Fra galline di fuoco, ironie incomprese e mega-mega-mega apparizioni auree

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    Fra le vie di Kerus non c'era mai stata la quiete, non si sapeva neanche che volesse dire starsene in santa pace a godersi un po' di relax. C'era chi suonava, chi chiaccherava o si sgolava per farsi sentire dai concittadini con irruenza e chi ancora nonostante non avesse niente da fare si dilettava nell'importunare amabilmente il prossimo come succede spesso in queste role.
    C'era qualcosa però che non andava; da una delle viuzze interne, si stava levando un gran polverone innalzato da vivaci refoli di vento.
    Tra le abitazioni, un'ombra si stagliava imponente, austera nel suo sfavillante incedere. Nessuna presenza divina a fianco a lui avrebbe potuto esser degnata di uno sguardo, il suo passo annichiliva lo stesso concetto di essenza.
    Quando si manifestò, il suolo stesso parve tremare. I nembi si caricarono di pesanti lacrime, gli astri si disposero in modo che la sua figura potesse godere della luce ultraterrena del cosmo.
    Lui... non era un re, non era una divinità, non era un uomo: si trattava del feroce ed indomabile guerriero dorato, colui la cui sola aura deviava la traiettoria del centripeto flusso della vita, il solo unico e inimitabile...
    ...
    Shaka di Virgo
    No scherzo, era proprio lui: Goldar l'imprescindibile.
    Nella sua forma non OP, e cioè quella con cui ha sterminato mezzo schedario in tempi remoti, avanzava con convinzione e superbia in volto. Il suo corpo da leone antropomorfo, con in dosso brillanti vestigia d'oro che facevano risaltare ancor di più il suo essere Goldar, si impose di cattiveria su chiunque provasse ad ostacolare il suo cammino spingendolo con poco garbo.
    Quando a suon di spintoni si fu liberato uno spazio sufficiente per attuare i suoi loschi piani, con la sola imposizione delle mani sull'aria plasmò dal nulla lo stesso concetto d'esistenza ed evocò, senza il benché minimo sforzo, cinque creature l'una diversa dall'altra.
    Il primo era un grosso scorpione dal corto ed ispido pelo
    marrone, mentre il secondo somigliava ad un procione uscito un po' male col manto grigio e dalle forme sgraziate. Gli altri tre erano un corvo dal piumaggio nero, uno dal piumaggio candido ed una cosa che assomigliava ad un Setran in miniatura ingobbito. Quest'ultimo, privo di un qualsiasi armamentario che si potrebbe immaginare addosso a Setran, risultava la versione pelosa e desquamata del figlio illegittimo del possente gladiatore e Liya.
    "Ora andate, miei prodi servitori. Conquistate la città! Muhahahahahah"
    La maligna risata che ne seguì riecheggiò tutt'attorno, diffondendo il panico nelle abitazioni circostanti e...
    TO BE CONTINUED
     
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    E’risoviene da Itios con la voce di Perino annessa. (prima Role)


    Dopo un lunghissimo viaggio, tranquillamente paragonabile al cammino di Sant’Jago di Compostela con i suoi duecento chilometri, E’riso era finalmente giunto a Kerus. Non c’era mai stato, sebbene in molti gliene avessero parlato abbastanza bene; in un certo senso, essa non differiva granché da Itos, suo luogo d’origine. Non appena il centauro passò sotto una delle porte d’ingresso alla città, fu sommerso da una moltitudine di rumori: c’era gente che suonava uno strumento, seduta sugli alti marciapiedi; gente che chiamava a gran voce altra gente; gente che esponeva la propria merce su delle grosse tavole di legno colorate. Poi, come se non bastasse, c’erano i soliti straccioni e ubriaconi che si trascinavano a stento, tendendo una mano a chicchessia. A un certo punto, ad E’riso parve di scorgere delle creature non proprio di ordinaria amministrazione: infatti, uno sembrava un procione un po’ uscito male e dall’aria sgraziata; un altro si presentava come uno scorpione dal corto ed ispido pelo marrone; un altro ancora, non sapeva come definirlo, o meglio, non aveva voglia di trovare delle parole d’affibbiarli; infine, c’erano due corvi, di cui uno chiaro e l’altro scuro. “Una bella combriccola di esseri interessanti!” Commentò fra sé il quadrupede, scuotendo leggermente il capo: “Chissà che tipi saranno. Beh, tanto vale scoprirlo, no?” Concluse alla fine, facendosi largo tra la folla a spintoni, cioè, a sfiancate.

    Edited by Rectina - 23/8/2018, 19:24
     
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    Dal delirio della folla, una figura si erse. Si erse così tanto possantemente che goldar in confronto poteva solo stare lì e imparare da lui.
    Era un'immane presenza, il terrore dei terrori. Lui era... Kestrel
    (viene da boh)
    Avanzava tutto convinto, chiedendosi se il desiderio di raggiungere Kerus che aveva coltivato per anni non avrebbe fatto meglio a tenerselo chiuso in un piccolo cassettino della mente sotto le zampine pucce di Kurama.
    C'era un casino dell'ottanta, la gente sbraitava che manco in piazza con Beppe Grillo e Kurama sghignazzava sentendo il vorticare famelico dei suoi pensieri mischiarsi in un tripudio di sclero, sclero e altrettanto sclero.
    Intravide in mezzo al caos qualcosa luccicare, una sorta di trasformer dorato gigante che poco aveva di logico in quel posto ma va beh. Kurama mi sta facendo notare che Kestrel (nonché la stessa volpe) non dovrebbero avere idea di cosa accidenti sia un trasformer, ma va beh.
    Incrociò le braccia al petto e continuò a camminare, ignorando Kurama che gli stava canticchiando frasi di scherno per deriderlo.
    "Su una radice inciampai,
    poi a Kerus arrivai,
    ma indietro tornerò...
    che far non lo so!
    Per anni ho sperato,
    in un bel luogo incantato,
    quanto scemo sono stato...
    sarà solo..."

    "Kurama!" urlò il ragazzo ad alta voce, zittendo una voce che però stava nella sua testa.
    Sbuffò sonoramente nell'udire il ghigno divertito della volpe, mentre si sfogava su un ometto tappo dai capelli rossicci e dalle vesti da personaggio importante che per proseguire tra la gente lo aveva sgomitato su un fianco. Kestrell prese il tizio di peso e lo lanciò a caso dove capitava, felice di godersi qualche commento oltraggiato tipo -come hai osato?- oppure -la mia bianca veste di seta!-.
    In realtà quello che doveva lamentarsi era il povero centauro addosso a cui Kestrel l'aveva scagliato. Povero cavalluccio, si era preso una bella botta nel groppone.
    Quello era uno dei momenti in cui si sarebbe dovuto andare a scusare, e la cosa più bella era sapere che non l'avrebbe fatto.

    Edited by Aesingr - 10/6/2018, 13:45
     
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    D’improvviso, E’riso fu violentemente sbattuto contro una bancarella di frutta e verdura, dalla quale caddero angurie, meloni invernali e rape indiane a tutta randa, colpendo sulla testa persone e animali. Subito qualcuno iniziò a gridare spaventato, perché spiaccicato contro qualcosa da un cocomero gigante o perché urtato inavvertitamente. Si scatenò un pandemonio, con tutti che correvano a destra e a manca, inciampando su ogni cosa, compreso l’ometto tappo dai capelli rossi, che venne brutalmente calpestato e spogliato della sua veste bianca di seta pregiatissima di ultimissima fattura.
    Il centauro fece l’unica cosa che gli sembrò più sensata, ossia saltò su una fontana, convinto che là dentro non gli sarebbe capitato niente e, in effetti, non gli accadde nulla di male, al contrario, trovò un bel gruzzoletto di monetine lanciate dai creduloni e si rinfrescò amabilmente.
    “Beh, se adesso deve scatenarsi una guerra sociale, io me ne sto qui a fare fortuna in Paradiso!” Disse fra sé.
    “Underwateeeeeeeer!” Prese a cantare dopo, buttandosi sott’acqua, con il risultato che la fontana sputava acqua, spiccioli e ciottoli a mo’ di lava vulcanica, colpendo chiunque passasse.
    Va detto Che normalmente la creatura, finito il momento di svago, avrebbe iniziato a chiedersi quale fosse stata la causa di tutto quel trambusto; tuttavia, Data la confusione, era impossibile, se non inutile, pensare.
     
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    Con convinzione, Kestrel si appropinquò alla fontana e osservò il tizio che vi si era appena immerso, tuffandosi e schizzando acqua ovunque. Kestrel Non era proprio il tipo da farsi gli affaracci altrui, ma in quel momento sentiva che la cosa più migliore da fare fosse fingersi la persona più meglio di tutte e mostrarsi carino.
    Si, suggerimento di Kurama dopo aver notato che da quelle parti era la follia più totale.
    "Emh, chiedo scusa. Ho lanciato io quel tizio"
    Dall'altra parte dello spiazzo, Goldar ruggiva energico e cazzutissimo, ordinando ai suoi sottoposti evocati di conquistare la città. Così per svago, mentre lui si soffermò ad intrattenersi con la lettura di giornalini non proprio di lodevole contenuto.
    Con veemenza ordinò la distruzione della città, la conquista di Kengard e un panino al prosciutto e pecorino, con priorità su quest'ultimo.
    "Questo mondo si piegherà al mio volere! Muhahahahaha!"
    Kestrel si voltò, dopo aver studiato per un paio di secondi il centauro. Era un fiero esemplare dalla criniera fluente e sbrilluccicosa, tipo le lamin card fluo dell'album di Dragon Ball di 10 anni fà.
    Sembrava anche lui poco avvezzo al dialogo, dato che a dispetto di ogni pronostico si era messo a farsi il bagno in disparte invece di attaccar briga. Kestrel invece era il tipo che non rompe le scatole per primo, ma se gli dai motivo di romperti le scatole... ti rompe qualche ossicino, le scatole e qualcos'altro random.
    In tutto ciò, nessuno considerava Goldar che si stava alterando, e non poco.
     
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    E’riso era tutto preso dal tuffarsi e riemergere da sotto l’acqua con una manciata di monetine e ciottoli impigliati fra le zampe, che si accorse solo molto tempo dopo della presenza di un essere umano che si era avvicinato alla fontana. Lo vide scrutarlo attentamente per poi voltarsi e andarsene.
    “Ehi tu, aspetta!” Gli urlò; non ne era sicuro al cento per cento, ma credeva di aver visto quel tizio muovere le labbra. Peccato non aver imparato ancora a leggere le labbra, gli sarebbe piaciuto abbastanza, il problema era che ogni volta che annotava nella sua mente questa cosa, finiva sempre per dimenticarsene cinque minuti dopo.
    Uscì dalla fontana e si fece largo tra la folla impazzita a spintoni; doveva assolutamente trovare quell’umano per scoprire che cosa gli aveva detto. Certo, per la maggior parte delle creature quello avrebbe potuto essere un motivo stupido per immischiarsi tra la gente e mettersi a cercare un individuo che forse, e sottolineo, forse gli aveva parlato. Tuttavia, la curiosità del centauro era smisurata e magari quel ragazzo avrebbe potuto essere una persona interessante.
     
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    Kestrel si guardò attorno con, per niente, circospezione.
    Quell'energumeno aveva già stressato troppo gli zibidei, parlando con megalomania a sufficenza. Tolse di torno un paio di persone a gomitate per farsi largo, ignorando le proteste e le lamentele di chi gli gridava contro.
    I due volatili evocati dal leone dorato si lanciarono impavidi verso la folla, cominciando ad afferrare gente per portarla in alto e lanciarla giù con inaudita crudeltà. Kestrel si grattò dietro un orecchio nell'osservare la scena, mentre Kurama ridacchiava nella sua testa.
    "Non vorrai mica aiutarli"
    "E perché aiutarli?" rispose il ragazzo, nella sua mente.
    "Ecco, ora ti riconosco. Ma ci hai pensato, non negarlo"
    La volpe ridacchiò, punzecchiandolo come al solito. Lui sbuffò.
    "E con questo? Almeno saranno in debito con me"
    "Quanto sei stupido"
    Senza indugiare, Kestrel si lanciò addosso al tizio appena lasciato cadere dall'uccello nero, un giovane orchetto ribelle dallo sguardo convintissimo anche se parecchio stupido.
    Una volta a terra, o meglio fra le braccia di Kestrel, il giovane orco si ribellò menando pugni al ragazzo. Ovviamente Kestrel reagì spingendolo via e scagliandolo a terra, preparandosi a ricevere i due corvi. Questi gli si lanciarono addosso in picchiata, e lui reagì prontamente estraendo la propria arma.
    Iniziando a volteggiargli attorno i volatili mantennero leggermente le distanze, ma rimasero a portata di balzo purtroppo per loro.
    Sfruttando un tentativo d'attacco del corvo bianco corse nella direzione dell'altro, fingendo di volerlo colpire, ma ruotando a mezz'aria per menare un fendente verso il primo. Un paio di piume svolazzarono in giro per il mondo, tagliate dalle ali grazie al sottile filo della sua spada.
    Tra le persone si scatenò un po' il macello, anche se era proprio quello che a Kestrel piaceva di più e a cui probabilmente il gigante dorato in armatura voleva arrivare. Bene, si sarebbero divertiti tutti.
    Riatterrò fra le piume scivolate verso il selciato, in posa fiera e figa.
    Kurama lo derise nuovamente, facendogli notare come al solito che pavoneggiarsi non era mai stato il suo forte e rischiava di fare le sue solite figure.
    Lo ignoròò, voleva solo divertirsi un po'.
     
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    E’riso era alle calcagna del ragazzo. Era nel vero senso della parola, perché poi lo perse di vista per colpa di una mandria di agnellini provenienti dalla piazza del mercato che si erano messi a correre come dei cinghiali inferociti, gridando come suocere inviperite.
    Come se ciò non bastasse, un grosso carro carico di legname si era ribaltato rovinosamente, producendo un baccano infernale e alzando una nuvola di polvere biancastra. Inutile dire che gli agnellini si spaventarono a morte e presero ad urlare ancora di più.
    - Ora bestemmio se non la finiscono! - borbottò il castano stizzito.
    Come se ciò non bastasse (perché qui è un bordello gioioso), i due corvi che aveva scorto poco prima, avevano cominciato ad afferrare gente a caso con il deleterio
    Divertimento di ributtarla giù a mo’ di pietre gettate in mare. Il centauro si ritrovò nuovamente spintonato e urtato da tizi isterici che cadevano dall’altro.
    - Ma allora in questa città va di moda prendere a mazzate i forestieri! - Fece tra sé indignato, prima che una signora bassa e cicciona gli atterasse sul groppo, facendolo sbandare non proprio lievemente. Egli, decisamente stufo, se la scrollò di dosso e poi l’afferrò per i capelli neri e la scagliò in avanti. Altrettanto fece con un barbone che gli aveva teso la mano: gliel’afferrò e gli fece fare mezzo giro su se stesso per poi lanciarlo contro un ragazzo dai capelli rossi.
     
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    Kestrel cominciò a menare fendenti a destra e a sinistra come non ci fosse un domani, e questo poteva esser considerato più o meno normale non fosse stato per il fatto che si trovava in mezzo a decine di persone che cercavano di scanzarsi fra i banchi e gli angoli della strada.
    Un qualcuno dalla rossa capigliatura fiera gli arrivò a dosso, ma questa volta Kestrel riuscì a vedere da chi era provenuto il lancio. Si voltò verso il centauro, lo stesso che prima aveva fatto il bagno a caso nella fontana.
    Sgomitò un tizio grosso muscoloso che stava provando a fermarlo, menandogli un pugno nello stomaco e a ccartocciandolo in due; fece dunque qualche passo in direzione dell'ibrido, scrutandolo con sguardo carico d'astio. mal celato.
    "Dimmi un po'" sibilò, digrignando i denti, "ti sembra una cosa normale? Lanciare persone in faccia alla gente?"
    Kurama scoppiò a ridere nella sua testa, sghignazzando per mezzo minuto buono e ricordandogli che lui faceva ben di peggio in frangenti anche meno consoni. Fondamentalmente a Kerus il lancio dei tizi a caso era qualcosa di normale, più o meno.
    "Tu... vuoi fare una brutta fine, dico bene?" continuò, fissando il centauro come si fissa qualcuno che ti ha appena provato a rubare le monete doro dalla scarsella.
    Brandendo la spada a mò di forchetta per lo stufato gli si lanciò addosso, menando un paio di fendenti di preavviso giusto perché faceva figo. Accompagnò i due colpi, entrambi frontali e diretti, con un miscuglio di grida fige di battaglia in stile anime shonen dove ci si picchia a ruota.

    In quell'esatto momento, il prode Goldar stava sbraitando ordini ai suoi seguaci, ma nel vedere che fine avevano fatto le povere piume dei due corvi anche gli altri stavano cominciando a pensare che non fosse il caso di far arrabbiare gente come Kestrel. Lo scorpione scorporilla gigantorme indietreggiò pure di qualche passo, mentre un omino con una tela e alcuni pennelli si avvicinava timidamente a Goldar.
    Quest'ultimo lo fissò con aria di superioritudine, mettendo il proprio corpo in posa figa affinché il sole si riflettesse sulla sua armatura dorata luccicante.
    "S... salve, potrei... farle... un ritratto? Gratuito, ovviamente"
    Goldar parve pensarci su, ma era solo un modo poco convincente per far trapelare quanto fosse stracazzuto e avesse il diritto di far aspettare quanto voleva anche chi gli proponeva roba gratis.
    "Ti concedo l'onore di fare un ritratto della mia sfavillante figura, ma dovrai essere tu a pagare me. In cambio... chiedo il dominio su ogni terra esistente su questa terra!"
    "In... in realtà... ciò che chiede non ha molto senso" balbettò il povero pittore, il cui giovane volto si stava coronando di una vena confusa.
    "Osi rifiutare?"
    "Noo! No, non mi permetterei mai"
    "Bene. Ci siamo capiti"
    Goldar si mise dunque nella posizione più adatta a ritrarre il suo magnificente ed austero volto aureo, quando tutt'ad un tratto un incendio si manifestò a pochi metri da lì.
    "Cosa diamine succede! Per tutte le iene!"

    Un giovane ragazzetto dalla mora capigliatura sventolante e dal morbido sguardo azzurrino si era avvicinato ad una ragazza dall'aspetto assai particolare. Quella non dava proprio l'idea di essere una persona comune, anche a giudicare da ciò che combinò.
    "Avreste un acciarino?" le aveva chiesto lui, mostrando un bastoncino di legno e una pipa.
    Lei glielo prese di mano e con un leggero tocco della mano lo accese, lasciando sbalordito il ragazzo che non credeva di trovarsi di fronte proprio ad una maga del fuoco.
    "Oh, quale coincidenza... affascinante la vostra magia" le disse, ammiccando un occhiolino non del tutto univoco.
    Partì una serie di frasi a caso che elogiavano le forme della ragazza, il suo portamento aggraziato, il -calore profumato- emanato dal suo corpo e altre varie cose.
    L'elenco degli elogi si concluse con la ragazza che menava un calcio al tipetto impertinente e che scagliava una sfera di fuoco nella sua direzione, la quale lo sfiorò per andare ad esplodere su una bancarella di cianfrusaglie inutili alle sue spalle.
    "Vi ucciderò tutti! Come avete osato interrompere la più grande opera di questo universo! Il ritratto del sublimefacente Goldar!"
    Si scatenò ancora più casino di prima, come fosse possibile.
     
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    “Lanciare persone in faccia alla gente?” Mugugnò una voce maschile alle sue spalle. E’riso si voltò e vide chiaramente il ragazzo che gli aveva lanciato a dosso il tizio con la veste bianca; adesso lo riconosceva bene.
    “Veramente, sei stato tu ad iniziare, perciò non fare lo gnorri!” Gli gridò, estraendo da non si sa dove il suo arco prediletto. (mi sa che dovrei metterlo tra le armi… Valuterò: se lo utilizzerò un’altra volta in futuro, modifico la scheda del personaggio).
    Il giovane si lanciò addosso brandendo una spada con la quale menò dei fendenti e urlando in maniera plateale stile gladiatore di basso rango.
    Per tutta risposta, il castano scoccò una freccia che si conficcò sugli abiti dell’avversario; non gli interessava ucciderlo, ma fargli solo capire che con lui non attaccava. Poi, con un movimento rapido degli zoccoli, gli fu dietro e gli fece lo sgambetto con l’obiettivo di buttarlo a terra.
    “Vuoi divertirti? Bene, io ci sono!” Gli rispose in tono scherzoso, lisciandosi i capelli fieri.
     
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  11. Emy Nightfall
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    Era stata attirata lì da un coso gigante indefinito che faceva parecchio chiasso per la città di Kerus. Stava osservando questo tipetto pompato quando all'improvviso un ragazzo le si avvicinò, chiedendo qualcosa per accendere un bastoncino. Khensit, per tutta risposta, lo aveva gentilmente acceso con un semplice gesto. La situazione peggiorò quando il ragazzo bisognoso di fuoco aveva cominciato a farle complimenti a ruota libera, o meglio, era peggiorata per Flauros, che per diversi minuti era rimasta zitta zitta, lasciando la sua gentil controparte prendersi cura della cosa. Purtroppo per il ragazzo, a tutto c'è un limite. Flauros aveva finito per prendere il controllo del corpo, ma perdere la pazienza, e "suonarle" al fanciullo, buttandolo a terra con un solo calcio. E perché no, un palla di fuoco ci sta sempre bene. Però non aveva intenzione di ucciderlo, quindi aveva semplicemente incendiato una bancherella a caso, finendo per attirare l'attenzione del coso gigante indefinito.

    - Se avessi lasciato gestire la situazione a me tutto questo non sarebbe successo - fu l'unico pensiero che Khensit rivolse a Flauros, che dal canto suo era completamente disinteressata. Più sono grandi, più fanno rumore quando cadono, no?
     
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    Kestrel rispose alla frase del centauro con un'occhiataccia eloquente, cosa c'era di così divertente da esprimersi con quel tono sornione?
    Ora glie l'avrebbe fatta vedere lui, tutto quello non era altro che un enorme invito a dargliele nel groppone di santa ragione.
    Kurama commentò nella sua mente con un po' di stizza nei confronti della scelta della città, per quanto adorasse fare a cilacche il modo in cui lo facevano a Kerus non gli sapeva di divertente; più che altro parevano follie motivate da altre follie, pretesti inesistenti per scazzottarsi in mezzo alla gente e soprattutto in bella vista.
    Ci pensò però il possente Goldar a far cambiare loro idea, avvicinandosi personalmente e mostrando a tutti il suo ritratto.
    Arrivò proprio da Kestrel, il quale distolse l'attenzione dal centauro e la rivolse tutta al coso dorato in armatura.
    "Osserva! Questo è il volto che dovrete onorare! Affiggetelo ad ogni parete, ne voglio almeno cinquecentomila da spargere in tutta Kerus! Oggi è nato il dio di un nuovo mondo, il mondo che costruirò grazie a..."
    "Ehi amico" lo interruppe il ragazzo, scrocchiandosi le spalle e il collo. "Non credi di star parlando un po' troppo?"
    Goldar lo fissò sbalordito.
    "... Come... Osi! Hai idea di chi sia io?" ruggì adirato, smanaccando i grossi pugni dorati a destra e a manca.
    "In realtà no, ma non è che mi interessi più di tanto"
    Goldar restò a fissarlo per alcuni secondi. Cominciò a ringhiare, poi concentrò una sfera d'energia di colore giallo splendente e la diresse verso Kestrel. Questo restò ad osservarlo tutto tranquillo, rinfoderando la spada e incrociando le braccia al petto.
    "Ti distruggerò insolente!"
    Kestrel si limitò a lasciarsi cadere per terra, sbadigliando e distendendosi mentre il raggio d'energia scagliato dal bestione gli passava sopra e si dirigeva verso la ragazza incendiaria cazzona.
    Ma proprio dritto dritto verso di lei, talmente dritto dritto verso di lei che, ammeno non si fosse spostata, l'avrebbe presa in pieno facendole fare un bel volo.
    Kestrel inclinò la testa all'indietro sul selciato, per controllare dove il raggio si stava dirigendo. Chi sa perché in quella direzione c'era già del fuoco a rendere tutto più movimentato? Gli scagnozzi di quel tipo forse?
    Goldar, irritato dal comportamento del giovane, prese a sparare a caso fasci d'energia esplosiva come non ci fosse un domani. Colpì diverse porzioni di pavimento, di bancarelle di persone e quant'altro, ma nessuno si fece abbastanza male da poter considerare quei colpi pericolosi. Erano tanti, ma molto semplici e prevedibili.
    In ogni caso scoppiò un casino ancora più incasinato del precedente, e pure E'riso venne preso di mira... se quella poteva chiamarsi mira... dal leone dorato.
    "Mi avete stancato! Prendete questo! E questoooo! Muhahahahaha... sono malefico e dorato! E quindi lancio i raggi dellamorte dorati MegaFotoniciiiii!"
    Kestrel si alzò, giusto per non prendersene qualcuno casuale sul muso, chiedendosi dove fossero finite le guardie in quel momento. Non se la stavano per caso facendo sotto per un idiota di quel calibro?
     
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    Cucciolo

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    Il ragazzo dai capelli rossicci lanciò un'occhiataccia ad E'riso, il quale si aspettava una reazione ancora più, come dire... decisa. Sembrava quasi che quel tizio non lo stesse prendendo veramente sul serio e a lui questo non piaceva; no signore! - Se bisogna combattere, si combatte, altrimenti qua la mano o la zampa. Scegli tu, tanto ce le ho entrambe! Ahahahahahah!- fece tra se' il giovanotto, oscillando sinuosamente il capo fiero.
    A un certo punto, una specie di leone dorato, ma neanche più di tanto, visto che in mezzo a quella confusione il centauro avrebbe benissimo potuto scambiare un albero di Natale per una palma del deserto. Fatto sta che la gigantesca creaturaa pparsa dal nulla mostrò all'umano quello che pareva un ritratto, borbottando qualcosa che, ovviamente, il mezzo cavallo non comprese, perche' - Dannazione a ste vecchiette che urlano. Mi verrebbe voglia di...- mugugnò fra se' E'riso, allargando le narici e inspirando profondamente.
    Qualche secondo più tardi, il grande e possente leone ibrido ma che ne so concentrò una sfera di energia color giallo splendente e la diresse verso il ragazzo, che manteneva la sua aria tranquilla - Vorrei dire da sbruffone, ma sarei di parte. -
    In seguito, altri fasci di energia furono proiettati sul pavimento, sulle bancarelle e su tutto il resto, E'riso compreso; fortunatamente però, egli ebbe la prontezza di spostarsi di lato, aspena in tempo. Certo, in questo modo aveva nuovamente perso di vista il suo sfidante, ma tanto, prima o poi, l'avrebbe ritrovato e forse avrebbero saldato il loro conto in sospeso.
     
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    Uovo

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    mi intrometto su concessione di AES!!! Elenthyr viene da I Carri alati


    "Finalmente un po di tregua", pensava Elenthyr mentre passeggiava sui tetti di Kerus,e siccome le strade di quella stramaledetta città erano congestionate dal traffico umano, spesso e volentieri pure in umano, l'elfo aveva preferito utilizzare quella via secondaria, che gli permetteva di evitare gran parte della confusione sottostante...
    Mentre era intento a godersi il calore del sole, passeggiava con passo leggero lasciando che la mente vagasse.
    Ad un tratto, un raggio luminoso, gli attraversò il campo visivo avbagliandolo.
    Senza dare troppa importanza alla cosa, egli continuò a camminare inperterrito.
    "ma che cavolo!!!!!! l'esclamazione era dovuta al fatto che non si sa per quale strano motivo, il tetto sul quale stava camminando era finito, ed Elenthyr si trovò a passeggiare nell'aria.
    Purtroppo per lui l'elfo non conosceva il Moon-Walk come Sanjy, e ovviamente precipitò verso il pavimento sottostante.
    Ebbe pochi istanti per prendere una decisione.

    Il glorioso Goldar stava ruggendo tutta la sua ira contro quegli insignificanti esserucoli che lo stavano bellamente sbeffegiando, quando all'improvviso si sentì atterrare un Unidentified Flying Objects (UFO), sul possente e fiero capo.
    "Chi osa!!!!!" esclamò, e solo queste 2 parole pronunziate con tale possanza, rischiarono di sfaldare l'essenza stessa di kengard.
    Guardandosi attorno per trovare una superficie che riflettesse tutto il suo splendore, il più che divino goldar si inbattè in una fontana nella quale la sua magnificenza veniva riflessa.
    "ma.... ma.... ma...." il suo stupore non aveva limiti come la sua possanza, quando s'accorse che ora indossava un assai inconsueto copricapo. Non era un semplice elmo con una testa di lupo riprodotta, ma era un lupo intero!!!!!! "questa poi!!!" esclamò, "mi aggrada così tanto codesto gingillo, che quasi quasi me lo tengo".
    Ma a quanto pareva il copricapo non era della sua stessa idea, infatti dopo aver alzato la zampa dietro, il copricapo, marcò il territorio, e poi balzò via atterrando nei pressi di un centauro e di un ragazzo dai capelli rossi.
     
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  15. Emy Nightfall
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    La ragazza non fece in tempo a voltarsi, che si era ritrovata addosso un ... raggio di energia? Finì a terra di faccia, dopo aver fatto qualche giro per aria non troppo divertente. Si alzò da terra su tutte le furie, con Khensit che non sapeva che fare, e Flauros che aveva voglia di ridurre in cenere mezza, anzi tutta la città, ma principalmente quel coso corazzato che si trovava non troppo distante da lei.

    - Flauros forse dovresti mantenere la calm- Khensit stava pronunciando quella frase, ma Fluaros nemmeno l'aveva ascoltata, troppo presa dalla rabbia di essersi mezza ammazzata senza aver fatto niente di significante. Dal suo stesso corpo, una bolla di fuoco viola grande quanto lei si era formata ed era esplosa, andando a distruggere tutto ciò che si trovava nel raggio di trenta metri. Se il tutto doveva bruciare, almeno doveva bruciare che ne valesse la pena. Vide poi un ragazzo, un umano, sdraiato a terra. Doveva aver evitato l'attacco del leone facendolo finire addosso a lei.

    - Hey tu! Di un po', non potevi prenderti quell'attacco invece di farlo finire addosso a me?! sbottò, sovrastando la figura di Kestrel con la propria, mettendo entrambe le mani sui fianchi.
     
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38 replies since 25/5/2018, 23:13   632 views
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