Un incontro davvero bizzarro

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    Incubo infernale

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    Come aveva previsto, la sua compagna aveva trovato il modo di neutralizzare il suo attacco con gran facilità. E questo gli fece capire che aveva ancora bisogno di diventare ulteriormente più forte se voleva essere alla sua altezza. Quando poi lei scagliò contro di lui delle lame di vento, usò un breve spruzzo d'acqua per spingersi momentaneamente in alto, per poi atterrare di nuovo quando esso fu finito, facendo attenzione a non farlo durare troppo a lungo per non consumare troppa energia. Quando poi la sua compagna cominciò a corrergli intorno giocosa, il drago blu dal ventre bianco si eccitò molto, l'atteggiamento di lei gli dava sempre voglia di divertirsi, ma purtroppo non poteva farlo con qualcuno a guardare. Per cui avrebbe fatto qualcosa di trattenuto. Quando lei lo avvertì di non intervenire nel caso Dhamon si approfittasse di lui per colpirla a tradimento, David rispose a sua volta.

    "Molto bene allora. Spero tu sappia quello che fai."

    Quando poi lei lo buttò a terra per poi iniziare a mordicchiarlo, lui in risposta di questo, usò di nuovo i suoi rampicanti per cercare di intrappolare sé stesso e lei in un abbraccio. Ovviamente volle anche afferrarla fisicamente, per ridurre le possibilità che lei riuscisse a scappare. Intanto Dhamon continuava ad aspettare pazientemente il momento giusto per agire.
     
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    Pensò di chiedergli il motivo di agire come stava facendo, la cosa era un po' strana.
    <quanto sei dolce. Ma perché stai mettendo a rischio anche te stesso?>
    Cercando di avvolgere entrambi con le liane David aveva limitato a sua volta i propri movimenti e, nel caso di attacco, si sarebbe esposto inutilmente. D'accordo afferrarla, d'accordo anche cercare di avvinghiarla nei rampicanti, ma davvero non poteva fare a meno di dimostrarsi romantico anche in quel frangente?
    Aveva tutti i motivi di credere che quei tre stessero per attuare qualcosa, e non voleva che David ci andesse di mezzo. Per com'era fatta, neanche si sarebbe dispiaciuta troppo se si fosse fatto male; tuttavia non poteva permettergli di ferirsi al suo posto, ne sarebbe andato della propria spavalderia. Sarebbe sembrato che lei si stesse facendo scudo col suo corpo, questo era assolutamente inconcepibile.
    Lavorò con gli artigli e recise alcune liane strette in prossimità del suo petto, poi distese la coda e con un ruggito fece leva sul terreno per spingere via il drago e contemporaneamente spezzare gli altri legami. Sfortunatamente non era molto forte fisicamente, di costituzione decisamente esile e aggraziata era fatta per il volo e per le acrobazie, non per le prove di forza. Avrebbe potuto attingere ai suoi poteri e scagliare via David con la sua esplosione di vento, avrebbe potuto dissolversi in un gorgo oscuro per ricomparire altrove, avrebbe anche potuto impregnare di nuovo i suoi artigli d'energia vibratile così da tagliare i rampicanti più in fretta, ma ognuna di queste opzioni era rischiosa per il suo tenero compagno e le avrebbe fatto sprecare energia inutilmente.
    Adesso però David poteva approfittarne per utilizzare una qualunque delle sue tecniche e, per modo di dire, metterla in condizione di svantaggio. Solo in quel momento sarebbe cominciata la recita vera e propria, quando lui fosse riuscito a renderla vulnerabile e Dhamon avesse cercato di approfittarne. Non era sicura che la successione degli eventi sarebbe stata quella, eppure sentiva di poterne essere piuttosto sicura. Se però non fosse apparsa indifesa neanche per un istante non avrebbe potuto confermare ciò a cui stava pensando ormai da alcuni minuti, l'unica maniera per esserne sicura era lasciare a David una breccia per attaccarre.
    In fondo l'aveva fatto già diverse volte, non aveva paura di esporsi in quel modo. David era perdutamente invaghito di lei e, per quanto anche i sentimenti di Liya si fossero infiammati quel giorno nella foresta, aveva capito fin da subito di poter sfruttare la cosa a suo vantaggio. Non era neanche sicura che David non l'avesse capito; in fondo poco le importava, lui aveva ciò che voleva e lei anche, quindi non pensava ci fosse niente di male ad agire in quel modo. Certo si sarebbe meritata un bel morso di quelli ben assestati, ma quel drago dalle squame blu difficilmente avrebbe agito contro di lei per propria volontà.
    Perlomeno aveva imparato ad essere aggressivo e possessivo, e di ciò non poteva che essere soddisfatta, tuttavia il suo concetto fisico di possessione rischiava di essere frainteso. Se lui avesse cercato di sottometterla con la forza, come si soleva fare fra draghi, lei sarebbe potuta sembrare una vittima della sua vivace passione amorosa. L'unico inghippo stava nel fatto che lei fosse Liya Neratempesta, e che nessun drago che aveva avuto il piacere di incontrare sarebbe sopravvissuto due secondi se avesse cercato anche solo di pensare di rivendicarla contro la sua volontà.
    Dhamon però non lo sapeva, non aveva idea di fin dove potesse spingersi quella dragonessa apparentemente gracile e minuta, ai suoi occhi sarebbe semplicemente apparsa un bersaglio facile. Due soli erano stati i momenti di debolezza di cui aveva memoria: uno durante il suo primo approdo a Knawr, l'altro in seguito al suo sfogo di fronte a quello scellerato del Maestro del vuoto. In quell'occasione aveva riversato tutta se stessa in una tempesta nera con cui aveva espresso a pieno il ricordo del suo cuore maligno, da cui si era finalmente liberata. Se un tempo aveva avuto un punto debole, ovvero il non sapersi controllare, ormai aveva imparato a dominare i suoi poteri e la sua rabbia interiore. Non c'era niente, nello stato d'animo a cui era giunta, che non potesse fare. E sentiva di diventare ogni giorno più forte, sempre più potente, incontrastabile.
    Doveva spiegare a David che non sarebbe stato salutare per lui prenderla come esempio da raggiungere, si sentiva così potente che non avrebbe saputo come insegnargli ad esserlo più di lei. Era cresciuto psicologicamente e migliorato molto in quegli ultimi tempi, continuando a maturare dopo ogni batosta, e invece di abbattersi cercava sempre di apprendere qualcosa di nuovo. Quello era l'aspetto di quella creatura che ancora la affascinava: per quanto monotono, appiccicoso e decisamente ingenuo sapeva come sorprenderla. Neanche lei ne comprese il motivo, ma scelse proprio quel momento per farglielo presente.
    <scusa David, ma sono molto rare le volte in cui mi vien voglia di parlartene. Non sono sdolcinata come te>
    Riuscì a sorridere anche con la propria voce mentale, forse perché in fondo la rasserenava parlare con lui attraverso l'ametista e la faceva sentire in sintonia con qualcuno che forse poteva comprenderla almeno un po'. <quindi tieni ben a mente ciò che ti sto dicendo. So che vuoi diventare abbastanza forte da poter combattere alla pari con me, ma togliti dalla testa l'idea di potermi raggiungere. Non mi sento poco modesta ad affermarlo, il mio potere è un traguardo invalicabile anche per creature che si allenano giorno e notte per migliorare le proprie abilità. Il contrasto dei miei sentimenti, la mia innata energia e l'aver affinato le tecniche con il passare degli anni mi ha portata ad un livello ben diverso da quello che ti ho mostrato fino ad ora. Perché effettivamente tu non hai mai visto tutta la mia vera forza. Ti dico questo perché quel Dhamon sta cercando la squama di un drago abbastanza potente da poterlo riportare umano, e io credo di far proprio al caso suo. Mi sembra la situazione più adatta per fartelo presente: non ti amerò più di quanto già non ti stia mostrando se diventerai più forte, non posso sperare che tu diventi così abile da poter competere con me. Da quando sei un drago hai affrontato avversari molto tenaci e nonostante qualche stupidaggine ti sei comportato bene, mi hai già fatto capire che tieni a me e vuoi migliorare. Ma adesso e mai più te lo ripeterò, se devi migliorare fallo per te stesso e non per me. Non curarti di cosa penso io o pensano gli altri. Sarebbe sciocco, certo non mi sono unita a te per la tua energia o per la tua abilità in combattimento. Mi sono divertita ad insegnarti, a prenderti in giro, anche ad infastidirti facendoti credere di essere arrabbiata con te. E lo farò ancora, certo che lo farò, ma credo di essere molto affezionata a te>
    Si fermò per alcuni istanti prima di concludere. Il suo monologo avvenne in maniera abbastanza rapida da non farle perdere la concentrazione su Dhamon, inviò le parole alla mente di David piuttosto velocemente in modo che potesse incamerarle senza perder tempo. <hai capito che mi diverte giocare, lasciarmi sottomettere e condividere la mia pigrizia con te, quindi non ti nascondo di apprezzare le volte in cui prendi l'iniziativa di saltarmi addosso. Questo però è ben diverso da ciò che intendo. Il non potermi raggiungere non è un tuo limite, ma una mia forza. Io continuerò a migliorare, e non mi riferisco solo alla battaglia, e tu migliorerai con me finché passeremo del tempo insieme. Quindi dovrebbe esserti facile capire che non puoi superarmi, dato che cresceremo nello stesso momento. Perché non ti permetterò mai di raggiungermi, tanto meno di oltrepassarmi. Non devi abbatterti se ti sembrerò lontana, sono sicura che se ancora non lo pensi prima o poi lo penserai. Non ti ho mai visto come un umano, fin da quando ti ho incontrato sei sempre stato un drago e mi è impossibile immaginarti diversamente. Forse ti chiederai perché ti sto dicendo questo, il motivo è semplice: i miei obbiettivi, la Nebbia, lo scopo che ci siamo prefissati potrebbe portare sia me che ciò che ho ottenuto a scomparire. Se questo dovesse accadere, tu non avresti più un obbiettivo a cui affidarti, perché senza di me in questo momento sei perso. Si, ti sto dicendo che neanch'io sono abbastanza forte da esser certa che non possa accadermi niente, perché potrò sempre trovare qualcuno o qualcosa più potente di me. Potrebbe essere un drago o forse un garuda, o magari soltanto un sentimento, un'incertezza, uno spiffero di vento. Se qualcosa dovesse allontanarmi da te, almeno so che ti resterà qualcos'altro oltre al mio ricordo a cui aggrapparti>
    Se avesse dovuto esser del tutto sincera, avrebbe dovuto aggiungere che un'eventuale separazione sarebbe potuta avvenire anche per sua scelta. Aveva però il timore di instillare in lui un'idea sbagliata, avrebbe finito per ottenere un risultato pericoloso facendolo dubitare di lei.
    In ogni caso, era finalmente pronta per affrontare tutto quello che frullava nella testa di Dhamon e dei suoi amichetti. Mentre comunicava attraverso l'ametista, impiegò quei secondi per colpire David con le zampe e la coda, schermandosi dietro alle ali per ripararsi e rimanendo quanto più possibile sulla difensiva.
    <adesso preparati, ci sarà da divertirsi. Agisci in modo che quelli pensino di avermi in pugno, sai che non devi preoccuparti di ferirmi. Ovviamente se riesci a trattenermi senza farmi del male sarebbe più gradevole, maaa... fa lo stesso. E vedi di rimanere a debita distanza>
    Liya Neratempesta era davvero impossibile. A volte riusciva ad essere tanto sfuggente ed ingannevole da confondere anche se stessa. Poteva davvero David fidarsi di lei?
     
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    Quando Liya gli chiese perché avesse voluto intrappolare anche sé stesso, lui le rispose in tono scherzoso

    "Perché mi piace l'idea di noi due appiccicati insieme."

    Fatto questo, il drago poté constatare che, come aveva previsto, la sua compagna era stata in grado di liberarsi, e di neutralizzare il suo attacco. Era un sollievo per lui di non aver commesso un errore di valutazione ma, allo stesso tempo, sarebbe stato bello riuscire a neutralizzarla davvero come un vero maschio dominante. La sua amata poi gli fece un bel discorso serio riguardo al fatto che doveva pensare più a sé stesso, che lo avrebbe amato indipendentemente dalla sua forza, e che doveva avere più ambizioni personali, riuscendo comunque ad inquadrarlo sul fatto che lui era perso senza di lei. Su questo non poteva che darle ragione, lei ormai era troppo radicata nel suo cuore per prendere in considerazione l'idea di perderla. Ma aveva comunque sbagliato su di una cosa. Alla fine le diede la sua risposta, volendole aprire i suoi sentimenti, e chiarire un dettaglio.

    "Sono felice di sapere che mi ameresti indipendentemente dalla mia forza. Ed hai ragione. Ora come ora tu sei la regina del mio cuore, la cosa a cui tengo di più in assoluto, e se qualcosa o qualcuno cercherà di separarci, allora mi batterò con tutte le mie forze per riuscire a tenerti. è vero che quando ti vedo pavoneggiarti e sfoggiare le tue capacità, io ti ammiro e mi fai eccitare sempre di più perché mi mostri quello che anch'io potrei diventare se mi impegno e lavoro duramente, e allo stesso tempo mi fa sentire felice il pensiero di avere l'amore di una creatura speciale come te. Ti confido perfino che vorrei tanto avere dei cuccioli insieme a te. Diventare genitori un giorno sarebbe bello, no? Comunque non ti preoccupare riguardo una cosa. Ti ricordo che quando ero umano avevo delle ambizioni e dei desideri personali, e che quando mi sono trasformato, questo nuovo corpo li ha appagati completamente. è vero, il mio amore per te è immenso, ed è la ragione principale per cui ho deciso di rimanere un drago per tutta la vita. Ma posso assicurarti che non è l'unico motivo per cui ho preso questa decisione. Non ho sacrificato la mia umanità per stare con te. Mi piace davvero essere un drago e tutto quello che ne deriva. Io voglio davvero diventare il più potente possibile per esprimere meglio me stesso, diventare qualcuno, e cercare di rendere questo mondo un posto migliore. Quindi posso assicurarti che, anche se non mi fossi mai innamorato di te, avrei deciso lo stesso di rimanere un drago per tutta la vita."

    Riguardo a quello che aveva detto sul fatto che avrebbe dovuto avere qualcos'altro oltre che ad aggrapparsi al ricordo di lei, lo preoccupò molto, ma allo stesso tempo capì che aveva ragione. Da quando era un drago aveva deciso che voleva ricostruirsi una nuova vita in quella forma, ma fin'ora si era legato solo a Liya e, se l'avesse perduta, sarebbe rimasto da solo, senza più nulla. Aveva decisamente bisogno di consolidare la sua nuova esistenza, stringere altri legami, costruirsi una reputazione, e diventare davvero qualcuno. Il problema è che, ora come ora, non aveva la più pallida idea di come riuscirci. Cosa poteva fare per cominciare la sua ascesa e mettere in moto il suo obiettivo di migliorare il mondo? La sua compagna aveva il soprannome di Neratempesta, lui invece come avrebbe potuto farsi chiamare? Sarebbe mai riuscito a meritarsi un soprannome in generale? Quel dubbio che si era appena insinuato in lui, era decisamente fastidioso. Ma decise di accantonarlo per il momento, dato che aveva bisogno di concentrarsi su quello che stava accadendo, ed oltretutto, preoccupandosi di questo, avrebbe anche rischiato di non godere del tempo che stava trascorrendo con la sua compagna ed il tutto sarebbe stato controproducente. Doveva preoccuparsi solo di quello scontro. Così, dopo essersi avvicinato nella distanza intorno ai 20 metri, David, generò dei tentacoli acquatici, per intrappolare la sua compagna.
    A quella vista Dhamon, pensò che doveva essere quello il momento giusto. Per cui disse a Feril

    "Ora!"

    Ed a quelle parole lei sferrò un incantesimo per ammorbidire la terra, con l'intento di far sprofondare Liya, per po indurirla, e lasciarla intrappolata per le zampe all'interno. Allo stesso tempo Dhamon, con sua grande sorpresa, generò una sfera di oscurità nell'area intorno a Liya, da cui non usciva niente, nemmeno l'aria, ed allo stesso tempo del gas velenoso cominciò ad uscire all'interno di quella sfera, che avrebbe ridotto ulteriormente l'aria limitata che c'era all'interno, lasciando la dragonessa vulnerabile al veleno. Dhamon fu molto sorpreso da quello che stava facendo in quel momento. Aveva dimenticato che, quando il drago ombra lo aveva trasformato, gli aveva lasciato una conoscenza incorporata degli incantesimi che poteva fare, e che doveva solo cercarla per accedervi. Ma, visto che lui respingeva il corpo da drago in cui si trovava, non l'aveva mai approfondita più di tanto, prima di quel momento. Ma il risultato che aveva appena ottenuto, era piacevolmente sorprendente.
     
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    <si, ho capito. Quello che intendevo era appunto che quando mi pavoneggio, e credimi è molto divertente, non devi sentirti invidioso di quel che riesco a fare. Ci sono cose che non potrai ottenere neanche con il duro lavoro, devi guardare in faccia alla realtà. Piuttosto devi sviluppare le tue attitudini, perché ci sarà sicuramente qualcosa che un giorno farai meglio di me. Non certo volare e pavoneggiarti, quelle sono le mie specialità> ridacchiò con un po' d'amarezza.
    C'erano già diverse cose che David faceva meglio di lei, era molto più empatico ed emotivo di quanto Liya Neratempesta non sarebbe mai potuta diventare. Non si poteva imparare la comprensione degli altrui sentimenti, ma lui aveva detto di voler agire per rendere il mondo un posto migliore. Nel suo piccolo forse poteva davvero fare la differenza, come risposta era soddisfacente.
    In quello stesso momento Dhamon la aggredì con la sua energia elementale, quella che David continuava a chiamare "magia".
    <lasciami andare, o capiranno che sto fingendo> disse alludendo ai tentacoli d'acqua che l'avevano afferrata. Sarebbe stato alquanto strano che il suo compagno, vedendola in pericolo, non la liberasse e non cercasse di fermarli in qualche modo.
    <fingiti preoccupato e simula una qualunque reazione, e non fare lo stupido. Deve essere credibile>
    Sarebbe bastato anche solo che ringhiasse ferocemente contro di loro, o che si precipitasse ad aiutarla fingendo tuttavia di non sapere come tirarla fuori dalla sfera oscura. Probabilmente non lo sapeva davvero, a dire il vero neanche lei aveva idea di come riuscirci. In ogni caso, non era una minaccia rilevante per Liya.
    Prima che il veleno rarefatto le si infiltrasse nei polmoni inspirò velocemente una grande quantità d'aria e continuò a generarne altra attorno al proprio corpo, prevalentemente sul muso, in modo da lasciare tra sé e ciò che aveva attorno un sottile involucro invisibile. Quella piccola barriera era inefficace contro attacchi di natura fisica o esplosiva, ma teneva a debita distanza qualunque sostanza fumosa e eterea cercasse di raggiungerla. Allo stesso tempo poteva continuare a generare aria respirabile di fronte al muso, senza che questa venisse contaminata. Con un po' di difficoltà riusciva ad utilizzare quell'abilità anche per respirare sott'acqua, ma mantenere il velo attivo le consumava piuttosto rapidamente le energie e a volte doveva letteralmente riprendere fiato. Tossì e cominciò ad agitarsi, fingendo di essere in difficoltà e di esser stata colta di sorpresa. Doveva stare attenta a non rimanere troppo inerte e allo stesso tempo far credere a quei tre che l'avevano resa vulnerabile. Trasse con forza gli arti verso il petto e riuscì a liberare una delle zampe anteriori, ma per non perdere la concentrazione volle non spingersi oltre e aspettò che facessero la loro mossa. Si lamentò e gemette rumorosamente, emettendo un acuto stridio che avrebbe fatto accapponare la pelle ad un fantasma. Si chiedeva se David si sarebbe mai domandato quanto lei fosse sincera, era talmente ambigua da rasentare l'incoerenza. A volte non era minimamente capace di recitare, altre invece sfoggiava maschere impressionanti.
    Attese con ancora tre zampe intrappolate nel terreno e la sfera oscura che la circondava cercando di soffocarla, fingendosi a corto d'aria ed incapace di fuggire. Avanti Dhamon, fai la tua mossa se ne hai il coraggio.
     
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    David ascoltò quello che disse la sua compagna, anche se ci rimase male per il fatto che lei non esprimesse nessun commento od opinione riguardo al diventare madre, ma su tutto il resto era d'accordo. Di certo lui non era tipo che si pavoneggiava, ed avrebbe riconosciuto i suoi limiti quando li avrebbe visti, ma comunque avrebbe lo stesso cercato di diventare il più potente possibile. Ne aveva bisogno per essere straordinario e provare a rendere il mondo un posto migliore. Dopotutto era inutile avere delle buone intenzioni se non si avevano le capacità per metterle in atto. Per questo continuò a migliorare. Improvvisamente, come la sua compagna, aveva previsto, Dhamon passò all'attacco, e così la vide mentre veniva avvolta dall'oscurità non sua. A causa di quella sfera buia non poteva vedere cosa stesse accadendo all'interno ma, preoccupato del fatto che Dhamon stesse facendo qualcosa di orribile, le obbedì quando le chiese di liberarla. Avrebbe tanto voluto vedere che cosa stesse succedendo ma, non potendolo fare, diede per scontato il fatto che Dhamon stesse facendo qualcosa di orrendo, e mostrò sinceramente un'espressione preoccupata. Rivoltosi verso di lui si accorse del suo sguardo spietato e per questo volle chiedere

    "Ma che stai facendo? Non ti pare di esagerare in questo modo?"

    Anche Feril si trovò d'accordo con lui riguardo questo.

    "Ha ragione. Dobbiamo solo prendere una squama Dhamon, non è necessario ucciderla."

    Il drago in risposta disse

    "Non morirà. Semplicemente perderà i sensi e potremo prenderla senza problemi."

    Ovviamente quella dichiarazione era una bugia. Il suo intento era di uccidere Liya per poi mentire dicendo che era stato un incidente, e Ragh, essendogli completamente fedele, avrebbe sostenuto quella bugia. Per questo, prima che qualcun altro dicesse qualcosa, fece restringere la sfera oscura su sé stessa, con l'intento di farla implodere. E quando David, sentendo che qualcosa non andava, si lanciò verso di lui per fermarlo, Dhamon si lanciò in avanti per evitare l'attacco, con l'intenzione di afferrare ed azzannare Liya nel caso fosse riuscita a liberarsi.
     
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    Anche l'elfa era d'accordo con David, probabilmente era un po' diversa dagli altri due. In ogni caso andò tutto come Liya si aspettava. Non trattenne un sorriso che mutò all'istante in un ringhio, e snudò le zanne all'interno del globo di tenebre. Fece esplodere l'aria attorno alle zampe, sopportando stoicamente il dolore della pressione, e liberò gli arti balzando fuori dal terreno. L'oscurità si restrinse e sentì la pressione aumentare ancora, convogliò quindi l'aria attorno a sé e sopportò l'implosione senza troppo sforzo. Dovette comunque rimanere molto concentrata per difendersi, ma ciò le permise di captare il movimento circostante all'esterno della sfera oscura. Con un boato assordante il vento si propagò nella foresta; le pressioni opposte dell'aria in espansione e della sfera oscura che si chiudeva si deflagrarono attorno alla dragonessa.
    Fu un attimo, Dhamon le era addosso. Ruotò il collo e con uno scatto fulmineo allungò una zampa per afferrare il collo del drago con gli artigli, spingendo con veemenza il suolo sotto le zampe posteriori. Si capovolse su di lui e gli strinse la gola con entrambe le zampe anteriori, poi guizzò con il muso e gli azzannò il collo sotto la nuca.
    Gli sibilò in un orecchio, poi ringhiò e concentrò l'energia attorno alle zampe per la più crudele e cinica delle sue abilità. In una breve manciata di secondi, Dhamon si ritrovò senza aria nei polmoni e non fu più in grado di respirare. La mancanza d'aria avrebbe placato anche il più focoso degli animi, per quanto fosse fisicamente più forte di lei e potesse dibattersi non avrebbe resistito a lungo.
    "Non volevo credere che tu fossi disposto ad uccidermi pur di tornare umano" scandì con calma innaturale, strofinando la coda sul fianco del drago con minacciosa dolcezza. "Ho fatto bene a cercarne la conferma, perché sei soltanto un vigliacco"
    Lo sguardo di Liya in quel momento era assolutamente impietoso, non sembrava l'espressione di qualcuno che avrebbe lasciato andare la sua preda. Si voltò verso David; lui forse non sarebbe arrivato a tanto, anche se aveva detto che avrebbe ucciso chiunque avesse cercato di ferirla. Non gli parlò comunque tramite l'ametista.
    "Se tu mi avessi incontrata qualche tempo fà, sappi che saresti già morto" asserì con linda freddezza. "Ringrazia David e la Nebbia se non ho voglia di calciare via un cadavere"
    Lasciò andare la presa e con una poderosa zampata lo scagliò lontano, poi rincorse il suo corpo rotolante e gli sferrò un altro calcio con cui lo spedì dritto di fronte al mezzodrago e all'elfa. Si avvicinò di qualche passo e scrutò prima Dhamon a terra poi gli altri due.
    "Come potete fidarvi di un essere del genere?"
    Dalle sue labbra squamose trasudava il disgusto per quella creatura, nient'altro che uno sporco umano nelle pregiate vesti di un drago. Voleva dire altro, ma preferì che fosse David ad intervenire.
    Lui aveva vissuto il passaggio da umano a drago, poteva capire meglio di lei cosa significasse. Anche in quel caso, c'era qualcosa che avrebbe potuto ottenere meglio di come sarebbe riuscito a lei. Dopo quella batosta Dhamon avrebbe sicuramente potuto reagire male, ma confidava nel fatto che David potesse calmarlo o almeno cercare di farlo ragionare. Se si fosse dimostrato troppo ottuso anche per lui, lo avrebbe rispedito a cuccia.
    "Venire qui dalla tua isola per farti prendere a calci da una femmina della specie che tanto odi non dev'esser stato piacevole"
    Sogghignò efferata, avanzando con una zampa e abbassando il muso verso di lui. "Ti avrei consegnato la squama anche se non mi avessi nemmeno colpita, stavo solo cercando di studiarti per capire se ti meritassi il mio aiuto"
    Alzò poi la testa verso l'elfa. Voleva suggerirle di riportarselo a casa e di non tornare più, ma come Valen, Elsa e anche David le avevano detto poteva esserci una seconda possibilità. Era chiaro che non ce ne sarebbe stata una terza. Non aveva un vero e proprio motivo per volerlo aiutare in fondo, forse per compiacere David o forse perché stava davvero cambiando.
    Non avrebbe comunque donato ad un essere tanto spregevole neanche un grammo della sua energia, nessun altro l'avrebbe fatto spontaneamente. Se al suo posto si fosse trovato Aracstor, la testa di Dhamon sarebbe già stata appesa ad uno dei tralicci del Nido come monito per chiunque avesse cercato di aggredirlo.
    Non le restava che aspettare. David era riuscito a trasformare i sentimenti di Liya Neratempesta, un traguardo del tutto impensabile, cosa sarebbe potuto essere per lui quello stupido drago venuto da Oltre i confini?

    Attento a quel che vuoi far accadere, Liya potrebbe non controllarsi più :yea:
     
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    Quello che David vide fu orribile. Dhamon aveva davvero tentato di uccidere Liya per prenderle una squama, e questo non era un bene. Ma che aveva? Perché era disposto a tanto pur di tornare umano? Per fortuna la sua compagna era abbastanza potente da liberarsi, e neutralizzare il suo attacco per poi passare in una posizione di vantaggio. E, dopo averlo sgridato per bene, lo scaraventò d'innanzi ai suoi due compagni di viaggio, chiedendo loro come facessero a fidarsi di un essere così orribile.
    Dhamon, capendo di non essere in grado di sconfiggere quella Liya, non oppose resistenza quando lei lo sopraffò senza che ci fosse alcuna possibilità di contrattaccare. Quando poi gli tolse l'aria, lui pensò di lasciarsi morire in quel momento, ma l'aria tornò prima che lui soffocasse. E per lui il fatto che lei volesse metterlo alla prova per vedere chi fosse davvero non era una bella cosa. Ed oltre al danno anche la beffa, per il fatto che lei gli avrebbe dato la squama se si fosse comportato meglio. Odiava essere messo alla prova, ma tanto l'aveva fallita.

    "Dhamon è una brava persona. Mi ha salvata dai cavalieri delle tenebre, ed è sempre grazie a lui se sono entrata negli eroi del cuore di Goldmoon, di cui lui era il capo prescelto, per combattere dei draghi malvagi che si sono impadroniti nel nostro continente. Ed abbiamo combattuto insieme impedendo alla femmina di drago rosso, Malystrix, di diventare una divinità. Non so perché ha tentato di ucciderti. Ma ti assicuro che questo comportamento non è da lui. è nobile ed onorevole te lo assicuro. Non so perché ha tentato di ucciderti. Ma sono sicura che non accadrà di nuovo. Dagli un'altra possibilità. Lui ha davvero bisogno di tornare umano."

    Dhamon non disse nulla riguardo quell'affermazione. Ormai lui aveva cessato da tempo di essere quell'uomo, anche se lei non lo aveva mai saputo. Era solo un mostro che portava alla rovina chiunque stava attorno a lui, e lei si era salvata da quella maledizione unicamente perché lo aveva lasciato. E probabilmente, quando sarebbe tornato umano, lo avrebbe fatto di nuovo tornando alla vita che si era costruita senza di lui.

    "Io ero prigioniero degli scagnozzi della femmina di drago nero, Onysablet, e lui mi ha salvato. Non ricordo come sia accaduto, anche se non so perché, ma Dhamon dice che furono loro a strapparmi le ali. Sono rimasto con lui, siamo diventati amici, ed è stato l'unico a non trattarmi come un mostro." Volle difenderlo a sua volta Ragh.

    Per Dhamon quelle furono belle parole, dato che venivano dall'unico amico che gli era rimasto al mondo. Un amico fedele e leale. Alla dichiarazione di Liya sul fatto che lo avrebbe ucciso rispose:

    "Tanto la morte per me sarebbe solo una liberazione, tanto tutti dobbiamo morire, perché curarsene. E comunque Feril ha ragione. Mi sono solo fatto prendere la mano. Tutto qui."

    Sul fatto che la morte lo avrebbe liberato era vera, mentre il fatto che si era fatto prendere la mano era il suo tentativo di ingannarla, per vedere se riusciva a sistemare il pasticcio in cui si era cacciato. Forse così le avrebbe fatto cambiare idea e l'avrebbe convinta a dargli una squama.
    David, sconvolto da quell'atteggiamento, ed in parte arrabbiato per come si era comportato, gli si avvicinò e disse.

    "Ma che ti prende? Posso immaginare perché non ti piaccia essere un drago, ma addirittura definirlo un destino peggiore della morte, non ti pare un po' eccessivo? All'inizio non piaceva neanche a me, ma neanche nel mio momento di massima infelicità avrei pensato che preferivo morire piuttosto che rimanere così. Non lo avrei pensato neppure per un piccolo minuscolo istante.

    "Ma non ti manca stare in mezzo alle persone, prenderti una birra, ed altri piaceri che solo un corpo umano può dare? Non ti da fastidio la possibilità di essere considerato un mostro e pensare di essere tagliato fuori dal mondo?"

    "Mai preso alcolici. Comunque non nego che ho avuto qualche problema ad adattarmi all'inizio, ma quando ho scoperto i lati positivi della cosa, non ci ho più fatto caso."

    "Ma possibile che non hai alcun rispetto per la tua umanità?" Lo rimproverò Dhamon guardandolo come se fosse completamente pazzo.

    "Forse sei tu che la stai mettendo su di un piedistallo troppo alto."

    Dhamon non volle neanche rispondere a quell'affermazione.

    "Ma che hai che non va? Non ti va di parlarne?"

    "Non ti devo proprio niente." rispose lui senza nemmeno guardarlo.

    David notò che il suo atteggiamento era quello di qualcuno che era morto dentro e che aveva perso tutte le speranze. Qualcuno che aveva decisamente bisogno di aiuto. Per questo, nonostante se la fosse presa per il fatto che avesse tentato di uccidere Liya, decise di aiutarli. Per questo si rivolse a Ragh e Feril.

    "Io sarei anche disposto a dargli un'altra possibilità, nonostante quello che ha fatto. Ma non posso di certo convincere Liya a dargli una squama. Quindi dovremmo collaborare per riuscire ad uscire da questo pasticcio. D'accordo?"

    Entrambi annuirono. Per Feril David era davvero gentile, e quindi potevano contare su di lui, mentre invece Ragh pensava solamente che, avendo rovinato tutto con Liya, avrebbero davvero dovuto lavorarsi il suo compagno per riuscire ad ottenere qualcosa, e lo avrebbe detto anche a Dhamon quando avrebbe avuto la possibilità di parlare da solo con lui.
    Dhamon intanto non sapeva cosa fare. O quella Liya era davvero più potente di Sable, oppure era lui ad essere debole e non aveva speranza di sconfiggerla. E se non poteva battere quella femmina di drago blu, come poteva battere la dominatrice nera?
     
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    Liya passò in rassegna tutti con lo sguardo, poi si voltò e si incamminò nel fitto del bosco. Tornò solo dopo mezzo minuto. Niente sembrava diverso, ma il suo sguardo si era fatto scuro.
    Quei tre erano molto diversi. Qualcosa non andava, anche se non aveva ancora le carte completamente scoperte per capire quale potesse essere la mossa dell'avversario. In ogni caso, Dhamon non poteva vincere con un pugnale contro un arsenale di spade, lance e scudi.
    L'elfa le sembrava sincera, e anche il mezzodrago d'argento appariva convinto delle sue affermazioni. Eppure qualcosa le sfuggiva, qualcosa che adesso la incuriosiva. Se fino ad un momento prima avrebbe pensato di aiutare Dhamon per nessun motivo in particolare, ora poteva portare la cosa a suo vantaggio. Non che quei tre avessero qualcosa che lei voleva, però in un modo o nell'altro potevano soddisfare la sua ricerca.
    "Certo, e io dovrei credere che il tuo è stato solo un momento di debolezza, cucciolo irruento?" chiese allo sciocco umano in veste di drago. "Hai cercato di uccidermi, se io non fossi stata Liya avresti anche potuto riuscirci"
    Schifava chiunque potesse leggere la mente ed udire i pensieri altrui. Non c'era alcun gusto, preferiva creare lentamente zizzania facendo leva sulle informazioni di cui era in possesso. Per quanto quei tre le fossero oscuri, una cosa era palese; Dhamon era pronto a tutto pur di raggiungere i suoi scopi.
    "Una volta tornato umano che farai? Potrebbero non essere affari miei forse, ma invece voglio che lo diventino. Altrimenti perché dovrei anche solo pensare di aiutarti?"
    Sogghignò. "Potete comunque provare a cercare la vostra squama altrove, purtroppo non sono molte le creature che possano competere con me e ancor meno sono quelle che vi farebbero il favore di darvi ascolto. Sono sicura che sareste cibo per viverne ancor prima del terzo tentativo. In fondo non sarebbe un gran problema per te, dato che non vedi l'ora di fare una brutta fine"
    Schioccò le fauci ed estrasse la lingua. I suoi occhi erano divenuti quelli di un serpente, restringendosi verticalmente in due striature violacee e luccicanti. "Mi dispiace, non aiuto chi ha perso la voglia di vivere"
    Era ovvio che non fosse soltanto la birra ciò che gli mancava. Quel Dhamon odiava i draghi ed odiava trovarsi intrappolato in un corpo di squame ed artigli, mentre molti altri avrebbero sognato un corpo come quello fino al punto di rovinarsi la vita nel tentativo di ottenerlo. Il mondo è bello perché vario, no?
    Certo che incontrare due umani divenuti draghi a così breve distanza di tempo non era assolutamente un evento prevedibile. Le coincidenze riuscivano a turbarla più di quanto potesse fare un dannatissimo garuda inumato fra i ricordi.
    Aveva sentito parlare di draghi in grado di assumere sembianze umane temporaneamente, ma un cambiamento irreversibile come quello di David e Dhamon era più unico che raro. C'era di mezzo la magia, ma la magia era quasi sempre temporanea sia negli effetti che nelle sue manifestazioni. Lo stesso concetto probabilmente non valeva per quei due, ma non era ciò che le interessava. Non avrebbe comunque accennato loro i suoi intenti, o avrebbe perduto il piacere di spolpare Dhamon fibra dopo fibra.

    Edited by Aesingr - 12/12/2019, 15:55
     
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    Dhamon osservò la dragonessa che se ne andò momentaneamente per poi tornare. Essa ovviamente non credeva alle parole di Dhamon riguardo al fatto che il suo comportamento fosse stato un'impulso erroneo. Doveva per forza trovare il modo di farle cambiare atteggiamento nei suoi riguardi. Alla domanda su cosa intendesse fare una volta tornato umano, neanche questa volta poteva dire la verità. I suoi progetti erano di utilizzare il tesoro accumulato per fare una vita da re. Ma non poteva dirlo apertamente, dato che aveva promesso a Feril tutto il suo tesoro in cambio del suo aiuto. E confessare a quella Liya i suoi veri intenti una volta tornato umano, significava confessare a Feril di averle mentito e che non intendeva mantenere la parola data, e questo non poteva permetterlo. Oltretutto non avrebbe detto a qualcuno di cui non si fidava di avere un figlio e che una delle ragioni per cui voleva tornare umano era riuscire a mostrarsi a lui, a toccarlo, e poter chiedere scusa a Rikali per quello che le aveva fatto. Dovette di nuovo inventare una bugia.

    "Beh, in realtà non ho dei piani diretti per quando sarò di nuovo umano. So solo che non sono felice così, che voglio riavere il mio vecchio corpo ed essere di nuovo normale come prima che quella squama si attaccasse alla mia gamba. Ci penserò dopo a cosa fare quando sarò di nuovo me stesso."

    Dopodiché si rivolse a Ragh e Feril.

    "Se non ci aiuta dovremo andarcene. Temo che dovremo tornare al piano originale di uccidere Sable e prendere una sua squama, sperando che lei sia più debole di questa dragonessa." commentò indicando Liya.

    Non sapeva cosa avrebbe fatto a parlare apertamente delle sue intenzioni d'avanti alla femmina di drago blu. Ma d'altra parte era impossibile che fosse una seguace di Sable o che avesse qualche interesse ad aiutarla. Quindi non c'era rischio di ripercussioni nel dire apertamente almeno questo. Qualunque cosa sarebbe successa, probabilmente se la sarebbe meritata.
     
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    "ah, non hai piani" ripeté Liya.
    Non poteva dire diessere piena di obbiettivi, ma uno ne aveva ed era decisamente importante. Per il resto voleva solo divertirsi. Non capiva se quel Dhamon si trovasse nella sua stessa situazione.
    "Fammi capire... vuoi tornare umano ad ogni costo, al punto di venire fin su quest'isola a cercare una squama, ma non hai obbiettivi futuri"
    In effetti aveva accettato di morire sotto i suoi artigli. Quel tipo la lasciava decisamente perplessa. Poco prima aveva sentito chiaramente la sua resa e la sua rassegnazione.
    In fondo poteva lasciarlo morire e andarsene. La cosa però la stava incuriosendo, e c'era ancora il punto cruciale della situazione.
    "D'accordo. Facciamo che io voglia incontrare questa Sable, e che voglia decidere se allearmi con lei o combatterla. Avresti altro da dirmi?"
    Snudò le zanne come faceva quando era sicura di aver trovato una soluzione complicata, drizzando la coda e avvicinandosi di un passo.
    "Probabilmente non ci guadagno niente, ma ho un debole per gli avversari agguerriti. Questa Sable ha tutta l'aria di esserlo, da come ne parlate. Il fatto è che di questi tempi anche alleati potenti fanno comodo. Quindi potrei sia scegliere di agire a favore che contro di lei. Se io ti aiutassi a combattere contro Sable, e ti dessi la mia squama, mi dirresti qualcosa in più?"
    Poi fissò gli altri due. non era ancora del tutto sicura di aver capito cosa, ma c'era qualcosa che non andava in quei tre. Non sembravano esattamente il gruppo di amici affiatato che parevano a primo impatto. A quel punto Dhamon avrebbe avuto una scelta decisamente più complicata da compiere.
    Rimuginò su quanto aveva detto prima e sulla fedeltà che quei due mostravano nei suoi confronti. Magari l'elfa provava dei sentimenti ben precisi nei confronti della forma umana di Dhamon, mentre il mezzodrago aveva detto di non ricordare. Era tutto eccessivamente confuso, ma sarebbe stato ancor più semplice mettere zizzania con quelle premesse. Caro Dhamon, ti sei cacciato in un bel guaio; Feril ti ci ha cacciato, cercando Liya Neratempesta.
    "Non è tanto di te che mi interessa, in fondo ho sempre ripudiato i bugiardi. Non posso sapere se stai mentendo, anche se esiste più di un metodo per scoprirlo. Vorrei solo capire perché quei due sono disposti a fidarsi di te fino a questo punto"
    Lei conosceva molto bene gli obbiettivi della Nebbia, i reali obbiettivi. Quel sentimento di fiducia era forse il cardine su cui si basava tutto, come su quell'isola così altrove.
    Avvicinò gli artigli al proprio collo e con un gesto delicato quanto elegante recise una squama. Come un petalo blu di tulipano, la squama cadde a terra e si posò sull'erba accanto alle sue zampe.
    A quel punto Dhamon si sarebbe dovuto mostrare per quello che era o avrebbe dovuto mentire ancora, se veramente aveva qualcosa da nascondere.
    "Nessun inganno questa volta, ma se non ti dispiace vorrei sapere qualcosa in più prima di lasciarti la mia squama"
    Ora non le restava che attendere la verità o l'eventuale baggianata, a quel punto avrebbe potuto dargli il colpo di grazia.
    "Inoltre..." aggiunse, rivolta a David, "mi servirebbe la tua ametista. Te la restituirò subito"
    Gli si avvicinò e la prese senza chiedergli il permesso. In fondo anche lui doveva comportarsi così con lei, quindi poteva permettersi di non dargli spazio a volte. Se la fece rimbalzare un paio di volte su una zampa, grattandosi il dorso distrattamente con la coda. La gettò poi verso Dhamon e gli fece cenno di afferrarla con gli artigli. La scagliò con così tanta energia che la pietra avrebbe comunque colpito il drago, trasmettendogli il breve messaggio anche senza la afferrasse.
    <con questa puoi rispondermi telepaticamente, nessuno lo saprà>
     
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    Quello che stava succedendo per Dhamon era davvero preoccupante. La squama era a portata di mano, e quindi doveva assolutamente prenderla. Purtroppo aveva visto quanto fosse potente quella dragonessa, e le aveva già fatto una cattiva impressione. Quindi doveva per forza, fare più attenzione a quello che faceva. Anche Ragh e Feril erano decisamente messi in una situazione delicata. Se la Kagonesti era disposta a trovare un modo per convincere la dragonessa a consegnare la squama, Ragh aveva invece intenzione di trovare un modo per ingannarla per riuscire a prenderle la squama. Il problema purtroppo era che non potevano permettersi un confronto troppo aspro. Dovevano giocare d'astuzia per ottenere quello che volevano. Sperava solo che Dhamon non si lasciasse trascinare troppo dalle emozioni, e non commettesse qualche sciocchezza. David rimase sorpresa quando la sua compagna gli chiese l'ametista. Lui ovviamente gliela diede, e poi la vide lanciarla a Dhamon, probabilmente per parlare in privato con lui. Quando la gemma lo toccò all'improvviso udì la voce di Liya nella sua testa, il suo primo impulso fu quello di indietreggiare di un passo allontanandosi da essa E, di nuovo, si lasciò trascinare dalla rabbia.

    "Stai fuori dalla mia testa! Già due draghi si sono insinuati dentro di me come dei veri parassiti. Non permetterò ad un terzo di fare lo stesso. Specialmente dopo che hai dichiarato che vorresti allearti con Sable. Chi mi dice infatti che quell'ametista non serva anche a controllarmi o a farmi qualcosa di peggio? Chi mi dice che è così che hai reso succube di te David?"

    "Non è vero. Non mi ha reso succube di lei con la magia. La amo davvero. E poi lo hai visto che non ce l'ho addosso quell'ametista, eppure sono sempre lo stesso."

    "Anche chi mi ha attaccato la squama sulla gamba era favorevole spontaneamente, ad averla su di sé, ma questo non ha impedito a Malystrix di controllarmi e costringermi a fare quello che non volevo."

    David era un po' confuso a riguardo. Sapeva di Malystrix, ma non di quella squama, ed in effetti parlava di magie che non capiva.

    "Senti, ho letto di Malystrix e che è una dragonessa gigante rossa. E so anche degli Spawn. Ma di quale magia della squama stai parlando?" Improvvisamente ricordò cosa aveva letto su quello che i draghi dominatori facevano "Un secondo. Avevo letto in alcuni libri che i draghi che si sono impadroniti di Krynn possono attaccare le squame addosso alle persone per controllarle. è quindi successo anche a te?"

    Il fatto che Dhamon, a quella affermazione si rifiutò di parlare e di rispondergli, decise di interpretare la cosa per un sì.

    Poi si rivolse a Liya perché nemmeno a lui piaceva quello che lei aveva detto.

    "Senti Liya, non credo che sia una buona idea allearci con Sable. Ho letto di lei e degli altri draghi, e lei, anche se non era la più potente dei cinque era comunque la più cattiva. Vedi, tra le cose che i draghi dominatori hanno fatto a Krynn, hanno anche alterato l'ambiente per i loro comodi, e Sable ha trasformato il suo territorio in una palude. Tra le cose che fanno, purtroppo trasformano gli umani in Spawn. Esseri come Ragh, ma privi di volontà, che obbediscono ciecamente al drago che li ha trasformati. Di solito per gli Spawn si utilizzano gli umani, perché usare altre creature, come elfi, o nani, porterebbe creerebbe degli abomini, creature deformi e mostruose, anche per il loro genere, ma Sable è l'unica che li crea perché le piacciono le cose deformi e corrotte." Fece un respiro profondo e continuò. "Quindi allearsi con lei non sarebbe il caso, perché un essere tanto malvagio, il cui soprannome, da quanto ho letto, è "l'oscurità", non sarebbe un alleato positivo ed affidabile. Se vogliamo fare le cose nel modo giusto, una come lei non ci serve."

    Ragh e Feril furono molto rincuorati da quelle parole. Anche loro non avevano gradito il fatto che Liya avesse dichiarato che stava prendendo in considerazione l'idea di allearsi con Sable, e quindi quello che aveva detto David, aveva dato loro prova che era lui quello più ragionevole, buono, e con cui era più facile il dialogo.

    Edited by l.pallad - 30/12/2019, 12:18
     
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    L'ametista non si è attaccata al corpo di Dhamon, Liya gliel'ha solo lanciata. Come faceva ad incastrargliela tra le squame? Quando l'ametista l'ha toccato gli ha inviato il messaggio, poi è rotolata a terra.
     
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    Ops. Scusa. Ho modificato.
     
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    In un certo senso non aveva sperato di arrivarci così velocemente, ma tanto valeva sfruttare l'ingenuità di David fino in fondo. Fissò l'ametista e poi David, sbuffando. Era ovvio non si sarebbe mai alleata con quella dragonessa, ma che senso aveva cercare di spiegarglielo? Per il momento le bastava che si fidassero di lui, almeno poteva usarlo come tramite.
    "Allora facciamo un ultimo gioco. Di me giustamente non puoi fidarti, purtroppo David sembra intenzionato a darti una mano e vorrei accontentarlo, almeno per questa volta. Se vuoi rivelare qualcosa a lui puoi farlo, noi vi lasciamo soli. Sa mantenere la parola, se gli dirai di non dire nulla a nessuno non dirrà nulla a nessuno. Pensaci, irruento Dhamon. Di me non puoi fidarti, ma di David si, e se lui si riterrà soddisfatto di cosa gli avrai raccontato, sia essa verità o menzogna, ti darò la mia squama. Non è molto, basterà tu gli dica le cose come stanno, se stai nascondendo qualcosa. Se invece non hai altro da dire potete anche andarvene"
    Raccolse la squama e se la mangiò, come fosse una foglia d'insalata blu. Ne aveva ancora molte. Si allontanò e invitò anche Rag e Feril a seguirla, o comunque ad allontanarsi abbastanza da lasciarli soli.
    "Potrei anche inviarvi in una dimensione oscura separata da questa, come ho fatto poco fà con lei" disse indicando l'elfa. "Ma immagino penseresti che posso spiarti, essendo tu dentro la mia dimensione. Quindi me ne vado. Ti lascio anche la mia ametista, così puoi parlare mentalmente con David. Basterà tu la tocchi. Lui è testimone del fatto che questa pietra serve soltanto a comunicare, è un regalo di una creatura che abbiamo incontrato insieme quindi non posso averla usata per controllarlo"
    Recuperò la pietra di David e gliela restituì, lasciando la propria a terra vicino a Dhamon. David effettivamente poteva mostrargli tramite la pietra la volta in cui era stata consegnata loro dal Maestro del vuoto. Non avrebbe mai mentito, aaveva un alibi perfetto. L'altra alternativa era che se ne andasse. Poteva anche darsi che Dhamon cercasse di aggredire David per ricattarla, in tal caso lo avrebbe tolto di mezzo una volta per tutte.

    Edited by Aesingr - 7/1/2020, 10:30
     
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    Dhamon non lo sapeva, ma anche Liya, come lui, aveva compreso quanto David fosse un ingenuo, e quindi questa era decisamente una cosa da sfruttare. Doveva solamente capire come fare. Quando poi la femmina di drago blu portò via Ragh e Feril, per lasciarli parlare in privato, Dhamon capì che purtroppo non poteva approfittare di stare da solo con David per aggredirlo e usarlo come arma di ricatto per costringere Liya a dargli una sua squama. Allontanandosi con Ragh e Feril aveva fatto di loro degli ostaggi che poteva usare contro di lui, quindi doveva per forza parlare con quel sempliciotto. Ma poteva davvero fidarsi di lui e di quella gemma. David sembrò leggerlo nel pensiero, dato che gli disse.

    "Non temere. Questa gemma ci permetterà davvero di comunicare mentalmente senza che possano sentirci. Stai tranquillo. Puoi fidarti di me."

    Dhamon lo scrutò e vide il suo sguardo gentile e sincero. Le cose erano due. O era un abilissimo bugiardo, oppure era davvero un ingenuo che non era ancora rimasto deluso dalla vita venendone travolto da ogni crudeltà. Se fosse stata la seconda cosa, non poteva comunque fidarsi di lui. Dopotutto Fiona era nobile, onorevole, e gentile, ma a causa delle disgrazie subite, era sprofondata nell'odio e nella pazzia. Quindi, anche se fosse stato sincero, perché non avrebbe dovuto succedere anche con lui? All'inizio avrebbe anche potuto essere sincero e volerlo aiutare davvero, ma perché non avrebbe dovuto cambiare idea e rivoltarglisi contro dopo aver saputo quello che aveva fatto? Purtroppo avrebbe dovuto dirgli qualcosa se voleva provare a tornare umano. Per cui toccò la gemma, con molto terrore ed esitazione e, al primo contatto, David poté finalmente comunicare mentalmente con lui.

    "Ecco. Vedi? Non è successo niente. Possiamo solo comunicare con le nostre menti, ma queste gemme non puossono fare altro."

    Dhamon si rasserenò in parte nel sapere che non c'era alcun inganno riguardo questo, e che così avrebbero solo parlato mentalmente tra di loro senza che nessuno potesse sentirli, per cui cominciò a parlare con la mente anche lui.

    "Sei davvero anche tu un essere umano trasformato in drago?"

    "Ma certo. Anzi, guarda, ora ti faccio vedere cosa è successo."

    E gli mostrò con la gemma, nella mente, le immagini del suo incontro con Ammet e di quello che gli avevano fatto.

    "Allora la mia prima impressione è giusta. Sei davvero uno stupido ingenuo. Come hai potuto fidarti di perfetti sconosciuti così su due piedi? E oltretutto, se ti hanno trasformato in drago contro la tua volontà, perché hai deciso di rinunciare a trovare una cura e rimanere così. Sei davvero innamorato di lei a tal punto da rinunciare a te stesso e alla tua umanità per averla?"

    "Beh, non nego che provo un amore assoluto e totale per lei, e solo quello sarebbe stato più che sufficiente per farmi decidere di rimanere drago per sempre. Ma posso assicurarti che non è solo quello. Quando la vidi per la prima volta, mentre si pavoneggiava e faceva l'esibizionista venni così affascinato da lei, che iniziai a pensare che imparando ad usare questo corpo potevo essere fantastico ed eccezionale come lei. Poi, stando con lei, non feci altro che scoprire cose belle su questo corpo e la vita che poteva offrirmi. Alla fine, spinto dalla curiosità, le chiesi di insegnarmi ad essere un drago, perché volevo saperne di più su questa vita. E, durante l'addestramento, più cose imparavo su questo corpo, più essere così mi piaceva, più mi chiedevo perché dovessi voler tornare umano. Alla fine mi sono reso conto che in fondo non lo volevo e che mi piaceva davvero essere così. Avrei scelto comunque di rimanere drago, anche se non mi fossi mai innamorato di lei." Spiegò mostrandogli le immagini del suo addestramento.

    "Eri così insoddisfatto di te stesso da farti star bene essere così?"

    "Certo. Ho sempre voluto essere più di quello che ero. M sono impegnato per diventarlo, ma alla fine è stata questa trasformazione che ha appagato questo mio desiderio. Ho ottenuto più di quanto avessi mai desiderato con questa trasformazione, perché dovrei desiderare di tornare indietro alla mia vecchia vita? Da drago potrei anche riuscire a diventare qualcuno e a fare la differenza nel mondo. Adesso sono ancora all'inizio, ma col tempo sono fiducioso di riuscire a fare qualcosa."

    "Sei davvero un ingenuo. Un tempo anch'io la pensavo come te, ma alla fine ho dovuto affrontare in faccia la realtà e capire che in questo mondo non si risolverà mai niente. In questo mondo corrotto puoi solo trovare il modo di sopravvivere e nient'altro."

    David lo scrutò guardando il suo sguardo, lo sguardo di un disilluso che è morto dentro.

    "Ma che ti è successo per fartela pensare in questo modo?"

    Dhamon distolse lo sguardo. "Non ti devo nessuna risposta."

    "Ma dai. Dopotutto come faccio ad aiutarti se non mi dici nulla?"

    Lui strinse forte i denti, molto deluso dalla gentilezza e dalla generosità di quel drago. Non poteva ancora fidarsi di lui da decidere di aprirsi completamente, ed era molto sorpreso che al mondo ci fossero ancora delle persone come lui al mondo, ma non poteva avere la certezza che sarebbe riuscito a tenere quell'apparente purezza d'innanzi alle crudeltà della vita. Purtroppo sapeva che non poteva rimanere del tutto in silenzio, e che doveva dire qualcosa se voleva smuovere la situazione.

    "Molto bene. Dunque, le mie disgrazie sono cominciate da quando mi attaccarono una squama alla gamba. Fu un cavaliere delle tenebre morente a farlo, approfittandosi del fatto che avevo voluto offrirgli conforto nei suoi ultimi istanti di vita." Disse mostrandogli tutta la scena di come era accaduto, e di come quel cavaliere, dopo avergliela attaccata, lo ammonì che sarebbe morto se se la fosse tolta.
    "Non ti dirò cosa mi successe, ma comunque in seguito incontrai un drago ombra che, aiutato da una dragonessa d'argento di nome Silvara, modificò l'incantesimo che il drago rosso aveva lanciato su di me. Pensai che mi avesse liberato, ma invece ero solo passato dall'essere sotto il controllo di un drago all'altro." Mentre parlava, iniziò a mostrargli le immagini di come succedeva il tutto, mostrandogli il drago ombra, e Silvara, in forma umana, mentre facevano l'incantesimo ed in seguitò gli mostrò di come la squama aveva cominciato a causargli il dolore ed il calore così intenso da fargli desiderare la morte. Di come le squame più piccole gli crescevano sul corpo nonostante tentasse di toglierle. "Il drago ombra, tramite un orco mago di nome Maldred, mi mise alla prova con l'inganno per vedere se potevo essere adatto a subire questa trasformazione, dato che ci aveva provato anche con altri, che invece erano morti." Dovette ammettere che considerava Maldred un amico, ma non gli disse delle attività criminali che avevano compiuto insieme, o che fosse un bugiardo. Dovette anche parlargli di come Fiona Quinti e di Rig, e di come si erano incontrati, omettendo anche il fatto che Fiona era impazzita e aveva tentato di ucciderlo, né della loro morte. "Erano persone buone, nobili e onorevoli." fu tutto quello che disse di loro loro.

    "Sembrano interessanti. Mi piacerebbe conoscerli un giorno."

    Dhamon ovviamente non rispose riguardo a questo e continuò raccontandogli e mostrandogli di come erano arrivati alla capitale del territorio del drago nero e di come aveva perso i sensi su come la guaritrice pazza aveva tentato di curarlo, di come avesse perso i sensi durante il trattamento, e di come, quando li avesse ripresi, aveva saputo da Ragh, che lei aveva rinunciato e se n'era andata. Di come avesse liberato dei prigionieri e delle manticore, e di come lui, Ragh e Fiona, avessero fatto naufragio su di un isola. "Quell'isola era infestata da degli spettri di Chaos, che si nutrono di ricordi. Noi non abbiamo neanche potuto difenderci adeguatamente perché essi possono essere danneggiati ed uccisi unicamente dalla magia. Quell'isola è anche popolata da varie razze diverse che vivono in pace ed armonia per via del fatto che gli spettri devono nutrirsi costantemente di ricordi per sopravvivere, e quindi li tengono in vita per nutrirsi costantemente di loro, togliendo anche il ricordo di discriminazione e pregiudizio per farli andare d'accordo. è per questo che Ragh non ricorda come ha perso le ali. Uno spettro gli ha tolto il ricordo di come è accaduto."

    "E come è accaduto?"

    "Una Naga di nome Nura Bint Drax, che serviva sia il drago ombra che Sable, le ha strappato le ali, è un nemico potente. Che assume le sembianze di bambina con la magia. Comunque fu lei che manipolò gli eventi aiutando il drago ombra con le sue macchinazioni. Ragh voleva vendicarsi di lei, ma ormai, a causa di quello spettro di Chaos, non ha più alcun ricordo di lei e della sua sete di vendetta."

    Dopodiché gli mostrò di come lui, Ragh, Fiona e Maldred, riuscirono ad uccidere il drago ombra, mentre Nura era riuscita a scappare. Omettendo sempre di come Fiona fosse morta in quella circostanza. Gli raccontò del suo viaggio al lago della morte, e di come Feril avesse scoperto il bisogno di una squama di un drago potente quanto quelli dominatori, omettendo che avesse promesso a Feril il suo tesoro in cambio del suo aiuto, e che aveva intenzione di imbrogliarla dandole meno di quanto aveva promesso. E non gli disse nemmeno che era innamorato di Feril.

    "Non ti dirò altro, ma non posso condividere i tuoi pensieri su un corpo da drago. Ma ho davvero bisogno di tornare umano. Mi aiuterai?"

    David dovette rifletterci attentamente, ma poi rispose.

    "Ma certo che ti aiuterò. Andiamo da Liya. Le parlerò io."

    Dopodiché i due draghi si avventurarono per raggiungere tutti. E David parlò con Liya.

    "Quel Dhamon non è proprio un gran chiacchierone, credo ci vorrà del tempo per convincerlo a aprirsi completamente con noi, anche se sono convinto che sia possibile. Ma è davvero infelice in quel momento. Quindi è meglio che siamo comprensivi e pazienti con lui per riuscire a stabilire un contatto. Se non gli dai la tua squama, potremmo almeno aiutarlo ad uccidere Sable. Dopotutto lei è malvagia, e quindi faremmo un servizio pubblico, uccidendola." Poi le parlò di quell'isola infestata agli spettri del caos (dato che Dhamon non gli aveva vietato di parlarne, e quindi poteva dirglielo liberamente, dato che a lui non importava questo dettaglio), che si nutrono costantemente dei ricordi dei loro abitanti e di come Ragh avesse perso il ricordo di come aveva perduto le ali. "è bello un paese in cui non ci sono discriminazioni e pregiudizio, anche se è triste che sia così perché nessuno ricorda di odiare, e non per scelta. Non so se sia possibile trovarla, ma se ci riuscissimo, potremmo mandare dei maghi da quelle parti per uccidere gli spettri del caos che la infestano in modo da liberare gli abitanti e aiutarli a stabilire contatti con il mondo esterno, sfruttando la loro mancanza di discriminazione per la diversità per fare qualcosa di buono. Non sarebbe una buona idea?"

    Ed attese una risposta dalla sua compagna.
     
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