Credo di aver sbagliato strada

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Il drago azzurro che puzza di pesce

    Group
    Condottiero
    Posts
    5,293
    STIMA
    +595
    Location
    Eh... sapessi

    Status
    Offline
    Aesingr arriva non si sa da dove, comunque da Itios. Tanto c’è Tira che non è pigra e linkera al posto mi… emh, va bene dai:
    arriva da Questa role con molto senso


    Sembrava un secolo da quando aveva lasciato Itios, e aveva attraversato si e no mezza isola. Perché tutti i draghi sapevano volare tranne lui? Perché si sentiva così fuori dal mondo appena si alzava di una trentina di metri da terra e si ricordava di non esser stato –progettato- per volare ma per nuotare?
    Perché, nonostante tutto, ancora si sentiva insicuro nel portare Egenna sulla schiena? Per qualche ragione ad ogni minima variazione di corrente, ad ogni suo minimo cenno di cedimento, gli sembrava di percepire Egenna che precipitava giù a picco.
    Se voleva restare incolume non poteva farla cadere, c’erano già troppe cose che aveva in debito con lei. Un po’ meno dall’inizio del suo strano e sconclusionato viaggio al suo fianco, ma… si, erano varie ancora le cose da non dimenticare.
    Dimenticare… quanto cavolo ci avrebbe messo ancora per far tornare alla sua mente qualcosa? Ormai si era abituato, sembrava non importargli quasi più, come se ormai l’oblio facesse parte integrante di lui e avesse accettato di rassegnarsi a quello che avrebbe appreso d’ora in poi.
    Qualcosa invase la sua mente mettendosi in cima ai pensieri, quindi qualunque altra cosa andò a farsi benefottere.
    “Acqua!”
    Al suo sguardo si presentò un grande acquitrinio, così ampio che sembrava estendersi fra i monti fin dove la vista non poteva giungere, e a lui interessava solo un fattore di quella visione: acqua.
    Scese verso il basso e mise i piedi per terra, scivolando vergognosamente su una ninfea bagnatissima (grazie al ca…volo…) e pendendo particolarmente di lato, riprendendosi giusto in tempo.
    Egenna era ancora lì, non era caduta, per fortuna.
    “Acqua!”
    Si guardò attorno. Voleva chiedere ad Egenna di scendere così lui si sarebbe fatto un bagno, ma era tutto così… melmoso, verde strano, lugubre… non era proprio il più felice dei luoghi; era una palude, del resto.
    Anche una palude però avrebbe avuto di che lamentarsi in un luogo simile, il cielo sembrava adombrarsi di nembi grigiastri man mano che ci si addentrava più all’interno, e i colori non troppo rassicuranti dei dintorni non erano un buon invito.
    Non lo era neanche il rumore di acqua in movimento, di foglie che si scostano e di un essere ringhiante che schizzò fuori d’improvviso da una manciata di canne che fuoriuscivano dall’acqua torbida e fangosa, mma dettagli.
    Aesingr ebbe appena il tempo di accorgersi delle sue fattezze tentacolose, delle squame nere di cui era rivestito e della grossa bocca con sopra due occhi che sicuramente dovevano esserci ma a lui non parve di notare. Il mostro si gettò su di loro famelico, e il drago corse in avanti con uno scatto che da lui non ci si sarebbe mai aspettato. Motivo per cui anche Egenna, che non se lo sarebbe aspettata, decollò abbastanza indietro. Abbastanza, abbastanza tanto, fino a scivolare giù.
    Ad Aesingr non importava se quel mostro voleva mangiarlo, non importava se gli avrebbe staccato un’ala o altri pezzi vari, Egenna non doveva cadere. La afferrò con la coda, che fortunatamente si flesse con sufficiente rapidità riuscendo a tenerla su prima che si inzuppasse tutta. Non le piaceva volare, sicuramente non le piaceva neanche nuotare. Poi quelli che erano con lei sulla barca, usando una barca, probabilmente evitavano di bagnarsi e anche lei doveva considerare quel principio come valido. Un motivo doveva pur esserci se usavano… una barca, no?
    Nonostante tutto, Egenna restava umana. Quasi se ne dimenticava a volte.
    Il suo astio nei confronti umani si era leggermente affievolito ultimamente, non tanto perché avesse visto combinare loro qualcosa di buono quanto perché non li aveva ancora visti fare niente di sconcertante da quando si era addentrato più nel mondo urbano a suo malgrado.
    Ripensare a quegli ultimi giorni in effetti gli faceva fare molti viaggetti mentali, erano passati pochi giorni ed erano cambiate innumerevoli cose.
    Tira… se penso che Aes e Genna non hanno ruolato più di quattro o cinque giorni da quando hanno iniziato… piglia troppo strano ^_^ e nulla, dovevo dirlo

    Era oltremodo felice degli ultimi avvenimenti, scombussolato ma appagato.
    Egenna comunque era ancora attaccata alla coda, per fortuna. Riuscì a muoversi abbastanza velocemente e questo gli permise di sfuggire all’aggressione della creatura. Si alzò dunque in volo, pur sapendo che stava per compiere una follia.
    Non era mai riuscito a balzare e a disporsi in un assetto aereo efficace in maniera istantanea, senza usare la coda sarebbe stato tragico. Detto fatto, una mezza capriola e una virata con rotazione carpiata lo convinse che ancora conosceva piuttosto bene il proprio corpo, di cui non c’era da fidarsi.
    Per cause fortuite e completamente indipendenti dalla sua volontà riuscì a restare rasoterra, avendo la possibilità di spingersi con le zampe e di rimettersi in volo in maniera –quasi ottimale-.
    “Ehm… tutto bene?”
    Girò leggermente la testa di lato, ritirando fuori uno di quei suoi sorrisetti squamosi alla drago marino.

    Nebbia, adesso pure la nebbia. Una coltre di etereo miasma scuro avvolgeva quelle lande paludose, obbligandolo a chiedersi dove caspita fosse andato a finire e a strizzare gli occhi per cercare di focalizzarli su qualcosa. Arresosi all’impossibilità di scorgere qualsiasi forma d’esistenza a qualche centimetro dal suo naso provò ad affidarsi al suo udito proverbiale, con il costante terrore di ritrovarsi a dover salvare di nuovo Egenna –e quindi se stesso- da attacchi loschi che potevano sbucare in qualunque momento.
    Proseguì diversi altri metri, non era il caso di fermarsi lì dentro. Ad ogni modo cominciava a sentire il peso della gravità, le sue ali erano piuttosto stufe di trasportarlo in giro con un carico, seppur lieve, sul dorso.
    “Egenna… dovrei fermarmi, so che l’idea non è allettante ma…”
    Qualcosa si manifestò, quasi improvvisamente, di fronte a loro; alte ombre delineavano delle grosse sagome in mezzo alla nebbia, e la prima cosa che gli venne in mente fu una versione ultraabnorme dell’affare che avevano liquidato poco prima.
    Avvicinandosi però capì trattarsi di strutture solide e immobili, fortunatamente.
    Senza dubbio costituivano una fonte di domande e di dubbi abbastanza leciti, in un luogo come quello cosa ci facevano delle costruzioni del genere? Non ne aveva mai viste di così ampie, ma era sicuro si chiamassero torri.

    Per un attimo gli venne voglia di fermarsi a riflettere, ma poi si guardò indietro. Lo sconforto lo assalì quando si accorse che alle loro spalle c’era solo del grigio infinito, non che non se ne fosse accorto prima ma pensare quanto si erano addentrati all’interno di quella situazione poco simpatica non era per nulla rassicurante.
    “Io dico sia il caso di andare avanti, si si”
    Senza attendere repliche, che sarebbero sicuramente arrivate, si lanciò con risolutezza e disinvoltura verso una delle grandi torri, all’esterno dei quali si potevano intravedere balconate, finestre, oggetti non ben identificabili e tanto silenzio.
    Si, perché se ci fosse stato casino non sarebbe stato ugualmente lugubre, ovviamente.
    Il drago alzò lo sguardo. Sarebbe stato interessante arrivare fino in cima, dove quasi gli occhi si perdevano nel cercare di distinguere le lontane vette, ma lui non sapeva volare così alto. Atterrò dunque su un ballatoio di roccia che spuntava dalla torre più vicina, forse l’unica che avrebbe raggiunto senza stramazzare per terra stremato.
    “Perfetto, ora riposino” ammise, distendendosi in assoluta tranquillità sulla superficie ruvida, con Egenna ancora sulla schiena.
    “Che ne pensi?”
    La domanda era abbastanza ironica, anche per lui che di stupidità ed ingenuità aveva da regalarne.

    Quando ebbe deciso di averne abbastanza del riposino si alzò lentamente, osservando aldilà di una vetrata che dava all’interno della torre su cui avevano sostato.
    Quel vetro non sembrava molto spesso, e lui voleva arrivare in cima. Altre maniere non c’erano, inoltre indietro non ci sarebbe tornato per nulla al mondo.
    Con una codata tirata parecchio bene frantumò la superficie trasparente, riducendone metà in tanti piccoli frammenti vitrei.
    “Ecco, ottimo! Dai andiamo”
    Rumori improvvisi all’interno gli suggerirono che non aveva fatto la mossa giusta
    , ma lui entrò lo stesso. Sotto di lui c’era del vuoto, ed era anche parecchio buio, fece quindi di nuovo ricorso alle ali per l’ennesima volta e si scagliò all’interno scendendo ----dolcemente----.
    In effetti le sue zampe toccarono il suolo, un suolo molto simile a quello della balconata su cui erano atterrati, ma era ancora tutto abbastanza buio.
    “Allarme, protocollo di difesa attivo”

    Come?

    La voce non è roba alla Star wars chiaramente, è tipo un tizio che lo grida così a random. Tira rispondi alle varie boiate di Aes tranquillamente, sono andato avanti per fare un po' più speed
     
    Top
    .
  2.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Non c'è pace per certi morti...

    Group
    Kengardiano
    Posts
    1,566
    STIMA
    +204
    Location
    Gli abissi dell'amigdala, dove gli orrori sono tali che pure le mura urlano folli.

    Status
    Offline
    mi aggiungo anche io col progenie op npg Zero: Il progenie originale.


    Il drago non fece in tempo ad entrare che
    Subito uscirono dalle fottute pareti:
    Replicati di classe Orion e Achille, ovvero esemplari da guerra di replicati, i primi prevalentemente arcieri con in mano arci compositi già tesi, i secondi armati di spada e scudo come soldati con lo scudo in avanti per prepararsi a rispondere al attacco di qualsiasi minaccia, che emisero un forte gigle simile a quello di Windows XP quando si avvia, che era praticamente il loro urlo di guerra.
    Il loro comandate robotico, un grosso costrutto pesantemente corazzato, puntò la sua enorme spada contro il drago per rivolgergli le seguenti parole con voce meccanica: "ATTENZIONE: siete entrati in un area riservata, arrendetevi o verrete terminati!"
    Fece lui con tono freddo e perentorio.
    Ma alle spalle delle macchine arrivò una figura avvolta in un mantello nero con lo stemma di un corvo che buttò su un appendiabiti con teatralità rivelando la sua natura.
    Egli era apparentemente un ragazzo di razza mezzelfa sui 16-8 anni dalla fisionomia piuttosto femminea, molto androgena con indosso un unico abito nero e aderente di qualcosa simile a pelle o latex, che copriva tutto il corpo tranne la testa, con una sorta di cerniera di dentini in mezzo al torace che dalla gola arrivava alle zone basse del corpo per rimuovere quel bizzarro abito o andare in bagno.
    Ma Aesingr di certo non sapeva che quella era una tua organica simbiotica in realtà, che incrementava le facoltà fisiche di chi la indossava e capace al occorrenza di generare un armatura ossea.
    Ma non solo quel abito dava un che di strano al ragazzo androgino, esso era strano poiché era completamente albino con occhi rosso scarlatto, pelle bianca come neve e come i capelli bianchissimi come quelli di un vecchietto che venivano scossi con dolcezza quasi romantica dalle correnti d'aria provenienti dalla finestra fracassata da Aesingr.
    "autorizzazione livello 1, ordine di esemplare progenie zero, abbassare subito le armi, attivate modalità risparmio energetico e ricaricatevi."
    Disse il ragazzo con una voce dolce e soave, ma comunque fredda e perentoria.
    Le macchine passarono in modalità risparmio energetico mettendosi in posa come statue ai lati della stanza, che era a prima volta una sorta di laboratorio, connettendosi a meccanismi che oltre a dargli energia li richiudevano dietro le pareti in stanze segrete in modo che riposassero.
    Il costrutto appena il ragazzo si avvicinò cadde in ginocchio poggiando a terra l'arma.
    "Vostra altezza Zero, questi sono intrusi che hanno danneggiato la finestra e..."
    Il costrutto venne interrotto dal ragazzo con un secco: "vedo." fece lui tirando poi un paio di occhiali e uno straccetto bianco per pulirli che in seguito si mise.
    Quelli erano occhiali particolari, con montatura delle lenti grandi e tonde di colore nero, praticamente occhiali da sole visto che il ragazzo aveva problemi con la luce diretta del sole essendo di elementi oscurità e radioattività a differenza del fratello minore Uno, di elemento natura e radiazioni che col sole non aveva nessun problema.
    Zero era un progenie derivato dai geni vampirici di lord Eidous, per questo aveva tale elemento, ma poteva comunque fare fotosintesi, malgrado non fosse per niente una solanacea per quanto riguardava la sua parte vegetale.
    Zero infatti derivava dal punto di vista vegetale dal muschio bianco, dalla felce azzurra, dalle alghe abissali, da funghi bioluminescenti radiartici e licheni tipici delle caverne più buie.
    Invece dal punto di vista biologo aveva caratteri estratti, da rane pescatrici abissali, pipistrelli, ragni, scolopendre, lemuri notturni come aye aye o tarsi, gufo delle nevi, drago nero comune delle paludi, drow o elfo oscuro, evotrap, sai e dei geni provenienti direttamente dal maestro del vuoto e da Eidous come detto.
    Quel essere bianco era un essere potente quanto mansueto e meditativo, fissava Aesingr con gli occhi celati dagli occhiali da sole, per poi sorridergli amichevolmente.
    "Non sembri un drago cattivo, ma rompere le finestre altrui non è carino. Mi chiamo Zero, piacere."
    Fece lui mettendosi le mani sui fianchi con calma trapelante un grande potere.

    ok aggiungo Atalanta.

    Intanto una replicata della linea di produzione Atalanta guardava curiosa quello che stavano combinando il drago e il progenie.
    Era un atalanta special black 4554551N (numero di serie), un replicato fuori dal comunque, ma comunque si limitava a sbirciare fuori dalla porta come una bimba curiosa.

    Edited by Master of Void - 30/12/2017, 14:51
     
    Top
    .
  3.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Il drago azzurro che puzza di pesce

    Group
    Condottiero
    Posts
    5,293
    STIMA
    +595
    Location
    Eh... sapessi

    Status
    Offline
    Vorrei ammazzarti Void, ma mi ha fatto ridere troppo sto post. Riprendendo il regolamento, non puoi giocare in più di una role usando solo png, devi quindi aggiungere un pg anche qui. Uno qualunque dei tuoi... avevo detto che, senza sta regola, tutti avrebbero potuto aprire role a casaccio ed entrare a casaccio, un po'... come in queeeeeesta u.u
     
    Top
    .
  4.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Splendore celeste

    Group
    Condottiero
    Posts
    28,062
    STIMA
    +360
    Location
    off-line

    Status
    Anonymous
    Yesssssss! FINALMENTE! Genna viene da.. da... dalla stessa role che Aes ha linkato ^^

    CITAZIONE
    Tira… se penso che Aes e Genna non hanno ruolato più di quattro o cinque giorni da quando hanno iniziato… piglia troppo strano ^_^ e nulla, dovevo dirlo

    Eh infatti, anzi volevo quasi proporti di far passare un mesetto random in cui volano da una parte all'altra dell'isola a combinare guai, ma poi me ne sono dimenticata ^^" Pace

    Si potrebbe pensare che dopo un po' di volte che si vive un'esperienza qualsiasi, qualcuno possa abituarcisi per quanto spaventosa e indimenticabile questa possa essere. Chi pensava ad una cosa del genere, però, non aveva mai volato sul dorso di un drago, e sicuramente non si chiamava Egennarilla Nyman: non era né la prima né la seconda volta che Aesingr le permetteva di salire sul suo dorso, ma ancora non era riuscita a considerare una cosa normale trovarsi lassù nel cielo su un lucertolone che -per sua ammissione- si sentiva molto più a suo agio nella profondità del mare piuttosto che a 20.000 leghe d'altezza. Non sopportava la sensazione di instabilità che tutto quel vento le dava, l'idea di poter cadere da un momento all'altro era una costante fino all'atterraggio, alla fine di ogni volo le dolevano muscoli che non sapeva neanche di avere per quanto stringeva, lo stress, il freddo, e il... bah, volare era incredibilmente fastidioso, andava contro ogni suo istinto di conservazione. Chi diceva il contrario o non lo aveva mai fatto o era semplicemente un pazzo suicida.
    Neanche il paesaggio, se mai Genna avesse deciso di guardarlo, avrebbe potuto lenire parte delle sue sofferenze: faceva anch'esso piuttosto schifo. Stavano sorvolando un acquitrino melmoso di acqua salmastra, che dava l'idea di puzzare da morire anche a quella distanza. Genna distolse l'attenzione dai suoi drammi interiori solo quando Aes cercò di comunicare con lei. Il vento le portò le sue parole, ma lei non riuscì ad interpretarle. Cosa cavolo intendeva con "Acqua"? Presto lo intese: il drago cominciò a planare.
    < No, no, no, no, no, no, no, no... > cominciò a ripetere come un mantra, man mano che il drago si avvicinava a quell'orribile palude.
    Quando alla fine arrivarono a rasoterra, Genna si accorse dove intendeva atterrare quello stupido drago ed esplose in un < NO! > tutto in maiuscolo. Chiuse gli occhi, sentendosi precipitare giù, come se il drago l'avesse lasciata precipitare verso terra, ma piano piano il mondo smise di vorticare intorno a lei. Il drago ripeté la parola "Acqua". Erano davvero sopra una dannatissima ninfea, nel mezzo di una puzzolentissima palude? Genna aprì occhi e bocca per cominciare la solita ramanzina, e dire al drago quanto fosse stato stupido a fidarsi di una pista d'atterraggio così instabile, ma le parole le morirono in gola. Cos'era quel coso che li aveva puntati? Darn... un..


    ...mostro. Qualcosa li stava attaccando. Torinjoveia dei Fiaccobutti non ebbe il tempo di riflettere o di agire: il Drago si mosse così rapidamente che non ebbe modo di reggersi, e venne sbalzata all'indietro.
    < DRAGO!!!! > gli urlò, per cercare di attirare la sua attenzione, mentre la superficie dell'acquitrino si avvicinava pericolosamente alla sua faccia.
    Con i suoi poteri, Torin aumentò la velocità del Drago, che in qualche modo riuscì a recuperarla con la coda. Appena in tempo: fortunatamente solo un braccio le finì in mezzo alla fanghiglia. Non aveva idea del perché la ragazza che la stava Ricordando avesse deciso di andare in mezzo ad una palude, ma con tutto il peso che si portava addosso, dubitava che perfino i suoi poteri l'avrebbero aiutata ad emergere in superficie. Aumentò l'agilità del suo compagno, fino a che non furono ormai lontani dal pericolo
    < Sto bene, ma preferirei viaggiare in una posizione più dignitosa, Drago. > disse Torin laconica, quando le chiese come stava.
    Non solo stare appesa per la vita in quella maniera era fastidioso, ma anche piuttosto umiliante. Da quando il Drago era diventato così maledettamente divertente? Non poteva accorgersi da solo che quella non era una posa degna della sua signora? Nella sua vita non aveva mai dovuto subire simili oltraggi, perché dopo la sua morte ne era invece costretta?
    Gli stampò addosso i suoi occhi blu scuro iniettati di rabbia, fino a quando il suo Ricordo svanì.

    Aes, non mi andava che Genna non facesse 'na mazza e non vedevo l'ora di utilizzare Torin XD
    Per chi non ha mai ruolato con Genna ecco la tecnica utilizzata (quando Ricorda diventa una persona diversa, cambia colore degli occhi e personalità):
    CITAZIONE
    Torinjoveia dei Fiaccobutti:
    Dopo essersi fatta passare per questa condottiera, Genna è entrata in sintonia con lei diventando in grado di Ricordarla. Grazie ai suoi poteri, Genna innalza il morale delle truppe sotto il suo comando (o più verosimilmente di chi si dichiara suo alleato), ed è capace di aumentare forza, velocità ed altre caratteristiche fisiche ad un massimo di cinque individui (più sono le persone e meno i buff sono potenti). La amicizia di Torin con il suo fidato Drago, le permette inoltre di migliorare l'agilità della creatura che sta cavalcando.
    NB. Fiera ed orgogliosa, Torin è una condottiera abituata a comandare legioni intere di soldati, umani e non. Non è facile intimorirla o sorprenderla: i suoi occhi blu notte hanno già visto davvero ogni cosa.

    Quando Genna tornò Genna (?), lei ed Aes erano circondati dalla nebbia. Non aveva idea di come fosse finita a culo per aria in quella maniera, perché il terreno scorreva così vicino alla sua faccia, o come il suo braccio sinistro si fosse completamente inzaccherato di melma, ma di una cosa era assolutamente certa: era tutta colpa del drago. Sì, il suo potere si era attivato e lei non ricordava niente di quello che era successo, ma tutte le sue sventure ultimamente erano colpa di Aes. Quell'occasione non poteva essere tanto diversa.
    Aes propose di fermarsi, e per la prima volta Genna fu d'accordo con lui. Forse era perché dalla sua posizione non riusciva a vedere ben bene quelle lugubri torri che si svettavano nella fitta nebbia, ma quella posizione era la peggiore che il drago avesse mai scelto per portarla in giro. Voleva del terreno sotto i piedi, del VERO terreno, e un po' di riposo non avrebbe potuto fare loro del male.
    < Cerca di non atterrare su un'altra stupida ninfea, questa volta... > rispose Genna, trattenendosi dall'urlare qualche imprecazione random e attirare chissà quale altra bestiola.
    Genna aspettò pazientemente che atterrasse. Lasciò cadere a terra lo zaino, posò delicatamente il liuto e aprì la custodia per controllare che non si fosse danneggiato. Dopo poco il drago le chiese cosa ne pensasse di quel luogo.
    < Sembra un posto un po'.. eccentrico dove costruire delle torri così alte... > rispose, guardandosi intorno circospetta.
    Per lo meno, un edificio significava avere terra solida sotto gli stivali: per un po' non avrebbe dovuto temere di finire scaraventata a terra in qualsiasi istante. Quel posto così lugubre le metteva i brividi lo stesso, ma il fatto che fosse a terra, al momento era più che sufficiente per consentirle di riposare. Si sedette a terra con le spalle contro la parete della torre, fidandosi che il drago avrebbe come minimo vegliato sui dintorni.
    Stava lentamente cadendo in un graduale torpore, quando il drago si alzò improvvisamente.
    < Uhmff.. *o un altro verso a caso* > biascicò, voltandosi dall'altra parte (poteva essere un nemico, chissene..)
    Se al drago piaceva l'idea di esplorare che facesse pure, a lei non interessava più di tanto. Si svegliò di colpo solo quando sentì il rumore di un vetro infranto. Riparò il viso dietro le mani con un gesto meccanico, e solo quando sentì tutti i frammenti di vetro rimbalzare a terra, Genna abbassò lentamente le mani, desiderando di non vedere quello che si aspettava di vedere. Purtroppo il drago aveva davvero rotto quella dannata finestra vicino alla quale stavano riposando.
    Genna si alzò di scatto. Per la quindicesima stella del mattino, che diamine...! Era troppo chiedere un istante di pace?
    < MA CHE CASPITA TI E' SALTATO IN MENTE!? Si può sapere che ca... >
    E Genna cominciò la ramanzina che fino a quel momento si era trattenuta dal fare. Strilla, urla, imprecazioni, etc. cominciarono a uscirle dalla bocca, naturali come il respirare. Il drago sfuggì alla sua rabbia passando dall'apertura che aveva appena creato, e Genna si affacciò alla finestra continuando a sgridarlo all'impazzata. Dove credeva di scappare? Se pensava di poter sfuggire dalla sua meritata sfuriata si sbagliava di grosso! Genna non lo avrebbe permesso: non era ancora riuscita a lasciargli una delle sue solite occhiatacce a fessura, dannazione!
    Entrò nell'edificio, lasciando i suoi averi sparsi per terra. Si fermò solo quando sentì una voce non del tutto rassicurante urlare: “Allarme, protocollo di difesa attivo”. Ma dove cavolo l'aveva portata quello stupido drago? Si avvicinò con passi lenti ad Aes, guardandosi intorno con disperazione crescente mano a mano che delle strane... persone/cose continuavano a circondarli. Come se non fosse sufficiente, arrivò pure un tizio dai capelli bianchi, gli occhi rossi e una tutina... no, nessun commento. Genna si schiarì la voce, aveva la gola improvvisamente secca.
    < Sono amici tuoi questi, vero? > chiese al drago, sperando con tutte le forze che così fosse.
     
    Top
    .
  5.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Uovo

    Group
    Kengardiano
    Posts
    105
    STIMA
    +27

    Status
    Offline
    Snaar, prima role. Segue da prologo (lo sto finendo, è ancora in WIP. Riassunto: Snaar sbarca a Knawr, si addentra nell'isola ed occupa un capanno disabitato trovato tra le montagne dell'Ossidiana. Da lì, inizia ad esplorare l'isola e studiarne il territorio).


    Era per Snaar il quarto giorno dal suo arrivo a Kengard.
    Dopo lo sbarco (pomeriggio del primo giorno), il trasferimento nell'entroterra fino alle montagne ed al capanno abbandonato da lui occupato (secondo giorno), egli aveva passato il terzo giorno ad esplorare in volo il territorio delle montagne circostanti, per individuare gli eventuali pericoli e capire quanto fosse effettivamente sicura la sua attuale sistemazione.
    Oggi arrivava il momento di aumentare il raggio delle sue escursioni, e capire quali posti degni di interesse riservasse questa isola. Quindi di buona lena, poco dopo l'alba, Snaar si legò il cinturone dorsale con le sue armi, prese la scarsella con un po' di monete, una borraccia d'acqua e sistemò in vita, sotto il cinturone, un mantello* ripiegato, qualora dovessero servirgli, indi uscì dal capanno. Il cielo era terso ed il tempo parera ottimale: la giornata si preannunciava serena, almeno per la mattinata. Senza troppo indugiare, lasciando che fosse il suo istinto a decretare la direzione da cui iniziare l'esplorazione, egli si levò in volo verso il sole, quindi ad est.

    *
    un mantello beige con cappuccio, di fattura umana e senza nessuna particolarità. Non è il suo mantello corazzato.


    Arrivato ad alta quota, poteva vedere alla sua destra il versante della catena dell'Ossidiana che sfociava e si perdeva nei verdi prati da cui era giunto, direzione Knawr. Verso nord le montagne. Tra una punta delle montagne e l'altra, gli era parso di vedere delle macchie nel cielo... delle isole volanti? Era mai possibile una cosa del genere, o era solo illusione causata dallo stacco cromatico nel distogliere gli occhi dal sole? Ma poco importava in quel momento, altra era la direzione, e quel mistero sarebbe stato risolto un'altro giorno. Di fronte a sè, montagne e ancora altre montagne, e sempre la roccia era l'elemento principale. Molto in lontananza delle nuvole leggermente più basse e scure rivelavano forse, una variazione del territorio: dei laghi, oppure una palude.
    Pochi dettagli si distinguevano dall'alto, e per meglio cercare, anche se con più periglio, continuò nell'esplorazione ad una quota più bassa. Snaar proseguì mantenendo la rotta, senza trovare nulla degno di interesse, fino a quando giunse ai confini della zona che era stata preannunciata da quelle nubi atipiche, che invero si rivelò essere una palude - era la Palude di Andorix. Forse sarebbe stato meglio saperne un po' di più dell'isola, prima di addentrarsi in un territorio di questo tipo, dove i pericoli abbondano, ma ormai la direzione era stata scelta. L'aria era pesante, il paesaggio lugubre tra acquitrini e boschi di mangrovie, e tuttavia Snaar scese ulteriormente, fino ad atterrare ed addentrarsi in uno di questi boschi, per farsi un'idea del tipo di vegetazione locale mentre si concedeva una breve sosta.

    Breve in teoria. Nella realtà invece, come talvolta gli accade quando scopre qualcosa di interessante, si perse nei suoi pensieri e passò del tempo indefinito (ma almeno un paio di ore) a studiare piante, muschi e funghi fino a quel momento mai visti, del tutto indisturbato nonostante sapesse benissimo che la sua presenza non era passata inosservata, giacchè frequenti erano i rumori di creature che si muovevano nei paraggi nascosti dalla vegetazione.

    Quando finalmente rimembrò che il programma prevedeva di esplorare i territori dell'isola di Kengard trovandone i siti importanti per successive visite ma non, almenmo per il momento, di studiarne l'ecosistema, la nebbia lo aveva completamente circondato. Non sapeva quanto tempo fosse passato, e l'orientamento a quel punto risultava difficile.
    Uscì dal boschetto nel quale si era addentrato, cercando un buon punto da cui decollare e rimettersi in volo, ma si era già perso. Seccato per l'accaduto, per evitare di peggiorare ulteriormente la situazione decise prudentemente di seguire dei sentieri già battuti, non appena ne incontrò uno.
    Passò dell'altro tempo, per lui non calcolabile, mentre seguiva questo sentiero, avvolto da nebbia e da silenzio innaturali, che sembravano rilanciarsi in un'asta senza fine su chi per primo lo avrebbe fatto uscire di testa.
    Minuti, nebbia, e silenzio. Mezz'ore, silenzio, e nebbia.

    Poi, finalmente, la quiete fu rotta. In lontananza, appena percettibile, pareva rumore di vetro andato in frantumi, seguito da urla - imprecazioni di rabbia? - di una donna. Pochi secondi, dopo i quali non riuscì più a sentire nulla, ma gli erano stati sufficienti.
    Quella era per Snaar la luce in fondo al tunnel e subito, prima che la cortina di nebbia potesse instillare dubbi sulla provenienza del rumore, si lanciò in volo a tutta velocità verso dove pensava esserne la sorgente. Circa un minuto dopo, riuscì nella fitta coltre a intravedere una costruzione. Una torre... poi altre che la circondavano... ma non sembrava esserci dubbi su quale di essa fosse stata l'origine di quel suono.

    Snaar giunse alla base dell'edificio, la porta era chiusa e intatta.
    Non conoscendo la situazione, rinunciò ad annunciarsi bussando al portone. Preferì invece salire, arrampicandosi dall'esterno sulla roccia, aiutandosi con i suoi artigli, cercando una finestra o una vetrata rotta. In breve tempo raggiunse un ballatoio.
    Oggetti ed equipaggiamenti sparsi sul pavimento, poco oltre una vetrata in frantumi. "Oh, finalmente un po' di fortuna... avevo sentito bene, non sono ancora impazzito e mi trovo nel punto corretto", pensò tra sè e sè.
    Si avvicinò all'apertura... giungevano voci dall'interno della torre.
    Si avvolse nel mantello e si mise in guardia, preparandosi ad eventuali agguati. Nella peggiore delle ipotesi, da quel punto avrebbe potuto lanciarsi in volo e fuggire velocemente, per poi prendere quota, liberarsi dal manto di nebbia e allontanarsi verso il capanno, o perlomeno a Knawr.

    Trovato un frammento di vetro sufficientemente grosso e integro, lo graffiò con gli artigli di una delle sue zampe posteriori. Ne venne un suono acuto e stridente, che lui ha sempre trovato divertente, e che è notoriamente fastidioso all'orecchio umano.
    "Ssscusssate, vi chiedo" - così si annunciò a voce alta parlando verso l'interno dello stabile, l'accento incerto, ed il timbro leggermente sibilante - "E' permesssssso?".

    Attese una risposta, prima di entrare, pronto a rotolare lateralmente per eludere una risposta a suon di dardi, e con la mano destra in posizione sotto al mantello per estrarre rapidamente una daga dal fodero.
     
    Top
    .
  6.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Il drago azzurro che puzza di pesce

    Group
    Condottiero
    Posts
    5,293
    STIMA
    +595
    Location
    Eh... sapessi

    Status
    Offline
    Ottimo, allora andiamo avanti così, fierissimi


    L'ingresso così repentino ed improvviso aveva ovviamente allarmato qualcuno, eppure da fuori sembrava tutto così buio e disabitato! O forse era lui ad aver pensato erroneamente che in mezzo a quella palude ci fossero ben poche possibilità di incontrare gente così vispa e attiva. Concordava con Egenna, era tutto troppo eccentrico per essere considerato normale.
    "Amici?"
    Il drago abbassò il muso, agitando la coda lentamente. "Ho la sensazione di aver un po' confuso il percorso, credo di aver sbagliato strada"
    Proferì quelle parole con un po' di titubanza e accennando il tipico sorrisetto, facendo però attenzione a tutti i movimenti circostanti nel mentre che si aspettava qualche lodevole-azione da parte della regina Torin.
    Si rivolse poi al nuovo arrivato, anche se i nuovi arrivati in quel momento in realtà erano lui ed Egenna, che gli ricordò quanto non fosse una cosa bella irrompere in casette altrui sfondando finestre.
    "Oh, io... mi dispiace, volevo solo salire su in cima! E questo mi sembrava il modo più veloce, per qualcuno che le ali le sa usare un pomeriggio si e otto no"
    Quella presentazione non doveva essere per nulla rassicurante. Quello che aveva davanti sembrava qualcosa di simile ad un essere umano, almeno nell'aspetto, ma oltre a non averne mai visto nessuno vestito in quel modo gli dava l'idea confusa e poco chiara di un miscuglio di odori e cose sbagliate. Ovviamente non lo fece notare, per quanto fosse tentato a farlo, il punto era che c'era troppa gente poco rassicurante lì dentro e anche gli affari che si erano presentati subito al loro arrivo avevano un che di inquietante.
    Come se non bastasse, uno stridio fastidioso gli giunse alle spalle, dal punto che avevano sfruttato per fare il loro emozionante teatrale ingresso in scena.
    Odiava quel genere di suoni, gli facevano ricordare quanto fosse fastidioso percepire troppo chiaramente certe vibrazioni; fu costretto a comprimersi l'orecchio destro con un'ala, mugolando anche troppo rumorosamente.
    Il fautore di cotanta empietà si palesò con qualche sottile sibilo dalla finestra, ed Aesingr nel voltarsi dovette faticare un po' a causa della semioscurità per capire che non era un altro mostro con i tentacoli e il muso brutto bensì qualcuno avvolto in un mantello.
    All'interno di quella stanza tremendamente insolita la luce era fornita da alcune sfere di vetro fiammeggianti, abbastanza da dare una vaga forma alle entità circostanti ma non sufficente a rendere quel luogo illuminato. Da fuori infatti non si vedeva un cavolo, in quel momento però si potevano distinguere vari aggeggi di metallo o altro materiale ignoto disposti ai lati della stanza, pareti che si erano aperte e richiuse come nulla fosse per far uscire quei cosi armati e sicuramente poco propensi alla cordialità.
    "Certo, sei il benvenuto" fece Aesingr rivolgendosi all'individuo sibilante, passando lo sguardo su Egenna giusto per ricordarsi che lei era sempre lì ed era pronta in qualunque momento a fare cose che solo lei poteva fare.
     
    Top
    .
  7.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Non c'è pace per certi morti...

    Group
    Kengardiano
    Posts
    1,566
    STIMA
    +204
    Location
    Gli abissi dell'amigdala, dove gli orrori sono tali che pure le mura urlano folli.

    Status
    Offline
    Appena tutti si sarebbero abituati alla bassa luminosità del grande stanza in qui erano avrebbero notato che era un affascinante quanto macabro laboratorio alchemico. Tavoli coperti di alambicchi e banchi per alterare i materiali per gli esperimenti erano disposti ordinatamene in fila, vi erano verso i muri rastrelliere di bastoni e armi da incantare nei tavoli d'incantamento, principalmente per alterare i metalli e il legno delle armi bianche rendendole più resistenti e flessibili nel caso di archi e simili, mentre i bastoni dovevano essere migliorati per permettere uno scorrimento del energia magica al loro interno più rapido e preciso, o potenti se vi venivano messi cristalli per convogliare la magia come una lente d'ingrandimento concentra i raggi in un piccolo punto.
    Ciò che più però colpiva l'attenzione erano dei grandi contenitori cilindrici pieni di un liquido strano in qui crescevano embrioni e strane creature alquanto inquetanti.
    C'era anche un acquario a parete, visto che alcune creaturine acquatiche assai bislacche, presumibilmente comuni in quelle terre, venivano usati per produrre pozioni.
    C'erano pure alcuni casi con piante e funghi che sembravano venire da un altro mondo e alcune delle piante, come le mandragole si muovevano.
    Come a voler sottolineare l'oscurità di quel luogo, i mattoni di del castello erano fatti di una strana e resistentissima pietra scura, quasi nera, e la poca illuminazione della stanza era garantita da candelieri in ossidiana lavorata proveniente dai ricchi giacimenti del volto di Meridia, altrimenti una maggiore illuminazione era garantita da piante e funghi in vaso bioluminescenti e lanterne alimentate a olio di chi sa quale strano abominio.
    Ma se il senso di maggiore disagio proveniva dalla vista della stanza oltre il corridoio, dove strane figure incapucciate lavoravano nel nome del efferata e controversa arte della negromanzia più avanzata conosciuta allora, praticando pulizia, manipolazione e riparazione dei corpi in vista della rianimazione.
    Ad alcuni corpi venivano impiantate parti metalliche, meccaniche, era così che nascevano i replicati, un pezzo per volta meno carne e più acciaio per quei Frankenstein robotici a vapore.
    Zero si grattò la testa e poi nervosamente per poi prendere parola
    "c'è ne sono altri? Sentite la situazione è un pò incasinata, sia perché ci dovete ripagare la finestra e sia perché... Essenzialmente non vi dovreste trovare qui.
    Ho capito che siete turisti, in cima alla torre c'è un bellissimo giardino e credo foste diretti lì, ma ora come ora temo che prima dovete ripagarci in qualche modo e firmarmare il giuramento di non divulgazione... O temo verrete terminati o peggio inprigionati e usati come cavie, ovviamente non vorrei questo e so per certo che nemmeno voi tre lo volete.
    Ma hey, politica aziendale a parte, posso aiutarvi: E se non avete moneta per ripagarci ora potreste aiutare per una cosa, voi tre potreste essere proprio ciò di qui potrei avere bisogno ora.."

    Fece Zero spiegando ai tre la situazione in qui si erano ficcati e consigliandoli su cosa fare, per il loro bene.
     
    Top
    .
  8.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Splendore celeste

    Group
    Condottiero
    Posts
    28,062
    STIMA
    +360
    Location
    off-line

    Status
    Anonymous
    Tutte le speranze di Genna vennero infrante da una semplice parola pronunciata dal drago ("Amici?"), e calpestate fino a stracciarle definitivamente con quelle successive: il drago non aveva niente da spartire con quegli strani tizi, non aveva idea di dove il suo volare a random li avesse fatti finire e come al solito il fantastico duo era di nuovo in mezzo ai casini. Era sorprendente la bravura con cui riuscissero a mettersi nei guai dovunque appoggiassero le zampe, tra lui e lei non c'era davvero mai un attimo di pace, manco a farlo apposta.
    Quell'essere che si era palesato davanti a loro si era presentato come Zero. Aveva fattezze umane, anche se tanto umano non lo pareva (probabilmente era la tutina, nessun umano sano di mente avrebbe mai desiderato indossarla senza uscirne pazzo), ed era circondato da quelle strane... marionette metalliche ed inquietanti, che per una qualche ragione sconosciuta si erano fermate non appena Zero le aveva ordinato di farlo. A rendere il tutto ancora più assurdo, Aes pensò bene di spiegare con una tranquillità abissale che si era introdotto nell'edificio solo per poter "arrivare in cima". Genna passò uno sguardo perplesso tra Aes e Zero, alternativamente. Sapeva di non star sognando per il semplice motivo che si sentiva troppo irritata nei confronti del drago per poter essere davvero addormentata. Genna si limitò a sospirare, per quanto quella fosse la scusa più idiota che avesse mai sentito, era dannatamente in linea con quello stupido drago...
    Improvvisamente, uno stridio agghiacciante proveniente dalle loro spalle si intromise nel silenzio. Aes mugolò al suo fianco, ma quando Genna si voltò non riuscì a distinguere chi fosse il colpevole. Si riconosceva la sagoma di qualcuno che schermava parte della finestra da cui lei ed Aes si erano introdotti, ma la forma non permetteva di discernere chi fosse quell'essere, se un grosso lucertolone o un semplice umano con un'ampio mantello. Una voce sibilante chiese il permesso di entrare ed Aes glielo... che? Senza riflettere tirò al drago una gomitata, solo per ritrovarsi tutto il braccio informicolato.
    < Aes, non metterti ad invitare gente a caso in posti a caso! > scoppiò, in un sussurrò.
    Non era tanto per il fatto di per sé, ma temeva che il tizio che controllava quel posto (Zero) cominciasse a pensare che loro due (gli intrusi) fossero in combutta con quell'altro (??), e la loro situazione in quel momento non sembrava così invitante. Gli dispiaceva un po' per il nuovo arrivato, lei ormai c'era abituata e non ci faceva più di tanto caso, ma era certa che se l'associazione di idee continuava sarebbe finito presto nei guai per colpa loro.
    Zero, di tutta risposta, cominciò a grattarsi nervosamente la fronte. Sembrava confuso della loro presenza almeno quanto loro della sua e dell'ambaradam che aveva attorno. Man a mano che aprì bocca, però, la valutazione di Genna su di lui si fece sempre più nera. Del suo discorso non capì pressoché nulla, e il poco che alle sue orecchie suonava vagamente sensato, le piaceva ancora meno. Cosa significava che dovevano pagare? Venire terminati? Usati come cavie da laboratorio? E, ciliegina sulla torta, perché loro tre erano proprio quello di cui lui aveva bisogno? Genna non aveva alcuna intenzione né di firmare cose, né di essere terminata, né tanto meno che quello psicopatico la utilizzasse in un qualche esperimento. Dannato drago! Se alla fine di quella faccenda non ci avesse pensato quel tizio di nome Zero, l'avrebbe spappolato lei in mille pezzettini! Perché cavolo finivano sempre in quelle cavolo di situazioni?
    La sua mano si mosse automaticamente, e fu solo quando vide il pugnale che si allontanava da lei che si rese conto di aver estratto un pugnale dalla manica con un rapido gesto del polso e di averlo lanciato nella direzione di quel tizio. Nel buio e senza manco aver preso la mira era sicuro che avesse sbagliato bersaglio, ma qualunque fosse il motivo per cui "la sua mano" aveva agito così, ormai il danno era fatto. Punto di non ritorno raggiunto.
    Genna deglutì, dopotutto non sarebbe stato per colpa del drago che il nuovo arrivato si sarebbe ritrovato in mezzo al macello. Ci fu un istante di assoluto silenzio che seguì il rumore del pugnale che impatto contro il muro alle spalle di Zero. E poi...
    < Cribbio Aes... BATTIAMOCELA! > urlò, dando le spalle a tutti e cominciando a correre alla cieca.
    Dai che rompo a tutti le uova nel paniere XD
     
    Top
    .
  9.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Uovo

    Group
    Kengardiano
    Posts
    105
    STIMA
    +27

    Status
    Offline
    Dalla balconata poco si vedeva dell'interno, ma Snaar aveva immediatamente notato le fattezze delle pareti atipiche, e pur non capendo il motivo dell'utilizzo dell'ossidiana come materiale edile immaginó subito che c'era qualche preciso motivo per quella scelta, oltre che sicuramente al proprietario dell'edificio non mancavano ricchezze e probabilmente anche potere. Morale della favola, meglio amici o almeno essere in buoni rapporti, che nemici.
    Pur non riuscendo a vedere di sotto, l'eco del suono delle voci gli aveva dato una precisa idea della forma della stanza e degli occupanti. Un drago, una donna e un altro umano (questo aveva capito), gli sembrava, che parlavano tra loro. Poi tavoli e gente che vi lavorava sopra.
    La cosa che però lo preoccupava maggiormente era che le pareti erano piene di intercapedini, da cui avrebbe potuto uscire di tutto: non c'erano problemi a entrare, ma uscire poi non sarebbe stato altrettanto facile.
    Del discorso in atto ci capí poco o niente: il drago lo invitava a entrare, eppure quel drago a sua volta era stato considerato un intruso. Gli oggetti sul ballatoio appartenevano probabilmente ad uno dei due umani... la donna forse?
    Certo lui non aveva rotto nulla e non si sentiva di dover risarcire alcunché. Inoltre non era ancora entrato e non aveva visto niente, quindi in teoria non era ancora un intruso. La cosa che meno aveva capito era il foglio da firmare, proprio non capiva la logica dell'utilità di un foglio firmato e di che valore poteva avere. Il discorso delle cavie invece lo turbava, essendo forse l'ultimo della sua razza sarebbe potuto essere una cavia molto ambita. Se non altro, sembrava che tutti stessero bene e che non vi fossero feriti.

    Mentre rifletteva sulla situazione e sul da farsi, udì il rumore di un oggetto che colpiva una parete e vide la donna iniziare a correre su per le scale come se volesse fuggire.
    Snaar dubitava che lei avesse delle reali possibilità di scappare, e certamente egli non avrebbe potuto aiutarla portandola via in volo.
    Poteva però forse farle guadagnare qualche secondo di tempo in più, e disse verso il basso: "Tutto a posssto, le sssue cossse qui sssono e le recupera, poi ridissscende". Non che credeva davvero che qualcuno se la sarebbe bevuta, e che la ragazza, una volta raggiunto il ballatoio, non si sarebbe trovata in un vicolo cieco, anche perché, per il drago, risalire non era così semplice come lo era per lei.
    Rimase in attesa di capire come si sarebbe evoluta la situazione, apparentemente tranquillo e ben disposto a collaborare (ben venga il lavoretto per lo straniero se avrebbe potuto farsi delle amicizie in questo modo, a patto che fosse davvero un "lavoretto" e non ci fossero cose strane dietro, doveva però prima sentire la proposta) .
    Ma sempre pronto a scappare in volo se le cose avessero preso una brutta piega.
     
    Top
    .
  10.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Il drago azzurro che puzza di pesce

    Group
    Condottiero
    Posts
    5,293
    STIMA
    +595
    Location
    Eh... sapessi

    Status
    Offline
    La situazione, com'era prevedibile, impiegò ben poco tempo a degenerare.
    Quel tizio cominciò a farfugliare qualcosa riguardo a pagamenti, esperimenti e altre cose non inclini al pensiero di Aes, anche soprattutto perché non capiva di cosa stesse mai parlando.
    Poteva anche essere preso per qualcosa di interessante o divertente, ma il contesto della frase lo spinse a credere che non sarebbe stato proprio così.
    Voleva almeno provare a spiegare che si sarebbe offerto di aiutarli in qualunque cosa avessero bisogno, ma gli eventi si succedettero piuttosto rapidamente e non ebbe il tempo di capacitarsi dell'accaduto.
    Sentì qualcosa sfrecciare da Egenna fino al tizio-quasi-umano, e in effetti dubitava che fosse una pallina di fango raccolta per la palude o una delicata fogliolina; era chiaro che avesse provato ad attaccarlo, ma a giudicare dal rumore che aveva fatto non era riuscita a centrare l'obbiettivo.
    Gli urlò poi di battersela... battersela? Che accidenti significava?
    Dovevano per caso battersi per... emh, la fogliolina? La pallina di fango?
    "Che co..."
    La sentì poi sfrecciare a caso in qualche oscura direzione circostante, quasi come se fosse un'idea intelligente.
    "Io sono meno furbo di te, ma... a me non sembra una buona idea"
    Lo disse a voce abbastanza calma, mentre le sue parole e quelle del tizio sibilante alle sue spalle si mischiavano. Non sapeva dove sarebbe finita Egenna, né se sarebbe effettivamente riuscita a finire da qualche parte, ma si mise tra la direzione verso cui era fuggita e i due ancora presenti nella stanza, che almeno non l'avrebbero potuta seguire.
    "Non c'è bisogno di essere aggressivi, Egenna non è cattiva" proferì in tutta semplicità, mentre con la coda recuperava l'oggetto scagliato da Egenna che capì essere uno di quei cosi di metallo con cui combatteva.
    Dannazione, perché mai aveva agito in quel modo? Era si impulsiva ma non pensava fino a quel punto.
    "E tu, diglielo anche tu che Egenna non è cattiva" continuò in direzione del nuovo arrivato, ancora ammantato sia dalle sue vesti che dall'oscurità della stanza.
    Lo aveva sentito pronunciare qualcosa ma non capì cos'avesse detto, ma sperava di coinvolgerlo perché lo aiutasse a non far precipitare la situazione.
    Si guardò attorno distrattamente, battendo la coda da una parte all'altra come faceva quando era leggermente teso e in attesa di qualche risposta o evento particolare... tipo le sfuriate di Egenna, che più che particolari erano nefaste ma va beh.
    Urtò con la coda qualche aggeggo strano che precipitò, cadendo a terra e sfracellandosi in tante schegge vitree, e a ruota caddero altri oggetti non meglio identificati che produssero rumori diversi finendo da una parte all'altra della stanza.
    "Oh... mi dispiace, non erano importanti vero?"
    Ne caddero altri, e altri ancora. qualcosa si ruppe, qualcosa no, il punto era che adesso c'era il disastro più totale su quel pavimento.
    "Beh, immagino che questo non aiuti dico bene?"
    Il suo musetto imbarazzato lasciava trasparire che non l'avesse fatto apposta, ma non sembrava neanche troppo dispiaciuto; anzi, gli scappava soltanto un po' da ridere per il modo assurdo in cui la stanza era precipitata nel delirio.
    Ok, parlando con Void abbiamo deciso che può farlo lui il master, ne succederanno di cotte e di crude e come suo solito hifilerà pg di ogni genere e png di ogni altro genere xD quindi... la situazione degenererà a breve!
     
    Top
    .
  11.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Non c'è pace per certi morti...

    Group
    Kengardiano
    Posts
    1,566
    STIMA
    +204
    Location
    Gli abissi dell'amigdala, dove gli orrori sono tali che pure le mura urlano folli.

    Status
    Offline
    Zero non si aspettava quella reazione, era sempre stato un essere buono e gentile per natura, ma l'umana che era insieme al drago gli tirò un coltello per poi fuggire via.
    Il drago provò a scusarsi ma distrusse mezzo laboratorio spazzando via praticamente due mesi di ricerche e fece dei gravi danni a buana parte del attrezzatura alchemica.
    Zero guardò il drago, lo guardò con una seraficità disarmante mentre si avvicinava a una leva e la tirava, bloccando la finestra rotta con delle barre metalliche che impedivano la fuga del drago e tener fuori il tizio incappucciato.
    "Beh, temo il tuo debito sia appena salito drago. Dovrai lavorare per noi per mesi per ripagare il danno arrecato, visto che qui non si parla di una finestra rotta... Credo che Xarza sappia come trattare un malandrino come te "
    Fece egli con una calma disturbante e molto inquietante, essere aveva un autocontrollo incredibile.
    "voi prendete il drago e portatelo dalla regina nera. Se si ribella, allora fategli capire che non scherziamo in stile Corvo."
    Fece zero rivolto a quattro costrutti corazzati armati di enormi alabarde che erano di guardia alla porta.
    "Sarà fatto mr.Zero. Voi due venite con noi e niente storie!"
    Fece uno dei costrutti guidando i suoi tre simili verso il drago puntandogli le lance addosso e punzecchiandogli in sedere per farlo muovere mentre uno di loro gli diceva.
    "muoveti! Non abbiamo tutto il giorno!
    Intanto il progenie zero si diresse dal replicato Atalanta e sorridendogli per dirgli le seguenti parole: "trova l'esecutore Void e insieme andate a trovare quel umana e imprigionatela finché non sapremo cosa farne di lei, ma come minimo mi deve delle scuse, mi ha mancato di mezza spanna."
    Fece Zero con quella calma inquietante.
    "Sissignore, io vivo per obbedire."
    Fece la replicata facendo per uscire, ma poi disse:"Esecutore Void trovato procedere alla cattura della fuggitiva umana."
    Era lì, era arrivato da poco abbastanza per vedere lo spettacolare disastro del drago, ma non per impedire la fuga di Genna.
    "Ci si rivede drago peccato che ora sei abbastanza nei casini mi sa. Mentre per quanto riguarda voi Zero, troverò L'umana e la fermerò prima che compia macelli come il suo amico qui. La caccia al umana è aperta. Hihihi"
    Fece il lemuriano prima di uscire, scortato dalla replicata, mentre metteva dei dardi soporiferi per non ammazzare l'umana amica del drago visto che la volevano viva.
    Sapeva che L'umana stava girando per la torre della superbia, non sarebbe stato un impresa trovarla visto che void conosceva benne quel posto, dove ricerche magiche e scientifiche controverse venivano condotte.
    Void si muoveva attaccato al terreno ta quattro zampe, tenendo con la coda la balestra, mentre fiutava in giro come un segugio cercando l'odore del umana, che conosceva visto che l'aveva incontrata a Itios, ma non per questo avrebbe avuto scrupoli a spararle addosso dardi sedativi.
    Atalanta intanto scansionava la zona con le sue antenne, ma void la precedette nel trovare una traccia prima di lei, sorridendo perverso per aver riconosciuto il suo odore, ma nessuno avrebbe visto il sorriso perverso del Lemuriano visto che indossava un armatura Andorixiana con maschera antigas alchemica nera che ricordava una testa di corvo, simile a quella usata dai cerusici.
    Il Lemuriano si avvolse nel suo nero mantello del invisibilità impermeabile con il logo di un corvo, rendendosi completamente invisibile agli occhi umani mentre Atalanta faceva altrettanto visto che anche lei aveva un mantello uguale della sua misura, per poi correre insieme verso la preda perfetta, quella umana puzzolente.
    La scia odorosa era una strada che puntava dritta verso Genna, la caccia era aperta ma forse Void faceva bene a non sottovalutare la ragazza con la padella, o se ne sarebbe pentito, quindi era molto più cauto prenderla di sorpresa ora, dopotutto non poteva essersi allenata ad affrontare nemici invisibili con una schinigami lollita che la sfotteva no?
    Purtroppo per void però era così.

    Edited by Master of Void - 16/1/2018, 13:10
     
    Top
    .
  12.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Splendore celeste

    Group
    Condottiero
    Posts
    28,062
    STIMA
    +360
    Location
    off-line

    Status
    Anonymous
    Insieme al pugnale pure la sua ragione sembrava essersene andata: non aveva pensato alle conseguenze quando istintivamente aveva lanciato quello stupido pugnale e non aveva considerato minimamente la possibilità di discutere e convincere quei tizi a lasciarli andare senza esperimenti, fogli o robe da pagare. La sua coscienza tornò nell'istante successivo, troppo tardi per rimediare ma giusto in tempo per maledire la sua dannata impulsività.
    Senza più alternative, si era limitata a girare i tacchi del tutto intenzionata a tornare indietro, come per fingere che quella trovata non fosse mai successa. Ma dopo appena qualche passo affrettato verso la finestra in frantumi, la via di fuga fu ben presto chiusa da delle sbarre di ferro comparse all'improvviso. Rallentò la sua corsa per un istante cercando di capire cosa fosse successo, e ascoltò le parole del tizio di cui ancora non riusciva a distinguere la forma (anche se il suo sibilante modo di parlare le permetteva di immaginare vagamente a chi si trovasse davanti). Non capì a chi si stesse rivolgendo, ma a chiunque stava parlando Genna trovò necessario avvertirlo di lasciar stare le sue cose.
    < Se succede qualcosa al mio liuto, sarai una macchia nera con un mare di problemi! > gli urlò contro.
    Genna deviò il percorso, puntando ad una porta che non sapeva dove conduceva. Scartò tavoli a destra e sinistra, chiedendosi che diavolerie fossero quegli strani alambicchi di vetro. Era quasi arrivata fuori dalla stanza quando Aes le parlò. Se perfino lui era riuscito a capire che quella era la cosa più stupida che avesse mai fatto, allora... ah, sospirò. Si fermò e tornò sui suoi passi fino a riaffacciarsi nella stanza, attraverso la porta appena superata.
    < Già, neanche a me sembra questa grande idea... > confermò, prima di riprendere a correre.
    Scappò tra i corridoi mal illuminati di quel posto, perdendo ben presto il senso dell'orientamento. Non ci voleva un genio per capire che così facendo era altamente probabile essere catturata, ma tutto stava accadendo troppo in fretta per potersi fermare a ragionare. In lontananza sentì un forte rumore di vetri infranti, e capì che Aes aveva appena fatto la sua magia: se per cercare di scappare come lei o perché era un dannato pasticcione, Genna non poteva saperlo. Solo di una cosa poteva essere certa: tra i disastri suoi e quelli di Aes, quel tizio-Zero non si sarebbe limitato a lasciarli andare via con una semplice pacca sulle spalle o un severo ammonimento. Dovevano scappare. In qualche modo.
    Superò l'ennesimo corridoio lungo e stretto e salì su una rampa di scale fino al piano superiore. C'era solo un metodo a cui riusciva a pensare in così breve tempo, anche se non sapeva se avrebbe mai funzionato: doveva trovare un modo di attivare i suoi poteri, prima che la situazione si facesse così disperata da essere irrecuperabile. Ogni tentativo di controllarli era andato a farsi benedire ma quella era un'emergenza e quando si era trovata davvero nel peggiore dei casini, erano sempre state le sue abilità che le avevano permesso di uscirne (anche se, a dirla tutta, l'avevano messa nei guai più volte di quante mai l'avessero salvata). Nel corso del tempo si era resa conto che, delle volte, quando suonava qualche ballata cominciava a provare delle emozioni o pensare delle cose che non riconosceva come suoi. Spesso si bloccava e non indagava oltre, ma raramente continuava a cantare e ben presto cominciava a provare le stesse sensazioni di quando era lì lì per Ricordare, ma senza quel sentore di stare per perdere il controllo da un momento all'altro. Quel metodo non le permetteva di Ricordare normalmente, non poteva usare né le abilità né i potenziamenti ma poteva pur sempre sperare di ricevere i consigli giusti... anche se...
    Svoltò a destra e a random. Sospirò, prima di cominciare a cantare a bassa voce. Non aveva senso rinunciare prima ancora di cominciare.
    < Appostato tra le fronde di un albero di faggio,
    mirò nella direzione di un animale selvaggio.
    La freccia si librò nell'aria in una parabola perfetta
    e cadde verso terra, veloce quanto una saetta:
    un grugnito spaventato fu subito sentito,
    annunciando che un cinghiale era stato colpito.
    Come se la conferma servisse a Thorn Arco di Fuoco...
    per lui quel tiro era stato appena un gioco! >

    Thorn era un arciere dalla mira infallibile, capace di colpire tutti i bersagli meno uno: un cuore. Quella, "Cuori e frecce", era la ballata che ne spiegava il motivo. Se aveva scelto proprio lui era perché necessitava l'istinto di un cacciatore: se sapeva come stanare una preda, sapeva sicuramente anche come doveva comportarsi una preda per non essere scoperta. Per il timore che le sue parole la facessero scoprire, Genna si arrischiò ad aprire una delle tante porte ai lati del corridoio ed entrò nella prima che trovò aperta. Si ritrovò in una piccola stanza, decorata in maniera piuttosto lugubre da schifezze anatomiche e pezzi di budello sotto formaldeide, ordinatamente separati in diversi vasetti di vetro. Deglutì, sorpresa per la macabra compagnia che si era appena trovata, e si concentrò sulle parole della canzone. Era arrivata al punto in cui Thorn incontrava finalmente la donna di cui si sarebbe pazzamente innamorato...
    < Alzò il suo arco contro ogni invasore,
    e colpì il cuore di ognuno senza alcun errore.
    Come sempre, lasciò che solo uno di loro rimanesse in vita,
    perché dicesse a chi lo mandava che lui era solo un eremita,
    per nulla interessato ad aiutare questa o l'altra nazione:
    mangiare e cacciare erano la sua unica preoccupazione!
    Si avvicinò con l'arco teso, per riferire il messaggio:
    "Sono Thorn Arco di Fuoco, mostra il volto se hai coraggio!"
    Il nemico abbassò il cappuccio rivelando lunghi capelli biondi.
    Qualcosa in Thorn scattò-- >

    E qualcosa scattò anche in lei. Sorpresa si costrinse a continuare la canzone.
    < Qualcosa in Thorn scattò: si innamorò di lei in soli tre secondi.
    Folgorato dalla sua algida bellezza, alzò il tiro e lasciò andare il dardo:
    per la prima volta in vita sua, Thorn aveva mancato il bersardio (?). >

    Era stato un semplice pensiero, ma fu sufficiente per infonderle la speranza: "Nascondere... odore... tracce", quel pensiero non era suo, era troppo sensato perché fosse stata lei a concepirlo... che per la prima volta un suo piano avesse funzionato? Che avesse trovato un metodo per sfruttare il suo potere senza quei fastidiosi vuoti di memoria?
    Continuò a canticchiare mentre si alzava in punta di piedi per prendere un piccolo vasetto con dentro una schifosissima manina dalla pelle raggrinzita. Aprì il coperchio solo per ritrarre il naso per il forte odore. Quella sostanza era perfetta.
    Sopra una scrivania trovò un pesante camice grigio, stinto a livello delle maniche e sui bordi. Genna rovesciò un po' del liquido sul camice, lo indossò sopra i suoi vestiti e legò frettolosamente i capelli con un laccetto che teneva al polso. Trovò pure una cosa nera a forma di becco, che indossò per nascondere il viso e camuffarsi meglio. Rimise il barattolo al suo posto prima di uscire dalla stanza.
    < Così Thorn accettò di mettere a servizio il suo arco:
    per la sua dama avrebbe fatto questo ed altro! >
    continuò a canticchiare.
    Non sapeva quanto tempo di anticipo aveva nei confronti dei suoi inseguitori e non aveva idea neanche di quanti fossero, ma se in quel momento avesse visto il suo riflesso su uno specchio nemmeno lei si sarebbe riconosciuta. Oltre quella maschera che le copriva parte del volto e quegli strani vestiti, pure i suoi occhi erano di un colore leggermente diverso: da nocciola si erano scuriti, diventando di un marrone quasi rossiccio...

    Aes, se sembra che mi stia inventando un nuovo potere speciale a caso dimmi che modifico il messaggio ^^ Effettivamente mi sono scocciata pure io del fatto che il suo potere non possa essere utilizzato 24/7

    @Master, decidi te se Genna incontra altra gente durante il percorso ^^
     
    Top
    .
  13.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Il drago azzurro che puzza di pesce

    Group
    Condottiero
    Posts
    5,293
    STIMA
    +595
    Location
    Eh... sapessi

    Status
    Offline
    Oohh menomale xD è comunque troppo epico per farti notare qualcosa, so cinque minuti che rido come un rimbecillito xD
    Snaar, se non ti viene in mente un motivo per unirti poiché ti converrebbe scappare ci penso io al prossimo post, finirai inesorabilmente nei casini pure te u.u
     
    Top
    .
  14.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Uovo

    Group
    Kengardiano
    Posts
    105
    STIMA
    +27

    Status
    Offline
    anche se leggo fino a domenica (forse anche martedì) non riuscirò a rispondere.
    Se non volete aspettare mi trovate all'interno delle grate, seduto sulle scale che guardo di sotto, mentre aspetto che tutti si calmino - a meno di essere attaccato nel qual caso mi muovo
     
    Top
    .
  15.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Il drago azzurro che puzza di pesce

    Group
    Condottiero
    Posts
    5,293
    STIMA
    +595
    Location
    Eh... sapessi

    Status
    Offline
    Ok allora andiamo direttamente avanti? L'unica cosa è che... Void aveva scritto che ti aveva chiuso dentro... io gli ho fatto cambiare dicendo che in realtà tu avevi scritto di essere ancora fuori.
    Ora mi dici che sei dentro? No perché riadatto il prossimo post in base a se stai fuori o dentro, perché sta per arrivare un altro png (come ce ne fossero pochi xD)
     
    Top
    .
87 replies since 30/12/2017, 02:16   1849 views
  Share  
.