Nella tana dei pazzi

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    La dragonessa dagli occhi color smeraldo lo scortò fuori dalla tana, poi gli rivolse una sfilza di domande alle quali egli sentiva di non potersi sottrarre tanto facilmente, sebbene non gli fossero mai piaciuti gli interrogatori.
    “Cosa ci fai nella tana? Come sei entrato?” Erano quesiti più che leciti, il problema era che E’riso non sapeva come rispondere.
    “Ehm… ecco io… Insomma… posso spiegare… No, non posso spiegare.” Farfugliò freneticamente sbattendo le palpebre alla velocità di una ventola.
    “Ok. Io non so come sono finito qui. Io cercavo solo…” la creatura abbassò lievemente lo sguardo per incrociarlo sul terreno sotto i suoi zoccoli: “Io cercavo un bagno.” L’aveva detto e ora si sentiva molto meglio.
    Certo, bisognava mettere in conto il fatto che, mentre lui parlava alla locandiera, questa sembrava più coinvolta da ciò che stava accadendo nei pressi di un nido.
    Forse l’ho scampata. Forse sono salvo ancora per un po’. Sarò anche scemo e lo ammetto, ma non rivelo i miei segreti agli estranei. - pensò fra sé il centauro, accomodandosi sul ramo di un albero indicatogli da Elsa, o almeno così credeva si chiamasse colei che si trovava al suo fianco.
    “Comunque,” disse quando fu sicuro di avere l’attenzione della dragonessa: “Il mio nome è E’riso. Piacere di conoscerla!” Le tese una mano per educazione.
     
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    Elsa osservò E'riso che si muoveva agilmente sull'albero, chiedendosi se fosse un po' sfatto da un goccio d'idromele di troppo o se fosse sbarellato di suo.
    "Devo informarti che questa è la tana della Nebbia argentata, ne avrai sentito parlare immagino" fece la dragonessa, passandosi la lingua fra i denti. "Non siamo conosciuti proprio come... benefattori"
    Lasciò passare qualche secondo, per dare un po' d'enfasi in più al concetto.
    Non che lei fosse l'esempio più eclatante di creatura spaventosa in vero, anzi era piuttosto puccia e lo sapeva dopo quanto la prendevano in giro.
    "Ammeno tu non abbia intenzione di rimanere definitivamente, ti conviene sparire al più presto. Non tutti si sono accorti della tua presenza per fortuna, e non eri stato invitato. Qualcuno potrebbe... come dire... innervosirsi un po'"
    Dimenò un po' la coda qua e là, affondando gli artigli sull'albero. Diede dunque fuoco al tronco con una fiammata improvvisa, per constatare quanto agilmente il centaurozzo avrebbe reagito.
    "Eih giovane cavallino, non bruciarti le natiche" lo derise, allontanandosi di un paio di metri.

    Lyvor Osservò imperturbabile il colpo di David, che aveva scagliato verso di lui un attacco acquatico. Non se lo sarebbe aspettato, a primo acchito gli avrebbe dato del drago d'aria. Forse per la somiglianza con Liya o forse perché non era troppo grande. Liya si era trovata davvero un tipo simile a lei?
    Immaginava fosse una somiglianza soltanto fisica, perché non c'era nessuno che avesse la mente e i poteri di Liya.
    Con una barriera di luce il dragone bianco circondò di sfavillanti volute il proprio corpo, generando un globo abbagliante con cui intercettò tutti i getti d'acqua un attimo prima che lo colpissero. Questi si annullarono, o meglio si convogliarono all'interno dellabarriera che esplose in un boato devastante. Le serpi d'acqua vennero rispedite al mittente, con altrettanta intensità e veemenza, in uno schema più o meno simile a quello scagliato da David.
    Dopo di che Lyvor si lanciò contro il suo avversario a piena carica, per anticiparlo qual'ora fosse balzato in aria per evitare i suoi stessi colpi d'acqua. Sferrò una frustata di coda su un fianco di David, per poi provare ad artigliarlo ripetutamente alle spalle e al collo ma senza troppa cattiveria.
    Liya stessa si stupì di quanto Lyvor fosse diventato più pacifico ultimamente, se quel bestione poteva considerarsi "pacifico". Almeno non sbranava ogni intruso dopo cinque secondi da quando aveva messo piedi nella tana.
     
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    David si accorse che Lyvor aveva quindi l'elemento luce. Ed aveva di conseguenza creato una barriera che non solo aveva bloccato i suoi serpenti d'acqua, ma li aveva addirittura rimandati contro.

    "Ok. Quindi niente attacchi a lunga distanza contro di lui, altrimenti mi fa questo, quindi meglio degli attacchi ravvicinati per non dargli il tempo di creare quella barriera." fu il pensiero di David.

    Fatto questo dovette anche pensare in fretta a come difendersi da quella situazione. Il suo stesso incantesimo gli si era ritorto contro, e quel drago lo stava attaccando direttamente. Non potendo schivare i suoi attacchi balzando in alto per colpa di quel drago, David evocò una cascata d'acqua per proteggersi dal suo stesso attacco e per colpire il drago bianco di spalle facendogli perdere l'equilibrio in modo che perdesse l'equilibrio nella spinta a terra. E David si preparò anche a spostarsi di lato dopo che i suoi attacchi acquatici sarebbero stati distrutti in modo da potergli poi balzare addosso e colpirlo per bene, nel caso il suo attacco lo scaraventasse a terra. Non poteva prevedere se questo incantesimo sarebbe andato a buon fine o se lui avesse anche qualche altro trucco per contrattaccare. Ma era il miglior tentativo che gli fosse ventuo in mente. Doveva stare ovviamente attento anche agli attacchi corpo a corpo, perché quel drago era decisamente più grande di lui, e di conseguenza l'unico miodo in cui poteva sconfiggerlo era giocare d'astuzia. Doveva assolutamente vincere questa lotta, o perlomeno fare bella figura anche in caso di sconfitta. Liya lo stava guardando, e lui non voleva fare delle figuracce con lei. Questa era una di quelle occasioni in cui avrebbe dovuto dimostrare il suo valore come drago e di essere degno di essere il suo compagno. Non poteva assolutamente fare la figura di quello che si faceva battere come un fesso in questa lotta. Se non se la fosse cavata bene, avrebbe anche potuto indurla a pensare di aver perso tempo con lui ad allenarlo per tutto quel periodo. E lui doveva assolutamente dimostargli che invece aveva speso bene quel tempo e che era degno sia di essere un drago che di essere il suo compagno. Qualunque cosa avrebbe fatto non avrebbe smesso di lottare e si sarebbe sempre rialzato quando sarebbe caduto a terra senza mai arrendersi. Doveva assolutamente mostrargli che non era più un cucciolo e che da quel momento in poi sarebbero sempre stati insieme da pari a pari. Forse cavarsela bene in quel combattimento gli avrebbe anche fatto guadagnare il suo perdono per quello che era successo tra di loro con Kalispera. Non poteva dire con assoluta certezza se le cose sarebbero andate così, ma non gli sarebbe costato nulla provarci e sperare che accadesse.
     
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    Il centauro credette di aver visto la dragonessa osservarlo più o meno attentamente mentre si sistemava comodamente sul ramo da lei indicato. Poco dopo ella gli parlò, dicendo che il posto in cui si trovava era la tana della Nebbia Argentata, asserendo, inoltre: “Non siamo proprio conosciuti come… benefattori..”
    Quell’ultima parola racchiudeva qualcosa di molto profondo; E’riso avrebbe tanto voluto andare al fondo della questione, ma i neuroni della parte sinistra del cervello, non ancora “Idromelinizzati”, gli suggerivano di starsene zitto zitto, buono buono.
    Trascorsero dei secondi in cui l’interlocutrice restò in silenzio. Dopo di che… la rivelazione shock: l’invito, in forma cordiale, ad andarsene dalla tana, perché altrimenti qualche pezzo grosso avrebbe potuto innervosirsi.
    - Ma va, non me l’aspettavo! - pensò dentro di sé il riccioluto, cercando di trattenere una lieve smorfia: - Le mie labbra si contraggono troppo facilmente quando captano sapori sgradevoli, di qualunque entità sei siano. -
    “Se per raggiungere il mio scopo, che per il momrnto non intendo rivelare a nessuno, devo stabilirmi in questo luogo definitivamente, allora così sia.” Rispose lui in tono pacato, talmente calmo e pacato, con termini e modi così raffinati, che se la dragonessa l’avesse conosciuto meglio prima, avrebbe esclamato: “‘E’riso, ma ti sei bevuto l’idromele tarocco?”
    Invece no, quella diede fuoco al tronco dell’albero con una fiammata improvvisa. Fortunatamente, il giovane riuscì a saltare giù senza timore: non gli mancava di certo i riflessi, sebbene dovette ammettere che il suo cuore aveva perso un battito.
    - Dare fuoco al tronco così… Meglio essere sveglio con questa, potrebbe farmi comodo più avanti. -
    Quindi la vide allontanarsi, le corse dietro.
    “Non amo essere chiamato giovane cavallino, ma per lei farò un’eccezione. Posso continuare ad assistere allo scontro, o potrei far innervosire i combattenti semplicemente roteando in maniera convulsa i pollici delle mani?” Le chiese scherzosamente, ammiccando. Si mise in guardia, nel caso in cui la locandiera non avesse gradito la sua battuta.
     
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    L'attacco acquatico di David andò a buon fine, e Liya sogghignò divertita nel notare Lyvor leggermente in difficoltà. Era vero che il dragone non si stava impegnando, ma non pensava di trovare un avversario così ostico e agguerrito.
    La cascata prorompente d'acqua lo schiacciò per terra destabilizzandolo, facendogli perdere un attimo il contatto con la situazione, momento che David a quanto pareva aveva calcolato perché gli balzò addosso per colpirlo fisicamente.
    Lyvor reagì bilanciandosi con la coda e portando le zampe anteriori in alto, con cui afferrò il giovane drago blu e lo rispedì indietro, centrandolo con una codata su un fianco e approfittando di quel momento per caricare una sfera di luce. Indietreggiò di qualche passo, concentrandosi man mano che si allontanava sempre di più.
    "Il tuo potere acquatico non è niente male"
    Lyvor che si complimentava? Più unico che raro. SAveva sempre considrato l'acqua un elemento inferiore, per gli scarti e i rifiuti che non sapevano realmente come combattere e trovavano inutili sotterfugi cercando di sfruttare al meglio un elemento inutile. Come le creature d'acqua, così considerava quelle di ogni altro elemento che non fosse il suo, quello oscuro e al limite quello del vento, ma solo perché aveva un buon esempio a cui far riferimento.
    Liya dal canto suo era davvero curiosa di vedere come Lyvor avrebbe reagito scoprendo che quello era solo il potere secondario di David, e che nel controllo della natura circostante era ancora più abile. Negli ultimi mesi lui si era allenato molto, e lei aveva trovato sicuramente divertente l'insegnargli a combattere al meglio.
    Era ancora un po' impacciato e a volte pensava troppo prima di agire, ma nel complesso era davvero diventato ingamba.
    Schioccò la lingua, pensando a come si sarebbe divertita quando lo avrebbe punito a modo suo, mentre Lyvor cominciava a correre attorno a David per cercare di confonderlo, lasciando scie luminose che riflettevano la sua immagine per impedirgli di capire chiaramente dove si trovasse.
    Era come se lì attorno si trovassero una decina di Lyvor, e in mezzo a quel miasma di scintille e bagliori non era facile distinguere quello vero. Lyvor a quel punto scagliò la bomba di luce, dritta ed inesorabile verso David.
    Senza dubbio se lo avesse centrato David non ne sarebbe rimasto del tutto illeso, per quanto Lyvor si stesse trattenendo uno di quegli attacchi era in grado di deflagrare una roccia. Aveva combattuto contro Lyvor diverse volte, quando per sfizio quando per un diverbio, e per quanto lei si fosse dimostrata più forte il dragone non era un avversario da sottovalutare.

    Elsa si fermò, voltandosi verso il cavallino. Questo le stava chiedendo di poter assistere allo scontro, in tutta tranquillità. Non si era reso conto che in quel momento si sarebbe dovuto trovare ovunque tranne che lì, e che la tana non era un luogo per perditempo senza nulla da fare nella loro frivola esistenza?
    Mosse placidamente le ali e ondeggiò la coda un paio di volte, prima di digrignare le zannucce e distorcere il musetto in un sorriso poco rassicurante.
    "Io ho un'idea migliore"
    Si stirò le membra, improvvisando due calcoli mentali su quanto sarebbe potuto pesare il centauro. "Sali su, prode cavallino"
    Alla Nebbia erano dei maestri nell'infastidire il prossimo nelle maniere più disparate, Elsa non faceva eccezione.
    Attese che lui si fosse avvicinato a lei,e nonostante le dimensioni non proprio elevate della draghetta riuscirono a trovare il giusto assetto per stare comodi. Al che Elsa prese una breve rincorsa, e balzò in aria cercando di inarcare il dorso per distribuire meglio il peso del cavallino su di sé. Quel tipo non aveva neanche protestato, non le aveva fatto troppe domande e non si era neanche preoccupato più di tanto di poter precipitare. O almeno non gliel'aveva comunicato in alcun modo.
    Non poteva alzarsi per più di qualche metro, sia perché non era ancora in grado ti trasportare pesi che superassero la metà del suo, sia perché quel volo era un po' troppo improvvisato per rischiare.
    Si allontanarono di qualche metro, dirigendosi verso l'entroterra dell'isola, planando dolcemente da un albero all'altro sfruttando i rami grazie ai quali Elsa si conferiva maggior spinta. In breve giunsero su un albero di Vlotmir dall'inconfondibile fogliame azzurro, affascinante e in totale risalto con il verde circostante. Elsa adorava quell'albero, Nairy le diceva sempre che somigliava a lei: occhi azzurri fra squame verdi smeraldo.
    Elsa aveva sempre apprezzato quel paragone, dato che considerava quella strana pianta una delle più affascinanti particolarità di Ahsnaeris.
    Si appigliò ai rami con gli artigli, issandosi su mentre le fronde scricchiolavano sotto la sua trazione. Sapeva che quegli alberi erano abbastanza forti da sorreggerla, quindi non si curò dei rumori che minacciavano di farli precipitare.
    Si appollaiò su un intreccio di rami piuttosto comodo, avvolgendo la coda attorno ad uno di essi.
    "Da quanto ho visto non dovresti aver problemi a stare su un albero, cavallino"
    Dal punto in cui si trovavano potevano osservare l'esterno della foresta, che dava sui primi versanti dell'Ossidiana d'argento.
    "Adesso siamo lontani dagli altri, qui non possono sentirci. Allora vuoi dirmi che intenzioni hai?"
    L'espressione di Elsa era semplicemente quella di un drago curioso. Non aveva secondi fini, ne palesi intenti malevoli. Si stava soltanto chiedendo cosa ci facesse E'riso da quelle parti e per quale motivo nascondesse i suoi intenti.
    "Adesso se vuoi puoi andartene, credo nessuno si sia accorto di te. Se così non fosse penserò io a spiegare loro che è stato realmente un caso, per una volta. Ma sai, questa tana è situata in modo che nessuno, o quasi, possa trovarla senza starla davvero cercando. In questi anni le volte in cui qualcuno ha finito per imbattersi in noi per pura casualità si contano sugli artigli di una zampa, ed è molto strano che tu sia qui"
    Fece una piccola pausa, emettendo una voluta di fumo dalle narici con cui surriscaldò leggermente l'aria di fronte a sé. "Succede che qualche personaggio esterno si addentri nella tana come in questo momento, e probabilmente quelli che non ti conoscevano ti hanno scambiato per un invitato. Qualcuno di noi però è talmente sospettoso che si accorgerebbe anche di una mosca di troppo, non credo tu sia passato inosservato"
    Artigliò il legno sotto le sue zampe con forza, lasciandosi poi cadere e penzolandosi dai rami come un opossum scemo. Scrutò E'riso dunque dal basso verso l'alto, rimanendo appesa all'albero solo per la coda.
    "Questo è il motivo per cui o te ne vai o mi riveli cosa accidenti ci fai qui, se escluderai entrambe le opzioni credo di essere costretta a... come dire..." si fermò un istante, smettendo di oscillare. "Giusto, non mi hai ancora rivelato il tuo nome cavallino. O vuoi che continui a chiamarti giovane cavallino ancora per un po'?"

    Edited by Aesingr - 21/8/2018, 11:56
     
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    Il colpo acquatico di David, con grande gioia di lui, andò a buon fine. Quest'ultimo era decisamente soddisfatto di come stavano andando bene le cose. Liya sicuramente sarebbe stata soddisfatta di lui, e forse lo avrebbe perdonato per quello che sarebbe successo tra di loro. Quando poi gli saltò addosso per colpirlo, si ritrovò scaraventato indietro da una codata di quel drago bianco. E questo fece capire a David che probabilmente era inferiore a lui sul piano fisico e che forse doveva evitare il corpo a corpo a meno che non fosse riuscito a sferrare un colpo sicuro senza rischio di contrattacchi. In parole povere doveva concentrarsi su attacchi a distanza che fossero anche veloci in modo che non avesse nemmeno il tempo di rimandarglieli contro. Deciso questo ascoltò il complimento sul fatto che il suo potere acquatico non era affatto male. E questo lo lusingò molto. Questa era un'ulteriore conferma che stava andando bene in quella lotta, e quindi doveva continuare così se voleva continuare a fare una buona impressione ai suoi nuovi compagni. Quando poi il drago bianco cominciò a correre intorno a David, quest'ultimo prima rimase spiazzato per le copie del drago bianco che gli correvano intorno. Quale era il drago vero? Come avrebbe potuto colpirlo? Naturalmente la cosa durò davvero poco, perché la soluzione a quel problema era davvero semplice ed ovvia. Se non poteva vedere da dove veniva, lo avrebbe colpito dappertutto. Ricordandosi ovviamente anche della sfera di luce che stava caricando, che sicuramente sarebbe diventato un attacco che avrebbe usato contro di lui, decise di aspettare che la scagliasse e poi avrebbe fatto la sua mossa. Alzò quindi al massimo la guardia ed aspettò che partisse l'attacco. Quando finalmente partì, David usò nuovamente uno spruzzo d'acqua per spingersi in aria, ed allo stesso tempo evocò un rigoglioso ammasso di rami, rovi e spine dal suolo in modo che colpisse dappertutto il terreno dove lui stava correndo, in modo da essere certo di colpirlo ovunque stesse correndo ed intrappolarlo per bene. Sperava sinceramente che il suo avversario non fosse abbastanza forte da liberarsi. Ma se anche lo fosse, magari avrebbe apprezzato la strategia che aveva messo in atto come contromossa per il suo attacco. D'altra parte doveva anche sperare che la sfera che gli aveva scagliato contro non fosse anche uno di quegli incantesimi che inseguono l'avversario. Altrimenti sarebbe stato nei guai, ed avrebbe dovuto trovare una strategia per liberarsi da quella mossa inseguitrice. Se invece non lo fosse stata, tanto meglio. Oltretutto con la sua strategia avrebbe anche creato maggiori rami e rovi da poter controllare in modo da avere un campo di battaglia più favorevole a terra.
     
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    “E’riso. Mi chiamo E’riso.” Esordì il centauro, abbassando per un istante lo sguardo sulle foglie azzurre. Lo sguardo della dragonessa, accompagnato dalla domanda appena formulata era eloquente.
    Si passò una mano fra i capelli castani, nervoso: non gli piaceva dover parlare a una sconosciuta dei suoi affari, ma d’altro canto, non aveva scelta. Certo, poteva anche affrontarla, tuttavia sarebbe stato come lottare contro delle fiamme manovrate dal vento.
    “Una persona a me cara è stata uccisa.” Continuò, guardando dritto negli occhi l’altra creatura: “Le hanno trafitto il collo e fatto schizzare l’occhio destro fuori dall’orbita.”
    Altra pausa. Il giovane aveva nuovamente preso a tormentarsi i riccioli; non che fosse emotivo, o stesse rivivendo con la mente l’istante in cui la sua compagna d’avventura Calliope era morta, solo, per quanto egli fosse un tipo espansivo, non amava ciarlare di quel genere di eventi.
    “Ora, Questa persona era particolarmente conosciuta dalle mie parti, perché era una bella centaura che suonava, cantava, scriveva, era impegnata in politica ed altre tante cose, quindi la sua scomparsa ha lasciato il segno. Io voglio trovare quel maledetto che le ha tolto la vita, perciò ho ho intrapreso un viaggio per Kengard, incurante di tutto e di tutti e strafacendo ho incontrato un tizio che in sostanza mi ha detto che ad ucciderla era stato un membro della Nebbia Argentata. Ovviamente, tanto per mettere nero su bianco, non ho preso come oro colato ciò che mi disse quel signore.”
    La creatura s’interruppe per prendere fiato e sgranchirsi le zampe anteriori che si erano addormentate; si rizzò su tutti e quattro gli zoccoli per cambiare posizione, appoggiando il dorso contro la parte iniziale del ramo soprastante, quindi stese le zampe posteriori sul tronco sul quale erano saliti, mentre le altre due penzolavano a caso davanti a sé.
    “Ieri sera, mi trovavo qui nei dintorni. Avevo urgentemente bisogno di una latrina. Sì, lo so, lo so, ma avevo anche fame…” ad E’riso scappò una risatina acuta, sebbene riuscì a portarsi in tempo una mano alla bocca per non sembrare uno scemo: “E… mi sono trovato qui per caso. Non chiedermi come. All’inizio non avevo manco capito di essere finito in un posto in cui si trovasse la Nebbia argentata.”
    Detto ciò, egli si fece serio in volto: “Io non so se chi ha ucciso la mia amica sia in quel posto,” asserì indicando con l’indice il luogo da cui erano usciti: “Però so che sono determinato più che mai a raggiungere il mio obbiettivo. Spero che la mia risposta sia stata abbastanza esauriente.” Concluse, aspettando una qualche reazione da parte della locandiera.
     
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    Pallad, questo scontro ti anticipo che non puoi vincerlo, Lyvor è ancora troppo forte per David. Comunque dagnene secche!
    Cerca solo di rimanere coerente e non parare/evitare qualsiasi cosa, tanto è così per gioco... o meglio, per sfizio di Liya xD


    David si spinse usando un getto d'acqua, lasciando a terra un ampio groviglio di ramaglie con cui sperava di intrappolare Lyvor, che dal canto suo ghignò divertito dalla tenacia del suo avversario.
    Il suo attacco di luce andò a vuoto; scagliò la sfera un attimo prima che David balzasse in aria, sperando di centrarlo, ma la spinta dell'acqua si rivelò superiore e questo permise al drago blu di evitarne la traiettoria. Se David però sperava di vincere con una strategia così semplice si sbagliava. Lyvor infatti si sollevò rapidamente in aria, e le copie riflesse si sollevarono con lui. Aveva letteralmente evocato dei cloni, i quali si lanciarono addosso al nuovo strano compagno di Liya con ferocia. Soltanto uno di loro era quello reale, quindi solo uno degli attacchi avrebbe provocato danni effettivi, la difficoltà stava proprio nel capire quale fosse la copia da cui difendersi.
    Inoltre Lyvor si muoveva davvero troppo rapidamente, confondendo fra le sue scie luminose i movimenti delle ali con cui si spostava in volo ad enorme velocità. Dalle sue zampe partirono filamenti luminosi d'energia, andando a creare una sorta di ragnatela da cui David difficilmente sarebbe riuscito a fuggire. Con la sola vista non era possibile capire quali fossero realmente i fasci di luce che mutavano in'energia solida, e questo diede il tempo necessario a Lyvor per confondere il drago e rinchiuderlo in una fittta rete di luce. Cercò dunque di diminuire il diametro all'interno della ragnatela, così da lasciare meno spazio vuoto possibile e bloccare David come il drago blu prima aveva cercato di fare con lui.
    "Non montarti la testa, pivellino" asserì, sogghignando.
    Liya dal canto suo rimaneva silenziosa ed immobile a fissare lo svolgersi degli eventi in tutta calma, distesa a pancia sopra, come lì accanto si stesse ciarlando del più rilassante e pacifico degli argomenti.
    Aveva fatto scontrare quei due solo per capriccio, perché era divertente vedere fin dove si spingeva David per uscire dalle situazioni critiche.

    Elsa si tirò su sbattendo le ali e si poggiò più comodamente fra i rami, con le zampe e la coda penzoloni.
    "Adesso le cose mi tornano" fece tranquilla, grattandosi con la coda il fianco sinistro. "Certo che ne hai di coraggio. O semplicemente sei stupido, a te la scelta"
    Scrutò in direzione della tana, verso cui E'riso aveva indicato, passando lo sguardo dal terso cielo sopra le loro teste con fare pensieroso.
    "Noi non ci nascondiamo, ma i nostri piccoli rifugi sono posti, come ho già detto, in punti strategici dove difficilmente si arriva per caso. Probabilmente sei solo stato fortunato... o il contrario, anche questo lo lascio scegliere a te"
    Esibì un leggero sorrisetto, snudando le bianche zanne d'agata. Allungò il collo verso il centauro, inclinando il muso come ad avvicinare le fauci al suo orecchio.
    "Non dovrei parlarne, ma la nebbia non può aver ucciso questa tua cara giumenta. Credimi, per quanto non sia nelle mie intenzioni sviarti dal tuo obbiettivo, non è qui che troverai risposte"
    Tirò indietro la testa, richiudendo le ali. "Nessuno di noi uccide, gli unici a rischio sono coloro che entrano nella tana senza permesso e se ne vanno come nulla fosse"
    L'allusione non era né velata né accompagnata da un'espressione ironica, era più che vero ciò che aveva appena detto. Infatti non era sicura che il cavallino fosse al sicuro, data la superficialità con cui si era comportato.
    "Teoricamente dovrei accertarmi con ogni mezzo che tu non stia mentendo, che tu non sia entrato per arraffare informazioni su di noi. Ma non mi sembra proprio tu ti trovi in questa foresta per ingannarci, quindi o sai fingere bene o sei davvero capitato fra di noi per caso"
    Rimase un attimo in silenzio, continuando ad ondeggiare la coda sul suo stessso fianco.
    "In ogni caso, se qualcuno di noi avesse fatto ciò che hai detto probabilmente sarebbe già stato fatto a pezzi e bruciato. C'è altro che puoi dirmi su questo individuo senza scrupoli?"
    Nella voce e nel muso di Elsa vi era anche una sotttile vena di genuina empatia. Le avevano sempre detto che, per quanto giovane, avrebbe dovuto imparare a nascondere ogni tipo di emozione al più presto; a lei tuttavia non interessava, aveva specificato che se si fosse unita a loro avrebbe fatto come voleva e nessuno ancora le aveva fatto pesare la sua indipendenza.
     
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    Lo avevo intuito. Ma comunque spero di avere una sconfitta dignitosa ;)


    David non fece in tempo ad essere sollevato per aver schivato quell'attacco che Lyvor gli aveva scagliato contro che purtroppo il suo avversario aveva già schivato il suo attacco, ed aveva già preparato la sua contromossa. Ed era una contromossa davvero micidiale. David purtroppo non ebbe idea di come contrastare quella sua mossa, ma quindi dovette cominciare a colpire alla cieca sperando di colpire quello vero. Il drago blu dal ventre bianco, cominciava davvero a perdere le speranze per riuscire a vincere quello scontro, perché di certo non era ancora abbastanza forte. Ma almeno voleva riuscire ad avere una sconfitta dignitosa, rimanere in piedi, e perdere a testa alta. Doveva decisamente fare in modo che il suo avversario lo rispettasse e che, anche se lo avesse battuto, avrebbe almeno detto che se l'era cavata bene e si era battuto valorosamente. Avrebbe reso Liya orgogliosa di lui in modo che avrebbe potuto dire di essere orgogliosa di essere la sua compagna. Capendo poi che il suo avversario era troppo veloce per un combattimento in aria, il drago decise che sarebbe dovuto tornare a terra. Con un nemico veloce la cosa più logica sarebbe stato creare una zona di terreno per limitare i suoi movimenti e costringerlo a rallentare. E quindi avrebbe dovuto creare più alberi e radici possibili. E con l'incantesimo di prima ne aveva già creati tanti. Quando il suo nemico lo intrappolò in una rete di luce e cominciò a restringerla, David decise che purtroppo l'unico modo per riuscire a mettere in atto la sua strategia sarebbe stato incassare il colpo anche se avrebbe significato farsi male, ma sopportare il dolore era l'unico modo possibile per uscire fuori da quella situazione e provare a contrattaccare. Tanto dopo avrebbe comunque potuto curarsi usando la sua magia. Di conseguenza, generò nuovamente lo spruzzo d'acqua per spingersi in basso il più velocemente possibile, incassando i fasci di energia di luce. Se fosse riuscito a passare oltre, nonostante i danni subito, poi avrebbe potuto spingersi a terra e poi controllare nuovamente tutto quello che aveva creato per potersi proteggere ed avrebbe fatto crescere il tutto per creare una zona di combattimento più favorevole a lui, e più sfavorevole al suo avversario. Era tutta una questione di fortuna ovviamente, perché o quella rete sarebbe stata troppo robusta per poterla sfondare, nonostante i danni, oppure ci sarebbe riuscito ma i danni che ne avrebbe derivato sarebbero stati troppo forti da sopportare. In parole povere con quel gesto stava tentando il tutto per tutto. Ma con un avversario così potente purtroppo non c'era altro modo per fermarlo. Se purtroppo il suo piano si fosse rivelato un fallimento, allora non avrebbe più avuto altre idee su come uscire fuori dalla situazione in cui si era cacciato. A meno che ovviamente il suo avversario non facesse un gesto differente che gli avrebbe dato una nuova opportunità e la possibilità di un nuovo tentativo.
     
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    Il discorso che gli fece la dragonessa non lo turbò, tantomeno provava rancore nei suoi confronti. Solo un sentimento si stava facendo largo nell’animo del centauro: il vuoto.
    Il vuoto che nasce, cresce e si espande come le piante rampicanti avvelenate. Lo sentiva adesso, quel maledetto e schifoso senso di vuoto, che lo avviluppava e lo stringeva in una morsa d’acciaio.
    Trasse un profondo respiro e si sforzò di sorridere quando la creatura al suo fianco gli diede ironicamente dello stupido e del fortunato.
    “Non dovrei parlarne, ma la Nebbia non può aver ucciso questa tua cara giumenta…” si sentì dire, sebbene in quel momento il suo cervello fosse in stato di apatia; ci mancava solo che gli desse il comando di sorridere come un ebete a un funerale.
    “Nessuno di noi uccide, gli unici a rischio sono coloro che entrano nella tana senza permesso e se ne vanno come se nulla fosse.”
    Questa frase, pronunciata molto probabilmente con sincerità, lo riportò di soppiatto alla realtà.
    Porcinna… disse la sua voce interiore mentre se le dava di santa ragione con il coperchio di una pentola.
    “Non so dirti altro su quest’individuo. Mi spiace.” Apostrofò tirandosi su sugli zoccoli: “Tu non credi che forse potrebbe esserci dietro qualcosa a tutta questa storia?” Aggiunse fissandola negli occhi: “Non per insinuare il falso. Immagino che la vostra, per così dire, associazione, abbia dei nemici che intendono screditarla o altro. Certo, certo, da come ne parli, sembra che siate tipo una setta super segretissima che fa piazza pulita dei soggetti scomodi, quantunque non uccidiate per divertimento, ma soprattutto, se non siete attaccati. Non lo so… faccio per dire.”
    Detto ciò, E’riso montò su un ramo sopra le loro teste per poter ammirare più da vicino le foglie azzurrine del lirismo.
    “Con permesso, non ho mai visto questo genere di albero così da vicino. Spero non ti dispiaccia, altrimenti scendo subito.”
    Oppure vieni tu! pensò fra sé.
    Ci fu una pausa di silenzio, durante la quale il giovane si dedicò allo studio attento e minuzioso di un esemplare di foglia di lirisio, saggiandone con gli occhi la lunghezza ottimale, lo spessore e la capacità di resistere ai vari venti, caldi e freddi. Quindi volse nuovamente lo sguardo in direzione della locandiera, domandandole a bassa voce: “Cosa mi suggerisci di fare? Non fraintendermi, a dispetto delle apparenze, non sono scemo o fose, solo oramai non posso e, sotto sotto, non voglio andarmene via di qui.”
     
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    David usò ancora l'acqua per spingersi, questa volta contro la rete d'energia che Lyvor aveva creato per limitare il suo campo d'azione. La pressione dell'acqua era una delle più potenti forme d'energia a livello di forza, e contenerla era impossibile.
    Il drago della natura riuscì infatti a passare oltre i confini di luce ma il suo corpo ne risentì, e alcuni tagli si aprirono sulle sue spalle e sulle sue zamp e anteriori, utilizzate per ripararsi dall'impatto.
    Lyvor intanto aveva capito che i rami sotto di sé stavano aumentando di numero, la vegetazione era diventata più fitta. Senza il benché minimo timore continuò a sbeffeggiare il suo avversario, scendendo di quota e arrivando con le zampe appoggiate sulle fronde che David aveva fatto spuntare dal terreno. Da lì caricò una sfera di luce esplosiva di grande potenza, con cui bersagliò il drago in un attacco frontale e diretto. Se non avesse colpito lui, avrebbe comunque distrutto parte del suo terreno di battaglia creato sotto di loro.
    In ogni caso Lyvor rimase immobile sulle ramaglie evocate e contorte dal drago blu, senza preoccuparsi che David potesse usarle contro di lui più facilmente da quella posizione.

    Il giovane centauro si stava aggrappando sull'albero neanche fosse una scimmietta lemure, e Elsa si era imbambolata a fissare le sue zampe penzolanti nel mentre che saliva con fluidità.
    Sbuffò col naso, emettendo una fugace nuvoletta di fumo che si dissolse fra le foglie sovrastanti tingendole ttemporaneamente di una leggera sfumatura grigiastra.
    "Certo, ma non siamo così segretissimi come credi. Dovresti pensarla come una controversia non fine a se stessa: cerchiamo di nasconderci, ma allo stesso tempo di farci conoscere e riconoscere. Il fatto che ci nascondiamo non è per celarci agli altri, bensì per far credere loro che vogliamo nasconderci. L'intento della Nebbia in realtà è proprio divulgare il proprio operato, seppur non gradito dalla gente. Anzi fai sapere quanto il nostro idromele è meravigliosamente alcolico in città, se è lì che ti dirigerai"
    Con un sorrisetto squamoso si aggrappò con gli artigli al tronco dell'albero e lo utilizzò per salire verso l'alto, rimanendo poco sotto E'riso.
    "Altrimenti non ne starei parlando così apertamente, mi pare ovvio. Comunque quel che dici è molto probabile, proprio per questo speravo tu potessi darmi qualche informazione in più, è probabile che lo conosciamo... o che, addirittura, sia stato uno di noi e adesso non desideri altro che vendicare qualcosa o qualcuno. Sai spesso ci attribuiscono colpe non nostre, o meglio noi stessi facciamo in modo che accada, quindi non è difficile immaginare che possano nascere fraintendimenti"
    Fece una piccola pausa, grattando la ruvida corteccia con la coda per poi avvolgerla attorno al tronco e rimanere immobile.
    "Se proprio vuoi saperlo non uccidiamo neanche chi ci attacca, solo chi tradisce deve pagare immediatamente perché non si divulghino informazioni che non devono trapelare. Per ora comunque quasi nessuno, tra coloro che si sono uniti, l'ha fatto con l'intento di tradire. Oppure semplicemente una volta dentro hanno cambiato idea. E tu perché non vuoi andartene? Come ho già detto sei ancora in tempo, finché la tua posizione non diventa pericolosa posso prendermene la responsabilità senza conseguenze"
    Osservò poi come E'riso studiasse le foglie azzurre dell'albero del Vlotmir; anche lei era sempre rimasta affascinata dal loro tingersi di cielo, era senza dubbio la pianta più affascinante della foresta e quella di cui gli studi avevano scoperto meno proprietà. Il Vlotmir era un intero mondo da analizzare.
    "Quest'albero si chiama Vlotmir, non se ne sa ancora molto ma è senza dubbio stupendo"
     
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    David per sua fortuna riuscì a liberarsi dalla rete di luce proprio come aveva pianificato. E, come aveva intuito, ne era uscito con qualche danno, anche se era meglio di niente, e probabilmente se fosse rimasto lì dentro, ne avrebbe subiti di più. Una volta arrivato a terra, si rialzò in tempo per vedere che Lyvor stava atterrando per un nuovo attacco. Per David fu un bene, dato che a terra era avvantaggiato e poteva anche limitare gli spazi e la velocità del suo avversario. E quando vide il drago bianco cominciare a caricare un nuovo attacco di luce, David capì che doveva agire immediatamente. Per usò nuovamente il suo potere per far crescere, irrobustire ed avvolgere il suo avversario con i rampicanti su cui era atterrato. Ed oltre che a cercare di bloccarlo con i rampicanti, aveva intenzione di usarli per muovere il corpo del suo avversario per deviare la sfera che stava caricando verso l'alto, in modo che non colpisse nulla, oppure, se le cose fossero andate meglio, forse la sfera, se scagliata in aria, sarebbe potuta cadere a terra contro di lui, ed avrebbe quindi potuto ritorcergli contro il suo stesso attacco. Se non fosse invece riuscito a deviare il suo attacco, avrebbe di nuovo usato l'acqua per schivarlo spingendosi di lato. Non si sarebbe spinto in alto perché in aria era decisamente svantaggiato e sarebbe stato più vulnerabile. Questo era il piano che aveva escogitato. E mentre stava sferrando quell'attacco per difendersi, contemporaneamente utilizzò la magia su se stesso per curarsi da quelle ferite. Per fortuna non erano troppo profonde. Così sarebbero guarite in fretta. Ed in effetti si rimarginarono praticamente subito. Così ebbe anche tutto il tempo per rifletterci meglio su cosa fare nella sua strategia. Per il momento aveva pianificato questo. Ovvero bloccarlo, deviare il suo attacco, e curare se stesso. Ma per quello che riguardava il resto del combattimento, doveva irrobustire per bene le piante che avrebbero bloccato il suo avversario. Se voleva riuscire a dimostrare il suo valore e resistere il più a lungo possibile doveva decisamente trovare una strategia vincente. Non sapeva infatti per quanto a lungo avrebbe potuto continuare a scagliare incantesimi. Prima o poi le sue energie sarebbero finite, ed allora si che sarebbe stato vulnerabile ed in un mare di guai. A meno che, finite le energie, Lyvor non decidesse che avevano fatto abbastanza e non volesse concluderlo qui. Non sapeva ancora se avrebbe avuto la fortuna di vincere, ma anche riuscire a resistere il più a lungo possibile contro un avversario immensamente più potente di lui, forse sarebbe stata comunque una vittoria, Liya sarebbe stata soddisfatta di come si era comportato nella lotta, e Lyvor forse avrebbe cominciato a rispettarlo decretando che si era battuto con intelligenza e valore. Se ovviamente tutto fosse andato bene.
     
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    E’riso l’ascoltò assorto, senza pensare ad altro od obiettare fra sé. Poi trasse un profondo respiro, quindi fece schioccare la lingua e si apprestò ad accomodarsi nel medesimo ramo dove si trovava lei.
    -Qui mi sa che ci vuole un discorso alla Diotima. si disse, scuotendo leggermente il capo: i suoi riccioli si smossero un attimo, solleticandogli la nuca.
    “Grazie del chiarimento, sebbene mi dispiaccia non esserti d’aiuto per quanto riguarda l’aggressore di Calliope. Ad ogni modo, io non me ne vado da qui e ti dirò il perché.”
    Ci fu una breve pausa, durante la quale il centauro piantò i suoi occhi verdi contro quelli della sua interlocutrice, non per intimorirla, no no, ci mancherebbe altro, ma per trasmetterle parte della sua determinazione.
    “So bene che il più delle volte sono visto come uno squilibrato, il quale ha delle botte di fortuna incredibili e quant’altro, ma non me ne po’ fregà de meno.”
    Altra pausa in cui il castano esibì uno dei suoi sorrisi più naturali.
    “Ho vissuto più o meno trent’anni battendo con questi quattro zoccoli decine e decine di foreste, vivendo perlopiù alla giornata. Sono stato anche nei bassi borghi, dove serpeggia la malavita; non mi sono mai macchiato del sangue di un’altra creatura, se è ciò che vuoi sapere, ma la mia tribù non camp di canti e suonate alle feste dei ricchi, anzi, li ripudiavamo con tutto il cuore.
    Puoi anche non credere a quello che ti ho appena raccontato, ma sappi che noi centauri educati e con un minimo di cultura in groppa abbiamo un codice d’onore, esattamente come i cavalieri. Io sono entrato qui dentro e, oramai, se me ne andassi, la mia coscienza mi accuserebbe di essermi comportato da codardo, da vigliacco.
    Io ti ringrazio per la possibilità che mi offri così generosamente, ma da qui non me ne vado, dovessi affrontare te o uno dei tuoi compagni e perdere, perché accadrebbe questo. Non sono un traditore e, se lo ritieni opportuno, mettimi pure alla prova.”
    Una folata di vento sferzò il suo volto e forse anche quello di colei che gli stava accanto. Ripensò al discorso pronunciato pocanzi: ok, aveva un po’ esagerato nel riferire la sua storia, ma c’era del vero.
    “Comunque, da come ne parli, sembra che la vostra organizzazione sia un po’ come quest’albero: se ne conoscono le caratteristiche esteriori, ma non le proprietà; si sa che esiste, ma allo stesso tempo è un mistero.
     
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    Lo scontro tra David e Lyvor proseguiva senza esclusione di colpi, però a David mancava quella sicurezza che il suo avversario ostentava con così tanta decisione.
    Il drago blu agì come aveva previsto, e Lyvor sorrise beffardamente con fare sardonico. Rimase completamente immobile, aspettando che i rampicanti e le radici del suo avversario lo avvolgessero.
    La sfera di luce che aveva caricato si diresse verso l'alto, in direzione delle nuvole sovrastanti a grande velocità, esplodendo in un boato assordante che generò una marea di scintille e bagliori a diversi metri sopra le loro teste.
    Finse di agitarsi, lasciando che la vegetazione lo afferrasse senza opporre abbastanza resistenza da far credere che i suoi intenti fossero davvero quelli di distruggere con la pura forza fisica le ramaglie.
    Liya, che aveva capito cosa stesse per accadere, si rimise in piedi e incurvò le zampe pronta ad intervenire qual'ora ve ne fosse stato bisogno. Lyvor si agitò, colpendo con forza le piante circostanti con la coda, nel tentativo di abbatterle per liberarsi.
    Intanto però il suo sguardo semplicemente fissava David, e lasciava trapelare tutt'altro che preoccupazione per il prossimo attacco che avrebbe potuto subire.

    Elsa trasse un lungo respiro e rimase immobile, fissando ciò che le stava attorno con assoluta tranquillità. Gli uccelli cinguettavano, gli animali del sottobosco zampettavano in armonia, e lei si chiedeva perché quel centauro fosse così cocciuto.
    "Bene..." asserì, srotolando il corpo dal tronco e scendendo in uno dei rami sottostanti. "Quello che dici è davvero molto interessante, E'riso"
    Si alzò in volo fra le fronde, attenta a non incastrare le corna o le ali nella chioma dell'albero.
    "Certo devi essere piuttosto squilibrato, ma un'ultima volta cercherò di chiarirlo: o rimani per sempre, o te ne vai subito. Qualunque sia la tua scelta sali"
    Attese che il centauro salisse, indecisa sul da farsi. In qualche maniera avrebbe dovuto convincerlo ad andarsene, oppure doveva convincere i ragazzi che non aveva intenzioni malevole.
    In entrambi i casi sembrava un lavoro difficile.
    "Questo albero dici?" continuò, riferendosi alla sua frase precedente. "Si, questo albero è decisamente come noi, non posso negare tu abbia ragione cavallino"
    Esibì un breve sogghigno, incurvando il capo all'indietro per un sonoro sbadiglio degno di un giovane drago sputa fuoco.
    Le sue fauci si contornarono di fluttuanti facelle color del tramonto, che si convogliarono in una fugace fiammella appena le richiuse.
    "L'unica differenza... sta nel fatto che quest'albero semplicemente ti saluterà se te ne andrai dopo aver sostato fra le sue fronde"
    Forse ribadire il concetto poteva risultare esasperante, ma voleva essere sicura di non avere rimorsi quando il momento fosse giunto.

    Edited by Aesingr - 23/8/2018, 13:02
     
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    David vide come il suo attacco stava avendo successo ed il suo avversario stava rimanendo bloccato dai suoi rampicanti. Stava funzionando tutto bene. Ma il drago si accorse che il suo avversario era troppo tranquillo, e questo significava che stava tramando qualcosa. Questo insinuò preoccupazioni in David. Come era possibile che il suo avversario fosse così tranquillo se lo aveva appena intrappolato? Per David fu straziante. Possibile che non poteva rilassarsi nemmeno per un momento contro di lui?! Non potendo fare nulla per rassicurarsi da questa situazione, fece un respiro profondo, e poi, per avere un terreno maggiormente favorevole, cominciò a far crescere tanti alberi e rampicanti intorno per tutta la zona e li fece i più alti e robusti possibili in modo che, se il suo avversario si fosse liberato, avrebbe avuto meno spazio per muoversi, e non avrebbe potuto sfruttare appieno la sua velocità e per dare a se stesso un terreno di combattimento più favorevole. Si assicurò di irrobustire per bene i rampicanti con cui lo aveva intrappolato in modo da ridurre ulteriormente le possibilità di Lyvor di liberarsi. Continuò a stringere sempre più forte con i rampicanti, e vi fece spuntare anche delle spine per poter cominciare a danneggiare il suo avversario. Ed il drago blu dal ventre bianco aveva anche deciso la sua prossima mossa nel caso il suo avversario si fosse davvero liberato. Se lo avesse fatto senza generare una qualche sorta di barriera, lo avrebbe colpito con la linfa vitale. In questo modo delle piante gli sarebbero cresciute sulla sua carne ed avrebbe potuto farle crescere per danneggiarlo ulteriormente, oppure il suo avversario avrebbe potuto semplicemente strapparsele addosso facendosi comunque qualche danno. Questo era il meglio che era riuscito ad escogitare. Adesso doveva solo aspettare e continuare a stringere sperando che andasse tutto bene. Nonostante ciò la tensione era alta. Quel Lyvor aveva in mente qualcosa. Ed alla fine fu proprio per via di questa tensione che decise di usare contro di lui l'incantesimo iniezione acquatica. Per non correre rischi, dato che era l'incantesimo migliore e più potente che poteva usare contro di lui da quella posizione. Prima di farlo però gli disse

    "Scusami per questo, ma tanto lo so che troverai il modo di cavartela."

    E procedette con l'incantesimo. Sperò sinceramente di non ucciderlo, perché quello che stava per usare era un incantesimo letale. Ma visto che era ormai ovvio che il suo avversario era decisamente più potente di lui, poteva anche colpire con tutta la sua forza come per ucciderlo, dando per scontato che comunque non ci sarebbe riuscito. Se invece si fosse sbagliato ed avesse fatto un errore di calcolo dettato dalla paranoia, allora sarebbe finito in guai davvero grossi. E già temeva che quella paranoia gli avrebbe fatto fare una figuraccia con Liya. A meno che ovviamente non fosse uno dei casi in cui si poteva dire che la paura era una reazione saggia e quindi avrebbe capito quello che provava e la situazione in cui si trovava. Ovviamente c'era anche la possibilità che il suo avversario bluffasse e che quindi preoccupandosi di quello che avrebbe potuto fargli, fosse caduto nella sua trappola. Ma ormai aveva fatto la sua scelta, e quindi doveva solo sperare che tutto andasse bene.

    Iniezione acquatica
    Con questa tecnica David fa crescere un rigoglioso ammasso di rami, rovi e spine dal suolo in un area di una decina di metri, con cui assale l'avversario da ogni direzione per ferirlo, intrappolarlo e infilzarlo. Ma il danno non si limita solo a questo. Infatti ciò che infilza l'avversario inietta poi una quantità sproporzionata d'acqua all'interno del corpo gonfiando l'avversario fino a farlo esplodere. Naturalmente la cosa richiede tempo ed energia. E se l'avversario si trova in aria è al sicuro da questa tecnica. Oltretutto ha comunque la possibilità di liberarsi prima di avere una quantità dannosa di acqua all'interno del suo corpo.
     
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