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    Il drago azzurro che puzza di pesce

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    I suoni pericolosi aumentavano d'intensità, e adesso non ero più tranquillo. Kurama fremeva, per un attimo probabilmente il mio corpo doveva essersi attorniato di fiamme senza che nemmeno io me ne fossi accorto.
    La bimbetta aveva cominciato a strillare e si era gettata verso il suo drago, alle prese con Padme e con qualunque cosa stessero facendo. Le due possenti creature tuttavia si stavano allontanando sempre più, e pareva che fosse proprio Izu a spingere Padme il più lontano possibile. Mi grattai la testa perplesso, non riuscivo a capire in alcun modo i loro intenti. Capii però che un forte boato proruppe alle mie spalle e in una manciata di istanti una marmaglia in armatura si riversò sui sentieri circostanti e sulla prateria che si estendeva fin dentro al bosco. Feci appena in tempo a voltarmi, che individuai il Principe Caspian guidare un'orda di soldati in direzione dei due draghi.
    Avevo capito che qualcosa non andasse, ma certo non mi aspettavo un risvolto del genere. E poi... perché? Alcuni scesero addirittura dalle finestre più alte della torre, calandosi con dei rampini dalle guglie poste sulle facciate fino a terra. Avevano decisamente una gran fretta, altrimenti perché gettarsi ignorando qualsivoglia concetto di rischio?
    Non mi diedero molto peso in quel momento, mi passarono accanto come non esistessi; una donna poco meno giovane di me afferrò Nara e la trascinò dentro fra grida e proteste varie, mentre in tutto quel random sclero totale mi rendevo conto di quanto il luogo fosse spazioso. Nonostante la quantità di gente c'era ancora molto spazio in quel giardino, anche se si stava ricoprendo di chiasso e sacchi di pelle.

    Izu si rese conto di quel che stava accadendo appena in tempo per spingere con prepotenza Padme fra gli alberi. Le sue intenzioni non erano chiaramente ostili nei confronti della dragonessa, ma si stava comportando in modo assurdo. Agitò la coda e si mosse in modo da portare sia se stesso che Padme nel fitto degli alberi, dove sarebbero stati oscurati alla vista per alcuni secondi. Lasciò andare la dragonessa e si rannicchiò, piegando le zampe e ringhiando per lo sforzo. Fu come se piastre di pietra si generassero attorno alle sue membra per unirsi alle sue squame, risplendendo in mezzo alle fronde. In pochi secondi, il suo corpo si rivestì di un'armatura d'ambra cristallina, robusta sul dorso e flessibile sul ventre e sulle zampe. Anche parte delle ali si ricoprì di quella corazza naturale, come un esoscheletro emerso all'improvviso per fronteggiare una violenta minaccia. Era decisamente simile al manto di squame che ricopriva Padme; anche dal suo corpo scaturivano riflessi arancioni e luminosi, ma in maniera più omogenea e meno variopinta. Ad uno sguardo superficiale a qualche metro di distanza, un umano avrebbe potuto facilmente confonderlo per la dragonessa.
    "Vorrei spiegarti, ma rischi di essere uccisa. E potrei venir costretto a battermi con te, quindi ora cercherò di concentrarli su di me prima sia tardi. Vattene!"
    Si espose dunque per metà esponendo un fianco, in modo che dal fitto dei rami e dei tronchi il suo corpo fosse visibile dall'esterno. Cominciò a correre a spirale balzando fra le radici e fece in modo di attirare il più possibile l'attenzione. Stava cercando di sviarli, voleva aiutare Padme ad andarsene.
     
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    Sono viva <3 e di nuovo fra voi...grazie per la pazienza


    La situazione si era capovolta in un istante. Da tutte le parti si riversavano uomini in divise protettive scintillanti, sembrava quasi avessero scuoiato mille draghi per ricoprirsi delle loro squame. Padme era sul punto di prendere il volo, nonostante gli avvertimenti del drago che le aveva preannunciato il pericolo. Le si era presentato con il nome di Izumaksian e aveva iniziato a spingerla verso la foresta, gli alberi. Per quanto vecchio e vissuto in cattività, Izu era sorprendentemente forte e le sue spinte verso la foresta molto convincenti.
    L'esercito guidato da un certo Principe Cessian il quale titolo per Padme, essendo una principessa, (una di quelle vere) sembrava solo una bazzecola, si stava avvicinando e la sua marcia produceva con l'incessante rumore di ferro, un ritmico suono di morte e paura. Solo i sacchi di pelle, per quanto si vantassero della propria intelligenza e delle proprie virtù così speciali, erano riusciti a creare un concetto tale come quello della Guerra, un'idea di Potere, di Dominio dovuto a conquista del territorio e non ad eredità per diritto di nascita, come poteva essere quella naturale dei Draghi, creature esponenzialmente superiori, se non per i sacchi di pelle, almeno per tutte le altre creature del mondo. Gli umani erano riusciti anche, per la prima volta, ad associare al concetto di Morte, in natura necessaria e pacifica, in qualche modo un passaggio nella vita di ogni creatura, una connotazione maledetta, ingiusta, quasi un torto che la Natura faceva ai sacchi di pelle. Essi non avevano nessun tipo di gratitudine nei confronti di Madre Natura, nei confronti della Dea Creatrice che, chissà per quale motivo, si chiedeva Padme, aveva creato degli esseri così mostruosi, dannosi per gli altri e l'ambiente stesso del mondo e infinitamente superbi! INCOMPRENSIBILE! si diceva spesso.
    Il Principe Cessian stava quasi raggiungendo i due draghi. Izu sembrava quasi più grande di lei, come se si fosse gonfiato il petto, si poteva forse scorgere anche in lui la grandiosità dei Draghi, per quanto la cattività e l'educazione prettamente umana avessero indebolito il legame con le sue caratteristiche d'origine. Così dopo qualche spintone all'interno della foresta fitta fitta, Izu si fermò e si girò dalla parte dei rumori prodotti dai passi dei soldati che si avvicinavano minacciosamente. Padme non riusciva a capire cosa stesse succedendo fino a che, in pochi secondi, il drago si rannicchiò e in posizione di difesa mutò le sue squame. Padme indietreggiò, spalancò gli occhi stupita e rilasciò dalla bocca un suono che poteva sembrare di sgomento o forse era più di sollievo, come quando ti accorgi che l'oggetto che hai trovato in fondo ad una scatola della soffitta nella casa che stai per vendere, in realtà apparteneva a qualcuno a te caro e che ora non c'è più. Un misto di nostalgia, ricordi e dolore la fecero trasalire.

    Izumaksian era un DRAGO DI TERRA? *gridolini scioccati*

    Le proferì qualche parola prima di scappare cercando di attirare tutto il battaglione all'inseguimento. Inizialmente sotto shock, la dragonessa si guardò intorno, era sola, come lo era da anni. Era molto disorientata, non capiva cosa fosse successo, a come si fosse trovata in quella situazione paradossale: non vedeva un suo simile da troppo tempo e ora che ne aveva incontrato uno, era in prigione! Ma non solo rinchiuso in gabbia, viveva lì per sua volontà! O forse no, forse stava cercando di dirle qualcosa e lei non era riuscita a capirlo! Stupida, stupida e stupida! Padme Radschen la stupida, altro che principessa, nobile dragonessa di terra. Improvvisamente rinsavì, doveva fare qualcosa, seguire i consigli del drago? Mhh non era il suo stile lasciare uno dei suoi simili in pericolo! Non era per nulla una codarda, stupida forse sì! Ma suo padre non aveva istruito una vile!!!
     
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    Siccome non riesco a fare i post in prima e in terza persona contemporaneamente, cambio tutto in terza. :yea:

    Gli uomini armati si stavano avvicinando al fitto della foresta. Kestrel aveva ormai intuito che ce l'avevano con Padme, anche se non capiva cos'avesse scatenato la scintilla. Era una trappola? Erano preoccupati che potesse combinare disastri? Quella gente non gli piaceva per nulla, soprattutto il principe Caspian. Se c'era una cosa che non sopportava era chi teneva creature prigioniere, per quanto non sembrasse quello il caso.
    Era tutto così strano che non trovò nessun'altra soluzione possibile oltre a quella più semplice, l'unica che potesse venirgli in mente qualunque fosse la questione. Sguainò la spada e si lanciò addosso ai tizi più vicini, che per quanto estranei avevano intenzioni fin troppo ostili verso una dragonessa che non aveva recato loro alcun torto.
    Sarebbe stato superfluo sottolineare che gli piacque molto l'idea di lanciarsi addosso alla prima guardia di turno, o quel che era, per placcarla a terra con violenza e assestargli una botta in testa. Nessuno era concentrato su di lui, quindi poté colpirne alcuni alle spalle e altri lateralmente, prima che si accorgessero che si era buttato nella mischia. Ovviamente non aveva intenzione di ucciderli, ma se tiravano fuori armi e armature dovevano esser pronti a perdere qualche tendine di tanto in tanto!
    Un paio li ferì ad una gamba, altri li scagliò a terra con un calcio e altri ancora, accortisi della sua presenza, dovette evitarli per farli finire uno addosso all'altro e tirarsi fuori portata.
    Si ritrovò in difficoltà solo quando lo accerchiarono in quattro; non poteva concentrarsi su tutti, quindi approfittò del vuoto alle spalle di quello che gli si trovava di fronte per caricarlo e obbligarlo a spostarsi con qualche fendente ben assestato. Quando fu abbastanza distante da poterli tenere tutti sott'occhio, dato che ormai aveva più che attirato l'attenzione, si prese anche la briga di fare domande.
    "Perché volete attaccare Padme?"
    Due dei soldati si guardarono, gli altri rimasero impassibili.
    "Tu perché la proteggi?" chiese il più vicino, brandendo la propria arma in un modo simile a come aveva visto fare a Miren.
    Quella risposta gli bastò per capire che non ne avrebbe avute di più esaustive.
    "Per nessun motivo" accennò semplicemente. "Mi state antipatici, aggredite senza motivo. Questo mi basta"
    Resisi conto sia lui che loro di come la conversazione sarebbe finita lì, ingaggiò battaglia con tutti contemporaneamente e sperò che non se ne aggiungessero altri, anche se questo voleva dire che stavano raggiungendo Padme e Izu. Non voleva ricorrere a Kurama, aveva iniziato lui quello scontro e non gli avrebbe lasciato il posto neanche se a rischio della vita.

    Il drago aveva depistato le schiere di uomini, che non si erano concentrati su di lui ma sul manto arancione di Padme. A quanto pareva o erano abbastanza ingenui o non sapevano della sua possibilità di mutare aspetto. Izumaksian si accorse che la dragonessa non si era allontanata; si voltò ad osservare la radura dietro di sé attraverso cui si stavano riversando i soldati del principe. Da quella posizione avrebbero presto capito che i draghi erano due e non ci avrebbero messo molto a gettarsi su entrambi, essendo quasi un centinaio.
    Non poteva rischiare, non se lo sarebbe mai perdonato. A passi violenti e pesanti corse verso Padme senza curarsi del rumore o di essere notato. Ruggì e quasi le saltò addosso, fermandosi a pochi centimetri di fronte a lei.
    "Perché nessuno di voi mi da ascolto!"
    Da lì poté notare, attraverso uno spazio tra gli alberi, che Kestrel stava combattendo contro alcuni dei soldati. Non si pose domande e si concentrò su Padme, quasi ringhiando.
    "Allontaniamoci, se vuoi combattere devo prima spiegarti. Vai avanti io ti coprirò"
    I suoi occhi non lasciavano spazio a repliche. Forse avevano guadagnato un po' di tempo dividendosi, i guerrieri si erano dispersi.
    Un drago poteva muoversi più agilmente in un terreno accidentato, le armature invece limitavano i movimenti degli umani che già non erano fatti certo per balzare tra i rami.
    Condusse Padme fino ad una grotta buia che si immergeva nel sottosuolo, rassicurandola prima che potesse farsi venire idee sbagliate.
    "Dal lato opposto si apre all'esterno, possiamo salire in alto da lì"
    Non aveva tempo di darle troppe spiegazioni. L'oscurità li inghiottì e si ritrovarono a calpestare ciottoli e pietre sbriciolate, avanzando tra alcuni detriti e ruderi di qualche struttura ormai in crollo. Anche la vista di un drago non permetteva di distinguere quanto le pareti fossero erose al buio sotto terra, ma il tempo doveva aver trasformato radicalmente quell'ambiente. Si lanciarono attraverso il cunicolo e corsero per alcuni minuti. Le loro dimensioni non agevolavano le cose, ma la grotta era abbastanza ampia da permettere a entrambi di proseguire uno dietro l'altro.
    Dopo alcune salite piuttosto ripide sbucarono fuori dalla parte opposta, di fronte a cui si estendeva altra foresta. Izu le indicò di voltarsi indietro con la coda: avevano superato una montagnola alta diversi metri, da prima nascosta quasi del tutto dagli alberi. Cominciò ad arrampicarsi infilando gli artigli nella roccia, che nonostante si sgretolasse riusciva a sostenere il suo peso.
    Salì muovendo velocemente gli arti prima di fermarsi e guardare in basso, avvolgendo la coda attorno ad una zampa posteriore per non sbilanciarsi e dispiegando leggermente le ali.
    "Se non riesci ad arrampicarti rapidamente puoi volare. Sbrigati!"
    In effetti per un drago volare era la norma, ma per lui come per altri draghi di terra era molto più semplice salire in alto arrampicandosi. Stava raggiungendo la cima più velocemente di quanto avrebbe fatto usando le ali, la potenza dei muscoli era ciò che di più efficace la loro specie poteva vantare.
    Da là in alto avrebbero potuto osservare meglio la situazione, allontanarsi in volo se le cose si fossero complicate o attaccare, anche se non sembrava quella la sua intenzione. Sotto di loro il panorama si spalancava tra campi e foreste, il palazzo che si erano lasciati alle spalle sembrava insignificante d'innanzi alle dimensioni del mondo. Le isole fluttuanti poi rendevano quella sensazione ancor più impressionante, considerando che avrebbero potuto scorgere Kengard attraverso le nuvole semplicemente sollevandosi in volo e attraversando il cielo.
     
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    Padme non capiva, Izumaksian stava cercando di allontanarla dalla battaglia, perchè? Mentre le parlava, Padme vide Kestrel, un sacco di pelle come un altro, che stava giocando a fendenti con i soldati. La dragonessa si stupì e lo guardò perplessa, ma prima che poté aprir bocca, Izu la spinse ancora più nel folto della foresta, incitandola a seguirlo. Le sue parole non lasciavano spazio a repliche e Padme dovette obbedire. Seppur altera e a tratti arrogante, Padme sapeva quando obbedire era l'unica cosa da fare e seguì i passi del drago di terra. Sì, perché Izu era uno della sua specie. Non era solo un drago, era un drago di terra come lei, come suo padre e i suoi fratelli. Durante la fuga Padme non riusciva a non smettere di pensare che tutto ciò che avrebbe dovuto fare era distruggere palazzo, principe Cessian e burattini, l'unica cosa ragionevole era spazzare via tutto e tutti: loro erano il simbolo della devastazione che era avvenuta nella sua casa e loro dovevano pagare. Più di una volta Padme ebbe l'irrefrenabile desiderio di voltarsi, prendere il balzo e volare verso il castello, prender un gran bel respiro e distruggere tutto! I suoi pensieri vennero interrotti dall'arrivo ad una grotta, l'apertura della spelonca era grande, alta e buia. Izu non esitò nemmeno un secondo ad entrare rassicurandola sulla presenza di un'uscita esterna dall'altra parte. Padme si precipitò a seguirlo e ben presto si ritrovarono all'interno di essa. Passarono molte sale piene di ruderi. Erano affascinanti, costruzioni geometriche in pietra di chissà quale era antica, distrutte, a pezzi ma così belle e misteriose che a Padme sarebbe piaciuto fermarsi ad ammirarle più da vicino. Erano state create dagli uomini e ovviamente distrutte da essi, il tempo non avrebbe di certo portato ad una così violenta devastazione. Anzi erano ancora così attraenti grazie proprio alla poesia che il tempo aveva instillato ai ruderi, le stalagmiti, l'erosioni dell'acqua e l'edera che parassitava sulle pareti.
    Dopo qualche cunicolo più stretto di altri arrivarono all'uscita e si ritrovarono ben presto a scorgere davanti a loro un'alta montagnola. Quando Izu iniziò ad arrampicarsi, Padme fu stranita. Ma quando lui la incitò ad arrampicarsi non se lo fece ripetere due volte e, con un grandissimo sorriso sulle labbra si arrampicò agilmente fino al fianco del drago. < Non penserete mica di potermi battere, vecchio drago! Sono pur sempre la miglior arrampicatrice di pareti del mondo! > e con la sua solita boria fastidiosa si arrampicò con grande velocità. Roccia dopo roccia, artiglio dopo artiglio la parete veniva scalata dai due draghi. Padme non si fermò a guardare il paesaggio se non un momento. Fu così che giunse quasi in un batter d'occhio in cima.
    Si precipitò a guardare la parete rocciosa. Izu dietro di lei era appena arrivato. < Perché? Come vi permettete di portarmi fino a qui senza darmi spiegazioni! Io esigo spiegazioni! E soprattutto voglio sapere come un poderoso drago di terra si lasci andare a vivere così, in cattività, sotto il dominio di sacchi di pelle. La vostra vita è spregevole e la vostra esistenza non vale nemmeno un respiro dei vostri antenati! Siete un vile mentecatto, un mostruoso traditore della razza! Non sono sicura nemmeno di voler sentire da voi la benché minima parola. Sarebbero solo vaneggiamenti di un rozzo riflesso di ciò che un vero drago di terra dovrebbe essere! >. Padme era infuriata, delusa e sconvolta, la tranquillità che aveva provato nella grotta e nella scalata fino alla cima era stata spazzata via dalla sua testardaggine e fierezza. Cosa avrebbe potuto dirle il drago per farle cambiare idea su di lui e per poterle spiegare la faccenda? Non molto, credeva la dragonessa.

    #chissenefregadikestrelperchèèunumano #makedragonsgreatagain #dragonpower
     
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    Quando furono là in alto, Izu si dedicò qualche secondo per osservare meglio la dragonessa. Effettivamente era piuttosto simile a lui, molto più di quanto lui stesso si fosse avveduto prima. Lei lo accusò di esser rimasto volontariamente chiuso in gabbia, di aver disonorato la stirpe e altre cose simili; non era sicuro di voler rispondere, quindi si prese altri istanti per scrutarla e respirare profondamente.
    Il suo petto possente si alzava e si abbassava mentre inclinava il collo a guardare verso il basso, dove gli uomini ancora non si vedevano. Da quella posizione li avrebbero individuati facilmente, non avevano mezzi per nascondersi al punto da non poter essere notati da un drago. Attese quindi senza curarsi di loro, distogliendo però lo sguardo anche da Padme.
    "Avrai notato la piccola umana, dato che sei arrivata con lei. A quanto pare deve averti scambiato per me dato che mi ero allontanato" cominciò a spiegare, seppur riluttante. "Non sarei rimasto sotto il controllo di quegli individui se il falso principe non avesse minacciato di ucciderla. Non credevo avrebbe realizzato simili minacce, diceva che l'avrebbe fatto se avessi agito contro di loro o me ne fossi andato. Ma mi sbagliavo"
    Rimase in silenzio alcuni secondi prima di continuare. La sua coda oscillava da una parte all'altra, stropicciando la roccia della montagna.
    "Questo accade quando ingenuamente riesci ad affezionarti ad una giovane creatura non della tua specie, gli adulti trovano come approfittarne. Fino ad ora non avevo avuto esperienze spiacevoli con umani, elfi o altri bipedi, ma quando qualche anno fà ho incontrato Nara non pensavo sarei finito così. Un umano sulle Isole fluttuanti era più unico che raro, soprattutto uno così giovane. Quella gente si trova qui per assaltare uno stormo di fenici, di cui cercheranno di prendere le piume, e vorrebbero approfittarsi di me per attaccare. Pensavo sarebbe stato quello il momento migliore per pareggiare i conti e reagire, ma per qualche strano motivo si avvicina sempre qualcosa o qualcuno che non riesco ad allontanare senza finire nei guai"
    La puntò con la coda, abbozzando un'espressione seria.
    "Ti avevo chiesto di allontanarti, non volevo tu finissi sulle loro mire. Farebbero di tutto per avere al loro servizio altri draghi. Mi hanno giurato che me ne sarei potuto andare quando avessero ottenuto le piume, ma non ho mai creduto ha una sola parola di quell'essere immondo. L'unica volta in cui avrei dovuto credergli fu quando minacciò di uccidere Nara. Per dimostrarmi che non mentiva fece uccidere un'altra bambina, davanti ai miei occhi. Quella volta fu difficile trattenersi, ma capii solo allora di essermi messo nei guai. Non volevo le facessero del male"
    I passi degli uomini in armatura cominciavano ad essere udibili, si stavano avvicinando. Avrebbero potuto allontanarsi prima fosse tardi; avrebbero anche potuto combattere con tutte le loro forze per lasciare su quelle terre le loro membra sparse fra le radici dei tronchi secolari.
    Senza aprir bocca rivolse un'altra rapida occhiata a Padme, prima di flettere le zampe e accucciarsi pronto a balzare. Prima però voleva conoscere le sue intenzioni.

    Nel frattempo, le cose stavano iniziando a farsi piuttosto assurde. Alcuni soldati avevano preso a battersi fra di loro, uno contro l'altro, così improvvisamente che fu impossibile capire quando effettivamente le spade avessero preso a sbrandellare gli schinieri degli alleati. Kestrel si era ritrovato in mezzo al marasma senza neanche accorgersene, ma per i suoi standard quello fu decisamente gradito. Per quanto non lo desse a vedere, apprezzava avere le spalle coperte da un alleato seppur temporaneo per potersi concentrare su un solo bersaglio. Gli scontri uno contro uno erano sempre stati il suo forte, mentre Kurama per quanto orgoglioso avrebbe approfittato di ogni vantaggio per non piombare in guai superiori a quelli in cui si trovava stando nel corpo di Kestrel. Il volpo la chiamava -Semplicemente non ho intenzione di perdere altro tempo-, Kestrel invece -Sei un fifone-.
    In entrambi i casi finiva comunque che nei casini ci si sarebbero ritrovati lo stesso, ma era comunque divertente litigare per il mero gusto di farlo. I soldati sbucarono dal fitto degli alberi e cominciarono a circondare la zona, perlustrandola da cima a fondo in cerca dei due draghi che non erano ancora stati individuati. Kestrel si era gettato al loro inseguimento insieme ad altre guardie apparentemente dalla sua parte, per quanto non avesse capito niente di quanto accaduto fu divertente gettarsi nella mischia per prendere a ceffoni quanti più scemi possibile.
     
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    Mentre Izumaksian le spiegava come si fosse affezionato ad una bambina umana (patetico!) e a come avesse fatto di tutto per non farla uccidere dal principe Cessian, il "falso principe" come l'aveva chiamato Izu (ora finalmente diceva che non era degno di potersi chiamare con tale nome), Padme si rese conto quanto i sacchi di pelle fossero veramente degli esseri infimi: perfino tra di loro, all'interno della propria razza, minacciavano e uccidevano. E per di più, minacciavano esseri che, per quanto rimanevano mediocri essendo umani, erano innocenti come i cuccioli di uomo. Almeno in parte, si sa che superati i 16 anni, dopo il bar/bat-mitzvah o quinceñera o come diavolo gli umani viscidi chiamassero quel rito di passaggio che segnava l'età nel quale il cervello dei sacchi di pelle non riusciva più a metabolizzare la violenza. Infatti dopo i 16 anni gli umani diventavano invasivi, conquistatori e pericolosi, verso i draghi, verso gli altri umani e verso tutto ciò che li circondava, persino il loro stesso pianeta. Padme si stupiva ancora dell'esistenza di erba, alberi e verde nei luoghi dove vivevano gli uomini.
    Questo pensiero portava alle parole di Izu e della caccia a delle creature molto nobili (non così nobili come i draghi OBVY) ma nobili abbastanza da ritenerle tali come le Fenici. Quando Izumaksian le riferì che gli uomini erano lì per cercare le piume di quella meravigliosa creatura, Padme sbuffò e si irritò. < Non possono! Quei balordi non riusciranno mai a prenderLe! Avreste dovuto ribellarvi già da un pezzo! Il vostro comportamento è stato ed è tuttora inaccettabile, la vostra affezione per quella piccola sanguisuga umana non vi fa troppo onore, sappiatelo! Avete preferito farvi soggiogare da un falso principe umano per salvare un cucciolo d'uomo, irrazionale e patetico! Questo siete! >.
    I passi dei soldati iniziavano a farsi sentire in quello che sembrava un sentiero impervio e molto stretto lungo la montagna. Padme venne attirata dal rumore e si affacciò sul precipizio. Vide dei puntini in fondo che come formiche si muovevano in fila indiana una dietro l'altra nel sentiero. < Io non fuggo, ho passato troppo tempo a fuggire! Gli umani mi hanno strappato tutto ed è ora che qualcuno li insegni quanto fragile e quanto meschina sia la loro razza! Non mi avranno mai, perché li estirperò dal primo all'ultimo, feccia! > e con questo decise di buttarsi a capofitto giù dal precipizio. Sorvolò sulla fila di soldati che aveva preso il sentiero strettissimo e con la coda ne buttò giù più che poté. Alcuni cadevano con un grande rumore di ferraglia e si spappolavano con soddisfazione su qualche roccia appuntita, altri cercavano di reggersi agli altri e portavano i loro compagni giù nel baratro, il tutto addobbato con un grande fragore di grida spaventate e urli poco maschili. Padme si aggrappò alla roccia sopra di loro, scioccati e non ancora pronti al contrattacco, i soldati si fermarono terrorizzati cercando di proteggersi con gli scudi e quel che avevano. La dragonessa li ruggì addosso e quasi tutti iniziarono a darsela a gambe, chi preferiva tornare indietro e scendere la montagna, chi inconsapevolmente decise di rischiare e coraggiosamente cercare di salire fino alla cima. Padme, soddisfatta per ora, raggiunse nuovamente la cima. < E' stato divertente! Devo ammetterlo! Poco decoroso, certamente, ma efficace, almeno per ora! >.
     
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    Izu lasciò che ogni parola di Padme gli piombasse addosso senza replicare. Teneva comunque lo sguardo fiero rivolto all'orizzonte, osservando ciò che stava oltre la montagna. Il cielo delle isole fluttuanti era ben più che un mero spettacolo. In quelle lande sospese a mezz'aria attecchiva la vita e purtroppo anche il male, come quelle creature ammassate in un manipolo di soldati privi di senno.
    Osservò la dragonessa gettarsi di sotto ad artigli sguainati e divertirsi, come lei stessa ammise. Se ne stava immobile con i muscoli pronti a guizzare qualora per lei le cose si fossero messe male in qualunque modo. Era rimasto in silenzio, aveva semplicemente continuato a studiarla, nei movimenti, nel suo vivace modo di esprimersi, senza però condividere del tutto.
    "Anche un drago, se figlio di insegnamenti crudeli, può diventare come loro. Comunque hai ragione, sono patetico" le rispose quando fu risalita, sporgendosi verso il basso. "Ma preferisco rischiare la vita per allontanare Nara da loro. Credo anche tu abbia un ideale, un desiderio. Questo è il mio"
    Così dicendo, spinto dall'impeto di Padme, la imitò e come lei si lanciò verso il basso ruggendo. A differenza sua tuttavia non attaccò. Sorvolò la zona circostante e cercò di scorgere, coadiuvato dalla luce del sole, il vero fautore di tutto quel lurido ciarpame. Si avvicinò al palazzo, nel cui cortile Kestrel stava ancora menando le mani. Solo a quel punto ebbe la conferma che cercava da tempo.
    Avrebbe voluto che Padme lo seguisse per indicargli le guardie che, proprio in quel momento, stavano colpendo quelli che dovevano essere i loro stessi compagni. Certo era difficile sapere se stessero pensando al proprio tornaconto, aspirando a diventare sovrani ancor più crudeli o soddisfacendo una vera e propria brama di ribellione. Era sicuro tuttavia di non essere il solo a desiderare la caduta di quel maniero, l'arrivo di Padme era in qualche modo diventato una scintilla che si era rivoltata loro contro.
    Fu allora che scese in picchiata, mentre da una delle guglie dei bianchi torrioni partiva un grosso dardo di balestra nella sua direzione. Le armi e l'organizzazione di quella gente non era niente di eccezionale, come non lo era la gerarchia dei ruoli instauratasi in una manciata di anni. Si poteva definire un regno amatoriale, messo in piedi al solo scopo di raggiungere un altro scopo, folle quanto meschino. E lui si era sottomesso a quella gente.
    Altro che patetico e irrazionale, ma già ne era consapevole. Si lanciò di prepotenza contro il palazzo, da cui il principe vigliacco si era per la prima volta esposto e lo stava fissando con astio. La confusione lo aveva allontanato da Nara, anche se era certo avesse già impartito qualche ordine vile come di tenerla in ostaggio per utilizzarla contro di lui nel caso le cose si fossero messe male.
    Non lo avrebbero trovato impreparato tuttavia. Con un colpo di coda deviò il grosso dardo inclinando il corpo verso il basso, proseguendo come una meteora che avrebbe recuperato la propria dignità in un impatto epocale.
    Prima che con le zampe raggiungesse le spesse pareti di pietra altri dardi gli passarono accanto, sfiorandolo o venendo respinti dalle sue frustate di coda. Emise un tenue gorgoglio quando una delle frecce lo colpì ad una zampa, conficcandosi nelle dure squame, ma non si era fermato. Il lamento si perse nel vento e Izumaksian non attenuò la sua furente avanzata. Aveva potuto percepire ed assaporare il terrore nello sguardo della sua preda, che adesso cercava ogni via di salvezza per aver salva la vita. Non quella della pietà almeno, per quanto balordo volle continuare a combattere.
    Afferrò con i grossi artigli l'umano e con un calcio lo disarmò, facendo rotolare sia lui che la sua arma giù dal parapetto della torre. Con un grugnito snudò le zanne, si lanciò in avanti e lo ghermì a mezz'aria come un rapace con un serpente, cambiando rapidamente traiettoria e dirigendosi verso Padme.
    Lo sentiva agitarsi nella sua stretta, ma non c'era niente che potesse fare per reagire. Sia fosse caduto, sia fosse rimasto in balia del drago, aveva compreso di trovarsi senza via d'uscita. Avrebbe persino proferito qualche blasfema menzogna se Izu non gli avesse schiacciato la testa fra due artigli, rendendogli difficile anche respirare.
    Il drago planò oltre la battaglia ancora in corso e raggiunse Padme. Gettò l'umano a terra vicino alle sue zampe e con una violenta zampata lo fece decollare a diversi metri di distanza come fosse un masso con cui giocavano i cuccioli.
    "Non sono tutti come lui, non dare colpe a chi non ne ha. Sarei felice comunque di concederti questo onore, dragonessa delle montagne" asserì indicando con un artiglio il principe, che a fatica si stava rimettendo in piedi.
    Alla schiena aveva ancora una spada, elemento di cui Izu non si era minimamente preoccupato, ed ora la brandiva di fronte a sé come potesse proteggerlo dall'ira di due draghi nel pieno della loro rabbia.
    Lui per un motivo, lei per un altro, avrebbero potuto sfogare insieme una frustrazione sepolta da tempo.
     
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    Scusami come sempre per la lunghissima attesa e il piccolo contributo a questa storia :acquaaaa:


    Padme vide Izu che si lanciava verso la battaglia sprezzante del pericolo e si diresse verso i bastioni del castello. < Ma cosa fa? È pazzo! Finirà per farsi ammazzare! Tutto questo per un sacco di pelle parassita e debole come i cuccioli d’uomo >. Guardò giù dal burrone e vide che alcuni dei soldati stavano ancora salendo verso la cima della montagna. Raggiunse un grandissimo masso e, con l’aiuto della sua coda, lo scaraventò giù bloccando il passaggio. Padme guardò di nuovo verso la battaglia che infuriava, riuscì a scorgere Izumaksian e si accorse della grandissima balestra che puntava verso il drago. Riusciva, anche se con difficoltà, a schivare i grossi dardi ma si vedeva che necessitava di qualche aiuto.
    < Se vuoi che le cose siano fatte nel migliore dei modi, falle tu stesso, ecco perché! > Padme, stizzita, si alzò in volo, si alzò il più possibile ed entrò nelle nuvole. Dopo poco, trovato il suo obiettivo, caricò in picchiata verso la postazione della balestra. Nessuno si aspettava di vedersi venire in contro Padme e men che meno il suo soffio di cristalli di padparadscha che distrussero come proiettili acuminati tutto il macchinario e spaventarono i poveri soldati sopravvissuti che iniziarono a correre da una parte all’altra della torre. Padme si guardò intorno e riconobbe Kestrel che combatteva come un forsennato contro ogni nemico, era praticamente accerchiato. Prima di librarsi in aria e raggiungere Izu che stava tornando verso la cima della montagna, la dragonessa fece comparire davanti all’umano un muro di padparadscha che scaraventò quasi tutti i nemici a terra, indebolendo l’attacco nemico. Padme lanciò un ruggito violento, spaventando molti dei soldati più vicini, e riprese il volo verso la montagna. Arrivò nello stesso momento di Izumaksian il quale portava la causa di tutti quei mali, uno dei sacchi di pelle più abominevoli con cui la dragonessa avesse mai avuto a che fare: Cessian. Izu lo mise per terra e il piccolo omuncolo estrasse una spada. < Quel piccolo stuzzicadenti potrebbe essermi utile più tardi quando cercherò di pulirmi le zanne dalle vostre ossa! > tuonò Padme con un gran vocione collerico.
    < Le vostre azioni, semplicemente la vostra mera esistenza, mi procura dolore e grande odio nei vostri confronti. Siete il puro esempio di quanto la vostra stirpe sia malvagia! Siete, come tutti i vostri simili, una bestia, un mostro! Tutto ciò a cui avete dato il via con la vostra missione di tortura e caccia di creature così nobili come le Fenici sarà punita, così come la cattività del mio amico, il drago di Terra Izumaksian, è uno dei vostri innumerevoli misfatti a cui seguirà una pena. Potete rimediare in qualche modo: richiamate i vostri soldati e ordinateli di gettare le armi, di ritornare da dove sono venuti e lasciare in pace queste terre, i loro abitanti e tutte le meravigliose creature di questo mondo >. Padme guardò Izu e riprese < In più dovete dirci dove avete portato il cucciolo d’uomo, L’antipatica e fastidiosa bestiolina dal nome Nara. Fate questo e la vostra punizione sarà più clemente, disobbedite e la vostra fine giungerà dolorosa. In ogni caso, le vostre azioni criminose finiscono qui! Ho parlato! >
     
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    Il drago azzurro che puzza di pesce

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    Izu ne rimase sorpreso. Non tanto per la portanza di Padme, regale e austera, quanto per il fatto che fosse interessata ad aiutarlo con Nara.
    La fissò con i suoi occhi blu d'oceano e fece ondeggiare la coda battendola sul terreno. Come lei aveva detto era patetico, non meritava il suo aiuto. Il principe Cessian sogghignò all'impeto di Padme, per poi cominciare a ridere come il cattivo di ogni storia che si rispetti.
    "E allora che dire di voi, che vi lasciate trasportare da sciocchi sentimentalismi. Nara? Non la rivedrai più!" esclamò verso Izu cercando di apparire fiero e senza timore.
    Che potevano lasciarsi guidare dai sentimenti era vero, come lui voleva salvare Nara anche Padme ora stava cercando di aiutare lui, ma era altrettanto vero che il sedicente principe avesse scelto le parole sbagliate.
    "Allora non v'è motivo che tu continui ad esistere"
    Con una possente frustata di coda colpì l'umano ad un fianco e lo fece capitombolare a diversi metri di distanza. La spada con cui aveva cercato di ripararsi gli cadde di mano e la sua espressione terrorizzata lasciava intendere quanto fosse risoluto l'avanzare di Izumaksian. Il drago si prese il giusto tempo per compiere qualche passo. Quando il principe si alzò dolorante e prese a correre strillando in cerca di aiuto, per Izu fu la scintilla che serviva per assestare il colpo di grazia. Lo afferrò fra gli artigli e con violenza gliene affondò uno nel cranio, stringendo fino a spappolarlo.
    Scagliò il suo corpo senza vita più lontano possibile, ma non riuscì ad evitare di imbrattarsi le squame del suo sangue. Si sarebbe lavato più tardi. Tornò da Padme con un simil-sguardo di scuse.
    "Mi dispiace, sono rozzo e primitivo a confronto della tua eleganza" Forse lo disse per adulare, ma era vero. Era rimasto rinchiuso tanto a lungo e costretto a tornare in quella gabbia sotto ricatto per troppo tempo, non era più portatore delle nobili movenze dei draghi. "Ora non potrà più avermi con le parole, resterà in silenzio per sempre"
    Si voltò quindi verso il campo di battaglia, dove il chiasso stava cominciando a scemare e le truppe confuse dalla ribellione dei loro stessi alleati stavano cominciando a cedere.
    "Osserva, molti di loro si sono schierati contro chi seguiva gli sporchi ideali di quell'individuo. Non sono tutti uguali, in mezzo alla feccia c'è anche del giusto e costoro non meritano di pagare per i loro simili"
    In effetti Kestrel aveva trovato vita facile grazie a quell'iaspettato risvolto. Sicuramente l'improvviso intervento di Padme fu gradito, ma fu la rivolta di alcuni soldati a permettergli di divertirsi senza farsi troppo del male. Si era ferito ad un braccio, un fendente gli aveva strappato un po' i vestiti e la sua fedele spada si era leggermente ammaccata su uno scudo avversario, ma a parte quello niente di considerevole. Kurama intanto si chiedeva quanto avrebbe dovuto aspettare prima di esser finalmente lontano dai rischi a cui Kestrel lo condannava ogni volta.
     
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    Ultimamente i miei interventi sono sempre più sporadici e molto poco interessanti, perdonami Aes


    Quando Izumaksian prese tra le zampe l’omuncolo, Padme sentì un colpo al cuore. Era strano come gli uomini di pelle, seppur così malvagi e potenti, all’interno della zampa di un drago, sembrassero così piccoli e indifesi. Quando Izumaksian pose fine alla vita di quell’uomo miserabile, Padme non riuscì a guardare. Distolse lo sguardo dal sangue e cercò di pensare a momenti felici. La vista le si annebbiò e guardò in alto, verso il cielo. Non appena Izu le si accostò scusandosi per la sua rozzezza, Padme accennò un sorriso stanco. < Tranquillo, Izu, ti hanno schiavizzato ed è stata tutta colpa loro se i tuoi modi sono diventati grezzi. Andrá tutto bene da ora in poi, potrai vivere in libertà e non ti farai più condizionare dai sacchi di pelle, la vita è tua e come ogni altro essere vivente, hai ogni diritto di viverla > lo rassicurò e abbassò lo sguardo pensante. Credeva in quello che (la boccia puzza) aveva detto ma non era sicura che lui, come in realtà anche lei, avrebbero potuto trovare pace in una terra del genere. E tornare a casa non se ne parlava. Avrebbe tanto voluto trovare un posto da chiamare casa, anche se sarebbe stato tutto diverso.
    Izumaksian le fece notare come alcuni uomini si fossero ribellati e stessero combattendo contro i sottoposti del re ormai decaduto. < Non so se siano da considerare giusti, potrebbero aver semplicemente percepito la sconfitta imminente e per salvarsi il collo stanno cercando una via di fuga da codardi, sono opportunisti, come tutti gli umani >disse con cinismo prendendo il volo.
    Si libró in aria e guardò indietro verso Izu: < Andiamo al palazzo, vediamo se ci sono altre creature intrappolate al suo interno e, direi, leviamo le squame da qui! >. Padme atterrò vicino al palazzo, i combattimenti erano quasi esauriti e quasi tutti i soldati si stavano defilando dalla battaglia. La dragonessa scorse Kestrel e gli andò incontro.
    < Ehi, umano! Tutto bene? > gli rivolse la parola.
     
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