Ti prego non mangiarmi!

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    Il drago azzurro che puzza di pesce

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    In qualche modo, Aes capì. Non di alchimia, non di trasmigrazione di volontà, quei concetti alla sua mente erano completamente estranei; capì cosa doveva fare.
    L'unica cosa che Engifer non gli aveva detto di fare: combattere.
    Si voltò. Si sentiva strano, molto strano. Non si sentiva Aesingr come al solito, non si sentiva intimorito dalla possibilità di ferire il suo avversario. Quella sensazione, non era certo la prima volta che la provava, l'istinto protettivo aveva preso il sopravvento già diverse volte. Con Egenna, con quella strana viverna con cui non era neanche riuscito ad intrattenere una conversazione, con la figura appartenente alle sue reminescenze.
    Troppe volte aveva rinunciato a scavare nei suoi pensieri remoti, ma per un istante gli parve che i flutti stessero facendo scivolare verso di lui quell'unica possibilità di afferrarli. L'unica opportunità che avrebbe avuto di capire, di... ricordare. La rabbia, l'istinto di proteggere qualcuno e il desiderio di combattere non gli erano del tutto estranei, il suo corpo si rifiutava di ammetterlo ma la sua mente lo sapeva.
    I suoi artigli erano a pochi centimetri da quel grumo di sostanza eterea, che ora sentiva di poter ghermire una volta per tutte. Aveva percepito frammenti sfocati nella locanda a Kerus, la mano ed il violino, la voce, la pace, la guerra, il dolore. Finalmente aveva la possibilità di squarciare quello scuro velo di tenebre.
    Volse lo sguardo verso la figura misteriosa, ma non rimase a fissarla a lungo.
    Mentre Engifer scendeva dal suo dorso e gli lasciava la scheggia a portata di zampa per distruggerla, la sua aura si faceva sempre più gelida e candida. Come fredde fiamme che abbracciavano il colore del cielo all'alba, non il plumbeo cielo della palude di Andorix, si estendeva in un flusso sempre più ampio e sempre più vivido.
    Sotto le zampe ora tratteneva entrambe le schegge che Dree gli aveva diretto contro, quella che Engifer gli aveva appena tolto dalla spalla e quella che era riuscito a fermare prima. Non aveva capito se intingerla nel sangue fosse servito ad impedirne il controllo da parte dello stregone, ma per quanto gli impòortava adesso avrebbe anche potuto comandare a tutto il metallo dell'isola di trafiggerlo. Non si sarebbe fermato.
    Chinò il muso, mentre si chiedeva quanto i suoi sentimenti sarebbero potuti rimanere congelati al punto di permettergli un attacco senza ripensamenti. Sapeva che se avesse dato fondo alla sua potenza tutta in una volta Dree non sarebbe riuscito a fermarlo. Era proprio quello che in un diverso frangente gli avrebbe impedito di colpire, ma ora quel suo limite era cristallizzato sugli argini di un lago che non era più in grado di ritirare le acque al proprio interno.
    Prese un lungo respiro, per poi non incanalare aria nei polmoni per diversi secondi. Il corpo era in apnea, come la mente. Il suo stesso rinnovato potere glaciale pareva averlo gelato sul posto.
    Si allontanò di qualche passo, strinse le schegge fra gli artigli e le portò alle fauci. Stava rischiando che Dree lo trafiggesse alla gola, ma fu veloce. Le sue zanne si chiusero su entrambi i pezzetti di metallo e le ridussero in fine polvere d'argento, dopo che con un paio di morsi le ebbe sbriciolate. Soffiando una leggera fiammella gelida dalle fauci si liberò dei residui che si erano depositati fra i denti, per non rischiare che anch'essi costituissero un pericolo, e li dissolse come un grumo di sabbia in mezzo ad una bufera di neve.
    Solo alcuni frammenti erano ancora integri, per qualche motivo che non riusciva a comprendere. Ancora una volta però non gli importava. Li raccolse ed evocò fra le proprie zampe una piccola sfera d'acqua che li inglobò. Dovette poggiare il ventre a terra per concentrarsi, steso e a contatto con il suolo riusciva ad esercitare più potenza.
    Aumentò la pressione all'interno della piccola sfera, sempre di più, sempre di più. Gli arti presero a duolergli. Ignorando le proteste del suo corpo mise tutta la sua forza di volontà nel tentativo di annientare quella diabolica arma, e quando lasciò andare, la sfera d'acqua esplose senza lasciare traccia del metallo.
    Si rialzò ed osservò Engifer lanciarsi su Dree.
    Gli aveva detto di andare il più lontano possibile, ma non voleva lasciarla da sola. Era ancora lì, in piedi sulle quattro zampe, che con il suo ingenuo sguardo di draghetto marino pescioso osservava il loro avversario senza esser sicuro di come agire.
    Di una cosa però finalmente era sicuro: dovevano fermarlo. Corse verso Engifer e la affiancò per l'ennesima volta
    Combattere. Uccidere. Sopravvivere...
    no, per Aes quelli non erano pensieri concepibili; per lui quell'attacco aveva un significato molto diverso.
    "Ho deciso che non voglio lasciarti sola, non puoi tenermi lontano dallo scontro adesso. Le schegge sono distrutte"
    Un impetuosa energia travolse Dree quando Aesingr lo raggiunse, bastò una semplice sferzata di coda per proiettarlo a qualche metro di distanza ed allontanarlo da Engifer. Non sapeva quante altre sorprese potesse nascondere quel maledetto, ma era intenzionato letteralmente a congelarlo per sempre in quel corpo.
    Si portò con le zampe anteriori ai lati della creaturina, che se avesse alzato il muso avrebbe visto unicamente il ventre e il collo del drago blu sovrastarla. Anche Engifer avrebbe percepito il freddo tocco di quell'aura che scaturiva dal corpo di Aesingr, ormai quasi un tutt'uno con le sue membra.
    Quasi...
    il processo non era ancora completo. Doveva sbrigarsi, ma ancora c'era qualcosa che non andava. Il lago era cristallizzato, il ghiaccio era solido, ma qualcosa nel più recondito anfratto del suo essere continuava a lottare contro il suo intento di sferrare il colpo di grazia.
    Dree si stava rialzando in quel momento, e lui poteva colpirlo. poteva scagliare il suo alito di ghiaccio su di lui, e avrebbe concluso quell'insulsa battaglia.
    Aprì le fauci, ma quello che ne uscì non fu ghiaccio. Furono scuse.
    "Engifer... non ci riesco. So che dovrei ucciderlo, e non sono neanche sicuro che basterebbe, ma non riesco a colpirlo. Non... non ho paura ad ammettere che ho terrore di farlo, mi dispiace"
    Il suo corpo era ghiaccio, ma la sua anima rigettava quel potere. Non era ancora pronto. Probabilmente, non lo sarebbe mai stato.
    Accettare di combattere nonostante i propri limiti autoimposti; non riusciva a comprenderlo.
    "Non c'è un'altra soluzione, vero?" chiese infine, abbassando il muso su Engifer.
     
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    Correvo verso Dree, pronta ad attacarlo, quando mi sentii affiancare da una creatura molto più ingombrante. << Ho deciso che non voglio lasciarti sola, non puoi tenermi lontano dallo scontro adesso. Le schegge sono distrutte>>, disse Aesingr sorpassandomi, per poi scagliarsi contro il troll e travolgerlo. Rallentai momentaneamente nella mia carica. "C-come? Cosa? Avevo sentito bene?"
    Aes non solo era riuscito, chissà come, a distruggere la scheggia (allora non era del tutto inutile come drago), ma adesso aveva deciso di combattere, di difendersi. Cosa poteva avergli fatto cambiare idea? Scossi la testa, al momento non era importante. Dovevo restare concentrata. Quali fossero le sue motivazioni, non ci sarebbero servite ad eliminare la minaccia. L'essenziale è che avesse deciso di aiutarmi seriamente. Ora avevamo decisamente un 80% di possibilità.
    Dree, dal canto suo, non pareva essersi ancora ripreso dallo stupore. Steso a terra fissava con occhi sgranati un punto dietro e più in alto di me. Sapevo chi. Percepivo la presenza di Aes alle mie spalle. Il freddo avvolgente che emanava il suo corpo, che per quanto assurdo era piacevole quanto il tepore di una buona coperta, mi accarezzava il viso e le braccia. L'aria intorno a lui era drasticamente mutata (la sua aura...è potentissima...cit. XD). Sentivo una forte energia. Chissà dove era stata nascosta finora...come funzionava...
    L'avevo già percepita nel precedente scontro, prima che io perdessi totalmente il controllo. Non mi sarei lasciata trascinare nuovamente dalle emozioni. Questa volta no.
    Non potevo fare a meno di osservare il troll come fosse un topo in trappola. Ormai era quasi fatta, non restava altro se non che Aes...
    << Engifer... non ci riesco. So che dovrei ucciderlo, e non sono neanche sicuro che basterebbe, ma non riesco a colpirlo. Non... non ho paura ad ammettere che ho terrore di farlo, mi dispiace>> << Cosa?>>, mi lasciai scappare. No...non poteva tirarsi indietro proprio ora.
    << Non c'è un'altra soluzione, vero?>>. Se c'era un'altra soluzione?
    << E che altra soluzione vorresti proporre, dimmi? Sono davvero curiosa di sentire le tue idee, sempre che tu sia riuscito a pensarne una>>...sentivo le mie parole ostili...non potevo farne a meno, ma non saremmo andati da nessuna parte litigando. Mi morsi forte la lingua fino a sentirne il sapore del sangue. Respirai e mi girai verso Aesingr...dovevamo avere una conversazione a quattr'occhi. << Aesingr, per la miseria sei un drago o no? Per te questo dovrebbe essere una sciocchezza!>>. Mi passai frustrata una mano tra i capelli. << Il mondo non è un posto pacifico, riesci a capire almeno questo? Qualsiasi cosa tu desideri devi conquistartela. Devi lottare con tutto te stesso per non lasciarti sopraffare da altri. La vita è una strada che ti presenta continuamente dei bivi. E sei costretto a scegliere. Continuamente. Non puoi farne a meno. Ed è difficile. Ti troverai a dover affrontare cose che non vorresti...a fare cose che non vorresti. Tuttavia, le fai e basta. Cerchi in tutti i modi di andare avanti. Solo questo. Smetti di pensare a cose inutili o di credere a delle utopie...>>, presi un attimo fiato, << Se continui così, rischierai di perdere qualcosa o qualcuno e a quel punto sarà troppo tardi per tornare indietro, Aes>>. Guardavo fisso negli occhi del drago. Pian piano mentre parlavo mi si era venuto a formare un groppo in gola. Perchè...io sapevo che era dura...sapevo cosa voleva dire...e per i primi anni dalla mia rinascita mi ero posta di continuo le sue stesse domande a cui non ero riuscita a trovare risposta. Alla fine avevo semplicemente smesso. La vita aveva perso di ogni attrattiva. Non aveva alcun significato e non mi importava neppure più trovargliene uno. Per questo non mi ero mai preoccupata di essere un'assassina. Uccidere qualcuno per me non aveva valore alcuno.

    Dall'incidente avevo già smesso di vivere...da allora non mi era restato altro che sopravvivere.

    Tuttavia, quello sciocco drago, che cercava un'alternativa vivendo secondo le sue regole, mi faceva pena. La sua innocenza era simile a quella di un bambino. Chissà...magari era ancora un cucciolo per i draghi. Non me ne intendevo granchè. Distolsi lo sguardo dal suo, e guardai giù. << Questa non è la tua battaglia, vattene. Non ho bisogno di te qui e ciò che è inutile, non è che dannoso>>, ritornai a guardarlo, << Vattene>>. Cercai di sembrare il più risoluta possibile.
    Avevo sperato per un breve istante che io e Aesingr potessimo diventare compagni, ma eravamo troppo diversi.
    Lui era ancora un' Engifer che poteva ancora volare.


    Una fitta alle mie spalle mi tolse il respiro e mi ricordai, solo allora, che avevo stupidamente voltato le spalle al mio nemico.
     
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    La pozza era divenuta ghiaccio, ma si sollevò in un iceberg all'udire ciò che Engifer gli consigliò di fare.
    Quelle parole, quei frammenti, quei ricordi.
    Non era la prima volta che gli venivano rivolte frasi simili. Aveva annuito quel giorno, lo ricordava.
    Il velo si stava dissipando, sempre di più.
    Digrignò le zanne. Dree era sfrecciato verso di lei, colpendola alle spalle e conficcando gli artigli sul suo dorso. Le sue parole l'avevano immerso in un oceano di sentimenti e non fu in grado di proteggerla.
    Drizzò il muso e gonfiò i muscoli del collo. Poteva percepire il ribollire del sangue in contrasto con il gelido abbraccio delle sue squame, poteva sentire la rabbia fluire in lui. Sapeva di non voler cedere, sapeva di non potersi arrendere.
    Lui era Aesingr, il drago azzurro che puzza di pesce, e non sarebbe cambiato: né per qualcuno, né per il mondo. Avrebbe continuato a comportarsi secondo le sue regole, e quelle regole gli imponevano di salvare Engifer. Tutto qui.
    "No"
    Bastò quella semplice sillaba, fu più che sufficente. Espresse tutto se stesso in un singolo istante, afferrando la piccola creatura con una zampa ed allontanandola dal Troll che stava per ghermirla. "Non me ne vado"
    Non si chiese perché Dree non avesse di nuovo usato le sue maledette lame, del perché continuasse ad infierire e del perché il mondo fosse disposto in modo che i suoi abitanti dovessero soffrire.
    Lui non aveva mai rispettato né le regole, né le convenzioni. Non era un drago? Sarebbe rimasto debole ed incapace?
    Poco importava, se significava rispettare ciò che aveva scelto. Perché lui...
    era un Engifer che poteva ancora volare.
    "Non conosco il significato del termine utopia, né ho intenzione di uccidere per compiacere il destino! Combatterò, ma lo farò a modo mio"
    Era così, era sempre stato così. Aes non poteva far fuori qualcuno. Già gli risultava difficile cibarsi della carne perché reputava ingiusto uccidere anche se per mangiare, non sarebbe mai arrivato ad eliminare un altra creatura se c'era un'altra soluzione. Lui l'avrebbe trovata, il suo obbiettivo era sempre stato quello.
    La stessa Engifer non pareva più molto lucida. Fosse per il sangue perso nello scontro o per la paura di morire, non sembrava più in grado di mantenere il controllo della situazione. Dree si avvicinò, ma trovò ad attenderlo una sorpresa nefasta.
    La figura ammantata gli era corsa incontro intercettandolo con un balzo, sferrandogli un calcio che lo ribaltò per aria e lo fece capitombolare a diversi metri di distanza.
    Mentre il troll rotolava per terra con un feroce grugnito, il misterioso individuo si avvicinò ad Aesingr e gli diede un buffetto sul collo.
    "Bravo pollo. Non sei un drago, sei una coccatrice"
    La sua voce era quella di un'umana. Ed Aes conosceva quella voce, solo che non la ricordava.
    Avrebbe dovuto, perché nei suoi ricordi era ricomparsa. Eppure non ci riuscì. La sua mente si rifiutava di mettere insieme le tessere al loro posto, mancava ancora qualcosa.
    "Anche se probabilmente hai ragione" continuò la ragazza, con ancora la maschera ad oscurarle il volto. "È tuo il merito di aver incontrato me, se fossi stato diverso probabilmente questo non sarebbe mai accaduto. Non sei in grado di uccidere? Lo farò io al tuo posto. L'ho sempre fatto in fondo"
    Aesingr sentì un sorrisetto incresparle le labbra, nonostante fossero ben nascoste. Per qualche motivo, anche le sue di labbra accennarono un sorrisetto. Probabilmente, il suo stesso corpo capiva molto meglio di lui ciò che era appena successo.
    Sentiva uno strano calore insinuarsi fra le gelide spire della sua aura, il suo cuore aveva perso un battito. La figura si voltò.
    Quello che accadde poi fu allucinante; in un frusciar di veste ed un cozzar di bastoni, la ragazza si era avventata su Dree che, già indebolito dal trasferimento nel nuovo corpo e dall'utilizzo continuo del suo elemento, non poté certo contrastare la raffica di colpi da cui venne bersagliato.
    Calci, pugni, legnate nei denti, dentate sui legni, un tripudio di sventole suivviso da far invidia alla fusione di tutti i personaggi shonen più sfigati ed odiati dai rispettivi autori. Aveva afferrato la testona del troll e l'aveva sbattuta per terra neanche fosse stata un tappetino da stendere al sole, riempendolo ritmicamente di ginocchiate sugli zigomi. Si, i troll hanno gli zigomi va bene? :yea:
    Mentre quello faceva di tutto per proteggersi e sferrare artigliate quasi alla cieca, riceveva in cambio colpi ben precisi e mirati. Non v'era pietà in quella furia, un piacere che andava ben oltre la freddezza e l'insensibilità.
    Dopo averlo pestato come non ci fosse un domani, e per lui nessun domani ci sarebbe mai stato in effetti, la ragazza mascherata lo calciò agonizzante fra i fanghi melmosi della palude. Si batté con supponenza le mani sullo scomodo mantello nero mentre si voltava verso il drago e la cobolda, riponendo nuovamente le proprie armi al loro posto.
    Perché continuava a portarsi dietro quei dannati indumenti? Mannaggia ai Corvi, ad Andorix e a i baroni chiaccheranti!

    "Chi è inutile adesso, cara Abuelita?" chiese, rompendo la quattordicesima parete per raggiungere Abuelita dall'altra parte del convento.

    Non so se hai altre idee con Dree, ma io la finirei qui. Un altro post a testa e via, che ne dici?
     
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    Tutta l'aura intorno al drago sembrava essere mutata nell'esatto istante in cui comprendevo il mio puerile errore.
    Un istante in cui respirare divenne più difficile. Un istante in cui l'aria attorno a me divenne più fredda. Era opera di Aes? O è quello che si prova quando la propria fine è vicina?
    Ciò che accadde dopo fu abbastanza confuso. Il drago di fronte a me parve adirarsi e dire qualcosa. "Cosa...? Che hai detto, non ho capito"...non capivo. I suoni erano ovattati...poi c'era questo ronzio di sottofondo.
    Poi una zampa del drago mi strappò dalle grinfie di Dree e mi mise fuori dalla sua portata facendomi da scudo. Il movimento improvviso mi fece levare un gemito. Tutto intorno a me iniziò a ruotare vorticosamente e, all'improvviso, stare in piedi era diventato faticoso. Le mie palpebre erano pesanti, tanto che le immagini che si snodavano di fronte ai miei occhi perdevano il nesso...non vi trovavo alcun filo logico. La figura misteriosa! Eccola che avanzava e si fermava a scambiare parole con Aesingr. Perché era così difficile seguire il loro discorso? Provai ad alzarmi e a parlare. Mi sforzai, per ritrovarmi a usare il corpo del drago come sostegno e le parole mai pronunciate bloccate nelle mie corde.

    Patetica.

    Dovevo aver sottovalutato la mia condizione fisica per essere ridotta in uno stato così pietoso. Impensabile che Dree fosse riuscito a ferirmi così. MAI. Mai mi era capitata di ritrovarmi in una situazione simile...nemmeno agli inizi, quando ero solo una semplice apprendista.

    << Ricorda il tuo nome>>

    Anche ora che le forze mi abbandonavano il mio incubo si ripresentava come un'ossessione. Digrignai i denti. Non potevo arrendermi. Non sarebbe stato un meschino alchimista redivivo-barra-elementale-barra-troll a farmi fuori e in modo così scadente. Trovai la forza per guardare la battaglia che si stava svolgendo poco più lontano da me e il drago. Era fin troppo evidente chi avrebbe vinto. La figura ammantata non lasciava il minimo spazio per un eventuale contrattacco né lasciava al troll un attimo di riposo per poter tirare su una qualsiasi forma di difesa. Era imbarazzante vedere uno scontro simile. Penoso...e se lui era penoso...io che mi ero lasciata sopraffare...cosa ero?
    Scivolai a terra. Stanchezza, dolore, rabbia, amarezza. Frustrazione.
    Basta. Era tempo di cambiare. Era un boccone difficile e amaro da buttar giù, dovevo ammetterlo: ero ancora troppo immatura. Era facile vincere contro i più deboli o in modo subdolo ma in un corpo a corpo ero una frana. Per non parlare di quanto l'emotività influisse nel mio mantenere la calma e la lucidità.
    Ero sicura che ovunque fosse il maestro si stesse facendo delle grasse risate.
    Dovevo cambiare. Diventare più forte e potevo farlo solo mettendomi alla prova, confrontandomi con altri.

    Dree ormai non si muoveva più. Sperai con tutto il cuore che non si rialzasse di nuovo...forse dovremmo bruciare il cadavere. Presi un respiro profondo e mi misi in ginocchio. Quando alzai lo sguardo due paia di occhi mi fissavano. Ero stanca, sfinita, però la voce sembrava essere tornata e, per la prima volta in vita mia, mi sentii pronunciare sinceramente la parola "Grazie".


    Mi scuso prima per il ritardo, per eventuali errori causati dal mio cervello esaurito e poi per la brevità. Spero ti piaccia (e anche a chi altro ha seguito la prima role di Engie).
    Potremmo considerarla conclusa anche così? Non so se c'è bisogno di aggiungere altro...fai un po' te...solo una cosa...Dree è muerto
     
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    Aesingr chinò il muso, fissando prima Engi poi la misteriosa figura; anche se, ormai, così misteriosa non appariva più alle sue orecchie né ai suoi ricordi.
    Il lago di ghiaccio si sciolse, per tornare ad essere acqua limpida e cristallina. Nella caverna riecheggiava il suono di ciascuna goccia che cadeva dall'alto, ticchettando e producendo suoni leggeri e sordi. L'aura azzurra si era dissolta, tornando ad essere parte di lui, nel mentre che il suo corpo recuperava la temperatura normale.
    Il fresco e dolce sapore di neve che aveva riempito le sue fauci si perse in quello palustre, in cui al piacevole aroma muschiato se ne mischiava uno più fangoso e pungente. Non riuscendo a contenere l'arrivo del calore, ad Aes cominciò a vorticare tutto davanti agli occhi. Sentì uno svarione coglierlo di sorpresa, come avesse volteggiato a mezz'aria per un giorno intero senza fermarsi.
    Probabilmente un qualunque altro drago avrebbe ignorato un -giramento di testa-, ma la sua mente ne rimase un bel po' disorientata. Inspirò col naso. Incanalando tutto ciò che lo circondava in quel respiro cercò di recuperare lucidità, socchiudendo le palpebre nel ritrovare la cognizione di sé.
    Cos'accidenti era successo?

    L'individuo losco si allontanò dal corpo inerme del suo avversario, raggiungendo Engifer a passo tranquillo.
    "Lo avevate già conciato per le feste immagino, non ho mai affrontato un essere più insulso" disse, togliendosi la maschera per mostrarsi all'interlocutrice.
    Con fierezza i capelli corvini si mossero al vento; gli occhi, come profondità marine, scrutarono la piccola cobolda che così a lungo pareva aver combattuto una battaglia dal vago sentore personale.
    Ripose le proprie armi e si tolse il mantello, sotto cui indossava semplici indumenti di cotone nero. Lo appallottolò come fosse un panno sporco e lo lasciò per terra, porgendole una mano.
    "Piacere, sono Zakrina"
    Si voltò per alcuni secondi, fissando la palude e il grigio che incombeva su di essa. Il crepuscolo disegnava contorni sfocati di un piccolo monte in lontananza. Quello era in realtà il castello Eclisse al centro della Città dei corvi, attorniato da mura tetre e scure come il piumaggio degli uccelli della notte.
    Si prese un istante anche per fissare Aesingr, che non si era mosso fino a quel momento.
    "Non mi sembravate troppo in difficoltà, ma tu devi curarti" sottolineò alludendo alla ferita più recente di Engifer, da cui ancora scivolavano rivoli vermigli. "Serve aiuto?"
    Non avevano potuto notarlo sotto la maschera, ma la sua espressione era decisamente diversa dal momento in cui era arrivata. Difficile dire se fosse passata dalla modalità pacifista a quella indemoniata o viceversa, perché in ogni caso era lei quella più confusa.
    "Comunque non chiedere perché vi abbia aiutati, ero solo di ritorno da una missione e un po' di esercizio non fa mai male" concluse, sorridendo. Anche in quel caso, quanto quell'allegria fosse forzata non era semplice intuirlo.
    Allungò delicatamente la mano verso il braccio destro di Engifer e, seppur con gentilezza, la obbligò a seguirla. Ovviamente non esercitò alcuna pressione. Le fece semplicemente capire con ogni fibra del suo essere e con ogni espressione del suo corpo che non avrebbe ammesso repliche.
    La fece allontanare di diversi metri, portandola a ridosso di un masso da cui aguzze ombre si gettavano sulle ninfee dell'acquitrinio. La lasciò andare con un sospiro solo quando furono piuttosto distanti, alzando lo sguardo a fissare le nuvole che si addensavano all'orizzonte.
    "Quello è veramente Aesingr?" chiese abbassando il tono di voce, senza perder tempo. "Dove l'hai incontrato? Perché eravate insieme?"
    Tornò a fissarla, aggrottando la fronte. "Scusa questo interrogatorio, ma credo ci sia qualcosa che non va. Quello che ho affrontato non era un corpo vivente, piuttosto un troll redivivo o qualcosa del genere. Ultimamente ho molto avuto a che fare con creature a metà tra la vita e la morte, alcune fin troppo... vivaci... per esser davvero passate a miglior vita, e mi chiedevo se quel drago fosse uno di loro"
    C'era decisamente più di qualcosa che non andava, e aveva visto quel che si potesse fare con corpi rianimati e cadaveri. Proprio in quella palude era stata testimone di studi ed esperimenti dalla dubbia moralità, che per quanto a fine -accademico- non le erano mai andati del tutto giù.
    Non era sicura del perché, ma la rabbia primordiale sopita fino a quel giorno era riaffiorata ancor prima che potesse rendersi conto di cosa stesse accadendo. Aveva visto il blu delle squame di Aesingr puntinarsi di rosso, ottenebrato da una furia che la sua mente non aveva avuto neanche il tempo di sentire propria.
    Così tanta vendetta aveva giurato, che anche dimenticare non sarebbe servito a rimuovere dalle sue membra quella sensazione. I suoi occhi assunsero una sfumatura violacea, mentre la sua pelle si imbruniva in una tonalità rossiccia. Fece fatica a mantenere il controllo sulle sue facoltà mentali, tutto rischiava di degenerare. Se ci era riuscita era solo grazie al tempo che aveva trascorso a sopire ogni suo istinto negativo.
    Era vissuta nel bosco ed era abituata a seguire qualsiasi stimolo senza alcun freno. Da diverso tempo però aveva appreso come conciliare il suo essere selvaggio con quello neutro, adatto alla civile convivenza con individui diversi da lei. Lo aveva appreso pian piano assieme al drago azzurro, in giorni vissuti all'insegna della carne arrosto e della musica.
    Giorni bruscamente interrotti, spezzati come ramoscelli sotto il culmine di un inverno burrascoso, annientati con l'unica certezza che mai più sarebbero esistiti.
    Ed ora, qualcosa non andava.

    Dovevamo finire, ma sarebbe figo un post di chiusura di entrambi. Non mi andava di lasciare le cose a mezzo. Quindi se ti va concludi, anzi concludi anche se non ti va :paninozzo:
     
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    << Serve aiuto?>>, chiese Zakrina. Non feci in tempo a rispondere che aggiunse sorridendo << Comunque non chiedere perché vi abbia aiutati, ero solo di ritorno da una missione e un po' di esercizio non fa mai male.>> Poi allungò una mano verso il mio braccio e mi obbligò a seguirla. Notai che nonostante la delicatezza del gesto, non avrei potuto opporre alcuna resistenza. Dovevo seguirla. Punto.
    Ci fece allontanare di diversi metri, a ridosso di un masso da cui aguzze ombre si gettavano sulle ninfee dell'acquitrino. Solo lì mi lasciò andare con un sospiro, alzando lo sguardo a fissare le nuvole che si addensavano all'orizzonte. Continuavo a osservarla, a studiarla. La mia attuale condizione non mi consentiva di fare di più.
    << Quello è veramente Aesingr?>> chiese abbassando il tono di voce, senza perder tempo. La domanda mi sorprese. Allora era una sua vecchia conoscenza? Interessante...dato che ci aveva "aiutato" poteva trattarsi di una sua amica. << Dove l'hai incontrato? Perché eravate insieme?>> Era incalzante e, per quanto irritante, non faceva che confermare la mia precedente ipotesi. Era una sua amica. Magari potevo sfruttarli per uscire da questo buco infernale. Doveva aver notato il mio silenzio perché riportò il suo sguardo aggrottato su di me. << Scusa questo interrogatorio, ma credo ci sia qualcosa che non va. Quello che ho affrontato non era un corpo vivente, piuttosto un troll redivivo o qualcosa del genere. Ultimamente ho molto avuto a che fare con creature a metà tra la vita e la morte, alcune fin troppo... vivaci... per esser davvero passate a miglior vita, e mi chiedevo se quel drago fosse uno di loro>> Ah!...dunque era questo che la preoccupava. Dovevo comunque prestare attenzione alla mia risposta, non mi pareva una sprovveduta come Aes.
    << Non posso dire se quello laggiù sia o meno lo stesso drago che conoscevi, ma posso confermarti che sì è il drago che vive sotto il nome di Aesingr. Ero sulle sue tracce. Mi avevano promesso un'ottima ricompensa, purtroppo caso ha voluto che lui non fosse altro che un'esca. Il tizio che hai ucciso, un alchimista che padroneggiava l'elemento del metallo, era...diciamo che aveva un conto in sospeso con me>>. Avevo scelto di essere onesta -non ci guadagnavo niente a mentire se poi rischiavo di essere sbugiardata dal drago- ma forse avevo finito per fare peggio? Ultimamente capitava spesso.
    Notai che qualcosa sembrava non andare. Quella tizia mi aveva lasciato parlare senza mai interrompermi. Percepivo chiaramente un lato minaccioso e selvaggio che tentava di venir fuori. C'era qualcosa dentro di lei. Arretrai, mettendomi sulla difensiva.
    << Ehi! Ti assicuro che non ho intenzione di torcere una singola squama al tuo amico. Voglio solo andarmene da qui. Posso esserti più utile da viva, credimi. So dove trovare e anche come ottenere ciò che cerchi .>> Non sapevo nemmeno io se stavo mentendo o meno, ma non potevo permettermi di ingaggiare una nuova battaglia e se l'unica opzione era allearsi con questa bizzarra compagnia, avrei fatto e detto di tutto pur di farmi accogliere.

    Forse lei non avrebbe ottenuto ciò che voleva, io sì però.
     
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