Fra galline di fuoco, ironie incomprese e mega-mega-mega apparizioni auree

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  1. Emy Nightfall
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    Khensit rimase parecchio confusa da ciò che fecero del corpo di Goldar, tanto che quasi le saliva un conato di vomito. Quanto potevano essere rivoltanti certi esseri? Non ci fece troppo caso, stava arrivando anche troppa gente per la sua sopportazione, infatti stava già per allontanarsi, quando vide/sentì Kestrel fare a botte con un tale che gli aveva rubato la spada e tornare con un livido. In qualche modo, aveva recuperato anche la spada. Ora stava chiedendo chi volesse... una birra? Stavano davvero degenerando. A quella specie di complimento, fece una specie di vampata con i capelli violeggianti e gli poggiò una mano sul livido, ovviamente schiacciandolo per dargli fastidio.
    - Modestamente, io sono brava in tutto quello che faccio - disse soltanto, e sì, intendeva tutto tutto quello che faceva. Da quando aveva questo lato poco casto? Probabilmente era l'effetto della role Goldar themed.
    - Mi hanno rubato la testa del leone, e tutto il resto del corpo. Io non avevo finito di fare lo spezzatino di leone idiota - disse, continuando a schiacciare a ripetizione il livido di Kestrel, con tutta la calma del mondo - oh, a proposito, io sono... mh, Flauros - disse, con tutta la voglia di vantarsi in questo modo.
    - Hey! Non è quello il nostro nome! - contestò Khensit, urlando nella loro testa in condivisione. Quel tipo, a Khensit, non andava per niente a genio, tanto che cominciò a tentare di prendere il potere del corpo per andarsene, causando a Flauros una specie di tic all'occhio, anche abbastanza evidente al ragazzo davanti a lei.
     
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    Ksefira piantò lo sguardo in quello dell'elfo. Accolse di buon grado la risposta di Elenthyr all'invito e si inchinò, con espressione altrettanto provocante.
    si Passò convinta la lingua fra i denti, lasciando che il suo corpo parlasse da solo.
    ... per qualche secondo, poi dovette aggiungere qualcosa in prima persona.
    "Quali movenze, che fluidità nei gesti. Elenthyr... il tuo portamento fiero mi ha recato... un...
    fastidioso prurito al glabro antro intimo che alla mia persona appartiene"
    Con tali parole, la ragazza accennò al fatto che non avrebbe perso tempo. Dedicò un breve sguardo alla propria arma, estraendola con la dovuta lentezza.
    Il suono del metallo che sfrigolava sul fodero le aveva sempre indotto brividi di eccitazione lungo tutto il corpo, convincendola che niente potesse donare un sentimento tale da equiparare l'inebriante energia adrenalinica di una sfida.
    Niente a parte le movenze di Elenthyr, ovviamente.
    Impugnò Igris e si preparò allo scontro, le linee rosse sulla lama della spada rilucerono di un vermiglio sfavillio di corindone e, soltanto il brandirla di fronte a sé, bastò a rendere la sua figura quella di una dea guerriera in procinto di scivolare in battaglia come una pattinatrice sulla pista di ghiaccio.
    Scattò di lato flettendo il bacino e piegandosi verso destra, affondando un colpo in preludio al loro duello. Se avesse aspettato lui probabilmente avrebbero fatto notte, di certo non si sarebbe abbassato a sferrare un attacco senza che la signorina avesse scagliato il proprio.
    Alla risposta dell'elfo, che intercettò la lama con quella dei suoi pugnali, tirò il braccio velocemente indietro e menò un secondo fendente, un terzo e un quarto, in un fragore scintillante di metallo che impattava con profonda veemenza e parimenti sottile eleganza.
    Andarono avanti per un tempo indefinito, senza attingere ai loro poteri se non alla mera abilità della loro arte nell'arma bianca, comunicando messaggi d'ineluttabile approvazione reciproca con il lambirsi di Igris e dei pugnali, che in quella danza parevano attrarsi a vicenda come l'appassionata carezza delle labbra di due amanti.
    ...
    No va beh, questa come minchia m'è uscita :assatanato: :makon:

    Dall'altro estremo capo della ruolata Kestrel stava scrutando in malo modo, o con malizia se preferite e vi suona più da Kestrel, quella strana ragazza fenice di cui devo essermi perso la trasformazione.
    Non ricordando io se ella si sia effettivamente trasformata o meno, farò finta che in questo post sia umana e chi s'è visto s'è visto.
    "Sapete anche bene come importunare il prossimo, mi state provocando un certo dolore signorina. E Si dà il caso che l'odorino che sta arrivando alle mie narici sia decisamente interessante, sareste così gentile da farmene assaggiare un pezzo di quel leone? Dato che il gentile asinello ha provveduto a cuocerlo per noi con tanta premura?"
    Kurama nella sua piccola gabbietta mentale fremeva, voleva decisamente mettere le zampe addosso a quella tizia e non sapeva se obbligare con una minaccia Kestrel ad una trasformazione o restarsene tranquillo.
    Dopo l'ennesima spinta sul suo povero guancino, il ragazzo cominciò a mutare la propria espressione in quella di una persona che non desidera il suo livido venga premuto da una ragazza fenice.
    Fece un passo indietro, sospirando.
    "Sapete, c'è qualcosa in me che si vuole liberare, e che vorrebbe rispondere alla vostra impellente necessità di schiaffi. Non è impertinenza la mia, né un demone a nove code con capacità distruttive pari a quelle di una calamità naturale rinchiuso nella mia mente dalla mia nascita, bensì una..."
    Le sue parole vennero interrotte dal suono melodioso di una voce.
    Una voce prorompente, ma allo stesso tempo dal soave timbro mellifluo. Pareva il canto di una creatura celeste.
    "Yohohoho yohohoho!

    Porto un bestemmione a Binks!
    Bestemmiando sopra al mar
    Vento e poi bestemmierò...
    E ribestemmierò
    Tutti noi bestemmierem,
    E poi ribestemmierem,
    Mentre Geb scende già
    Anche Thor bestemmierà!

    È gia tanto tempo ormai
    Poseidone bestemmiai
    Ma verrà, io lo so,
    Se lo invocherò!
    Le onde spruzzan su di me
    Fresche gocce d'acqua e
    Mi vien voglia di cantar
    La bestemmiosità!

    Yohohoho yohohoho!

    Porto un bestemmione a Binks!
    Bestemmiando sopra al mar
    Vento e poi bestemmierò...
    E ribestemmierò!
    Tutti noi bestemmierem,
    E poi ribestemmierem,
    Mentre Geb scende già
    Anche Thor bestemmierà!

    Datemi un po' di cognac,
    Il mio nome è Vashnarak
    Perché il cielo e le sue stelle
    Insieme bestemmiam!
    Gran terrore sempre avrà
    Ogni dio che ascolterà
    Questa mia sacra parola
    Al vento sventolar!

    Yohohoho yohohoho!

    Porto un bestemmione a Binks!
    Bestemmiando sopra al mar
    Vento e poi bestemmierò...
    E ribestemmierò!
    Tutti noi bestemmierem,
    E poi ribestemmierem,
    Mentre Geb scende già
    Anche Thor bestemmierà!

    Yohohoho yohohoho! "

    Canzone completa e soprattutto originale: Liquore di Binks
    Storpiare il capolavoro storico di One Piece è qualcosa di indegno, ma non è mai stato esattamente il mio manga preferito quindi sono riuscito a passare sopra alla triste eresia :Vashnarak:


    Edited by Aesingr - 9/11/2018, 20:32
     
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    Il suo leone arrostito fu particolarmente apprezzato dal lupetto, che si avvicinò per sgraffignare delle costolette, prima di recarsi dalla nuova arrivata.
    Dal canto suo, la ragazza fenice non sembrava minimamente contenta dell’operato del centauro e aveva preso a tormentare un livido di Kestrel. E’riso decise di non curarsi della cosa; dopo tutto, lui aveva chiesto una mano per trasportare il leone fino alla fontana. Lei ne stava solo maciullando la testa in maniera improduttiva; nella foresta non si fa così, ogni cosa può essere preziosa e Goldar a qualcosa di buono doveva pur servire, a parte far ridere.
    -Come se facesse ridere ahahahahahahahah! *risata alla Peter Griffin per capirsi*-
    Dunque la ignorò, anche perché il fegato del re si stava raffreddando e se si raffreddava troppo, poi non era più bello tenero.
    Mangiò dunquE il suo pezzo di carne preferito, senza, però, esibirsi nei soliti commenti su come una salsa di pimento o di basilico avrebbe arricchito quella delizia, rendendola unica nel suo genere. Poi si diresse verso il ragazzo dai capelli rossi, che pareva infastidito da quella signorina forse un po’ troppo permalosa.
    “Mi sembra di capire che tu abbia fame.” Disse, porgendogli la cassetta, mentre i suoi occhi erano intenti ad osservare il combattimento tra la ragazza spadaccina e il lupetto che di colpo era ritornato umano, o meglio, elfo.
    I suoi occhi intercettarono anche un altro messaggio che non proveniva da qualcuno in particolare, ma da una moltitudine di persone che, scampato il pericolo di essere uccise da Goldar e dai suoi fedeli scagnozzi, si erano nuovamente riversate per le strade.
    Il giovane non ci pensò due volte: mise in mano al ragazzo dell’altra carne, oltre a quella che aveva già preso e se ne andò in giro.
    “Carne, carne fresca di leone appena arrostita!” Tuonò incurante di apparire scemo o senza cervello: “Accorrete, accorrete signori! Una moneta per una fetta! Forza forza, non siate timidi!”
    Poco piu’ tardi, i suoi schiamazzi da venditore ambulante non autorizzato furono coperti in parte da una voce che cantava una melodia che definire carina, era un insulto alla bellezza. (Scherzo Aes.)
     
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    Era talmente concentrato a fissare Ksefira negli occhi, per seguirne le mosse, che ella avrebbe potuto spogliarsi anche nuda, che non ci avrebbe fatto caso....
    Nha bugia, se ella si fosse svestita d'innanzi a lui, Elenthyr si sarebbe fatto infilzare senza alcun problema.
    Quando la guerriera estrasse la propria arma, facendola stridere contro il foro, allora l'eccitazione dell'elfo salì inesorabilmente: non c'era niente che lo facesse eccitare di più che una bella spada... tranne forse una bella spada ipugnata con maestria da un'altrettanta bella fanciulla; non appena Ksefira gli si scagliò contro, le vermiglie linee che solcavano Igris per la sua lunghezza rilucerono come lingue di fuoco.
    Lo spadaccino fu lesto a bloccare la lama della ragazza con i propri pugnali, che per l'occasione avevano preso il posto della spada che aveva estratto, visto che Aes non legge i post prima di rispondere, e formando una X con le due lame respinse quell'attacco così veemente.
    Con lo sguardo fisso in quello della fanciulla, ad Elenthyr non serviva guardare la spada che ella impugnava per sapere dove avrebbe colpito; se si fosse soffermato solamente sull'arma ella avrebbe potuto ingannarlo facilmente, poichè con quest'ultima avrebbe potuto dargli falsi indizi di dove avrebbe portato il proprio attacco; fissandola negli splendenti occhi, che brillavano come due gemme preziose, l'elfo non poteva sbagliarsi visto che con le movenze del corpo era molto più complicato mentire, se non del tutto impossibile.
    Le lame turbinavano creando una cacofonia di tintinii come cristalli che cozzavano tra loro.
    Se da un lato Ksefira aveva il vantaggio del maggior allungo della propria arma, che le dava più peso negli attacchi che portava e le permetteva di tenere l'avversario ad una maggiore distanza, dall'altra Elenthyr aveva il vantaggio di poter usare 2 armi più leggere che gli davano una maggiore velocità nel portare affondi, però a discapito di un minor peso offensivo e di un minor allungo che lo costringeva ad avvicinarsi pericolosamente alla ragazza per poterla colpire.
    Così come le lame che brandivano con cotanta maestria, anche i loro corpi si venivano a trovare spesso e volentieri quasi a contatto; più che un duello pareva di assistere ad una coreografia di due artisti: i tronchi si piegavano, quasi si allacciavano, le gambe si muovevano seguendo un ritmo che portava i due a sfiorarsi, e i piedi seguivano un percorso ben delineato, tanto veloci da sembrare che sfiorassero appena il suolo; lo facevano con così leggiadria che chi osservava rimaneva stupito.
    Ormai la gente scampato il pericolo Goldar, era tornata a farsi vedere nelle strade cittadine e man makon che si raccoglievano nella piazza incriminata, una folla stava andandosi a formare attratta dallo spettacolo dei due duellanti.... a e naturalmente dal profumino di carne arrosto che proveniva dalla cassetta del centauro.
    All'improvviso con una mossa assai azzardata, che quasi gli costò una mano, Elenthyr riuscì ad incastrare l'elsa del proprio pugnale con quella della spada di Ksefira; pregustando già la vittoria tentò di puntare l'altra lama al cuore dell'aversaria: ma con una torsione repentina del polso che quasi strappò via il pugnale dalla mano dell'elfo, la spadaccina riuscì a liberare la propria arma, e fatti due passi in dietro si portò fuorri dalla portata del giovane.
    Dopo essersi scambiati uno sguardo, dove si leggeva l'ammirazione l'uno nei confronti dell'altra, ripresero a duellare con la stessa foga e maestria; sembravano dotati di un'energia inesauribile.
    Fino a quel momento nessuno dei due aveva sfoderato la propria magia, era un semplice duello di pura bravura e maestria con le armi; e questo rendeva ancora più onore ad entrambi i combattenti, i quali stavano dimostrando di avere una conoscenza in questo campo di molto superiore a qualsiasi maestro d'armi.
    In sottofondo ad un certo momento, si udì una voce melodiosa ma allo stesso tempo assai tonante intonare un canto si fatto mistico e carico di imperitura saggezza, che ad Elenthyr tornarono nuove energie nelle membra, i peli gli si rizzarono sulle braccia, e una sensazione come di una lieve scossa gli prese in tutto il corpo: questa era la voce di Vashnarak, ma egli non lo sapeva.
    Mentre l'elfo e la ragazza erano impegnati a corteggiarsi a suon di fendenti e stoccate, in un'altro punto della piazza....
    Kestrel e la ragazza fenice, erano impegnati nella loro personale danza di corteggiamento fatta di stoccate verbali e e palpeggiamenti in zone doloranti .
    Sembrava quasi che giocassero a chi riusciva ad essere più (crudele) nei confronti dell'altro.
    Da una parte il ragazzo infieriva a suon di frecciatine verbali, facendo riferimento a qualcosa di grosso che voleva liberarsi.... bha chi sa cosa aveva nelle.... ehm in mente? Dall'altra la ragazza sembrava averci preso gusto a pigiargli un grosso ematoma che Kestrel mostrava su di uno zigomo.
    Purtroppo per loro il centauro che non aveva capito la loro danza amorosa, li interruppe sul più bello, proprio mentre il ragazzo dai capelli peldicarota, stava per liberare la cosa grossa che voleva uscire.
    Ormai il publico era in visibilio: non sapeva più per cosa trattenere il fiato; se per la mossa azzardata di Elenthyr con la successiva liberazione da parte di Ksefira, oppure per l'attesa per la rivelazione da parte di Kestrel che avrebbe detto cosa si volesse liberare da dentro di lui.
     
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    Flauros sembrava decisamente interessato a quel ragazzo così strano, o forse era più interessata al bel livido che stava continuando ad importunare. Non poteva negare che il leone cucinato avesse un buon odore, ma da lì a mangiarselo passava parecchio. All'affermazione del ragazzo che voleva davvero mangiarselo, fece un'espressione abbastanza disgustata, per poi fare spallucce
    - Mio caro, se è tuo desiderio mangiarlo, prego, tutto tuo. Anche se pare che quello ora la faccia pagare cara, sai? - disse, indicando con un dito la carne di leone cucinata e venduta dal quell'essere che aveva deciso di approfittarsene. Fece appena in tempo a sentire la parte riguardante la volpe alle nove code dimorante nella testa del ragazzo, che una strana canzone a lei (e a me) sconosciuta iniziò a riempire l'atmosfera, impedendole di chiedere di più riguardo a quella specie di condivisione dei corpi a cui l'altro era sottoposto.
    Si tappò quindi le orecchie, semi-chiudendosi a uovo dentro le sue ali piumose, borbottando parole di odio verso il mondo e ogni essere vivente presente sul mondo e non, compresi gli antenati e figli che ancora dovevano avere. Khensit per qualche motivo pensava fosse strano e anche che stesse parecchio esagerando in quel momento, quindi cominciò a fare discorsi mentali a Flauros su quanto fosse brutto odiare il mondo e volere tutti morti, ma a poco servì. Infatti questa continuò a lamentarsi per tutta la durata della canzone, per poi aggiungere quanto odiasse la musica e quelle note che le entravano in testa e torturavano i timpani.
     
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    Mentre la danza fra i danzanti danzatori si svolgeva sotto gli occhi del cielo stesso, il cui profilo sorrideva alla venuta di cotanta veemenza ed eleganza, i cui orizzonti erano offuscati dalla melodia delle loro movenze, le cui nuvole si erano disposte a formare la scritta "questa volta non è Emy che ha fatto tardi ma Aes", il nordico cantico che dalla di lei persona di quest'ultima non era conosciuto veniva intonato con sublime ed inumana maestria.
    L'ennesimo fendente, scintille d'argento e tintinnii di stelle, l'ennesima risposta del firmamento. Invocato l'appello del sommo Vashnarak, anche il firmamento si ritirò nei meandri dell'esistenza, relegato ad una blanda confinanza di fronte all'impossanzita figura di costui.
    Ksefira ed Elenthyr dovettero cessare il loro duello, con le spade una contro l'altra, con gli sguardi fissi nei reciproci occhi, con lo spirito che gridava esultanza, bramosia e superbia. Ogni sfaccettatura della loro aura sfavillava sotto l'imperitura favella...
    no no no, basta. Quando si arriva a favella la situazione diventa pericolosa, basta così.

    Ksefira abbassò la spada, fissando prima l'elfo e poi la propria arma.
    "Complimenti, lupetto. Non ti facevo così abile"
    La blasfema magia non era stata parte del loro scontro, unicamente la mera abilità fisica e nell'arte della spada avevano omaggiato l'anima l'uno dell'altra, nell'inebriante e malsano candore della frenesia. Avrebbero potuto proseguire per ore, forse giorni; ma la voce che li stava raggiungendo pareva imporsi con convinzione sul loro spirito.
    La ragazza si accodò alla canzone con una vera e propria bestemmia, seguita da numerose, numerose altre, nel rendersi conto di un'ammaccatura sul filo di Igris.
    Si era accorta che qualcosa non andava, ma non avrebbe potuto fermarsi nel bel mezzo di quello scontro. Non era possibile che fosse stato Elenthyr, sia perché era certa non avesse colpito quel punto esatto sia perché le sembrava impossibile che esistesse qualcuno capace, con armi comuni, di scheggiare la sua spada.
    Che gli armenti dell'elfo possedessero proprietà magiche di cui era all'oscuro? Che fossero costruiti in materiali ancor più resistenti della sua Igris? Che favellassero da soli?
    Non poteva crederci.
    Coprì con il palmo della mano il tratto di bordo incrinato, chiedendosi come potesse essere accaduto. Le era parso che le vibrazioni di Igris suonassero quasi irregolari, come l'arma le stesse comunicando di fermarsi un istante. Dov'è che l'aveva danneggiata a tal punto?
    Abbassò il braccio e rivolse la lama verso il basso.
    "Devo chiederti di fermarti. Igris sembra aver subito qualche colpo di troppo, e questo potrebbe davvero essere un problema"
    Non aveva mai pensato che Igris si sarebbe potuta infrangere, l'aveva sempre considerata un'arma invincibile dal giorno in cui l'aveva recuperata dalle rovine di Golard. A chi si sarebbe potuta rivolgere?
    Si voltò, incontrando l'espressione fiera e convinta di Vashnarak, il quale non aprì bocca. Si limitò a mettere in mostra la potenza del suo corpo, che era possibile scorgere anche sotto ai suoi volgari indumenti.

    Kestrel dal canto suo osservava con curiosità la fenice, non dando troppo peso alla presenza del nuovo arrivato. Poggiò anzi un braccio sulle spalle della ragazza fenice; Emy ti prego dimmi che è umana in questo momento perché altrimenti non ci sto capendo più una mazza.
    Sperando che non protestasse troppo, la condusse verso neanche lui sapeva dove approfittando del fatto che avesse le mani impegnate a tapparsi le orecchie.
    Passò di fronte ad Elenthyr, Ksefira e Vashnarak, con fare di sufficenza e, soprattutto, non di supponenza. Prese anche un pezzo di carne, tipo mezzo leone, da E'riso che l'aveva raggiunto e senza troppi complimenti se lo sbranò come fosse uno spiedino.
    "Grazie asinello, davvero ottimo. Cotto a puntino"
    Si portò quindi di fronte all'elfo e alla ragazza, con un fiero sorrisetto sul viso.
    "Desiderate... aggiungervi a noi?"
    Fu Ksefira a rispondere, quasi bruscamente.
    "Avremmo qualcosa da fare in realtà, il qui presente elfo ha appena deciso, a sua insaputa, di aiutarmi a risolvere un problemino con la mia spada" fece, ruotando Igris fra le dita.
    "Meraviglioso! Si dà il caso che anche la nostra amica fenice abbia deciso di venire con me, vero... emh, come ti chiami scusa?"
    Si, era sicuro che gliel'avesse già detto, magari un paio di volte.
    Ciò detto si avviò senza ulteriori indugi, scoccando un occhiolino un po' a tutti i presenti contemporaneamente
    Anche il nuovo arrivato si diresse verso E'riso, mangiò un altro pezzo di Goldar arrostito (tanto c'e ne sarà ancora parecchia di carne) senza dire una parola e si avviò, riprendendo a cantare, verso gli orizzonti infiniti.
    Ksefira aspettò una manciata di secondi, poi rinfoderò la spada e si diede una spolveratina alle candide vesti che rendevano la sua la figura di una dea guerriera... in pantaloncini e maglietta (?).
    "Ma si, andiamo... che ne dici lupetto? Magari posso cominciare da loro a chiedere. Se vuoi saperlo, non ho idea di come riparare Igris, sempre sia possibile... maledizione"
    Si voltò verso il centauro, che era stato avvicinato da un po' di personaggi, più o meno loschi, che per la carne arrostita del bestione dorato erano pronti a sborsare anche qualche moneta d'argento.
    Certo che di gente fuori di capoccia ce n'era a volontà a Kerus, non si finiva mai!

    Kestrel esce, e ovviamente anche Vashnarak che doveva solo fare la sua comparsa-debutto.
    Anche Ksefira esce, tirandosi più o meno di peso Elenth'yr :Vashnarak:
     
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    -Asinello asinello asinello uff!- il ragazzo dai capelli rossi si era nuovamente servito, complimentandosi con lui per l’ottima cottura della carne. E’riso gli dedicò un largo sorriso: “Ehi, amico, ne avrai mangiato un chilo di Goldar; non servono parole per dire che ti è piaciuta!”
    Dopo di che Kestrel, in compagnia della ragazza-fenice, si avviò a prendere la tanto agognata birra e al centauro venne in mente che anche lui aveva bisogno di qualcosa di rinfrescante e, allo stesso tempo, di inebriante.
    “Una moneta d’oro e ti compro tutta la carne, cassetta esclusa però.” Gli disse un tipo con la voce da fumatore incallito.
    “No, amico, mi spiace. La cassetta ci ho messo cent’anni per procurarmela, quindi o aumenti, o ti prendi un pezzo di carne pagando di meno.” Mentì spudoratamente lui, ammiccando furbescamente.
    “Sotterrati!” Gli rispose l’altro.
    “Se se, dopo di te.” Fece di rimando il riccioluto, mentre consegnava ciò che rimaneva ad altri individui, in prevalenza uomini sulla quarantina.
    “Ti è rimasto un occhio, figliolo?” Gli domandò a un certo punto un tizio vestito di seta e con un portafoglio di pelle di serpente tra le mani. Doveva trattarsi quasi sicuramente di un collezionista, dal momento che scrutava gli altri con astio e con una stizza di superiorità.
    Il trentenne si fermò un attimo a guardare intensamente il contenitore quasi vuoto: non c’erano occhi, per la miseria!
    -No no no dev’esserci! Magari qualcuno che ha reso la testa l’ha lasciato cadere. Dev’esserci dev’esserci!- Si morse con veemenza il labbro inferiore; doveva assolutamente far saltare fuori un dannato occhio, o niente soldi belli.
    “Ah! Eccolo il tesuruccio! Si era incastrato in un angolo e non lo vedevo. Lei è proprio fortunato!”
    E’riso cavò dalla scatola di legno un occhio insanguinato di Goldar. Lo levò in aria ridendo tra i baffi alla faccia che avrebbero potuto fare la ragazza-fenice e la spadaccina, la quale lo stava già fissando con un’espressione tra lo stupefatto e l’interrogativo. Evidentemente l’aveva preso per un tipo strano e, con ogni probabilità, fuori di testa.
    Il signore vestito di tuttopunto si prese il suo occhio, per il quale sborsò ben tre monete d’oro.
    In seguito, si presentò colui che aveva cantato quella tremenda canzone. E’riso non gli disse niente e costui ne approfittò, ma con curiosa modestia, quindi se ne andò per la sua strada, proseguendo il suo canto.
    -Che un procione ti faccia inciampare. Non ha senso ma te lo auguro.- pensò il centauro, mentre dava via per una moneta d’argento la cassetta e si dirigeva verso la fontana per lavarsi le mani sporche di sangue oculare e grasso.
    “Kestrel, vi raggiungo. Domani riprenderò il mio cammino.” Asserì una volta che si trovò dietro ai due ragazzi.
    -Credo di essermi fermato abbastanza qui e non ho trovato niente che mi potesse fornire indizi sull’assassinio di Calliope, perciò non vedo perché restare ancora. Domattina presto uscirò dalla città per recarmi nella foresta. Chissà: lì passano parecchie creature, magari qualcuno sa qualcosa.-
    E’riso esce e anche questa volta Rectina ringrazia tutti.
     
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    Se Ares, o Marte che dir si voglia, fosse stata una divinità conosciuta pure sull'isola di Kengard, si sarebbe inchinato alla maestria con le lame dei due spadaccini che stavano dando una lezione di capacità e conoscenza in questo campo, da far invidia al miglior combattente della gilda dei guerrieri di Kerus.
    Quando la ragazza gli disse che si sarebbero dovuti fermare, Elenthyr era al quanto risentito;
    stava iniziando a prenderci gusto in quel duello, e aveva raggiunto uno stato mentale tale che la sua mente sembrava un lago piatto senza alcuna increspatura, sulla cui superficie si rispecchiavano i passi leggiadri della danza con Ksefira.
    "vi faccio i miei complimenti ragazza" disse l'elfo, "non ho mai incrociato le lame con nessuno che riuscisse a pareggiarmi".
    Elenthyr rinfoderò i pugnali e continuò "non ho mai apprezzato la compagnia di nessuno al mio fianco, soprattutto nel combattere, ma con voi Ksefira potrei fare un'eccezione".
    Lo spadaccino iniziò a preoccuparsi quando s'accorse che lo sguardo della fanciulla stava iniziando ad adombrarsi.
    Prima che potesse chiedere spiegazioni a tal proposito, queste gli vennero date da Ksefira medesima, la quale gli mostrò una tacca formatasi sul filo della sua spada.
    "forse che lo sforzo alla quale l'hai sottoposta nella tremenda corsa coi carri volanti, l'abbia compromessa?"
    Mentre i due duellanti chiaccheravano, gli si avvicinarono sia il ragazzo che aveva aiutato Elenthyr a sconfiggere i sottoposti di Goldar, sia la ragazza fenice.
    Chiesero se anche l'elfo e Ksefira avessero voluto unirsi a loro per una birra, ma prima che Elenthyr potesse accettare o meno, la ragazza rispose per entrambi rifiutando gentilmente l'offerta, e allo stesso tempo informando il suo compagno che aveva appena accettato di accompagnarla, liberamente mi verrebbe da dire, in una missione.
    Così Elenthyr si mise il cuore in pace ed annuì alle parole della guerriera.
    E mentre il sommo e possente Vashnarak intonava la sua melodiosa ed epica composizione, ispirata dalle nove muse in persona, l'elfo si avviò sui passi di Ksefira.
    Elenthyr esce seguendo e schiaffeggiando Ksefira sulla nuca


    Edited by Elexar - 13/12/2018, 11:01
     
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  9. Emy Nightfall
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    La fenice tolse le mani (Aes, se ha le mani vuol dire che è umana) dalle orecchie solo quando fu sicura che quella tortura fosse finita, e si accorse di essere davanti a parecchie persone con cui sinceramente avrebbe preferito non avere a che fare. Rubò un pezzo della carne rubata a sua volta da Kestrel, per poi mangiucchiarla. Khensit aveva preso il controllo nel preciso momento in cui la musica era terminata, approfittando del fastidio provato da Flauros nel sentirla. Annuì soltanto alla domanda postale da Kestrel, per poi rispondere con un timido "Khensit". Le era simpatico, quindi perché non seguirlo?
    - Khensit, cuccia. Staccati da quella gente - le disse Flauros da dentro la testa, cercando disperatamente di riprendere il controllo. Dal canto suo, Khensit la ignorò completamente, limitandosi a saltare sulle spalle di Kestrel e appiccicandosi come una cozza. Non dormiva da giorni, e sicuramente non avrebbe camminato per molto di quel passo, quindi perché non scroccare un passaggio? A chi non sarebbe piaciuto avere uno splendido (e tenerissimo visto che è Khensit e non Flauros) zaino viola attaccato alla schiena?

    Khensit (e Flauros) esce attaccata a Kestrel
     
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38 replies since 25/5/2018, 23:13   632 views
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