un brindisi semplicemente per ché non voleva rischiare che Zarthial e Vinult facessero lo stesso con i barili, se cadeva per terra sarebbe stato un bordello.
    Altro che magia sarebbe servita per pulire quella disgrazia!
    "Ditemi dunque" riprese, siedendosi e avvicinando l'idromele alle labbra. "Cos'è accaduto? Mi sembra di capire che sia andato tutto a buon fine. Questo è splendido"
    Si rivolse poi alla dragonessa. "Mi sembra chiaro tu non ti trovassi con loro, Aidal. Dunque sono curioso di sapere cosa ti ha spinto nuovamente qui, in tutta sincerità non me l'aspettavo"
    Abbozzando un sorriso tornò a dirigere l'attenzione a Vinult e al drago verde, attendendo loro spiegazioni.

    Non molto distante, ali perquotevano rapide il cielo in direzione della biblioteca. Nessuna collera, nessun risentimento.
    Aveva capito però quali erano stati i suoi pensieri, cosa avesse creduto di voler fare in quel momento; non aveva nessuna intenzione di rifiutare quell'invito.
    Non c'era il benché minimo spazio per l'odio adesso, ma neanche per la vigliaccheria. Aveva scelto di spalancare fuoco e artigli, non era nessuno per dirgli che non avrebbe dovuto farlo. C'era qualcosa di cui si sarebbe potuto pentire, e glie l'avrebbe fatto capire ad ogni costo. Non perché le importasse veramente, ormai però non poteva ostentare indifferenza di fronte a quello che era accaduto, il suo coinvolgimento in quella battaglia di sentimenti era palese.

    Mi divertirò un sacco U.U
     
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    Aidal era quella più vicinia all'elfo bianco sconosciuto, il quale la stava guardando con una certa curiosità. Lei a sua volta voltò fugacemente gli occhi verso di lui, riponendoli subito su Ferglarendir che si stava dando da fare per servire le bevande agli altri presenti.
    "Da quanto i draghi bevono questa roba?" si domanò nei pensieri. Idromele, vino, birra... Erano tutte cose che aveva udito da quando era arrivata a Kengard. A Crescentia, che era una terra completamente selvaggia, non esistevano sbobbe simili. Al massimo alcuni abitanti avevano la macabra tradizione di bere il sangue delle prede durante eventi particolari.
    "Infatti non ero con loro." esordì la dragonessa, rispondendo all'elfo della biblioteca.
    "Prima di venire qui ero alle paludi, e prima ancora all'Ossidiana. E' proprio ciò che è successo alle montagne che mi ha condotta a Knawr con dei grandi dubbi."
    Si accomodò per bene sulla soffice erba e raccontò la sua vicenda. Narrò come aveva incontrato l'insolito gruppo (formato da Maledet, Sylverion e Pharnasius), di come questo si era incappato in Shalksyaran, l'elfo dei boschi, mostrandogli cose strane accompagnate da discorsi sull'amicizia, la fiducia e l'aiuto reciproco. Finì di parlare dell'esperienza con lo scontro del mostro di pietra gigantesco con l'esercito di morti-viventi, e di come Aidal aveva ucciso il loro capo a sangue freddo.
    "-Tu sei la dragonessa oscura che ha sfidato la Nebbia Argentata, vero? Sappi che in molti bramano il tuo potere, ti convieve stare molto attenta.- mi disse quell'uomo prima che io lo togliessi dal mezzo. Me lo ricordo molto bene."
    Fece una breve pausa, poi riprese a parlare.
    "In conclusione, sono venuta qui per sapere se ciò che è accaduto all'Ossidiana è collegato in qualche modo alla vicenda successa qui a Knawr."
     
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    Le quattro creature ferali presero a bere a grandi lappate ciò che era stato offerto loro. Squisito vino per i due draghi e limpida acqua per i due lupi bianchi assetati. Tutti tavano attenti a non far guizzare troppo la lingua per non macchiare quello splendido tappeto soffice e caldo.
    Dabratsch brindò con il suo simile con l'idromele.
    "Oh certo che no, Ferglarendir. Non si finisce mai di imparare, ora che sono tornato riprenderò subito gli studi che avevo interrotto. Inoltre, curando diverse creature tra cui loro...ho imparato nuove cose riguardo l'anatomia di draghi e Maleyes" disse l'elfo bianco indicando con un fluido gesto della mano il gruppo di draghi e lupi.
    Tutti poi ascoltarono cosa aveva da dire Aidal la dragonessa nera. Anche lei, come loro, aveva incontrato altri alleati come draghi, elfi e licantropi e insieme avevano combattuto contro dei nemici, un golem e di come avessero trionato, beandosi di come aveva ucciso il loro capo.
    "La tua vicenda, Aidal, a diversi punti in comune con ciò che è successo a tutti quanti noi. Cercheremo di essere più sintetici possibili ma quello che è successo è lungo ed intricato..."
    Zarthial iniziò a raccontare tutto quello che è successo, cercando di sorvolare sui dettagli e sottolineando le cose fondamentali. A turno parlarono anche gli altri, a seconda delle vicende successe. Raccontarono del loro arrivo all'Ossidiana d'Argento, della prima battaglia contro lo stregone nero che voleva portare, senza successo, Zarthial e Felthsar dalla sua parte, dell'intervento di David e Liya, dell'orrido buco dove erano imprigionati innumerevoli creature, della liberazione dei prigionieri tra cui Dabratsch e Vinult, del crollo del buco schifoso e della morte di Crial, tanto odiato da Zarthial.
    Passarono poi a raccontare la seconda battaglia, quella contro la viverna rossa che Zarthial aveva già combattuto assieme a Jillian Trees, di quanto fosse stato dura sconfiggerla. Infine Vinult raccontò di come aveva ucciso quella viverna che tanto odiava, che tanto voleva vendicare, un colpo mortale freddo senza una goccia di sangue che però aveva provocato la rottura della sua amicizia con la dragonessa delle tempeste Liya, il suo compagno David e l'uomo-lucertola Alexander. Raccontò di come era stato colpito da quella femmina e di come era stato poi curato da Dabratsch. L'elfo bianco, da canto suo, elogiò all'anziano elfo tutto il suo lavoro di aver curato diverse creature tra cui Vinult, Zarthial e i due Maleyes.
    "....e quindi alla fine siamo arrivati qui. Ora abbiamo contro di noi quei tre solo per aver ucciso quella viverna. E quella Liya è una dragonessa pericolosa...darebbe parecchio filo da torcere anche a te, Aidal. Non è per niente facile nemmeno se ci mettiamo a combattere tutti quanti noi contro di lei" concluse il drago verde di fuoco, bevendo un lungo sorso di vino.
    "Conosci quella Liya, Ferglarendir?" chiese infine Kesya all'anziano elfo.
     
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    La domanda di Aidal aprirà un bel risvolto a Kengard, sappiaaaaatelo xD


    Molte erano le cose da raccontare, e molte parole l'elfo ascoltò pazientemente.
    Tante vicende, tante battaglie, molte inimicizie e alcune uccisioni.
    In mezzo a quel marasma di informazioni spiccarono la notizia dello scontro con Liya, dell'elfo Shalksyaran e della morte di Crial.
    La morte di Crial, che aveva scelto di aiutare quelle creature fino in fondo. Non sapeva quanto le parole di Crial fossero mai state sincere, così capace di mentire e così capace di fare il doppio gioco, che in pochi conoscevano le sue vere intenzioni, e anche quei pochi non potevano esserne del tutto certi.
    Decise di non approfondire la cosa per il momento, abbassando per un attimo lo sguardo e chiedendosi come avrebbe potuto e dovuto reagire a quella scoperta. Non poteva negarlo, in altri frangenti probabilmente sarebbe scoppiato ad urlare imbestialito come pochi, ma non era proprio il caso.
    “Capisco Aidal, questo è molto interessante. Anche molto sbagliato, purtroppo”
    Si soffermò a ponderare ciò che aveva appena lui stesso affermato, in modo da proseguire con un discorso il più coinciso possibile.
    “Non posso esattamente sapere quale sia il collegamento tra ciò che è accaduto qui e ciò che è accaduto a te, ma una cosa certa è che l’incontro con Shalksyaran non può esser stato casuale. Lui è un essere potente, talmente potente da poter essere considerato, a tutti gli effetti, il maestro del mio maestro”
    Scrutò la dragonessa nei suoi grossi occhi stupendi e glaciali, trasmettendogli quanto effettivamente fosse stupito di sentirle dire una cosa simile.
    “Immagino siate stati molto vicini al pericolo, e non ad un pericolo comune. C’è qualcosa comunque che o scoperto studiando Edaron. Ricorderete molto bene il compagno di Crial, rimasto a suo malgrado qui con me per diverso tempo. Adesso si trova in giro per la città, forse a bere una birra o forse impegnato in un onesto lavoro, ma ha passato un paio di giorni non proprio piacevoli”
    Poteva lasciar intendere tutto, anche che quel poveretto fosse stato torturato a morte. Certo per Ferglarendir sarebbe stato alquanto increscioso un simile gesto, non avrebbe torturato nemmeno un filo d’erba.
    “Se volete vi racconterò ciò che so, la Nebbia si sta muovendo. Ma prima…”
    Voltò lo sguardo verso la porta d’ingresso, come in attesa di una grande venuta.
    “Mi dispiace abbiate dovuto combattere, rischiare la vostra preziosissima essenza vitale, rischiare di perdere compagni. C’è qualcosa però che forse non sapete, Zarthial”
    Con un sorrisetto, Ferglarendir indicò il soffitto.
    “Liya, la dragonessa di cui parlate, è esattamente sopra di voi in questo momento”
    Passandosi una mano sulle vesti, batté una volta le palpebre. Non lo faceva da quando erano entrati, ogni tanto doveva sembrare un po’ “umano”, giusto per dare l’idea in somma.
    “Stiamo giocando un po’, lei cerca di spiare quello che state dicendo e io cerco di impedirglielo. Come hai detto tu Zarthial, è estremamente potente. Ma non è la prima volta che la incontro, no”
    Bevve un altro sorso di idromele, strizzando gli occhi e aggrottando la fronte, contraendo per qualche secondo i muscoli nello sforzo a cui Liya lo stava, per così dire, costringendo.
    In realtà non voleva ammettere di starsi divertendo un mondo, di rado trovava menti così prorompenti con cui confrontarsi, il problema era che ben presto Liya si sarebbe innervosita e sarebbe entrata a spiare in altre maniere.
    “La viverna… la viverna rossa, credo di sapere qualcosa a riguardo. Magari sarà proprio Liya a spiegarvelo, e mi spiegherà anche perché…”
    Diversi tonfi fecero tremare l’intera biblioteca. Ferglarendir ritirò la propria magia mentale, lasciando andare la mente della dragonessa che subito si calmò, avvicinandosi alla stanza in cui si trovavano che tuttavia non era per nulla visibile dall’esterno. Prima che si aprisse un passaggio con gli artigli, sarebbe stato meglio farla entrare volontariamente.
    “Credo stia cercando proprio te” affermò, indicando con lo sguardo il drago di smeraldo. “Penso tu gli abbia lanciato una sfida, almeno così lei dice… e non sembra molto paziente”
    Si chiese se si sarebbe davvero dovuto divertire anche a tenere buoni dei draghi quel giorno, rischiava di non poter essere d’aiuto con quelle creature così potenti. Sperava di poter gestire la situazione, anche se non credeva ci sarebbe stato bisogno di contenere qualcuno.
    Le intenzioni di Liya parevano molto più complesse dell’accettazione di una sfida, e si sarebbe dovuto aspettare di tutto.
     
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    Zarthial disse che la storia di Aidal aveva diversi punti in comune con quella che iniziò a raccontare il drago verde. Entrambe le vicende erano intricate e Ferglarendir sembrò ascoltarle e capirle pienamente.
    "Non dubitavo del fatto che tu conoscessi Shalksyaran. Egli aveva con sé uno strano bastone stellato, era davvero molto enigmatico e parlava con strani intrecci di parole. Tra l'altro era pure accompagnato da due grandi cani." disse al pardone della biblioteca riguardo lo strano quanto misterioso elfo dei boschi.
    Si sentì un attimo in imbarazzo quando Ferglarendir gli puntò contro il suo sguardo, quasi come se fosse stupito da tutto ciò che Aidal aveva detto. In cambio lei assunse un'espressione interrogativa, non sapendo effettivamente come comportarsi.
    L'atmosfera fortunatamente cambiò quando il vecchio elfo iniziò a parlare di Edaron, dicendo di aver trovato qualcosa in comune nei racconti dei draghi mentre studiava l'umano in questione.
    "Come potrei dimenticare quel lurido volto..." borbottò Aidal. Diverse scene della battaglia di Knawr passarono davanti ai propri occhi, domandandosi al contempo quanto la sua mente potesse essere così vivida nel trasmettere ricordi legati soprattutto alla violenza. Ad un tratto scosse lievemente la testa per far svanire quelle memorie, concentrandosi nuovamente sulle parole di Ferglarendir. Ma quando sembrava entrare nel "bello" del discorso, egli si fermò e indicò verso l'alto, il soffitto.
    Ah, la dragonessa che prima aveva accennato Zarthial. Liya si chiamava, se così aveva capito. Quella che stava seguendo il gruppetto del drago verde. Dai rumori che Aidal stava sentendo, sembrava che quella tipa stava venendo proprio verso di loro. E non sembravano essere riconducibili ad un passo lemme e pacato di un drago che camminava.
    "Zarhial braccato da una dragonessa? Che ha fatto per farla imbestialire così?" si domandò. Non le restava che rimanere lì buona e zitta ad osservare i vicini e futuri avvenimenti.

    Scusate la risposta rapida e breve che ho dato, faccio per mandare avanti la role

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    Zarthial e gli altri ascoltarono le parole dell'anziano elfo mentre lappavano le rispettive bevande per dissetarsi. Tutti trasalirono e balzarono di colpo in piedi quando Ferglarendir disse loro che Liya era proprio lì, sopra le loro teste. Avevano sentito degli strani rumori di sottofondo poco prima ma nessuno di loro poteva immaginare che fosse Liya a provocare quei rumori. Dabratsch, leggendo nel volto dell'anziano elfo gli sforzi che faceva per tenere lontana la dragonessa blu, si unì per dargli man forte mentre Kesya schizzò come un fulmine bianco alla finestra più vicina per sbirciare fuori senza farsi vedere troppo e la vide. Liya stava svolazzando attorno alla grande quercia, cercando di attaccare la biblioteca.
    "E' vero! La bastarda è qui! Come diavolo ha fatto a trovarci?" disse la lupa tornando dai compagni sempre di corsa.
    Zarthial fece un'espressione tra il basito e l'incavolato nero quando l'anziano elfo gli disse che era lui il motivo per cui Liya era li, per un sfida lanciata dal drago verde.
    "Cosa? Vuole me per una sfida? Menzogne! Quella */%/$/%$"£"57421 si è inventata tutto! Ma se è me che vuole se ne pentirà! Le brucerò quel cervello schifoso e le strapperò quelle ali!" si adirò il drago verde impennandosi sulle zampe posteriori e toccando il soffitto con le corna, lanciando un ruggito.
    "Calmo, amico! Così rischi di spaccare tutto!" disse Vinult, cercando di calmare il suo simile di elemento opposto.
    "Lo farà lei, e molto presto se non facciamo qualcosa! Ferglarendir, hai qualche piano?" furono le parole dell'agitato Zarthial che guardava in ogni direzione.
    "Se è Zarthial che vuole, io lo aiuto!"
    "E anche io!" dissero all'unisono i due lupi.
    Kesya poi guardò Aidal.
    "Tu ci aiuti? Hai l'aria di essere una dragonessa forte e determinata!" chiese la femmina Maleyes alla dragonessa nera.
     
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    Ferglarendir non voleva prendere in giro il drago verde, ma non poté che scoppiare a ridere nel vederlo sbottare in quel modo. Se tirava una testata al soffitto della stanza lo sfondava da parte a parte, forse era il caso se ne stesse buonino.
    Aidal aveva accennato ad una descrizione di Shaksyaran, sebbene quella probabimente fosse solo una delle sue forme materiali. C'era veramente molto che non era possibile sapere su di lui, troppo anche per Ferglarendir stesso.
    Ma ci avrebbero pensato dopo, ora era il caso di non far andare avanti quella diatriba in qualche modo, l'importante era che non gli sfondassero ogni cosa... poi se volevano darsele potevano farlo altrove.
    "Calma Zarthial, calma. Lei non è qui per combattere, almeno penso di aver capito"
    A giudicare da baccano che stava facendo non sembrava proprio così, ma l'aggressione di Liya non era minacciosa come sarebbe stata nel caso avesse voluto far loro del male.
    "Forse è il caso di farla entrare"
    Senza muoversi di un passo, comunicò mentalmente alla dragonessa come entrare senza spaccare tutto.
    Lei non sembrò capire subito, o forse diede un'altra zampata all'albero così per sfizio.
    Che ci avesse preso gusto era palese, ma un'altra decina di quelle botte avrebbe fatto crollare l'impossibile.
    Dopo un po' ci fu il silenzio ad avvolgere l'atmosfera, e Ferglarendir abbozzò un sorriso verso gli astanti.
    "State buoni, non è il caso di farla arrabbiare. Non per essere sfiducioso ma... pure io ho faticato a fermarla l'ultima volta. E stava soltanto giocando"
    Se giocare poteva essere dare spettacolo e scoperchiare i tetti delle case a suon di tornadi, si... aveva giocato l'quel giorno.
    Liya non si fece attendere; entrò a passo leggero, in fondo non era poi così grande e il suo corpo era caratteristico di una struttura fisica abbastanza esile seppur muscolosa.
    Il suo sguardo d'ametista si poggiò su tutti i presenti, da Zarthial a Vinult.
    "Guarda un po', ci siamo tutti a quanto pare. Tutti... più una" commentò, indicando Aidal con la coda.
    "Cosa vorresti fare tu, drago?" disse poi, sogghignando in direzione del drago di fuoco. "Inoltre... menzogne? A quanto pare non funziona molto bene la tua memoria, devo ricordarti le tue parole?
    Se non fosse per il fatto di essere ridotto così, avrei spaccato il cervello a quella.....beh l'avete sentito""
    Mimò la voce di Zarthial imitando il versaccio più femminile e gracchiante che potesse uscirle, inutile dire che si era dovuta allenare per riuscirci alla prima.
    "Il vento porta voci, credi davvero non ti abbia sentito? Comunque, se proprio ci tieni posso spezzarti qualche osso, ma non qui. Ho già fatto abbastanza confusione in questa città, dico bene vecchio?"
    Questa volta si rivolse all'anziano elfo, con un sorrisetto meno ostile ma ancora piuttosto sbeffeggiante.
    "Oh, si... magari evita di distruggere tutto di nuovo"
    "Ma come, non vi siete divertiti? Andiamo, sai che volevo solo attirare l'attenzione"
    L'elfo annuì, ricambiando al ghigno di sfida.
    "Molti cittadini hanno rischiato la vita, anche se so che non erano quelle di uccidere le tue intenzioni"
    "Se le vostre tane di legno sono fragili quanto veli di sabbia non è colpa mia"
    Nel mentre che parlava, Liya aveva cominciato a formare una specie di globo nero-grigiastro sul palmo di una zampa anteriore, da cui in pochi secondi comparve un uovo.
    L'elfo non si stupì più di tanto, aveva in parte capito cosa volesse fare dopo aver interagito mentalmente con lei poco prima. Solo in quel momento però capì cosa intendeva con -accettare una sfida-.
    Ferglarendir prese dunque l'uovo dai suoi artigli, mentre lei si accomodava in tutta scioltezza accanto ad Aidal. Dal punto in cui si trovava era anche molto vicina a Kesya e a Felthsar, era proprio curiosa di vedere come avrebbero reagito. Si stava divertendo un mondo a metterli in soggezione
    , in particolar modo però era interessata a Vinult e a Zarthial, uno per un motivo uno per l'altro.
    "Allora..." fece, sogghignando con una perfidia che le venne troppo spontanea e perfetta. "Ti hanno raccontato come sono andate le cose Ferglarendir?"
    L'elfo attese qualche istante prima di rispondere, poi passò l'uovo da una mano all'altra per saggiarne il peso.
    "Si, credo ci sia qualcosa che non mi è chiaro ma mi hanno raccontato tutta la vicenda"
    Liya sfregò gli artigli a terra, sempre più divertita.
    "E ti hanno spiegato anche di quell'uovo, di come Vinult ha ucciso la viverna e del perché l'abbia fatto?"
    Ferglarendir lanciò uno sguardo verso Vinult, attendendo un suo verdetto prima di rispondere. Tutt'ad un trattol'aria si era fatta molto più pesante, eppure Liya era estremamente calma e, anzi, si stava divertendo un mondo.
    Che soddisfazione, questo post è stato uno spasso. E il prossimo sarà ancora meglio!
    Te l'avevo detto Zell che avrei trovato un modo di vendicarmi dell'uccisione della vivernuzza hahahaahaha xD
     
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    Tutti erano visibilmente agitati, tranne Aidal e Dabratsch che erano quasi impassibili. I due draghi e i due Maleyes richiamarono i loro elementi, pronti a lanciarli se le cose si sarebbero messe male. Zarthial era ancora in posizione rampante, aspettandosi che la dragonessa delle tempeste sfondasse la biblioteca da una parte all'altra.
    L'anziano elfo prese invece la saggia decisione per farla entrare dalla porta, come se fosse stata una qualsiasi ospite delle biblioteca. Zarthial trasalì a quella proposta ma poi dovette comprendere la scelta diplomatica dell'elfo; una porta aperta era sicuramente meglio di un tetto sfondato o della quercia ribaltata. Così, il drago verde tornò in posizione normale.
    "Spero che tu abbia anche una dose di veleni da offrirle!" disse il drago a Ferglarendir.
    Quando Liya entrò nella stanza, tutti ringhiarono leggermente, come per testimoniare l'evidente fastidio che provocava ma tra tutti era Zarthial quello che rumoreggiava di più, con la coda che si muoveva nervosa.
    "Chiudi quel becco, femmina ladra di prede! Che tu possa crepare miseramente nei crampi della fame quando sarai senza prede!" fu l'acida risposta di Zarthial all'indirizzo della dragonessa blu. E quelle parole terrorizzarono non poco l'elfo bianco che guardò la dragonessa temendo una sua reazione violenta, che per fortuna non arrivò.
    Seguì un veloce botta e risposta tra lei e l'anziano elfo riguardo un precedente attacco a Knawr ma le parole della dragonessa blu non intimorì nè i draghi nè i lupi. Ciò che successe poi fece rumoreggiare ancora di più i maschi presenti. Liya fece apparire dagli artigli un globo che sulle prime sembrava una sorta di magia per terrorizzare i suoi ex-compagni di battaglia ma poi si rivelò essere un uovo. Uovo che sapevano bene di chi era. Vinult fece un'espressione ancora più arrabbiata e schifata.
    "Guarda guarda cosa ha portato la femmina!" fu il commento ironico del drago verde.
    I due Maleyes lupini ringhiarono e snudarono le zanne candide quando la dragonessa prese posto non molto distante da loro.
    Vinult fu chiamato a rispondere ad una domanda da parte della dragonessa blu che aveva una risposta più che ovvia. Il drago di ghiaccio non attese e rispose subito.
    "Non mi pento assolutamente di averlo fatto....anzi, averla uccisa è ancora poco! Meritava molto di peggio quella viverna schifosa! Mi sono perfino limitato a darle una morte senza infierire sul suo corpo, per risparmiare a voi tre uno spettacolo ben più macabro! Sono stato anche troppo buono!! Che la sua anima sia dannata in eterno! E ora non voglio avere a che fare con quell'uovo...tienitelo!" furono le parole chiare e tonde di Vinult.
    "Avrei volentieri completato io il tuo lavoro, caro Vinult, se quella femmina.....ehi! Tu hai parlato di tre ma qui vedo solo una...." aggiunse il drago verde di fuoco, che si era disteso a fianco del suo simile di ghiaccio.
    "Uuuuuuuuuh è vero! La Signora Lia è arrivata da sola....oh ma che peccato! Dove sono finiti il tuo bel morosetto pauroso e la lucertola? Li hai scaricati tu perchè hai scoperto che in realtà non sono quelle creature che sembrano o ti hanno scaricata loro perchè hanno scoperto che sei una dragonessa perfida e senza cuore? E perchè mai hai portato qui quell'uovo, cara? Evidentemente non sei in grado di covare un uovo.....oooh non sai quanto mi dispiace....ma in fondo quale cucciolo vorrebbe essere accudito da una come te?" la canzonò Kesya per prenderla in giro.
    Felthsar invece rimase perfettamente muto e si limitò a girare lo sguardo dalla sorella alla dragonessa delle tempeste e viceversa.
    "E ora....sono venuto qui per commemorare da solo ed in silenzio la caduta del mio adorato fratello che non meritava di morire...quindi...quindi gira gli artigli e porta quel tuo corpo e quell'uovo lontani da questo posto....mi fai schifo! E i luoghi sacri non hanno bisogno di gente schifosa!" aggiunse infine Vinult, lanciando uno sguardo glaciale alla dragonessa blu.
     
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