Il mito dell'altalena

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    Il drago azzurro che puzza di pesce

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    Si narra che Dioniso, per ringraziare l’ateniese Icario dell’ospitalità che egli gli aveva concesso, gli fece dono del vino che fino ad allora era sconosciuto agli uomini.
    Icario volle condividere il dono con gli abitanti del suo villaggio ma questi, ubriacatisi, non conoscendo gli effetti della bevanda credettero di essere stati avvelenati e lo uccisero immaginando un tradimento.
    La figlia di Icario, Erigone, andò disperatamente alla ricerca del padre e, quando scoprì che era morto, per il dolore si uccise impiccandosi ad un albero
    Prima di compiere il gesto estremo tuttavia scagliò una maledizione su Atene; da allora i Greci pensarono che lo spirito vendicativo della giovane si impossessasse delle fanciulle del posto, dando luogo ad una vera e propria epidemia di suicidi con un cappio. Successivamente l’oracolo di Apollo suggerì di placare il demone tramite il dondolio di un corpo, in greco "aiora", che doveva mimare l’oscillare dell’impiccato.
    Così venne creata l’altalena, legando lacci ad un albero su cui le fanciulle si lasciavano ‘dondolare’. L’oscillare diventò quindi rappresentazione del restare a mezz’aria tra cielo e terra, e dunque della ‘sospensione’ dello spirito.

    il dio Dioniso, impietositosi, decise di collocare Erigone tra le stelle e creò la costellazione della Vergine; a lei furono dedicate delle feste dette Aiora(o Aletidi), in cui si ricordava la sua morte con la costruzione di varie altalene incui tutti si sarebbero dondolati per commemorare la fanciulla.
     
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