E mo soccazzi!

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    Splendore celeste

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    C'era uno strano pensiero che di tanto in tanto si affacciava nella mente di Genna. Era un pensiero tanto strano quanto fugace e appariva a Genna nei momenti più inopportuni, come una vocina sottile sottile negli angoli più remoti della sua testa. Da lì si diffondeva, finendo per spiazzarla finché non era finalmente in grado di ignorarlo. Per un istante la sua espressione si rabbuiava, la fronte si aggrottava e gli occhi esprimevano più dubbio che irritazione...
    Il pensiero la invase anche in quell'occasione: non aveva fatto in tempo nemmeno a chiudersi la porta alle spalle, che qualcuno le sbarrò il passo. Era un elfo oscuro dai lunghi capelli che risaltavano bianchi quanto la neve contro la sua pelle scura e sporchi quanto il pavimento che stavano calpestando. Il suo tanfo di alcol era solo in parte giustificato dall'ambiente circostante e le sue vesti lasciavano trasparire una trascuratezza imperdonabile.
    < Una donzella? Due donzelle! - esclamò il drow, agitando un boccale di legno e seminando preziosa spuma in tutte le direzioni - Non potrete essere il premio di consolazione stasera, mi dispiace. Solo chi... >
    Quello fu l'istante in cui la sua mente cedette a quel pensiero tanto scoraggiante.
    Perché... perché succedeva sempre a lei?
    Non sapeva cosa ci fosse di strano in lei o nella sua dannata fortuna, ma doveva esserci una spiegazione sul perché scoppiasse una rissa entro i primi dieci passi dal suo ingresso in ogni locanda, perché scoppiasse almeno un paio di stanze di ogni castello che visitava o altre simili evenienze. Per ogni nuova occasione in cui il pensiero emergeva e più le veniva il serio dubbio che l'unico comun denominatore fosse lei, al di là del fatto che non facesse nulla per meritarselo.
    Era solo un pensiero fugace, dopotutto, e on la stessa facilità con cui rovesciava la sua prospettiva, tornava anche la certezza che non fosse colpa sua se il mondo era impazzito... ma di tutti gli altri!
    Era già la seconda rissa nell'arco di una role quella che subodorava nell'aria, e Genna non trovò nemmeno la forza di squadrare male l'elfo. Sospirò, gli passò davanti senza degnarlo di un secondo sguardo e sfruttò il suo sconcerto giusto per sottrargli il boccale dalla mano. Non ebbe neanche bisogno di fare un cenno all'altra umana: con un cazzottone sul naso, Zakrina mandò il drow a gambe all'aria contro un tavolo, in un frastuono di stoviglie cadute e frantolini tavolati (?)
    Mentre sbevazzava allegramente dal suo boccale sgraffignato, Genna puntava dritta verso l'altro lato della stanza, con l'obiettivo di aspettare in un angolino che la rissa smettesse da sé. Solo un esile coboldo le si parò in mezzo lungo il percorso, ma se ne sbarazzò in tutta rapidità lanciandogli il boccale di legno vuoto contro il muso.
    Ci mise ben 7 secondi ad arrivare a destinazione, e solo perché si fermò a destra e manca per rubacchiare i fondi di boccale ancora intatti. Dato che la rissa si era focalizzata a livello dell'entrata, Genna pensava che il peggio ormai fosse passato.
    Non aveva messo in conto il nano pazzo che cominciò a correrle incontro, agitando un tavolo nella sua direzione. Si bloccò sul posto, lasciò cadere i due-tre boccali mezzi-vuoti che era riuscita a collezionare fino a quel momento.
    < Aspetta! Fermo! > esclamò Genna, riparandosi il volto dietro le mani, in un ultimo disperato gesto istintivo.
    I passi del nano si interruppero bruscamente. Se non fosse stata troppo impegnata a nascondersi inutilmente dietro se stessa, avrebbe incrociato le dita.
    < Sono... sono qui per partecipare anch'io! >
    Ok, non una delle sue migliori trovate. Eppure, l'impatto con il tavolo continuava a tardare.
    < Partecipare? Un'umana? > le chiese il nano. La sua voce era più acuta di quello che si era aspettata da una creatura così grossa e tozza.
    < Ehm... yep? >
    Azzardò di sbirciare tra le braccia tese davanti al volto e... il tavolo era di nuovo a terra. Il nano non si vedeva da nessuna parte. Abbassò le braccia piuttosto sconcertata. Quando se ne era..?
    < Ah, ma perché non l'avete detto subito! - esclamò il nano al suo fianco, tirandole una pacca amichevole che le distrusse appena mezza spalla - Benvenute nella mia taverna! >
    Nascose il fastidio del colpo dietro un sorriso teso. Non aveva idea in che cosa stesse ficcando se stessa e Zak, ma quante possibilità c'erano che fosse peggio di una sprangata sulla faccia? In fondo, che alternative aveva? Aspettare che il drago facesse il giro della locanda e la salvasse? Il fruscio di qualcosa che cercava di scostare senza successo il pesante tendaggio della finestra vicina, fu un indice più che indicativo di quanto facesse bene a fidarsi del drago.
     
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