Nella tana dei pazzi

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    “Rimango per sempre.” Disse in tono risoluto, dopo essersi arrampicato fino al punto in cui si era appena posata la dragonessa.
    -Rimango per sempre.- ripeté dentro di sé. Aveva fatto la sua scelta e ne era pienamente consapevole. Consapevole come quando la fata Ilea, innamoratasi perdutamente di un giovane viandante, gli chiese: “Tornerai da queste parti?” ed egli le rispose: “Sì.”
    Oppure, come il fanciullo ridente di cui gli aveva tanto narrato il suo amico Niceo, il quale disse “Sì!” Alla vita, e, da quel giorno, si impegnò per riportare e, in un secondo momento,mantenere l’armonia tra le varie tribù di centauri delle foreste più vicine.
    “Immagino che il tizio che mi ha sorpreso in bagno, quello a cui ho sottratto l’idromele mentre parlava con un altro, ce l’avrà a morte con me. E va bé, gli dirò che gli pagherò la bevuta con un eventuale multa per taccheggio e approprazione illecita di alcolici.” Aggiunse in tono più leggero, senza però sdrammatizzare troppo per non risultare veramente uno squilibrato. Si guardò attorno, non c’era attimo in cui le sue pupille saettassero dal terreno sottostante alle foglie di quell’incantevole albero su cui stavano sostando. In cuor suo sapeva di essersi immischiato in qualcosa d’ignoto, ma d’altrocanto, lui non aveva paura, l’unica cosa che desiderava era non perdere la sua dignità e rimanere sempre se stesso.
    Ho indicato nel mio primo post di questa Role da dove venisse E’riso, in modo tale da dare un ordine alle Role. Comunque, per farla breve, lui viene da Kerus dov’e’è impegnato con Goldar.
     
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    Liya si preparò a qualunque complicazione si sarebbe potuta presentare, tuttavia Lyvor non aveva intenzioni esagerate a quanto pareva.
    Le dispiaceva solo che David ci sarebbe probabilmente rimasto male, soprattutto rendendosi conto di aver sprecato un sacco di energie per un attacco inutile.
    Il dragone bianco infatti, dopo aver circondato la propria figura di un'aura luminescente che sfolgorò tutt'attorno, scomparve nel nulla dissolvendosi in una fugace fiamma splendente.
    Un altro Lyvor comparve alle spalle del drago blu e gli afferrò le ali per torcergliele con forza, facendogli perdere la stabilità di volo e gettandolo a terra energicamente. Lo abbagliò con un improvviso raggio di luce sul muso, confondendolo e accecandolo temporaneamente.
    Lo schiacciò sul suolo senza dargli tempo di attuare contromosse, mentre sia le radici evocate da David che i suoi colpi acquatici si annullavano e ricadevano su se stessi.
    Lyvor non infierì e non lo colpì, si tolse dal suo dorso solo dopo qualche secondo quando si fu assicurato che David avesse smesso di agitarsi.
    "Adesso basta, non puoi vincere"
    Liya sospirò, tornando a distendersi per aspettare il compagno. Lyvor afferrò il muso di David con la coda e lo drizzò verso il suo, fissandolo con i suoi occhi vermigli.
    "Mi sono mosso così velocemente che non ti sei accorto avessi creato una copia, è da prima di scagliare la sfera di luce che mi ero sostituito ad un clone di luce. Eppure hai continuato a colpire senza curarti della possibilità che in quel lasso di tempo io potessi aver attuato qualcosa fuori dal tuo campo visivo. Non devi affidarti soltanto allo sguardo, ben altri sono i sensi fondamentali in battaglia"
    Gli lasciò andare il muso e si avvicinò a Liya, che ricambiò la sua occhiata con indifferenza.
    "Cosa vuoi, Lyvor?" gli chiese, rimanendo immobile.
    Lui le lanciò uno sguardo molto ambiguo, lasciandola per un attimo esterrefatta. Liya però non diede a vedere il suo stupore, limitandosi a rivolgere l'attenzione a David.
    Si alzò, si avvicinò al drago della natura e lo aiutò a rialzarsi, accompagnandolo con una zampa.
    Senza dire altro si diresse con lui di nuovo verso la tana, controllando che non avesse riportato gravi ferite. Lyvor si era trattenuto, quindi David fortunatamente aveva preso soltanto qualche botta durante la caduta e sulle sue spalle si erano generati alcuni tagli per uscire dalla rete d'energia, che comunque aveva curato.
    Usò l'ametista per parlare con lui. In quei momenti quella pietra era davvero comoda.
    <lo hai lievemente spaventato, David. Quindi non posso dirti altro che... hai vinto. Non male davvero. Ricordati però che lui ha molta più esperienza e potenza di te, è in grado di insegnarti come neanche io posso fare>
    Lo riportò dentro la tana, introducendolo agli altri di nuovo tramite l'albero e la successiva scalinata che conduceva nel sottosuolo. Una volta dentro gli offrì un barile d'idromele, prendendolo da una parete e ignorando tutti quelli che la guardavano contrariati mentre si sedeva in un angolo del vano interno a sorseggiarlo con David. Gli infilò la testa dentro senza tanti ripensamenti, incastrando il capoccione di David nel barile e ritirandolo fuori solo dopo qualche secondo per le corna.
    "Buono?" gli chiese, sogghignando sorniona. Era divertente prenderlo in giro, fin troppo divertente.

    Elsa, dato che il centauro aveva accettato di rimanere, attese che fosse salito e lo ricondusse all'interno della tana in volo.
    "Lart, dici? Ma quello non si arrabbia neanche se lo prendi a zampate tutto il giorno, fosse per lui potresti rimanere a bere alcol tutta la vita"
    Mosse le ali con energia e con vigore, attraversando gli alberi muovendosi tra una chioma e l'altra con leggerezza mentre la fresca brezza le si dirigeva incontro.
    Atterrò dopo qualche minuto a pochi metri dall'ingresso nascosto nell'albero, superando la barriera di vegetazione che circondava il rifugio. Lasciò che E'riso scendesse e lo indusse ad entrare, indicando il tronco movibile con la punta della coda.
    Dopo di che lo precedette, scendendo la breve gradinata fino ad entrare all'interno e condurlo proprio da Lart. Il ragazzo sbadigliava e si stiracchiava su una sedia accanto al bracere e ad alcune torce, osservando David e Liya con un volto pacato e rilassato. Dopo quanto era accaduto nell'ultimo viaggio al limite della foresta pensava di meritare un po' di riposo, e Zahr aveva seguito il suo stesso esempio. Il giovane dai capelli rossi infatti rimase come il compagno impassibile di fronte all'arrivo del centauro, lanciandogli anzi un'occhiata amichevole di sfuggita.
    "Si, tu hai proprio il muso di chi si è appena subito una tiritera da Elsa ed ha deciso di rimanere con noi... dico bene?" chiese Lart, porgendo una mano al centauro mentre con l'altra stringeva un bicchiere d'idromele. Sorseggiò la dolce e sublime bevanda, poi ne passò un sorso al nuovo arrivato dal suo stesso bicchiere.
    "Mi sembrava ti piacesse, o sbaglio? Puoi stare tranquillo, ce n'è quanto ne vuoi" continuò con fare rassicurante.
    Lart rivestì la propria mano di un sottile manto elettrico, infondendo una breve scossa ad E'riso per osservare la sua reazione.
    Poteva sembrare una sciocchezza, ma per lui era sufficente la risposta a quel gesto stupido per capire molto di cih aveva davanti.
     
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    Per David le cose andarono peggio di quanto avesse creduto. Come aveva fatto a non accorgersi che quello che aveva intrappolato non era il vero Lyvor, ma solo una copia? Purtroppo se ne accorse troppo tardi di aver sprecato le sue energie per un attacco inutile. E quando il vero Lyvor gli comparve alle spalle e lo attaccò, non poté fare nulla per fermarlo. Si ritrovò prima afferrato per le ali perdendo l'equilibrio finendo gettato a terra, poi abbagliato da un raggio di luce sul muso, poi lo spinse ulteriormente a terra ritrovandosi impossibilitato da fare qualunque contromossa. In quella situazione temette il peggio, ma per fortuna Lyvor non gli fece nulla. Semplicemente lo lasciò andare e dichiarò al drago blu dal ventre bianco che non poteva vincere contro di lui. David capì che il suo avversario voleva chiudere lì lo scontro e quindi decise di accettare la sconfitta. Poi lasciò fare il suo avversario quando gli afferrò il muso con la coda e lo criticò per il fatto che, a causa della sua velocità, non si era accorto del fatto che avesse creato un suo sosia e per come avesse sprecato le sue energie per un attacco a vuoto senza prima accertarsi se avesse fatto o no qualcosa fuori dal suo campo visivo, ammonendolo sul fatto che non doveva solamente affidarsi allo sguardo, ma che doveva anche imparare ad affinare gli altri suoi sensi. Fatto questo andò dalla sua compagna che gli chiese che cosa volesse ma non ci fu alcuna risposta tra di loro, che si limitarono solamente a scambiarsi uno sguardo. Dopodiché la sua compagna si avvicinò a lui e lo aiutò a rialzarsi. Mentre poi lo aiutava ad andarsene, Liya gli disse mentalmente al su compagno, che era riuscito a spaventare Lyvor lievemente, e che quindi poteva considerarla una vittoria, e che era soddisfatta di come aveva gestito la sfida. Ma lo ammonì comunque per il fatto che quel drago era molto più esperto e potente di lui, e che poteva insegnargli anche meglio di lei. David a quell'affermazione pensò che forse avrebbe potuto farsi allenare da lui in modo da diventare più forte, ma poi scartò a malincuore quell'idea perché probabilmente quel Lyvor non sarebbe mai stato disponibile né avrebbe mai avuto la voglia di allenarlo. A riguardo David volle rispondere mentalmente alla sua compagna

    "Beh, lieto di essere riuscito a dimostrare il mio valore, anche se ho perso. L'avevo intuito ad un certo punto che non sarei riuscito a batterlo, ma volevo almeno ottenere una sconfitta dignitosa in modo che si dicesse di me che anche se ho perso almeno sono stato bravo. Lieto di essere riuscito almeno in questo. E questa lotta è stata una lezione. Devo ideare delle nuove strategie che mi permettano di combattere gli avversari troppo veloci come lui, altrimenti non avrei alcuna possibilità se ne incontrassi altri del suo stesso calibro."

    Dopodiché lo riportò quindi dentro la tana, per poi andare in una zona dove gli offrì un barile di idromele. David ovviamente non aveva mai bevuto degli alcolici in vita sua. Ma sapeva che sarebbe stato da maleducati rifiutare. Specialmente se era proprio la sua compagna ad offrirglielo. Ma non ebbe modo di dire nulla che Liya gli spinse la testa dentro il barile e lui, impossibilitato dalla situazione, non poté fare altro che bere. Quando gli tirò fuori al testa da dentro e gli chiese se era buono, David dovette rispondergli, dato che ormai ne aveva sentito il gusto e ne voleva ancora.

    "Squisito."

    Dopodiché afferrò Liya per le corna, le leccò affettuosamente il muso, e le disse, con un sorriso idiota causato dall'idromele.

    "Ora tocca a te."

    E spinse la testa della sua compagna dentro il barile proprio come lei aveva fatto prima con lui.
     
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    Figo! Sto sul dorso di una dragonessa in volo! Bello bello! fece entusiasta dentro di sé dopo essere montato.
    “Sì, Lart. Ah ok, quindi è un tipo un po’ burbero, giusto?” Rispose, intento ad osservare il paesaggio circostante con sincera curiosità: “Tu come ti chiami, invece?” Le chiese in tono cordiale, ma soprattutto, inclinando leggermente il capo nella sua direzione.
    Il centauro gradì molto la vegetazione che attorniava il rifugio della Nebbia, tuttavia, non si trovava lì per una gita, e quindi sarebbe stato meglio per lui se assumeva un atteggiamento più composto e rispettoso. La locandiera, infatti, lo stava riconducendo proprio dall’uomo a cui aveva sottratto l’idromele e, ammesso che costui fosse la persona più squisita dell’universo, si sarebbe comunque ricordato del torto fattogli dal giovane. Niente però gli impediva di ribattere di fronte a una battuta.
    “Sì sì, mi sono sorbito mezz’ora di regolamenti e diritto delle creature.” Disse mentre sorseggiava l’idromele che Lart gli aveva passato: “Complimenti, davvero sublime questo idromele!” Aggiunse pacato, restituendo il bicchiere all’altro.
    Eh? Cos’è questo brivido? Sembra come una scossa… Che c’entri qualcosa questo tizio? Meglio essere carini e coccolosi, non ho intenzione di rovinare tutto ora che ho la possibilità di farmi accettare da loro.
    E’riso lanciò un’occhiata interrogatoria al suo interlocutore, senza pretendere inutili spiegazioni; del resto, quel gesto non gli aveva dato fastidio, solo voleva accertarsi se provenisse proprio da lui.
    Aes, è stato inviato due volte lo stesso post.^^
     
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    Lart strinse la mano di E'riso con fare amichevole, senza esagerare con la scossa di benvenuto.
    "Di solito appena qualcuno associa la parola Nebbia al mio scherzetto schizza indietro o si incupisce, chiedendo spiegazioni e studiandosi il braccio, la testa, il sedere o quel che è. Si, mi diverto ad infastidire i nuovi arrivati, non te la prendi a male vero?"
    Lart ridacchiò, non aveva certo l'espressione di qualcuno di scontroso e burbero ma a volte era piuttosto facile che facesse sclerare gli interlocutori in un modo o nell'altro.
    "Certo che quest'idromele è sublime, lo prepara la nostra vecchietta professioni... AIHAAA!"
    Il ragazzo si ritrovò con una padella spiaccicata sulla fronte, e una nonnina molto ninja alle sue spalle che l'aveva padellato di convinzione.
    "Vecchietta? Voglio vedere se alla mia età saprai fare quello che faccio io!" esclamò la donna.
    Lart si massaggiò la testa, lamentandosi rumorosamente.
    "Infatti ho solo detto che sei vecchia, non che sei... Bastaaaaa!"
    Altra spadellata nella capoccia. Là dentro era sempre così, spadellate e gente ubriaca come non ci fosse un domani. Zahr non si immise, ma aggiunse una mezza domanda ad E'riso giusto perché era necessaria.
    "Non sei stato invitato vero?"
    Non era uno che parlava anche quando non doveva, quindi non rispondere alle poche parole che uscivano dalla sua bocca equivaleva a farselo nemico in pochi secondi.
    A loro poi si avvicinò anche Kitana, e le cose cambiarono drasticamente. L'atmosfera con lei nei dintorni si faceva decisamente più cupa, anche se non era nelle sue intenzioni il inculcare agitazione nel prossimo.
    Semplicemente ci riusciva senza nemmeno volerlo.
    "Come pensi di esserci utile, centauro?" chiese molto semplicemente, mentre i suoi occhi azzurri scintillavano fra le fiamme dei tizzoni alle sue spalle e la sua capigliatura color della notte si tingeva di sfumature oceanine.
    Indossava un corpetto nero, braghe dello stesso colore che le arrivavano fino ai piedi e un paio di basse scarpe di cuoio. A prima vista non pareva né pericolosa né astiosa, ma senza dubbio il suo aspetto seppur semplicistico era quello di un'avvenente, giovane, tremendamente sexy figa da paura.
    Fra le mani faceva roteare delle palline bianche, che lanciava da una parte all'altra con totale disinvoltura e spontaneità. Le piccole sfere creavano con le fiamme dei simpatici giochi di luci ed ombre in movimento, che a tratti le conferivano per un istante un aspetto più sinistro ed indecifrabile.
    Con passi leggeri si diresse poi verso David, senza mancare di passare molto vicino a Liya. La dragonessa emise un breve brontolio gutturale. Non voleva intrusi in quel momento, né domande o richieste fastidiose che la distogliessero dal suo idromele e da David che le aveva appena infilato il muso nel barile di prepotenza.
    Dopo averne bevuto qualche sorso, spinse contro le zampe del drago con i muscoli del collo e tornò fuori con le labbra insaporite di miele ed alcol.
    "Mh, si decisamente fantastico"
    Piantò poi gli occhi su quelli di David, esibendo le zanne in un ringhio non troppo feroce se si consideravano gli standard di Liya.
    "Come hai osato? Ora... ti picchio davvero tanto"
    Lo disse con tutta la convinzione del mondo, ma Liya non era mai stata brava a recitare ed era chiaro capire quando faceva la scema e quando era seria. Solo David era abbastanza stupido da prendere le sue parole alla lettera, infatti non aveva capito neanche che lo aveva preso ingiro poco prima, appena erano arrivati.
    Si divertiva a vederlo tutto impegnato nello scusarsi e nel fare l'ingenuo della situazione, nonostante certe volte volesse prendero a ceffoni per le follie che proferiva.
    Ignorò l'occhiata di Kitana che le stava chiedendo spiegazioni su quei nuovi arrivi, e fortunatamente ci pensò Elsa a mettersi fra la ragazza e Liya perché non cominciassero a scrutarsi in malo modo come spesso accadeva.
    Liya dal canto suo trovò subito l'occasione di prendere tre piccioni con una fava.
    "Prima David hai detto di non sapere come affrontare avversari veloci come Lyvor" fece, senza usare l'ametista in modo che anche gli altri lì attorno la sentissero. "Vuoi vedere cosa significa davvero... essere veloci?"
    Amava pavoneggiarsi, era l'arte che meglio le riusciva e sapeva attribuirsi. Mosse la coda come stesse scodinsolando, fremendo eccitata dall'idea di stupire quel drago ancora una volta, con ciò che davvero sapeva fare.
    Con lui, da quando si erano incontrati, bene o male si era trattenuta eccetto che contro il demone.
    Forse era giunto il momento di fargli vedere qualcosa di veramente... Liya.
     
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    La sua compagna, come era prevedibile, si liberò dalla presa di David e tirò fuori il suo muso dal barile dell'idromele, e poi lo guardò in modo feroce come se fosse arrabbiata, ma David in quel caso intuì che stava scherzando, dato che non poteva essere davvero arrabbiata per il fatto che gli avesse appena messo il muso nel barile. Oltretutto ricordò anche che la sua beneamata compagna, se l'era presa quando lui non aveva reagito quando lei l'aveva picchiato per gioco, e quindi adesso doveva semplicemente prepararsi e reagire a quello che le avrebbe fatto, in modo che potessero divertirsi insieme come voleva lei. E lui adorava davvero con tutto il suo essere fare delle cose con lei. Quando poi le disse che siccome non sapeva come affrontare avversari veloci come Lyvor chiedendogli se voleva sapere cosa significasse davvero essere veloci. Vedendola poi scodinzolare in quel modo, David si eccitò per quello che voleva fare, anche se non aveva la più pallida idea di cosa fosse. A David non era mai dispiaciuto vederla pavoneggiarsi, fin dalla prima volta che l'aveva vista il suo pavoneggiarsi si era sempre sentito attratto da quel suo lato esibizionista. Perché quando la vedeva dare sfoggio di quello che sapeva fare per lui era solo il riflesso di quello che lui stesso poteva diventare con il suo nuovo corpo di drago se si impegnava davvero. E quando aveva capito di essere follemente innamorato di lei, il suo lato esibizionista aumentava solo il suo desiderio che aveva nei suoi confronti, e quando aveva visto che lei ricambiava quello che provava, questo lo fece sentire molto sollevato e fortunato per il fatto di avere l'amore di una dragonessa speciale come lei. E se adesso lei aveva intenzione di mostrarle altro, lui era disposto ad accogliere volentieri quello che voleva fargli. Perché qualunque talento volesse mostrargli, qualunque fossero le sue intenzioni, gli avrebbero solo ricordato perché amasse così tanto la sua adorata Liya. Per cui spalancò le ali pronto ad accogliere qualunque cosa volesse farle, muovendo a sua volta la coda come per scodinzolare, guardandola con grande desiderio, e pronto a picchiarla a sua volta nel caso lei volesse picchiare lui e le disse

    "Molto bene. Mostrami qualunque cosa tu voglia mostrarmi. Sono pronto ad accoglierla."

    Era davvero pronto a tutto con lei, era davvero deciso e desideroso di costruirsi una vita ed una famiglia insieme a lei. Magari un giorno le avrebbe chiesto se voleva che avessero dei cuccioli insieme, solo non ora. Perché avere dei figli sarebbe stata una grande responsabilità ed un passo enorme per entrambi nel loro rapporto. E non sapeva ancora se la sua Liya voleva quel genere di responsabilità. Quindi avrebbe aspettato il momento opportuno prima di chiederglielo, anche se probabilmente sarebbe successo comunque se loro avessero continuato ad accoppiarsi dando libero sfogo al desiderio che avevano l'uno per l'altro. Fino a quel momento avrebbe cercato di essere sufficiente e di bastargli. Non avrebbe mai smesso di cercare di farla sentire amata e di essere il compagno che lei si meritava.
     
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    E’riso strinse a sua volta la mano a Lart in maniera forse un po’ troppo amichevoli, mandando così in fumo i suoi buoni propositi, ma nulla di grave.
    “Macché!” Esclamò in tono gioviale: “In verità, sono talmente abituato alle blatte e ad altri insetti che mi camminano impettiti sulla schiena e fra i capelli, che ho smesso quasi del tutto di guardarmi addosso. Mi do un’occhiata solo quando mi lavo ahahahah!” Asserì con una risatina eccitata.
    Non ebbe nemmeno il tempo di finire la frase, che attaccò a ridere fragorosamente, peggio di una decina di alcolizzati euforici: infatti, l’uomo era stato appena colpito da una nonnina ninja armata di un’arma interessante… una padella!
    Ciò che lo fece ridere come un matto, non era tanto il colpo di padella sulla fronte del giovane, quanto il modo in cui si comportava la vecchietta; sembrava proprio una specie di matriarca, o un’amazzone diversamente alta. Insomma, una che sapeva il fatto suo e non si lasciava mettere i piedi in testa da nessuno.
    “Vecchietta? Voglio vedere se alla mia età saprai fare quello che faccio io!” Disse la signora ed il centauro cercò di trattenersi, malgrado gli costasse molto. Poi lanciò un’occhiata al malcapitato, quasi a voler dire: “Di sicuro saprai prendere le persone a padellate!”
    “Infatti ho solo detto che sei vecchia, non che sei… Bastaaa!” (questa frase la cito solo perché me la immagino detta da Aes a me. XD ahahaahah!)
    “Non sei stato invitato vero?” Gli chiese seria la donna.
    “In effetti... no, ma sono stato esaminato da due membri della Nebbia, i quali hanno concluso che non sono un soggetto pericoloso.” Si giustificò il trentunenne con un sorriso sornione, mentre indicava Lart ed Elsa con gli occhi.
    Alla comitiva di gente che si erano radunati intorno in lui, che poi non erano tutto questo numero ma pace, si aggregò una ragazza interamente vestita di nero. Ad essere sinceri, solo le pupille e il colore della pelle non erano di quel colore.
    “Come pensi di esserci utile, centauro?” Gli domandò. Lui la squadrò per un istante, notò che fra le mani teneva delle palline bianche che faceva roteare nello stesso modo in cui lui si divertiva a giocare con i pomodori.
    In ogni caso, per la seconda volta da quando era entrato là dentro, E’riso convenne fosse il caso di ponderare bene i termini che avrebbe utilizzato per risponderle.
    “Tanto per cominciare, a dispetto delle apparenze, sono una persona fedele e che si dà da fare.” Esordì deciso: “In secondo luogo, ho un’ottima parlantina, so cantare, so tirare con l’arco e non reggo benissimo l’alcool.”
    -E non mi interessano le more sexy.- soggiunse fra sé, socchiudendo le palpebre: -Potrei fare un pensierino su Elsa, ma non su di te, no no.-
    Detto ciò, il centauro si rivolse al ragazzo: “A parte beta e suonarvele di santa ragione, ovviamente scherzo, fate altro qua dentro? Non vorrei apparire scontroso, ma detesto starmene con gli zoccoli fermi. Non sono il tipo di creatura che passa gran parte del suo tempo a ubriacarsi e ridere, quello lo faccio più che altro con di sera.”

    Edited by Rectina - 3/9/2018, 17:35
     
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    Scusate, ho pubblicato il post 10 giorni fà ma successe un casino quindi è sparito tutto, e non solo qui


    Kirana fissò il centauro, continuando a far ruotare le palline da una parte all'altra senza sosta e senza un'apparente motivazione.
    In realtà loro sapevano a cosa le servisse usare le mani per quei gesti, anche se solo a lei stessa non risultavano sconosciuti i segreti della sua arte.
    "Quindi..." disse, con tono piatto e quasi apatico, "sei venuto qui per aiutarci, sia per caso o per tua volontà non ci è ancora del tutto chiaro, e come nulla fosse vuoi già partire con gli zoccoli"
    Quella ragazza era tremenda. Anche se il suo compito non era quello di mettere in soggezione gli altri, sicuramente era la cosa che le riusciva meglio. La vecchietta padellara intanto porse un pezzo di carne ad E'riso, ignorando la loro conversazione perché troppo preoccupata a cucinare robe buone, giusto qualche rosticcino dimensione drago per uno spuntino.
    Lart cercò di fare un cenno per intromettersi nel discorso, ma Kirana continuò a parlare imperterrita e risoluta, sebbene completamente atona.
    "Non c'è bisogno di scalpitare troppo, c'è sicuramente molto che puoi fare per noi. Se la missione è di tuo gradimento o meno a noi non fa alcuna differenza, Lo sai? Potresti finire con il rubare, con l'evitare che i tuoi compagni vengano uccisi o con il ritrovare cadaveri putrefatti di persone che fino a ieri credevi amiche"
    La sua espressione completamente priva d'emozioni e il suo tono da cimitero erano una delle cose più inquietanti là dentro, anche se facevano a gara con le movenze di Liya che decapitava i panchetti restando immobile quando si infuriava.
    "Preparati dunque, perché tu e quel drago..."
    Fece per indicare David, ma Liya lo aveva già afferrato per un'ala e l'aveva condotto di nuovo fuori, sta volta nel retro del tronco dove si dipanava una fitta boscaglia ancor più tetra di quella antistante la tana.
    Liya spinse David fino nel sottobosco, e cominciò a parlare mentre camminavano.
    "Io adesso mi allontanerò da te. A quanto pare vogliono assegnarti la tua prima missione, e io ho altro da fare. Al tuo ritorno, sempre se tornerai tutto intero, potremo trovare un po' di tempo per noi come nella foresta. Ti consiglio comunque di stare attento a non esporti troppo, e a collaborare ogni volta che potrai. <ma soprattutto ti consiglio di non far capire a nessuno che puoi comunicare con me con quest'ametista, fai in modo che resti fra di noi>"
    Concluse la frase nella mente di David, sperando che lui recepisse che doveva risponderle a voce soltanto a ciò che lei gli diceva a voce, e poteva rispondere mentalmente solo a quello che lei gli comunicava tramite l'ametista.
    "Comunque, ti ho detto che ti avrei mostrato qualcosa no? E allora preparati, piccolo giovane drago. Non hai ancora visto la vera velocità di Liya, tua maestra"
    Sogghignò. Piegò le zampe, corse in avanti e balzò per aria a velocità inaudita, scomparendo nel cielo dopo pochi secondi. Ad un certo punto le foglie cominciarono a squotersi in un silenzioso moto ondulatorio, mentre refoli di vento le facevano scivolare verso il terreno come in una danza di verde e di colori autunnali.
    Alcune foglie ancora mature si mischiarono ai primi tappeti di giallo e rosso, che già ricoprivano parte del suolo e delle radici. Molte chiome rimanevano verdi finché non si arrivava alla Stagione del lupo bianco, e quello era il periodo in cui il fogliame cominciava a tingersi delle varie sfumature del fuoco.
    Ad un tratto i rami si piegarono, vibrando e protendendosi come sospinti da un moto d'aria potentissimo; sembravano in procinto di spezzarsi, ma niente in effetti si ruppe.
    Come un lampo, la dragonessa ricomparve creando cerchi concentrici attorno a David, divenendo appena visibile mentre si muoveva. Gli passò a pochi centimetri dalle squame, senza tuttavia arrivare a colpirlo o anche solo sfiorarlo.
    Il drago tuttavia poteva sentire distintamente il vento che spirava sul suo corpo, leggeri sospiri aerei che Liya poteva a suo piacimento mutare in nera tempesta.
    Come un sottile spiffero, rumoroso nel silenzio della notte in cui la luna tinge d'argento le valli e i profili dei monti; come l'oceano, in cui le onde sono obbligate a seguire il moto del cielo e a spumeggiare sospinte dal vento; come un intero mondo, su cui s'abbatte la tempesta.
    Porzioni di sottobosco si ricoprirono di un vorticante turbine di foglie e ramoscelli, con veemenza scagliati e sparsi in ogni dove finché il potere del cielo non si attenuò.
    Attorno a loro pareva il bosco si fosse ripulito di ogni traccia di ramaglie scivolate a terra, tranne i tronchi saldamente radicati e l'erba che costituiva la distesa su cui le zampe potevano adagiarsi.
    Tutto era stato trasportato via, a diversi metri di distanza, lasciando un ampio spazio al centro del quale si trovava David.
    Liya gli scese d'inanzi, rallentando di colpo e tornando ben visibile ad occhi comuni. Senza un'acuta vista draconica sarebbe stato difficile individuare i suoi movimenti, tanta era l'incommensurabile velocità che aveva raggiunto. Se con tale rapidità e violenza avesse impattato contro qualcosa si sarebbe fatta decisamente male, quindi ogni sua acrobazia, ogni sua virata doveva essere minuziosamente calcolata in ogni minimo dettaglio. Il suo era un volo perfetto e probabilmente ineguagliabile, non erano molti i draghi a poter vantare simili manifestazioni di eleganza e potenza.
    Le vibrazioni giunsero fino alla tana, il cui albero portante venne scosso e fatto gorgogliare in tutta la sua interezza.
    "Oh, Liya da spettacolo?" fece Lart, grattandosi una spalla con fare vivace. "Perché non ci invita mai a questi giochi? Non ci vorrà mica sostituire con quel draghetto spero"
    Esibì un finto broncio non molto convinto, avvicinandosi ad E'riso e indicandogli la porta del bagno.
    "Ah comunque la porta la rimetti tu, io non ci rientro là dentro! Non so chi sia stato, ma c'era una puzza micidiale... spero non si sia di nuovo ostruito il buco della cacca altrimenti sono guai seri!"
     
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    Liya in risposta di quello che David le disse, lo portò fuori nella foresta, e poi gli spiegò, con grande tristezza di quest'ultimo, che adesso si sarebbe allontanata, prospettiva sgradevole per lui, perché adesso doveva ricevere la sua prima missione. David su questo era un po' preoccupato, ma anche eccitato. La sua prima missione era il modo finalmente di dimostrare il suo valore e di mettere in pratica quello che aveva imparato con Liya. Il drago sperava sinceramente che tutto sarebbe andato bene. Perché in effetti questa sarebbe stata un'occasione per dimostrare alla sua compagna il suo valore, ed oltretutto poteva usare finalmente il suo nuovo corpo per qualcosa di utile, senza fallire di nuovo come aveva fatto con la viverna e Kallispera. Perché in quelle circostanze, unite anche alla lotta contro Lyvor, gli avevano fatto capire che i suoi poteri non erano ancora abbastanza forti, e che quindi doveva migliorare ulteriormente se voleva che certe circostanze non si ripetessero. E fare pratica con delle vere missioni poteva essere il modo migliore per fare esperienza e rafforzarsi ulteriormente. Oltretutto era anche un'occasione per dimostrare il proprio valore. Lui dopotutto partiva da zero come individuo. Non aveva ancora fatto niente di eroico e non discendeva da una nobile e valorosa stirpe di draghi da cui poteva ereditare il nome. Qualunque cosa avrebbe dovuto fare per farsi conoscere, l'avrebbe fatta contando completamente sulle sue sole forze. Naturalmente era anche d'accordo sul fatto che era decisamente meglio nascondere a tutti che poteva parlare con Liya mentalmente con l'ametista che portava addosso. Se tutti avessero saputo che potevano comunicare mentalmente tra di loro, avrebbero potuto cominciare a guardarli con paranoia e sospetto, chiedendosi in continuazione se stessero parlando tra di loro in quel momento, o che cosa si stessero dicendo in generale a loro insaputa. Era decisamente meglio lasciare all'oscuro quello che potevano fare. Così facendo avrebbero anche potuto avere l'effetto sorpresa sui loro nemici. Per cui rispose alla sua amata compagna.

    "Hai ragione su tutto. Farò come dici. Sono pronto a cominciare la missione. E quando avrò finito non vedo l'ora di trascorrere altro tempo con te."

    Non credeva fosse necessario risponderle mentalmente. Era ovvio che avrebbe capito tutto comunque. Dopodiché la sua compagna diede di nuovo sfoggio delle sue abilità. E fu uno spettacolo davvero incredibile ed impressionante. Non riusciva minimamente a descrivere la meraviglia e lo stupore che poteva vedere nel fare tutte quelle cose. La sua compagna era decisamente su di un'altro livello, e lui doveva ancora trovare il modo di competere con avversari che arrivavano a quella velocità. Altrimenti, se ne avesse incontrato un'altro, avrebbe rischiato o una sconfitta umiliante, o peggio ancora, di fare una brutta fine. Quando ebbe finito, il drago le disse

    "Sei stata strabiliante e meravigliosa. Questo mi fa capire quanto ancora debbo migliorare per riuscire ad ottenere la forza che mi serve per rendermi utile, e mi fa capire anche quanto sono felice e grato di avere una creatura speciale come te. Comunque, arrivando al sodo, a chi devo rivolgermi per la mia prima missione?"

    Naturalmente sperò che quella missione non fosse qualcosa di terribile. Dopotutto si era unito alla nebbia unicamente perché amava Liya e voleva rimanere vicino a lei, ma ancora non era sicuro delle loro intenzioni, anche se era disposto a rischiare pur di non separarsi dalla sua compagna. Magari col tempo si sarebbe tranquillizzato ed avrebbe capito che aveva sbagliato a giudicarli, e le sue preoccupazioni sarebbero svanite. Ma fino ad allora avrebbe dovuto imparare a conoscerli meglio per capire se si era messo in un bel guaio per essersi unito a loro oppure no.
     
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    E’riso trasse un profondo respiro. Il tono piatto con cui aveva continuato a parlarle la ragazza non gli piaceva granché, perché lo destabilizzava. Lui, esperto di canto, aveva sempre fatto al caso al tono della voce dei suoi interlocutori; spesso quel dettaglio all’apparenza insignificante si era rivelato proverbiale per la buona riuscita di qualcosa.
    “Signorina, non sono un tipo impaziente, solo non so starmene con gli zoccoli fermi. Tutto qui.” Le rispose in tono cordiale, mentre esaminava le palline muoversi e danzare per aria.
    Fortunatamente che la vecchietta che aveva suonato una padellata a Lart, gli porse senza tante cerimonie un Rosticcino caldo caldo e saporito. Egli la ringraziò con un ampio sorriso non diverso da quello che avrebbe fatto una persona timorosa degli aghi a cui veniva offerto un cioccolatino dopo un prelievo di sangue.
    A proposito, persino lo stesso Lart stava cercando, in qualche modo, di tirarlo da quella situazione un po’ scomoda. Non è che la ragazza dai capelli neri gli stesse facendo del male, ma in tutta sincerità avrebbe preferito sentire di nuovo Elsa che gli chiedeva un migliaio di volte se fosse sicuro della sua scelta e che lo chiamava Giovane cavallino, piuttosto che quella ragazza mora.
    - Il Rosticcino la Rosticciana calda calda buona buona sì sì. Pensa al Rosticcino buono saporito sa di pepe c’è del sugo è succulento mangia piano piano lento lento come la neve lenta lenta fiocca fiocca la neve senti un…-
    La mora aveva preso a rivolgergli parola, parlandogli di missioni che implicavano il rubare o cadaveri di persone che lui riteneva amiche, quando invece amiche non lo erano affatto. Tuttavia, il giovane si concentrò sul pezzo di carne, lo trangugiò pezzettino per pezzettino perché aveva già dato la sua risposta alla domanda e fornito spiegazioni più esaurienti alla dragonessa. Ora basta; lui era buono e generoso, ma gli sembrava di aver detto abbastanza.
    “Come ho già spiegato abbondantemente ad Elsa, sono consapevole di ciò.” Si limitò a replicare in tono calmo, ma soprattutto, credibile, affinché quella frase fosse sufficiente per la giocoliera psicoanalista.
    “Pewparati, perché tu e quel drago…” aggiunse lei ed entrambi guardarono in direzione del drago che prima aveva combattuto con un altro tizio del posto che Elsa conosceva bene.
    - Questa salsa pimento no pepe no rafia no pepe e pomodoro… non lo so ma è squisita succosa come le seppie che mangiavo da piccolo prima di scoprire che mi facevano venire il reflusso gastro-esofageo spero che le prove non c’entrino col pesce perché non mangio pesce per impossibilità.-
    Alla fine il centauro non ebbe modo di rispondere alla sua coetanea, in quanto delle vibrazioni stavano facendo oscillare lievemente l’albero della tana e il locandiere affermò che si trattava di una certa Liya.
    “Ah comunque la porta la rimetti tu, io non ci entro là dentro. Non so chi sia stato, ma c’era una puzza micidiale… Spero che non si sia ostruito di nuovo il buco della cacca, altrimenti sono guai seri…” asserì l’uomo avvicinandosi a lui.
    “Non ti preoccupare amico, sono un falegname provetto!” Fece di rimando mentre si dirigeva verso la porta per darle un’occhiatina e decidersi sul datarsi: “Per il buco della cacca, non sono un idraulico, ma credo che sarebbe utile mettere una finestra, magari con degli alberi fitti fitti davanti per lasciare arieggiare meglio.”
    Detto ciò, chiese un martello per poter fissare nuovamente i cardini dell’uscio, poi si guardò intotrno in cerca di uno spago o un elastico che avrebbe fissato allo stipite accanto ai cardini in maniera da evitare che se mai la porta si fosse rotta un’altra volta, almeno non sarebbe caduta di schianto, ferendo qualcuno.
    Trovò quello che cercava in un secchio dell’immondizia, era in buono stato e non era sporco; ne legò un capo sulla maniglia, avvolgendola elegantemente, mentre l’altro lo fece aderire sul lato esterno del cardine centrale, picchieyttandolo ben bene con l’arnese.
    “Quando andrò in banca, mi ricorderò di prelevare dei soldi per comprare una porta a soffietto, così l’aria cattiva proveniente dal bagno dovrebbe defluire più facilmente. Per ora questo è il meglio che possa fare, a meno che tu non abbatta un albero e io bruci dei pezzi di metallo, ma non mi pare il caso.” Proferì ritornando da Lart.
     
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    Il drago azzurro che puzza di pesce

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    "A me, drago<" rispose Liya rivolgendosi a David, con un mezzo sorrisino sornione dei suoi.
    Lo invitò a seguirla con un'ala, facendo in modo che lui non le stesse troppo vicino e che non sembrasse invadente come probabilmente avrebbe voluto essere. Nella tana non c'era spazio per simili smancerie.
    Una volta giunti di fronte all'albero principale trovarono ad aspettarli Lart, Zahr e Kirana, che avevano appena accompagnato E'riso all'esterno. Avevano capito che le intenzioni dell'ospite fosse davvero quella di aiutarli, per un motivo o per l'altro. Si erano quindi decisi ad assegnargli il suo primo compito.
    "Un ottimo lavoro, direi" fece Lart, battendo una pacca sulla spalla del centauro. "Ci penserà la nonnina poi a rendere il tuo operato di restaurazione un po' più... come dire, professionale"
    Sicuramente Lart era un ragazzo che sapeva come rallegrare la situazione, e i suoi commenti ironici facevano sempre frizzare l'atmosfera di vivacità e di pacatezza. Anche se aveva il difetto di essere sconclusionato, le missioni con lui accanto erano le più divertenti.
    "Bene" asserì Kirana, riferendosi sia a David che E'riso, "partirete con Lart. La missione non dovrebbe essere troppo complessa, ma potrebbe rivelare sorprese considerando il luogo che stiamo per visitare. Dobbiamo recuperare semplicemente uno spartito, maggiori dettagli ve li forniremo strada facendo"
    La ragazza precedette Lart e Zahr, quest'ultimo dal canto suo se ne restava tranquillamente in silenzio sulle sue e teneva lo sguardo fisso sul fondo della foresta come assorto in contemplazione.
    Liya con un colpetto di coda sul dorso salutò David, dedicandogli non più di una fugace occhiata.
    <stai attento, non esagerare e pensa a te stesso> gli disse, utilizzando la comunicazione mentale per mezzo dell'ametista.
    "Prepara le tue frecce, E'riso" fece Lart, cominciando ad accelerare il passo in direzione nord dove la foresta diradava i figli di legno e foglie. Kirana e Zahr, invece, si diressero altrove.
    Potete uscire, questa role si conclude qui. Inizieremo la prossima a breve
    b

    Edited by Aesingr - 30/10/2019, 13:25
     
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    Liya fu molto diretta, come al solito. E lo condusse verso il luogo dove c'erano altri personaggi ad attenderlo. Lì poté ascoltare chi diceva che avrebbero dovuto partire con loro, per poi sentire da Liya il messaggio di stare attento, non esagerare, e di pensare a se stesso. Dopo che il centauro, che a quanto pare si chiamava E'riso, ricevette l'ordine di preparare le frecce, i capigruppo si avviarono verso nord. David li seguì ovviamente camminando, perché in quel momento non serviva volare. Il drago era davvero preoccupato ed eccitato per la cosa. Questa era un occasione per iniziare la sua scalata al successo e dimostrare il suo valore. Doveva sperare solo che tutto andasse per il meglio ora che doveva cavarsela senza Liya. Doveva tornare vincitore e renderla orgogliosa di lui e dimostrare di essere alla sua altezza come compagno. Non si illudeva che questa missione sarebbe bastata per avere un proprio soprannome ed una reputazione che avrebbe potuto usare come arma contro i suoi nemici, ma era comunque un inizio ed un primo passo per ottenerla. E doveva farlo bene invece di fallire come aveva già fatto fin'ora. Non avrebbe potuto tollerare ulteriori fallimenti.

    Scusate se non ho scritto tanto, ma non sapevo cos'altro mettere. Comunque David esce.
     
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    Una volta che il centauro ebbe ultimato il lavoro di riaggiustamento alla Sant’Arrangino della porta, Lart gli fece cenno di seguirlo ed insieme a Kirana e a un altro tizio di cui non ricordava il nome, raggiunsero il tronco principale, uscendo, così dalla tana.
    E’riso si guardò un attimo intorno: il suo cervello rievocò l’immagine del Vlotmir con le foglie azzurre che ondeggiavano al vento. Chissà se l’avrebbe mai più rivisto; lui ci sperava, magari avrebbe scoperto qualcosa di più su quel tipo di albero, oppure perché no, ne avrebbe visto un altro esemplare durante la missione.
    “Nonnina tutto fare: cucina, prepara l’idromele, riaggiusta porte… ma gli altri membri che fanno allora?” Chiese a Lart ridendo bonariamente e ricambiando la pacca sulla spalla, senza prendersi troppa confidenza: -Tu hai le chiavi del cesso di sicuro che non è cosa da poco ahahahahah!-
    “No, non è decisamente professionale, ma non c’era il tempo per fare un appalto fra la nonnina e delle ditte esterne, anche perché lei non avrebbe fatto entrare nessuno, pena padellate roventi a raffica.”
    Lart sarebbe venuto con loro e questo era fonte di gioia per il riccioluto. Non che la missione passasse in secondo piano, ma almeno sarebbe stata meno noiosa del previsto; non meno ardua, meno noiosa. Poi, magari, un canto per le foreste e un’arrampicata sugli alberi per atterrare in un punto il più lontano da un fuoco acceso o da una pozzanghera di fango e cacca, ci poteva anche stare ogni tanto.
    “Bene.” Asserì Kirana: “Partirete con noi. La missione che ci aggiungiamo a portare a compimento non si preannuncia troppo complessa, ma potrebbe rivelare notevoli sorprese considerando il luogo che stiamo per visitare. Dobbiamo recuperare semplicemente uno spartito, maggiori dettagli ve li forniremo stradafacendo.”
    -Uh! Uno spartito bello bello bellissimo! L’utile al dilettevole!- rifletté lui, prima di gettare uno sguardo al drago che si era battuto con un altro membro della Nebbia Argentata. Mon ci aveva mai scambiato una sola parola… poco male, ce ne sarebbe stata l’occasione durante il viaggio.
    “Prepara le tue frecce, E’riso.” Gli disse Lart, che stava cominciando ad accelerare il passo. Egli annuì in silenzio ed eseguì l’ordine.
    Dinnanzi a loro gli alberi della foresta divenivano sempre più fitti man mano che procedevano. -L’atmosfera giusta per rendere tutto più elettrizzante.- osservò fra sé.
    E’riso esce dalla Role ed io festeggio perché è la mia prima Role conclusa!
    Grazie a tutti, ivi compresi quelli che hanno letto i post senza mettervi il +1. XD
     
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42 replies since 9/6/2018, 16:38   561 views
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