Credo di aver sbagliato strada

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    Uovo

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    ops... Non avevo visto l'edit, ero rimasto al vecchio messaggio e mi stavo adattando.
    In realtà ero sulla vetrata e dovrei a rigor di logica essere rimasto fuori. Quindi salirei fino alla cima della torre e passerei da lì per entrare, la cosa ha molto più senso (e vi dà tempo di fare un giro saltandomi in questi giorni)
     
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    Il drago azzurro che puzza di pesce

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    Eh... sapessi

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    La nebbia ottenebrava il suo passo, il suono dei suoi piedi che calpestavano il suolo bagnaticcio era attutito da una calma ed un silenzio innaturali.
    Si muoveva con una stranissima grazia, inconfondibile dopo averne incrociato il cammino una prima volta.
    Estrasse gli artigli, mentre la sua coda ondeggiava da una parte all'altra con fare molto pacato, come il mondo circostante non lo diintessasse minimamente.
    Si fermò solo a pochi passi dalle mura di quella dannata città, la città dei corvi che tanto costruiva le fondamenta della sua macchiata nemesi.
    La torre oscura svettava verso quel cielo d'antracite, veli oscuri che non facevano altro se non testimoniare la folle brama di intraprendente malvagità che permeavano il luogo.
    "Abbatterò queste effimere mura, non ci sarà posto per voi dannati"

    La figura con un balzo raggiunse le alte pareti e ne scalò i merli conficcando gli artigli all'interno della pietra di cui erano composte, finché non fu alla portata di una grossa voluta nera a cui si appigliò per raggiungere il terrazone dell'enorme pinnacolo.
    Con qualche scatto felino si fiondò senza provocare il benché minimo rumore sul ballatoio, sfruttando la pietra delle mura come un semplice terreno orizzontale. Quando arrivò a destinazione notò che, a differenza delle altre, una finestra in particolare era sbarrata. Ancor più interessante però era la presenza lì fuori di un individuo vestito di un lungo mantello che ne oscurava la vista.
    Il primo, l'aveva già trovato. Ancor prima di entrare. Meraviglioso, quello era per forza uno di quei pazzi balordi dell'associazione di quel vampiro, il primo di un'infinita lista. Lista letteralmente nera, che avrebbe cominciato ad accorciarsi molto a breve.
    Con un sorrisetto balzò ad un paio di metri da terra, aggrappandosi alla roccia poco sopra la finestra per rendersi visibile a quel tizio losco che, come tutti i suoi compari schifosi, amava nascondersi per non palesare il volto di chi perpretava quell'invasata ed esaltata forma di delirio mentale. Sotto un vessillo di bramosia e di miglioramento portavano avanti ciò che non sarebbe mai dovuto esser concesso ad un essere mortale, andavano fermati.
    Gli si lanciò contro dall'alto, cercando di concentrarsi sulla forza del colpo e non tanto sulla precisione, non poteva sapere cosa l'avrebbe aspettato sotto quel vestito. In questo modo avrebbe lacerato la sua veste e infilsato il suo corpo, non gli importava l'essere mortale all'istante. Per quanto gli interessava avrebbero potuto soffrire uno ad uno tra atroci agonie, o crepare in un singolo secondo stramazzando a terra con la gola dilaniata. L'importante era sbarazzarsene.
    Soprattutto di lui, lui che aveva ben più di qualcosa in comune con il suo essere, soprattutto di Void.
    Ho sempre pensato di ruolare un tizio sclerato in stile anime, fa molto Zamasu...
    e ha l'aspetto di Void, identico, ma con gli occhi dorati. Snaaaarronsolo ti ho appena aggredito xD


    Dovette ammettere di non aspettarsi una simile reazione da parte loro, decisamente no; si continuò a guardare e ascoltare attorno, e la cosa bella era che in tutto ciò sul serio pensava di poter ancora risolvere la situazione senza passare a maniere trasgressive per il tipo di dragonsolo rintronato quale lui era.
    Sperava di poter tirare un sospiro di sollievo nel vederla tornare indietro, ma non accadde. Aveva deciso di agire e di andarsene, forse pensando che anche lui avrebbe fatto lo stesso.
    Quegli esserini di metallo però non volevano permettergli né di allontanarsi né tanto meno di seguire Egenna, e lo stavano minacciando con armi simili a quelle che conosceva come aggeggi nanici tipo Lax e suoi simili scemi quanto lui.
    L'umano, se così poteva considerarlo, gli confermò che aveva combinato fin troppi disastri per poterli ripagare e quindi avrebbe dovuto come minimo lavorare per loro.
    Non che Aesingr fosse del tutto contrario a quel discorso, se aveva causato problemi avrebbe cercato di rimediare, ma il modo in cui si svolsero le cose riuscì a considerarlo pericoloso; non tanto per lui stesso, ma Egenna era nei casini.
    "Lasciate stare Egenna, sono sicuro che volesse solo..."
    Quegli affari gli intimarono di avanzare, pungolandolo per spingerlo a sbrigarsi, ma lui non si mosse. Guardò nella direzione da cui Egenna era scomparsa, cercando di focalizzare l'udito sui suoi passi e di scrutare nelle tenebre. Ovviamente non vide nessuna traccia dell'umana scalmanata, e anche le tracce sonore riuscì a seguirle per poco.
    Per un attimo, da non si sa dove, era comparsa la scimmietta volante che aveva incontrato a Itios: stava avendo allucinazioni post-trauma? Cosa ci faceva lì? Che probabilità c'era di rincontrarla dopo così poco tempo? D'accordo che il suo volo era poco più rapido di una corsetta umana e che avrebbe dovuto imparare a volare a breve per non finire più in situazioni come quella, ma a differenza loro la scimmietta doveva essere diretta lì volontariamente.
    Dove aveva errato nel percorso? Eppure era sicuro di non essersi perso troppo! Chi voleva prendere in giro, erano ore che svolazzava in qua e in là con Egenna in giro per il mondo cosmico ultra astrale megafotonico.
    Doveva essersi confuso, non era la scimmietta. In effetti non associò quella fefasta venuta direttamente a lui, perché era vestito in maniera molto strana e non si poteva chiaramente distinguerne le fattezze, ma l'odore era il suo sicuramente e le sue parole lo convinsero che non si era del tutto sbagliato.
    "Egenna!"
    A quel punto non poté più trattenersi, si era trattenuto ogni volta e per ogni motivo, ma Egenna non poteva aver a che fare da sola con quella gente. Da quel poco che aveva capito, non poteva nemmeno sperare nell'aiuto della scimmietta che sembrava fin troppo contro di loro.
    Si concentrò in silenzio, drizzando i muscoli delle zampe e convogliando tutta l'energia attorno al suo corpo. Non voleva fare male a qualcuno, ma ancora meno voleva che lo facessero a lei.
    Il suo corpo si circondò di una sfera d'acqua vorticante, che inizialmente sollevò quegli affari da terra e poi li scarabentò addosso alle pareti adiacenti con una potenza incredibile.
    La barriera continuò a ruotare attorno a lui, allontanando coloro che non erano stati coinvolti mentre avanzava verso la porta da cui Egenna era fuggita.
    "Mi dispiace, risolverò tutto ma non posso lasciare Egenna in questa situazione per colpa mia"
    Non era del tutto vero, se lei non avesse agito in maniera sconsiderata probabilmente se la sarebbero comunque cavata senza troppi problemi, ma non era nel loro stile certamente fare le cose per bene.
    Cominciò a camminare verso quella che sperava fosse la direzione giusta; dalla stanza successiva in poi già i corridoi iniziavano a moltiplicarsi in maniera sempre più articolata, e anche proseguendo adagio non c'era verso di raccapezzarsi in quel macello di posto.
    La sua energia cappottò anche qualcos'altro, il suo vortice d'acqua investiva una bella fetta di spazio circostante e quei vani non erano a dimensione di drago. Più di una stanza venne devastata dal suo potere, sperava solo di non ferire qualcuno in maniera irreparabile.
    In realtà era sicuro che quegli affari metallici non provassero emozioni, ma avevano interagito con loro e avevano parlato e quindi qualche forma di sentimento dovevano pur possederla. La prima impressione era stata quella di oggetti mobili, tuttavia non poteva esserne sicuro e non voleva rischiare di distruggerli.
    Si trattenne dunque il più possibile, mantenendo comunque attiva la sua protezione sperando non lo intralciassero.
    "Egenna!"
    Cercò di gridare il più forte possibile, e la sua voce come quella volta nella taverna riuscì ad essere prorompente ma relativamente calda e pacata. Doveva trovarla.
    Ripensò poi che forse anche lui avrebbe fatto meglio a seguire il proprio stesso consiglio, ovvero di non reagire in tal modo e cercare almeno di instaurare una conversazione pacifica con quegli individui. Dannazione, perché non riusciva a lasciarsi andare del tutto all'istinto?
    Void come già detto per emme pi (?) puoi autoconcludere con Aes e fare un po' come vuoi. Più riesci a portare avanti e meglio è.
    Snaar pure tu puoi autoconcludere sul losco figuro che ti ha attaccato, ammeno non siano ovviamente attacchi stramortali indecentemente op xD
    In somma come sempre sui miei pg e png potete autoconcludere e muoverli un pochino se vi torna meglio per le battaglie
     
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    Non c'è pace per certi morti...

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    Gli abissi dell'amigdala, dove gli orrori sono tali che pure le mura urlano folli.

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    I ricercatori del corvo, gli alchimisti e i necromanti fuggivano urlando scalmanati dalla devastazione provocata dal drago, mentre macchine si stavano moltiplicando, erano a decine a uscire da vani segreti nelle pareti e scagliarsi contro Aesingr.
    Il drago li respingeva quasi tutti con quel inviolabile muro d'acqua, ma i pochi che passavano oltre il muro d'acqua, per quanto gravemente feriti, infliggevano fendenti e affondi di bianche armi con la violenza di un demone.
    Il drago aveva devastato tutti i laboratori incontrati lungo la sua strada, disintegrando le attrezzature e mandando in acqua mesi o forse anni di ricerche.
    Aesingr era completamente coperto del proprio sangue e ferite di varie, ma il drago sembra non curarsene e continuare a fare un ecatombe nella sede più importante della organizzazione corvo.
    Nulla sembrava fermare Aesingr che sembrava posseduto dallo spirito divino del maestro del vuoto in persona, ormai i laboratori e i corridoi sembravano canali veneziani per tutta l'acqua che c'era.
    I ricercatori frignavano disperati nascosti nei posti più imprevedibili mentre i costrutti e i replicati affollavano i corridoi agonizzanti e apparentemente in tilt.

    Le ali di Aesingr oscurarono il Salone,
    Il suo rutto era tale da lasciar senza parole,
    L'orrore si sparse mentre ogni ricercatore scappava,
    I circuiti l'acqua e ogni replicato rotto che messaggi di errore mandava,
    L'attacco sembrava non lasciare alcun scampo,
    Il terrore impregnò della battaglia il campo,
    Il delirio di Aesingr avrebbe segnato,
    Per l'organizzazione corvo il destino del suo triste fato,
    La svolta pervenne non senza sorpresa e il potere dello sclero mammesco riaprì la contesa,
    Ben presto il trionfo si tramutò in lamento e la melodia di Andorix riempì il firmamento,
    La via della mazzata aveva trionfato la minaccia di Aesingr ridotta al passato,
    I suoi neuroni già pazzi ad un tratto tramortiti, ma tutti i progressi mensili d'un tratto spariti.

    Questo perché lei giunse, la regina guerriera temprata dal fuoco di mille battaglie.
    Dragonessa milf finale che fa le cose brutte coi draghi Pucci.
    Una forza della natura tale da poter ridurre allo sbaraglio pure un dio come il maestro del vuoto (non che ci voglia tanto a pestare a sangue il maestro in realtà.)
    Era lei, la regina nera, Xarza, che eseguii il suo colpo finale-ligure-marina-militare-meteo Roma-termini: La ghigliottina imparabile di Xarza, mettendo la lama della ghigliottina gi piatto invece che di taglio per non uccidere Aesingr, ma fargli solo vedere migliaia di stelle prima ancora che il drago che puzza di pesce potesse fare qualcosa per evitarlo.
    La lama ruppe la barriera d'acqua senza sforzo e con quel unico colpo mise k.o. aes guardando con la severità che solo una vera madre infuriata potrebbe esercitare.
    "portatelo in infermeria e legatelo, se non si calma sedatelo e fatelo riposare, e che qualcuno lo bendi per gli dei! Nono voglio che questo idiota si goda il lusso di morirci qui appena si calma mi assicurerò che paghi per il disatro che ha combinato.
    Che ca**o fate ancora qui!? Portatelo in infermeria dal dottor Nessuno!"

    Fece Xarza furiosa nel costatare i danni causati da quel drago, mentre i costrutti lo caricavano su un rimorchio e lo trasportavano in infermeria dove forse non lo attendeva un amaro risveglio poiché una bellissima dragonessa lo bendò durante il suo "coma da mazzate di Xarza" dopo che il medico sai chiamato Nessuno lo visitò e lo rimise in sesto.
    "...dovrebbe svegliarsi a breve."
    Disse Nessuno il demone cerusico mentre Aesingr, avvolto di bende e catene riprendeva lentamente i sensi.
    "Lo so, mi chiedo come abbia fatto un simile disastro da solo... Deve essere veramente forte."
    Fece la dragonessa.
    Si chiamava Tirax, era una dragonessa blu dalle forme acquatiche vagamente simili a quelle di Aesingr, ma più"Dark".
    "probabile, ma ora quel drago acquatico è decisamente in un mare di guai."
    Disse il Sai con la sua voce telepatica provando a fare una battuta alla dragonessa, che era la sua assistente e infermiera per ferali grandi di dimensioni, non aveva voglia di ridere.
    Tirax si avvicinò al muso del paziente per studiarlo e arrossì, era veramente un drago carino per quanto stupido.

    Intanto...

    Zero, che stava sistemando insieme ad altra gente stava sistemando il casino lasciato da Aesingr, ma il progenie grazie hai suoi sensi sovrannaturali aveva percepito subito una presenza ulteriore a quella del tizio incappucciato fuori dalla finestra sbarrata.
    Li sentiva combattere, quindi decise d'intervenire in aiuto del tizio di prima che era stato aggredito.
    Zero tirò nuovamente la leva aprendo la saracinesca e tirò un calcio nel fianco aggressore che rotolando scoprì identico a Void.
    "per gli dei! Sembri Void... Ma non lo sei vero?"
    Fece Zero ancora scosso per la scoperta terrificante ma poi il suo sguardo divenne determinato e si mise in posa di combattimento generando lunghi artigli per combattere e alcuni tentacoli spinosi.
    "Ci siamo appena conoscuti ma temo questo sia un addio falso Void
    Fece Zero prima di lasciarsi al attacco in difesa del tizio incappucciato.

    Intanto...

    Mentre Aesingr si svegliava tra le ali di Tirax e Zero combatteva insieme al misterioso essere incappucciato il falso Void quello vero continuava con Atalanta la sua caccia alla Padallara selvaggia.
    Era sulla via di trovarla, l'odore era sempre più forte! E poi... Nulla, era come se fosse sparita.
    Nemmeno Atalanta sapeva che aes... Cioè. Che pesci pigliare, finché non videro in lontananza quella che sembrava una ricercatrice, che altri non era che la stessa Egenna abilmente travestita da ricercatrice del organizzazione corvo.
    Void ritrovando la speranza scostò il mantello tornando visibile, imitato subito da Atalanta che tolse il cappuccio, segundo Void che con passo deciso arrivò davanti a egenna.
    L'aveva beccata? Era riuscito a scovare l'inganno della ragazza?
    Void sorrise e disse qualcosa che probabilmente Egenna avrebbe ricordato per sempre, col malgrado di Void.
    "Mi scusi signora, ha per caso visto un umana pazza che gira da queste parti armata di padella?"
     
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    Il drago azzurro che puzza di pesce

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    Ok Tira ti dico io che Void non ha riconosciuto Egenna, prima che tu te lo chieda. Ma Void è dispettone.
    Lo scontro passa a Snaar e Zero VS il... FakeVoid... e...
    e Aes... *occhioni teneri* xD
     
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    @Aes yep, avevo inteso che Void non l'aveva riconosciuta ^^

    Genna non era del tutto convinta del suo travestimento: si sentiva vestita come una deficiente con quegli abiti grigi e quel becco sul mento, stava cantando tra sé e sé come una pazza e camminava tra quei corridoi come se scappare da un branco di psicopatici fosse la cosa più tranquilla del mondo. Non sapeva quanti inseguitori avesse alle calcagna, non aveva idea di quanto bene avessero visto il suo viso e nemmeno dove caspita si stava dirigendo; solo di una cosa era assolutamente certa: si era pentita di aver fatto quell'esperimento con suoi poteri.
    "Perché... di là..? Scappa via..! Tanto... lascerà..." continuava a lamentarsi Thorn Arco di Fuoco.
    All'inizio si era sorpresa di sentirlo ancora, non si era aspettata più di qualche raro messaggio quando lei lo necessitava. Invece, più cantava le gesta dell'eroe, e più la voce nella sua testa si faceva definita. Non era del tutto certa di cosa sarebbe successo se lei avesse smesso di cantare, ma già che era riuscita ad aprire quella comunicazione, tanto valeva sfruttarla fino in fondo. Anche se questo significava doverlo sopportare...
    "Cuore spezzato... dama!" continuò.
    "Taci, Thorn"
    All'inizio si era sorpresa. Poi aveva scoperto come ribattere.
    "No... non là..."
    Non che servisse a granché. Da quando aveva valutato l'idea di tornare sui suoi passi e vedere come stesse Aes, Thorn si era scatenato. Per qualche ragione non sembrava d'accordo sul fatto che lei tornasse indietro, ma voleva farla uscire di lì al più presto e lasciare il povero Aes nel casino dove l'aveva lasciato. Sapeva che era più logico aspettarlo fuori ed evitare il più possibile di essere catturati, ma si sentiva in colpa ad averlo lasciato indietro: inizialmente aveva pensato che dividendosi anche i loro inseguitori si sarebbero separati, ma a giudicare dal fatto che lei ancora non li aveva visti, stava cominciando a temere che si fossero tutti concentrati su di lui. Si era persa e prendere una strada o un'altra le era assolutamente indifferente. Per fare un dispetto a Thorn lei seguiva solo la strada in cui lui si lamentava, tornando indietro se non si faceva proprio sentire. Non che le sembrasse di imboccare la strada giusta in quella maniera, ma era meglio sentirlo lamentarsi della strada piuttosto che di quella sua dannata dama.
    "Lascialo... tu prima... spezzerà cuore... SCIMMIA!"
    "Taci, Th... scimmia?"

    Se li ritrovò davanti senza nemmeno rendersene conto: una scimmia e uno di quegli strani omini di latta. Genna alzò lo sguardo pacatamente, fermando la marcia e smettendo di cantare. Guardò il lemuriano negli occhi, nascondendo con tutta la forza di volontà di cui era capace, la sorpresa di ritrovarsi di nuovo davanti a quell'essere. Lui era quella scimmia sospetta con cui aveva avuto a che fare ad Itios qualche giorno prima! Cosa diamine ci faceva laggiù? In quel castello in mezzo al nulla? La curiosità fu presto risolta: era venuto a cercarla... la sorpresa si trasformò in disperazione mentre valutava una rapida via di fuga, e la disperazione in incredulità quando realizzò cosa significasse quella frase. Non credeva nemmeno lei che il suo travestimento fosse così ben riuscito!
    Genna abbassò lo sguardo e portò la mano verso il mento, come se stesse riflettendo. Thorn si intromise con qualche nuovo improperio, ma Genna lo ignorò.
    < Non ho fatto caso a nessuna padella, signore. - disse, usando un tono più grave rispetto al suo solito per camuffare la sua voce - Mi sembra però di aver intravisto qualcuno correre sul fondo di quel corridoio... cosa sta succedendo? >
    Indicò alle sue spalle un ampio corridoio che passando aveva notato essere particolarmente lungo e nella direzione diametralmente opposta a quella che lei intendeva prendere. Si fece da parte per consentire ai due di continuare la loro corsa.

    Qui autoconcludo io, do per scontato che loro due siano di fretta e che non perdano troppo tempo con lei ^^" Master, durante la conversazione gli occhi di Genna rimangono dello stesso colore marrone scuro, anche se non sta più cantando. Sta perdendo i contatti con Thorn in maniera graduale e finché possono comunicare gli occhi ce li ha di colore diverso...

    Tutti i corridoi le apparivano uno uguale all'altro, e da quando aveva smesso di cantare la guida nella sua testa si era fatta meno efficacie. Fu in grado di incontrare una rampa di scale solo grazie ad un colpo di fortuna. Scese al piano inferiore e... fu accolta dal disastro.
    < Ma che diamine è successo qui? > esclamò Genna.
    Non era sua intenzione attirare l'attenzione, ma la domanda le sorse spontanea: cosa era successo? Quando era passata poco prima quella zona era perfettamente normale e deserta... ora invece sembrava esserci passato un uragano. L'acqua inzuppava tappeti, macchiava muri e porte; frammenti di ogni genere erano sparsi disordinatamente a terra e gente vestita come lei aveva le mani tra i capelli, esclamando ogni genere di maledizione per le loro ricerche appena andate in fumo. Cosa diamine era successo? Perché i danni sembravano estendersi per tutto il piano?
    < E' stato quel dannato drago... tutto ha distrutto, tutto! >
    Al suo fianco un essere di cui non conosceva la razza si alzò in piedi, reggendo in mano due grossi frammenti di uno stesso vaso. L'essere era vestito come lei, con quell'orribile maschera che gli nascondeva parte del muso, ma permetteva di intravederne delle fattezze simili a quelle di una lucertola. Diceva che era stato un drago a combinare tutto quel pasticcio? Tutta quell'acqua era un chiaro segno che Aes era coinvolto, ma... non era da lui un comportamento del genere, lui era più il tipo da morire di fame pur di non far del male ad un coniglio, cosa lo aveva spinto a scatenarsi in quella maniera?
    "Drago..? Non segui... dama?" si intromise Thorn, mentre si guardava intorno perplessa.
    "Taci, Thorn"
    Sentiva la sua presenza sbiadire sempre più, ma quel deficiente non riusciva più a sopportarlo.
    < Che ne stato di quel maledetto? >
    < Il drago?
    - l'essere ridacchiò - Stai tranquilla, se ne è già occupata la regina nera... >
    Cosa? Chi? Genna era troppo spaventata per chiedere ulteriori informazioni, non solo per il timore di essere scoperta. Lasciò quell'essere ai suoi frammenti, e si affrettò a seguire la scia di distruzione, decisa di scoprire quanto prima cosa fosse successo ad Aes.
    < Mi aiuteresti con... eh? > sentì in lontananza, prima di svoltare l'angolo.
    Dentro la maschera cominciò a cantare un'altra ballata. Lì attorno c'era gente troppo indaffarata e infuriata per rendersi conto del suo basso tono di voce, e il costante vocio di sottofondo era sufficiente per coprire quel poco che la maschera lasciava filtrare. Vestita in quella maniera aveva già appurato di non attirare l'attenzione, perciò si aggirò per i corridoi senza incontrare troppi intoppi. Anche se questa era solo la seconda volta in vita sua che cercava di sfruttare in quella maniera il suo potere, Genna era certa che ce l'avrebbe fatta. Il perché? Perché era incazzata di brutto: quella regina aveva osato toccare il suo drago? Oh, non gliela avrebbe mai fatta passare liscia, solo lei poteva strapazzare quello stupidone!
     
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    Snaar stava seguendo attentamente tutto ciò che accadeva all'interno della torre.
    Quella giovane umana che fuggiva, non prima di avergli intimato di non danneggiare gli oggetti di sua proprietà. Nel mentre, delle sbarre di ferro bloccavano l'apertura, costringendo egli a rimanere all'esterno, ed ella a cercare una nuova strada per uscire.
    "Le tue cose sono più al sicuro di te. Buona fortuna comunque, spero che riuscirai ad uscire ed a riprendere ciò che ti appartiene." - pensò Snaar - "La situazione comunque è abbastanza chiara, lei e quel drago sono alleati e si sono introdotti in questo posto, dove sono stati scoperti. Ma cos'è questo posto, e perchè mai ci sono entrati? Sembra un assalto in piena regola. Ma allora, saranno i soli qui o c'è qualcun'altro?"
    Tutto questo mentre in basso il drago iniziava la sua opera di devastazione della stanza... Non riusciva a credere che gli eventi in atto erano frutto della casualità.
    E poi, due figure partivano all'inseguimento dell'umana.

    Snaar non sta usando la vista per scrutare il fondo della torre (è troppo buio per lui per farlo da fuori), ma riesce a distinguere approssimatamente fattezze e dimensioni con l'eco dei suoni che provengono dall'interno. E' quindi riuscito a scorgere anche chi è invisibile (ma non sa che lo sia alla vista). E' riuscito a vedere bene solo Genna al momento, che si è avvicinata più degli altri alla vetrata.


    Altre quattro figure armate approcciavano il drago, che di risposta iniziò un attacco basato sull'acqua.
    A quel punto tutto di sotto diveniva sfocato, flussi e vortici nella base della torre mentre svariate sagome e figure volavano in ogni direzione.

    Il frastuono lo avvolse. E fu in quel momento che si accorse di un'ulteriore presenza, che si muoveva furtiva ed ostile alle sue spalle, appropinquandosi per tendergli un agguato.
    Ne stava calcolando i movimenti, preparandosi a lanciargli la daga contro, ma non ne ebbe il tempo. Con un lungo salto si era fiondato su un appiglio sovrastante la vetrata, e da quel punto gli balzò addosso.
    Seppure impacciato dal mantello fu semplice per Snaar evitare questo primo attacco spostandosi ed allontanandosi dalla vetrata ma il suo avversario, triangolando sul pavimento, immediatamente si proiettò in un nuovo assalto mirato dritto al suo volto, non risentendo dei cocci di vetro sui quali era atterrato.
    Istintivamente Snaar si abbassò, alzando l'arto anteriore sinistro come ulteriore protezione. Gli artigli posteriori giunsero sul braccio e graffiarono, tagliando il mantello ed infrangendosi sulle squame, che però non vennero superate. La risposta fu un colpo di daga portato col destro, ma il suo aggressore si era già messo fuori dalla portata del fendente.

    La sequenza si interruppe ed iniziò tra i due una fase di studio. Il suo avversario era... un lemure gigante? Snaar non aveva visto simili creature prima di allora, ma ne aveva letto la descrizione su un tomo, prima di intraprendere il viaggio verso Kengard. Un lemuriano forse, da quel che ricordava. E rimembrò che avrebbe dovuto prestare particolare attenzione alla sua coda.
    "Combattere non ssserve e non lo vorrei. Invece chi sssei mi interessssssa sssapere, e che posssto quesssto è. Poi ognuno per la sssua ssstrada. Di attaccarti, motivi non ne ho", gli disse Snaar.
    Non ottenne alcuna risposta eccetto, dopo qualche altro secondo di studio, un nuovo attacco.
    Nuovamente una carica frontale e la finta di un colpo portato al volto; questa volta peró la minaccia sarebbe arrivata dal basso: il lemuriano infatti fintó il balzo, ma si fermó tentando di usare la sua coda per avvinghiare le gambe di Snaar e farlo cadere. Ma c'era la contromossa: Snaar protruse la sua coda dietro di sè, per deflettere quella dell'avversario impedendogli di chiudere il laccio. Sorpreso di aver fallito l'attacco, il primate ebbe un attimo di esitazione e Snaar ne approfittó per girarsi e tentare una frustata al volto con la sua coda ora già allungata fuori dal mantello. Il colpo era rapido e carico di forza, eppure anche questa volta mancó il bersaglio proseguendo nella rotazione fino a impattare sulle grate della vetrata rotta, giacché l'avversario saltando all'indietro era riuscito a mettersi a distanza di sicurezza. Mentre il boato del colpo echeggiava nella torre (il drago si era già allontanato a fare danni nelle altre stanze, ed era tornato il silenzio), Snaar passó la presa della daga ad una delle sue appendici, e si portó in posizione quadrupede per saltare sull'avversario. Il lemuriano fece altrettanto.

    I due balzarono all'unisono, e si incontrarono a mezz'aria, afferrando ognuno le mani dell'avversario in una prova di forza mentre atterravano sui vetri rotti davanti alla finestra. La presa stallava, nessuno prevaleva sull'altro; Snaar stava tuttavia preparandosi a pugnalarlo dritto al cuore. Improvvisamente peró le sbarre si ritirarono, lasciando passare qualcuno che rifilò un calcione al lemure dritto nei fianchi, facendolo rovinare a terra (ma evitandogli la pugnalata). L'altro tizio che prima era di sotto? Probabile. Peró non si trattava di un umano. Era di un'altra specie, di cui Snaar non sapeva nulla. Quest'altro sconosciuto sembrava aver preso le sue parti, ma ancora non era sicuro che avrebbe potuto fidare di lui senza avere in seguito altre brutte sorprese.

    "Grazzie, sssuppongo. Ma in due contro uno io non voglio duellare, é disssonorevole. E lui mi ha già sssffidato".

    Quell'essere appena arrivato stava mutando aspetto preparandosi a combattere, ed il lemuriano si stava lentamente rialzando. Snaar a sua volta estrasse dai rispettivi foderi la sua spada ed una seconda daga, poi sciolse il mantello, che cadde scivolando alle sue spalle quando dispiegó le sue quattto ali, sgranchendole con qualche battito per riscaldarle.
    "Arrenderti ti converrebbe, e sssubito. Da parte mia, altra possssssibilità per ffarlo non ci sssarà" disse al lemuriano, dandogli l'ultima possibilità di evitare uno scontro nel quale, finchè si fosse retto in piedi, non si sarebbe più fermato.

    La spada Shikyo nella mano destra, una daga nella sinistra e l'altra daga che veniva passata ripetutamente da un'appendice all'altra, ora era anch'egli pronto a fare sul serio. Non ne aveva né la voglia né un valido motivo, ma li avrebbe potuti affrontare entrambi contemporaneamente, se fosse stato costretto a farlo.
     
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    Il lemuriano sorrise, sia della reazione prontamente adeguata dell'avversario sia di come gli eventi stessero prendendo una piega divertente.
    Soprattutto fu l'arrivo di quell'altro tipetto, con quel suo calcio, a farlo sogghignare. Eccolo, lui era certamente uno di quelli che stava cercando.
    "Oh, allora credo di aver sbagliato bersaglio..." esordì, con una punta di amarezza, mentre si rialzava tranquillamente. Sottolineò la parola bersaglio con uno schiocco di lingua, quasi sottointendesse una preda da sbranare.
    Ondeggiò la coda lentamente, scrutando l'umanoide con fare annoiato, inclinando il muso e lasciandosi andare ad un sospiro.
    "Mi hai chiesto cosa sia questo posto prima"
    Con qualche passo si avvicinò, seppur non di troppo, al mezzodrago che aveva appena affrontato. "In effetti non sembri parte dei corvi, o perlomeno non hai l'aspetto di uno di loro. A dire il vero non hai l'aspetto di niente che io abbia visto prima, sicuro di non essere uno dei loro sciocchi e inutili esperimenti?"
    Ticchettò con gli artigli sul suolo di pietra, flettendo le zampe. "Non hai il loro stesso orrido tanfo... mentre lui, lui senza dubbio è uno di coloro che di grazia periranno sotto le mie lame" continuò, indicando Zero.
    "Se veramente non sei di queste parti rettile e non hai interesse nel demolire la solidità di un gruppo di stolti che minacciano di rendere quest'isola una landa dominata dalle armi e da folli aberranti tecnologie, ti consiglio di andartene al più presto"
    Void estrasse due lame ossee dalle proprie spalle, infilando gli artigli all'interno di esse e strappandole dalle clavicole. Brandendole come due semplici pugnali, si concentrò socchiudendo gli occhi perché si rivestissero di un bagliore rossastro, dal quale sprizzava un'immensa energia pulsante e vivida come due aguzzi guizzanti muscoli cardiaci infuocati.
    (Questa come m'è uscita xD)
    "Oh, si che lo sono... Void è il mio nome"
    Si scagliò senza indugio verso quell'ignobile essere qual'era il progenie, gridando la sua efferata e rabiosa brama di morte nei suoi confronti.
    "Zero, come il tuo nome sarà ciò che resterà di te quando avrò finito!"
    Nel balzare e tentare un doppio affondo verso di lui, una piccola sfera color porpora scivolò dalla sua coda verso terrra per poi rotolare verso l'orlo del terrazzone. La pietruzza compì qualche metro, minacciando di precipitare inesorabilmente in mezzo alla palude, ma nel mentre che se ne rendeva conto il suo corpo già si era gettato automaticamente a recuperarla con uno scatto laterale che eluse anche un'eventuale controffensiva del nuovo avversario.
    Ansimando per lo sforzo, il lemuriano ghignò e strinse la sfera fra gli artigli, incastonandola poi all'interno di una propria zampa. La infilò letteralmente dentro la zampa anteriore sinistra, piegandola in maniera innaturale e incastrandola in modo che si conformasse perfettamente alle ossa e ai muscoli del palmo di quest'ultima, mentre il sasso luminoso si ricopriva del suo pelo. Mosse le dita per constatarne la mobilità, accorgendosi che riusciva a muoverle perfettamente nonostante l'oggetto intruso posto quasi dentro le proprie articolazioni.
    Sui palmi aveva maggior controllo e attenzione, non si sarebbe arrischiato di nuovo a farla cadere come uno stupido.
    "A noi!"
    Tornò alla carica, eseguendo la stessa tattica che aveva sfruttato contro il mezzodrago ma questa volta impugnando due lame che tutto avevano che di consueto. Forse armi bianche, ma perché costituite di puro osso; forse magiche, ma rivestite di un'energia tanto oscura quanto palesemente devastante. Aggrappandosi alla parete con un'acrobazia si proiettò a pochi metri da loro, slittando agilmente fra le pareti come fossero un secondo terreno su cui muoversi con totale indifferenza.
    Dall'alto si lanciò contro Zero, mirando alla sua testa.

    _______

    Sentiva che stava facendo qualcosa di sbagliato, anche perché non lo stava sicuramente facendo in quello che solitamente era il suo stile. Adesso Aesingr consuetamente scemo pareva essersi momentaneamente dissolto, per lasciar spazio al bivio tra una macchina portatrice di distruzione e una creatura che faceva di tutto per controllarsi parzialmente mentre combinava un disastro. La sua acqua si espanse ovunque, invadendo i corridoi e trascinando con sé sia esseri metallici che alambicchi e ampolle di ogni genere, dando origine alla devastazione più incredibile a cui lui stesso ricordava di aver assistito ultimamente. Certo che quella volta si era superato, sebbene veder scagliati via come foglie al vento quegli esseri gli faceva male al petto; molto male, talmente male che ad un certo punto sentì qualcosa di caldo uscirgli dal costato in seguito ad una fitta lancinante.
    Il vortice d'acqua investì anche quel pezzo di metallo giunto dal nulla con in mano la sua arma, ma questa si era piantata con forza fra le sue squame lacerandole vistosamente. Digrignò i denti, era ovvio che quegli affari si stessero difendendo. Lui non voleva far loro del male, ma loro tentavano in ogni modo di oltrepassare le sue difese per ferirlo e, a giudicare da quanto successe poco dopo, ci stavano pure riuscendo.
    In molti fecero splash decollando a qualche metro di distanza, anche se quasi nessuno si sfasciava, e in ancora più molti (?) riuscivano a portare le spade e le asce vicine al suo corpo. Quelle che arrivavano a colpirlo non erano un gran numero, ma erano più che sufficenti per creare profondi squarci sul suo corpo a causa della sua concentrazione sulla barriera. Semplicemente, non poteva sfruttare il proprio corpo per difendere il corpo stesso, e quindi anche le poche volte che sollevava le zampe per respingerli finiva con qualche lama piantata sulle ginocchia o sulle spalle. Arrivò al punto di non poter più sopportare le ferite, e faticava a mantenere attiva la difesa attorno a sé tanto che dovette stringere le palpebre e le zanne per sopportare il peso dello sforzo.
    Il sangue si mischiò all'acqua, schizzando talvolta assieme ad essa ma scomparendo fra gli spruzzi nelle varie stanze.
    "Egennaaaa!!"
    La sua stessa energia acquatica attutì il grido, mentre avanzava imperterrito fregandosene di cosa gli si parava d'innanzi. Fu solo quando un'imponente sagoma scura gli si palesò davanti che fu costretto a fermarsi.
    Non capì esattamente cosa successe, sentì solo qualcosa bucare con facilità ogni sua difesa e sfondare lo scudo d'acqua per piombargli addosso. Ne seguì un'unica botta in testa, talmente forte che non ebbe tempo neanche di percepire dolore. Il suo corpo si accasciò sul pavimento, mentre piombava in un profondo buio sensoriale e tutto attorno a lui, da sfocato, si faceva impercettibile.

    Quando si destò, non sapeva quanto tempo dopo, gli parve che milioni di mondi gli pesassero sulle membra, non riusciva neanche ad aprire gli occhi per guardarsi attorno. Quando dopo diversi sforzi ne fu in grado, vide soltanto un soffitto, qualche oggetto strano su cui la sua attenzione non riusciva a posarsi con interesse ed un'altra creatura a pochi centimetri da lui. Era un drago, o meglio una femmina, e lo stava fissando.
    Chiuse le palpebre di nuovo, chiedendosi cosa avesse combinato per arrivare a sognarsi cose del genere, ma nel riaprirli dovette constatare che qualcosa seriamente non andava. Nel sincerarsi di cosa ci fosse effettivamente attorno a lui iniziò a preoccuparsi davvero, non tanto perché avesse timore del posto quanto perché la sua mente era abituata ad aver paura dell'oblio; qualsiasi forma di dimenticanza ormai lo spingeva istintamente a spaventarsi, anche fosse un piccolo vuoto di ricordi di un paio di minuti.
    Tutto accrebbe istantaneamente in un climax di emozioni, quando si ricordò cosa stava facendo prima di scivolare nel sonno:
    "Egennaa!"
    Fece per alzarsi da qualunque fosse l'oggetto su cui si trovava, ma qualcosa glielo impedì. Come primo acchito associò l'impossibilità di sedersi al dolore che gli trafiggeva diverse zone del corpo, ma con grande fastidio si accorse che qualcosa lo stava effettivamente trattenendo.
    Mugugnando un po' e compiendo pochi brevi sforzi per cercare di liberarsi, si soffermò ad osservare quella dragonessa che sembrava scrutarlo con morboso interesse.
    "Eih tu"
    Cercò di agitare la coda per indicarla, ma anch'essa era bloccata alla morbida superficie su cui era adagiato.
    "Dove si trova Egenna? Potresti aiutarmi, avrei bisogno di andarmene da qui... Egenna è certamente in pericolo con quella gente in giro, devo..."
    In effetti se si trovava lì, in quelle condizioni e in una simile situazione un motivo doveva pur esserci. Se avesse voluto liberarlo, quella femmina l'avrebbe già fatto.
    "Oh, emh... potresti lasciarmi andare?"
    Aesingr consuetamente scemo è resuscitato
    Nel dedicarle un po' di attenzione in più capì che non era così diversa da lui, almeno nell'aspetto: molti dei suoi tratti si rispecchiavano in quelli di lei, dalle membrane sulle zampe alle ali dalla forma un po' strana. Un altro drago che non sapeva volare?
    "Ah, ma guarda... cavolo, quant'è fastidioso volare con quelle ali vero?"
    Provò schietta empatia nei suoi confronti, come quello fosse un concetto fondamentale da esprimere in taluni circostanze. Soltanto il fatto che la sua mente lo stesse ponendo in cima ai pensieri testimoniava quanto il suo cervellino potesse funzionare a modo, mentre sulle sue labbra si dipingeva il suo solito sorrisetto.
    Neanche lui sapeva dire per quale motivo stesse sorridendo, ma c'era qualcosa in quella situazione che gli causava un lieve pizzicore d'esaltazione. Non fosse che Egenna era nei guai, per sé stesso non avrebbe provato la benché minima paura. Ed era questo che odiava di se stesso, il non tenere abbastanza alla propria vita da considerare la sopravvivenza qualcosa di necessario.
    In quel momento tuttavia un motivo ce l'aveva per non lasciarsi sopraffare, e non poteva arrendersi.
    "Per favore, non posso restare qui"
    Rincarò la dose con uno sguardo estremamente puccio, evitando di chiedersi in che modo ciò potesse sortire qualche effetto. Si era comunque reso conto che da solo non poteva fuggire, che fosse a causa dei vincoli che lo immobilizzavano o delle fitte non aveva importanza. Doveva convincere la dragonessa a lasciarlo allontanare.
    Solo allora si accorse che non c'era solo lei là dentro, e che un altro essere dalle fattezze ben diverse lo squadrava con altrettanta attenzione.
    Beh, due era meglio di uno no? Secondo la mente di Aes almeno.
    "Anche tu, si tu..." accennò, ruotando leggermente il muso verso la creatura pelosa e dalle fattezze inquietanti, "sei d'accordo con me giusto? Non ho tempo da perdere..."
     
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    Zero venne quasi preso dal colpo di "falso-void", un graffio sulla sua guancia si era aperto mentre si scansava, ma da questo zampillò un liquido verde e fosforescente, probabilmente radioattivo, che contrastò l'effetto delle lame corrotte da quella strana energia.
    Il progenie al che provò a sventrare il falso Void con le lame, ma esso scansò senza difficoltà e provò a a pugnalare nuovamente il progenie, senza riuscirci visto che Zero lo colpì con un tentacolo munito di lame, ferendogli una mano e facendogli perdere uno di quegli inquietanti coltelli oscuri.
    Quello che il falso void gli disse non gli piacque, ma proprio per niente.
    "Non so perché ci odi tanto, ma so che ti ucciderò."
    Fece Zero (carisma) con la sua solita innaturale calma.
    Lui era il prototipo dei progenie, la beta, il precursore della sua specie artificiale, doveva la vita a quell'organizzazione, doveva la vita ai corvi, e se quel dì sarebbe morto lo avrebbero clonato e messo nel clone l'ultimo backup dei suoi ricordi come era già successo. Ciò non voleva dire che non moriva, anzi moriva a volte, ma esisteva solo perché loro lo avevano concepito.
    Poteva respirare e odorare i fiori.
    Poteva farsi accarezzare dal vento o sentire il caldo tepore di un amico che lo abbracciava.
    Poteva vedere il mondo, e anche in quella palude a prima vista orribile riusciva a vedere bellezza celata agli occhi di chi non sa vedere, come una madre Krokar che porta i suoi piccoli a passeggio mentre questi giocano appesi ai suoi tentacoli, lurk che sembrano scrutare la gente dalle loro casette di fango scrutando da esse come paguri, apparendo anche molto teneri in qualche modo per questo, o un basilisco coperto di gocce lucenti che sonnecchia tra campi acquitrinosi di loto e ninfee in fiore.
    Poteva sentire il sapore dolciastro dell'idromele e della carne ai ferri, sua bevanda e cibo preferiti.
    Poteva sentire il suono dell'organo, del violino o della chitarra che spesso Eidous amava suonare, del canto di uccelli di giorno e di grilli di notte, il cacofonico concerto delle rane e degli animali palustri di Andorix.
    Perché era vivo e aveva vissuto quei momenti grazie ai corvi era anche pronto a morire, lui che avevano creato ed era felice anche solo di poter essere vivo, di esistere, ma ora qualcuno voleva distruggere ciò che gli aveva permesso di provare tutto ciò, di vivere; questo lo riempiva di una tristezza enorme, quella tristezza di chi si fa carico a sue spese del destino nefasto degli altri, e forse mondare le troppe colpe di tutti quei corvi.
    Quindi mise tutta questa tristezza nel suo corpo evitando un ulteriore colpo del falso void con la proiezione astra... Con una nuova schivata epica e provò a colpirlo dritto al cuore avvolgendo il suo braccio trasformato in lama dell'ardente ed eterno ardore delle fiamme nucleari. Il braccio di Zero era avvolto dalle fiammi verdi della giustizia atomica: un colpo letale che conteneva non solo il desiderio di continuare ad esistere di zero, ma anche di proteggere i corvi, proteggerli tutti quanti!

    Intanto...
    La dragonessa e il sai aspettarono che il drago finisse per poi scoppiare in una fragorosa risata.
    Era un vero spasso per il semplice fatto che voleva che loro lo aiutassero.
    Dr.Nessuno provò purò sbigottimento essendo un essere un pò immorale, mentre Tirax invece provò un misto di compassione e divertimento davanti quel improvvisa richiesta d'aiuto.
    " Si volare con queste ali non è facile, ma in acqua sono utili no?
    Comunque se cerchi aiuto dopo quello che hai fatto ti sbagli di grosso.
    Potevi collaborare senza creare un simile disastro se eri veramente di passaggio come i testimoni affermano.
    Quindi le cose sono tre: O sei un omicida su commissione come i tuoi amici inviati ad uccidere Lord Eidous, o sei una spia di Kerus venuta per carpire i nostri segreti, o sei un altro sabotatore della nebbia venuto per rallentaci nelle nostre ricerche più controverse secondo voi.
    Ma se veramente come hai affermato di essere stato nel posto sbagliato al momento sbagliato allora mi spiace per te, ma la tua scemenza ti costerà parecchio.
    Comuque Xarza, mia madre, che per inciso è la tizia che ti ha mandato K.O. Con un colpo, ci ha ordinato due cose:
    1): Impedirti di uscire da questa clinica, ermeticamente chiusa da pareti in acciaio rinforzato e una porta a tenuta stagna che permette di creare un ambiente protetto anche da gas tossici o radioattivi, in modo che non combini altri disastri.
    E 2): Interrogarti, torturandoti al occorrenza se non collabori.
    Quindi è semplice la cosa: Ora ti farò qualche domanda e ogni volta che sbagli o menti, e credimi so capirlo se menti, t'infliggerò una punizione, e ogni volta che non mi darai la risposta corretta la punizione sarà più terribile della precedente."

    Fece la dragonessa sorridendo maliziosa al drago, tirando fuori un grosso rotolo di pelle che apri e fece rotolare sul vicino tavolino.
    Il rotolo era un porta-attrezzi da tortura ben fornito, sembrava proprio che la dragonessa volesse divertirsi un bel pò.
    "allora... Voglio sapere tre cose per cominciare: Come ti chiami, cosa ci facevi su quella terrazza e soprattutto.. Chi è questa fantomatica Egenna?"
    Chiese la dragonessa perentoria, era dannatamente inquietante.

    Intanto...

    Void guardò negli occhi la Ragazza, come se sospettasse qualcosa... Ecco, forse l'aveva beccata?!
    La risposta era... No, perché è di quel lemure scemo di void che parliamo.
    "Grazie signorina molto gentile e stia attenta, quella tizia è un psicopatica che attacca la gente senza motivo, se fossi in lei mi rifugerei nel bunker sotto la torre in attesa che le acque si calmino, anche perché ora la torre è in modalità assedio, quindi tutte le finestre e porte d'entrata e uscita sono sbarrate e il sistema di difesa elimina chiunque provi a violare il perimetro di contenimento.
    Ma non preoccuparti!
    Probabilmente i complici di quella tizia sono già stati catturati e in questo momento li staranno interrogando... O per meglio dire torturando, Ahahah."

    Fece quel cretino di void prima di correre via senza sapere di starsi allontanando proprio da colei che cercava.

    Edited by Aesingr - 24/1/2018, 21:11
     
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    Splendore celeste

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    Avanzava per quei corridoi in maniera quasi meccanica, osservando il caos intorno a sé con uno stupore e una preoccupazione sempre maggiori: più procedeva e più il disordine e la distruzione sembravano aumentare. L'acqua chiazzava ogni cosa; bagnava muri, pavimenti, vestiti; accompagnava ogni suo passo con uno splash continuo che la annunciava ad ogni svolta. Baffi di sangue scarlatto macchiavano i corridoi in più punti e con una frequenza crescente. Porte e finestre erano state scardinate o completamente distrutte, permettendole di intravedere stranezze di ogni genere nelle varie stanze... o per lo meno, ciò che rimaneva di esse. Di tanto in tanto Genna incontrava persone a terra, con le vesti completamente zuppe e segni di recenti contusioni. A volte li vedeva a gruppi, coboldi che parlavano con tengu, umani che curavano drow, elfi che sostenevano nani, e licantropi che raccoglievano cocci insieme a... un'infinità di altre razze che Genna non sapeva neanche come classificare. Ad accomunarli: l'abito e lo stesso sguardo di amarezza dipinto nei loro volti.
    Genna passava loro accanto, continuando a cantare a bassa voce. Procedeva, sperando fino al corridoio successivo che nessuno cercasse di richiamare la sua attenzione. Le tornarono in mente le parole della scimmia, anche se all'inizio non ci aveva fatto più di tanto caso. A parte quel "psicopatica che attacca senza motivo" in cui si era dovuta mordere la lingua per evitare di rispondere a tono, non aveva ritenuto che la loro situazione fosse così grave da rendere necessario catturare Aes... o addirittura torturarlo. Quel drago era troppo consuetamente scemo e chiunque poteva rendersene conto parlandoci per qualche minuto... che minaccia poteva mai rappresentare? Ma alla luce di ciò che aveva davanti in quel momento... non era più certa di nulla. Se era stato davvero lui a combinare quel disastro, e se quella era davvero una struttura importante anche solo la metà di quello che lei temeva, allora difficilmente l'avrebbero passata liscia. Questa volta.
    Dopo l'ennesima svolta, Genna si bloccò di colpo: un paio di creature stavano strizzando un cencio, cercando di ripulire un'ampia macchia rossa che tutto sembrava meno che acqua. L'esitazione durò un istante, poi si costrinse a continuare. Scavalcò la macchia e superò le due creature, che la osservarono passare senza dire una parola. Sentì sia la preoccupazione che la rabbia crescere in lei, e nemmeno lei sapeva più cosa sperare. Alla fine di quel disastro, di quei corridoi, si doveva augurare di trovarlo o solo che quella regina nera non gli avesse fatto del male? Mai avrebbe pensato che il semplice lancio di un dannato pugnale potesse scatenare un tale caos...
    < ...sguainò la lama e colpì con l'elsa la nuca del più vicino,
    e il primo cadde svenuto senza nemmeno un rumorino.
    Il secondo fece in tempo ad alzare la sua lancia,
    ma lui fu veloce, e gli tirò una gomitata in pancia... >
    si concentrò sulle parole della canzone. Era meglio non perdere la brocca proprio in un momento come quello, non poteva lasciarsi andare allo sconforto...

    Infine... (?)
    Sbucò in una sala relativamente grande, che si differenziava dalle altre per la maggiore concentrazione di persone al suo interno: oltre ai soliti frammenti, pezzi, cose, robe etc che si alternavano alle pozze di acqua, c'erano pure un'accozzaglia di quegli strani uomini metallici e un eterogeneo gruppo di gente vestita come lei. Su tutti svettava un drago dalle squame color carbone, dall'aspetto infinitamente più pericoloso di Aes o di ogni altro lucertolone che aveva incontrato da quando era approdata sull'isola. Con un tuffo al cuore, Genna notò che alle spalle del drago non c'era lo stesso disordine della stanza o dei corridoi che aveva appena percorso, come se Aes-maremoto-ingr fosse stato fermato proprio in quel punto. Ora che aveva seguito fino in fondo tutte le briciole di pane, come avrebbe trovato Aes?
    Genna si avvicinò al gruppo abbigliato come lei, prese una spugna e cominciò ad aiutare gli altri a sistemare quel disastro. Non aveva idea di chi fosse quel drago, ma dal modo in cui tutti si atteggiavano attorno a lui, Genna intuì che non poteva permettersi di fare le sue solite fesserie. Per quanto questo fosse assolutamente fuori dal suo personaggio, Genna decise di comportarsi per una volta in maniera sensata: avrebbe ascoltato i discorsi intorno a sé e avrebbe agito di conseg...
    "Ancora... tu?" pensò qualcuno nella sua testa.
     
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    Quell'essere scimmiesco, che lo aveva precedentemente attaccato, disse qualcosa a proposito di corvi e di esperimenti, ma Snaar non comprese nulla di quel discorso eccetto che mai egli aveva visto dei suoi simili e dunque, nemmeno su quest'isola, avrebbe avuto la possibilità di incontrare qualcuno della sua specie. Specie molto probabilmente estinta a parte lui, eppure sempre ancora ci sperava. Il lemuriano sembrava ora aver trovato maggior interesse nel combattere con l'ultimo arrivato, passando all'utilizzo di armi dotate di una strana energia, e chiedendo a Snaar di andarsene da quel luogo.

    Andarsene? Lasciando correre sul precedente assalto, e senza le risposte alle domande che aveva posto? Giammai, anche solo per una mera questione di orgoglio personale!

    Altri pensieri transitavano nella sua mente, se la donna ed il drago fossero in grado di cavarsela da soli, e in ogni caso se avesse dovuto aiutarli o lasciarli al loro destino. Poi, tutte le specie e tecnologie del luogo, che stava vedendo per la prima volta, in primis le strane tecniche di combattimento che i due avevano iniziato ad utilizzare nel loro duello e che meritassero un'osservazione ed uno studio più approfonditi.

    Ma non aveva mentito quando affermò che non avrebbe combattuto in due contro uno, pertanto si fece da parte e lasciò che i due si affrontassero senza disturbarli oltre. Magari anche controllando che nessuno potesse giungere ed intromettersi nella loro battaglia. Si mise invece a frugare tra le cose lasciate lì dall'umana, magari avrebbe potuto trovare indizi su chi fossero, e cosa erano venuti a fare in quel luogo. Capì che erano probabilmente arrivati soli, quasi sicuramente quel lemuriano non centrava nulla con loro. Poi vide il liuto e comprese che era suonato abitualmente, da lei, e magari sarebbe anche stato interessante sentire come. Non trovò purtroppo nessun indizio ricollegabile alla loro identità o missione.

    Una pietra rotolò sul pavimento e il lemure interruppe i suoi attacchi per recuperarla immediatamente, conficcandosela poi nella zampa; la pietra venne subito assimilata dal suo corpo.
    Se era così importante da rischiare di essere colpiti pur di non perderla, quella pietra meritava adesso un approfondimento: le domande erano appena aumentate.

    I due combattevano non come soldati nè come mercenari, più come bestie selvagge e brutali. Come se fosse l'essenza stessa della loro esistenza, e non ci fosse per loro futuro diverso da altri combattimenti. Snaar non riusciva a distinguere chi tra loro fosse nel giusto e chi nel torto. Due tristi schiavi del loro destino, senza libertà o controllo sulla propria vita. Erano, in questo, perfettamente identici. Qualora qualcuno avesse dovuto perdere la vita in quel duello sarebbe stata una morte completamente inutile. Snaar ritenne di doverlo impedire.
    Ma non subito. Se lo scopo della loro esistenza era combattere, lo avrebbero fatto, e lo scontro avrebbe proclamato il suo campione. Quando questi fosse poi arrivato al punto di infliggere il colpo di grazia, era quello il momento corretto per intervenire, provando con ile sue abilità ad annullare le tecniche del vincitore, ed impedendogli di proseguire oltre.

    Dopodichè, sperava, sarebbero arrivate anche le risposte che adesso bramava.
     
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    Snaarruzzo: credevo che il tuo pg avrebbe associato la pietra a quelle che cerca, anzi l'idea era proprio quella... anche perché avrebbe creato qualche sviluppo figo xD e hai toccato il liuto di Genna, penso non uscirai vivo da qui *parte musica fiera mentre Genna avanza*
    Tira: marò ma seriamente ho fatto tutto questo casino? U.U


    Quel dannato progenie continuava a colpire e a reagire in maniera abbastanza efficace, infastidendolo solamente.
    Voleva distruggerlo, ma c'era qualcos'altro che gli premeva di più attuare.
    Avendone per la prima volta la possibilità, avrebbe senza alcun dubbio cercato di infiltrarsi all'interno della struttura; non gli interessava di evitare di essere appariscente, voleva incutere più terrore possibile tra quelle stupide mura semoventi.
    Evitò il colpo dell'avversario, indietreggiando rapidamente e ponendo la propria lama a difesa del petto da quel pugno. Il pugnale osseo si spaccò a metà, e per un soffio riuscì a impedire alle fiamme di raggiungerlo, balzando di lato verso la finestra distrutta.
    Ottimo, gli avevano semplificato notevolmente le cose. Si voltò a fissare il mezzodrago con sufficenza, divertendosi nel constatare come quel tipo non amasse farsi gli affaracci suoi.
    "Ti ucciderò Zero, ma adesso ho qualcosa di più importante a cui pensare"
    Detto ciò si scagliò all'interno dell'edificio, schizzando tra le stanze e guizzando da un vano all'altro, del tutto silenziosamente e con l'agilità di un felino volante. qualcuno o Qualcosa doveva essersi divertito a giocare con l'acqua da quelle parti, si parava di fronte ai suoi occhi un divertente spettacolo di devastazione. Una soddisfazione infinita, quasi eccitante, lo pervase quando notò frammenti di oggetti di strutti e gente che si adoperava per recuperare il recuperabile. Chiunque fosse stato a combinare un macello simile doveva assolutamente ricevere la sua approvazione, non solo gli stava facilitando il lavoro ma stava realizzando uno dei suoi più grandi sogni: la visione di una città dei corvi ridotta in briciole e schegge.
    Nel mentre che le sue ossa terminavano di rigenerarsi, staccò un altra punta dalla scapola sinistra infilando gli artigli nel pelo e poi nella carne.
    Un rivolo di sangue scivolò fuori dai tessuti, mentre la ferita si rimarginava e le sue zampe posteriori facevano forza per restare conficcate sul soffitto di una delle stanze deserte. Qualcuno p'aveva certamente visto passare, ma per lui non era minimamente un problema. A parte Zero erano pochi quelli che lì dentro potevano tenergli testa.
    Quando atterrò con leggerezza sul pavimento stringeva fra le dita un'aguzza cuspide d'osso, la cui punta ricurva prometteva squarci a sfare.
    Adocchiò qualche essere metallico, chiedendosi perché costruissero entità erivstite d'armatura, così goffe e pesanti. Con marmaglia simile non sarebbero nemmeno riusciti a sfiorarlo. D'altro canto doveva stare attento a non esagerare con le proprie lame, sperava che non avrebbe dovuto generarne un'altra così presto ma finché non danneggiava troppo il proprio corpo non vi sarebbero stati problemi.
    Corse tra i vallatoi, i saloni e la gente sconvolta, sorridendo in maniera più che maniacale. Se andava avanti così altro che eccitato, gli sarebbe salita alla testa quell'emozione e sarebbe successo il delirio più indiscussamente assoluto.
    "Disperatevi, è giusto così!" esordì, balzando addosso ad un piccolo coboldo ed afferrandolo prima che questo potesse rendersi conto di cosa stava accadendo e lanciandolo addosso ad un altro essere, più alto e peloso, in piedi accanto a lui.
    Ridacchiando riprese la sua corsa sfrenata, continuando imperterrito a scagliarsi da una parte all'altra senza ritegno alcuno.
    Arrivò nell'unico luogo dove sembrava la devastazione non fosse arrivata, o meglio non del tutto; una bestia imponente e molto nera si trovava al centro dell'attenzione, con vari sguardi puntati su le sue tenere squamette e sul suo sguardo glaciale. C'era di tutto e di più lì, da nanetti a folletti, da gente vestita in camice a umani che farfugliavano spiegazioni a casaccio nel tentativo apparente di evitare le zanne della creatura per qualche ragione. Che fossero stati loro a combinare il disastro?
    Gli esperimenti erano sfugiti di mano? Sarebbe stata una soddisfazione altrettanto grande, ma lo pizzicava di più l'idea che qualcuno da fuori fosse venuto con i suoi stessi intenti.
    Ne era sicuro, quella era Xarza. Non l'aveva mai vista prima d'ora, ma le descrizioni su di lei erano chiare e dettagliate.
    Era l'unico essere lì da cui sarebbe dovuto stare alla larga, per quello che ne sapeva.
    Non fu in grado di trattenersi però, anche il suo corpo era guidato dalle sue stesse emozioni e non riusciva a non scrutarla con sprezzo.
    "Oh la regina nera! Che c'è, per farti il bagno avevi bisogno di un'intera torre? Certo, è pur vero che la tua vanità è nota in ogni terra conosciuta e sconosciuta, ma arrivare a distruggere i vostri stupidi esperimenti per scialacquarti le squame mi sembra troppo"
    -Void- digrignò i denti in un sorriso, attorcigliando la coda ad una zampa posteriore e inclinando il busto di diversi gradi. Sui suoi occhi un bagliore maligno riluceva in direzione della dragonessa, mentre si preparava a saettare via.
    Avrebbe quasi preferito rispettare il suo primo piano, fingersi Void per creare zizzania e incertezze e confondere tutta quella gentaglia instillando in loro paura per il lemuriano, ma rovinare la sua reputazione in quel modo già era abbastanza appagante. Inoltre non era in lui lo stile furtivo.


    Aesingr ascoltò la dragonessa con la sua solita espressione tranquilla sul muso, ma il suo sorrisetto si spense quando sentì cosa avevano intenzione di fare con lui. Non diede minimamente l'impressione di starsi preoccupando, infatti non era minimamente interessato a cosa gli avrebbero chiesto o fatto. Il punto era che aveva paura che si potesse realizzare ciò che temeva e che Egenna finisse nella sua stessa situazione.
    Sollevò leggermente la testa, cercando attorno qualcosa che potesse risultargli utile.
    "Ma... non ho niente da nascondere dragonessa! Mi chiamo Aesingr, non vedo perché dovrei mentirti. In quella terrazza ci sono finito per caso, ho solo sbagliato strada... e Egenna è..."
    Esitò un attimo. Che avrebbe dovuto dire?
    La pazza scatenata che ha scagliato il pugnale al vostro tipo vestito strano? La mia compagna di canzoni? La più folle umana di Kengard? La mia migliore amica?
    "Egenna è... la... la tipa che è entrata con me. Siamo finiti qui per puro errore, davvero! Combino sempre qualcosa di sbagliato, stavamo andando alla città degli alberi ma mi sono confuso durante il percorso. Mi dispiace di avervi fatti arrabbiare, rimedierò a tutto se lasciate stare Egenna. Per favore!"
    Evitò di dire l'umana, sembrava che lì ancora non fosse arrivata la voce di chi fosse realmente entrato nella torre. Meno informazioni dava e più sarebbe stato difficile trovare Egenna, anche se non aveva la più pallida idea di cosa dire per aiutarla, ovunque si trovasse. Doveva raggiungerla al più presto.
    Individuò qualche oggetto contenente acqua lì intorno, ma era davvero troppo poca per essergli d'aiuto. Inoltre non era in condizioni ottimali, non era sicuro di riuscire neanche a far scivolare fuori una gocciolina da un bicchiere.
    Provò a ripensare a qualche giorno prima, a Kerus, quando quel cacciatore voleva uccidere il draghetto di cui si era fatto carico di fronte ai suoi occhi. Quella sensazione, unita al timore che potessero fare del male ad Egenna, avrebbe dovuto accendere in lui abbastanza voglia di reagire da impedirgli di pensare all'incolumità dei presenti e tirar fuori tutta la forza che aveva.
    Per il momento, però, sentiva soltanto il nervoso crescere. Questo non gli permetteva di concentrarsi sulle sue energie, intontito com'era a malapena poteva avvertire la presenza dei vari punti in cui l'acqua era concentrata nella stanza.
    Tese le orecchie, sperava di non sentire Egenna chiamarlo dall'altra parte della porta. Il timore più grande che lo attanagliava era proprio quello che lei lo cercasse e finisse nei guai per quello. Si sarebbe sentito in colpa per sempre.
    "Sbrigatevi, credo di essere già in ritardo. Sono sempre in ritardo, sia nel darle risposte che fisicamente, non devo farla arrabbiare o saranno problemi seri!" disse, accennando un altro sorrisetto. "E poi non voglio farvi del male nel tentativo di fuggire, spero di non aver ferito nessuno prima"
    Aes era sincero, a parte riguardo ad Egenna aveva detto tutto quello che era realmente successo e come stavano le cose.
    Ripensando poi a quello che gli stava chiedendo, il suo musetto si incupì leggermente. Nebbia? Avevano a che fare con la nebbia anche loro? Se era finito nei casini per colpa loro gliel'avrebbe fatta pagare cara, come minimo gli avrebbe rubato le scorte di cibo per un anno! Sperando che ci fossero delle alghe, perché senza le alghe non poteva vivere. Gli veniva l'acquolina solo a pensarci.
    "Avete... avete delle alghe? Inizio ad avere un po' di fame..."

    Edited by Aesingr - 26/1/2018, 17:41
     
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    Zero e non-Void stavano combattendo selvaggiamente, ma il falso void raccolse una strana pieta caduta da chi sa dove e la "assorbì" nella carne, per poi fuggire all'improvviso.
    "no! Fermo!
    Fece Zero lanciandosi all'inseguimento, ma perse il falso void tra i vicoli dei laboratori allagati dalla follia di Aesingr.
    "Maledizione... Devo trovare subito Xarza, abbiamo uno stato d'allerta di prima priorità."
    Fece il progenie prima di mettersi a correre.

    Intanto...

    Mentre void girava in tondo alla ricerca di Genna Xarza fulminava con lo sguardo falso void furiosa, era veramente infervorata, non sapeva che non era il vero Void, ma il falso void non avrebbe mai dovuto fare infervorare la terribile regina nera; ovvero Xarza.
    "STUPIDA SCIMMIA!"
    Fece lei prima di tirargli una zampata che probabilmente lo avrebbe schiantato al suolo lasciando l'impronta del suo corpo per terra se lo avesse colpito, tanto questo di certo non avrebbe ucciso il vero void.
    "quello non sembra Void... Ha sempre rispettato Xarza, la regina nera, possibile che sia impazzito del tutto?"
    Commentò un Koboldo, che passava lo straccio, rivolta a Egenna scambiandola per una collega.

    Intanto...

    Aesingr continuava a dire cose, forse non aveva capito come era messo male in quel momento.
    "oh ma povero, mi spiace ora ti libero subito... Mi credi una stupida? Ti converrà essere più convincente con le prossime domande, e non me ne importa nulla che hai fame o che sei in ritardo.
    Ora mi assicurerò che tu capisca il concetto.

    Fece calma e autoritaria Tirax rovistando tra gli attrezzi.
    La dragonessa prese una pera, così chiamata per la forma simile a quella del frutto stesso con cui condivideva il nome.
    Quel aggeggio metallico era uno strumento che amava: andava inserito al interno di una cavità, come bocca o altri pertugi, e facendo girare la manovella della vite al centro dello strumento in modo che essa si aprisse come un fiore o un ombrello, allargandosi all'interno del pertugio scelto provocando forte sofferenza.
    Inoltre quel modello aveva piccole borchie per aumentare il dolore provato dalla vittima della tortura.
    Era un buon strumento, ma non quello che voleva usare ora, quindi cambiò idea dopo averlo esaminato pensando.
    Rovistò ancora, uno stritola crani, una sega da amputazione, una piccola mazza chiodata, martello pestacarne, una ciabatta mammesca di Xarza, Ferri da arroventare, un enorme [CENSURE], filo spinato, una frusta, un gatto a nove code, rasoio gillette a 9 lame, qualche strumento chirurgico o di sutura, lacci e corda, un arnese stranissimo e quello che Tirax cercava.
    "No, Tirax! Quello è troppo crudele!"
    Fece Dr.Nessuno guardando la dragonessa terrificato da lei, mentre questa reggeva quel arnese con un ghigno malvagio.
    Eccolo, lo strumento di tortura con cui avrebbe ottenuto la "verità", poiché stringeva in zampa quell'oggetto spaventoso; un enorme piuma di rok delle nevi, una piuma d'infinita morbidezza e solletico assicurato.
    "Ora mi dirai la verità. Per chi lavori? Eh!? Per la nebbia!? Per il governo Kerus? Rispondi o ti solleticherò tanto da farti desiderare di morire!"
    Fece lei cominciando a solleticargli sotto una zampina con crudeltà inaudita.

    Edited by Aesingr - 11/2/2018, 07:19
     
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    Splendore celeste

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    @Aes: dovevo solo procedere lungo un corridoio... lasciami un po' di gore per allungare la solfa XD Per il resto ho parlato solo di "recenti contusioni"... quel macchione di sangue è perché te avevi scritto: "Il vortice d'acqua investì anche quel pezzo di metallo giunto dal nulla con in mano la sua arma, ma questa si era piantata con forza fra le sue squame lacerandole vistosamente". Direi che il melodramma sei stato te a richiamarlo ^^"

    @Snaar:
    CITAZIONE
    ...e hai toccato il liuto di Genna, penso non uscirai vivo da qui *parte musica fiera mentre Genna avanza*

    PREPARATI XD

    < Così, quatto quatto si avventurò per i corridoi meno illuminati,
    Nascondendosi nell'ombra ad ogni accenno di passi isolati.
    Solo quando Bruck trovò delle scale di servizio,
    Capì che, di dove andare, non aveva alcun indizio:
    Abbatté due sentinelle a guardia di una porticina,
    In cui Bruck si affacciò, scoprendosi in una cucina.
    "Poco male. - pensò - Se non trovo il tesoro di sua signoria,
    Posso sempre andarmene con la sua argenteria!"
    >
    continuava a cantare Genna.
    "Ragazzina... bel palazzo.." continuava a rompere le scatole, Bruck Mano-Lesta.
    Non era del tutto certa se gioire per essere riuscita ad iniziare quel canale di comunicazione con lui o maledirsi per aver aperto la sua mente ad un altro psicopatico come Thorn. Se aveva scelto Bruck era perché non riusciva a pensare nessuno meglio di un ladro per aggirarsi indisturbato in un palazzo sconosciuto, ma per quanto scaltro la sua leggenda assicurava che fosse, i suoi pensieri non facevano altro che farlo sembrare un emerito imbecille.
    "Sei rude, ragazzina! Tu vuoi... oro di solito... piani superiori"
    Ma di cosa stava parlando? Che vaneggiava a fare? Lei non le aveva ancora chiesto nulla!
    "La tesoreria, ragazzina! Tuo travestimento... ottimo. Puoi.. girare..?"
    "Non devo rubare alcun tesoro, Bruck..."
    "Pietre preziose..?"
    "Neanche, devo..."
    "Armi... magiche..?"
    "No, è che..."
    "Pozioni..?"
    "BRUCK!
    - non credeva che fosse possibile urlare mentalmente, eppure... - Devo solo salvare un amico che è stato catturato"
    Nessuna risposta.
    "Bruck?"
    "Pergamene.. incantate..?"

    Argh! Gli avrebbe tirato una pedata sugli stinchi se ce l'avesse avuto davanti!
    "Vuoi... ladro... intrufolarti in una prigione?"
    Oh finalmente l'aveva inteso! Per un po' non ebbe alcun tipo di risposta e Genna temette che il contatto si fosse interrotto, che lo avesse sopportato per nulla. Dopo poco però cominciò a sentire una strana risata intermittente. Si guardò intorno chiedendosi chi fosse il pazzo che sghignazzava a quella maniera, solo per rendersi conto che era proprio Bruck che stava ridendo.
    "Ragazzina, con t.. non ci... annoia mai!"
    "Smettila di chiamarmi ragazzina!"

    Quella strana risata mentale sembrò acuirsi.
    "Sono morto... secoli fa. Tu per me... bambina"
    Genna aspettò più o meno pazientemente che Bruck smettesse di ridere. Strizzò il cencio e dell'acqua leggermente rosata cadde dentro un secchio. Per un istante si chiese il perché di quel colore, ma subito capì di non volere alcuna risposta.
    "Bruck, cosa devo fare?"
    "Adesso nulla... serve.. diversivo"
    rispose prontamente.
    Certo, era sola in una stanza piena di gente... quanto poteva essere difficile distrarre tutti i presenti e scappare dall'altra parte?
    "Sarcasmo non... necessario. Potresti... ad esempio..."
    E il falso Void arrivò: caos, casino, roba random, etc.
    "...ad esempio questo! CORRI!"
    E Genna rimase immobile. All'inizio pensò che il nuovo arrivato fosse il tizio che si era introdotto nel castello insieme a lei ed Aes (controluce non era riuscita a distinguere la forma), poi osservò meglio le sue fattezze e... ci capì meno che niente. Era Void quello? Si era accorto dell'inganno e l'aveva seguita fino a quella stanza? L'aveva trovata..?
    "Diversivo... DIVERSIVO!"
    La scimmia cominciò a parlare, i suoi modi di fare erano diversi da quelli di Void. Un coboldo al suo fianco le passò uno straccio e confermò i suoi sospetti. Il drago nero rispose immediatamente, era stata chiamata "regina nera" dalla scimmia, sicché era lei che si era "occupata" di Aes..?
    "RAGAZZINA!" la chiamò Bruck.
    Giusto, non era il tempo di pensare! Genna lasciò cadere a terra lo straccio e il coboldo si girò verso di lei piuttosto perplesso.
    < Scusa, non posso continuare... - disse ad alta voce al coboldo, smettendo solo in quel momento di cantare - ho troppa paura. >
    Lo aveva detto con un'espressione troppo seria? Oh, non aveva importanza... la frase era abbastanza random per sorprendere quella creatura e fare in modo che la lasciasse andare senza capire che stesse succedendo. Non aspettò di essere richiamata di nuovo all'ordine da Bruck: se la diede a gambe, simulando un attacco di panico. Cercando di evitare di attirare l'attenzione dei due contendenti, Genna si portò dietro il drago nero (era la cosiddetta regina nera? Xarxa, l'avevano chiamata?) e si intrufolò nel corridoio alle sue spalle. Il tutto fu accompagnato dalla stupida risata mentale di Bruck.
    "Taci, Bruck" gli intimò infastidita.
    "Confusione, devi... confusione..." le consigliò quando finalmente smise di sghignazzare.
    Inizialmente Genna si chiese cosa intendesse, ma poi le venne in mente un'idea tanto folle quanto geniale.
    "Spesso sono le.. migliori" approvò Bruck.
    < Ci attaccano! Ci attaccano! Altri nemici sono penetrati nella grande sala! > urlò come una pazza, mentre correva verso chissà dove.
    Svoltò l'angolo ed entrò in un altro corridoio.
    < Aiuto! I nemici sono arrivati fino al terzo piano! Alle armi, compagni! >
    Al successivo...
    < Sono troppi! Xarxa comanda a tutti di armarsi e proteggere il castello! >
    E così via: ad ogni corridoio una storia diversa.
    < ...minacciano il laboratorio principale! >
    < ...neanche il quinto piano è salvo! >
    < ...la sala del tesoro! Ahimé! >
    < ...stanno attentando alla vita della regina nera! >
    < ...un esercito alle porte della torre! >
    < ...tradimento! I nemici sono vestiti come noi! >

    Altro che confusione... quello a cui puntava era il caos nudo e crudo. Se le persone nelle stanze ai lati dei corridoi non fossero usciti di lì senza sapere che pesci pigliare, Genna non sapeva cos'altro poteva fare di meglio.
    "Ci sai fare, ragazzina... dovresti farlo... tempo pieno..."
    Smettendo di cantare il contatto con Bruck aveva cominciato a deteriorarsi, ma come con Thorn stava svanendo in maniera graduale. Forse aveva del tempo per altri consigli, per il momento i suoi metodi sembravano funzionare...
    "Ragazzina di... malafede.."
    "Ora dove devo andare, Bruck? Dove avranno nascosto Aes?"
    "Le segrete... dovrebbero... di là, forse.."


    Edited by Tirannosaurorex - 5/2/2018, 15:20
     
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    CITAZIONE (Tirannosaurorex @ 2/2/2018, 00:39) 
    @Snaar:
    CITAZIONE
    ...e hai toccato il liuto di Genna, penso non uscirai vivo da qui *parte musica fiera mentre Genna avanza*

    PREPARATI XD

    Non capisco, non mi avevi chiesto di non toccare quel liuto?
    Comunque sono stato molto magnanimo, la prima idea che ho avuto è stata quella di provare a suonarlo e rompere maldestramente una delle corde. E c'è ancora la tentazione di andare ad editare...


    Snaar aveva potuto osservare la tenzone, e farsi un'idea piuttosto precisa dei due rispettivi stili di combattimento. Uno era veloce ma avventato, l'altro aveva uno stile molto più difensivo e raramente prendeva l'iniziativa, preferendo i contrattacchi quando se ne presentava la possibilità. Entrambi potenziavano i propri colpi con energia magica o elementale, e probabilmente neutralizzando quell'energia non sarebbe stato difficile sopraffarli fisicamente con un attacco improvviso.

    Rimase totalmente spiazzato dalla mossa del lemuriano, quando questi si svincolò dal combattimento entrando nella torre e correndo via all'interno dei corridoi. Si trattava di un vigliacco, di uno squilibrato, o era una mossa studiata fin dall'inizio?
    Poco faceva differenza, le risposte che attendeva, e soprattutto quella pietra da indagare meglio, si stavano in quel momento allontanando con quell'individuo.
    A questo punto, Snaar non poteva più osservare lo svolgimento degli eventi rimanendo neutrale. Se il lemuriano - che Void aveva detto di chiamarsi - fosse sopravvissuto, chissà se e quando lo avrebbe reincontrato. Se invece fosse stato catturato, quella pietra poteva passare di mano e finire in mano all'organizzazione proprietaria di quell'edificio, e sarebbe poi stato anche più difficile riavvicinarsi ad essa.
    Il progenie si lanciò al suo inseguimento. E Snaar decise di entrare con lui.
    "Zzero, vi chiamate? Il mio aiuto vi offffro, ma vivo lo dobbiamo prendere, cossse ci sssono che mi deve ssspiegare"... Zero però si era già allontanato senza dargli risposta; lo sentì solo blaterare qualcosa riguardo a trovare una certa Xarza e subito... e quel nome, chiunque fosse, era meglio non scordarselo finchè fosse rimasto in quel luogo.

    Si osservò attorno, pareva non esserci nessuno nè sopra nè sotto. Rinfoderò le daghe tenendo solo la spada nella mano destra, e planò al piano allagato sottostante. Si guardò attorno e quel che vide fu un boccone pesante da mandar giù.
    Rastrelliere con armi di ogni tipo, apparati alchemici rotti, embrioni e campioni organici di varie specie animali e vegetali (molte delle quali non aveva mai visto), nonchè di specie ibride, erano riversi sul pavimento allagato. Un mantello con la figura di un corvo, parzialmente inzuppato d'acqua, giaceva ancora appeso ad un appendiabiti ribaltato.
    Nella stanza accanto, cadaveri con parti metalliche impiantate su di essi.
    Non vi erano dubbi su che luogo fosse quello: si trattava del laboratorio magico dell'organizzazione che usa come simbolo i corvi. I tasselli combaciavano, questa fazione pratica riti magici oscuri e quella scimmia che lo aveva attaccato si trova qui per conto di un'altra fazione... che controlla quella pietra. Ma che altra fazione poteva essere?
    Un'idea gli balenò in mente, lui sarebbe riuscito a fingersi un membro dell'organizzazione del corvo? Magari un ibrido creato da loro? Dopotutto la scimmia che lo aveva attaccato sembrava avere avuto proprio questo dubbio... Raccolse il mantello (il suo era rimasto all'esterno sul ballatoio) e se lo mise al collo, tenendo le ali libere, e prese quello che probabilmente sarebbe stato il percorso più sgombro da trappole e nemici. Seguendo la strada che immaginò avesse percorso il drago nella sua furia devastrice, iniziò a camminare per le varie stanze semidistrutte.
    In quella successiva vi erano tre coboldi intenti a pulire i banchi ed a recuperare quanto poteva ancora essere salvato. Un coboldo gli fece cenno di avvicinarsi "Tu, puoi aiut...".
    Tre avversari tutto sommato deboli, questa era l'occasione giusta per verificare se il suo lasciapassare reggeva, senza correre rischi eccessivi. Se non avesse funzionato, li avrebbe semplicemente messi ko.
    "Zzero ha ordinato," gli rispose "l'umana trovare devo. Se dov'è non sssai, taci. Altrimenti, da Xarza..." Non fu necessario aggiungere altro: l'espressione di terrore che si dipinse sul volto di quel coboldo al nome Xarza bastò a confermare che le intuizioni erano corrette: con il mantello e con quei nomi avrebbe potuto muoversi senza troppi ostacoli, a patto di non avere la sfortuna di trovarsi proprio davanti a tale Xarza.
    Proseguì camminando per svariate sale, tirando dritto per la sua strada come se stesse realmente cercando quell'umana come aveva detto (ma stava in realtà cercando il lemuriano). Il suono dei suoi passi nelle pozzanghere precedevano il suo ingresso in ognuna di esse, e l'eco che tornava indietro a sua volta gli permetteva di sapere in anticipo se e quanti esseri avrebbe trovato nella stanza successiva. Ognuno di essi però lo lasciò procedere, continuando le proprie attività senza fare o dirgli alcunchè.
    Fino a quando, un corridoio aveva in serbo una sorpresa. Dall'eco dei suoi passi avrebbero dovuto esserci sette persone in quel vano. Alla vista però se ne contavano solo 6. La settima se ne stava immobile di fianco ad una porta, come se fosse di guardia ad essa, ma era del tutto invisibile. Non era affatto una bella notizia, ma se c'era il modo di diventare lui invisibile, questa sarebbe invece stata una grossa opportunità.
    Anche questa volta proseguì senza indugiare, e non venne fermato.

    Potè procedere per diverse altre stanze, prima di fermarsi preda di una pessima sensazione. Tre stanze oltre la sua c'era un grosso assembramento di creature (tanto che ne sentiva chiaramente i rumori, prima ancora che per l'eco dei suoi passi). E c'era qualcosa di grosso tra di loro... un drago. Diverso da quello che era passato dalla vetrata.
    L'istinto consigliava di non passare da quella stanza, vi erano invece delle scale che salivano ai piani superiori e sembravano meno pericolose... e Snaar le salì, sperando che quel drago non si fosse accorto di lui e del suo cambio di percorso, pur non sapendo cosa lo avrebbe atteso al di là di quei gradini (e poteva esserci anche di peggio).
     
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    Il drago azzurro che puzza di pesce

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    Eh... sapessi

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    -Void- scrutò Xarza con fare di scherno, muovendo la coda con leggerezza. Si, quella era decisamente una dragonessa pericolosa, fortunatamente conosceva il suo temperamento e fu facile prevedere la sua reazione.
    Evitò il colpo passandole praticamente sotto, schizzando a tutta velocità verso il corridoio adiacente che gli pareva leggermente più stretto. Nei cunicoli meno spaziosi quella pazza ci sarebbe passata meno facilmente, quindi scelse la via dei loschi pertugi.
    "Qui la stupida sei tu, se speri di averla vinta con me! Anzi... con noi!"
    Corse all'impazzata, fiondandosi da un lato all'altro dei corridoi sfruttando qualunque appiglio per restarsene in alto e lontano da possibili aggressioni di massa.
    Per il suo fisico era facile quanto caminare, e lo era altrettanto il volteggiare sinuosamente da una parete all'altra come fatto di piume.
    Si accorse che, manmano che avanzava, incontrava sempre più movimento. Inizialmente se ne curò poco, poi qualcuno lo adocchiò e gli piantò lo sguardo addosso.
    Void sicuramente non si muoveva in quel modo, aveva un diverso p ortamento ben più professionale.
    Bene, meglio così. Non avrebbe dovuto spiegare che non era quello vero almeno.
    "Ioohoo... io son Void si son io...
    vi getterò tutti quanti nell'oblio,
    della vostra amata torre farò poltiglia...
    lasciandovi sprofondare nella fanghiglia!
    In questo torbido acquitrinio,
    dove non v'è raziocinio,
    solo istinto e becera follia,
    conoscerete... l'agonia!"
    -Void- cantava fiero, accompagnando le urla impazzite della gente sotto di sé che si muoveva frenetica. Ad un certo punto urtò per sbaglio un tizio intento a soffiare con una specie di trombetta, qualcosa che doveva servire da segno d'allarme, e gliela infilò dritta su per la gola. Era un mezz'orco con un grosso testone, e una bocca altrettanto ampia. La scena era esilarante, ma non poteva fermarsi a ridergli in faccia o avrebbe attirato troppa altra gente e ulteriori sguardi potenzialmente dannosi.
    "Chiedo scusa!" esclamò, sghignazzando e riprendendo la corsa sfrenata verso solo lui sapeva cosa. Parlavano di intrusi, doppiogiochisti, infiltrati, ladri, mercenari...
    non era neanche entrato e aveva già scatenato quel putiferio? Incredibile, totalmente incredibile. No, qualcun'altro stava certamente aiutandolo a sua insaputa, anche se lo stato d'allerta così sarebbe cresciuto ancora e non sapeva fin quanto sarebbe andato avanti prima che qualche sistema di sicurezza interno venisse attivato. Certo, con quella gente fra i corridoi era probabile che avrebbero prima permesso un'evaquazione, quindi aveva tutto il tempo che voleva.
    Doveva trovare l'autore di quel macello, sarebbe potuto risultargli molto utile. In fondo, come dice Aes, due è meglio di uno!

    Aesingr, per l'appunto, era impegnato nell'aver a che fare con quei due pazzoidi. Era mai possibile che nessuno lo ascoltasse quando parlava? Non era la prima volta, in realtà.
    Le cose degenerarono molto rapidamente
    , quella dragonessa non pareva intenzionata a credergli nonostante lui si stesse sforzando per farle capire che non stava mentendo, e lo minacciò in maniera più diretta e pratica. La sentì maneggiare oggetti vari e si chiese cosa accidenti stesse combinando, ma da quella posizione gli restava scomodo guardarsi la coda e piegare il collo nonostante fosse l'unico segmento del corpo libero dalle catene. Anche le ali erano tenute schiacciate contro i suoi fianchi, quei tizi non volevano proprio che fuggisse a quanto pareva.
    Non capì subito quali fossero gli intenti di quella dragonessa, ma lei iniziò a stuzzicargli una zampa con qualcosa di molto morbido e sottile, che inizialmente non gli provocò nient'altro che un lieve prurito. Questo poi iniziò a farsi sempre più fastidioso, e la sua zampa iniziò a sensibilizzarsi a quel tocco e a provocargli un crescente senso di... voglia che smettesse. Non potendo ritirare la zampa iniziò ad agitarsi, tirando le catene ma facendosi male quando queste premevano sulle ferite. Probabilmente, fosse stato nel pieno delle forze non avrebbe faticato molto a scappare; quei tagli e le botte che aveva preso però gli rendevano difficile ribellarsi, e se avesse provato mezzi più bruschi avrebbe fatto del male a qualcuno e soprattutto, anche se di secondaria importanza, a se stesso. Non poteva trattenersi in eterno però, anche perché stava diventando insopportabile e dopo qualche secondo un lieve ruggito gli uscì dalla gola. Questo venne seguito da uno moderatamente più forte, che culminò in una specie di grugnito mentre cercava di trattenersi. Non poteva fare confusione, se l'avesse sentito Egenna sarebbe stato un problema. Non era semplice, ma era fondamentale affinché lei non arrivasse fin lì. C'era anche il caso che, mirando a lei, lo stessero trattenendo in quello strano luogo proprio per attirarla.
    "Kerus? Quella città è una pazzia! Non... non lavoro per nessuno! Cosa significa poi? Basta, basta è insopportabile! Aahrg!"
    Voleva coprirsi la bocca con le zampe o le ali, ma essendo inchiodato su quel giaciglio poteva fare ben poco per impedire ai versacci di uscire. Strinse le dita della zampa bersagliata, cercando per quanto possibile di afferrare l'oggetto e trattenerlo fra gli artigli, mentre il suo corpo le provava tutte pper ritrarsi.
    "Non voglio combattere con te, smettila!"
    Strizzò le palpebre, più quella tortura continuava e più sensibile al tocco la pelle sotto le squame si faceva. Quella maledetta cosa si infilava sotto lo strato superficiale protettivo, andando a sfiorare la cute sottostante. Era tremendo, così non poteva andare avanti per molto.
    Doveva reagire, Egenna stava correndo un enorme rischio.

    Se nel prossimo post raduniamo in qualche modo -Void-, Snaar e Genna, succede il putiferio... cioè ancora di più :yea:
    Dai dai xD
     
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87 replies since 30/12/2017, 02:16   1848 views
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