Dopo il successo del
Corso di Mitologia Italiana, Kengard avrà l’onore di ospitare il
Corso di Alimurgia magico-medicinale! E, come ogni insegnamento che si rispetti, al termine di ciascuna lezione, che tipo durerà otto ore piene, sarete tutti interrogati dalla sottoscritta.
Ma prima addentriamoci in questo meraviglioso mondo dove la storia, la magia e la medicina si fondono con piante ed erbe di ogni specie.
Aglio
Questa pianta è nota fino allo sfinimento per il semplice fatto che tiene lontani i vampiri e gli spiriti malvagi (Makon escluso per pietà). Viene utilizzato abbondantemente nei rituali magici per scongiurare il male e proteggere chi ne ha bisogno.
Nella pratica medica, invece, l’
aglio è importante per essere un buon antisettico e antitumorali e, per questo motivo, alcuni dei suoi componenti sono stati inseriti nei farmaci.
Lo studioso egiziano
Ermete Trismegisto, in uno dei suoi testi, scrive che i faraone obbligavano gli schiavi addetti alla costruzione delle piramidi ad assumere aglio in quantità abbondanti, in modo che fossero immuni dalle malattie e dalle infezioni intestinali e per dare loro una maggiore resistenza fisica.
I soldati greci, invece, erano soliti mangiarlo prima delle fasi cruciali delle battaglie, così che i loro animi divenissero ardenti e i loro corpi più vigorosi e dotati di una certa dose di energia. L’ideale per essere dei guerrieri invincibili!
Aristofane: “Ora ingoiate questi spicchi d’aglio. Imbottiti d’aglio troverete maggior ardore nel combattere.”
Angelica
Fin dai tempi più remoti, l’
Angelica è stata perennemente adoperata per migliorare la digestione, ma non solo: essa, infatti, ha anche un’azione antispasmodica, calmante e antinfiammatoria, mentre i suoi estratti alleggeriscono i dolori mestruali. Inoltre, in passato veniva utilizzata per aromatizzare vini e liquori e fare caramelle.
Alcuni autori sostengono che fosse sacra ai Duidri come il vischio: in effetti, è probabile che quest’ultimo fosse dedicato al Sole, mentre la prima alla Luna.
La filosofa tedesca Hildegarda di Bingen, vissuta nel XII secolo, dichiarava che un buon modo per guarire dalla febbre era quello di tritare delle radici di Angelica, coprirle con mezzo bicchiere di vino e lasciarle riposare per un’intera notte; il mattino seguente aggiungere dell’altro vino e berne un po’. Tale procedimento andava ripetuto dai tre ai cinque giorni, al termine dei quali si poteva dire di essere guariti.
Un’altra tradizione vuole che le foglie o i fiori di questa pianta fossero donate per portare lunga vita a chi le riceveva, oppure venivano fatti essiccare e conservati per tutto l’anno con la speranza che dessero una mano a trovare l’anima gemella.
Corre voce che il leggendario supercentenario francese Annibal Camoux fosse solito masticare le radici di questa pianta per mantenere la sua longevità (La cara signora Emma Morano, la quale è morta a 117 anni, mangiava tre uova a settimana e lei è esistita per davvero. Come la mettiamo?
)
Attualmente, l’uso dell’Angelica è limitato, poiché se ingerita in gran quantità è velenosa; in secondo luogo, per chi non ha dimestichezza con la botanica, potrebbe risultare difficile distinguerla dalla
Cicota, erba assai velenosa che provoca gravi danni all’apparato respiratorio. Infine, fumare le foglie di Angelica pare che induca ad avere delle visioni. Ad ogni modo, se si pensa di essere stati colpiti dal malocchio, si può mettere a bollire in sette litri di acqua e con essa spruzzare gli oggetti maledetti e lavare i pavimenti.
Qualora sentissimo il bisogno di allontanare la negatività, possiamo mettere sul fuoco i fiori con dell’acqua, lasciarli bollire per dieci minuti, quindi spegnere il fuoco e gettare il contenuto del pentolino nella vasca da bagno ed immergerci, sempre con dell’acqua calda per rilassarci.
Basilico
Secondo delle credenze antiche, il
basilico, dal greco
Basilikon, è ben indicato qualora s’intenda favorire i rapporti con i propri vicini di casa, di conseguenza, basterà piantarne un po’ nel vostro cortile e tutti vi vorranno bene.
Esso, inoltre, è anche un ottimo rimedio per l’alito cattivo.
In generale, quest’erba è portatrice di prosperità, pace, successo, protezione, felicità, purificazione, tranquillità e amore.
I romani ritenevano che questa pianta fosse cara alla dea
Venere, pertanto andava raccolta seguendo dei rituali specifici. Addirittura, degli autori affermavano che non dovesse essere recisa con degli arnesi di metallo, poiché altrimenti i suoi effetti sarebbero stati annullati all’istante.
Nel Medioevo lo si utilizzava per cacciare i diavoli dagli invasati e si pensava che facesse miracoli durante le epidemie di peste.
Infine, come non citare la novella intitolata
Lisabetta da Messina del Decameron di Giovanni Boccaccio, nella quale la protagonista conserva la testa dell’amato ucciso dai fratelli in un vaso di basilico annaffiato con le sue lacrime. (Non potevo proprio esimermi dallo scrivere quest’ultima info. No no!
)
Calendula
La
Calendula commestibile, non quella da giardino, è stata utilizzata per lungo tempo in medicina per trattare le irritazioni della pelle, come eczema, lividi, cicatrici, ustioni e graffi.
Con i fiori si può preparare la cosiddetta farina Marigold; occorrerà farli essiccare per poi tritarli finemente.
Magicamente, è usata per la felicità, la prosperità, l’amore, i poteri psichici e l’armonia.
Nel linguaggio dei fiori, la Calendula simboleggia il dolore, il dispiacere, la noia e le pene d’amore. Questi significati le sono stati attribuiti dai greci e dai latini per il semplice fatto che i suoi fiori si aprono al mattino al sorgere del Sole per richiudersi la sera; di conseguenza, è logico supporre che la pianta in questione sia associata al corso dell’astro. In un certo senso, è come se scandisse il tempo; fra l’altro, i semi hanno una forma simile ai quarti di luna, perciò l’accostamento precedente non è del tutto infondato.
Secondo la mitologia greca, la Calendula nacque dalle lacrime della dea
Afrodite, disperata per la morte del suo amante
Adone, ucciso da un cinghiale mandato da
Ares.
Curiosamente, anche in Messico, questo vegetale ha sempre rappresentato il dolore: infatti, una leggenda narra che esso si sia diffuso dopo l’arrivo dei conquistatori bianchi, i quali sterminarono le popolazioni di indigeni.
Gli inglesi, chissà come mai, hanno una concezione diversa: associano il fiore alla gelosia. Esse sono delle zitelle che, non essendo mai state amate da nessuno, quando muoiono, si trasformano in calendule.
Ortica
Tra le caratteristiche attribuite all’
ortica, vi è quella di essere un eccellente antiparassitario per le piante se preparato sotto forma di infuso, sebbene sia un vero portento nello sconfiggere il malocchio!
Consiglio: preparate un composto di aglio ed ortica e sarete a posto per tutta la vita.
Sempre il nostro caro amico Aristofane ci rivela che i greci erano ghiotti d’ortica e solitamente la raccoglievano prima dell’arrivo delle rondini… per loro era più buona in quel periodo.
I contadini si servivano delle foglie per prepararvi dei decotti che prevenivano la calvizie precoce, oppure immergervi le mani per contrastare gli effetti dell’artrosi e ricavarne della carta insieme alle fibre della canapa o della stoffa qualora mancasse il cotone.
Pimento
Il
Pimento è una spezia originaria della Giamaica, il cui sapore incorpora quello dei chiodi di garofano, della cannella e del pepe. In cucina si utilizzano essenzialmente le bacche per aromatizzare i biscotti (guarda caso le streghe ad Halloween offrono biscotti…).
Gli incantesimi che vedono come protagonista questa essenza si occupano di incrementare l’energia, l’amore, la guarigione e la fortuna.
Si narra che il primo a scoprire questa pianta fu Cristoforo Colombo quando approdò in America; egli scavmbiò le bacche di pimento per pepe, poiché gli somiglia un pochino. Tuttavia, sappiamo con certezza che il popolo dei Druidi coltivava questo vegetale già dapprima che il genovese ne venisse a conoscenza.
Durante il XVIII secolo, i soldati russi usavano il pimento come deodorante (Aes, questo fa per te!
). In alternativa, se lo mettevano negli stivali per prevenire i microbi e, quindi, le infezioni.
Rosmarino
Il
Rosmarino è avvolto da tante leggende e da tanti significati: in passato, infatti, veniva messo nei bouquet delle spose con l’intento di propiziare il matrimonio. Nel Medioevo, invece, si pensava che esso allontanasse gli spiriti maligni e purificasse gli oggetti adoperati per fare un maleficio (ammesso che li trovassero, ovviamente
), Il suo colore perennemente verde simboleggia la speranza, il vigore e, di conseguenza, la vita eterna, oltre alla saggezza e al miglioramento della memoria.
Se bruciato, dona energie positive e aiuta a sconfiggere la negatività. Peraltro, alcuni fonti suggeriscono che costruire un pettine con il legno di rosmarino arresti la caduta precoce dei capelli. In alternativa, si consiglia di utilizzarlo tipo Shampoon, in quanto conferisce lucentezza ai capelli scuri e lenisce il prurito del cuoio capelluto.
altri autori, invece, raccomandano di porne un rametto sotto il cuscino, così che sia possibile fare un sonno ristoratore.
Innumerevoli sono i suoi usi nel campo della cura e della guarigione da botte, contusioni e dalle malattie respiratorie. Tra l’altro, un infuso a base di rosmarino allevia il mal di testa (Ecco, questo me lo segno).
Gli alchimisti attribuivano a questa pianta proprietà radioattive ed infatti se ne servivano per ottenere l’oro alchemico, il quale origina dal piombo e dal rosmarino. Questt’ultimo, grazie alla sua radioattività organica, accelera la trasmutazione del primo, generando così l’oro.
Salvia
La
Salvia ha numerosissime proprietà, tra le quali quella di purificare: infatti, gli antichi l’adoperavano per disinfestare gli ambienti dall’invasione dei parassiti. Ma è negli incantesimi che quest’erba da il meglio di sé, in quanto è un potente stimolante del sistema nervoso e, quindi, la sessualità. I suoi effetti si possono apprezzare anche all’altezza dell’apparato gastro-intestinale: essa, infatti, favorisce la digestione e da sollievo al bruciore di stomaco.
Oltre a ciò, gli egizi ritenevano che le foglie della salvia, sempre verdi, simboleggiassero l’immortalità, la longevità, la memoria e l’intelligenza, poiché, a detta loro, chi era anziano, doveva necessariamente essere intelligente…
Ma non è tutto: le foglie di salvia, se bevute come tè, aiuta a rilassare la mente e fornisce un valido sostegno per il mantenimento della concentrazione e l’allontanamento dell’ansia.
Questi effetti si possono ottenere anche tramite l’olio, una volta bruciata come incenso.
I greci e i romani raccoglievano quest’arbusto senza l’intervento di oggetti di ferro, indossando una tunica bianca e con i piedi scalzi e ben lavati.
Nel Medioevo era considerata la regina di tutte le erbe per via dei suoi straordinari effetti sull’eccessiva sudorazione, sull’esaurimento nervoso, sulle ferite aperte e non ancora rimarginate e adoperata persino nella pulizia dei denti.
Celebre in Francia è la leggenda secondo cui un Baksamico soprannominato
”Aceto dei quattro ladroni” proteggesse dalla peste un gruppo di ladri che avevano rubato da delle case.