Credo di aver sbagliato strada

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    Kengardiano
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    Era scoppiato il delirio!
    Il delirio più totale porcazozza!
    I ricercatori lunatici scappavano ovunque, Xarza cercava di picchiare non-void inveendo contro la scimmia che la derideva e il vero void cercava la responsabile di questo terribile macello!
    Tutti si assaltavano a vicenda credendo di trovare il presunto infiltrato, per ritrovarsi il cugino, il collega o l'amico del amico di tuo fratello.
    Insomma era esilarante a vedersi ma di certo era esilarante per Egenna, che come non-void era per puro caso diretta agli archivi dove il sistema di sicurezza era in massimo stato di allerta per proteggere le ricerche di secoli, ma Egenna e non-void passeggiavano in quella zona e non ci sarebbe voluto molto che si trovassero visto che erano gli unici negli uffici, ma non ebbero tempi di convenevoli e il resto.
    Lì vi era Eidous, il signore del castello, rimasto chiuso in ufficio tra gli archivi quando l'allerta era scattata.
    Il vampiro sfondò la paratia di sicurezza a pugni, coi suoi cazzotti della potenza, maledicendosi di aver creato un sistema di sicurezza tanto efficente, i primi e unici che vide furono Egenna e non-void.
    "Tu! Ricercatrice, voglio un rapporto danni SUBITO! E tu Void perché vai in giro con quei pantaloncini ridicoli!? Mettiti una maglietta magica della salute almeno! E poi che ci fai qui! Vai a sistemare questo casino, o ti butto a lavorare nel centro di ricerca del abisso nero fino alla fine dei tuoi miserabili giorni!."
    Fece il vampiro furente per tutto quel casino, non si poteva mai stare in pace in quel posto.

    Intanto.

    La tortura non stava dando risultati soddisfacenti, il soggetto Aesingr non sembrava voler collaborare.
    Aesingr doveva essere o dotato di grande integrità, o semplicemente la sua testa era vuota e lo stavano torturando per niente.
    La dragonessa quindi decise di mettere in atto una crudele idea, per carpirgli informazioni aggiuntive sul perché era venuto lì a seminare caos e distruzione.
    Iniziò a usare una tecnica oscura, sicché era di elementi acqua e oscurità, per disidratare il corpo di Aesingr indebolendolo e facendogli venire sete, questo avrebbe reso dieci volte peggiore il solletico.
    Una volta un pò essiccato, Tirax lo solleticò un pò.
    Non ci sarebbe voluto un genio per capire che Aesingr non lo avrebbe sopportato, intanto, lei sorridendo prese dell'acqua e gliela offrì da bere, sollevandogli il capo per farlo bere.
    Era un ingegnoso strattagemma per farlo obbedire, e dissetò quel povero drago per avere risposte oltre che per un briciolo di pietà.
    "Bene, se non vuoi che continuo ti conviene rispondere ed' essere convincente.
    Ascolta bene le mie domande e dì la verità drago frettoloso, nemmeno io infatti ho voglia di stare qui tutta la notte a torturarti, ho di meglio da fare... Ho poco tempo, sempre meno.
    Quindi non provare a prendermi per il culo!
    Quindi, allora...
    Dimmi Aesingr, come mai sei giunto qui? Se è vero che non eri diretto qui dove andavi? E sopratutto per quale motivo ci eri diretto?"

    Chiese lei perentoria e autorità per delucidarlo sulla gravità della situazione.
    Tirax ha il controllo.

    chiedo umilmente scusa di essere stato autoconclusivo facendo incontrare non-void e Egenna, ma meglio accellerare le cose o questa role dura un anno, ma se volete cambio :3


    Edited by Master of Void - 12/2/2018, 15:37
     
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    Giusto, scusate: il falso Void sta in pantaloncini neri molto easy easy
     
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    Genna non sapeva dove avessero rinchiuso Aes, non sapeva dove fossero le segrete di quel posto e non sapeva nemmeno se effettivamente i draghi catturati venissero portati lì. Questo si traduceva in correre alla cieca, svoltare per corridoi a caso, girare intorno, vagare per sale più o meno vuote, evitare di attirare l'attenzione... e un sacco di altre azioni che sperava l'avvicinassero alla meta, ma che non aveva abbastanza mezzi per valutare se fossero efficaci. Inizialmente si era appellata a Bruck che le aveva dato consigli più o meno stupidi su dove andare. Le sue parole, però, si erano fatte ben presto sempre più rade, fino a che non riuscì più a sentire alcuna risposta. Genna tentò di ravvivare la comunicazione riprendendo a cantare, ma ottenne solo un leggero mal di testa, che aveva tutta l'aria di essere correlata all'abuso di quel potere. Anche se aveva tutto il tempo di cantare un'altra ballata e chiamare qualcun'altro, Genna preferì evitarlo: non era il tempo di fare esperimenti con la sua mente, una volta uscita di lì avrebbe tentato qualsiasi cosa, ma in quel momento aveva bisogno di rimanere concentrata.
    Non aveva idea di dove andare, tuttavia, c'era una cosa di cui era certa: il suo stupido piano di creare il caos aveva dannatamente funzionato. Genna si appiattì contro la parete del corridoio per non essere investita da un minotauro e due orchetti che la superarono di corsa diretti verso ignote destinazioni. Quello non era il primo gruppetto dallo sguardo preoccupato che le passava accanto e dubitava che sarebbe stato l'ultimo. La gente correva per i corridoi tanto a random quanto lo stava facendo lei, seguendo chissà quale stramberia che lei aveva urlato in chissà quale corridoio. C'erano momenti in cui creature di tutti i tipi la fermavano per chiederle cosa stava succedendo, e per alimentare ancora di più il caos mandava tutti in direzioni opposte. A volte le capitava perfino di sbucare in delle sale in cui della gente combatteva uno contro l'altro, mentre nell'aria volavano accuse di tradimento e roba varia. Prima di rimanere coinvolta, Genna girava i tacchi e tornava al corridoio precedente per cambiare direzione. Le dispiaceva che per le sue indicazioni sbagliate potesse volare tanto sangue quante imprecazioni, ma se voleva agire indisturbata doveva sfruttare qualsiasi carta. E fare casino era una delle cose che le veniva meglio in assoluto.
    Fu proprio mentre tornava indietro per evitare una di queste dispute, che un muro esplose all'improvviso davanti a lei. Genna si bloccò di colpo osservando con evidente perplessità il buco che si era appena aperto. Da lì uscì un uomo più alto di lei di tutta una testa, grosso quanto un troll e e più muscoloso di qualsiasi essere avesse mai visto... anzi, quello non era un uomo... occhi rossi e zanne? Che diamine aveva davanti? Un nemico? Un altro infiltrato? Il tizio si rivolse a lei chiamandola ricercatrice e le intimò di spiegare cosa stesse succedendo, per poi appellarsi a... Void? Genna si voltò e scoprì di non essere sola nel corridoio: una scimmia era in piedi alle sue spalle e dal modo in cui era vestita, era quasi certa che non fosse Void. Che fosse il tizio che aveva attaccato la regina nera permettendole di svicolare dalla stanza? Se era lui, c'era un qualche modo per attirare la sua attenzione, farselo alleato e fare in modo che l'aiutasse a rintracciare Aes? Non sapeva quale fosse l'obiettivo di quel... falso.. Void, ma l'avrebbe aiutato volentieri se lui le avesse dato una mano a sua volta. Avevano un nemico in comune, era troppo stupido non approfittarne.
    Al momento, però, c'era un altro problema da affrontare: quell'armadio che aveva sfondato un muro con un solo pugno. Da come si era atteggiato sembrava una figura importante nel castello, e Genna ritenne che fosse meglio evitare di attirare la sua attenzione più del necessario.
    < E' un completo disastro, dei nemici sono riusciti a infiltrarsi nel castello! - cominciò gesticolando nervosamente - Non sappiamo quanti sono, quali siano i loro poteri o il loro obiettivo: un drago dell'acqua è stato catturato dopo aver distrutto parte dei laboratori e in questo momento lo stanno... interrogando per sapere qualcosa sui suoi alleati. Sono scoppiati numerosi scontri per delle voci che sono state diffuse nei corridoi, ma non è chiaro se i combattimenti siano tra nemici o alleati... >
    Non sapeva se c'era un codice particolare con cui rivolgersi a quel tizio, se ci fossero gesti per salutare dei superiori o cose del genere, ma sperò che qualsiasi stranezza potesse essere imputata alla gravità della situazione. Rifletté in silenzio per qualche secondo, valutando se dire o meno quello che stava pensando.
    < Riteniamo che sia un lavoro dall'interno. - era arrivata fino a lì, tanto valeva continuare a danzare - Il nostro nemico dev'essere qualcuno di piuttosto potente se è riuscito a seminare il caos nel castello in questa maniera. Pensiamo che... deve essere la Nebbia che ci sta attaccando, per forza. >
    Aveva conosciuto quel nome solo qualche giorno prima, ma aveva già capito che qualsiasi male dell'isola poteva essere imputata a quell'organizzazione senza rischiare di passare per una psicotica paranoide. Il suo era comunque un azzardo per depistare totalmente le ricerche, che avrebbe potuto funzionare come no. C'era solo un motivo che l'aveva convinta alla fine a fare quella dichiarazione: nel caso avesse fatto un passo più lungo della gamba e fosse stata smascherata, avrebbe potuto chiedere aiuto a quel falso Void senza troppi giri di parole.
    ...
    Forse.
     
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    Il primo passaggio a cui portavano le scale era bloccato da barre metalliche. Non il corridoio successivo, nel quale Snaar si immise velocemente cercando di destare minor attenzione possibile.
    Al fondo, una stanza da cui provenivano urla e accuse di tradimento. Probabilmente una rissa era imminente, ma per Snaar era troppo pericoloso tornare indietro e farsi vedere dove già era passato: occorreva superare quell'ostacolo e passare oltre, in qualsiasi modo.
    Si affacciò: un tavolo attorno al quale quattro orchi stavano in piedi urlando, e delle staggere con molte bottiglie lungo una parete. Nello stesso istante in cui Snaar entrava, un boccale di peltro veniva lanciato e colpiva la parete, proprio accanto a lui. Per reazione, tutti e quattro si alzarono e passarono alle mani.
    "BASSSTA!" urlò Snaar con tono autoritario, riuscendo a sovrastare le urla nella stanza e ad ottenere l'attenzione dei presenti. "Qui nessssssuno di voi è un traditore. Una donna umana è ssstata, e nessssssun altro." Parlava spostandosi e cercando di passare oltre, e mentre si muoveva rimise il boccale raccolto sul tavolo.
    "Adesssssso vi calmate, poi al vossstro lavoro ritornate. E ssse vedete l'umana passssssare, dovrete fermarla e portarla di sssotto".
    Gli occhi dei quattro rimanevano fissati su di lui perplessi. Forse il tono era stato troppo rispettoso per trasmettere autorità, ed occorreva aggiungere qualcosa per convincerli ad ignorarlo.
    "Ed il volume abbassssssate. Di sssilenzzio ho bisssogno per meglio sssentire i rumori, mentre quesssta zona controllo. Mi sssono ssspiegato?".
    Alzando la spada mentre si voltava, prese il corridoio uscendo. Nessuno lo seguì, ed anche questa volta il piano sembrava aver funzionato.
    Il passaggio terminava su un altro corridoio, e Snaar voltò a sinistra. Ma dopo pochi passi sentì dei colpi e poi un forte tonfo alle sue spalle. Una porta metallica era stata sfondata e fatta cadere sul pavimento.
    Si fermò e si voltò cercando di capire cosa stesse succedendo. Il corridoio dietro di sè proseguiva per circa due stanze e poi svoltava a destra, ma nulla era visibile, probabilmente la porta era stata distrutta poco oltre quell'angolo.
    Seguì un dialogo. Una voce era molto autoritaria, e Snaar si chiese se costui fosse proprio quel tale Xarza che tanto veniva temuto. L'altra voce... era senza alcun dubbio della donna che aveva intravisto prima dalla vetrata.
    L'eco non era chiaro, ma dai dialoghi doveva esserci una terza persona, che dal dialogo pareva essere Void, cioè proprio colui che Snaar stava cercando.
    Ma una cosa non quadrava, se si trattava veramente dello stesso essere lemuriano che lo aveva attaccato in precedenza sul ballatoio della torre, perchè in questo momento non era stato lui stesso attaccato a vista?
    Quel lemuriano non doveva sfuggirgli. Tuttavia un attacco diretto avrebbe potuto essere mal interpretato e c'era la possibilità che altri si intromettessero ostacolandolo. Era invece più saggio, per il momento, seguire i suoi movimenti senza farsi scoprire da lui.
    Snaar non si avvicinò ai tre che parlavano. Poco oltre a lui, il corridoio aveva una nuova biforcazione. Egli la raggiunse e lì rimase ad ascoltare, attendendo l'evolversi della situazione. Sperava che il lemuriano sarebbe giunto verso di lui da solo, ma era pronto a spostarsi se le cose avessero preso una brutta piega.
     
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    Tutto si aspettava, ma non di trovare così presto il barone. -Void- sogghignò con qualcosa di molto simile ad un'espressione soddisfatta stampata sul muso. Meraviglioso, non poteva sperare di meglio. Il boato e la devastazione generale, come pugni di un gigante che cerca di passare attraverso una parete, preannunciarono la venuta del potente Eidous in tutto il suo splendore.
    Colui che guidava quella scomposta marmaglia di pazzi, colui che stava alla base delle idee che sorreggevano la loro indiscutibile inettitudine.
    Il vampiro però parve non accorgersi minimamente di non aver a che fare con Void, e decise che forse poteva tornargli utile il fingere almeno per un po'. In realtà era sicuro che da quelle parti lo stesso Void stesse girovagando in attesa di svolgere uno dei suoi compiti da assassino provetto, anche per quello aveva scelto di non seguire la stressante via dell'infiltrato sotto mentite spoglie. Chiunque però avesse architettato quel disastro, in qualche modo, gli aveva fornito un'idea e una scusa sul momento. Tutto venne accentuato e rimarcato dalla tizia che si era ritrovata nello suo stesso luogo al momento giusto, aveva riassunto molto esaustivamente la situazione e lui non poté che aggregarcisi nascondendo un sorriso trionfale.
    "Lord Eidous in realtà mi sono vestito così perché... qualcuno, vestito come me e totalmente identico a me nell'aspetto, si è infiltrato nella torre. Purtroppo ci siamo ritrovati muso a muso pochi minuti fà e mi sono liberato dell'armatura perché mi poteste riconoscere da lui. Fai attenzione, credo stia attentando alla tua vita. O qualcosa del genere" asserì con convinzione, ondeggiando piano la coda. "Inoltre è potentissimo, prepara i progenie più potenti perché non sarà facile sbarazzarsene. Molti camaleonti come lui si stanno nascondendo tra le tue fila, sono riuscito ad individuarne un bel po' ma non ho ancora avuto modo di combatterli. Prima mi sembrava doveroso avvertirti"
    Impedire alle risate di uscire era davvero complesso, quell'inaspettato macello era ciò che di più apprezzabile potesse capitargli.
    Tornò sui suoi passi, senza dare ad Eidous il tempo di ragionare su quella faccenda. Anche se si fosse accorto che qualcosa non andava aveva altro a cui pensare prima di potersi appurare di qualche lieve sospetto, ed era sicuro che quel barone da strapazzo avrebbe impiegato un bel po' ad accorgersi di qualche tassello fuori posto. Si lanciò verso il corridoio adiacente, balzando verso destra e infilandosi in uno dei corridoi dal quale non era ancora passato. Se qualcuno l'avesse inseguito almeno avrebbe avuto vita difficile nell'acchiapparlo, anche se era difficile anche per lui muoversi in luoghi che non conosceva. Si stava allontanando dagli archivi e probabilmente non si stava dirigendo verso i laboratori, ma per il momento non gli importava di non perdere tempo. Anzi, si stava rivelando tutto molto più divertente e semplice di quel che si sarebbe potuto aspettare.
    Snaar ti è passato quasi davanti. Anche se, da quel che ho capito, Void combinerà il devasto nel prossimo post xD

    A qualche corridoio di distanza sentì l'avvicinarsi di passi pesanti e di gruppi di persone, era sicuramente Xarza che lo stava raggiungendo. Doveva fare attenzione, non poteva farsi scoprire, né tantomeno prendere da quella belva inferocita. Intravide una figura immersa nella semioscurità, e anche se non poteva esserne proprio sicuro gli parve che fosse la stessa con cui aveva avuto a che fare pochi minuti prima. Difficilmente dimenticava un avversario ,e ancora più difficilmente si confondeva nel riconoscerlo. Non poteva perdere tempo, fece un semplice gesto con una zampa nella sua direzione e poi guizzò in un altro corridoio, aggrappandosi alle pareti con i propri artigli con cui faceva attrito su praticamente quasi ogni superficie non del tutto liscia.
    Chi sa, poteva anche risultargli utile.

    Aesingr prese quella situazione come la più strana che gli fosse capitata da quando aveva messo piede sull'isola. In effetti in poco tempo ne aveva viste di cotte,di crude, di scotte e di scrude, ma finire rinchiuso in un luogo simile con una dragonessa simile a lui solo un po' parecchio più predisposta a far impazzire la gente le batteva tutte di gran lunga. Non riusciva a farle capire il concetto, eppure non doveva essere difficile da quello che lei aveva detto capire se avrebbe mentito. Come spiegarle che, effettivamente, non stava mentendo? Altre domande si aggiunsero alla precedente, precedute da qualcosa che il suo corpo non si aspettava di dover sopportare.
    D'improvviso si sentì come svuotare, una sensazione assurda tutt'altro che piacevole, finché la sua gola non cominciò a reclamare il bisogno di acqua. Doveva venirgli tutta quella sete in un momento simile? Non poteva essere una coincidenza, era sicuramente la dragonessa che stava cercando di carpirgli informazioni infliggendogli, come aveva detto, punizioni sempre diverse e più crudeli ogni volta. Per Solkan'an il drago dorato, Torin Joveia-come caspita si scriveva e tutti i musici delle antiche ballate, cosa c'era di difficile da capire in "sono finito qui per sbaglio"?
    Boccheggiò respirando con forza, gorgogliando e mugugnando per quella repentina orribile sensazione che gli stava allontanando ogni forza dal corpo. Riprese a solleticargli la zampa, causandogli un'agonia inimmaginabile con tutto ciò che il suo corpo stava subendo. Quella subito gli fornì acqua per dissetarlo, inducendolo a pensare che non fosse del tutto a posto nella testa, né sicura di cosa volesse fare. Perché fargli una cosa del genere e poi riidratarlo? Le sue parole gli fecero capire che, probabilmente, era tutto un metodo da lei studiato per provocargli sofferenza a tratti e rendere, chi sa come, ancora peggiore la successiva trovata. La sete c'era ancora, non se n'era del tutto andata, ma adesso era sopportabile.
    "Io... non so cosa vuoi che io ti dica, ma è tutto vero! Dovevo andare alla città degli alberi, quella con quel grande albero al centro. Dove si trova l'elfo di cui non ricordo il nome, hai presente? In realtà il motivo per cui dovevo andare lì vorrei evitare di dirtelo, perché ho promesso ad una persona di proteggerla e questo mi complicherebbe un po' le cose. Potrei provare a mentire ma..." intervallò la frase con un sorrisetto, "non sono molto bravo a farlo... mi dispiace. Poi è una faccenda un po' lunga, non so come riassumerla a dire il vero"
    Probabilmente quello sarebbe significato altre torture, altri tentativi di carpirgli informazioni che non avrebbe rivelato e altri momenti fastidiosi come il precedente, ma non poteva parlare di quello che era successo. In effetti a pensarci era davvero finito lì per colpa della nebbia, ricollegando le varie cose se non fosse stato per quel draghetto e per tutto il resto forse ora non si sarebbe ritrovato lì: non avrebbe scelto quel tragitto con quella destinazione e chi sa dove si sarebbero andati a cacciare lui ed Egenna. Poteva anche essere divertente, se solo non si fosse lasciato catturare e quella gente avesse conosciuto maniere un po' più gentili per chiedere le cose.
    "Ti prego, lasciami andare. Egenna mi starà aspettando, o addirittura cercando. Non voglio che finisca nei guai per colpa mia, anche lei è abbastanza propensa a infilarsi in situazioni complicate... non so se mi spiego"
    Un altro sorrisetto gli incurvò le labbra squamose, mentre cercava di accomodarsi come meglio poteva su quel giaciglio. Iniziava ad avvertire un dolore persistente alle zampe, stare in quella posizione non era per nulla comodo e avrebbe di gran lunga preferito trovarsi steso sul ventre. Almeno in quel modo, anche se bloccato, non avrebbe avuto le zampe tirate con forza dalle catene e magari avrebbe potuto cercare di rilassare le membra. Sicuramente anche quello faceva parte dell'agglomerato di idee per spingerlo a dire bugie, perché era ciò che volevano sentirsi dire dato che la verità non andava bene.
    Il dolore delle ferite era leggermente scemato, ma le forze erano tutt'altro che tornate. Anzi dopo l'ultimo trattamento non si sentiva più in grado neanche di reagire, non che prima si fosse impegnato a provarci in effetti.
    Provò a sfruttare il fatto che il collo fosse libero per inclinare il muso e mordere gli anelli delle catene avvolte sopra le fasciature, sicuro che la dragonessa gliel'avrebbe impedito. Lanciò un'occhiata implorante all'altra creatura pelosa e molto strana accanto a lei, per poi tornare a fare forza con le zanne sul metallo.

    Edited by Aesingr - 24/2/2018, 05:11
     
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    Eidous con aria seria ascoltò quello che i due riferirono, anche se quello che aveva detto Void sembrava... Strano.
    Perché mai assumere l'aspetto di Void?
    Era risaputo che non fosse affidabile nell'organizzazione C.O.R.V.O. (conoscenza, osservazione, ricerca, verità e onore), quindi perché?
    perché proprio Void?
    Se volevano penetrare nel organizzazione che senso aveva agire in quel modo scegliendo un personaggio risaputamene inaffidabile?
    Oltre tutto il ragionamento di"void" era sensato, troppo sensato!
    Void è pazzo quindi avrebbe farcito il racconto di dettagli inutili o probabilmente confusi quindi c'era qualcosa di losco sotto.
    Eidous era un pò pazzo, ma non stupido, però non ebbe il tempo di rivolgere parola alcuna a "void" poiché questo era già partito per la tangente, perdendosi tra i corridoi.
    Era rimasta Egenna con Eidous che faceva cenno di si con la testa per qualche secondo per poi voltarsi verso la ragazza.
    La povera ragazza barda non sapeva che la aspettava un tormento crudele del destino: Un discorso di Eidous di quelli kilometrici.
    "Non me la racconta giusta, secondo me lavora per la nebbia...
    Comunque riguardo lei signorina, ha fatto un buon lavoro.
    Ah un tempo non C'erano invasioni e infiltrati nei corvi.
    E al giorno d'oggi i giovani ascoltano musica strana e si vestono in maniera ridicola.
    Ai miei tempi le ragazze combattevano mezze nude e i maschi avevano corazze che risaltavano la tartaruga, non come ora che ora indossano tutti delle armature simili e per voi femmine hanno fatto semplicemente corazze con conche per le tette e che sono leggermente più strette e aderenti in certi punti come i fianchi.
    Al giorno d'oggi non vedi mai una ragazza mezza nuda che combatte con delle lame a catena o altre armi esotiche, è un pò triste in effetti non vedere un bel corpo che si contrae nello sforzo di tirare mazzate da orbi tutte avvolte della corazza come sono al giorno d'oggi.
    Poi qui era tutta campagna, niente palude.
    Poi si è rotta una diga e poi è crollato acquedotto vecchio e buona notte al secchio...
    È un peccato in effetti, ma almeno questa nebbia copre il sole e posso uscire anche di giorno in pratica.
    Però ricordo anche che gli autunni e le primavere erano più lunghi, non che mi dispiace visto che amo l'inverno, ma ora l'autunno dura pochi mesi e stessa cosa la primavera.
    Questo mondo sembra impazzire e noi poveri immortali dobbiamo accattarci alle esigenze di voi mortali per convivere pacificamente.
    Vorrei a volte fosse più semplice gestire tutto questo, ma aimè non è semplice così.
    E tu? Sembri giovane, non deve essere da molto che sei nella nostra organizzazione, immagino le cose che hai visto qui t'abbiano sconvolta, ma tranquilla, presto nemmeno ti faranno impressione i cadaveri.
    È impressionate quante cose si dimentichino... Come la paura dei morti..."

    Fece Eidous, la sua bocca sembrava un inclemente fiume che si abbatteva su Egenna, travolgendola, trascinandola attraverso la follia più pura.

    Intanto...

    La gente sclerava e correva a random come impazzita, Xarza faceva facepalm perché non riusciva tranquillizzare gli animi era una situazione assurda!
    Il tipo incappucciato però apparso nella camera incredibilmente ce la fece, e da come parlava doveva sicuramente essere un cavaliere nero, uno dei paladini oscuri di quella terra corrotta.
    Il gruppo di coboldi, orchi, elfi oscuri e goblin smise di sclerare e tornarono sull'attenti e sistemarono le cose, ascoltando quel losco individuo come fosse un loro superiore.
    La enorme dragonessa Xarza, vagando da un corridoio all'altro di fretta e furia per cercare di tranquillizzare gli animi,raggiunse quei corridoi e si avvicinò all'omino incappucciato, di cui incrociò la strada per puro caso mentre si avvicinava al luogo in cui il barone risiedeva.
    Attorno a lui le cose si erano tranquillizzate. Gli si avvicinò e stupita gli chiese: "ma... Come diavolo hai fatto?"
    Sorpresa dall'abilità dialettica dell'essere unico che gli si parava d'inanzi. Sembrava quasi volesse celare la sua presenza, ma in fondo per quelli di quell'organizzazione era normale. Nascondersi in quei corridoi però era difficile non c'erano molte svolte che portassero a stanze in grado di nascondere qualcuno, specialmente in mezzo a quel viavai.
    Inoltre se era stato loro d'aiuto in quel modo difficilmente sarebbe potuto essere uno degli invasori, almeno così credeva. Gli rivolse una fredda occhiata indagatrice, convincendosi che non era lui che doveva trovare.

    Intanto...


    Tirax guardò stupita il drago inarcando il sopracciglio scaglioso.
    Gli stava di nuovo mentendo?
    No, sembrava sincero, anche prima forse l'era, quindi torturalo era una perdita di tempo.
    Però quello che disse era interessante: A quanto pareva la sua amica lo stava cercando, forse se usava quello stupido drago-pesce poteva catturare la sua amica.
    "A Knawr eri diretto allora, ma ti sei perso... Mi sembra ancora una stronzata, ma per ora se non cambi versione mi atterrò a questa.
    Nessuno, mi prendi la siringa? mi servono le neurotossine non letali per paralizzare il soggetto in tempo per chiuderlo in una gabbia. Credo di avere un idea di cosa farne."

    Fece la dragonessa mentre il demone gli passava una siringa che la dragonessa impugnò rivolgendola verso l'alto per far schizzare le bolle d'aria insieme un pò di liquido in maniera inquietantissima.
    La dragonessa sollevò una squama del collo di aes, per poi iniettare quello strano liquido verde nel suo corpo.
    Il drago era cosciente, ma incapacitato a muoversi, poteva solo muovere gli occhi e sbatterli o chiuderli all'occorrenza.
    La dragonessa l'aveva liberato dalle catene e lo mise in una gabbia per draghi, fino a quel momento ben nascosta in un vano adiacente alla stanza.
    Lo sollevò dal giaciglio e lo trascinò all'interno della gabbia, accurandosi di chiuderla con un lucchetto per poi mettere la chiave del lucchetto in un ciondolo che portava al collo, unico ricordo di suo padre partito in cerca di fortuna lontano da Kengard.
    Prima d'averlo messo in gabbia lei aveva tolto le bende dal drago in modo da lasciare in vista le ferite, comunque in via di guarigione grazie A Ness.
    Nessuno infatti era un guaritore eccezionale, portatore della penicillina-divora-batteri, e non gli fu difficile infatti far rimarginare le ferite con un pò di medicina cinese chiamata appunto made-china.
    Era un balsamo a base di... Mejio-gho'sapelloh.
    Comunque aveva funzionato visto che le ferite non sanguinavano ed'erano in pre-fase di cicatrizzazione.
    Era perfetto! Chi sa cosa avrebbe fatto Egenna vedendolo in quello stato, ma era una trappola poiché costrutti e replicati attendevano l'arrivo della ragazza.
    Tirax si avvicinò al drago e gli accarezzò il collo con sensualità.
    "A presto dolcezza."
    Gli sussurrò sexyssima prima di andarsene a spargere la voce che il drago era in gabbia per trarre in trappola Egenna visto che quel inetto di void a quanto pare non riusciva a fare il suo lavoro.
    Lo portò fuori trascinando la gabbia in mezzo al corridoio, ben in vista, dove chiunque si sarebbe potuto fermare a guardarlo così che la voce si espandesse velocemente.
    Presto Aesingr si sarebbe ripreso, ma era comunque in gabbia, in tutti i sensi possibili e immaginabili.

    Edited by Aesingr - 24/2/2018, 05:00
     
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    Scusate gli spoiler di tanto in tanto: Void mi ha chiesto di aggiungere due cose al suo post, perché lui è pigrone xD quindi rileggetelo. Di solito evito di farlo, ma anch'io ritoccherò un attimino il mio post (la parte di non-Void), così da velocizzare un paio di cose e da spiegare un po' gli spostamenti che mi sa si è un po' intortato qualcosina xD
     
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    si beh, scusa Aesingr.
    Starò più attento.
     
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    Non vi preoccupate, tanto dovevo ancora rispondere ^^

    Ripensandoci, non era stata una grande idea dire quelle cose: non solo il falso Void (Diov?) se ne andò dopo aver sparato quattro bestialità, ma ragionandoci bene, se fosse stata catturata avrebbe avuto una sentenza di molto peggiore dicendo che la Nebbia era quella coinvolta. Non che si augurasse di essere beccata, ovvio, ma nella non tanto remota possibilità che le sue pazzie la portassero a quell'eventualità, sarebbe stato di gran lunga più difficile spiegare che quel dannato drago era entrato in quel castello per un semplice gioco del caso. Fortunatamente, fu Diov ad attirare i sospetti di Lord Muscolo e prima di farle i complimenti per il suo lavoro (che lavoro? boh), commentò con fare pensieroso la possibile appartenenza alla Nebbia di quella scimmia. Per lo meno era riuscita a capire il nome e il titolo "dell'uomo" davanti al lei...
    < Vi ringrazio, Lord E... > cominciò Genna, ma non trovò abbastanza spazio per inserirsi.
    Sia che il suo intento fosse liberarsi di quel tizio il più velocemente possibile, sia che volesse tentare di intercedere il suo favore per Diov, Genna venne sommersa da un fiume di parole, un discorso interminabile che la sommersero giù, giù, giù e sempre più a fondo, nei deliri che solo un vecchio decrepito avrebbe potuto eguagliare. Il lord parlava, parlava... fino al discorso che le invasioni non erano più come quelle di una volta ci poteva anche stare, ma qual era il nesso logico che connetteva quella situazione alle signorine nude circondate da sangue e catene? Con le stagioni? Con la forma delle armature moderne? O con lei? Genna si mosse sul posto vagamente a disagio per quel discorso sconclusionato, e senza pensarci si chiuse l'ultimo bottone del camice per evitare il più possibile di lasciar intravedere sotto la stoffa grigio stinta i suoi ridicoli vestiti da nuova generazione.
    < Mio sign... Lord Ei... >
    Ogni tanto cercava di intromettersi in quella fiumana immane di frasi, periodi, parole e sillabe, ma quelle continuavano imperterrite, schiacciando ogni suo tentativo e stordendola senza pietà. Non ce la faceva più. Non riusciva più a seguirlo. Non solo stava cominciando ad odiare quella situazione, ma a quel punto pure il mondo cominciò a sembrarle un posto vagamente orribile. Perché non era colpita da uno di quei tanti blackout che le venivano di punto in bianco nelle situazioni più disparate/disperate e che la benedivano con un'amnesia più o meno completa? Per non impazzire spense completamente il cervello o era sicura che si sarebbe sciolto pur di uscirle dalle orecchie e smettere finalmente di starlo a sentire.
    Genna si riscosse solo quando sentì un "E tu?". Il lord cominciò una serie di domande rivolte a lei e al suo lavoro e, anche se non le lasciava abbastanza tempo per rispondere tra una e l'altra, la sua curiosità la mise in allerta. Solo alla fine di tutta la pappardella il tizio sembrava un po' meno assatanato e Genna riuscì a ricavarsi uno spazietto per prendere parola.
    < Avete indovinato, Lord Eidous, non sono qui da molto e se devo essere sincera devo ancora imparare ad orientarmi... mi è stato detto di avvertire i secondini del drago catturato di rafforzare le difese perché potrebbero cercare di liberarlo, ma non mi hanno detto dove andare o a chi riferire... posso chiedere a voi un'indicazione? >
    Si pentì subito di questa domanda seppur necessaria. Chissà a cosa aveva dato il via: se prima aveva parlato di donnine che uccidevano in mutande solo per avergli riportato la situazione del castello non osava immaginare cosa avrebbe tirato fuori ora che gli aveva chiesto lei stessa di parlare...
     
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    Snaaruzzo puoi andare, ho rimesso un pochino di cose: rileggi il mio e il post di Void, comunque riassuntivamente...
    NonVoid/-Void-/(Diov) ha intravisto Snaar e lo ha... "salutato (?)", allontanandosi subito dopo in un corridoio lì accanto. Quindi è ancora vicinissimo a lui. Xarza poi è arrivata all'improvviso e si è complimentata con Snaar, perché attorno a lui le cose erano calme e boh, qualcuno le avrà indicato Snaar come quello che ha dato loro gli ordini.
    Quindi adesso hai tutti vicini: Eidous, Egenna, Non Void e Xarza, se non raggiungi tu Non Void al prossimo post faccio io xD
     
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    Snaar si era concentrato ad ascoltare il dialogo ed i movimenti dei tre (Egenna, Lord Eidous e NonVoid/Diov), e del lemuriano in particolare. Udì un terzo nome, Lord Eidous, che poteva essergli utile ricordare, e distinse chiaramente il lemuriano mentre questi stava separandosi dagli altri, muovendosi proprio nella sua direzione.
    Vi erano intanto diverse altre creature in transito tutt'intorno, ma non ci fece troppa attenzione sul momento. E questo fu un grave errore.
    Prima che potesse reagire in qualsiasi modo, spostandosi dalla propria posizione per avvicinarsi a sua volta al lemuriano, un drago - e proprio quello da cui stava cercando di tenersi lontano - comparve nel corridoio alle sue spalle, e si avvicinò fermandosi proprio accanto a lui. Non per attaccarlo a vista, giacché gli rivolse invece una domanda.
    Era ovvio pensare che essere di fronte ad un drago significava essere di fronte ad una delle figure di spicco di quell'organizzazione.
    E quel quesito era a sua volta una conferma, come del resto già immaginava data la situazione di massima allerta in atto, che i suoi movimenti all'interno dell'edificio non erano passati inosservati, anzi c'era chi lo stava tenendo d'occhio. Non c'era più l'effetto sorpresa. Forse non era stato ancora riconosciuto come uno degli estranei, ma quegli istanti sarebbero stati decisivi ed occorreva non commettere errore alcuno.
    Non poteva rimanere in silenzio quindi, nascondendo con fatica il nervosismo (Snaar parte istintivamente prevenuto nei confronti dei draghi), le rispose: "Sssu chi è già preda del terrore, usssare altro terrore non funzziona bene. Uno ssshock improvvissso la paura può fermare, però poi il carisssma ssserve usssare per gli animi calmare. Ma perchè tutto quesssto funzzioni, pensssare come uno di loro sssi deve. E per imparare a come loro pensssare, vivere come loro occorre ffare. Molto difffficile quesssto è, per un drago".
    Non si voltò verso la dragonessa, non voleva mostrarle il proprio volto, e supplicò il destino che quella richiesta non gli sarebbe giunta. L'accento chiaramente straniero non deponeva a suo favore: sperava soltanto che Xarza non conoscesse uno ad uno tutti i membri di quell'organizzazione. O perlomeno, essendo in quegli istanti una figura utile e che stava aiutando nel riportare ordine, che Xarza avrebbe pensato di lasciarlo comunque fare, anche solo momentaneamente. In fondo non aveva ancora né utilizzato né mostrato i suoi poteri e le sue reali capacità e, quando sarebbe giunto il momento di andarsene da lì, con essi avrebbe tentato di cogliere di sorpresa gli eventuali oppositori mandati a catturarlo. Era per lui una prospettiva ancora favorevole.
    Prese a camminare, nella direzione del lemuriano, augurandosi di non essere fermato. "L'umana, per adesssssso, un problema non rappresssenta, lei non ssscapperà". Snaar non stava alludendo alla cattura di Aesingr della quale, pur avendo sentito qualche frase qua e là, non aveva ancora riunito i vari tasselli e non era giunto al collegamento. Si stava invece riferendo agli oggetti che ancora giacevano sul ballatoio.
    "Quella ssscimmia invece il caosss sssparge, e altri sssoldati ffomenta, gli uni contro gli altri. Essssssa deve essssssere fermata, e sssubito lo devo ffare. La mia ffretta ssscusssate".
    In quel momento la testa del Non Void faceva capolino dal fondo del corridoio e stava osservandoli. Un paio di passi dopo, egli scomparve dietro l'angolo. E Snaar accelerò al suo inseguimento.

    Snaar inizia a correre dietro a Diov e lo inseguirà, ma Xarza può ancora intervenire per fermarlo.
     
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    Qualcosa era andato storto, e qualcosa per il verso giusto. In effetti le cose parevano esser proprio dirette verso la piega che si aspettava, il problema era che non era esattamente tutto facilmente coordinabile. La regina Xarza era a pochi metri da lui, ma si era fermata piuttosto indietro e fortunatamente quello strano mezzodrago dalle arcane forme gli era servito come ottimo diversivo. A dire il vero quella creatura non si era nemmeno accorta che la situazione aveva portato a convergere tutte le figure più influenti nello stesso punto, o forse l'aveva capito e non se ne curava.
    L'importante comunque era allontanarsi abbastanza, e fare in modo di essere seguito proprio da lui. Sorrise beffardo quando si avvide che, in effetti, lo strano drago si era proprio gettato al suo inseguimento.
    Svoltò diversi altri angoli fino a che non fu abbastanza distante dagli altri, in un pertugio ignoto fra due corridoi che davano entrambi su un salone non molto ampio ma sicuramente pieno di intrallazzabubboli variegati.
    Vi era tutta una complicata oggettistica legata a chi sa quale esperimento losco, teche con all'interno melme non proprio rassicuranti e urne cariche di strani liquidi di natura sicuramente folle.
    Diov scrollò il muso, facendo retrofront per farsi notare dal suo inseguitore e poi scagliarsi all'interno del salone silenzioso come un felino. Qui lo attese, preparandosi a ricevere un qualunque tipo di assalto ma evitando di generare armi e offensive ostili prima del tempo. Quando lo raggiunse, scrutò il tipo incappucciato con fare di scherno, seduto in totale tranquillità su una delle vitree scatole contenenti quella strana robaccia.
    "Non puoi esser stato tu a combinare tutto quel disastro, dico bene?" gli chiese, arricciando la fuffosa coda fra le zampe posteriori e anticipando con le sue parole qualsiasi tentativo d'attacco. "Mi dispiace di averti attaccato con così tanta veemenza prima, o comunque diciamo che... anche se non mi dispiace... non era a ferire un altro intruso che miravo"
    Fece una piccola pausa, con i muscoli sull'attenti e pronti a guizzare, non smise di starsene in allerta neanche per un istante mentre fissava quel tizio attraverso la semioscurità rischiarata, come in molte altre stanze lì attorno, da fuochi magici e lampade di dubbia origine.
    "Non credo tu sia uno di loro, decisamente no. Oppure fingi davvero bene... devo trovare il genio che ha allagato tutto ed aiutarlo nella sua opera di devastazione, da come i fiumi si sono interrotti là in mezzo deduco la regina l'abbia riempito di botte. Non è tipa da uccidere gli infiltrati, preferisce metterli al proprio servizio... piegarli al suo volere... sicuramente quell'individuo è nei guai, e potrei aver interesse nell'aiutarlo. Dimmi, tu potresti aver interesse nell'aiutare me?"
    Continuava a gesticolare con la coda, srotolandola e muovendola da una parte all'altra con disinvoltura, inclinando di tanto in tanto il corpo di lato e incurvando le labbra in inquietanti ghigni perversi.

    Aesingr cercava in ogni modo di capire quale fosse la miglior cosa da fare, eppure niente che gli potesse venire in mente aveva senso di esser attuato. L'unica soluzione che gli stava per venire in mente venne stroncata sul nascere dalle nuove intenzioni della dragonessa, che perentoria spiegò di volerlo chiudere in gabbia. Pensò che forse sarebbe stato più comodo, e che sarebbe uscito da quel luogo perlomeno. Il problema era che non aveva il benché minimo interesse a passare da una stanza chiusa ad una gabbia altrettanto chiusa, doveva sbrigarsi perdindirindina!
    Lei si fece passare qualcosa, qualcosa che non riuscì a vedere ma che non gli prometteva proprio nulla di nuovo. Sentì un sottilissimo suono come di un contenitore che si svuota, ma infinite volte più debole, e poi cercò di reclinare la testa per capire di cosa si trattasse. La dragonessa però gli trattenne il collo e lo punse con qualcosa, alché cercò istintivamente di ritrarsi ma la posizione in cui si trovava glielo rese impossibile.
    Quella fece comparire una grande struttura di metallo con delle sbarre in cui probabilmente lui sarebbe finito a breve, trascinandola fuori da non si sa dove. Avevano davvero di tutto in quello strano vano, incredibile che in così poco spazio potessero raccogliere quell'enorme numero di cose.
    Fu dopo qualche secondo, forse minuto, che avvertì qualcosa di strano informicolargli il corpo; si sentì sempre più debole, sempre meno capace di dare ordini agli arti e trasformare i pensieri in movimenti. In breve realizzò di essere completamente bloccato, era chiaro che non volessero rischiare che lui si ribellasse mentre lo trasferivano.
    Venne liberato dalle catene e gli vennero tolte le bende che gli ricoprivano le ferite, in quel momento si sentiva di nuovo in grado di percepire il proprio corpo come prima ma, purtroppo, non era minimamente in grado di muoversi né di comunicare con quella dragonessa o con l'altra creatura.
    Venne gettato nella gabbia e trasportato fuori molto rapidamente, e lasciato in prossimità di una parete in mezzo ad un corridoio da cui poteva osservare poco più di qualche fiaccola luminescente e un altro paio di porte chiuse. Qualcuno arrivò alle sue spalle, diversi passi errano in avvicinamento, ma non poteva voltarsi per constatare di chi o cosa si trattasse. SI trovava disteso sul ventre, finalmente, ma inerte sul pavimento della gabbia. Socchiuse le palpebre, che per qualche motivo ancora funzionavano, e provò in ogni modo a spingere il proprio corpo a muoversi. Non avendo successo si rassegnò ad ascoltare i movimenti di chi si trovava alle sue spalle, qualcuno in silenzio gettava ombre su di lui, qualcun'altro più chiassoso bisbigliava frasi di senso a lui ignoto ai compagni.
    "Eccolo, è lui"
    "Molto strano, è veramente molto strano!"
    "A me non sembra così offensivo"
    "Se te lo trovassi davanti con le fauci aperte non..."
    "Già e poi ha devastato mezza to..."
    "Ma dai, nonvedete come..." e quant'altro.
    Aesingr sospirò sonoramente, se stavano riferendosi al fatto che lui avesse distrutto tutto gli dispiaceva, aveva davvero combinato un macello del genere? Voleva parlare con loro, ma improvvisamente fu un altro il pensiero che gli pervase la mente. Dannazione, lì fuori Egenna poteva vederlo se sarebbe passata da quelle parti, e qualcuno avrebbe potuto dirlo a lei indirettamente se si trovava ancora nei paraggi.
    Subito il panico prese ad attanagliarlo, perché l'avevano messo in una simile situazione? Era quella l'ennesima tortura? L'incapacità di fare qualsiasi cosa unita al timore di poter mettere Egenna nei guai restandosene lì immobile non gli permise più di ragionare con lucidità, cominciò a respirare con molta più intensità e cercò inutilmente di agitarsi e mettere in moto le membra, provando nel contempo a gridare in vano con tutte le sue forze.
     
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    Eidous sorrise compiaciuto alla ragazza che aveva avuto la sfortuna d'incontrare il vampiro, rinomato smartellatore di gonadi con i suoi kilometrici discorsi.
    All'improvviso il vampiro venne preso d'una chiamata telef... Telepatica del sai Nessuno, il demone cerusico, quindi il vampiro appoggiò due dita sulla fronte per ricevere meglio la voce mentale del sai.
    "Beh non saprei, lo hanno catturato quel pericoloso drago terrorista, e sicuramente ora lo staranno torturando per scoprire cosa sa e...
    Oh! Scusa un attimo, mi cercano sulla frequenza telepatica.
    Oh ciao Ness!
    Cosa?!
    Davvero?!
    Ma coi Wurstel?
    No? Ok.
    A l'usate come esca?
    Si si.
    Si si infatti, bravi.
    Ok così la spadellatrice silente uscirà allo scoperto e la prenderemo, Bwahahah!
    Ok, va bene.
    T'amo anch'io!
    A dopo!"

    Fece Chiudendo quella chiamata... Telepatica, di Nessuno che lo informava del fatto che ora Aesingr veniva usato come esca per il piano di Tirax.
    "Scusami figliola, mi ha chiamato il dott.Nessuno, ha detto che hanno già finito di torturarlo e a quanto pare non sapeva niente.
    Ma la sua assistente; Tirax, ha avuto l'idea di metterlo in un corridoio pieno di trappole e aspettare che la spadellatrice silente; cioè la pazza che era con lui, esca allo scoperto per salvarlo e cada in trappola.
    Quei due devono rispondere di tentato omicidio nei confronti di mastro Zero e di gravi danni al attrezzatura, ma sapremo fare in modo che ripaghino il loro debito fisico e morale in qualche modo, Bwuhahahahah!
    Ora vai a fare quello che devi e prendi questa balestra con dardi soporiferi, gira brutta gente da queste parti, e visto che non hai dei muscoli d'acciaio come me sarà meglio che usi questa per difenderti."

    Fece il vampiro alla ragazza dandogli una balestra ultraleggera in chitina, niente a che vedere con le balestre di legno convenzionali, molto più pesanti.
    Quella era leggera e flessibile, perfetta per essere impugnata anche da dei coboldi.
    Il vampiro gli diede anche una piccola faretra, che conteneva minuscoli dardi non-letali, con della tossina sedativa.
    Eidous quindi se ne andò senza sapere di aver armato, aiutato e svelato i piani proprio alla ragazza che cercava: La pericolosissima spadellatrice silente.

    Intanto:
    Void sclera nella zona iniziale da qui erano venuti gl'invasori in cerca d'Egenna, alias la spadellatrice silente, dopo essersi diviso da Atalanta per coprire più aria di ricerche viste l'infruttuoso risultato.
    Void era abbastanza infuriato per il suo insuccesso.


    Intanto...

    Xarza non aveva capito granché dal discorso dell'essere incappucciato, che parlava in modo strano, ma forse doveva essere più empatica verso i suoi sottoposti, come Eidous... O quell'idiota pacifista del Maestro del Vuoto, in ogni caso non ebbe tempo di rispondere visto che era ripartito in quarta dietro a Diov, che si comportava decisamente in modo strano.
    Intanto Diov si era seduto su qualcosa di molto pericoloso, ma dettagli, l'avrebbe scoperto presto visto che il vetro della teca si stava formando una crepa, e la cosa lì dentro, simile a un ameba deforme di carne infetta, non sembrava amichevole, ma fortunatamente sembrava piuttosto lento.

    Intanto...

    Nessuno era nell'infermeria a sistemare un pò gli attrezzi chirurgici mentre li puliva con un pò di alcool, Tirax entrò di gran carriera fiera dell'operato mentre il demone la guardava scettico.
    "spero che il tuo piano funzioni... Ma ho dubbi a riguardo."
    Fece il demone scambiandogli una rapida occhiata prima di tornare al lavoro sugli attrezzi del mestiere, sentiva sarebbero stati usati presto su qualcuno.
    Funzionerà demone malizioso! controbattè la dragonessa speranza di rendere orgogliosa la madre, Xarza la regina nera, catturando la PADELLATRICE SILENTE(Ahahah, non ce la faccio, Ahahah, scusate!), quindi non restava che aspettare.
     
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    Non aveva osato andarsene a metà discorso per non attirare l'attenzione di quel tizio che aveva tutta l'aria di essere una persona importante in quella torre. Quando però ricominciò a parlare, nonostante fosse stata lei a fargli una domanda, Genna fu fortemente tentata a sgattaiolare via, cercare le tracce di Diov e chiedergli aiuto senza mezzi termini. Stava quasi per attuare tale piano, quando il lord si bloccò di colpo, portò due dita alla tempia e cominciò a parlare da solo... non che fino a quel momento avessero costruito chissà quale dialogo, ma il modo in cui cominciò ad improvvisare una serie di risposte a battute inudibili lasciò Genna parecchio indecisa: essere spaventata della sua pazzia o meravigliata della sua capacità di mimare una vera e propria discussione con qualcosa di invisibile?
    Non voleva davvero una risposta. L'unica cosa che le interessava era poter approfittare di quella sua strana diversione per scappare veramente dai suoi interminabili sproloqui, ma fece in tempo ad accennare appena un paio di passi indietro, che qualcosa attirò subito la sua attenzione: aveva detto.. "padellatrice silente"? Diceva che sarebbe uscita allo scoperto, che l'avrebbero presa e poco prima aveva parlato pure di un'esca... che si stessero riferendo a lei? Eppure... perché diamine la chiamavano con un nickname così stupido? Padellatrice silente? Lei non sapeva cucinare ed era tutto meno che una persona silenziosa! Come cavolo aveva cominciato a circolare un nomignolo del genere?
    L'incertezza le fu fatale: alla fine di quel dialogo mentale, Genna non era abbastanza lontana dal lord per scampare dall'ennesima fiumana di parole e venne investita in pieno da un'altra ondata. Questa volta, però, non si dilungò in inutili disquisizioni su donnine seminude, il tempo o altre scempiaggini, anzi, l'argomento la interessava direttamente. Ogni sua parola era come un calcio nel deretano, capace di attivare tutti i suoi sensi... di colpa. Dottor Nessuno? Tirrax? Corridoio? Trappola? Tentato omicidio? Zero? Quando Eidous le disse che avevano finito di torturare Aes, Genna si sentì addirittura sbiancare in volto. Sperò che il tizio non se ne accorgesse, tra la maschera indosso e il buio che aleggiava in quei corridoi.
    Accettò l'arma e la faretra con un gesto meccanico, si costrinse ad aprire bocca alla fine del discorso del lord. Non doveva attirare la sua attenzione.
    < Vi ringrazio, Lord Eidous, prometto di stare attenta. > disse cercando di non lasciar trasparire i suoi sentimenti nella voce.
    La disperazione durò giusto tre millisecondi, poi sopraggiunse - com'è prevedibile ^^" - la RABBIA. Aes era stato torturato? Le parole del lord continuavano a rimbalzarle da una parte all'altra del cervello. Aes era stato torturato. Avevano tormentato il suo drago. SENZA IL SUO PERMESSO. Osservò la schiena di lord Eidous allontanarsi per i corridoi, gli piantò un paio di ardenti occhietti a fessura, giusto prima che svoltasse l'angolo. Non di odio. Non di disperazione. Non di noia... lasciavano trasparere pura RABBIA. Non era stata sua intenzione all'inizio, ma adesso sapeva di non avere nessun'altra scelta: avrebbe fatto crollare quel posto dalle fondamenta. Dopodiché sarebbe stato relativamente semplice portare via di lì il drago se tutto quello che avevano attorno fossero state ceneri. Aveva promesso di stare attenta, attenta a non lasciare neanche una briciola!
    Osservò la balestra per qualche secondo, cercando di pensare ad un piano efficace per mettere in pratica una minaccia tanto audace. Non si fidava a contare ancora sui suoi poteri così incostanti, ma c'era una forza che al momento non l'aveva ancora delusa, anzi, si era mossa esattamente come si era aspettata: il suo piano semplice quanto stupido prevedeva di buttare giù la torre utilizzando i suoi stessi abitanti, sfruttando le loro armi, la loro stupidità. Lei da sola non aveva abbastanza potere. Poteva solo... velocizzare un'eventuale autodistruzione.
    Si allontanò e prese il corridoio opposto rispetto a quello imboccato da lord Eidous. Imbracciò la balestra, incoccò un dardo e andò a caccia di gente. Non le ci volle molto per incontrare un gruppetto di quattro orchi, che sconsolatamente si avviavano lungo il corridoio. Perfetto: gente grande e grossa dal intelletto limitato. Genna gli si parò davanti, gli puntò contro la balestra.
    < Ehi voi! Chi siete? Dove siete diretti? > li urlò contro.
    < Stiamo tornando a lavoro. La lucertola dice... >
    < No! Lasciate perdere tutto!
    - gli interrompette abbassando la balestra - La padellatrice silente è la nostra priorità e tutti devono fare la loro parte per catturarla! >
    < E' l'umana? Anche la lucertola ha parlato di una donna umana... >
    < Esatto, è lei il vero pericolo, la responsabile del caos nei laboratori, ma Lord Eidous ha capito qual è il loro vero obiettivo e ha già pensato ad una contromisura efficace a contrastare lei e gli altri infiltrati! >
    < Ah, questo è il nostro Eidous! >
    < E qual è il loro obiettivo? >
    chiese il quarto, spuntando sopra la spalla di un compagno.
    Genna ebbe un attimo di incertezza.
    < Non sono autorizzata a rivelarlo! Dovete capire che se la notizia dovesse girare sulla bocca di tutti allora anche questi criminali potrebbero rendersi conto che ne siamo a conoscenza. Vi basti sapere che c'è un modo per prevenire altri danni ai nostri laboratori! >
    Fece una pausa. I quattro orchi si erano spinti con il busto in avanti, pendevano completamente dalle sue labbra. Si schiarì la voce, cominciò a sussurrare.
    < Dobbiamo caricare in massa il luogo dove il drago dell'acqua è stato rinchiuso. Dobbiamo coinvolgere quanta più ricercatori e gente possibile e dobbiamo andare a proteggere Tirrax e il Dottor Nessuno! >
    I quattro si allontanarono di colpo.
    < Ma questo non ha senso! > esclamò uno di loro.
    Genna alzò le mani in avanti.
    < Un attimo, statemi a sentire... cosa stavate facendo prima che la lucertola vi dicesse di tornare a lavoro? >
    < Cercavo dei traditori... ero sicuro che fossero loro... >
    disse l'orco più a sinistra indicando i suoi compagni.
    < Io mi stavo dirigendo verso la tesoreria per proteggere le ricchezze della Città! >
    < Ma che state dicendo? Erano dei mercenari... >

    Genna li bloccò con un gesto della mano.
    < Lo vedete? Spie, eserciti, traditori, infiltrati... ho sentito pure di gente che parlava di esperimenti vendicativi! - ridacchiò, uno degli orchi la imitò solo per buscarsi una gomitata di quello vicino - Questa era solo una tattica per seminare il caos nella torre. Lo sapete qual è l'unica voce che non sta circolando? >
    < Attacco alieno? >
    propose uno di loro.
    Genna inclinò la testa di lato.
    < Le uniche... due voci che non stanno circolando? >
    Aspettò che si grattassero la zucca per qualche secondo prima di continuare.
    < "Vogliono riscattare il loro compagno!", ecco l'unica che non ho mai sentito e l'unica cosa a cui punteranno. >
    Gli orchi annuirono. Uno di loro guardò gli altri prima di annuire a sua volta. Genna sospirò, certa che non avessero capito 'na mazza di dove volesse andare a parare.
    < Loro hanno detto tutta una serie di baggianate per spedire i ricercatori dappertutto, per farli scontrare tra loro e distogliere la loro attenzione dai veri pericoli. Quello che intendono fare è creare un'apertura: vogliono salvare il loro amico senza persone che glielo possano impedire. >
    Finalmente la scintilla della comprensione illuminò il loro sguardo.
    < E come possiamo impedirlo? >
    < Li precediamo, ovviamente! Voi cosa fareste? >

    Se spiegargli le cose non aveva funzionato, avrebbe puntato a farli ragionare. Per quanto possibile.
    < Andiamo dal drago e impediamo chiunque di avvicinarsi. Noi siamo orchi. Noi siamo forti. >
    < Esatto... per questo sono venuta subito da voi! Ma per quanto la vostra potenza sia indiscutibile, non sappiamo quanti siano i nemici e quanto siano forti... dobbiamo contare su qualcosa di meglio, di ancora più forte. >
    < Non ti preoccupare, ricercatrice: chiameremo i nostri fratelli! >

    Genna annuì soddisfatta.
    < Lord Eidous e la regina nera saranno fieri di voi! > li salutò, augurandogli buona (s)fortuna.
    Se c'erano davvero delle trappole intorno ad Aes, adesso non avrebbe più dovuto pensarci... se così non fosse stato, beh, altro caos non poteva fare così male..
     
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    Snaar si mosse all'inseguimento di Diov, e Xarza lo lasciò fare senza fermarlo nè seguirlo, o così almeno gli sembrò sul momento.
    Dopo alcune svolte nei corridoi di quel tetro luogo, che Snaar non si curò di contare non avendo idea della planimetria dell'edificio, conscio oltretutto che non avrebbe potuto uscire dall'edificio semplicemente ripercorrendo all'indietro il percorso che aveva fatto, ma avrebbe dovuto trovarne uno nuovo che conducesse all'esterno senza troppi avversari da affrontare, il lemuriano sgattaiolò infine in una stanza poco appariscente, quasi come se volesse essere raggiunto esattamente in quel punto.

    Si affacciò cauto, temendo un'imboscata, e la prima cosa che vide fu Diov che lo attendeva tranquillo su un banco da laboratorio, seduto sopra ad un involucro di vetro con espressione spavalda.

    "E quesssta volta, quale trucco ssstai pensssando?".

    Diov però, anzichè attaccare, gli rispose iniziando un dialogo.

    "Non puoi esser stato tu a combinare tutto quel disastro, dico bene? Mi dispiace di averti attaccato con così tanta veemenza prima, o comunque diciamo che... anche se non mi dispiace... non era a ferire un altro intruso che miravo".

    Snaar non gli rispose nulla sul momento, mentre si decise ad entrare nella stanza più per non restare nel corridoio dove poteva essere visto facilmente, che per fiducia verso di lui.

    E Diov proseguì: "Non credo tu sia uno di loro, decisamente no. Oppure fingi davvero bene... devo trovare il genio che ha allagato tutto ed aiutarlo nella sua opera di devastazione, da come i fiumi si sono interrotti là in mezzo deduco la regina l'abbia riempito di botte. Non è tipa da uccidere gli infiltrati, preferisce metterli al proprio servizio... piegarli al suo volere... sicuramente quell'individuo è nei guai, e potrei aver interesse nell'aiutarlo. Dimmi, tu potresti aver interesse nell'aiutare me?".

    "Io non sssono ssstato, ovvio quesssto. Ero ancora fuori, quando tutto è sssuccessso."
    Mentre rispondeva, Snaar si diede una rapida occhiata attorno, constatando che effettivamente quella stanza non sembrava essere una trappola. Non vi erano altre presenze nei paraggi, a parte dei blob chiusi in teche ricavate nei banchi che arredavano il locale, probabilmente un altro laboratorio.

    "Ma chi è ssstato a dissstruggere tutte quelle stanzze del piano sssotto, io lo ssso. Un drago d'acqua ed una donna erano. Loro quella vetrata hanno rotto. E con Zero nella torre ssstavano parlando, quando io li ho raggiunti. D'un tratto, dalle parole alle armi sssono passssssati. La donna in un passssssaggio della torre è ssscappata, e quel drago da molti esssssseri è ssstato attaccato. Con attacchi di acqua sssi è difessso, ed ha dissstrutto quanto hai visssto. Dicono i sssoldati del Corvo che ora catturato, e sssotto tortura sssia ssstato messsssso"..

    Si prese una pausa per studiare l'espressione di Diov, difficile da leggere ma che pareva genuinamente interessata ad apprendere i fatti capitati. Effettivamente non gli parve un bluff di un membro dei Corvi, o di qualcuno che stesse cercando di estorcergli informazioni con l'inganno. Snaar si fidò a proseguire.

    "Ssstavo volando, un vetro rotto ho sssentito e alla torre sssono giunto per vedere cosssa ffossse capitato. Io nè il drago nè la donna conosssco. E neppure quesssto posssto e le persssone che qui risssiedono. Ma riguardo alla donna, poco ffa con lei, di ffronte a quel tale di nome Eidousss, insssieme vi trovavate. La voce sssua era, sssicuro ne sssono.".

    Fece un'altra pausa, tendendo l'orecchio all'esterno della sala per controllare che i corridoi fossero ancora deserti.

    "Di nesssuno di loro mi interesssa. Ssse vuoi aiutare quel drago o attaccare quesssto posssto, è affffare tuo. Ma forsssssse, ssse il mio aiuto ti interessssssa, tu hai con te qualcosssa da offffrire a me.". Snaar stava pensando alla pietra che aveva visto cadere ed essere immediatamente recuperata da Diov sul ballatoio. Poteva essere una delle pietre che stava cercando. Se anche fosse stata solamente una replica, sarebbe stato in ogni caso molto saggio toglierla dalle zampe di quel lemuriano troppo avventato. E soprattutto, cosa anche più pericolosa se mai si fossero resi conto del suo potere, non poteva cadere in mano a un'organizzazione oscura come quella dei Corvi. "Sssempre ssse di te ffidarmi posssssso. Dopo che mi hai attaccato, che tu meriti ffiducia, dovrai dimossstrarlo.".

    L'occhio di Snaar colse durante quella frase un riflesso, come una riga che si formava sul vetro della teca sopra a cui si era seduto Diov. Era una crepa che stava avanzando, e presto avrebbe reso libero l'essere informe ivi imprigionato che, qualunque genere di cosa fosse, sembrava non essere senziente, ma comunque decisamente ostile. Li avrebbe probabilmente già attaccati entrambi, se avesse potuto farlo.
    Snaar fece cenno a Diov di guardare sotto di sè. "E sssembra che dovrai dimossstrarlo sssubito. Quella cosssa non sssi uccide con le armi. Da come ho visssto prima te contro Zero che combattevate, tu sssembri sssapere controllare delle energie. E' esssatto? Mi puoi ssspiegare quale elemento per attaccare usssi? Intanto, mettiti di fianco a me, perchè adesssssso il tuo potere mi dovrai pressstare.".

    L'ameba si stava agitando e iniziò a fare pressione sul vetro incrinato. A breve sarebbe stata libera.
    Mentre Diov si spostava come richiestogli, Snaar ebbe anche la risposta che gli serviva: energia radiante. Gli pose sulla schiena una delle sue appendici, iniziando ad assorbire le sue capacità. "Quesssto un po' ffassstidiossso per te sssarà, ma innocuo e sssicuro. Ssse il mio attacco non funzziona, da qui lesssto esssci, e ssscappa sssenza combattere oltre quesssta cosssa. Ai Corvi la lassscieremo da gessstire.".

    Nell'attimo in cui il vetro si ruppe, fu allora che liberò il suo soffio, modulato sull'elemento di Diov della radioattività, sulla teca rotta e la poltiglia che da lì stava fuoriuscendo. Sperando che un attacco basato sulla radioattività si sarebbe rivelato efficace ed avrebbe bruciato quel nemico stroncandone sul nascere la minaccia, ma pronto a fuggire se quell'essere si fosse rivelato in grado di assorbire l'energia senza esserne danneggiato.
     
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