Terza prova: volevi la bici? Pedala!

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    Alnair finalmente poteva cominciare la prova, e non vedeva l'ora di sapere che cosa fosse, ovviamente ora doveva solo sperare che se la sarebbe cavata. Ed il maestro li stava portando dove avrebbero fatto la prova. Lui e Nemoal erano molto eccitati perché stavano per cominciare. Così avanzarono entrambi seguendo il maestro del vuoto per vedere dove li stava portando e cosa avrebbero fatto. Quando arrivarono a destinazione, videro come appunto la stanza fosse inquietante, ed il tipo che si presentò a loro come il maestro dei morti aveva un nome decisamente un tipo poco raccomandabile, cosa molto in contrasto con il suo atteggiamento simpatico. Quindi Alnair ora doveva solo stare calmo e vedere cosa succedeva. Comunque una cosa che era inquietante, era il fatto che adesso si trovavano nella sala della rinascita, qualunque cosa fosse lo preoccupava. Di quale rinascita stavano parlando? E cosa avrebbero dovuto fare? Naturalmente, per saperlo dovevano chiederlo. E quindi Alnari fece un respiro profondo e disse, iniziando a mangiare i pasticcini e a bere il tè versato, mettendosi a lappare.

    "Molto bene. Cosa sarebbe questa sala della rinascita? Perché si chiama così? E cosa dovremmo fare adesso?"

    Ed attese, continuando a mangiare e a bere, la risposta a quella domanda.
     
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    Lenrian seguì a ruota il Maestro del Vuoto per affrontare la terza prova, come se cercasse protezione sotto il suo stesso esaminatore. Dopo pochi passi, scoprì che molto probabilmente non era il drago divino a sottoporli alla prova ma un divoratore d'anime. L'esemplare che avevano davanti era più minuto di Arlecchino, aveva sei ali sulla schiena ed assomigliava ad una viverna. Quello che inquietava di più Lenrian era lo strano macchinario che si trovava dietro il divoratore d'anime e i tre lettini gli facevano pensare che quella era la sede d'esame. Una teiera con grandi tazze di tè caldo fumante erano il biglietto d'invito per chi doveva sostenere la prova.
    "P...piacere...io....mi chiamo L.....Lenrian....e sono vivo....." rispose il drago arancione molto timoroso quando il divoratore disse di essere il maestro dei morti, con degli inquietanti tentacoli sul torace.
    "Il...Maestro del Vuoto è...stato un....ottimo insegnante....." aggiunse, con voce tremolante e nervosa.
    Lenrian, a differenza di Alnair, ci mise più tempo a servirsi di pasticcini e the offerti; prima ci girò intorno come un gatto poi iniziò ad annusarli ed infine ne mangiò uno solo, per poi infilare il muso nella grande tazza e, dopo aver studiato il contenuto tramite l'olfatto, iniziò a bere lentamente mentre le sue orecchie percepivano i dialoghi e i rumori attorno a se.
    I pasticcini e il the erano buoni però il drago arancione nutriva molti dubbi sul fatto che cibo e bevande fossero drogati.
     
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    Il maestro del vuoto si fece da parte con rispetto mentre offriva lo strano thè e i pasticcini.
    Entrambi coloro che dovevano sostenere la prova bevvero il thè grigio dall'odore strano e con un sapore che era talmente peculiare che era impossibile da descrivere con parole precise, anche se ricordava vagamente La camomilla con un che di polveroso e mentato.
    Anche se apparentemente senza nessun principio allucinogeno, come credeva Lenrian, quel thè sembrava farli stare meglio, e Mangiarono i pasticcini dalle strane forme, ma da un sapore vagamente simile a dolci di riso orientali con un ripieno cremoso dolce che ricordava molto una via di mezzo tra cocco e castagne.
    Il maestro del vuoto si avvicinò a Lenrian rassicurandolo con una carezza.
    "Non tenere: lo chiamano maestro dei morti perché lui è il cacciatore più vecchio ed esperto, e lui ospita quindi un numero di anime che si aggira sulle 7 e 8 cifre. Ha un potere mostruoso."
    Spiegò il maestro, mentre il vecchio, ma dall'aspetto giovane, maestro della morte lo fissava con un delicato sorriso enigmatico.
    Si riusciva a percepire l'immenso potere di quelle anime strette in un eterno abbraccio, anche se calmo e sereno sembrava che si trovassero nell'occhio di un ciclone mostruoso.
    "si è così.
    Proruppe lui solenne facendo sombalzare pure il maestro, per poi aggiungere con un tono amichevole come prima:
    "Ma non è di me che dobbiamo parlare suvvia! Piuttosto parliamo di voi.
    Questo posto, la sala della rinascita, è una sala operatoria particolare. Qui possono essere trapianti i terzi occhi artificiali, ma siete qui per subire un altro intervento e il thè rilassante e i pasticcini con crema antidolorifica servono proprio a questo."

    Fece lui sogghignando per poi tornare serio e finalmente il maestro del vuoto, quasi con aria mogia, spiegò la loro prova.
    "Alnair, Lenrian, la prova è tremenda, ma necessaria a sviluppare i vostri sensi. Dovete sacrificare qualcosa per un mese e cercare di vivere normalmente anche con tale menomazione temporanea.
    Avete tre scelte: rinunciare alla parola seguendo il percorso della contemplazione, alla vista seguendo il percorso del buio o al percorso del silenzio rinunciando all'udito. Questo rituale però permetterà a qualcuno che non vede, non sente e non parla di farlo per questo mese. Ora lo sapete e questa è la vostra ultima possibilità di rinuncia."

    Spiegò il maestro con fare mogio e rassegnato.
    Quella era la terza prova: la contrattazione.
    Sarebbero stati loro a decidere, con la consapevolezza che se avessero accettato non sarebbe durato più di trenta giorni e che probabilmente qualcuno avrebbe riottenuto la parola, la vista o l'udito a loro sottratti per quell'arco di tempo.
    Era una scelta difficile, ma il maestro anche se tristemente, sapeva che i suoi allievi avrebbero fatto la cosa giusta.
     
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    Tutte quelle notizie erano decisamente un problema per Alnair. Quindi doveva privarsi per un mese di qualcosa se voleva ottenere il suo nuovo potere. Naturalmente se doveva farlo lo avrebbe fatto. Dovette riflettere molto attentamente su quello che gli sarebbe stato più conveniente privarsi. Sapeva che doveva scegliere. E la scelta sarebbe stata facile se appunto avesse dovuto solo scegliere per sé stesso. Ma c'era anche il fatto che qualsiasi cosa avrebbe scelto di privarsi, poi l'avrebbe ricevuta qualcun altro, e questo aveva reso questa decisione ancora più difficile. L'unicorno pensò a cosa fare ed alla fine capì quello che andava fatto e quindi disse ciò che pensava.

    "Beh, se avessi dovuto scegliere solo per me stesso, avrei scelto di privarmi della parola. Ma avete detto che qualcun altro otterrà temporaneamente quello a cui rinuncerò temporaneamente, quindi, per fare un favore a quel poveretto, chiunque esso sia, sceglierò di privarmi della vista. Così almeno potrà vedere il mondo attorno a sé. So che ovviamente mi sto complicando le cose, scegliendo la vista. Ma, se c'è qualcuno che per tutta la vita è stato peggio di quanto starò io con questa scelta, allora voglio aiutarlo, scegliendo la cosa che conviene di più a lui. Procediamo pure."

    L'unicorno ovviamente aveva paura all'idea di essere cieco per un mese. Ma, come aveva appena detto, c'era qualcuno che non aveva né la vista né l'udito né la parola, tanto valeva almeno rendergli uno dei sensi più utili. Doveva solo riuscire a sopportare questa sgradevole situazione, per solo un mese, e poi vedere se, oltre ad aver fatto un favore a qualcuno, ne sarebbe valsa la pena per quello che avrebbe ricevuto in cambio. Comunque volle anche chiarire un'ultima cosa prima di procedere.

    "Come ho detto, ho preso la mia decisione ed andrò fino in fondo, ma vorrei chiarire un dettaglio, poi procediamo. Lo so che quello che abbiamo preso dovrebbe non farci sentire nulla durante il processo. Ma sarà comunque doloroso fare una cosa del genere? O, anche se non lo fosse, non farà impressione vero? Per privarmi della vista non mi conficcherete qualcosa negli occhi, vero?" Ed attese una risposta.
     
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    Quindi la terza prova consisteva in una rinuncia. Questa notizia fu buona e cattiva allo stesso tempo per Lenrian: cattiva perchè doveva rinunciare ad una cosa tra vista, udito e parola ma buona perchè la rinuncia era solo temporanea e non permanente. Per trasferire per un mese una di quelle tre abilità a qualcuno che ne fosse privo. Era una sorta di prova di beneficenza ma se per loro perdere qualcosa temporaneamente era una speranza, lo stesso non si può dire dei loro beneficiari che, dopo trenta giorni, torneranno ciechi, sordi e muti come prima.
    Lenrian meditò bene prima di scegliere ma escluse fin da subito la vista dato che, per un drago, era quella più importante e pensò che entrambi scartassero quell'opzione.
    Contrariamente a quello che Lenrian pensava, Alnair scelse di rinunciare proprio alla vista, consapevole di avere tutte le complicanze derivate dall'essere totalmente ciechi. Ciò sollevo il drago arancione che avrebbe dovuto rinunciare a qualcosa tra udito e voce.
    Lenrian, essendo una creatura ferina, un guerriero ed un predatore per natura, tutti i cinque sensi erano fondamentali per aver vittoria nella caccia o nel combattimento. La parola era secondaria; con i suoi simili poteva comunicare attraverso i gesti del corpo ed odori e poteva fare lo stesso anche con le altre creature. Con Aesiril si era esercitato più volte a comunicare utilizzando solo il corpo e non la parola. Alla peggio, poteva comunque scrivere quello che volesse dire.
    "Io decido di rinunciare per un mese alla parola!" scelse il drago arancione della luce.
    "Prima di perdere la voce, però, vorrei fare un'osservazione. Non so quanto possiamo fare del bene con questa rinuncia. I nostri due beneficiari da oggi potranno vedere e parlare ma tra un mese esatto perderanno di nuovo tale possibilità e torneranno ad essere ciechi e muti. Quella scadenza sarà terribile per loro e mi viene da pensare che sarebbe meglio rimanere ciechi, sordi o muti che tornare normali solo per un tempo determinato. Con questa osservazione non mi ritiro. Sono comunque pronto a procedere!" aggiunse Lenrian, facendo notare le sue osservazioni.
    Poi cercò di rilassarsi per essere pronto per affrontare la prova.
     
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    Il maestro restò un attimo in silenzio e poi sorrise. Erano molto generosi, era fiero di loro.
    Lenrian avrebbe rinunciato alla parola e Alnail alla vista, al vecchio drago un po' dispiaceva portare via suo figlio Ragnax la dolce voce del suo compagno, ma non sarebbe stato per sempre.
    Il maestro era convinto che ne sarebbe valsa la pena, sarebbe stato un modo per superare i propri limiti, e inoltre entrambi avrebbero aquisito una capacità: Lenrian avrebbe imparato il valore e l'importanza delle parole trasmettendogli una maggiore attenzione nelle parole usate, di fatto dandogli un ottima oratoria, mentre Alnail avrebbe migliorato i propri sensi e sviluppato una maggiore connessione alla luce, il suo elemento, che permette la vista stessa.
    Lenrian inoltre aveva maturato dubbi poiché giustamente pensava che avrebbe rinunciato alla vista per donarla a qualcun'altro solo per un periodo limitato.
    [colore=purple]"Lenrian non preoccuparti, dopo che avrete riavuto vista e parola un altro donatore si offrirà per aiutare quelle persone."[/color]
    Spiegò il maestro che poi si voltò verso Alnail
    "invece Alnail... Non preoccuparti, sarai sedato come Alnail e non sarete coscienti mentre si svolgerà la procedura. Dopo non sentite dolore... Solo uno strano senso di freddo e vuoto a lingua o occhi. Ora accomodatevi."
    Gli indicò i due lettini e li fece sdraiare e rilassarsi, sistemò le macchine e mise sui loro musi delle mascherine che trasmettevano un gas che gli fece perdere coscienza.
    Solo buio e silenzio, anche quando si ripresero fù buio e silenzio per Alnail, non sentiva la voce dell'amico e anche se aveva gli occhi aperti era tutto nero come se fosse in una stanza immersa nel buio assoluto.
    Inoltre, mentre Alnair poteva urlare o parlare, Lenrian emetteva solo versi animaleschi e ruggiti, non parole o urli.
    Ma questo era buono poiché avrebbe permesso ai due di apprendere abilità che normalmente non avrebbero appreso tanto facilmente, malgrado ora fosse solo terrificante e i due non avevano più modo di comunicare, Lenrian non poteva parlare o scrivere all amico delle parole... Poiché non poteva leggerle.
    Solo Alnair poteva parlare, ma comunque non vedeva niente.

    Edited by Master of Void - 25/12/2019, 15:14
     
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    Alnair fu molto sollevato da quelle raccomandazioni e tirò un sospiro di sollievo. Almeno qualunque cosa avrebbe fatto e che gli sarebbe successa, non sarebbe stata dolorosa. Quindi, volendo procedere il prima possibile, per potersi togliere il pensiero, e fare presto. Dopotutto prima cominciavano, prima sarebbe tutto finito, e oltretutto non voleva rischiare che la paura gli facesse cambiare idea. Quindi procedette a mettersi sul tavolo per farsi operare e a procedere con l'addormentarsi grazie a qualunque cosa gli avesse messo in faccia. Quando il procedimento fu completato, e l'unicorno si svegliò, accorgendosi di come non riuscisse più a vedere nulla. Questo fu subito preoccupante, e cominciò a muoversi alla cieca sbattendo dove gli capitava. Nemoal allora corse subito da lui, e gli fu accanto dandogli qualcosa su cui appoggiarsi.

    "Non ci vedo più. Ok che l'ho deciso io, e di certo non cambio idea, ma ho comunque paura. Posso davvero cavarmela in questa situazione?"

    "Non temere amore." lo rassicurò la Kelpie "Vedrai che ce la faremo e tutto finirà bene in questa circostanza."
     
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    Lenrian ed Alnair furono fatti accomodare sui lettini dove sarebbero stati sottoposti alla terza prova e furono sedati con delle mascherine sui loro musi. Il drago arancione, da emozionato com'era, scivolò lentamente in uno status di torpore fino ad addormentarsi, il tutto sempre durante uno stato meditativo.
    L'anestesia non durò molto, a Lenrian sembrò che dal momento in cui si addormentò al momento in cui si risvegliò fossero passati pochi minuti. Non si ricordò nemmeno di aver sognato.
    Al suo risveglio, ancora inconsapevole di essere privo di voce, provò a parlare ma dalla sua bocca uscì solo un selvatico "rawwrraawrrrawrrr" draconico, il vero antico verso da drago, quando ancora i draghi non parlavano ma usavano solo versi gutturali. Erano da quei versi gutturali che i draghi avevano creato un primo sistema fonetico che era chiamato Draconico Antico, composto quasi prevalentemente da consonanti secche, dal quale poi era disceso il Draconico. Solo in epoche recenti, i draghi avevano iniziato a parlare anche le lingue delle altre razze.
    L'ancestrale ruggito gli ricordò che aveva rinunciato alla parola e che ora poteva comunicare solo con ringhi, ruggiti, ululati o versi animaleschi. Oppure utilizzare il linguaggio del corpo. A parte la mancanza della voce, il drago della luce sembrava stare bene in tutto il corpo. Anche l'unicorno si era risvegliato e andò quasi nel panico quando iniziò a sbattere contro ogni cosa gli capitava a tiro. Non riusciva a vederci più, dato che aveva rinunciato alla vista. Nemoal accorse subito in suo aiuto, facendolo appoggiare e rassicurandolo.
    Lenrian si avvicinò alla coppia di equini, li guardò e mise la zampa anteriore sotto il muso di Alnair, in modo che potesse testimoniare la sua presenza attraverso l'olfatto, facendogli sentire il suo odore di drago.
    Il drago arancione poi volse il muso verso il loro Maestro, facendo un leggero verso di gola e mostrando uno sguardo interrogativo che voleva dire "e ora che si fa?" e "La prova è finita?".
     
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    Il maestro non tardò ad arrivare, li guardava un po' mogio anche se Alnail non poteva vederlo.
    Sapeva bene che avevano scelto loro di farlo, che era necessario e che non era una cosa permanente.
    Avrebbero riaquisito la vista e la voce appena scaduto il mese, automaticamente senza nemmeno bisogno di tornare lì, ma il maestro si sentiva comunque in colpa.
    Sentiva d'aver fatto un torto a due persone che si fidavano completamente di lui. Li abbracciò e automaticamente si svegliarono tutti insieme.
    "Mi dispiace, ora porterò Alnail e Nemoal da basso poi beh... La prova è iniziata, buona fortuna."
    Disse semplicemente accarezzando Lenrian, per poi prendere Alnail e Nemoal mettendoli sulla schiena enorme e poi legandoli con i tentacoli, un po' come una cintura di sicurezza, in modo di portarli da basso.
    Ancora forse i due non sapevano quante sofferenze e difficoltà avrebbero attraversato per superare questa prova.
    Sembrava una crudele presa in giro, ma sarebbe passato a un grande momento di sconforto se non fossero stati abbastanza forti.
    Per molti non importava molto una mancanza simile, per quanto grave, ma per la maggior parte una simile mancanza poteva essere traumatica come stava iniziando a esserlo per Alnail.
    Avere qualcosa in meno che gli altri hanno, soffrire nel gelido vuoto della mancanza; Tutto questo rendeva questa prova la peggiore fino a ora, cosa poteva esserci di peggio? Il maestro sapeva bene cosa poteva esserci di peggio, e questo lo faceva dispiacere e sentire solo peggio.
    L'unica cosa che ora il maestro sperava era che i due lo avrebbero perdonato per quello che gli aveva fatto e che se l'avessero perdonato che lo avrebbero rifatto dopo le altre due prove; Ben più terribili. Malgrado era difficile perdonare cose simili, ma li avrebbe comunque guidati verso la trascendenza se lo desideravano davvero. Avrebbe permesso a Alnail di essere pronto a sbloccare tutti i suoi ricordi questo sentiero, che pendeva sempre più in salita, o forse sarebbe stato meglio dire in discesa.
    Stavolta non ci ho messo un mese... Hehehe. Beh comunque meglio chiudere la role ora. Ci vediamo! I vostri pg recupereranno la vita da soli tra un mese, gestite voi la cosa come meglio credete. Il maestro esce se non avete nulla in contrario.


    Edited by Master of Void - 11/1/2020, 10:44
     
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    Alnair trovava davvero sgradevole essere diventato cieco, ma poteva solo sperare che ne valesse la pena e che gli permettesse di ottenere nuovo potere comparato alla sua pena. Anche se era felice che nel frattempo qualcun altro avrebbe potuto goderne dei privilegi. Così continuò a muoversi, facendosi guidare da Nemoal, che aveva tutta l'intenzione di rimanere vicino a lui per tutto il tempo e sarebbe stata i suoi occhi finché non fosse tornata la vista. Quando poi il maestro del vuoto prese entrambi, Alnair si fece prendere dal panico perché, anche se aveva detto che intendeva prenderli, non vedere cosa stava succedendo, e il fatto che fosse accaduto così all'improvviso, era preoccupante, con tanto di tentacoli che lo stavano avvolgendo.

    "Non temere amore. Il maestro del vuoto ci porterà da basso. Poi dovrai solo abituarti a non avere la vista finché non ti ritornerà. Fino ad allora ci penserò io a te. So che adesso sarà sgradevole ma vedrai che ne varrà la pena quando avrai finito." Volle rincuorarlo Nemoal.

    Alnair si sentì più tranquillo alle parole della sua amata Kelpie. Qualunque cosa sarebbe accaduta l'avrebbero affrontata insieme. Non c'era alcun dubbio.

    Alnair e Nemoal escono
     
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    Lenrian si era illuso. Credeva che la prova fosse terminata e invece era appena iniziata; la terza prova consisteva proprio nel stare per un mese senza voce. Se ne rese conto quando si accorse di essere muto anche quando si risvegliò dallo stato meditativo Una volta sveglio, Si lasciò accarezzare dal Maestro del Vuoto che prese con sè i due equini, portandoli di nuovo a terra, visto che si trovavano ancora in quota sulle Isole Fluttuanti, il drago arancione della luce li congedò sventolando l'ala destra. Una volta rimasto da solo, Lenrian meditò sul da farsi. Muto e da solo si sentiva terribilmente a disagio, doveva incontrare qualcuno che lo supportasse, come il suo miglior amico Aesiril o il suo compagno Ragnax. Il draghetto nero-verde semidivino, grazie ai suoi poteri, lo avrebbe probabilmente rintracciato ma rimanere lì era inutile.
    Così, il drago arancione spalancò le ali, si piegò sulle zampe posteriori e spiccò il volo, lasciando le Isole Fluttuanti.

    Lenrian esce
     
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