Il drago azzurro che puzza di pesce
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L'universo in tumulto irradiava la propria luce oscura nell'infinito, delineando l'ineluttabile orizzonte miasmatico siderale delle stelle e delle stalle. Lo so Vulnus che continui a leggere quello che postiamo, me lo hai detto tu! In ogni caso la potenza "ERCULEA" dei nostri partecipanti, tra cui Eracle compreso, ha deformato lo spaziotempo in un delirante tripudio di combattimenti all'ultimo putiferio. Dal mito norreno, greco, orientale, persiano, indiano, egizio e vietnamita sono giunti i primi 7 campioni: 7 come le stelle di Hokuto, 7 come le sfere del drago, 7 come il 7, 7 come i nani di Biancaneve, 7 come le lettere che formano la parola Biancaneve (B I A N CA NE VE... by Sio); a costoro si aggiungerà l'ultimo partecipante, direttamente dal mito kengardiano di cui nessuno sa ancora nulla. E niente, siamo giunti finalmente all'ultima battaglia leggendaria. All'ultima dei quarti di finale, si intende! Tranquilli, quarti e semifinale saranno mooolto più rapidi. E per allora vi voglio tutti E dico tutti presenti a votare! Come annunciato, questa volta lo scontro sarebbe stato un po' diverso dal solito. Oggi infatti sono qui per narrarvi cosa avvenne quel nefasto giorno, quando la follia abbracciò il degenero, giungendo all'isola di Kengard per ingarbugliare i già intricati dedali dello SCLERO TOTALE.
Non si cominciò, come solitamente accade in ogni altro racconto della creazione, con divinità mastodontiche che tessevano la realtà e cucivano costellazioni con il semplice innalzamento del dito illice. No, questa volta tutto era già parte dell'esistenza. Anche Kengard esisteva già, il mondo circostante pure, insomma era tutto in fase piuttosto avanzata e la vita trascorreva pacifica. Finché, all'alba di un dì di mezz'estate, o tre quarti d'estate in base alle varie fonti, la spada di un uomo si levò in favore del popolo per difendere gli ideali in cui credeva. Un uomo giusto, forse, ma che a sua volta bramava il potere più di chiunque altro. Si faceva chiamare il figlio di Sparda, infernale demone da cui aveva ereditato i suoi arcani poteri. Voleva ottenere una forza superiore a quella di colui che lo portò alla vita, era disposto anche a far giungere orde di demoni dagli inferi fra i mortali pur di riuscirci. Si chiamava Vega; per anni aveva vissuto in una catapecchia assieme al fratello, con cui condivideva sogni e ideali. Vennero alla sua umile dimora tre donne dall'aspetto fatale, che gli chiesero aiuto per contrastare una forza indomabile che minacciava di spodestare le divinità dal loro ruolo di mantenere l'equilibrio. Vega non era interessato alla gloria, lui voleva solo il potere, ma chiese comunque cosa potessero offrire in cambio del suo aiuto. Le tre donne gli donarono ciascuna una promessa: la prima giurò che l'avrebbe reso potente, la seconda che avrebbe incrementato il potere che la prima sorella avrebbe incuneato in lui, la terza si offrì di forgiare una potente spada in cui poter incanalare la sua rinnovata energia. Vega dunque accettò, seppur i sorrisi delle donne non promettessero poi così bene. Dissero che gli avrebbero conferito tale forza solo se fosse riuscito ad affrontare l'ineluttabile minaccia che minacciava di distruggere Kengard. Così partì per affrontare un lungo e tortuoso viaggio, di circa trentun secondi: la minaccia era giunta fin lì, fin nelle amene e pacifiche strade di Knawr. Pareva uno spettro, un fantasma in armatura, dalla pelle bianca e dai muscoli possenti. Quando Vega gli si avvicinò e chiese chi fosse e cosa volesse, costui rispose con aulicità degne dell'enciclopedia Tre Cani. Disse di chiamarsi Dominus, ma si faceva appellare come figlio di Sparta; all'udire ciò Vega si imbufalì non poco, quel blasfemo si stava prendendo gioco della sua demoniaca persona e di quella del suo amato/odiato/non si sa padre. In realtà non era neanche questione di omonimia, ma quando si è incacchiati, e lui era incacchiato proprio Nero, è piuttosto difficile distinguere Sparda da Sparta. I due ingaggiarono un incredibile duello, fatto di distruzione, caos e grida random che dessero alla battaglia un tocco epico. Le loro spade cozzavano nell'aria, la magia sprigionata dai loro corpi generava gigantesche onde d'urto che spazzarono via gran parte della città di Knawr. Non vi dico che bestemmie povero Ferglarendir! Quando Vega evocava lame magiche e le scagliava su Dominus, questo reagiva sprigionando dardi fulminanti; quando le lame incatenate alle braccia dello spettro si avventavano sul suo avversario, il demone reagiva con la propria abilità nel maneggiare la spada. fragori e fendenti, lampi e saette, lo scontro pareva potersi protrarre per giorni. Man mano che i minuti passavano, però, i due si sentivano sempre più stanchi e stremati. Fu in quell'occasione che Vega riuscì a proporre una tregua dolente. Seppur non fosse propenzo alla resa, in quel momento pensò che sarebbe stato meglio risparmiare le energie. Finalmente poterono conversare, e fu proprio allora che il demone comprese il malinteso. Quando capì che si trattava di Sparta, non di Sparda, i suoi bollenti spiriti si calmarono. Non si scusò tuttavia, sia perché non era nella sua indole sia perché le tre donne gli avevano promesso grandi poteri se avesse sconfitto quell'individuo e non poteva certo deporre le armi. Dominus dal canto suo ammise di aver portato i guai a Kengard, scontrandosi con alcune divinità che lo avevano seguito fin sull'isola, ma che non aveva intenzione di coinvolgere altri nei suoi propositi di vendetta. Vega, a cui la parola vendetta piaceva particolarmente perché iniziava per V, comprese che Dominus sarebbe potuto diventare tutt'altro che un suo avversario. I suoi propositi non erano molto diversi dai propri, entrambi covavano dell'odio ed entrambi erano dotati di notevoli capacità. Anziché combatterlo gli propose un'alleanza, e seppur titubante lo spettro accettò quando venne a sapere che le tre megere avevano ingaggiato proprio Vega per sconfiggerlo. Fu così che raccontò perché quelle tre donne gli stavano dando la caccia: durante uno dei suoi numerosi scontri Olimpici, Dominus aveva risvegliato un antica creatura rinchiusa in una dimensione oscura da cui mai sarebbe dovuta uscire. Non era stato lui a volerlo, ma purtroppo era piombato per la stanchezza all'interno di un tempio per riposare, schiacciando con la sua mole un magico cristallo azzurrino che fungeva da sigillo per la pericolosa entità. Una versione più recente del mito narra che ci inciampò sopra mentre si preparava un panino nutella e filadelfia. *citazione senza fonte* Le donne, che in realtà erano arpie in veste umana, stavano dunque cercando qualcuno che fosse in grado di ucciderlo perché non potesse raccontare l'accaduto. Non che non ci avessero provato in prima persona, ma erano state barbaramente liquidate da uno sbuffo annoiato del potente spettro. Non volevano che si raccontasse quel che era successo perché era loro il compito di proteggere quel tempio, ma in quel momento erano andate a farsi una sveltina ad Itios con tanto di birretta e giocate d'azzardo. Il loro padrone le avrebbe sventrate vive se lo avesse saputo. Dato che né a Vega né a Dominus interessava minimamente di quella faccenda, i due si unirono per combattere contro l'inferno, il cielo, il cielerno, l'infielo e qualunque altro loco non-ameno si fosse parato sul loro cammino. Purtroppo, inciampando su quel cristallo, il nerboruto figlio di Sparta aveva combinato un guaio non da poco. Fecero appena in tempo a raggiungere l'Ossidiana d'argento, che si parò di fronte a loro un drago dalle squame viola. Il suo sguardo era perso nell'infinito; le sue ali erano striate di porpora e candide sulle membrane; le quattro corna sulla sua testa e l'acume in cima alla coda, neri come gli artigli, parevano basalto minuziosamente levigato. A dominus Bastò una sola occhiata per percepire in quel drago la stessa energia che aveva saturato il cristallo, prima che i suoi piedonzoli lo riducessero in tante piccole schegge vitree. Quando parlò, la creatura rivelò una voce meno cavernosa e lugubre di quanto si sarebbero aspettati, ma comunque tetra e spaventosa a suo modo. "Poi verrà il fuoco... che porterà alla cenere furono le uniche parole che proferì, prima di scagliarsi sui due guerrieri con veemenza. I suoi artigli ferivano le spade, il suo soffio devastava le armature. I due guerrieri si trovarono in grande difficoltà nel fronteggiare attacchi di simile portata, venne dunque il momento per loro di scoprire le proprie carte fino in fondo. Entrambi mutarono d'aspetto: Vega divenne un demone dalla pelle argentea e dalle grandi corna, mentre il corpo di Dominus si fece ancor più pompato e si circondò di luce abbagliante. I loro occhi erano ormai di mero fuoco, le loro membra permeate di grande energia. Con superbia il drago proclamò il proprio nome; annunciò che lui, Katlas, avrebbe piantato i semi di un nuovo mondo sotto la cenere della fine. All'udire quelle inettitudini, Dominus e Vega cominciarono a fare sul serio. Respinsero l'assalto del drago, il quale tuttavia riuscì a tenere loro testa seppur fossero in vantaggio numerico. Ribatteva le loro aggressioni con soffi di fuoco, di fulmine e di ghiaccio, alternando artigli e zanne a getti di primordiale magia elementale. I loro sforzi combinati riuscirono comunque a ferirlo, strappandogli un gemito di dolore; tuttavia prima che la spada di Vega potesse affondare un colpo mortale una luce discese dall'alto e impattò con il suolo roccioso. Dal bagliore emerse un lupo dal pelo bianco, la cui coda era per metà simile ad un pennello e il cui muso trasudava imperitura saggezza. Vega e Dominus non potevano saperlo, ma il suo nome era Ookami ed era lui ad aver assegnato alle tre arpie il compito di custodire il tempio. Suo era il compito di concludere quella faccenda. Il drago dalle squame viola ruggì nella sua direzione, e quest'ultimo rispose ululando con tutta la sua voce. In quel momento le ferite di Katlas, come per capriccio del destino, scomparvero in un istante come mai fossero esistite. Nessuno ebbe tempo di rimanerne attonito, poiché dalle sue fauci scaturì una poderosa onda d'energia che investì il lupo bianco; questo con un balzo riuscì ad evitare il colpo e tracciò nell'aria alcune linee immaginarie agitando la coda, da cui scaturì prima una violenta cascata d'acqua poi un grande fulmine.
Ciascuno dei presenti possedeva abilità formidabili, lo scontro che ne sarebbe scaturito avrebbe per sempre (e per l'ennesima volta in queste battaglie leggendarie) stravolto la povera isola di Kengard che, ormai, era ridotta ad una Enorme Terra Assetata. Fu allora che con un ghigno il drago impose una delle proprie zampe sul corpo di Dominus e ne reclamò il dominio. Lo spettro aveva spezzato il vincolo che lo teneva recluso all'interno del tempio, ma si era inconsapevolmente legato a lui e la sua mente a suo malgrado era caduta sotto il suo influsso oscuro. Dominus fu costretto ad attaccare quello che ormai considerava un alleato, e Vega dovette rispondere. Nuovamente le loro lame si incrociarono, mentre sfere infuocate ed esplosioni si diffondevano tutt'attorno quando le tecniche di Katlas affrontavano quelle di Ookami. Tutto si stava deflagrando, il degenero era ormai giunto. Gli intenti di Vega cominciavano a farsi ambigui, era sicuro che combattendo avversari così valenti avrebbe ottenuto un grande potere, quindi non era più certo di volersi limitare a sconfiggere un solo avversario. Katlas dal canto suo aveva intenzione di eliminarli tutti, compreso Dominus che al momento era diventato schiavo del suo potere.
Chi sarebbe uscito vittorioso da questa fantasmagorica battaglia leggendaria?
Vega VS. Dominus
Vega: Guerriero formidabile dagli ambigui obbiettivi, nelle cui vene scorre sangue demoniaco.
Caratteristiche: -Forza notevole; -Velocità elevatissima, può spostarsi tanto rapidamente da risultare quasi invisibile all'occhio umano; -Esperto spadaccino, porta con sé due katane di nome Masamune e Yamato, intrise della sua energia demoniaca ed in grado di tranciare le armature più resistenti; -Può scagliare lame magiche in svariate forme (lanciandole a distanza, generandole attorno all'avversario, impugnandole con le mani ecc.); -Assumendo la sua forma demoniaca, acquisisce la capacità di volare e potenzia tutte le proprie abilità, migliorando anche forza e velocità.
Dominus: Fiero e violento, è temuto anche dagli Dei stessi ed è proprio dagli scontri ingaggiati con questi ultimi che ha ottenuto le sue armi.
Caratteristiche: -Forza enorme; -Non è particolarmente rapido, soprattutto a causa della pesante armatura che indossa, ma sferra attacchi precisi e letali; -Porta le sue lame infuocate legate alle braccia da due corte catene, che è in grado di allungare attraverso la propria magia per colpire gli avversari anche ad una media distanza. Indossa un guanto metallico, che può divenire un pesante scudo all'occorrenza. La sua spada invece è circondata dalle energie fredde, ed è capace con i suoi fendenti di congelare temporaneamente gli arti di un avversario; -Con la propria energia è in grado di scagliare freccie di fulmine e devastanti esplosioni elettriche; -Può trasformare il proprio corpo in una macchina da guerra distruttrice se si infuria, in questa forma si circonda di luce e i suoi occhi sembrano incendiarsi.
Katlas VS. Ookami
Katlas: Potente dragone dalle squame viola recluso in una dimensione fuori dal tempo e dallo spazio, tornato per portare il caos sull'isola di Kengard.
Caratteristiche: -Forza notevole; -Velocità molto elevata, con le sue ali è in grado di volare a grandi altezze; -Può scagliare vampate di fuoco, soffi gelidi, saette folgoranti, getti acidi, onde sonore stordenti, raffiche di vento, fiamme oscure e sfere d'energia naturale. Convogliando l'energia dei suoi otto elementi contemporaneamente, può generare un soffio di luce violacea estremamente pericoloso e distruttivo; -Attingendo a molta energia, può teletrasportarsi agendo sullo spazio o riportare il proprio corpo ad uno stadio precedente agendo sul tempo. Con tali abilità è in grado di spostarsi a grandi distanze e di riparare qualunque danno subito in breve tempo; -Il suo corpo è piuttosto resistente e le sue zanne e i suoi artigli sono armi letali.
Ookami: Lupo bianco custode del cristallo che imprigionava Katlas, la sua origine è avvolta nel mistero.
Caratteristiche: -Non possiede un'elevata forza fisica, ma il suo corpo è molto resistente ai danni di natura energetica o elementale; -Velocità elevatissima, è così agile da poter saltare da diversi metri d'altezza ed atterrare con leggerezza; -Con il pennello in cima alla sua coda può evocare saette, palle infuocate, tempeste di ghiaccio, tornadi, grovigli di liane e cascate d'acqua, inoltre può usarlo per procurare profondi tagli, generare piccole bombe esplosive o dipingere sugli occhi di un avversario per acciecarlo temporaneamente; -Può concentrare tutta la sua energia luminosa per scagliare un attacco estremamente potente, con cui distruggere ogni cosa o estirpare il male dai cuori altrui; -Con la propria aura può maneggiare una spada carica d'elettricità, scagliare shuriken di ghiaccio congelanti da un amuleto e deviare gli attacchi avversari con uno scudo d'energia solare.
Entrambi gli scontri avverranno al limitare di Knawr, verso l'Ossidiana d'argento. Allora? Quante citazioni avete azzeccato? E dai sono sicuro che la maggior parte le abbiate capite tutti! Ovviamente sono rivisitazioni di personaggi dei videogiochi: Vergil di Devil May Cry, Kratos di God of War, Amaterasu di Okami e Malefor di The legend of Spyro.
Curiositas -Dominus era il nome originale che doveva essere attribuito a Kratos fino a poco tempo prima la sua pubblicazione; -Katlas in realtà è l'antagonista della mia ultima fan fiction su Spyro che si trova anche qui sul forum, l'ho leggermente riadattato alla situazione perché era davvero troppo Over Powered; -La spada Masamune di Vergil si trova solo in Ultimate Marvel VS. Capcom3, uno dei miei picchiaduro preferiti; -Il nome Ookami per il lupo non è solo dovuto al nome del gioco, la presenza della doppia O infatti è un piccolo omaggio ad un personaggio omonimo di uno scrittore su EFP a cui ero piuttosto affezionato; -Ovviamente non ho ripreso poteri e armi originali di ciascuno in maniera iper dettagliata, sia perché alcuni sono complicati da trasportare in un simile contesto sia perché con alcuni personaggi variano di gioco in gioco.
Che ne dite di questa follia? Votateeeee!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!11!1!<3! Il vincitore di questo delirio leggendario si unirà agli altri 7 per il vero torneo, in cui se ne vedranno di cotte, di crude e soprattutto al sangue!
Edited by Aesingr - 8/1/2020, 17:25
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