Lyudmila

Umana (in gioco)

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    Lyudmila Ivanovna Raskol'nikova

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    Assolutamente non copiata spudoratamente da questa immagine.
    Ho lasciato il tratto grezzo e poco rifinito appositamente per mascherare gli errori, dato che faccio piuttosto schifo a disegnare gli umani. u_u


    Soprannome: Lyuda
    Specie: Umana
    Sesso: Femmina
    Età: 20
    Magia: Evocazione


    Aspetto fisico: Lyudmila
    È inutile girarci intorno: il suo aspetto da ragazza innocente e indifesa non è certo il miglior biglietto da visita per chi, come Lyudmila, svolge un lavoro che implica la frequentazione degli individui e degli ambienti più pericolosi della città.
    Le continue provocazioni dei loschi figuri con cui suo malgrado si trova ad avere a che fare le davano inizialmente un certo fastidio ma, a lungo andare, Lyudmila ha imparato non solo a tollerarle, ma persino a derivarne un discreto intrattenimento: ancora oggi sono ben poche le cose che le danno più soddisfazione del frantumare il naso ad un energumeno senza nemmeno doversi disturbare di togliere le mani dal boccale di birra che sta sorseggiando.

    La sua statura svettante non è l'unica ragione per cui Lyudmila, in genere, tende a risaltare come un corvo in uno stormo di colombi sul resto della clientela delle squallide bettole che quotidianamente frequenta. La sua pelle estremamente chiara, i suoi occhi azzurri come il ghiaccio e i suoi capelli biondo platino lunghi e lisci concorrono, nel loro insieme, a conferirle un aspetto spiccatamente esotico e straniero. Il gusto di Lyuda per uno stile di abbigliamento che sembra mettercela tutta per non amalgamarsi con l'ambiente, che tuttavia stride clamorosamente con il suo portamento rigido e quasi marziale, aggiunge un pizzico di mistero alla sua presenza.

    Vi è anche un’ulteriore dettaglio che contribuisce a rendere l’aspetto di Lyudmila quantomeno peculiare: la sua gamba sinistra, dal ginocchio in giù, è sostituita da una protesi meccanica di metallo. Questa, per via dei lunghi stivali che indossa, è normalmente coperta alla vista, ma la sua presenza può essere dedotta in altro modo: Lyudmila zoppica leggermente sul suo lato sinistro, ed i suoi passi producono, a ritmo alterno, un curioso rumore metallico.

    Aspetto fisico: Valentine
    Valentine è una marionetta dalle fattezze umane costituita interamente in metallo, frutto dell’ingegno e della maestria di Lyudmila nell’arte della meccanica e dell’orologeria. Alta all’incirca un metro e ottanta, la sua sagoma è quella di un uomo di statura imponente ma al contempo snello e slanciato, potendo essere scambiato, da uno sguardo poco attento, per una persona molto alta che indossa un’armatura dalla foggia peculiare. Sul suo viso scolpito nel metallo, caratterizzato da labbra taglienti e da un naso dritto e sottile, svettano due occhi rossi debolmente luminescenti.

    https://imgur.com/BYFRzIH
    Uno sketch dell'aspetto di Valentine. Come avrete intuito disegnare umani e creature umanoidi non è esattamente il mio forte, per cui mi auguro che prima o poi rifarò per bene il suo design. Possibilmente quando sarò diventato un tantino meno impedito.



    Caratteristiche e funzionamento

    Essendo un automa umanoide costituito interamente in metallo, Valentine presenta una resistenza paragonabile a quella di una normale armatura progettata per l’utilizzo umano. Gli avambracci sono rinforzati in modo da poter bloccare colpi di spada e impatti di potenza moderata.
    La forza fisica di Valentine è di gran lunga superiore a quella di un normale essere umano, essendo approssimabile a quella di un mezzorco o di una persona molto muscolosa, mentre i suoi movimenti sono tanto rapidi e fulminei da consentirgli di afferrare una freccia al volo.

    Lyudmila è in grado di evocare accanto a sé Valentine in qualsiasi momento e ovunque desideri per mezzo del pensiero. Nel momento in cui si materializza, la marionetta produce un breve suono meccanico che ricorda un complesso di ingranaggi e di molle che entrano in azione. Il processo di materializzazione è di fatto istantaneo, tanto che Lyudmila può evocare Valentine per poi farlo smaterializzare appena una frazione di secondo dopo. L’evocazione non comporta inoltre alcun dispendio energetico per lei, che può controllare la sua marionetta per una quantità di tempo indefinita. Questa, tuttavia, scomparirà immediatamente nel nulla qualora la sua utilizzatrice svenga, si addormenti o, in generale, cada in un qualsiasi altro tipo di stato d’incoscienza.
    Lyudmila può inoltre evocare la sua marionetta in qualsiasi punto entro il suo campo visivo nel raggio di 5 metri. Valentine non può materializzarsi in diretta prossimità di una creatura vivente, senziente o che sia munita di anima (in altre parole: un PG o un NPC), con l’ovvia eccezione della stessa Lyudmila.


    Valentine si rigenera automaticamente da qualsiasi danno subito, a prescindere dalla sua entità, essendo di fatto indistruttibile a meno che Lyudmila non muoia. La marionetta, infatti, attinge costantemente all’energia vitale della sua utilizzatrice, la quale alimenta il suo moto e le permette di ripararsi autonomamente da eventuali danni. Tale processo di rigenerazione non può tuttavia essere arrestato nemmeno da Lyudmila stessa, per cui esso cui continuerà a bruciare inesorabilmente le sue forze vitali fino a quando l’integrità di Valentine non sia interamente ripristinata. Un’eccesiva perdita di energia causata da ripetuti danni di grave entità subiti dalla marionetta può infatti comportare per Lyudmila la perdita dei sensi o persino il coma.
    Mentre l’area danneggiata si rigenera essa diviene incandescente, ricordando un oggetto di legno che viene lentamente incenerito da una fiamma. Il processo di combustione, tuttavia, sembra avvenire in senso inverso: è come se il calore di una fiamma invisibile rigenerasse gradualmente la materia anziché consumarla.

    Il processo di rigenerazione di Valentine è molto rapido ma non istantaneo, richiedendo un tempo variabile a seconda dell’entità del danno: quelli di natura secondaria come graffi o dita spezzate impiegheranno una manciata di secondi a ripristinarsi (rigenerandosi anche nel medesimo post in cui sono stati inflitti), mentre ad un arto amputato occorrerà un tempo di gran lunga maggiore (fino a due post).

    Qualsiasi danno subito da Valentine si ripercuote su Lyudmila attraverso una sensazione di dolore proporzionata al danno subito dalla marionetta e localizzata nella parte del corpo colpita. Se, ad esempio, a Valentine viene tranciato di netto un braccio, Lyudmila proverà una sensazione dolorosa di estrema intensità al proprio arto superiore corrispettivo, come se fosse stata lei stessa ad aver subito l’amputazione. Il braccio, inoltre, rimarrà inabilitato per una trentina di secondi (in genere un intero post). Al termine del periodo di inabilitazione cessa anche la sensazione di dolore, anche qualora la marionetta non si sia ancora interamente rigenerata dal danno.
    Lo stesso effetto si applica agli organi sensoriali: qualora Valentine dovesse, ad esempio, perdere un occhio, oltre al provare un dolore lancinante al proprio bulbo oculare corrispettivo Lyudmila rimarrà cieca da quell’occhio per circa mezzo minuto.
    Nell’eventualità in cui Valentine subisca un danno di gravissima entità, come nel caso di una decapitazione o di una qualsivoglia ferita che per un umano avrebbe esito mortale, Lyudmila perderà i sensi istantaneamente.

    Lyudmila può controllare Valentine principalmente attraverso tre modalità:
    -Le azioni molto semplici (pugni, calci, tentare di afferrare un nemico, ecc.) e le tecniche potranno essere attuate con il semplice pensiero, senza che vi sia per lei il bisogno di compiere alcun movimento;
    -Le azioni più complesse e sottili (maneggiare un piccolo oggetto, movimenti di precisione oppure molto specifici, ecc.), invece, potranno essere eseguite soltanto controllando la marionetta con il movimento delle dita, come avverrebbe manovrando un normale burattino.
    -Valentine può inoltre ricalcare con assoluta precisione qualsiasi gesto o movimento compiuto dalla sua utilizzatrice. Questa possibilità può tornare utile in molti frangenti, considerando che Lyudmila è addestrata al combattimento corpo a corpo.

    Quando Lyudmila si trova in uno stato di estremo stress emotivo vi è la possibilità che Valentine esca interamente dal suo controllo. Il suo comportamento diviene assolutamente imprevedibile anche a lei stessa.



    Vestiario

    Dato il suo stile di vita e il genere di ambiente che abitualmente frequenta, è evidente che la principale preoccupazione di Lyudmila dovrebbe essere quella di non dare troppo dell’occhio. Ho scritto “dovrebbe” perché ciò, in realtà, è vero solo in teoria: nonostante tutto Lyudmila non riesce proprio a fare a meno di vestire con una certa eleganza, anche a scapito della praticità e della discrezione. Si solito indossa un trench blu scuro decorato da un orlo di pelliccia bianca e un paio di pantaloni di un blu leggermente più chiaro. Ai piedi calza un paio di lunghi stivali di pelle nera che le arrivano quasi alle ginocchia, che hanno il vantaggio di nascondere ad occhi indiscreti la sua gamba artificiale.

    Solo quando è “al lavoro” Lyudmila rinuncia a malincuore allo stile a favore della funzionalità, indossando un semplice abito nero munito di cappuccio che le garantisce la massima agilità e il massimo grado di mimetismo negli ambienti scarsamente illuminati.

    Lyudmila porta sempre con se un discreto borsello a tracolla in cuoio. Mentre di giorno essa contiene semplici oggetti di uso comune, la notte, ossia quando in genere Lyudmila è “al lavoro”, al suo interno vi si possono trovare una serie di arnesi che possono tornarle utili nel corso della missione, come ad esempio una corda, un rampino e svariati grimaldelli. Vi è tuttavia una coppia di oggetti che Lyudmila non rimuove mai dal suo borsello: un gomitolo di spago e alcune piccole campanelle, tenute avvolte da un panno di stoffa in modo che non producano rumore se non quando utilizzate.


    Armi

    Valentine
    Valentine è senza dubbio la principale arma di Lyudmila. Combinandosi con la discreta abilità nelle arti marziali da lei posseduta, acquisita in anni di frequentazione dei peggiori ambienti che la strada aveva da offrirle, la marionetta diviene uno strumento offensivo formidabile.

    Bastone da passeggio
    Avendo un’andatura un po’ incerta a causa della sua gamba prostetica, Lyudmila porta sempre con se un bastone da passeggio che usa per aiutarsi nella deambulazione. Non che ne abbia realmente bisogno, dato che la sua protesi simula in maniera quasi perfetta un vero arto consentendole persino di saltare e di combattere, ma il bastone contribuisce a rendere la sua figura ancora più insospettabile di quanto già non appaia naturalmente. La sua canna è in legno laccato nero, e il suo lungo manico d’argento finemente cesellato termina con un pomello che rappresenta, in maniera stilizzata, la testa di un falco. Il bastone da passeggio, com’era prevedibile, cela al suo interno una lama della lunghezza di circa un metro, trasformandosi all’occorrenza in una vera e propria spada capace di colpire sia d’affondo che di fendente. Lyudmila la brandisce con una certa abilità pur essendo una spadaccina interamente autodidatta, essendo capace di estrarla e colpire con una rapidità fulminea.

    Un vasto assortimento di pugnali e coltelli da lancio
    In genere ne porta con sé almeno un paio nascosti nelle maniche, che riesce a far comparire nelle sue mani con la velocità di un prestigiatore. Il trucco sortisce sempre un certo effetto, specialmente se utilizzato a fini intimidatori, ma il rischio di confondere al momento sbagliato l’arma con il proverbiale asso nella manica è dietro l’angolo: di solito un coltello non ti permetterà di barare con successo in una partita a poker, così come un asso di picche difficilmente potrà ribaltare le sorti di un duello all’arma bianca.
    Fortunatamente Lyudmila crede fermamente nell’idea che di coltelli non ve ne siano mai abbastanza, per cui ne porta sempre con sé almeno uno nascosto negli stivali e un paio alla cintura.

    Gamba prostetica
    Essere colpiti in pieno con un calcio sferrato con la gamba prostetica metallica di Lyudmila è un po’ come essere centrati con una mazza metallica. Quindi, tecnicamente, anch’essa può essere annoverata nel suo arsenale.


    Carattere:
    Fornire un quadro complessivo della personalità di Lyudmila è un compito assai arduo. Si potrebbe affermare, infatti, che il suo tratto più caratteristico è proprio un certo dualismo, un nucleo di incoerenza che rende il suo comportamento cangiante e a volte imprevedibile. Mentre, infatti, ad un livello di analisi superficiale Lyudmila appare come una ragazza pragmatica, intraprendente e spregiudicata, questi suoi tratti di personalità vanno drammaticamente a cozzare con l’altra faccia della medaglia del suo carattere: il suo lato ribelle ed emotivo, che in svariate occasioni emerge prepotentemente offuscando la razionalità del suo giudizio.

    Guidata unicamente dal faro della sua ambizione, Lyudmila non si fa troppi scrupoli nel passare sopra agli altri per l’ottenere quello che desidera, così come non si fa alcun problema a giocare sporco e a servirsi dell’inganno per raggiungere i suoi obbiettivi. Dotata di un forte senso pratico, predilige decisamente un approccio strategico nell’affrontare i problemi, per cui non si butta mai a capofitto in una situazione che non conosce ed impone a se stessa il dominio sulle emozioni.
    Eppure, nonostante la sua innegabile spregiudicatezza, sarebbe sbagliato descriverla come una persona priva di qualsivoglia morale. Per quanto lei stessa ami ripetersi il contrario, Lyudmila non è mai riuscita a mettere completamente a tacere la propria coscienza, la quale puntualmente torna a tormentarla impedendole di agire con la freddezza e il cinismo che, di solito, caratterizzano coloro che come lei fanno un vanto del proprio vivere disopra della legge. Non è infatti un caso che, nonostante la sua grande esperienza come ladra e spia, lei non abbia mai accettato incarichi di omicidio, per quanto ben pagati.

    Una delle regole che Lyudmila si è imposta nella vita è quella di non fidarsi mai di nessuno, ed è infatti assai raro vederla aprirsi con un’altra persona o anche solo darle un minimo di confidenza. Specialmente con gli estranei, infatti, Lyudmila si comporta in genere con tale contegno da risultare un po’ rigida, si direbbe quasi formale, sensazione che è ulteriormente enfatizzata dal suo leggero accento tipico dei lontani regni dell’est.
    Ma quando a causa delle circostanze il suo lato ribelle prende il sopravvento la sua maschera di fredda indifferenza va rapidamente in frantumi, e Lyudmila inizia ad esprimersi in maniera molto colorita e anche piuttosto volgare, lasciando emergere la sua spiccata vena provocatoria e polemica. È inevitabile che, in tali occasioni, la sua cadenza straniera tenda ad assumere una connotazione piuttosto comica.




    In battaglia

    Potere speciale
    Lyudmila cade volontariamente in una condizione simile alla trance, perdendo interamente consapevolezza dell’ambiente che la circonda. In questo stato diviene in grado di controllare completamente la sua marionetta Valentine, che dalla sua prospettiva sostituisce interamente il suo corpo.
    È come se la sua coscienza si trasferisse interamente in essa: Lyudmila può vedere attraverso i suoi occhi, sentire attraverso le sue orecchie e parlare attraverso la sua bocca, sebbene la sua voce risulterà metallica, distante e, per qualche ragione che lei stessa ignora, spiccatamente maschile. Può persino combattere muovendo liberamente il corpo di Valentine come se fosse il suo, disponendo però della notevole forza fisica dell’automa. Sfortunatamente ciò richiede un’enorme concentrazione da parte di Lyudmila, diminuendo drasticamente il tempo di utilizzo del suo potere speciale.

    Lyudmila può tagliare il legame con Valentine in qualsiasi momento. Quando ciò avviene la marionetta scompare immediatamente ovunque essa si trovi, chiaramente senza portare con se qualsiasi cosa abbia raccolto mentre si muoveva sotto il controllo della sua creatrice: Lyudmila non può, ad esempio, rubare un oggetto con la sua marionetta e poi richiamarla, poiché se lo facesse l’oggetto in questione rimarrebbe nel punto esatto in cui Valentine si è smaterializzato.
    Qualora Lyudmila venga svegliata dal suo stato di trance, ad esempio attraverso un forte rumore o un vigoroso scossone, Valentine scomparirà immediatamente ovunque si trovi.

    Non vi sono limiti rispetto a quanto Lyudmila può allontanarsi dal suo vero corpo attraverso Valentine. Lyudmila può servirsi del suo potere speciale per circa mezzora in modo continuato, ma tale intervallo di tempo diminuisce a poco più di 5 minuti (due post) qualora si trovi ad ingaggiare un combattimento.
    Controllare a distanza la sua marionetta comporta un notevole dispendio di energie per Lyudmila, che una volta “tornata” nel suo corpo avrà bisogno di qualche minuto per recuperare le forze.

    Tecnica I
    Valentine scarica sul bersaglio designato da Lyudmila una velocissima raffica di pugni, colpendolo selvaggiamente quasi una decina di volte nel lasso di tempo di appena un secondo. La potenza di ciascun colpo è paragonabile a quella di un pugno assestato da un uomo molto muscoloso armato di un tirapugni, essendo la mano meccanica di Valentine fatta di metallo. La loro precisione è tuttavia piuttosto bassa, in quanto la marionetta colpisce sostanzialmente alla cieca, per cui solo un avversario piuttosto lento o di grosse dimensione potrà realisticamente essere centrato da tutti i colpi.

    L’utilizzo di questa tecnica infligge a Lyudmila una breve ma intensa sensazione dolore ad entrambe le braccia, siccome la feroce raffica di pugni scagliata dall’automa usura rapidamente le sue giunture. Il danno si rigenera automaticamente in maniera pressoché istantanea.
    Lyudmila può estendere a piacimento la durata della raffica di pugni, tuttavia il dolore da lei provato diviene insostenibile dopo appena cinque o sei secondi.



    Tecnica II
    Valentine estende le due balestre retrattili nascoste all’interno dei suoi avambracci scagliando uno o due dardi in direzione dei bersagli designati da Lyudmila. La loro potenza è identica a quella di un quadrello lanciato da una comune balestra. La marionetta non può rimanere a corto di munizioni poiché i proiettili di cui si serve sono, letteralmente, sempre gli stessi: pochi secondi dopo aver centrato il bersaglio essi si smaterializzano ricomparendo all’interno del caricatore dell’arma, rigenerandosi inoltre da eventuali danni subiti ritornando allo stato in cui erano prima di venire scagliati.
    Dopo aver utilizzato questa tecnica Lyudmila deve attendere una decina di secondi (un post) che le Valentine ricarichi le sue balestre, che tuttavia operano in maniera reciprocamente indipendente.

    Lyudmila può inoltre caricare le balestre di Valentine con dei dardi narcotizzanti, da lei specificatamente progettati per neutralizzare un bersaglio senza ferirlo. Il tranquillante in essi contenuto, una volta entrato in circolo, inizierà ad agire dopo una decina di secondi, e la sua azione sedativa perdurerà circa una mezzora. La sostanza, tuttavia, avrà effetto solo ed esclusivamente se il bersaglio è perfettamente rilassato ed ignaro di essere sotto attacco, poiché la minima traccia di adrenalina presente in circolo azzera immediatamente il suo potere narcotizzante. Questo significa che i dardi saranno completamente inutili su di un avversario coinvolto in un combattimento o, in linea generale, su qualcuno che si sta sottoponendo ad un intenso sforzo fisico. Qualora il bersaglio entri in uno stato d’allerta nel corso dei dieci secondi necessari al sonnifero per attivarsi, il suo effetto svanisce immediatamente.
    I dardi narcotizzanti hanno una scarsissima capacità di penetrazione, essendo in grado di attraversare i normali indumenti ma non potendo assolutamente nulla contro qualsiasi genere di armatura naturale o artificiale. Bersagli di grossa taglia dovranno essere colpiti da più di uno dardo per cadere addormentati.
    Date le loro dimensioni molto ridotte e la loro punta sottile come una siringa, chi viene colpito da un dardo non sentirà quasi alcun dolore.

    Tecnica III
    Valentine evoca nella sua mano una piccola fiala in vetro riempita di un liquido altamente reattivo. Non appena il contenitore in vetro s’infrange giungendo a contatto con il suolo o con una qualsiasi altra superficie solida, il liquido in esso contenuto entra in contatto con l’ossigeno presente nell’aria ed evapora istantaneamente generando una densa coltre di fumo grigiastro. La foschia, oltre ad ostacolare la visuale di chi si trova al suo interno, copre inoltre le tracce olfattive con il suo intenso odore d’incenso bruciato.
    La coltre di fumo generata dalla fiala ha un diametro di circa 10 metri e si dissolve completamente in pressappoco un minuto.
    Valentine non può rimanere a corto di granate fumogene poiché, come nel caso dei dardi con cui carica le sue balestre, la fiala di cui si serve è sempre la stessa: dopo essersi infranta essa inizia a rigenerarsi fino a ritornare nello stato precedente al suo utilizzo. Il processo di rigenerazione richiede tuttavia all’incirca mezzo minuto, per cui Lyudmila può servirsi di questa tecnica una volta ogni due post.

    Tecnica IV
    Valentine scaglia dalla sua balestra un piccolissimo dardo che, grazie alla sua punta morbida e stondata ricoperta da una sostanza molto vischiosa, è in grado di aderire a pressoché qualsiasi tipo di superficie asciutta. Data la sua punta gommosa, le dimensioni ridotte e la velocità di volata relativamente bassa, è piuttosto difficile accorgersi di esserne stati colpiti (questo tuttavia dipende dalle capacità percettive del bersaglio e dal punto in cui è stato colpito).

    Il dardo agisce come una sorta di antenna di segnalazione che consente a Lyudmila di evocare Valentine in sua prossimità invece che accanto a lei. Finché esso è attivo, infatti, ella non potrà evocare la marionetta accanto a sé. Per farlo dovrà necessariamente disattivare il dardo facendolo scomparire, azione che lei può compiere in qualsiasi momento semplicemente desiderandolo.

    Lyudmila può utilizzare il suo potere speciale in combinazione con questa tecnica. La gittata massima del dardo è di circa 20 metri, e può essere utilizzato una volta ogni minuto (circa 2 post). Il suo effetto perdura finché esso non viene distrutto o finché Lyudmila stessa non decide di disattivarlo.



    Storia

    Caro Diario,

    è così che si inizia, no? Scrivendo “Caro Diario” per poi rigurgitare una massa informe di lamentele fingendo che dall’altra parte del foglio ci sia qualcuno disposto ad ascoltare. Beh, io non sono mai stata il tipo da perdere tempo spiattellando i fatti miei su un pezzo di carta, ma in questo caso farò un’eccezione; Non posso assolutamente permettermi di commettere errori, per cui ho deciso che terrò traccia di tutte le mie mosse future.

    Beh, carissimo signor “Diario”, ti confesso che non sto più nella pelle: finalmente è arrivata l’occasione per abbandonare per sempre questo buco schifoso di città. Io e mio fratello, anche mio padre, se si degnerà di staccarsi per cinque minuti dalla bottiglia per seguirmi, cominceremo finalmente una nuova vita in un posto meno merdoso e possibilmente lontano mille miglia da qui. Magari anche meno freddo, ma su questo punto potrei anche soprassedere.
    Davvero, non riesco davvero ad esprimere sulla carta la mia eccitazione. Finalmente non dovrò più ricorrere a dei furtarelli da quattro soldi per mantenere la famiglia. Mio padre riaprirà la sua bottega da orologiaio in un posto dove non viene inseguito giornalmente dai creditori. Ma, soprattutto, mio fratello tornerà a camminare.

    Vado subito al sodo, perché già mi sono stufata di scrivere.
    L’altro ieri uno dei miei agganci nei Falchi Rossi, la solita banda dove ogni tanto lavoro, mi ha passato una notizia decisamente interessante. La settimana scorsa, a quanto pare, è comparso in città un gruppo di individui che affermano di far parte di un qualche tipo di organizzazione segreta. Si tratta di una specie di culto clandestino che promette il raggiungimento della vita eterna sulla terra per tutti coloro che entreranno nelle loro fila. Insomma, le solite stronzate da fanatici religiosi. Si fanno chiamare "La Mano d'Argento" o, più semplicemente, "La Chiesa". A quanto pare stanno cercando di diffondere il loro credo a partire dalle zone più in ombra della città, spargendo la voce del loro arrivo nei bassifondi.

    Ma ecco la parte più succosa: il mio aggancio mi ha riferito che gli agenti che ha incontrato indossavano tutti degli strani guanti o degli stivali metallici, probabilmente fatti d'argento. Da questi, con ogni probabilità, deriva il nome della setta. “Facevano un rumore strano, sembravano quasi delle robe meccaniche”, citando testualmente le sue parole.
    Questa sua osservazione, che lui ha buttato lì come se niente fosse, ha fatto scattare qualcosa nella mia testa. È stata come un’illuminazione. Non soltanto perché qualunque cosa riguardi anche lontanamente la meccanica e l’orologeria cattura immediatamente il mio interesse, ma perché ciò che ha detto mi ha ricordato qualcosa. Un culto clandestino, individui incappucciati dalle mani d’argento… mi suonava familiare.

    Ho fatto una ricerca nella biblioteca al centro, ho raccolto informazioni un po’ ovunque, e così ho scoperto un bel po’ di cosette interessanti. I tizi incappucciati fanno effettivamente parte di una setta religiosa nata secoli fa proprio in questo paese, quando era ancora un vasto impero e non la topaia di adesso. Pare abbiano contribuito allo scoppio del famosa guerra civile che ha spaccato la nazione, quando la nostra regione approfittò del momento di debolezza del governo centrale per dichiarare l’indipendenza. La faccenda è ovviamente stata insabbiata, ma le voci, inutile dirlo, hanno continuato a circolare pur distorte dal passare dei decenni.

    In ogni caso la Mano d'Argento è nota principalmente per una cosa: la promessa di ottenere la vita eterna sostituendo gradualmente il proprio corpo con una macchina. Il loro leader si fa chiamare Zohar, ed è un drago nero che si dice sia riuscito ad ingannare la morte stessa. Tutti si riferiscono a lui come a “Sua Santità”. Cazzo, quel tizio deve avere un ego grande almeno quanto il suo viscido corpo da rettile.

    E' superfluo specificare che della loro fede a me non può fregarmene di meno. L’idea della vita eterna è chiaramente molto interessante, ma è ovvio che sia uno specchietto per le allodole per tutti gli individui sufficientemente idioti da abboccare ad un paio di paroloni altisonanti. Mi pare di aver letto da una parte che i draghi amino accumulare tesori e ricchezze, per cui è chiaro come il sole che quello Zohar abbia semplicemente trovato un sistema particolarmente contorto per farsi il suo bel gruzzoletto. Beh, buon per lui. Da una parte ha la mia stima. in ogni caso ciò che a me interessa è solo il mezzo attraverso il quale quei tizi puntano a raggiungere il loro assurdo scopo, ossia le macchine.
    Mi sono imbucata ad uno dei loro incontri di reclutamento, e l’ho visto con i miei occhi. Le loro protesi meccaniche riproducono in maniera quasi perfetta gli arti che sostituiscono. Non potevo credere a quello che stavo guardando, non pensavo nemmeno che una cosa simile fosse possibile.

    Beh, credo di aver scritto anche troppo, esimio signor “Diario”. Per farla breve, ecco il mio piano:
    1: Entro nella setta facendo finta di aderire al loro credo;
    2: Rubo i progetti delle loro protesi meccaniche;
    3: Costruisco delle nuove gambe per mio fratello;
    4: Tutti insieme ci trasferiamo in un altro paese e, una volta lì, rivenderò i progetti al miglior offerente e con i soldi ricavati compreremo una cura per la malattia di Aleksej.

    Finalmente usciremo da questo buco di mediocrità e diventeremo ricchi sfondati.

    --

    Caro Diario,

    oggi sono entrata in contatto con uno degli agenti di reclutamento della Mano. Mi ero preparata un bel discorsetto per raccontagli quanto fossi profondamente motivata ad abbracciare il loro credo al fine di raggiungere l’illuminazione eterna attraverso la fede e bla bla bla… ma non è servito.
    Il tizio mi ha detto semplicemente che tra due giorni “Sua Santità” officerà una messa nella quale darà personalmente il benvenuto ai potenziali nuovi adepti. Tutto qua.
    Beh, è stato facile. Però un po’ mi dispiace per il discorso che mi ero preparata, ci avevo messo più di un’ora a scriverlo. Pazienza.
    In ogni caso sono curiosa di incontrare questo Zohar. Non ho mai visto un drago dal vivo. Credevo li avessero ammazzati tutti sin da prima della guerra civile, non se ne vede uno in giro da secoli.
    Non ti nascondo che l’idea mi mette un po’ in soggezione… spero che la messa non sia una solo scusa molto elaborata per mangiarci tutti, sarebbe il colmo.

    --

    Caro Diario,

    sono tornata proprio adesso dalla messa che si è tenuta stasera. Scrivo subito le mie impressioni a caldo.

    Conoscevo già il luogo dell’incontro, una cattedrale in rovina abbandonata da chissà quanto tempo al confine ovest della città, accanto a dove passa il fiume.
    C’era una marea di gente. È impossibile che nessuna guardia abbia notato lo spostamento di così tante persone e non gli sia venuto in mente di indagare. Questa sera sono girate un bel po’ di bustarelle.

    Come avevano promesso, Zohar ha presieduto personalmente la funzione. Ero andata ad incontrare un drago per la prima volta in vita mia, quindi mi ero preparata, in un certo senso, a rimanere a bocca aperta. Eppure quando l’ho visto sono rimasta pietrificata: Zohar non è un drago… è il cadavere di un drago. È letteralmente una carcassa animata.
    Il suo corpo è scheletrico, in larga parte decomposto e mummificato, tanto che le ossa della cassa toracica sono completamente esposte. Al posto di entrambe le zampe sul suo lato sinistro ha delle protesi meccaniche, e attraverso le costole si vedono ruotare degli ingranaggi. Il suo muso è coperto da una maschera di metallo, credo sia fatta d’argento. Quel drago è una sorta di ibrido tra un nonmorto e una macchina. Tra l’altro era enorme, sarà stato alto quasi cinque metri e lungo una quindicina. Non lo nascondo, avevo i brividi.

    Ma è stato solo quando Zohar ha iniziato a parlare che mi si è veramente gelato il sangue nelle vene. Le parole non provenivano dalla sua bocca, ma in qualche modo si manifestavano direttamente dentro la mia testa. Tappare le orecchie era inutile, lui era già nella mia mente. Non so davvero come spiegare quello che ho provato, ma è stato terribile. Volevo mettermi ad urlare.
    Ho letto da qualche parte che alcune creature ferali sono in grado di comunicare telepaticamente, ma non pensavo che una cosa simile fosse possibile. Zohar è entrato nella mente di centinaia di persone contemporaneamente come se nulla fosse.
    La sua “voce”, se così la si può definire, era completamente diversa da come me la immaginavo. Anzi, direi che era esattamente l'opposto: per nulla cavernosa e spettrale, ma al contrario morbida, calda, molto profonda e allo stesso tempo avvolgente. Quasi rassicurante. Quasi paterna.
    Ma era proprio questo a renderla così dannatamente inquietante. Non so descriverlo a parole, ma c’era qualcosa di tremendamente sbagliato nella voce di quel drago. Era così vicina ma, allo stesso tempo, così lontana. No, non apparteneva a questo mondo. Era la voce di qualcuno che è morto.

    In ogni caso il discorso di Zohar è stato piuttosto breve. Si è limitato ad illustrarci i principi cardine del suo culto di svitati, che onestamente a me interessano ben poco. Ma devo almeno conoscerli se voglio fingere di aderirvi, quindi me li segnerò brevemente qui.

    La prima cosa che Zohar ci ha detto è che tutti coloro che intendono unirsi alla sua Chiesa soltanto per raggiungere la vita eterna stanno perdendo il loro tempo. A suo dire, il fine ultimo del suo credo non è l’allungamento indefinito dell’esistenza di una persona e nemmeno il raggiungimento di una vita successiva alla morte. Ha parlato piuttosto di “rinascita”, di “trascendenza”, del passaggio ad “uno stato superiore di esistenza” o una roba del genere, non ricordo le parole esatte. Ha detto che la sua non è una religione, ma piuttosto un percorso che conduce verso quello che lui definisce “il gradino successivo nella scala dell’evoluzione”. Vabbè, in ogni caso sono tutte chiacchiere.

    Il punto che a me interessa, ma che sfortunatamente è anche il più problematico, è il come lui ritiene possibile ottenere tutto ciò. Zohar ha detto che la trascendenza può essere raggiunta solo attraverso la rinuncia. La rinuncia a letteralmente tutto: ad ogni piacere terreno, ad ogni desiderio e ad ogni emozione. Poi la rinuncia al proprio corpo, che viene sostituito pezzo dopo pezzo dalle macchine. Infine la rinuncia alla propria vita, per diventare, suppongo, uno schifoso cadavere rinsecchito e putrefatto come lui. Però almeno è immortale. Wow, un vero affare.
    Si, caro Diario, al mondo esistono davvero delle persone che sono disposte a fare quello dice lui. Certi individui sono così attaccati alla vita da essere pronti a morire in nome dell’illusione di prolungarla.

    Mi pare sia più o meno tutto. Ammetto di non aver interamente colto il senso del suo discorso, anche perché l’ha espresso in termini tremendamente desueti ed esoterici, ma devo dire che tutto sommato mi sono sembrate le solite farneticazioni da cultista fanatico. Da questo punto di vista è stato quasi una delusione.
    Su un punto, però, mi sono trovata interamente d’accordo con lui: tutti quelli che si trovavano in quella cattedrale nella speranza di mettere le mani sul segreto della vita eterna, e ti posso assicurare che erano la maggior parte, hanno preso un abbaglio colossale. Zohar stesso non ha mai ingannato la morte, e l’ha detto chiaro e tondo lui stesso. Quel drago è morto, punto. La creatura che questa sera avevamo davanti, qualunque cosa fosse, non apparteneva a questo mondo.

    --

    Caro Diario,

    è da circa due settimane che sono ufficialmente entrata a far parte della Mano d'Argento.
    Ho partecipato ad alcuni rituali di meditazione, roba demenziale del tipo “rimani chiusa per ore in una stanza buia ad osservare questa candela che si consuma, a rappresentare la fugacità della vita e bla bla bla”. Poi mi hanno dato da leggere dei testi, immagino dei trattati filosofici e religiosi. Sono dei mattoni allucinanti. Sono troppo alti per essere messi sotto le gambe del tavolo della cucina per farlo smettere di traballare, quindi per quanto mi riguarda non hanno la minima utilità.

    In ogni caso, per adesso sono destinata a non salire di rango nella gerarchia. Per farlo è necessario sottoporsi almeno una volta al loro famoso “rituale dell’ascensione”, ossia farsi amputare un arto e sostituirlo con una protesi meccanica.
    Mettiamo subito in chiaro una cosa, caro Diario: con cazzo che io mi faccio tagliare un braccio o una gamba per far contenti quei matti. Il problema è che finché rimango bloccata al mio livello non ho alcun modo di capire come funzionano le protesi. Sono congegni decisamente complicati, e devo dire che non ho idea di come possano essere controllati dall’utilizzatore.

    Sarei quasi tentata di ingaggiare un sicario dei Falchi per fare fuori un membro della Mano e farmi portare le sue componenti meccaniche, così da potermele studiare con calma a casa… ma francamente non mi ci vedo proprio a commissionare un omicidio. No, io non sono come loro. E poi fino ad oggi mi sono limitata a rivolgermi ai Falchi farmi commissionare dei furtarelli, preferirei evitare di entrare troppo nel loro giro.

    Non mi resta che tentare di farmi amico qualcuno dei ranghi alti della Chiesa in modo spillargli qualche informazione.

    --

    Caro Diario,

    oggi, tornando a casa, ho trovato di nuovo mio padre sdraiato sul letto ubriaco fradicio. Sono disgustata.
    Quanto gli è durata la voglia di riaprire il negozio? Un mese e mezzo? Due al massimo. Ha già rinunciato, e ora ha ricominciato a bere.

    Aleksej mi dice di non arrabbiarmi con lui, perché non si è mai del tutto ripreso dalla morte della mamma e adesso vedere suo figlio malato non fa che peggiorare la situazione. Dice che gli passerà.

    Stronzate.

    La mamma se ne è andata anche per me. Mio fratello è malato anche per me. Ancora oggi a volte mi viene da piangere quando rimango sola in camera mia, eppure io non mi sono ridotta a strisciare come fa lui.
    Ho smesso di studiare e ho persino iniziato a rubare come una ladra per portare qualche soldo in casa.
    Lui invece cosa sta facendo? Ha lasciato andare in malora il negozio di famiglia e ha buttato al vento il suo talento. Ha rinunciato a tutto, e sono sicura che non gliene importi più niente di noi.
    Un tempo avevo stima di mio padre, mi ha insegnato tutto quel che so sull’arte della meccanica. Ma adesso non so più cosa pensare di lui.

    Questo non centrava niente con la faccenda della Chiesa, ma avevo bisogno di sfogarmi.

    --

    Caro Diario,

    penso proprio di aver fatto centro. Questa mattina ho fatto la conoscenza di un membro della Chiesa di rango abbastanza alto, e ho scambiato qualche parola con lui alla locanda nella piazza principale. Si chiama Padre Astor. A giudicare dal suo aspetto è un ragazzo poco più grande di me, avrà appena 25 anni.

    Non potevo chiedere di meglio: quel tizio è gran chiacchierone, e nonostante mi conoscesse da tipo cinque minuti non vedeva l’ora di raccontarmi di quanto la sua vita fosse cambiata da quando è entrato nella Chiesa, di quanto Zohar in persona lo avesse salvato dal degrado in cui si trovava, perché la trascendenza qui, l’illuminazione la... non so cosa mi abbia trattenuto dal rovesciargli il mio boccale di birra in faccia. Non la finiva più! Ho cominciato seriamente a pensare che in realtà mi stesse sottoponendo ad una specie di prova per testare la mia forza di volontà, una cosa tipo il rituale della candela. Invece no, era solo logorroico.

    Per questa volta mi sono limitato a lasciarlo blaterare a ruota libera, conto di ricavare da lui qualche informazione interessante in futuro.

    --

    Caro Diario,

    le condizioni di mio fratello continuano a peggiorare. Dovranno amputargli anche la gamba destra. Immaginavo che prima o poi sarebbe successo, ormai era praticamente viola da più di un mese. Ma è stato comunque un colpo tremendo… Non si è mai pronti per una botta del genere.
    Il dottore ha detto che si tratta di un problema di natura circolatoria, forse un’infezione del sangue. Non dovrebbe essere una condizione incurabile, ma il clima gelido del luogo contribuisce ad accelerare la malattia.

    No, continuando a rubacchiare per la banda otterrò mai abbastanza soldi per lasciare il paese e comprare le cure per Aleksej. Devo sbrigarmi ad ottenere quei progetti dalla Mano.

    Con Padre Astor non ho più concluso nulla, e non riesco a trovare altri agganci che mi possano tornare veramente utili. Le informazioni che mi servono sono di tipo fin troppo tecnico, l’unico che potrebbe fornirmele sarebbe un Ingegnere della Chiesa se non persino Zohar in persona.
    Temo che non mi rimanga altra scelta… Mi sottoporrò al rituale dell’ascensione e smonterò personalmente la protesi che mi installeranno.

    Non posso credere che lo sto facendo davvero. Ho scoperto che per via di qualche sciocca superstizione i ragazzi della banda hanno paura della Mano d'Argento, quindi non accetterebbero mai se gli chiedessi di assassinare un loro adepto per conto mio. E comunque, come ho già detto, non lo farei mai. Se li pagassi per uccidere una persona, cosa mi renderebbe diversa da loro?

    Ho perso fin troppo tempo… ma cosa potevo fare? Avrei preferito non arrivare a questo. Avevo paura, ok? Pensavo che avrei trovato un altro modo.

    --

    Fa un male fottuto. Mi tremano le mani. Mi hanno tagliato la gamba snistra dal ginocchio in giù.
    Non riesco nemmeno a domire per il dolore.
    Quel figlio di puttana di zohar assiste personalemnte a tutti i rituali. Scommetto che ci gode a vederci soffire. Scommetto che per lui è tutto un modo per vendicarsi degli umani che anno cacciato via la sua stupida razza chissa quanto tempo fa.
    Fottuto pezzo di merda. lo odio. Quando staro meglio smonto la protesi per vedere che c'e dentro.

    --

    Caro Diario,

    sono passate due settimane da quando mi sono sottoposta al rituale. Piccola parentesi: non avevo tenuto conto del dettaglio che nascondere a mio padre e a mio fratello il fatto che mi sono fatta installare una gamba artificiale sarebbe stato un tantino problematico. Ovviamente se ne sono accorti, e ovviamente mio padre è incazzato. E ovviamente a me del suo parere non potrebbe fregarmene di meno.

    Tornando a noi: ho smontato la protesi, ma ancora non sono riuscita a capire come funziona.
    O, meglio, il funzionamento delle parti meccaniche mi è chiaro. È complicato, certo, ma non è niente che io non sia in grado di comprendere. Quello che non riesco ad afferrare è invece il modo in cui l’arto viene controllato dal suo utilizzatore. Non mi pare vi siano dei diretti collegamenti tra il mio corpo e le componenti meccaniche, a parte chiaramente quelli che assicurano la protesi all'osso, eppure riesco a muoverle con il pensiero. Dev’esserci certamente un qualche tipo di effetto di natura magica.

    --

    Caro Diario,

    mio fratello sembra stare un po’ meglio. Non immagini nemmeno quanto ciò mi faccia sentire sollevata.

    Questa mattina mi ha chiamato dicendomi che doveva parlarmi. Mi ha detto che è molto preoccupato per me per la faccenda della Mano d'Argento.
    Io volevo dirgli che ovviamente non aveva di che allarmarsi e che, piuttosto, dovrei essere io quella preoccupata per lui date le sue condizioni. Lui però mi ha interrotta, sostenendo che non era quello il punto.
    Ha proseguito dicendo che non dovrei dedicare la mia vita a far stare bene lui, ma dovrei invece seguire i miei sogni e le mie ambizioni a prescindere da tutto quello che potrebbe accadergli.
    Promettimi che, se io non dovessi farcela, tu andrai avanti anche senza di me. Promettimi che non ti arrenderai come ha fatto nostro padre”. Queste sono state le sue parole.

    È inutile che lo nasconda… sono scoppiata a piangere.
    Però gli ho anche detto che non deve fare questi discorsi, perché le cose andranno bene. E comunque piangersi addosso non serve a niente. D’altronde tra noi due è lui quello più grande, dovrei essere io quella che si mette a frignare, no?
    Ci siamo messi a ridere, anche se, in realtà, la situazione era ben lungi dall’essere divertente. Però è da un’eternità che non lo facevamo.

    --

    Caro Diario,

    credo di aver finalmente capito come funzionano le macchine della Chiesa. Il segreto è nel rituale. Ogni protesi contiene tutti i meccanismi necessari al suo movimento, ma nessuno di essi funge da sistema di controllo. Il rituale genera un collegamento tra la protesi e l’anima della persona, consentendo a quest’ultima di controllare l’arto metallico come se fosse il suo.
    Il problema, adesso, è trovare un modo di riprodurre il rituale. Non mi intendo di magia ma mi inventerò qualcosa, anche a costo di iniziare a studiarla da zero.

    Sono finalmente giunta ad un punto di svolta nella mia ricerca. Ormai non manca molto.
    Beh, era ora: saranno almeno quattro mesi che frequento questo dannatissimo culto di aspiranti cadaveri. Non li sopporto più. Mi sembrano un mucchio di marionette.

    --

    Aleksej è morto. L’ho saputo ieri sera da mio padre quando sono tornata a casa.

    Non è giusto. No, lui non meritava tutto questo. Il destino gli ha dato una speranza e poi gliel’ha tolta quando era ad un passo dal raggiungerla.

    La colpa è solo mia. Se non avessi perso tempo e mi fossi sottoposta subito al rituale, adesso mio fratello camminerebbe e avrebbe già trovato una cura in un altro paese. È stata tutta colpa della mia debolezza e della mia indecisione.

    In questo momento non mi viene nemmeno più da piangere. Mi sento come svuotata. Non so più cosa devo fare.

    --

    Caro Diario,

    ho ripensato a quel discorso che mi ha fatto quella volta mio fratello, sul fatto che devo seguire le mie ambizioni senza farmi abbattere dai colpi che mi riserva il destino, e ho capito che lui non avrebbe mai voluto che io rinunciassi al mio progetto.
    Saranno passati quasi due mesi da quando se ne è andato, e solo adesso è tornata in me la motivazione di riprendere in mano la ricerca. O, in generale, di fare qualcosa del mio tempo.

    Papà invece è sempre più depresso. L’ho finalmente convinto a riaprire il negozio, ma non riesce a smettere di bere. Vederlo in questo stato mi fa soffrire tantissimo, ma non so proprio cosa fare per tirargli su il morale. Mi sento davvero una merda per tutte le cose brutte che ho detto di lui… non se lo meritava. Solo adesso capisco come si sente.

    In ogni caso le parole di mio fratello sono diventate per me una fonte d’ispirazione, e ripensarci è letteralmente l’unica cosa che mi spinge ad andare avanti.
    È solo grazie ad esse che oggi mi sono detta: perché limitarsi a copiare le protesi della Chiesa? No, io sono in grado di fare molto di più. Migliorerò la loro stessa tecnologia e creerò qualcosa di completamente nuovo.

    --

    Caro Diario,

    è da un’eternità che non ti scrivo. Per la precisione un anno e ventidue giorni. Come avrai intuito, in questo periodo sono stata piuttosto impegnata.
    Andrò subito al sodo: ho ultimato il progetto di cui ti parlavo l’ultima volta. Ho notato solo adesso che mi ero tenuta decisamente sul vago, quindi per te è una sorpresa.
    Beh, tieniti forte: sono riuscita a creare un automa che riproduce alla perfezione tutti i movimenti del corpo umano. Ma non finisce qui, altrimenti non sarebbe nulla di così eccezionale. La mia creazione, infatti, non è un semplice pupazzo meccanico: opera sullo stesso principio delle macchine della Mano d'Argento, per cui può essere controllata da una persona come se fosse il suo corpo.
    Inutile girarci intorno. Si, ho collegato la mia anima all’automa. Tanto non avevo granché da perdere, no? Adesso sono in grado di controllarlo con il solo pensiero, e inoltre posso farlo comparire a piacimento accanto a me grazie alla magia di evocazione.

    Ho deciso di chiamarlo Valentine. È un riferimento a quella canzone che piaceva tanto ad Aleksej.

    Chiaramente non potevo nascondere le mie ricerche alla Chiesa. Beh, in realtà ci ho provato, ma mi hanno beccata subito. Quindi ho deciso di non mentirgli... almeno non del tutto. Gli ho detto che avevo trovato una nuova applicazione per la loro tecnologia, e loro si sono subito interessati al mio progetto e si sono offerti di aiutarmi.
    Ovviamente io ho solo finto di accettare il loro contributo, ma nel frattempo ho proseguito la mia ricerca per conto mio: ci mancherebbe solo che io condivida con quelli i meriti e i risultati del mio lavoro.

    --

    Caro Diario,

    ho ricominciato a lavorare per i Falchi Rossi. Usare la Valentine è uno spasso, anche se devo ammettere che ci sono dei dettagli sul suo funzionamento che non mi sono ancora del tutto chiari. Non so come spiegarlo esattamente, ma è come se fosse diventato parte di me. Qualsiasi danno subisca lo sento anche sul mio corpo, ma poi, per qualche ragione, inizia a rigenerarsi automaticamente. Dev’essere un effetto che non conoscevo del rituale. D’altronde il mio campo è la meccanica, mica la magia.

    Beh, sta di fatto che grazie a Valentine è diventato facilissimo intrufolarsi persino nei palazzi più sorvegliati dei nobili. Il bello è che non rischio praticamente niente: posso mandarlo in avanscoperta e farmi aprire la porta dall’interno con le chiavi.
    Sai, sto cominciando a farmi un nome nell’ambiente. Dico sul serio, ormai in giro non si fa che parlare del misterioso ladro in armatura che supera ogni sorveglianza e stende le guardie a pugni. Si, ho iniziato a prenderci parecchio gusto.
    Ho anche messo da parte un bel po’ di soldi, infatti sto seriamente pensando di mandare a fanculo i Falchi per mettermi in proprio. Parliamoci seriamente, la scusa che “lo sto facendo solo per la famiglia” ormai non regge più da tempo. Chi voglio prendere in giro? Io sono esattamente come loro. Lo sono sempre stata.

    --

    Sono nei guai. Oggi Padre Astor mi ha riferito che Zohar desiderava incontrarmi personalmente la sera stessa. Ho avuto un tuffo al cuore. Quel drago mi ha sempre messo i brividi, non posso farci niente.

    Ovviamente il suo cortese invito era nientemeno che un ordine, per cui, sebbene con un gran nodo alla gola, all’ora stabilita mi sono recata alla cattedrale abbandonata dove solitamente officia le messe. Ero così nervosa che mi tremavano le gambe. Si, anche quella metallica.
    Zohar mi aspettava dall’altro capo dell’immensa navata centrale della chiesa. Mi ha accolta con modi piuttosto cortesi, ma sentire la sua voce dentro la mia testa mi ha fatto trasalire come tutte le volte. Non mi ci abituerò mai.
    Mi sono seduta su una sedia davanti ad una piccola scrivania, mentre lui, avvolto nella penombra, torreggiava su di me seduto per terra a qualche metro di distanza. Non appena ho preso posto sono stata assalita dal terrore più puro che avessi mai provato in vita mia. A provocarmelo non è stata la figura imponente di Zohar e nemmeno le sue parole, ma piuttosto ciò che era appoggiato su un angolo della scrivania.

    Erano due dossier: uno sul Re, e l’altro su Rogožin, il capo della banda di Falchi Rossi.

    Sono rimasta pietrificata. È stato in quel preciso istante che ho capito che Zohar sapeva tutto di me. Ha sempre saputo tutto fin dall’inizio: sa che mi sono unita alla sua chiesa solo per rubargli i progetti delle protesi meccaniche, sa dei miei contatti con le gang criminali, sa di mio fratello, sa di mio padre, sa tutto! Probabilmente sa anche di questo fottuto diario. Mi ha sempre tenuta sotto controllo sin dal primo giorno in cui sono entrata nel suo schifoso culto.
    È per questo che ha messo quei dossier lì in bella vista sulla scrivania e mi ci ha fatto sedere davanti. Il suo messaggio non poteva essere più chiaro: “So tutto del Re in persona. So tutto del capo della banda di criminali più potente della città. Credi forse che io non sappia tutto anche di te?”.

    Sono stata presa dal panico. Zohar ha iniziato a parlarmi con la sua solita insopportabile calma da cadavere vivente, ma io ero così agitata che facevo fatica a seguire le sue parole e mi sono persa dei pezzi del suo discorso. Mi ha chiesto quanto mi mancasse ancora ad ultimare il mio automa, dal momento che girava voce che già lo stessi utilizzando nonostante il progetto che ho fornito agli altri Ingegneri della Chiesa risultasse incompleto. Gli ho detto che dovevo ancora rifinire alcuni dettagli, perché il sistema di controllo era ancora imperfetto e non ero ancora riuscita a far sì che rispondesse ad altre persone oltre che a me. Ho balbettato in continuazione. Sudavo freddo. È ovvio che non se la sia bevuta.
    La sua risposta, però, mi ha sorpreso. Mi ha detto qualcosa del tipo “la questione non è di natura tecnica” e “il mio pensiero è rivolto all’incolumità tua e di chi ti sta intorno”.
    Cosa voleva dire? Era una specie di minaccia?

    Beh, in ogni caso sto abbandonando il paese in questo preciso momento. Ho corrotto il capitano di un mercantile per imbarcarmi di nascosto, e sto scrivendo da li. Non so neanche dove è diretto esattamente, pare verso una qualche isola sperduta. Francamente mi importa fino ad un certo punto, basta che sia lontano.
    Ho provato a convincere mio padre a venire con me, ma lui si è incazzato e mi ha urlato addosso che è stufo di vedermi rischiare continuamente la vita tra bande criminali e culti psicotici, e che continuando così rischio di fare una brutta fine. Parla quello che si scola mezza bottiglia di vodka ogni sera.
    Non ho replicato solo perché avevo una fretta tremenda ed ero troppo agitata per mettermi a discutere, però sono sinceramente preoccupata per lui. Si è rifiutato di seguirmi. Cosa farà senza di me? Temo che quelli della Mano possano fargli del male nel tentativo di estorcergli informazioni sul mio conto.

    Ho commesso un terribile errore a sottovalutare Zohar e il suo culto di fanatici. Avrei dovuto tagliare la corda subito dopo che mi sono fatta istallare la gamba artificiale. Ma, probabilmente, anche allora era già troppo tardi.
    Beh, non me ne frega più niente ormai. Continuassero pure a darmi la caccia se è questo che vogliono, io non ho alcuna intenzione di farmi fermare da Zohar e dalla sua massa di burattini viventi. Sarebbe un insulto alla memoria di mio fratello. No, io non mi farò più fermare da nessuno.



    Riassunto storia



    Per tutti quelli che (comprensibilmente) non hanno il tempo e la voglia di sorbirsi una storia di tipo 15 pagine, metto qui un breve riassunto.

    -Lyudmila vive con il padre Ivan e il fratello Aleksej. Siccome il padre è depresso per via della morte della moglie e il fratello non può camminare a causa di una malattia, Lyudmila si è ridotta a rubare per portare qualche soldo a casa. Si è persino spinta a collaborare con una gang di banditi, i Falchi Rossi. Lei tuttavia non si considera affatto una criminale ma, anzi, disprezza profondamente gli altri membri della banda.

    -Lyudmila viene a sapere che in città è comparsa una setta religiosa clandestina che sostiene la possibilità di ottenere la vita eterna sostituendo pezzo per pezzo il proprio corpo con delle parti meccaniche. Lyudmila è interessata a rubare i progetti delle macchine per costruire delle nuove gambe al fratello per poi rivenderli e diventare ricca.

    -Lyudmila diventa un'adepta del culto. Ha una scarsissima considerazione degli altri cultisti, che considera una massa di sprovveduti accecati dalla chimera della vita eterna. Nutre tuttavia un profondo timore verso il leader carismatico della setta, un dracolich che si fa chiamare Zohar.

    -Lyudmila è inizialmente riluttante a sottoporsi al rituale che comporta la sostituzione di parti del proprio corpo con delle componenti artificiali, ma, quando si rende conto che la salute del fratello sta peggiorando vertiginosamente di giorno in giorno, decide di farsi amputare la gamba sinistra per farsi installare una protesi.

    -Lyudmila smonta la sua stessa gamba artificiale nel tentativo di carpirne il funzionamento, così da imparare a riprodurlo.

    -Aleksej muore. Lyudmila, affranta, abbandona le sue ricerche e cade in depressione nello stesso modo del padre.

    -Ripensando a ciò che gli disse una volta il fratello (“Promettimi che, se io non dovessi farcela, tu andrai avanti anche senza di me. Promettimi che non ti arrenderai come ha fatto nostro padre”), Lyudmila decide un giorno non solo di riprendere in mano le sue ricerche, ma di portarle ad un livello superiore.
    Costruisce un automa umanoide che battezza Valentine, e collega ad esso la sua anima in modo da controllarlo nello stesso modo in cui controllava la sua protesi. Zohar lo viene a sapere, e lei accetta l'aiuto dei suoi ingegneri per aiutarla nella ricerca.
    Lei, ovviamente, ha intenzione di tenere per sé i progetti e sparire dalla circolazione non appena l'automa sarà ultimato.

    -Grazie a Valentine, Lyudmila diventa una ladra e una spia professionista, salendo rapidamente di grado nella banda dei Falchi Rossi. Trae sempre più piacere dalla sua attività criminale finché, un giorno, ammette a se stessa non solo di non essere affatto diversa dagli altri membri della gang, ma probabilmente di non esserlo mai stata. Di fronte a questa realizzazione, Lyudmila decide che la sua unica guida sarà da quel momento in poi l'ambizione: convinta che sia stata la sua indecisione e la sua debolezza a causare la morte del fratello, giura che non si fermerà più davanti a nulla pur di raggiungere i suoi scopi.

    -Un giorno Zohar chiama in udienza Lyudmila per aggiornarla sulle sue ricerche con l'automa umanoide. Durante il colloquio lei si rende però conto che Zohar l'ha sempre spiata fin dal giorno in cui si è unita alla sua setta, ma, pur sapendo che il suo unico intento era quello di rubare loro i progetti delle protesi, per qualche ragione l'ha lasciata fare. Lyudmila, terrorizzata, abbandona il paese infiltrandosi in fretta e furia in un mercantile diretto a Kengard.








    Edited by -Aleph- - 13/2/2019, 20:27
     
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    E in gioco sisi e io l'ho letta tutta si ok certo
    *sviene*

    Ho trovato il modo per farsi approvare qualsiasi pg: basta scrivere una scheda di 18 pagine (8349 parole). Facilissimo. ( ͡° ͜ʖ ͡°)
     
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    CITAZIONE (Frigg la Selvaggia @ 6/5/2018, 20:51)
    Adoroh :2emlg0p:

    Grazie! :Shiiii:

    CITAZIONE (Aesingr @ 6/5/2018, 20:55) 
    La traccia non è contemplata nell'elemento, quindi bannn!
    xD a posto

    Giusto, dovevo prendere elemento wi-fi. (?)
     
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    Ho fatto alcune modifiche alla scheda, che elenco qui di seguito:

    -Ho cambiato nome al pg. Dunja non mi è mai suonato bene, essendo tra l'altro un riferimento a un personaggio letterario che non aveva nulla da spartire con lei.
    -Ho sostituito la sua spada da lato con un bastone da passeggio che nasconde una lama al suo interno. In termini di praticità ed efficacia non è nemmeno lontanamente paragonabile ad una vera spada, ma vuoi mettere lo stile? u_u
    -Ho aggiunto un borsello di cuoio nel quale il pg può tenere arnesi, monete ed oggetti vari ed eventuali. E' una cosa così ovvia che mi ero dimenticato di metterla prima. :asd:

    Mi pare sia tutto. :2rztie1:

    EDIT: perché diavolo i bordi della scheda erano diventati gialli? o_o Boh, avrò fatto un casino modificando l'HTML. Rimesso il colore originale.

    Edited by -Aleph- - 27/9/2018, 19:58
     
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    Ho fatto l'ennesima modifica alla scheda. :Vashnarak: Sarà la quarta? O forse la quinta? Boh, ormai ho perso il conto.

    Ho cambiato l'immagine di Lyuda, perché quella di prima mi dava ai nervi. E' uno sketch che ho fatto al volo stamattina, con delle linee estremamente grezze e una colorazione anche peggiore, ma almeno adesso Lyuda non ha più le mandibole di Rocky Balboa e un mocho vileda al posto dei capelli.

    Ho anche fatto delle piccole modifiche alla sua descrizione fisica. Non mi andava a genio il fatto che fosse alta un metro e sessantacinque. Quello della ragazza bassina e con la luna perennemente storta è francamente uno stereotipo decisamente abusato, per cui ho voluto discostarmene. Adesso Lyuda non solo è zoppa, ma è anche alta tipo un metro e ottanta: praticamente la spia perfetta.
     
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    Il drago azzurro che puzza di pesce

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