Corso di mitologia italiana 2: il ritorno/lavendetta

Mitologia italiana

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    Rieccoci di nuovo, dopo la bellezza di tre anni con il secondo episodio del mito italiano!
    Inizieremo con qualcosa di semplice ed innocente, per spostarci poi verso entità più oscure e misteriose. Creature le cui leggende sono tramandate fino a noi, nel nostro paese e forse anche altrove, grazie ai racconti degli anziani ma anche di coloro che sanno osservare sottilmente fin’oltre il fugace velo della realtà :paninozzo: :sclero: :yea:

    Caddos Birdes:
    Nel folklore sardo, i caddos birdes (cavalli verdi) erano delle strane creature che presentavano la forma di piccoli cavallini dal pelo verde, ed erano rarissimi da avvistare.
    Un proverbio sardo dice "Homine affortunadu pius raru chi sos caddos birdes" vale a dire "un uomo fortunato è più raro dei cavalli verdi". Queste creature leggendarie avevano dei poteri magici e benefici. Si narra che il re di Monteleone ne possedesse uno, e che per uno di questi esemplari i nobili potessero arrivare anche a scatenare delle guerre.
    Impossibili da domare, non sono mai stati montati da nessuno.

    Cenocroca:
    Questa assurda creatura nata dal folclore della città di Milano, viene descritta come avente la voce umana e con al posto dei denti un osso. Possiede un’apertura della bocca che arriva fino alle orecchie, le fauci e il petto sono quelli del leone, il corpo dell' asino, le corna di stambecco e i piedi del cavallo(ma divisi come quelli del bue). Possedeva la bizzarra caratteristica di non muovere mai le pupille e di guardare sempre dinanzi a sé, inoltre con la propria voce umana imitava i richiami degli uomini o i versi degli animali per attirare le prede e divorarle.
    Sembra una variante un po’ distorta dell’unicorno orientale, probabilmente lo è davvero.

    Foglionco:
    Appartenente alle credenze lucchesi, questa creatura può essere rappresentata semplicemente come una puzzola, mustelide ben noto ai contadini per essere predatore di animali da cortile.
    Il fatto che l'animale abbia abitudini notturne e sia difficile da avvistare, ancor di più quando non esisteva la luce artificiale, ha sempre portato a descrizioni confuse negli avvistamenti. Talvolta infatti il foglionco veniva identificato con la faina.
    Riusciva a penetrare nei pollai da piccole aperture nelle recinsioni grazie alla sua forma pressoché cilindrica, dando così alle sue scorrerie un alone di mistero.
    La particolarità che però lo associava ad una creatura inquietante era l’addentare le prede al collo, lasciando evidenti segni sui cadaveri. Si diffuse così la credenza che il foglionco succhiasse il sangue delle vittime.
    Più avanti, a questa creatura è stata attribuita anche la capacità di volare, sebbene sembri soltanto una visione più fantasiosa e prettamente leggendaria di quelli che in realtà erano stati suggestivi avvistamenti nella penombra.

    Buffardello:
    è un folletto presente soprattutto nella tradizione della Val di Serchio e in quella della Lunigiana. A Gorfigliano, frazione di Minucciano, invece viene chiamato pappardello.
    Questo folletto diavoletto è generalmente descritto come un essere antropomorfo di piccole dimensioni, vestito di indumenti di colore rosso con scarpe a punta. In alcuni casi è descritto come un bambino o comunque un giovane creaturino senza barba, in altri come un basso vecchio barbuto. Le sue mani si dice siano state bucate da San Giovanni affinché non potesse soffocare le persone durante la notte.
    In realtà questa è l’unica visione negativa che si ha del bestiolino, perché in quasi ogni luogo in cui se ne parla non gli viene attribuita un’accezione né maligna né gentile. Al massimo dispettosa!
    Il buffardello viene anche descritto come un essere di piccole dimensioni, brutto e nero ma di fattezze animalesche non ben definite, genericamente un animale selvatico, una bestia del bosco o addirittura un batuffolo grigio.
    Può avere anche la forma di una volpe, un gatto, un cane, un tasso, una faina o un grosso uccello notturno di colore scuro, ma lo si può considerare semplicemente capace di assumere varie forme animali sebbene quella originale resti quella del folletto.
    A Minucciano è descritto come un uccello notturno cornuto che vive nella torre del paese e sembra che di notte si possa udire il suo respiro; nel comune di Villa Collemandina invece viene descritto come un uccello con la testa di topo.
    Indipendentemente dalla forma, sembra viva nelle stalle o sugli alberi, specialmente sui noci . a volte lo si vede entrare da una finestra, altre volte camminare saltellando e scalciando, ma gli avvistamenti considerati più comuni sono quelli in cui apre e chiude le finestre ridacchiando e facendo versacci.

    Mazzamurello:
    Chiamato Mazzamuriellë in dialetto napoletano, Mazzamureddu in quello agrigentino, questo esserino è diventato una creatura fantastica della tradizione fiabesca di gran parte delle regioni centro-meridionali d'Italia.
    Viene chiamato anche Folletto di montagna. Esso presenta numerosi corrispettivi in altre zone d'Italia: i Mazzariol di Pieve di Cadore, i Mazapegol dell' Emilia o i Mazzarot dei boschi delle Tre Venezie.
    Sua peculiarità è il produrre dei rumori all'interno delle abitazioni per manifestare la sua presenza in casa, perché odia essere ignorato. Infatti, anche se non è detto sia corretta tale etimologia, il nome di questo folletto viene fatto derivare popolarmente proprio dai termini "mazza" (colpo) e "murello" (mura), per rappresentare la sua abitudine di battere contro le mura di una casa per manifestarsi.
    La sua presenza indica la prossimità di un tesoro, un pericolo imminente per uno dei familiari o un messaggio di un caro defunto che cerca di comunicare con i vivi. Nel territorio dei Monti Sibillini , alla pari di altre creature mitologiche come le Fate caprine, i Mazzamurelli sono tradizionalmente considerati messaggeri tra il mondo terreno e quello dell’aldilà.

    Ammuntadòre:
    Una creatura maligna senza forma della mitologia sarda che si dice attacchi le persone nel sonno tramite gli incubi , in sardo chiamati ammuntadùras.
    Per alcuni studiosi tale credenza ebbe principalmente origine dopo il 241 a.C., ovvero dopo la presa dell'isola da parte dei romani con la vittoria riportata sui Cartaginesi, ma per altri la Sardegna avrebbe sviluppato queste superstizioni già molto prima.
    Sarebbe ancora oggi possibile ascoltare dai vecchietti qualche racconto al riguardo, sebbene molte testimonianze inizino a mancare e queste credenze comincino ad abbandonare l'interesse delle nuove generazioni. L'Ammuntadore avrebbe perso col tempo il suo carattere di spirito notturno, assumendone uno più cristiano ed associato a quello di Satana.
    Sono praticamente identici alle creature della notte che i romani chiamavano Incubi o, nella versione femminile, Succubi. I sintomi che si riporteranno se uno di questi cosi vienea farci visita sono forte pressione sul petto, visioni macabre e rumori di respiri molto vicini alle orecchie. In alcuni casi si può arrivare anche alla morte della vittima per soffocamento.

    Con quest’ultima simpatica creaturina chiudiamo anche questo episodio della mitologia italiana!
    Siamo passati da pucciosi My little pony color pistacchio a demoni degli incubi che ti uccidono nel sonno, ma qui a Kengard è tutto normale ^_^
    Grazie fedeli kengardiani ascoltatori, ora vado a bermi un succo alla pesca che ciò na sete moio! *fugge verso il frigo*

    PS: per gli scellerati che si erano persi la prima parte, eccola: qui in tutto il suo mitico splendume!

    Edited by Aesingr - 23/7/2018, 02:32
     
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    *costruisce origami durante la lezione* Uh che bella barchetta! XD
    Scherzi a parte: mi sono letta anche la lezione precedente, della quale sapevo qualcosa sulle leggende Casentine (Badiliscio e Marca).
    Per quanto riguarda questa: conosco i Caddos Birdes, perché me ne aveva parlato uno dei miei nonni quando ero bambina. Poi ci sarebbe anche la credenza dell'uomo nero svestito che rapisce i bambini che si comportano male, ma quella è famosa un po' ovunque.
    Senti senti i lucchesi che cosa combattono di notte. XD Certo, bisogna dire ce non è raro trovare creature leggendarie o meno che mangiano i semi dei frutti e delle verdure piantati nei campi.
    Del Buffardello, invece, ne ho sentito rammentare nell'aprile del 2015 mentre mi trovavo nel Casentino. LìMe lo descrissero più che altro come un bambino con un cappello rosso e le scarpe rosse a punta.
    Per quanto riguarda gli Ammuntadore, ecco cosa sognavo io durante gli incubi!!! Non era la lampada o il globulo nero! XD ahahahahahah! *rotola*
    Complimenti Aesingr!
     
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    Oh ma tutti voi ce l'avete i nonni che raccontano ste robe, a me mai capitato manco uno. Il poco che sapevo lo ha tirato fuori mia nonna xD
     
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    CITAZIONE (Aesingr @ 23/7/2018, 13:04) 
    Oh ma tutti voi ce l'avete i nonni che raccontano ste robe, a me mai capitato manco uno. Il poco che sapevo lo ha tirato fuori mia nonna xD

    Cicci! ... *si tappa la bocca*
    Ehm, prof il mio nonno di cui ho parlato sopra era una persona che leggeva molto e ha tramandato molte cose ai figli e ai nipoti. Lui sapeva bene la storia, non per nulla, combatte’ Durante la seconda guerra mondiale.
     
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    Il mio già è tanto abbia combattuto la guerra delle posate con mia nonna :yea:
     
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