Credo di aver sbagliato strada

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    Il drago azzurro che puzza di pesce

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    "Ahhhh" strillò Aes, quando capì in cosa erano andati a ficcarsi.
    Si, forse il suo intuito da risolutore di situazioni in maniera indolore quella volta aveva fallito.
    "Genna sono sicuro che non vuole farci del male, sono sicuro che..."
    Dovette intirizzire tutti i muscoli, perché gli piombò addosso sul sedere una bomba d'acqua violentissima, il cui impatto lo sentì tutto. Grazie al suo corpicino abituato alle acque gelide non risentì dello sbalzo termico, ma la botta la prese tutta e venne scagliato in avanti violentemente. Per fortuna il corridoio era dritto e, per assurdo, invece di schiacciarlo per terra ed esporre tutti all'arrivo demolitore di Xarza gli conferì una bella spinta che permise loro di allontanarsi un po'. Gli avrebbe fatto male il sottocoda per tipo un giorno, ma pazienza quello era sopportabile se evitava di prendersene un'altra nello stesso punto.
    Non si era nemmeno accorto di aver di nuovo chiamato Egenna -Genna-, forse solo nei momenti di tensione spuntava automatico con meccanismi mentali di difesa dalla dubbia necessità.
    Era sicuro davvero che quelle dragonesse non volessero fare loro del male, non sentiva provenire la minaccia che avvertivano le sue orecchie quando si trovava davvero in pericolo; tuttavia l'istinto di proteggere Egenna, e da quel momento anche Atalanta per il tempo in cui fosse rimasta con loro, aveva prevalso incosciamente.
    Corse a più non posso, approfittando di Atalanta che tirava qua e là e cercando di mantenere Egenna su con la coda per non farla cadere. Più che tenerla con essa la drizzò formando una curva, in modo da poterla sostenere qualora si fosse sbilanciata indietro.


    Decollarono giù dalla torre in maniera fin troppo repentina. Non aveva pensato che Snaar potesse fargli fare un dolce voletto sul suo dorso, ma non credeva neanche che si sarebbero tuffati ignorantissimamente a pesce verso la palude.
    Il vento che li sferzava si fece abbastanza vivace da suggerirgli che avevano raggiunto una notevole velocità, e che si sarebbero fatti parecchio male in quel modo. Non aveva neanche tutte le ossa a posto maremma bestia :makon:
    "Ci distruggeremo! Ma chi me l'ha fatto fareeee!"
    Lo strano drago ovviamente lo ignorò, anche perché a quel punto c'era poco che potessero fare e Diov poteva soltanto sperare che quel lucertoloide sapesse ciò che stava facendo.
    Quando la botta arrivò non gli sembrò neanche così tremenda come si aspettava. Per un attimo fu convinto di esser atterrato sul morbido, trovando qualche muschio ad accoglierli. La sua mente non fece in tempo a registrare quella buona cosa che il vero impatto arrivò, in tutta la sua prepotenza e violenza.
    Rotolarono per alcuni metri e il lemure sentì chiaramente qualche ossicino esercitare una notevole pressione su quelli sottostanti, oltre che a subire un paio di crack non esattamente piacevoli.
    Non perse neanche i sensi, per sfortuna; avrebbe di gran lunga preferito svenire e rimanere lì agonizzante per un paio di giorni a riposare, o magari rimanerci secco, almeno avrebbe lenito qualsiasi dolore fisico e mentale.
    La sua parziale immunità al dolore a quel livello di danno fisico non lo poteva aiutare, il suo principale punto debole stava proprio nella malleabilità del suo tessuto osseo e nella consistenza che questo assumeva quando effettuava troppe modifiche a distanza di breve tempo.
    Snaar, dopo qualche secondo di silenzio, si alzò e gli si avvicinò per chiedergli se fosse ancora nel mondo dei vivi.
    Diov si ruotò quanto bastava per mettersi a pancia sopra, era sicuro di non poter compiere molti altri movimenti complessi in quello stato. Già rotolarsi gli stava facendo vedere le stelle, dovette trattenere un gemito.
    "Più o meno... non pensavo sarebbe stato così pesante il colpo"
    La sua voce suonò neanche molto sommessa, fortunatamente riusciva a parlare come si trovasse in una qualunque chiacchera amichevole. Almeno non dava l'impressione di uno che si era spiaccicato da decine di metri d'altezza, se non lo si guardava.
    Sembrava che nessuno li avesse seguiti, forse avevano qualche secondo prima di ricevere un altro attacco da cui difficilmente si sarebbero salvati.
    "Adesso come facciamo a nasconderci? Sinceramente odio farmi trasportare, ma non penso di possedere ancora tutta questa mobilità"
    Sospirò, per la frustrazione e per assorbire un'altra fitta al costato.
    Forse c'era una cosa che poteva fare, ma avrebbe volentieri evitato.
     
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    La regina rotolava velocissima, prendendo velocità mentre percorrevano un corridoio in pendenza, ma perse quel vantaggio quando il drago inciampò balzando via proprio prima che l'acciuffasse.
    Era una entusiasmante inseguimento di epica portata!
    Lei aprii la sua corazza metallica creando un solco nella sfera da cui li fissava senza smettere di fare roteare la palla tenuta insieme da una spessa asta metallica posta sotto la sua pancia che teneva insieme la struttura, in pratica la palla si era aperte e trasformata in due ruote laterali che venivano fatte roteare da meccanismi azionati da pedali da Xarza con le zampe posteriori e la pilotava con un manubrio con le zampe anteriori, mentre un incudine su cui lei poggiava il suo culone era rivolta verso il basso manteneva Xarza in posizione mentre pedalava.
    In quella palla era in realtà in realtà una specie di enorme bicicletta cigolante azionata dalle possenti cosce di Xarza, con le ruote sui lati che faceva perno sugli scudi come una sorta di cingolato permettendole di muoversi in qualsiasi direzione molto in fretta e agevolmente passando sopra ogni ostacolo: la versione medievale di un carro armato in pratica.
    Tirax vedendo che la palla si era aperta saltò sul dorso di Xarza ridendo in modo dispettoso per poi tirare un raggio di pura oscurità contro di loro per stordirli e ferirli un pò senza ovviamente ucciderli.
    Purtroppo per Tirax il corridoio dovette fare una curva e lei non riuscì a colpirli, salvo poi riprovarci e colpire Aes a una Zampa e farlo inciampare.
    Appena il drago cadde a terra Xarza premette i freni e Tirax partì e assaltò il drago azzuffandosi con lui prendendolo a calci, codate e sberle mentre legava e strattonava la ragazza umana e la robottina con dei tentacoli oscuri che generò dal corpo.
    Sopraggiunse Xarza, e quando arriva lei è il devasto, poiché lei è talmente op da essere auto-conclusiva a priori, e con lo sguardo di una madre arrabbiata, afferrò Aesingr e senza dire nulla generò nuovamente la sua Ghigliottina oscura.
    Xarza tenne saldamente il drago pesce nella sua morsa d'acciaio e senza dargli tempo di reagire gli diede il piatto di lama in testa facendogli nuovamente perdere i sensi come prima, poi prese le due ragazze e le sbatté una contro l'altra facendo perdere i sensi a entrambe.
    Senza Dire nulla la regione nera si caricò Aesingr incosciente sulle spalle, mentre Tirax ridacchiando malevola prese le sue ragazze svenute sulla anche lei sulla sua schiena.
    Madre e figlia poi si allontanarono trasportando i prigionieri... in un altra role, in un alto luogo.
    escono tutti e la role chiude: XARZA HA DECISO Così!
     
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    Aes fece appena in tempo a proporre che l'intenzione di quelle due pazze alle loro calcagna non fosse per forza malevola, quando - come se fosse necessario dimostrargli quanto fosse stupida tale idea - uno spruzzo d'acqua lo raggiunse nel fondoschiena. Il balzo in avanti sbilanciò Genna, che si aggrappò alle spine ossee del drago con tanta forza quanta ne era capace, ma fu solo grazie alla coda di Aes se non capitombolò giù. Una volta ristabilito un minimo di equilibrio alla sua comunque precaria situazione, Genna si voltò alle sue spalle, per essere sentita meglio dai suoi alleati.
    < Drago... > gridò irritata, prima di bloccarsi.
    Stava per urlargli di fare più attenzione, ma la lamentela le morì in gola. Le cose non sembravano promettere bene, era probabile che non rimanesse loro ancora chissà quanto tempo prima di essere fermati una volta per tutte e catturati.
    < Aes, se finiamo per separarci anche questa volta, ritroviamoci alla Ali o coda! - disse invece - Non torn... >
    Dalle due pazze partirono degli altri colpi ed Aes svoltò bruscamente in un corridoio secondario per evitare l'attacco nemico. Genna si bloccò per cercare di nuovo un appiglio più o meno sicuro ed evitare di finire a terra. Non ci fu l'occasione di continuare il discorso, la loro corsa non durò tanto di più: un secondo dardo della dragonessa blu, raggiunse una zampa di Aes, facendolo inciampare. Genna volò poco oltre le spalle del drago, atterrò sul duro pavimento sul fianco e rotolò qualche metro in avanti prima di fermarsi definitivamente. La balestra (di cui avevo francamente scordato l'esistenza fino ad un millisecondo fa) legata alle spalle si frantumò sotto il suo peso. Mezza frastornata, si ritrovò pancia a terra, confusa e non del tutto certa di cosa fosse appena successo. Aprì gli occhi e li richiuse più volte, per mettere a fuoco quello che si trovava davanti a lei e capirci finalmente qualcosa. Mosse prima una mano, poi tentò anche con l'altra, ma ottenne solo una fastidiosa sensazione dolorosa. Cercò quindi di tirarsi faticosamente su a carponi, ma qualcosa l'afferrò alla caviglia e la tirò indietro, facendola finire di nuovo a terra. Sentì la spalla e il fianco sinistri pulsare dolorosamente, ma li ignorò. Si voltò per tirarsi su a sedere, mentre un secondo tentacolo le afferrava l'altra gamba: era la dragonessa blu, cercava di attirarla verso di lei. Con la mano destra tentò di snodare i legami oscuri, senza alcun risultato.
    Alzò lo sguardo vagamente impanicata e vide Xarxa avvicinarsi pericolosamente ad Aes. Improvvisamente più arrabbiata che disperata, Genna smise di cercare di liberarsi: con tutte le sue forze si issò in piedi. Perché il suo stupido potere non si attivava in quel momento? Perché quando le serviva davvero non si stava attivando? Alzò il braccio sano in direzione dell'enorme dragonessa nera e con un gesto del polso tirò fuori il pugnale nascosto nella manica.
    < Ehi, lascialo star... > le gridò rabbiosamente.
    Non riuscì nemmeno a terminare: qualcosa la colpi con forza e perse i sensi.

    E pure Genna esce ^^ Master, te avevi già pensato a come procedere poi?
     
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    siiii esatto!!!!! Aes è nell'arena a fare il drago puccio che non vuole combattere, Egenna e Atalanta invece verranno portati in un posto e tenute prigioniere in un altra role che dobbiamo fare che si svolge dopo la lore dell'arena, io e aes dobbiamo ancora capire bene come gestire la cosa XP
     
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    "Ffuori all'aperto sssiamo, ma qui non possssssiamo ressstare, vedere ci possssssono. Un ultimo sssfforzzo ci resssta, per la palude raggiungere".
    Snaar vide che Diov tardava a rialzarsi e, data la fretta, senza troppa gentilezza se lo fece rotolare sulla schiena, per poi sollevarlo ed iniziare a muoversi verso la palude al massimo della velocità, che nelle sue attuali condizioni significava una camminata a passo veloce.

    Per loro fortuna, nessuno si fece vivo e i due riuscirono a raggiungere il limitare della palude nel tetro silenzio del luogo. Snaar si addentrò in essa per circa un centinaio di metri, prima di fermarsi ed accasciarsi al suolo, vinto dall'ultimo sforzo per mettersi al sicuro, o così almeno pensava in quel momento. Si prese del tempo per rifiatare, ne aveva bisogno anche lui poichè il dolore alla spalla era diventato ora quasi insopportabile, e tra le molte cose che gli passarono in testa in quegli attimi, si chiese anche se quella donna e quel drago visti nella struttura fossero riusciti ad andarsene anch'essi.

    Ma poi, mentre il suo pensiero lentamente tornava lucido, la sua attenzione tornò a focalizzarsi su Diov. Erano ora soli, indisturbati, e nessuno sarebbe arrivato ad interromperli nell'immediato.
    La brutta contusione sulla spalla di Snaar gli pregiudicava l'uso del braccio destro, e gli causava difficoltà anche nel movimento delle ali. Capì subito che non sarebbe riuscito a sostenersi in volo in quelle condizioni, e prima di riuscirci nuovamente avrebbe avuto bisogno di almeno un paio di giorni di riposo. A parte quello, il braccio sinistro e le zampe posteriori erano ancora in buone condizioni e facevano il loro lavoro senza impedimenti. Avrebbe quindi attraversato la palude a piedi, verso i luoghi dove si erano rifugiati, sperando di non fare incontri spiacevoli.
    Diov era stremato e decisamente malridotto. Dopo l'atterraggio sembrava aver preso botte in tutti i punti del suo corpo, ed anche se cosciente, non sembrava affatto in quel momento in grado di muoversi o reggersi in piedi, anche se forse - si chiese Snaar - con le sue capacità corporee, già l'indomani avrebbe potuto essere lui quello più in salute tra i due.
    Ma per ora Diov era inerme, e solo. Totalmente nelle mani di Snaar, sia lui sia la pietra che custodiva. Era in trappola.
    E Snaar era piuttosto dubbioso su cosa fare con Diov, se prendersi quella pietra uccidendo Diov (dopotutto Diov lo aveva attaccato a tradimento al loro primo incontro), o attraverso la forza o anestetizzandolo con il suo veleno; oppure se aiutare Diov a sopravvivere e a curarsi.

    Snaar si rimise seduto, accanto a Diov, e per il momento decise di mantenere l'atteggiamento amichevole avuto fino a quel momento.
    "Beh, quesssta una regggia non sssarà, ma qui tutto quello che ssserve per curarci lo troveremo, assssssicurarlo te lo posso. E ssse qualcuno sssi avvicina, prima che lui trovarci possssssa, noi lo sssentiremo. Quindi, ora riposssarci possssssiamo, e di quella cosssa parlare".
    Fece una breve pausa, lasciando che Diov intendesse le sue parole, per poi procedere subito con l'interrogatorio.
    "Hai con te una pietra rossssssa, l'ho visssta prima, e meglio vorrei poterla osssssservare. Me la puoi dare per un attimo? Di rubarla non ho intenzzione, credermi puoi".
    "Sssapere vorrei anche come avuta l'hai, perchè..." Snaar fece una pausa pensando a cosa dire, e quanto rivelare a Diov "... perchè un tempo alla mia razzzza delle pietre come quesssta appartenevano, ma poi un dì rubate ffurono, e le tracce perssse andarono. Anche ssse, forssse, la tua pietra con esssssse nulla centra".
    "E poi, ora che finalmente parlare possssssiamo, vorrei sssapere di più sssu di te, e sssu quessste terre. Come ti avevo detto, sssono arrivato qui da pochi giorni. Tu chi sssei e da dove provieni? Quel cassstello e quella città, di che posssto sssi tratta? E di quessste terre, di Kengard, parlami. Le razzzze, città, terre, fazzioni e perssssssone importanti, in quale realtà sssono capitato devo sssapere, quindi della sssituazione di questi luoghi parlami, per ffavore. Il più possssssibile sssapere mi ssserve".

    Rimase in attesa di una risposta da Diov. Dalla sua reazione avrebbe preso la decisione finale, se ucciderlo o aiutarlo, e sperava che Diov si sarebbe dimostrato collaborativo, forse sarebbero anche potuti diventare buoni amici.

    Adesso che succede? Si va avanti qui (tanto sarà rapido), o si esce e si prosegue con un'altra role nella palude?
     
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    in teoria aes deve muovere Diov
     
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    Si si muovo Diov qui per concludere, dovrei riuscire a rispondere molto a breve
     
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    Diov sorrise. Che situazione incresciosa era quella, accidenti.
    "Si, sei stato molto furbo... Snaar"

    Si era dovuto far trasportare fino al limite della città, oltre le mura fin dentro la palude, praticamente in braccio. Non che si vergognasse, non gli importava molto, ma era certo che quella lucertola stesse faticando non poco con il suo peso addosso. Quando lo aveva lasciato ricadere a terra e gli si era seduto accanto, aveva capito perfettamente che, se avesse voluto, avrebbe potuto fare di lui qualunque cosa. Non ebbe paura, non fu una sensazione di smarrimento la sua; piuttosto il trovarsi così indifeso di fronte a qualcuno che lo aveva appena salvato lo mise a disagio.
    Si sarebbe dovuto sentire in debito? No, non era quello il punto.
    "Hai atteso il momento migliore per chiedermi tutto questo, così da poter decidere se affondare le tue lame fra le mie ossa o no... giusto? Oppure potrei sbagliarmi, e ho solo paura. Non so come funzioni la paura, quindi..."
    Attese un istante, portando lentamente una zampa dietro la testa e sorreggendola anche se reclinata da un lato.
    "Non so dirti molto su questa città. Semplicemente sono stato inviato qui per motivi che non mi è concesso rivelarti. No, neanche sotto minaccia. L'altro lemuriano che avrai visto appartiene alla mia stessa specie ma è ben diverso da me. Lui è veramente un lemuriano, in lui scorre sangue naturale, io sono il prodotto difettoso di un esperimento attuato a partire proprio da una goccia del suo sangue. In quel castello abita gente pazza e malata, uno di loro è fuggito e ha portato qualcosa con sé. Lui è il mio costruttore, di cui non conosco neanche il nome, appena ho presente il suo volto. Sarei dovuto venir fuori dal laboratorio con tutte le abilità e le conoscenze di Void, ad esse si sarebbero sommate le capacità rigenerative di un corpo quasi perfetto"
    Aprì la zampa, mostrando la pietra e avvicinandola al muso di Snaar. La riportò poi verso il basso e estrasse gli artigli come a proteggerla, lasciandola incastonata sulla sua zampa.
    "C'è una possibilità che io sopravviva, e come ogni altro essere vivente penso sia ciò che voglio... per quanto non ne sia del tutto sicuro"
    Sogghignò, stringendo la sfera di luce rossa. "In ogni caso questa sfera infonde nel mio corpo il potere della radianza e non posso lasciartela prendere,perché permette al mio organismo di rigenerarsi continuamente e di creare nuovo tessuto. Se non sono danneggiato invece mi permette di plasmare nuova energia, come quella che hai visto sulle mie lame"
    Di risposte poteva dargliene molte, ma non aveva motivo di mentire. "Non so se questa sia la pietra che stai cercando, colui che mi ha creato me l'ha consegnata dicendomi che senza di essa non sarei sopravvissuto, quindi mi spiace ma non ho le informazioni che cerchi e non posso consegnartela. Comunque la Città dei corvi è un luogo di folli che vivono di esperimenti e di magia nera, giocando con la vita come fosse nulla e creandola o modificandola come più gli aggrada. Hanno il loro codice, certo non prelevano persone per usarle come cavie, ma quello che so è che usano i prigionieri in maniere assurde e che..."
    La sfera sulla sua zampa iniziò a brillare più del solito. Un intenso calore si sprigionò dal suo arto, espandendosi a quasi il suo intero corpo per effondere all'esterno con volute e scintille rossastre. Non era doloroso, il suo corpo almeno lo sopportava, ma sentì la magia che l'aveva permeato fino a quel momento sfumare in lingue di energia incandescente e vapore.
    Digrignò i denti, mormorando qualcosa e grugnendo con rabbia.
    "Beh, immaginavo sarebbe successo..."
    Aprì di nuovo la zampa, e mostrò la pietra al lucertoloide; quest'ultima sembrava essersi spenta, o per meglio dire svuotata. Diov sospirò rassegnato.
    "A questo punto puoi anche prenderla. La mia riserva di energia sembra essersi esaurita. Credo sia... sia stata un'idea di quel pazzo quando mi ha progettato, in modo che dopo aver fatto il mio dovere sarei ritornato ad essere un mucchietto di ossa e pelo. Puaf, che spreco di tempo. Pensa che non ho fatto nulla di quanto mi ha chiesto... alla fine mi sono solo divertito"
    Rimase qualche secondo in silenzio, lasciando cadere la pietra a terra. "So solo che quella sfera può essere ricaricata solo da luce o oscurità molto pure, l'ho scoperto per caso mentre venivo qui. Non penso di aver tempo di fornirti altri dettagli, fra poco non vivrò più. Pazienza, in fondo credo di essermi divertito"
    Non era in grado di rimettersi in piedi, ma almeno con le sue capacità rigenerative non se n'era andata anche la sua resistenza al dolore. Si passò la coda sul muso, acciambellandola attorno alla propria testa come un cuscino.
    "Forse puoi farmi qualche altra domanda precisa, è inutile io cominci a raccontare a questo punto"
    Strizzò le palpebre, fissando Snaar negli occhi. "Allora... cos'altro vuoi sapere?"
    A quel punto poteva anche rivelargli il perché della sua esistenza, non aveva più importanza quali fossero gli obblighi o i limiti che gli erano stati imposti.
    Ormai lo considero l'ipotetico penultimo mio post, ma se per qualche motivo andiamo avanti su questa linea si può anche restare dove siamo. Intanto facciamo quest'altro giro io e Snaar
     
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    Anche se Diov non possedeva tutte le risposte che Snaar stava cercando, erano adesso i fatti stessi a parlare al suo posto. Quella non poteva in nessuno modo essere una delle pietre elementali, esse infatti hanno una quantità di energia infinita e non si esauriscono. Ma, quasi sicuramente, chi aveva creato quel clone lemuriano era in possesso della pietra originale, quella della radianza, e stava cercando di replicarla creandone delle copie che, seppure imperfette e non eterne, erano già sufficientemente potenti da poter essere usate in combattimento, addirittura per sostenere la vita.

    Intanto la situazione stava precipitando velocemente, e Snaar non era in grado di salvare Diov con le sue sole forze. Qualcosa però poteva ancora fare per dargli almeno un po' di sollievo. L'estremità della coda si aprì, mentre il pungiglione andava a conficcarsi nel centro dell'addome del lemure per poi iniettare il suo veleno anestetizzante, con un dosaggio tale per cui Diov sarebbe comunque rimasto lucido e cosciente. Non gli chiese nemmeno il permesso, se il tempo era contato non voleva sprecarlo in futili discorsi. "Molto bene ffino a adesssssso lo hai sssopportato, ma ora, di dolore più non ne sssentirai", si limitò a dirgli mentre procedeva a sedarlo.

    Raccolse la pietra e la esaminò sommariamente. Mai prima aveva visto un cristallo di simile purezza, indubbiamente il suo costruttore sapeva fare il suo lavoro in maniera eccezionale. Iniziò subito a pensare a chi potesse essere, cercando di ricordare i nomi di maghi e artigiani famosi di Kengard. Ma non gli venne in mente nessuno, nativo dell'isola, che potesse abbinarsi a quell'oggetto. Certo, chiunque fosse stato, conosceva il potere di quelle pietre perse nel tempo. Come se non bastasse, se aveva appena attaccato una città, probabilmente aveva anche già pensato a come difendersi da una successiva rappresaglia. Sottrargli la pietra non sarebbe stata cosa facile. E tuttavia andava fatto il prima possibile, più avesse atteso ad affrontarlo, più avrebbe trovato un avversario preparato e forte.
    Ritornò a concentrarsi su Diov. Luce e oscurità ricaricano la pietra, gli aveva detto? In realtà, pensò Snaar, ogni elemento - se puro - avrebbe potuto essere di aiuto per ricavare dell'energia magica da accumulare in quella pietra, nonostante alcuni abbinamenti siano sicuramente più compatibili di altri. Nel laboratorio della sua isola avrebbe potuto facilmente ricaricare quella pietra spenta partendo dalla Pietra della luce, e forse anche con risultati a lungo termine garantendo al portatore una vita decente. In quel momento però, da solo in una palude, l'unica fonte di energia disponibile erano i suoi elementi - tra cui però proprio la luce - e dubitava che, se anche Diov avesse saputo spiegargli come fare a trasferire quest'essenza nella pietra, sarebbe riuscito a garantire più di qualche minuto di autonomia. L'unica possibilità era riportarlo alla città dei Corvi, dove era più che palese che l'oscurità non mancava, e neppure chi la sapeva usare dannatamente bene. Se fosse riuscito a farlo arrivare vivo all'infermeria menzionata in precedenza da Atalanta, lì forse avrebbero potuto ricaricare quella pietra e salvargli la vita. Ma a quale prezzo? Dovendo dipendere totalmente da chi lo avrebbe salvato, Diov sarebbe stato una cavia prima, oggetto di studio e di esperimenti, ed uno schiavo poi. E i corvi avrebbero probabilmente imparato a replicare il processo, creando nuovo pietre e nuovi cloni come Diov. Anche se già facevano qualcosa di molto simile e chissà, forse erano già stati loro stessi a creare quella falsa pietra.
    Il fato è a volte tremendamente ingiusto: Diov, che non aveva mai vissuto per davvero, doveva ora scegliere tra la morte ed una probabile esistenza da schiavo.

    "A quesssto punto, una sssola cosssa ancora di sssapere vorrei. Ssse sssei ssstato creato, chi è ssstato? E dove trovarlo posssssso? Alla città dei Corvi cossse terribili vengono ffatte, ma il tuo creatore diverssso da loro non è. Anche lui ffermato deve essssssere. E lo ffermerò".
    "Poi, una ssscelta dovrai ffare. Luce ed ossscurità caricano la pietra, dici? Io posssssseggo la luce in me, e provare a nella pietra inffonderla io posssssso, ssse ssspiegarmi come ffare tu puoi. Quesssto del tempo può darti, minuti, ore fforssse, ma a sssalvarti non basssterà. Certo però, nella città dei Corvi l'ossscurità non manca. Io penssso, che ssse alla loro infermeria ti trasssporto, allora loro sssalvarti potrebbero. Ma poi, cosssa ti assspetterà da sssolo puoi immaginarlo. Non ffacile, ma quesssta ssscelta devi fare sssubito".

    Penso anch'io che al prossimo giro si possa concludere
     
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    Diov accennò un sorrisetto.
    "Perché mai vorresti sa... salvarmi? Credo che anche da vivo non ti servirei più di quanto non possa fare da morto"
    Tramite il suo pungiglione (zanzan) Snaar gli aveva iniettato una sostanza che, finalmente, aveva annientato il suo dolore. Sembrava il torpore descritto da chi immaginava la morte come qualcosa di semplice, indolore e quasi piacevole. Neanche lui ricordava come avesse fatto ad udire una simile diceria nelle poche ore in cui era vissuto, ma che importanza aveva in fondo?
    Si lasciò completamente andare, abbandonando le membra al suolo.
    "Se vuoi la verità sono convinto che fra il mio creatore e i Corvi ci sia un legame ben più profondo di quanto io pensi, ma purtroppo non mi è dato sapere. Non posso garantirti che se lo incontrerai lo riconoscerai, sa nascondersi molto bene. Di certo puoi considerarlo non più vivo, la sua pelle è ora bianca e il sangue il suo nutrimento"
    Cercò di portare le zampe sullo stomaco come a coprire un colpo di tosse, ma quelle si spostarono appena di qualche centimetro.
    "Io so che non è il suo nome, ma... si fa chiamare Dark Eidous"
    ZanZaaaaaaaaaannnn
    Il suo corpo venne scosso da un lieve fremito.
    "I suoi compagni, o servi se preferisci, lo chiamano signore... e dagli individui che riceve si fa chiamare con quel nome. Eppure sono certo non sia il suo... l'ho capito in seguito ad una strana conversazione. Sfrutta nomi di altri, l'aspetto di altri come nel mio caso e brama la distruzione della città dei corvi. Non credo sappia che l'ho capito, penso mi considerasse... privo d'orecchie"
    Gli sfuggì una risatina, mentre con la coda cercava in vano di mettersi seduto.
    "Tu vorresti por... portarmi da quella gente? E a te cosa succederebbe? Vuoi davvero rischiare di venir rinchiuso solo per aver cercato di condurmi lì, considerando poi che probabilmente farei la tua stessa fine?"
    Reclinò il muso e chiuse gli occhi, con il corpo che non si lamentava più e i pensieri che di tanto in tanto si spegnevano. Forse il suo era solo un meccanismo di difesa, quel vampiro aveva fatto bene il suo lavoro in fin dei conti.
    "Dammi retta, lascia perdere. Se però vuoi provare a infondere nella pietra la tua energia devi semplicemente stringerla e immaginare, allo stesso tempo, di voler iniettare ed estrarre energia. Impugnala con entrambi i tuoi arti e incanala la tua luce trasmettendola da una parte, mentre dall'altra cerca di estrarla. Non so in che altro modo spiegarlo, ma l'energia che stai pensando di estrarre dovrà cominciare a vorticare fino a saturare il cristallo. C... credo... sia qualcosa di ciclico, come... se dovessi trasferirla al suo interno e farla roteare finché non si stabilizza. Ma... non cre..."
    Void cadde nel silenzio, le sue labbra smisero di muoversi.
    Nessun fremito o cenno anticipò il suo oblio, i suoi occhi rimasero parzialmente aperti a fissare il vuoto. Si era spento come un golem che non possedeva più energia per muoversi, come un burattino dimenticato in un angolo.
    Yea, scusa il ritardo. Vedi tu come agire, la pietruzza potrebbe comunque funzionare
     
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    snaar rispondi tu?devo fare io?
     
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    sto ultimando, posto a breve


    Snaar si voltò verso la città dei Corvi, ed alzò lo sguardo sopra di essa a fissare la grigia coltre che l'avvolgeva, tentando così di isolarsi dalla realtà per meglio riflettere su come avrebbe dovuto agire adesso.
    Era rimasto impassibile mentre Diov rispondeva alle sue domande, ma la risposta ricevuta non gli era affatto piaciuta, poichè lo riportava ad un vicolo cieco. Avrebbe voluto incalzarlo, chiedere spiegazioni e chiarimenti, ma non ne ebbe la possibilità; tutto ciò che gli rimaneva furono una pietra ormai prosciugata, ed il corpo esanime che fu appartenuto a Diov.

    Rimuginando su quanto era occorso nella giornata, si ricordò che aveva già sentito il nome di Eidous. Non soltanto: era perfino riuscito a sentire la sua voce origliando una sua conversazione con la donna umana e proprio Diov. Era sicuramente una delle figure di più alto grado, forse addirittura il capo assoluto di tutta l'organizzazione.
    Probabilmente Diov aveva capito che Snaar avesse ascoltato quel dialogo, e certamente non aveva alcuna necessità di mentirgli nella posizione in cui si trovava. Se anche avesse conosciuto e nascosto il nome del suo creatore, sicuramente non poteva trattarsi di Eidous, o non avrebbe avuto senso l'attacco di Diov a quella città.

    Una nuova pista si apriva verso la pietra, mentre una possibile soluzione andava formandosi nella sua mente. Secoli di vite gli avevano insegnato che i nemici dei propri nemici possono essere amici, e quindi devono diventare degli alleati. Quindi, se Lord Eidous e i Corvi avevano un nemico che aveva attaccato la loro stessa città, allora c'erano solide basi per collaborare nella sconfitta di questo avversario comune. La pietra per Snaar, tutto il resto per il Corvo: questa era la sua idea dell'accordo da condurre in porto.
    Un solo dettaglio non era chiaro: questo fantomatico mister X aveva degli infiltrati nella città dei Corvi? O forse ne era egli stesso un membro attivo? Sarebbe servita molta prudenza nello scegliere con chi parlare, e cosa dire. La soluzione migliore sarebbe stata discuterne con Eidous privatamente, lontano da ogni possibile spia, se fosse riuscito ad avere questa possibilità.
    Ma tutti questi dettagli sarebbero venuti dopo.

    Snaar vide su una pietra e recuperò del muschio che conosceva essere antisettico, e se lo strofinò sulla spalla ancora dolente riducendolo ad una poltiglia appiccicosa. Non avrebbe lenito il dolore, ma almeno avrebbe evitato che un'infezione aggravasse le sue condizioni. Quindi, si caricò nuovamente sulla schiena il corpo di Diov e, trascinandosi in andatura quadrupede, si diresse verso la città. Pur non essendo lontano, nelle sue condizioni impiegò diversi minuti ad arrivarvi, durante i quali era forse già stato avvistato dall'interno della città; pur tuttavia nessuno lo avvicinò, nè per aiutarlo, nè per attaccarlo. "Saranno stati tutti occupati a riparare i danni subiti", pensò Snaar.
    Ma era infine giunto alla base della torre dalle cui vetrate era entrato in precedenza. Adagiato a terra il cadavere di Diov, si ralzò in postura bipede e bussò alla porta. Snaar non udì alcun passo, ma dopo pochi secondi una piccola fessura venne aperta.
    Una voce scocciata lo accolse. "Arrivo, arrivo. Ordunque, quali questioni vi portano qui?". Una risata sarcastica chiudeva la frase.
    Snaar non riuscì a vedere chi vi fosse al di là della porta, ma dal rimbombo della voce sembrava essere un essere umanoide circa della sua stazza. Non sembravano esserci altre presenze, ma aveva già potuto osservare come guardie metalliche erano nascoste nelle pareti degli edifici e potevano essere risvegliate molto rapidamente.
    Non rispose alla provocazione ricevuta, e senza scomporsi rispose: "Udienzza, chiedo. Con Lord Eidousss, confferire devo."
    La risata crebbe d'intensità, fino a divenire quasi un urlo isterico.
    "Con Lord Eidous, mi dite? E di grazia, chi sareste per pensare di poter, ehm, conferire, con Lord Eidous?"
    Snaar si avvicinò alla feritoia.
    "Chi sssono, importante non è. Cosssa vi porto invece, quesssto sssì lo è." replicò, spostandosi di lato lasciando così intravedere le spoglie del lemuriano alle sue spalle. Immediatamente la risata cessò.
    "Tempo da perdere non ho. Cortesssemente, quesssto corpo da consssegnargli porto, ed un rapporto sssui sssuoi movimenti, e sssu come sssconfitto è ssstato".
    Fu allora, che la porta si aprì.

    Edited by Snaar - 28/2/2019, 02:14
     
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    Il non-morto di guardia alla porta sembrava dubbioso, e a maggior ragione: avevano appena ricevuto un attacco pseudo-terroristico da parte vostra di nemici ignoti.
    Probabilmente era dubbioso sul fare entrare altra gente nella torre visto che erano appena usciti dalla modalità assedio della torre.
    Soppragiunse un'altro non-morto, questo era molto alto e grosso.
    "Lascialo entrare, se fa qualcosa di qui può pentirsi me ne occupo io.".
    Fece il nuovo arrivato aprendo la porta.
    La sua voce era bassa, distorta e cavernosa.
    Il primo non-morto era un ghoul simile a uno zombie pallido e anoressico, con addosso solo un paio di pantaloncini neri incerati e una vestaglia lurida.
    Il secondo arrivato era invece un grosso draugr guerriero di corporatura massiccia con una corazza oscura di metallo demoniaco che ricordava il corpo di un demone, con la visiera sollevata a mostrarne il viso scarno e smorto, con un buco triangolare per naso e le orbite vuote colme però di una strana energia giallo-verdastro da qui colavano miasmi sulfurei e acri.
    Il corpo dell'draugr cavalliere era stranamente violaceo e ben tenuto, non sembrava in via di definizione, ma solo viscido, essiccato e ruvido, forse il colore derivava da un qualche metodo di conservazione e mummificazione chimica.
    In effetti quel non-morto guerriero non puzzava di carne in decomposizione come il compagno ghoul... Ma piuttosto aveva un forte odore chimico, pungente come candeggina.
    "Perché cerchi Eidous? Non è meglio che prima fai vedere il tuo amico a un guaritore? Sembra messo male."
    Chiese lo strano cavaliere oscuro dalla pelle viola indicando diov.
    Se non altro ti avevano lasciato entrare.
     
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