Paura e delirio a Città Sotterranea

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    Dato che Aes afferma che un'ocarina bagnata è comunque un'ocarina funzionante, Thyen decise di seguire il suo consiglio (?): balzò al di sopra di un tavolo per allontanarsi il più possibile da quel matto che lo inseguiva, piantò per benino le zampe sulla superficie di legno e soffiò dentro lo strumento con tutto il fiato che aveva nei polmoni. L'ocarina emise un suono stridulo, che probabilmente avrebbe rotto qualsiasi bicchiere di cristallo, se solo ve ne fosse stato uno. L'acqua al suo interno, invece, schizzò tutta... contro la faccia del tizio, che ancora inseguiva il povero Thyen. Quello, un po' per il rumore un po' per la "doccia" improvvisa, si bloccò interdetto sul posto, per poi continuare dopo qualche istante a calare la sua arma contro il volpacchiotto. Theyn saltò giù dal tavolo, prima che l'ascia dividesse in due metà la sua testa, oltre che il tavolo, e riprese a scappare dall'uomo.
    Anche se questa volta poteva contare sull'aiuto dell'ocarina, si ritrovò comunque a dover sfuggire da un'indesiderata decapitazione. Certo, aumentare la propria velocità o forza era una cosa non da poco in combattimento, ma se avesse potuto scegliere, avrebbe preferito poter usare il flauto, più adatto per trattare con quel genere di situazioni esagitate. Mentre zampettava di qua e di là, abbozzò qualche nota e con piacere che la sua ocarina era tornata come nuova. Non c'era bisogno di ulteriori accorgimenti per poterla usare... che Aes avesse avuto ragione? #DomaniNevica
    Fu solo quando l'omino si stufò di rincorrerlo e preferì concentrarsi su uno dei due pirati, che Thyen riuscì a prendere quel minimo di fiato che gli serviva per dedicarsi alla sua ocarina. La portò quindi alle labbra e... non ci fu nemmeno bisogno di suonarla: il pirata riuscì ad azzoppare il nemico con un basso fendente della sua ascia e a metterlo KO con un colpo di... coppa. Mh, accoppato?
    Thyen fissò la scena alquanto perplesso. Dopo tutta la faticaccia fatta nel ri-sistemare la sua ocarina e di scappare contemporaneamente, perché il combattimento si era concluso prima che potesse utilizzarla? Alternò dei rapidi sguardi tra l'omino svenuto a terra e lo strumento musicale, finché il pirata non gli mise un foglio davanti al naso. Thyen alzò lo sguardo verso il pirata: voleva che lui trovasse l'oggetto lì disegnato?
    < D'accordo! > esclamò, felice di avere qualcos'altro a cui pensare oltre all'ironia della sorte.
    Si concentrò, quindi, sul foglio e ne studiò l'immagine. Thyen non era abituato più di tanto ad avere a che fare con la carta, nel deserto non ce n'era molta che ne girava: i rari disegni che aveva visto nella sua infanzia erano per lo più scavati nella sabbia, e il vento aveva sempre la premura di cancellarli dopo poco. Per un intero mezzo secondo, si sforzò comunque di imprimersi nella mente tale immagine, poi si lanciò il foglio alle spalle e schizzò alla ricerca dell'oggetto desiderato.
    Cercò dovunque: sopra e sotto i frammenti di tavolo ascettato; dentro scatole, scrigni, cesti e barattoli; rovistò in ogni cassetto che si parò lungo il suo cammino; ed entrò perfino dentro l'anta di una credenza, seminando il panico tra mensole, bicchieri, stoviglie ed altri oggetti al suo interno, che cascarono irrimediabilmente al di fuori, in un rompi-rompi generale. Pensava che le cose sarebbero filate lisce come l'olio... non avrebbe mai immaginato che, l'anello che cercava, non fosse l'unico oggetto di forma circolare nascosto nella stanza.
    Mentre osservava nel cassetto dell'argenteria un set di 8 portatovaglioli metallici, Thyen rifletté sul da farsi. I due pirati erano intenti a parlare tra loro e a Thyen non sembrava il caso di avvicinarsi per chiedere una conferma su ogni singolo oggettino che incontrava. Gli sembrò molto più automatico prendere gli 8 portatovaglioli tutti identici tra loro e isolarli al centro della stanza.
    All'inizio non si preoccupò più di tanto della qualità degli oggetti che metteva da parte. Quando, però, l'ammasso di "anelli" passò dallo stadio di "mucchio" a quello di "catasta informe", cominciò a sospettare che il suo sistema non fosse propriamente quello corretto. Come avrebbero portato dal capitano tutti quegli anelli? Non che avesse importanza: i pirati sapevano quello che dovevano cercare e avrebbero sicuramente capito come fare una cernita... o meglio, Thyen sperava che lo sapessero. Che fine aveva fatto il foglio che gli avevano dato? Ops.
    Ah, pace. La stanza era stata tutta perquisita ormai: se quell'anello fosse esistito veramente, allora era per forza nella sua catasta. Alzò la zampetta per attirare l'attenzione dei due pirati.
    < Ecco qui: questi sono tutti gli anelli che sono riuscito a trovare! > esclamò contento.
    Questa volta non avrebbero potuto dirgli nulla: aveva davvero fatto un lavoro certosino!
     
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    Allora, dopo attente riflessioni, ho pensato che cercherò di dare una degna conclusione a questo capitolo con l'aiuto di Tira. Pensavo di continuare l'avventura in un'altra parte dell'isola di Kengard senza però i personaggi di Akira e di Mephisto che immagino siano impossibilitati a continuare, qualcosa mi inventerò <3 kisses


    < Be', già che c'eri potevi prendere anche qualche candelabro > rifletté Samuel grattandosi la testa. Benjamin gli diede una gomitata sulla pancia e lo guardò male alzando le braccia < Non dargli altre idee, pesce lesso, sembra sia già confuso di suo così! >. Benjamin prese un bel respiro grande e guardò Thyen < Sarai proprio la mia morte, piccoletto, tu e questo imbecille di mio fratello >. Da dietro Sam guardava il fennec con un sorrisone e tutti i due pollici alzati in segno di approvazione. Grande! sembrava dirgli con lo sguardo.
    Benjamin si accovaccio vicino alla torre ammucchiata di anelli, anellini e cerchi e sentì il respiro di suo fratello sul collo. Si alzò improvvisamente, tirò un pugno sulla testa di Samuel e gridò < Controlla il prigioniero! Brutto ratto di sentina morto! >. Diede un'occhiata a Thyen < Scusami, diatribe familiari > e si rimise all'opera. Samuel si lamentava della botta in testa bofonchiando parole sottovoce. Si avvicinò all'omone, controllò che la corda fosse legata bene e gli diede un calcio su una gamba ma John Ellis non si mosse, era ancora inconscio. Fece spallucce e si stravaccò sul divanetto accanto coprendosi gli occhi con un cappello floreale da signora, cappello che aveva trovato lì per terra nel soqquadro generale del negozio. Intanto, Benjamin era intento a scavare nella catasta cercando l'anello. Mentre cercava nel marasma, vide qualcosa di trasparente: erano un paio di occhiali. Li osservo e pensò che sarebbero stati utili a qualcosa, così se li intascò, come in realtà quasi tutto quello che sembrava valere qualcosa o luccicare perché d'oro. Dopo un po' si sentì un urletto: Benjamin, alzatosi, iniziò a saltellare come un dannato con qualcosa in mano. < Yuhuuu, guarda! > disse a Samuel che si era svegliato dalla siesta. Aprì la mano e mostrò al fratello il NULLA. < NIENTE! Assolutamente un bel niente, è una cannonata in mare. Sammy, prendi un dannato sacco! Mi sembra di star pulendo la carena della Bloody Odin dai cirripedi! >. Così dicendo Sam si destò del tutto e con il suo nuovo cappellino fiorito da signora, scavalcò un tavolo e prese un sacco da per terra < Trovato! > glielo lanciò e Benjamin mise tutta la montagna di roba nel sacco. < Non sembreremmo dei ladri? > chiese Sam al fratello guardandolo mentre egli raccoglieva tutto il ciarpame dorato nel sacco. < Noi non siamo ladri, Sammy! Siamo pirati > . E così dicendo sorrise, mettendosi il sacco in spalla. I tre compagni uscirono tutti insieme, Samuel mano nella zampa con Thyen, non volevano perderselo proprio ora. Che gang! Due pirati gemelli, uno con un sacco in spalla, l'altro con un cappellino floreale in testa insieme ad un piccolo fennec/volpino dalle orecchie gigantormi parlante. Nessuno avrebbe potuto sbarrarli la strada!
    Arrivarono all'entrata della bottega di Gunhild a Distretto dell'Acqua ma prima di entrare Samuel guardò il fratello e disse che lui avrebbe aspettato volentieri fuori per fumarsi un po' di tabacco nella sua vecchia pipa. Stupido, sei in acqua, gli disse con i gesti il fratello. Lo prese per l'orecchio ed entrarono tutti insieme nella bottega. Gunhild, la sirena dai capelli argentati li accolse tutti e tre con entusiasmo, soprattutto il piccolo fennec. Gli si avvicinò e con grande delicatezza cercò di prenderlo in braccio, guardò i due fratelli e sorrise amabilmente. Con il linguaggio dei segni fece intendere a tutti e due che quell'adorabile creatura le aveva rapito il cuore e che avrebbe voluto tenerselo per sempre con lei. Dovete sapere che il linguaggio dei segni, almeno quello usato a Città Sotterranea per comunicare nel Distretto dell'Acqua è una lingua con delle regole ben precise da rispettare ed ogni minima sbavatura del movimento ha dei risvolti molto ilari. Per questo quando si parlava con Gunhild era anche molto difficile stare seri poiché il suo modo di parlare era quasi accomunabile ad un russo che parla italiano, mantenendo il suo accento da Madre Russia: insomma moderatamente sganasciante. Samuel non ci aveva fatto molto caso quando la mattina era andato a chiedere il grasso di narvalo, perché l'importante per lui era che non ci fosse Benjamin. Benjamin sapeva essere un vero e proprio perfettino riguardo la lingua dei segni e non perdeva occasione per commentare con uno sguardo al fratello le uscite della volva. E quindi ogni volta che Samuel entrava con il fratello da Gunhild, egli faceva delle figure a dir poco infelici, imboressandosi per qualunque sguardo o segnale il fratello gli facesse notare. Forse era anche per questo che la mattina, quando la sirena l'aveva scambiato per il fratello, non si era dato pena di correggerla. Si sapeva che Gunhild preferiva Benjamin al gemello. Fortunatamente il Capitano voleva Thyen nella sua ciurma e dopo non poche preghiere, la strega mise giù il povero fennec che ora sembrava più un porcospino da quanto il suo pelo fosse arruffato.
    Benjamin si ricompose lisciandosi i capelli e sorrise alla sirena con sguardo affabile. Lei chiese se avessero l'Anello di Borg e il ragazzo annuì e chiese se lei avesse del grasso di narvalo. Gunhild sorrise con i suoi denti marci ed entrò nel ripostiglio. Benjamin si girò verso Sam sfregandosi una mano con l'altra, diede un buffetto sulla testa a Thyen e iniziò a rovesciare il sacco sul bancone della volva. Gunhild tornò con il vasetto di grasso e con sguardo interrogativo chiese spiegazioni alla piccola gang pirata. < Cosa esso significare!? > disse a gesti. Benjamin si girò verso Samuel con sguardo mattacchione. < Ehh? > disse dando una leggera gomitata sul pancino del fennec. < E' stato un piacere fare affari con te, mia dolce volva squamata! Il tuo premio è qui da qualche parte! BUONA CACCIA! > e facendo ciao ciao con la manina i tre sacchi di pescato se la diedero a gambe verso il bordello.

    Il Capitano O'Malley non era certo conosciuta per il suo gentile tatto da signorina, era un capitano dei dieci mari e in essi giravano voci sulla sua grande capacità di tortura. Quando voleva una cosa, in un modo o nell'altro la otteneva. Freya teneva il mendicante per il collo, lo stava spingendo con così tanta forza al muro che faceva fatica a proferire una parola. < Sai, Cieco, cosa voglio sapere? Sono appena stata attaccata da qualcuno che forse tu conosci > strinse ancora più forte < Pirati del Cerchio, Elfi! Capitanati da un certo Taron e stavano cercando qualcosa, qualcosa a me molto caro in questo momento! > lasciò andare la presa e il mendicante cadde rovinosamente sul fondo schiena magro. < Non so niente > disse piagnucolando < Sono solo un vecchio mendicante, un pover'uomo affamato, per favore >. Il Capitano si guardò intorno, le persone che affollavano la via non facevano caso alla situazione, nessuno voleva ficcarsi in guai che non gli competevano. Ma nella folla, un curioso attirò l'attenzione del Capitano: cappuccio in volto, stava palesemente facendo finta di comprare qualche ferraglia in una bancherella, ma continuava ad avere lo sguardo fisso sulla scena. Il capitano si girò verso le due reclute e ordinò sottovoce < Entrate nel bordello, arrivo subito >.
    In un batter d'occhio partì di corsa verso il bersaglio che con agilità era scattato in mezzo alla folla. Il Capitano si mise all'inseguimento dell'ombra che continuava nella foga a buttarle addosso tutto quello che trovava nel suo percorso. Sotto il mantello grigio sembrava nascondersi un adulto, a giudicare dall'altezza e dalla forza. Era di sicuro una spia in cerca della mappa o forse stava semplicemente controllando le mosse del nemico. Freya saltava e scansava le casse piene di bottiglie, le galline e tutto il cibo che l'uomo inseguito continuava a tirarle addosso. < Dannazione se è veloce! >. Improvvisamente il Capitano si fermò, si concentrò sul bersaglio e sfilò dalla cintura un coltellino. Chiuse gli occhi per una frazione di secondo, respirò e tirò stendendo il braccio. Un sibilo sfrecciò in aria in direzione della spia. Ma il coltello si conficcò sul muro. La figura si era accovacciata per non farsi beccare dal coltello. Freya era molto scioccata, non solo era stata quasi seminata ma non era riuscita nemmeno a beccare un bersaglio così semplice. La spia si alzò come se non fosse successo nulla e si voltò guardando la donna dai capelli rossi, il volto ancora coperto dal cappuccio. Con una mossa secca estrasse il pugnale dal muro e scomparve girando in un vicolo. Freya corse fino all'incrocio dei vicoli e si guardò intorno. L'aveva perso!
    Sconfitta e umiliata tornò davanti alla porta del bordello. Improvvisamente un braccio la prese da dietro e in un secondo lei riuscì a districarsi dalla presa e atterrò il suo assalitore puntandoli un pugnale alla gola. < Samuel Blake! Vuoi forse farti scuoiare?! >. < Capitano! > disse il ragazzo togliendosi il cappello floreale in segno di rispetto. Il Capitano O'Malley si tirò su, Samuel fu preso per la camicia dal gemello che lo aiutò ad alzarsi scuotendo la testa.
    < State aspettando qualcuno, Capitano? > chiese Benjamin guardando la ragazza con un sorrisetto beffardo. < Non più > disse lei, toccando il fodero vuoto del coltellino e guardando verso il luogo dove aveva interrogato inutilmente il Cieco. < Entriamo maledetti uomini! Avete fatto tutto quello che vi ho chiesto di fare? > intimò con voce grave entrando dalla porta nel bordello.
     
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    < Candelabro? > chiese ad alta voce. C'era qualcos'altro che dovevano prendere in quella stanza? Che quell'accozzaglia informe di ferraglia non fosse ancora sufficiente?
    Prima che Thyen potesse guardarsi attorno e schizzare alla ricerca del misterioso oggetto, venne fermato dall'altro dei gemelli pirati. In che senso lui sarebbe stato la sua morte? Inclinò la testa di lato con aria perplessa. Lui non aveva nessuna intenzione di attaccarlo e, anche se lo avesse fatto, dubitava che sarebbe stato in grado di colpirlo così forte da stordirlo. Figurarsi da fargli un qualche danno!
    Fece appena in tempo a recuperare la cordicella legata alla scatola nera che stava trascinando in giro per tutta la Città Sotterranea, quando uno dei due pirati (ancora non aveva trovato un modo per differenziarli) lo prese per mano, lo portò fuori dall'edificio e lo condusse di nuovo nel lago pieno d'acqua e senza rumori. Dopo qualche minuto, arrivarono in un altro edificio, illuminato a giorno da tutta una serie di cristalli. La sua proprietaria fu tanto felice di accoglierli che prese Thyen al volo e cominciò a strapazzarlo. Cercando di sgusciare via dalla stretta, Thyen si sentì alquanto a disagio da tutto quel contatto umano (e non). Era da quando lui e i due pirati erano partiti per quella commissione che veniva preso di peso, lanciato qua e là e coccolato a morte. Un attimo di tregua, per cortesia, anche la sua pucciosità aveva bisogno di ricaricarsi di tanto in tanto!
    QUando finalmente aveva ritrovato la libertà, venne presto agguantato dai pirati e trascinato di corsa verso un'altra destinazione. Tentò di sospirare, ma all'ultimo si ricordò che lì in acqua non era la mossa più saggia da fare e riuscì a trattenersi. Mentre notava il volto della proprietaria che si faceva sempre più lontano e stupito, Thyen capì che quella non doveva essere per nulla la sua giornata.

    Il volpino seguì i due pirati fuori da quella enorme massa d'acqua bagnata, fino a ripercorrere la strada verso la taverna dove si era incontrato per la prima volta con i pirati e il loro capitano. Non che Thyen avesse riconosciuto anche solo una delle strade che avevno percorso all'andata, ma era troppo contento di allontanarsi dal lago con tutti quei suoi strani incontri per rendersi comunque conto di quello che aveva attorno. Prima di fare tanta strada ritrovarono il capitano. Era da sola? Sembrava arrabbiata? Thyen si voltò la direzione in cui stava guardando, ma non vide nulla se non il tunnel vuoto.
    Cosa poteva essere successo che aveva irritato il povero capitano? Lanciò un'occhiata alla scatola legata al filo che aveva trascinato per tutta la Città. Non aveva idea di cosa ci fosse dentro, ma magari poteva essere qualcosa di interessante. E tanto lui non riusciva comunque ad aprirla...
    Thyen zampettò vicino al capitano.
    < Un regalo! > le disse porgendole la scatola. Il che, tradotto nel linguaggio di Thyen, significava rimanere con il braccio teso verso l'alto per evitare che quegli spilungoni umani non si accorgessero della sua presenza.

    Edited by Tirannosaurorex - 13/5/2020, 11:00
     
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    Prima di poter entrare nel bordello, uscì dall'edificio tutto trafelato Sereblon, seguito da Barnaba che ormai si era ripreso dalla sbornia. < Capitano! > disse serio l'uomo lucertola < Abbiamo un problema >. Freya mise la mano sulla testa di Spooky che le era tornato sulla spalla < Che è successo? >.
    < La Bloody, Freya > una voce grave da dietro Barnaba si rivolse al capitano e un naga sbucò dall'ombra avvicinandosi ai gemelli e alla ragazza. < Sei ferito Vas? > si intromise Benjamin offrendo una spalla al compagno. < Non abbiamo tempo per questo > ribatté Sereblon, < Vasuki vi racconterà tutto strada facendo, dobbiamo andare agli attracchi! Io e Barnaba stavamo per correre verso il porto, ma sarebbe meglio andare tutti! Pensiamo che possano non essere ancora partiti >. < Partiti? Chi? > chiese stupidamente Sam. Uno scappellotto dal fratello lo raggiunse < Hanno assaltato la nave, genio > disse Benjamin. Freya guardò il naga preoccupata, Vasuki sembrava abbastanza acciaccato, era uno dei migliori spadaccini della sua ciurma oltre che un grande navigatore eppure qualcuno lo aveva ferito gravemente. < Vasuki è ferito, mi fido del vostro giudizio e della capacità di entrambi di poter fermare chiunque abbia cercato di attaccare la Bloody Odin! Aspettateci al porto, saremo dietro di voi > disse la giovane. Il naga cercò di rassicurare il capitano ma mentre fece un altro passo si accasciò su un fianco al muro. Sembrava molto calma ma in realtà le ribolliva il sangue dalla collera. Sereblon si avvicinò a Freya < I vostri bagagli e voi sapete cosa sono con me Capitano > le fece l'occhiolino e diede una pacca sulla spalla a Barnaba. < Andate! > ordinò Freya con un cenno della mano e i due partirono correndo.

    Benjamin e Samuel aiutarono Vasuki a camminare e tenere il passo e partirono anch'essi con il capitano e il piccolo Thyen verso i tunnel che portavano al porto, fuori dalla città. Così Vasuki iniziò a raccontare:

    " Eravate appena sscesssi dalla nave, partiti per Città Sotterranea a cercare qualcuno da reclutare, Besstemor sstava disscutendo animatamente con Fuagràs come al sssolito ssu veleni e alchimie protettive per la nave. Il mozzo ssstava lavando il ponte ssstando ai miei ordini. La nave aveva le vele ammainate, una leggera brezza veniva dal mare, mentre il sssole tramontava sssulle onde. Era tutto normale, tranquillo. Passsifin e io decidemmo di dirigerci verso la ssstamberga dove vendono quella specie di pissscio alcolico. Entrammo, ci sssedemmo e ordinammo da bere. L'ossste è una mia vecchia conossscenza, ci fece uno sssconto e ci riempì di tutti i convenevoli. Dopo un po' Passsifin si accorssse che qualche tavolo in là un tizio, forssse un uomo, ci ssstava guardando da inizio ssserata. Era una figura incappucciata. Al suo tavolo di sspalle, vi erano degli elfi. Ssembravano ... "

    < Uomini di Taron, pirati del Cerchio > rispose la ragazza < E quell'uomo incappucciato, potrei aver fatto la sua conoscenza >.

    " Non vi era il capitano Taron, ssolo alcuni della ssua ciurma e quell'uomo incappucciato. Decidemmo cossì di allontanarci e tornare ssulla nave. Mentre nella notte ci sstavamo dirigendo alla Bloody, ci ssentivamo osssssservati. Improvvisamente le mie ssquame percepirono un attacco e ssguainata la spada parai un colpo alle mie sspalle. L'ombra incappucciata e un manipolo di pirati, tra cui anche qualche elfo, ci sstavano addossssso. Passsifin tirò fuori i ssuoi pugnali da lancio, nella notte la ssua visssione è eccezionale e non mancò un colpo. I pirati caddero come mossche. A me toccò l'Ombra. Gioca ssporco, Freya, ohh che ratto di sssentina! Vorrei tanto averlo aperto da parte a parte. Ma durante il combattimento fu lui che mi ferì, di sspalle, dopo avermi ferito la coda, in ginocchio. Mi trapasssso, con la ssua ssspada. Mi lasssciarono in un vicolo, a morire disssssanguato. Passsifin venne catturata e portata ssulla nave. "

    Stavano percorrendo l'ultimo tunnel verso l'uscita da Città Sotterranea quando Vasuki dovette fermarsi a riposare. < Ma questo era ieri notte, cos'è successo poi? > chiese Ben dando da bere al naga un goccio del suo whiskey. Vasuki prese un bel respiro mentre si rialzava per riprendere la camminata:

    " Mi sssvegliai dopo qualche ora, agonizzante. Qualche curiossso mi aveva ssoccorso e portato alla sstamberga del mio amico che in un batter d'occhio mi ricucì. Cossì dopo qualche ora di riposso decissi di andare alla nave. Cercando di non farmi vedere, arrivai a nuoto ssotto la nave e lo vidi. Era lì, ssul ponte della nave. Passsifin non c'era, come nemmeno Bessstemor o il mozzo. L'Ombra sstava parlando con Fuagràs. Non capivo una parola, dovevano parlare in elfico o in un'altra lingua sstrana. Era un dibattito accesso, non avevo mai visto Fuagràs cossì furente. Dopo un po' fu portato ssottocoperta. Dovevano essssere sstati attaccati nella notte o in qualche modo tratti in inganno dalla pressenza di Passsifin. "

    Finalmente giunsero sul sentiero fuori dalla città. < Ariaaaa! > respirò Sam. Freya aveva ascoltato fino a quel punto silenziosa. L'Ombra incappucciata non le piaceva. Freya controllò rapidamente la ferita a Vasuki. < Sereblon e Barnaba dovrebbero già essere arrivati > disse Benjamin < Non preoccuparti Capitano > la rassicurò mettendole una mano sulla spalla. La ragazza strinse la mano del pirata con violenza così che Benjamin dovette subito ritrarla dal dolore. < EHi! Io con le mani ci lavoro! >. Freya lanciò uno sguardo truce a Ben. Aiutò Vasuki a rialzarsi e ripartirono. Stavano arrivando al villaggio portuale di Città Sotterranea. Le prime case si intravedevano già, così come il sentiero di pietra.

    " Dopo qualche ora giunssero alcuni elfi, con loro c'era Taron, il capitano del Cerchio. Sssembrava essssere sstato preso a pugni. Lui e l'Ombra entrarono nella nave e dopo poco, quando usscirono l'uomo incappucciato presse il cavallo e si diressse versso Città Ssotterranea. Fu allora che decissi di entrare nella nave e riprenderne il comando. La maggior parte dei pirati elfi erano ssulla Poison Fairy, la nave del Cerchio e l'Ombra aveva lasciato solo pochi uomini sulla Bloody. Cercai di ssgattaiolare ssottocoperta e arrivai ssenza troppi problemi alle celle. Lì c'erano tutti, Fuagràs, Passifin, Besstemor, mancava solo il mozzo. Mi dissero che ssarebbero partiti presto, gli uomini ssstavano finendo i rifornimenti e prima o poi avrebbero ssspiegato le vele. Fuagràs mi riferì che il mozzo era ssparito e non sapeva dove fossse. Passsifin era un po' malconcia in un angolo della cella, ma ssecondo la volva sstava bene, era viva. Fuagràs mi dissse che avrei dovuto cercarvi, a Città Ssotterranea, riferirvi. Besstemor non avrebbe potuto lassciare la nave e non ssaremmo riusciti a portare Passifin ssenza farci vedere dai nemici. Ed eravamo troppo pochi per poterli attaccare direttamente. Decidemmo che ssarebbe stato meglio per tutti rimanere con la nave e proteggerla da lì. Gli diedi la chiave delle catene, avrebbero potuto liberarssi in casso di pericolo e li lasssciai. Pressi la strada più veloce fino a Città SSotterranea e vi asspettai al bordello. "

    < Non saranno partiti senza l'Ombra, da quello che sembra è il capo dietro l'attacco sia alla Bloody, sia a noi. Stavano cercando la mappa! Maledizione! Come è potuta spargersi così tanto la voce della nostra mappa! >. I gemelli si guardarono l'uno con l'altro, era molto facile che da ubriachi nella taverna a Kerus si fossero fatti sfuggire qualcosina. Arrivarono tutti al molo dove era ormeggiata la Bloody Odin, ma non c'era più. < Sono partiti, da poco meno di mezz'ora, non abbiamo potuto fare nulla > disse Barnaba al capitano. < Siamo arrivati tardi. Anche la Poison Fairy è salpata > si grattò il petto villoso e porse al capitano un foglio di pergamena < Senza questa però non so come abbiano capito dove sia il tesoro >. Freya si morse il labbro, < Non lo sanno, vogliono scambiare la nave e la ciurma, con le informazioni, ma come! >. < Capitano! > disse quasi urlando Samuel < Non ora, brutto sterco di balena, stiamo pensando a cosa fare > gli rispose il fratello. Dal fondodi una viuzza, sbucò un bambino che si avvicinò ai pirati. Era tutto sporco e ricoperto di fango, infreddolito e affamato. < Capitano! E' Tommy! >. Tutta la ciurma si girò verso il bambino. Freya si avvicinò e lo guardò, sembrava incolume. Trasse fuori il suo quadernetto sul quale disegnava e le mostrò qualche disegno e qualche scritta. Il ragazzino durante l'attacco si era nascosto e aveva spiato i pirati. >Era riuscito a carpire più informazioni possibile. Freya gli diede una carezza sulla testa < L'hanno capito, sanno dov'è il tesoro, hanno frugato tra i miei libri mastri e hanno capito più o meno dove eravamo diretti. Pirati! Ciurma! > incitò con un sorriso < Alcuni di noi sono stati rapiti, altri feriti! Ma nessuno di noi si tira indietro! Si va a caccia! Ma prima, abbiamo bisogno di una nave da prendere in prestito, una come quella > la ragazza indicò una piccola cutter attraccata lì vicino al molo. < Andiamo! > disse toccandosi la fodera del pugnale rubato dall'Ombra.
     
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    C'erano molte cose che Thyen non capiva. Dall'enorme quantità di acqua che lo aveva circondato da quando aveva abbandonato il suo deserto al perché fosse l'unico di sua conoscenza a poter capire cosa gli animali dicessero, erano davvero un sacco le questioni che non riusciva a spiegarsi. Una di queste era: come era finito in quella situazione? Com'è che quei pirati lo avevano condotto davanti ad una delle sue nemesi? Perché lo volevano costringere a salire su una... nave?
    Dopo aver teso la scatola verso il capitano ed essere stato bellamente ignorato sia da lei che dai suoi due scagnozzi, seguì i tre umani verso la locanda dove li aveva incontrati per la prima volta. Non fecero nemmeno in tempo ad entrare che il raggiunsero all'esterno un gruppetto di loschi individui, tutti accomunati da uno sguardo piuttosto preoccupato. Thyen riconobbe la scimmia che salì sulla spalla del capitano come uno dei membri della ciurma pirata (in bocca sentiva ancora il gusto della bevanda terrificante che gli aveva servito nella locanda). Tra i tizi che Thyen non riconobbe (neanche lui sapeva se era perché non ci avesse fatto caso o se non fossero stati presenti), c'era anche un enorme serpentone con uno strano accento sibilante. Dal modo in cui si riferiva alla capitana, Thyen capì che anche lui faceva parte della ciurma... poi stop. Non ascoltò nient'altro.
    Per tutti i granelli di sabbia su cui aveva zampettato, ma quanto aveva da parlare? A sua discolpa, quello strano serpente non era tanto bravo a raccontare le storie. Le sue S rendevano il discorso un po' troppo complesso da seguire e pur di non ascoltare quello che diceva, Thyen si intrattenne osservando l'ambiente circostante mentre seguiva gli altri correndo sulle quattro zampe. Non che bocciasse completamente il povero serpente, eh, ma doveva lavorare un po' sul modo in cui raccontava: per esempio, si supponeva che il protagonista vincesse contro i cattivi, non che perdesse conoscenza in un vicolo! Quello che era perso veniva sempre ritrovato alla fine di tutto e non era mai successo che il racconto terminasse con il furto della propria nave! Il marinaio che aveva incontrato nel deserto invece... oh, lui sì che era stato un genio nel raccontargli le meraviglie di quello strano mondo sull'acqua!
    Il racconto finì e ben presto anche la loro corsa. Thyen, distratto com'era, finì per scontrarsi contro uno dei due pirati che lo avevano accompagnato nei meandri del lago, ma si allontanò prima che il pirata potesse voltarsi e capire cosa lo avesse urtato. Li raggiunsero prima un omone peloso che la piccola volpe doveva aver già visto nella locanda e da un ragazzino poco più alto di lui, che scarabocchiò qualche strano ghirigoro su un suo quadernetto.
    Fu solo quando la capitana indicò una nave lì vicino che Thyen cominciò a dimostrare le prime perplessità. Guardò tutti i presenti con uno sguardo imbronciato, sperando di attirare l'attenzione di almeno qualcuno.
    < Ehm, abbiamo davvero bisogno di una nave per andarci? Non è che vi posso raggiungere a piedi o qualcosa del genere? > chiese Thyen con titubanza, a nessuno in particolare.
    Ricordava ancora cosa aveva provato il suo stomaco su una di quelle cose: non era esattamente quel genere di esperienze che voleva replicare.
     
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