Manticora

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    Il drago azzurro che puzza di pesce

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    Siete in una taverna di Esfahan, dove un cacciatore arringa la folla mostrando un’enorme cicatrice che gli taglia il petto da parte a parte. Vi avvicinate per ascoltare meglio, e notate lo sguardo d’odio e di terrore del cacciatore, quando pronuncia una parola: Martyaxwar. Questa è la storia della manticora, il mostro dal volto umano.
    La manticora (o il manticora secondo i primi scritti) è una creatura che affonda le proprie origini nella leggenda delle antiche città persiane. Si dice che abbia il corpo di un possente leone e una coda da scorpione. Quello che più incute timore è la grottesca testa dell’animale, in tutto e per tutto simile ad un volto umano. Spesso la manticora attrae ignari viaggiatori seminascosta tra la boscaglia, emettendo curiosi versi che ricordano il suono prodotto da una trombetta. La vittima si avvicina incautamente, salvo poi rimanere impietrita di fronte all’enorme bocca spalancata del mostro, che rivela al suo interno tre file di centinaia di denti aguzzi che si avventano sul malcapitato come una letale tagliola, recidendogli la testa di netto all’altezza del collo ancora pulsante di vita.

    Il primo documento a descrivere la bestia è Indikà di Ctesia di Cnido (400 a.C.), ripreso poi in Periegesi della Grecia di Pausania il Periegeta, vissuto nel 2° secolo d.C. Il testo originale è andato perduto, ma è giunto fino a noi grazie alle citazioni di numerosi altri autori.

    Si dice la creatura sia grande quanto un leone, con il colore della pelle di un rosso simile a quello del cinabro. Ha i denti disposti su tre file, le orecchie e gli occhi glauchi simili a quelli di un uomo. La sua coda assomiglia a quella di uno scorpione di terra, misura più di un cubito ed è munita di un pungiglione. Nella coda, lateralmente, sono disposti altri pungiglioni, oltre a quello che come nella coda dello scorpione si trova sulla punta. È con questo pungiglione che il manticora colpisce chi gli si avvicina e chiunque venga da esso ferito trova una morte sicura.
    Se invece qualcuno lotta con il manticora a distanza, la creatura sollevando la coda si mette a saettare i suoi dardi, come da un arco, o si volta distendendo la coda in orizzontale per raggiungerlo.
    Il manticora riesce a scagliare i suoi dardi fino a cento piedi di distanza e qualsiasi essere vivente venga da essi colpito (ad eccezione dell’elefante) trova una morte certa. I suoi pungiglioni misurano un piede e sono spessi quanto un giunco sottilissimo. Può infliggere serie ferite anche con gli artigli.

    Il termine “martichoras” significa in greco “antropofago”, proprio per il fatto che questa bestia si nutre per lo più di uomini, oltre che di altri animali. I suoi pungiglioni – così dice Ctesia – dopo che sono stati lanciati crescono di nuovo. In India ci sono molti esemplari di manticora: gli uomini li cacciano a dorso di elefanti scagliando da lì le loro frecce.
    In alcune versioni tratte dai bestiari medievali, la manticora avrebbe un paio di grandi ali nere da pipistrello (esattamente come il Diavolo del Jersey) che le consentirebbero di volare nel cielo per attaccare gli uomini dall’alto. Sebbene,

    Assieme al drago, al pegaso, al grifone e all'unicorno è una tra le creature che più trova riscontro nella letteratura moderna, anche se più raramente viene riconosciuta: da Harry Potter a God of war, da Umberto Eco a My little pony, da One piece a Percy Jackson.

    Fonte:
    La bottega del mistero

    Edited by Tirannosaurorex - 28/3/2021, 01:09
     
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0 replies since 17/8/2019, 09:18   132 views
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