Le ninfe

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    Il drago azzurro che puzza di pesce

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    Ninfee



    Le Ninfe erano divinità minori molto numerose, che rappresentavano la natura in tutte le varie forme e nei suoi diversi habitat. Il Termine ninfa significa "giovane fanciulla", dalla stessa parola di ninfa è nato successivamente anche il termine "ninfomane".
    Assumevano, dai luoghi in cui abitavano, il nome che le distingueva in varie famiglie.

    Le Driadi erano le ninfe dei boschi e, a differenza delle Amadriadi, erano entità immortali. Venivano rappresentate con la parte inferiore del corpo arabescato, come un tronco d'albero con il quale talvolta avevano un legame anche spirituale. La parte superiore evidenziava una certa bellezza, quella della giovane donzella vivace e sorridente. La più famosa di queste era Euridice che fu sposa di Orfeo.
    Le Amadriadi vivevano nel tronco degli stessi alberi ed erano inseparabili dal destino della pianta a cui appartenevano, al punto da morire quando la pianta appassiva.

    Le Meliadi nacquero quando Crono, per detronizzare il padre Urano, gli falciò di netto i genitali. Nel momento in cui suddette sfere vennero lanciate in mare nacque Afrodite e dal sangue che sgorgò dalla ferita nacquero le Erinni, i Giganti e le stesse ninfe Meliadi.
    Erano le ninfe dei frassini ed erano strettamente legate alla nascita dell'uomo; si racconta che gli uomini nell'età del ferro fossero nati dai frassini, o almeno così diceva Esiodo. Queste ninfe proteggevano i bambini appena nati, abbandonati sotto gli alberi da genitori indegni o poveri ed incapaci di badare al sostentamento della prole.
    In realtà bastava evitare, cari genitori, ma va beh... questo non è un problema troppo mitologico a dire il vero :(
    Le Meliadi erano anche viste diversamente come divinità della battaglia efferata, perché con il legno del frassino si costruivano i giavellotti. La più conosciuta fra le Meliadi era Melia, che dal dio fluviale Inaco partorì Io, nota come la sacerdotessa, di cui si innamorò Zeus.

    Le Naiadi erano le figlie di Nereo e di Doride, ninfe immortali delle fonti(pegee o creniadi), dei fiumi (potameidi) e dei laghi (limnadi).
    Possedevano poteri curativi e profetici, che però erano restie a condividere con il prossimo. Seguivano il corteo di balli e vini di dionisio, accanto ai fauni, e questi ultimi spesso le rincorrevano nei boschi per giacere con loro in robacce decisamente molto zozze.
    Dolci ma piuttosto schive, si nascondevano agli occhi degli uomini e potevano essere vendicative nei confronti di quegli umani che tentavano di costringerle a cedere i loro favori, specialmente se non venivano ricambiate in alcun modo.

    Le Napee erano le ninfe delle valli, amanti della solitudine, che raramente intrattenevano delle relazioni d'amore e queste avvenivano comunque con qualche particolare eroe non troppo invadente.
    Esigevano dai partner un'assoluta fedeltà e riconoscenza, quindi non sispingevano mai alla ricerca di anime forti ed indomabili quanto di compagni eroi più avvezzi alla pacifica convivenza. Erano anch'esse spesso molestate ed inseguite da Pan e dai fauni, che a loro malgrado dovevano sopportare condividendo spesso i luoghi di riposo.
    Le Oreadi erano invece le Ninfe dei monti e delle colline, particolarmente legate al culto di Artemide con cui condividevano la vicinanza con la caccia in contrapposizione alle Driadi, le quali avevano più il significato di comunione con la natura e gli animali che la popolano.

    Le Oceanine, le ninfe del grande fiume Oceano che gira intorno alla Terra, erano figlie dei due Titani Oceano e Teti. Personificavano le acque correnti, ogni fiume e sorgente in movimento. Erano un numero enorme, secondo Esiodo più di tremila, anche se nella Teogonia ne vengono citate soltanto quarantuno tra cui troviamo Asia, sposa del titano Giapeto con cui generò Atlante, Prometeo, Epimeteo e Menezio. In altre versioni fu Climene a prendere il suo posto.
    Molto nota poi è Calipso (amabile), figlia di Atlante; trattenne Ulisse per sette anni sulla sua isola, facendogliene vedere letteralmente di cotte e di crude.
    Abbiamo anche Calliroe (bella acqua che scorre), che si innamorò del gigante armato di spada d'oro Crisaore, che insieme al cavallo Pegaso, uscì dalla testa di Medusa quando Perseo la decapitò. da questa unione nacque Gerione, mostro dalle tre teste, tre corpi e sei braccia.
    Si ricorda poi Doride, che sposò Nereo, a cui diede come figli le Nereidi e Glauco; Elettra (lo zampillare dell'acqua), sposa di Tautamante con cui generò Iris(l'arcobaleno) e le tre Arpie; Eurinome, colei che secondo certe versioni fu la terza moglie di Zeus da cui il dio massimo tutto supremo ebbe le Càriti(le Grazie), contrapposta alla versione che vuole le Cariti figlie di Zeus ed Hera.
    Come non citare Stige, la più illustre delle oceanine, nonché l'unica a presiedere fieramente ad un fiume e pure infernale: lo Stige; ella ebbe come figli Nike(la
    vittoria), Zelo, Bia(la violenza) e Cratos(la forza).

    Nereo, figlio di Ponto e Gea, sposò l'oceanina Doride da cui ebbe delle stupende figlie: le Nereidi. Queste rappresentavano gli aspetti positivi e piacevoli del mare, contrapposti a quelli di poseidone che ne impersonava il lato distruttivo.
    Nereo possedeva il dono della profezia e della mutazione, dunque poteva trasformarsi in ciò che più gli aggradava; quando non mutava aspetto lo si poteva distinguere come un uomo con i capelli, le sopracciglia e la barba costituiti da alghe, con giunchi marini che gli adornavano il corpo.
    Secondo Esiodo, le Nereidi erano esattamente cinquanta e gli somigliavano seppur superiori in bellezza, avevano capelli ornati di perle o conchiglie e si muovevano su delfini o su carri trainati dai Tritoni. Abitavano con i genitori nelle profondità del mare in una grotta che splendeva d'argento, e si spingevano sulla superficie solo per aiutare i marinai che avevano perso la rotta. Ricordiamo Anfitrite, che sposò il dio Poseidone, e Galatea, innamorata del bellissimo pastore Aci.
    si narra che il ciclope Polifemo, innamorato di Galatea e geloso di Aci, non essendo riuscito ad attirare l'attenzione della ninfa col suono del suo flauto un giorno si vendicò con i due amanti, scagliando un sasso che colpì Aci e lo uccise; in ricordo di quell'amore Galatea trasformò il sangue di Aci in una sorgente e in seguito un dio fluviale.

    Edited by Aesingr - 3/5/2019, 11:35
     
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    Non c'è pace per certi morti...

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    Gli abissi dell'amigdala, dove gli orrori sono tali che pure le mura urlano folli.

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    Ma che affascinati le ninfe, bravo aes.
     
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    Aggiornate le Ninfuzze con qualche info extra qua e là.
     
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    Aes, l'immagine non esiste più
     
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    Il drago azzurro che puzza di pesce

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    E infatti l'avevo sostituita! Ma giustamente... è tornata quella.
    yeeee! Basta mi rifiuto di aggiornarla. ieri è stata una giornata talmente maledetta che mi stanno venendo dubbi sulla mia ostinazione nel non credere alle casualità. Ne sono successe troppe, così troppe che non poteva mettermi l'immagine giusta almeno. :sclero:
     
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4 replies since 4/6/2018, 03:19   401 views
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