Il drago azzurro che puzza di pesce
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Il compito degli Shinigami(Shi=morte-Kami=dio) è di invitare alla morte gli umani, il che suona molto più "dolce" del sentirsi mietere l'anima da uno scheletro vestito in tunica nera 
Sono figure prettamente orientali, che però trovano riscontro in molte altre controparti mitiche di svariati popoli. Izanami è a volte indicato come il primo Shinigami perché ha introdotto la morte nel mondo, ma non è chiaro se effettivamente lo sia o meno.
Quale sia il loro aspetto non è facile definirlo, dal momento che gli spiriti della morte sono invisibili a tutti eccetto che ai pochi eletti che hanno una qualche connessione con l'aldilà o sono riusciti ad entrare in contatto con uno di loro. Questo può avvenire toccandoli o avvicinandosi letteralmente alla morte, quando sarà lo shinigami stesso a rivelarsi volontariamente.
Sembra comunque che non abbiano mai lo stesso aspetto anche quando qualcuno riesce a vederli, quindi probabilmente nessuno potrebbe rendersene conto anche se ne avesse uno di fronte.
Gli shinigami sono divinità relativamente moderne; fu solo quando il mito Giapponese giunse in contatto con l'Occidente che l'idea di un dio della morte entrò davvero a far parte dell'immaginario collettivo. Viene infatti associato al cupo mietitore o all'angelo della morte, quindi la sua introduzione nella mitologia è da attribuirsi all'incirca a tre o quattro secoli fà.
Tuttavia in Giappone la morte naturale non viene vista come una cosa negativa nello stesso modo in cui è considerata in occidente, poiché è parte di un ciclo eterno di albe e tramonti in cui gli shinigami sono solo dei messaggeri e delle guide.
Quando giunge l'ultima ora di un essere umano gli spiriti della morte si avvicinano, solitamente in coppia, e appaiono ai suoi occhi per invitarlo a varcare la soglia della morte.
Una leggenda racconta di come Un uomo che stava per suicidarsi, a causa della sua risicata condizione economica, si trovò faccia a faccia con uno Shinigami. Questo gli spiegò che non era ancora arrivato il suo momento di andarsene.
La vita di ognuno è rappresentata da una candela; dal momento che la sua non era ancora del tutto bruciata, sarebbe dovuto sopravvivere. Lo Shinigami poi gli raccontò un segreto che l'avrebbe aiutato a fare soldi: gli rivelò alcune parole magiche che avrebbero potuto allontanare un altro spirito di morte, così che l'uomo potesse fingersi un medico e potesse andare sui letti di morte delle persone per ritardare la loro fine.
Tuttavia avrebbe potuto farlo solo se avesse visto lo spirito della morte seduto ai piedi del letto, se invece questo si fosse trovato vicino alla testa della persona sarebbe significato che la candela era ormai spenta. Gli disse anche che gli shinigami possono vedere il nome di una persona, e i più attenti si ricordano di coloro che hanno incontrato ma da cui non sono stati seguiti verso la soglia ultima, quindi avrebbe dovuto temere le possibili conseguenze delle sue azioni.
Questo piccolo trucco permise all'uomo di diventare estremamente ricco, ma il suo inganno non durò molto. La famiglia di una ragazza in fin di vita gli offrì una somma di denaro oscena, con cui probabilmente avrebbe potuto campare di rendita per il resto dei suoi giorni e avrebbe potuto dar da vivere anche ai suoi figli. Cercò quindi di ingannare lo spirito della morte girando il letto, in modo che la testa della ragazza si trovasse lontana dallo shinigami, ed in effetti il trucchetto funzionò.
Anziché la candela della giovane, però, fu la sua che cominciò a bruciare fino a consumarsi del tutto. L'uomo morì, mentre con la coda dell'occhio poté scorgere una figura che si stava avvicinando alla sua testa con una candela spenta in mano.
In Giappone, chi si affida alla religione shintoista crede ancora nell'esistenza degli shinigami, come negli altri kami del resto.
In ogni caso i giapponesi amano onorare le loro tradizioni, quindi gli Shinigami sono ancora parte delle credenze popolari e probabilmente lo rimarranno per sempre, nonostante non siano presenti nei più antichi manoscritti della mitologia della loro nazione.
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