I carri alati

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    Il drago azzurro che puzza di pesce

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    Erano pronti, era giunto il momento definitivo.
    I due draghi si stavano decisamente dando da fare, ma non era abbastanza. Ksefira lo appurò nel notare che, nonostante l'assenza di cavalcatura, anche il carro di Elenthyr li stava raggiungendo.
    Il come poi non lo commentiamo, poiché rasenta il tessuto stesso della follia. Ora però tocca a noi, combinarla grossa...
    Ksefira decise di attuare finalmente la malsanerrima idea di Sicfrid. Impugnò saldamente Igris, estraendola di nuovo dal fodero con fare figo e inutili movenze epiche, stringendo saldamente l'elsa fra le dita. Guardò in basso, dove il selciato e le ultime abitazioni che precedevano il nido si muovevano rapidamente sotto di loro. Sicfrid le salì sulle spalle, riponendo la martozza per il momento, la sua proverbiale arma da combattimento-distruzione di massa aveva già compiuto il suo dovere. Ora toccava alla sua possanza portarli alla vittoria.
    Ksefira ruotò lo sguardo da una parte all'altra per prendere bene le distanze dai lati del carro, dopo di che balzò nel vuoto mentre impugnava Igris con entrambe le mani.
    Dovevano dare il massimo per attuare un così assurdo piano, che però aveva quasi (sottolineo quasi) un senso.
    Sicfrid, seduto sulle spalle della ragazza, impugnò le ruote del carro al volo e si attaccò ad esse con tutta la sua abnorme forza nanica, tenendo la guerriera sospesa con le gambe attorno alle sue spalle. Ksefira, sostenuta dalle possenti anche di Sicfrid, a quel punto menò il fendente più potente che avesse mai scagliato in tutta la sua fiera esistenza e lanciò un grido bestiale che probabilmente aveva attraversato il vento, Kerus, il mare oltre l'isola ed era giunto un paio di continenti più in là.
    La spinta che il colpo diede fu notevole, e questa aumentò progressivamente manmano che Ksefira sferrava altri colpi, uno dopo l'altro, spingendo con rinnovata energia il carro ad una velocità già molto superiore. I draghi potevano volare quasi come non avessero niente da trasportare, dato che Ksefira spingeva dal basso tra un grido di guerra e l'altro grazie alla forza di Igris.
    Ora toccava a Sicfrid. E ora son stracazzi amari.
    Il nano dalla convinta barba cominciò a ruotare il busto da una parte all'altra, facendo oscillare il carro che continuava a sostenere con le proprie mani, fino ad imprimere al mezzo un leggero movimento rotatorio. Ksefira sferrò un colpo ancor più vigoroso dei precedenti, che fece da contrasto con la spinta di Sicfrid. Egli infatti aveva cominciato a ruotare il carro talmente forte da far muovere pure i draghi che lo stavano trasportando, facendo sì che questi ruotassero con il mezzo stesso in un moto centrifugo assurdamente rapido.
    L'immane potenza muscolare di Sicfrid e l'incredibile potere di Igris avevano creato una specie di combinazione improponibilmente bestiale, una corsa nel cielo con un lancio del martello un po' alternativo.
    La combo ebbe l'effetto sperato, poiché il carro alato sfrecciò come non ci fosse un domani ad una velocità proibita quando il nano lo lasciò, scagliandolo in avanti con tutta la sua forza.
    Ora però lui e Ksefira non avevano un appiglio, e fortunatamente ci pensò Krisall ad afferrarli preventivamente con due chele di ghiaccio generate dalle zampe posteriori per non farli cadere. Il tempismo fu incredibile, perfetto per conferire la massima spinta senza fare attrito nel recuperarli, in un istante il quartetto era decollato con una rapidità impressionante verso il gruppo di testa... o di teste... di caz ehmehm...
    Passarono accanto ad Elenth'yr e all'altro spadaccino, pure loro lanciati a tutto spiano verso gli altri senza il minimo segno di cedimento.

    Mephisto nel frattempo si era lanciato tutto deciso sul dorso di Aracstor, cominciando a bestemmiare cose dell'altro mondo che avrebbero potuto implicare il disgregarsi del cosmo e dell'astrocosmo.
    Alle sue parole la risposta dei divini fu immediata, e dal carro che la viverna stava trasportando emersero con furente regalità le tre ossequiose arcane figure.
    "Cosa? Io adoro i Pokemon! Ho fondato io la lega di Nazistopoli!" asserì con fierezza Odino, cominciando a sbraitare verso il rettilone nero con la propria spada che squarciava lo spazio al suo solo movimento.
    "..." fece Chuck Norris, dando un calcio rotante al carro talmente forte da spedirlo direttamente in un'altra dimensione. Senza passare dal via per giunta.
    "Pii... kaaaa... chuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu!!!!!!" urlò Zeus, scagliando un attacco Fulmine addosso allo stesso Aracstor, che non poté resistere alla folgore divina del grande padre tutto e perse momentaneamente quota a causa dello stordimento.
    Compiuto il loro dovere, Chuck Norris, Odino e Zeus terminarono la loro partita ad Uno. Il carro non esisteva più, questo è vero, ma a loro non importava più di tanto.
    Conclusasi con la schiacciante vittoria di Odino, che aveva barato sfruttando i suoi poteri divinatori, la giocata si protrasse nel piano dimensionale cieleste degli dei. CIeleste rigorosamente scritto con la i.
    I tre dei scomparvero, lasciando Aracstor senza carro né membri da trasportare. Una creatura i cui membri non si trovavano nei pressi del carro veniva automaticamente squalificata dalla partita, così a caso, quindi il vivernone era finalmente fuori!

    Un istante dopo arrivarono a velocità folle Krisall e il drago bianco, trasportando Sicfrid e Ksefira ancora appesi alle zampe della dragonessa tramite il ghiaccio, e i due spadaccini, che continuavano a vorticare tipo Bay blade sclerato.
    Ciò che accadde dopo neanche ai più occulti divini era dato sapere: un casino immane, così immane da poter essere difficilmente descritto con gergo comune. Ordunque mi appellerò all'antico testamento, almeno per citare i santi e i cristi che saettarono nei seguenti dodici secondi:
    Krisall sbandò leggermente, anche a causa della stanchezza provocata dallo scontro con Aracstor, finendo sulla traiettoria del carro rotante di Elenthyr.
    L'impatto fu tremendo, il ghiaccio che sosteneva Ksefira e Sicfrid si ruppe e il loro carro finì esplosivamente nei pressi di Ahsnaeris. Sicfrid partì a scoppio verso non si sa dove, centrando in pieno il carro di Mael che si era appena risollevato di quota. La sua manticora e le sue evocazioni non potevano sopportare l'impatto di Sicfrid forte martozza, che generò un tonfo micidiale le cui ripercussioni si sentono ancora oggi. I terremoti in Abruzzo sono i riecheggi della svirgolata che il nano prese sul carro di Mael in quel preciso istante.
    Il mezzo volante si spaccò a metà, mentre la martozza finiva non si sa dove e andava ad uccidere Thanos insieme alla cioccolata di Mephisto.
    Lo stesso Mephisto che, in quel momento, doveva far fronte ad un piccolo problemino. L'avanzata di Zoro ed Elenth'yr, infatti, non si era arrestata. La loro rotazione era cessata, ma l'impatto con il carro di Ksefira aveva sbalzato entrambi per aria. Elenth'yr sfruttò il suo nuovo rivale come trampolino, afferrandolo e lanciandosi dalle sue spalle senza ritegno alcuno. La spinta fu lieve, ma abbastanza da raggiungere le zampe del grifone che trainava il carro dell'angelo, il quale casualmente si trovava proprio lì sopra. Questo si sbilanciò quanto bastava per far derapare il carro di duecentonovantasette gradi e mezzo, ed Elenthyr ne approfittò per lanciarsi con un colpo di reni verso di esso per provare a raggiungerlo. Giusto per aumentare l'estensione del corpo afferrò pure una delle spade, conficcandola per miracolo nel carro e cercando di rimanervi appeso con tutto l'impegno del mondo. Purtroppo il mezzo era già provato da tutto quello che è accaduto in questa role decisamente normale, e quindi venne via una bella porzione di legno e il povero trabiccolo si stroncò di netto assieme ad una leva e a qualche lembo di tessuto dell'ala sinistra. Ed Elenthyr, non avendo più sostegno, precipitò verso l'infinito ed oltre.

    "Tecnica delle 108 passioni demoniache della feni..."
    Zoro cercò di sferrare uno dei suoi colpi volanti con le spade, giusto per affettare un qualsiasi ostacolo si trovasse sul suo cammino, ma essendo il nome della sua tecnica troppo lungo non fece in tempo e si spiaccicò di sotto battendo una capocciata su un banchino della frutta appositamente posizionato per accogliere la sua gloriosa caduta.
    Il carro dei due spadaccini non si ha idea di dove sia finito, ancora oggi a Mistero è oggetto di ricerca, e quindi voi penserete: -ma allora l'unico carro ancora integro è quello di Ksefira e Sicfrid! Che è stato lanciato verso Ahsnaeris!
    ... e invece no, perché lo scontro con quello di Elenthyr e Zoro l'aveva fracassato in vari pezzi e lo aveva staccato dai filamenti luminosi generati dal drago bianco. Infatti un'ala del carro era finita a Knawr, l'altra alla Ginestra d'ambra, qualche pezzo di legno si era proiettato a Water Seven, qualcun'altro nel livello 4.1 di Mario Bross e una ruota era finita in testa a Thanos, ancora impegnato nello scontro con la cioccolata e la martozza.

    A questo molto comprensibile punto della storia, Elenthyr e Ksefira si erano ritrovati a svolazzare qua e là in caduta libera, e pure Mael e Mephisto che però avevano le ali mannaggia a loro.
    Ksefira sfruttò le sue ultime forze residue per menare un ennesimo colpo verso il basso con Igris, con cui riuscì a raggiungere Krisall che si era avvicinata per recuperarli. Il drago bianco prese fra le zampe Elenthyr, mentre la ragazza si issava sulla dragonessa per concludere con fierezza quella gara con troppo senso.
    Mael e Mephisto salirono sulla groppa delle rispettive cavalcature, e quando anche Elenthyr fu salito sul dorso del drago bianco ad occhi blu si scatenò l'ultimo inferno.
    I quattro si contesero il rush finale, in un ultimo scontro aereo di indicibile assurdità e follia. Non valeva più niente, dato che i carri praticamente si erano smaterializzati nel nulla e le cavalcature si erano smistate un po' a casaccio, ma chi se ne frega!
    A tutto ciò si aggiunse pure Aracstor, che però dopo una fugace occhiatina a Krisall e un mezzo ghigno oscuro si diresse verso il basso, fino a poggiare le zampe a terra e dichiarare così il suo ritiro.

    Ok ho adorato questo post, finiamo in bellezza. Siamo praticamente al traguardo, mancheranno tipo 100 metri, ma è più bello sfraniarzi di botte a sto punto. Chi vuol tagliare il traguardo lo tagli, senza specificare di essere arrivato prima o dopo gli altri


    Edited by Aesingr - 18/7/2018, 12:40
     
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    "Bada di resistere fino alla fine, non intendo arrivare ultimo!" sbraitò Mael contro la manticora. La bestia, in tutte quelle lotte aeree, iniziava a dare visibili segni di stanchezza, difatti rallentò l'andatura e approfittò degli animali evocati per farsi "trascinare".
    Il caduto sbuffò: la creatura non poteva lasciarsi andare proprio a pochi metri dall'arrivo.
    Intanto con la coda dell'occhio Mael vide avvicinarsi Mephisto in groppa al grifone.
    " Lascia stare la viverna. Vorrei vederla a brandelli ma forse non è meglio tagliare il traguardo e pensare dopo a quell'essere? Non sopporto quelli più sbruffoni di me" ammise con un ghigno indubbiamente diabolico. Con la speranza di istigare la manticora ad essere dannatamente più veloce perché mannaggialamiserianonsochegliavrebbefatto (scritto volutamente così), Mael non stava badando a ciò che stava succedendo dietro di lui. E infatti, per sua sfortuna, non si accorse dell'imminente arrivo di un coso basso e peso (troppo peso, aggiungerei) che spaccò di netto il suo carro in mille pezzetti e schegge di legno che si dispersero nell'aria come coriandoli. Il boato dell'impatto fu talmente forte che l'udito dell'angelo si ovattò, producendo acuti fischi da capogiro.
    Ovviamente l'alato si trovò proiettato in basso a caduta libera, insieme alla manticora e alle sue evocazioni che, purtroppo, si dissolsero.
    Un solo pensiero gli venne in mente: Sicfrid. Quel nano... Solo lui poteva causare un casino del genere, anche se lo conosceva da nemmeno un quarto d'ora.
    "Ma tu guarda che casino".
    In mezzo al vuoto del cielo e mentre precipitava verso il basso, Mael si girò su sé stesso con una capriola e sfruttando la forza del secondo paio di ali si diede la spinta per risalire di quota. Con una certa rapidità riuscì a raggiungere la manticora (che, come il caduto, era riuscita a non sfracellarsi al suolo) e ad atterrare sopra il suo groppone. La bestia emise un grugnito di sconforto.
    "Un ultimo sforzo. Non posso tagliare il traguardo senza una cavalcatura, penso proprio che verrei squalificato" esclamò con foga.
    La linea d'arrivo era sempre più vicina e nitida ai loro occhi, così tanto che la tagliarono come un letale rasoio.
    Chi avrà vinto?
     
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    -E questo è quello che succede a infastidire il grande, unico, mitico e stupefacentemente sbrilluccicante me. SPERO TU ABBIA IMARATO LA LEZIONE VIVERNA DEI MIEI STIVALI!!!-

    Mephisto, appena scampato alla furia degli dei e riuscendo a far finire la viverna fuori gara si accorse che la sua cavalcatura era al stremo e il drago bianco si faceva sempre più vicino e, con un ultimo sforzo, si mise in piedi sul dorso della creatura e allargò le braccia. Dal suo corpo uscì una palla vischiosa e bianca che presto prese la forma di un secondo Mephisto che partì alla velocità della luce verso il drago bianco, pronto a colpirlo con una devastante... culata in mezzo agli occhi? Il vero Mephisto, intanto, portò il suo grifone al limite delle forze e, quando il povero animale iniziò la sua discesa verso terra si lanciò dalla sua groppa e planò aiutato sulle ali per finire addosso a Mael che stava quasi per tagliare il traguardo. Non riuscì a vedere cosa fosse successo al drago o chi dei due caduti avesse tagliato il traguardo per primo a causa dell'urto. Solo i giudici, gli dei o entrambi, dato che erano ambedue le cose, potevano dire come quella spettacolare gara (massacro aereo) sarebbe finito.
     
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    Utilizzando la zampa destra del suo salvatore Elenthyr riuscì a risalire in groppa, proprio mentre il povero drago veniva investito da quello che pareva un deretano con le ali.....
    "mannaggiaaiculiangelici!!!! esclamò tutto d'un fiato l'elfo, "possibile che non si possa concludere in bellezza e calma?" mentre il drago planava accecato dalle chiappe della copia di Mephisto, Elenthyr si trasformò in "copricapo" , ops volevo dire in lupo, e presa la rincorsa sulla schiena della cavalcatura spiccò un salto aiutandosi anche con un pò di magia.
    Quando fu al culmine della traiettoria, si trovava esattamente sopra Krisal e Ksefira: a quel punto la forza di gravità prese il sopravvento e lo fece stiantare sul dorso della dragonessa.
    "ovvia, vediamo di concludere questa gara così come l'abbiamo iniziata?"
     
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    Tutto quanto era accaduto, dal momento in cui erano saliti su quei dannati carri volanti fino a quando Aracstor si era arreso, non aveva avuto il benché minimo senso. Un fottuto secondo messo in croce all'altro, neanche uno poteva dirsi logicamente sovrapponibile a qualcosa di normale.
    Il finale non poteva essere certamente da meno. Tutti volevano vincere, chi per un motivo chi per l'altro:
    Ksefira e Krisall perché rispettavano quell'evento come una manifestazione di grande valore; Mael perché di certo non amava perdere; Mephisto perché dopo aver sconfitto Aracstor meritava sicuramente la vittoria; Elenthyr...
    Perché si.
    Mephisto si era lanciato senza ritegno addosso a Mael, praticamente unendosi a lui sulla groppa della manticora.
    In quell'abbraccio volante l'angelo della cioccolata urtò il caduto con violenza, dandogli una molto casuale ed involontaria spallata che causò considerevoli problemi ad entrambi i concorrenti.
    Mael cercò di sostenersi in equilibrio con le proprie ali, e la Manticora aiutò scartando di lato, ma proprio mentre oltrepassavano il traguardo alle pendici del nido con anche Mephisto addosso, il grifone li colpì a sua volta combinando un ennesimo, definitivo delirio. Mephisto si appigliò al collo della creatura, che con il suo impatto aveva sbalzato via Mael facendolo decollare verso l'infinito ed oltre.
    In breve, non era assolutamente possibile capire chi accidenti avesse tagliato il traguardo per primo: le due creature e i due angeli erano sfrecciati a velocità talmente folle da impedire di comprendere alcun che, qualunque fosse stato il punto di vista in quel cielo saturo di scleri.
    Ksefira si voltò verso Elenthyr, che era appena balzato sul dorso di Krisall in tutta tranquillità, con quel suo musetto da lupetto da schiaffi. Cioè non il musetto da schiaffi, pure il lupetto era da schiaffi. Da Stiaffi per gli amici.
    Ovviamente con le zampe non era proprio facile aggrapparsi, né alle squame della dragonessa né tanto meno a lei. Questo poteva anch'essere in un certo senso positivo, o almeno visto positivamente, perché se le si fosse lanciato addosso e l'avesse fatta cadere quell'elfo non sarebbe sopravvissuto dai ceffoni che avrebbe preso in seguito.
    Krisall si spostò di lato, per quanto Elenthyr in teoria dovesse essere un compagno di squadra, anche solo per vendicarsi di tutte le volte in cui si era messo a saltellare come un idiota sul carro mentre lei disperatamente cercava di tenerlo su.
    Ksefira menò un altro colpo con Igris, usandolo per lanciarsi con forza verso il lupetto in caduta libera, afferrandolo per il dorso con le gambe e aspettando che Krisall li raggiungesse per recuperarli.
    Ovviamente, la dragonessa non venne mai. Certo, anche Ksefira era stata piuttosto meschina, ci aveva messo del suo a farla sclerare. Ma non pensava di meritarsi questo tradimento finale così all'ultimo momento!
    Cosa c'era di meglio che lasciarli cadere entrambi? Il drago bianco nel frattempo aveva recuperato Sicfrid al volo, con dinamiche non del tutto chiare e descrivibili, e il nano si era issato senza difficoltà sulla sua schiena.
    "Scaglia un colpo verso le nostre spalle drago!" esordì il nanetto da battaglia, convintissimo. Questo mentre Faceva vibrare la martozza fra le mani.
    La creatura esitò un attimo, poi per motivi ignoti scelse di obbedire. Sollevò il muso e lo inclinò indietro, scagliando una bomba di luce che non caricò per più di qualche secondo. Sicfrid abbassò il capo mentre il fascio d'energia gli passava sopra, e sferrò una martozzata all'indietro che cozzò contro l'energia luminosa esplosiva.
    La deflagrazione che ne conseguì generò un boato assordante a causa del botto. Il dragone sfrecciò come non ci fosse un domani verso il traguardo assieme a Mael e a Mephisto, con Sicfrid che si era un po' sbilanciato ed era rimasto attaccato al dragone per la coda.
    Anche questo, con dinamiche altrettanto poco chiare. Considerando soprattutto che aveva deciso di tagliare il traguardo bevendosi un goccio, tirando fuori con la mano libera la bottiglia d'idromele con il poco nettare divino avanzato.
    Mentre sorseggiava con delizia la sua bevanda e assieme ai due angeli superava la linea d'arrivo, Krisall diede il tutto per tutto. Ormai priva di pesi superflui, fastidi bestemmianti e carri non-più-alati, si lanciò a tutta potenza addosso ai tre, circondata di un'aura biancoazzurra che gli conferiva ulteriore energia e soprattutto convinzione. A dividerli non v'erano che pochi metri, e con uno scatto bestiale riuscì ad afferrare il fiero nano, tirarlo indietro per una gamba e a superare il dannato traguardo insieme a lui.
    Questo causò l'inesorabile caduta della bottiglia, ormai fortunatamente vuota, verso il basso.
    L'oggetto vitreo com'era ovvio aspettarsi centrò Vulnus in testa, che tristemente passava di lì cercando ambrosia vermiglia e altre cose prettamente scritte in linguaggio aulico :sclero:

    Ciò che era accaduto aveva dell'improponibile: Krisall con Sicfrid, la manticora con Mael e il grifone con Mephisto erano riusciti ad arrivare in fondo tutti insieme, il drago bianco di supplemento aveva fatto da quarto in comodo.
    Voi penserete che quest'ultimo non poteva esser considerato un vincitore, poiché Zoro ormai era precipitato inesorabilmente verso i banchini, giusto?
    Beh... vi dico solo che...
    "Tecnica a 18 spade, volo dei centotrentacinque draghi nascenti di Ashura!"
    Lo spadaccino, con una tecnica segreta appresa nella saga di ONe Piece in corso attualmente in giappone, era risalito verso il gruppo con un balzo prodigioso degno del più grande saltatore olimpionico kengardiano. SI, le facciamo le olimpiadi a Kerus, non vi preoccupate.
    I carri alati... sono soltanto il preludio.
    Zoro era riuscito ad infilzare con una delle sue spade una zampa del povero drago bianco, conficcandosi su di essa proprio un attimo prima che la mitica belva concludesse la sua gara.
    Un grugnito bestiale attraversò il muso del drago, facendolo ringhiare adirato e soprattutto dolorante.
    Zoro, per scusarsi, gli fece le coccoline al pancino con un la spada non conficcata nel suo arto, promettendogli che una volta atterrati l'avrebbe assolutamente curato il prima possibile.

    Tutti scesero verso il suolo, chi delicatamente chi più bruscamente, chi implorando una pausa chi bestemmiando i figli del Maestro del vuoto.
    Ognuno a suo modo, tutti atterrarono. Senza dare tempo a nessuno di proferire domande, sentenze o insulti in runico cantato, una guardia si avvicinò tutta fiera ai vincitori, o meglio superstiti di quel degenero.
    "Incredibile, non si era mai vista una cosa simile! Impressionante! Unico! Fantasmagorico! Talmente fantasmagorico che anche dall'oltretomba gli spiriti stanno gridando al miracolo! Quattro partecipanti hanno concluso il leggendario volo dei carri alati nello stesso momento! Nessuno di loro ha minimamente considerato una sola delle regole presenti, ma questo non ha importanza! Ci hanno regalato uno spettacolo indimenticabile, si meritano il più fiero dei nostri applausi!"
    Un coro di grida e di fischi d'approvazione si levò nella loro direzione, con gente che accorreva da ogni parte per constatare chi effettivamente fosse giunto alla destinazione ultima. Loro erano stati i degni vincitori, si meritavano più di qualche applauso e un paio di complimenti.
    ... al prossimo post per i ringraziamenti e i titoli di coda ^_^

    Lascio ad Elenthyr la scelta di come si concluderà la gara anche per Ksefira.
     
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    Mentre il commentatore annunciava il risultato e il suo clone spariva con un poof e una nuvoletta rosa, Mephisto saltò giù dalla groppa di Mael che era groppa alla manticora, atterrando in piedi e pulendosi il vestito dalla polvere.

    -Meh, meglio un pareggio che una sconfitta. Almeno questa corsa è andata meglio della grande gara di abbuffata infernale nel girone dei golosi-

    Poi, con estrema nonchalace, il caduto aprì il palmo della mano davanti a se e, senza sapere ne il come, ne il perchè e soprattutto secondo quale legge della fisica, la tazzina piena di cioccolata che gli era caduta ed era andata a pestare Thanos gli ricadde in mano.

    -Beh, devo ammettere che ho fatto bene a deviare per questa città, almeno ho trovato qualcosa di divertente da fare per passare il tempo. Alla prossima Mael- e detto ciò al suo collega il demone spalancò le ali e se ne andò volando via verso il sole che scendeva dietro l'orizzonte mentre sorseggiava la sua cara e amata cioccolata.

    E finalmente abbiamo concluso. Mephisto, il demone cioccolatomane esce
     
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    Bene ora tutti penserete di leggere come Elenthyr e Ksefira, unendo le proprie forze, siano riusciti ad arrivare a pari merito con gli altri concorrenti giusto?
    E invece.....
    Elenthyr stava precipitando verso il basso dato che quella dragonessa da strapazzo si era levata giusto in tempo per togliergli un qualche tipo di appiglio.... E tutto questo solo perchè tra lui, Ksefira e Sikfrid avevano giocato a chi combinava più problemi possibile...; Tra le altre cose stava anche andando in crisi d'astinenza visto che la bottiglia di idromele era rimasta nelle mani del nano, e questultimo non si sa dove era decollato.
    All'improvviso si sentì atterrare qualcosa di non propriamente leggero sul dorso; voltando il muso vide Ksefira stargli a cavalcioni.
    La ragazza stringeva ancora in pugno la spada e sembrava pronta ad usarla sulla prima cosa che gli capitava a tiro..... il problema che la prima cosa erano le orecchie del lupacchiotto e la cosa inervosiva Elenthyr.
    Mentre il suolo si avvicinava a tutto fuoco allo spadaccino sovvenne un'idea: avrebbe potuto unire il suo potere a quello della spada e forse, forse, avrebbero potuto atterrare sani e salvi.
    Diede una leccatina al ginocchio di Ksefira in modo che abbassasse lo sguardo su di lui, poi puntò il musetto puccio in direzione della lama nella mano della guerriera:
    "e! a! cosa! mi! servirebbe! usare! il! potere! di Igris!?" sbraitò Ksefira malmenando nel frattempo le orecchie del povero Elenthyruccio.
    L'elfupo le lanciò uno sguardo come a dire: prima che ti stacco una mano con un morso, fa quel che ti dico; probabilmente la ragazza capì che ci andava di mezzo anche la sua vita, quindi decise di far quello che le veniva suggerito.
    Nel frattempo che Ksefira menava colpi con Igris, Elenthyr aumentò la produzione di adrenalina in circolo, e ogni volta che il potere della spada si manifestava, egli lo sfruttava per darsi lo slancio in avanti.
    Sembrava che i loro sforzi congiunti dessero i loro frutti, ma.....
    sbaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaadaaabaaaaaaaaaaaaaaaaam!!!!
    L'esplosione provocata dalla bomba di luce del drago bianco colpita dalla martozza di Sikfrid li colse nel bel mezzo di uno slancio.
    La forza con la quale li investì fu tale da arrestare il loro avanzare facendoli precipitare verso il basso.
    Fortunatamente per loro.... cera un banchino di frutta proprio li sotto che li attendeva..... entrambi si fiondarono nel bel mezzo di banane, mele, meloni ecc. Sfortunatamente per loro vi era già atterrato qualcunaltro precedentemente, quindi caddero in una buca di frutta a forma di Zoro e si piantarono in terra.
    Con uno sforzo enorme Elenthyr tornò in forma elfica, e diede una mano a Ksefira a rialzarsi.
    "purtroppo il gentil banchino dista un centinaio di metri dal traguardo, e mi pare di scorgere già la guardia che sta complimentandosi con gli altri concorrenti." disse Elenthyr rialzatosi in piedi, "Cosa vogliamo fare mia cara?" concluse volgendosi verso Ksefira.
    se vuoi Aes continuala tu, altrimenti Elenthyr esce camminando sui tetti xd.
     
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    sono affari miei!

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    Gli ultimi secondi, prima dell'arrivo, furono un gran casino: Mael sulla manticora si era ritrovato Mephisto a sua volta sulla sua schiena (senza sapere come, anzi Hawke lo sa ma non ha voglia di riscrivere tutto). Imprecò ogni divinità esistente perché in quel modo gli aveva arruffato tutte le piume che stavano all'attaccatura delle ali. E non c'era sensazione più odiosa di quella.
    Insomma, fatto stava che tra una bestemmia e l'altra tutti i partecipanti avevano tagliato il traguardo. E chi aveva vinto?

    N E S S U N O.


    Erano tutti a pari merito. Tutti.
    Non era il risultato che desiderava.
    Mael voleva sgozzare una capra per ripicca, non solo perché era mezzo satanico ma perché gli andava per sfogarsi. Ma siccome era vero che non aveva nemmeno voglia (non ci crederete ma era stanco dopo tutte le botte e cadute che aveva preso) si allontanò in volo senza salutare.
    In realtà aveva perso tempo e basta.

    E con ciò Mael esce.
    Insomma, sono partita a ruolare seriamente e guarda dove sono finita! :lol:
     
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    Il drago azzurro che puzza di pesce

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    Ksefira sbuffò, afferrando la mano di Elenthyr per rialzarsi.
    "Bah, visto che ci siamo, e visto che Maoeru non risponde, e visto che qui siamo attorniati da frutta..." Afferrò una pera, in tutta tranquillità, "io farei uno spuntino"
    Così dicendo lasciò il braccio dell'elfo e si allontanò, senza neanche aspettare Krisall.
    "Ci vediamo presto Elenthyr, mi trovi... beh, diciamo nel prossimo luogo in cui individuerai un po' di casino"
    Almeno era sicura che l'avrebbe ritrovata.
    Ksefira esce, e Maoeru ti ammazzo ^_^
    Role conclusa!
     
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38 replies since 9/4/2018, 03:15   876 views
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