Il debutto del Ragnarok

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    Messaggio del founder



    Con grande dispiacere ho dovuto eliminare i primi 20 messaggi in questa discussione. Questo perché l'utente originale di questo post, in seguito a screzi avuti con me e con un altro utente, se n'è andato cercando irrispettosamente di cancellare ogni sua role all'interno del foru. Essendo scomparsi alcuni frammenti della giocata, i post presenti non avevano più alcun senso, quindi ho dovuto eliminarli fino al punto in cui le cose ricominciavano a farsi coerenti.

    Cercare di "fare dispetto" in questo modo, coinvolgendo anche eventuali compagni di role che non avevano niente a che fare con i vari dissidi avuti con altri utenti o/e admin, è qualcosa che reputo talmente infantile da rasentare l'idiozia. Quindi perdonate il piccolo sfogo, ma prima di tutto mi scuso con Void per esser stato costretto a togliere alcuni suoi post e poi invito chiunque leggerà questo messaggio, nel caso abbia qualche problema con admin/utenti/founder, a riflettere un paio di secondi prima di comportarsi in modo simile.

    Edited by Aesingr - 20/11/2019, 00:57
     
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    Si stava chiedendo perché le situazioni complicate dovessero capitare tutte a lui. Quella regina aveva decisamente qualche serio problema, e si chiese perché dovesse sfogare i suddetti problemi e le sue varie frustazioni su di lui.
    Era d'accordo con il ripagare i danni, era d'accordo con l'aiutare in qualsiasi lavoro gli avessero proposto, ma perché doveva proprio combattere?
    Perché combattere? Che senso aveva buttare lui là dentro, solo con la scusa -drago... sei forte-?
    Lui non era forte, non era neanche capace di combattere se era per quello! Non sarebbe mai riuscito a sopravvivere in un luogo adatto ad ospitare varie creature abili nel combattimento, era come un Pesce Fuor D'acqua in quell'arena.
    Sospirò, guardandosi più volte attorno a cercare una via d'uscita inutilmente fra i confini della sua postazione. Xarza lo aveva fatto gettare in una grossa gabbia come per molti altri accanto a lui, probabilmente tutti individui destinati a combattere per il folle piacere della regina o per chi sa cos'altro. Non v'erano molte creature con cui era possibile parlare, quasi tutti sembravano bestie prive di linguaggio o sentimenti che sbraitavano contro le sbarre bramando la battaglia che lì fuori li attendeva.
    Si spalmò con il muso fra due aste di metallo della gabbia, scrutandovi attraverso per osservare tutti coloro che, dagli spalti, esultavano acclamando qualcuno che stava facendo il suo rumoroso ingresso dal portone principale.
    Lui era stato fatto entrare da tutt'altra parte, chi sa quanti strani sistemi di trasporto e di corridoi avevano da quelle parti.
    "Drago?"
    Aesingr sussultò, sferzando la coda all'indietro di riflesso al sentire la voce che lo aveva chiamato.
    Si voltò, rendendosi conto di non essere solo. L'agitazione, il nervoso causato dall'essersi allontanato da Egenna e i pensieri in testa gli avevano impedito di concentrarsi sui propri sensi, non permettendogli di accorgersi che qualcun altro si trovava nella sua stessa gabbia e che fino a quel momento lo aveva osservato dall'ombra senza farsi percepire.
    "S... emh, salve. Non ti avevo sentito, chiedo scusa" abbozzò il draghetto marino, strizzando gli occhi per cercare di scrutare il fondo della cella in cui la luce dell'esterno non giungeva. In effetti era molto ampia per una creatura sola, anche tre draghi sarebbero riusciti a muoversi più o meno agilmente fra quei quattro confini. Non che le gabbie fossero state progettate per rendere confortevole la permanenza al loro interno, ovviamente.
    "Quanta agitazione, drago marino. Che succede, hai paura?"
    La voce era chiaramente maschile, e non era troppo diversa da quella di Aes stesso. La creatura si alzò in piedi, avvicinandoglisi e scrutandolo sul muso con fare indagatorio.
    Ora Aes poteva distinguerlo meglio: era anch'egli un drago, il secondo che incontrava in quel luogo escludendo la regina, ma molto diverso dalla dragonessa con i poteri acquatici che lo aveva maltrattato nella stanza delle cose brutte.
    "In un certo senso si" rispose tranquillamente Aesingr, "perché non so dov'è finita Egenna e non so cosa ci faccio qui"
    Quello inclinò il collo in avanti, allungandosi per accorciare ulteriormente le distanze e piantare i suoi occhi gialli in quelli marini di Aesingr.
    "Non so chi sia Egenna né dove si trovi, ma quanto alla seconda faccenda... senza alcun dubbio ti trovi qui per combattere. Dato che siamo solo tre draghi te compreso ho la sensazione che dovremo batterci, quindi nessun rancore"
    Le parole e l'espressione del suo interlocutore non lasciavano adito a dubbi. Aes era nei guai, e non avrebbe potuto trovarsi in una situazione più incasinata.
    Quel drago sembrava più alto di lui, più grande e più viola, soprattutto più viola. Il suo ventre era bianco come la parte inferiore del suo collo, e ogni muscolo dei suoi arti trasudava potenza da tutti i pori. Aes non era solito fare ragionamenti complessi, ma si chiedeva come facesse a mantenersi in allenamento se lo tenevano rinchiuso lì; il problema vero, però, era il motivo per cui effettivamente quel drago si trovava nell'arena.
    Poteva essere un motivo stupido come quello che aveva spinto la regina a infilarci anche lui. Magari aveva rotto qualche ampolla e per punizione Xarza gli aveva riservato lo stesso trattamento, ma per qualche ragione dubitava che quella creatura non apprezzasse la situazione in cui si trovava.
    "Io però devo andarmene, non posso ri..."
    "Non puoi andartene, la regina è molto meticolosa nel non far fuggire le sue prede. Se ha deciso che dovrai combattere nell'arena, combatterai nell'arena"
    "Ma non sono una preda! Io..."
    Aes rimase immobile a fissare il drago dalle squame violacee con una silenziosa richiesta supplicante stampata sul musetto, come se quel povero tizio avesse dovuto avere la soluzione al suo problema a portata di zampa. Il drago dal canto suo rispose al suo sguardo con un sorrisetto di circostanza, forse mentre si interrogava sulla sanità mentale del pesce che gli avevano appioppato come compagno di cella.
    "Certo, è un modo di dire. Di solito qui vengono lasciati i suoi prigionieri di guerra, i suoi abomini usciti dai laboratori e quelli che la fanno molto arrabbiare, come ho fatto io. Ormai è diverso tempo che sono qui, ho imparato a conoscere questo luogo e ti garantisco che non ti sarà facile andartene se lei non avrà deciso che puoi farlo"
    Intanto non era male come inizio, significava che una possibilità di andarsene c'era. Fosse per volontà di Xarza o per un suo tentativo fortuito finito bene, aveva speranza di non dover combattere. Se c'era anche solo una possibilità, avrebbe dovuto sfruttarla.
    Forse con l'acqua poteva buttar giù qualche sbarra, forse insieme sarebbero potuti scappare; forse doveva farsi meno filmini mentali, perché se Xarza avesse creduto che potevano fuggire unendo le forze non si sarebbe azzardata a metterli insieme.
    Distogliendo lo sguardo Aes si sedette in un angolo, sospirando ancora e rannicchiando le ali sui fianchi con fare puccio.
    "Da quanto sei qui? Come ci sei finito?" chiese poi, mentre con le zampine palmate si strofinava il collo dove ancora aveva i segni delle precedenti lotte nella torre.

    Edited by Aesingr - 20/11/2019, 00:58
     
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    Maledet arriva da "fauci e acciaio"

    Mentre i gladiatori entravano e salutavano lord Eidous un'ombra si mosse nella gabbia con aes e l'altro drago.
    s'accorsero solo allora che un altro drago era lì con loro: era un drago nero dall'aspetto molto giovane, ma stranamente era insolitamente grande per l'eta che avrebbe dovuto avere.
    Gli occhi erano rossi e segnati dalle lacrime, gli si poteva leggere nel viso la paura per la prematura fine della sua vita.
    " siamo morti... Hanno le lance ammazzadraghi e chiuderanno l'arena in una voliera d'acciaio per impedirci la fuga... non potremo andarcene in volo, inoltre se prendono uno di noi con quelle lance bene al petto moriremo quasi subito e se ci prendono male resteremo mutilati e agonizzeremo a lungo prima di morire... non so cosa abbiate fatto per essere condannati a morte, io ho solo rubato del cibo... avevo fame, non volevo fare male a nessuno!"
    Fece il draghetto nero dagli occhioni rossi asciugandosi le lacrime con la sciarpa rossa che portava al collo.
    Maledet non voleva che tutto finisse così, si era perso in quelle paludi dopo aver ingenuamente inseguito una dragonessa di qui s'era invaghito.
    trovò la città oscura e infame dei corvi e aveva fame.
    le bestie delle paludi l'avevano sfamato con le loro carni, ma si perse anche in quella città e i suoi cinici abitanti non gli concessero nessun aiuto e quando fu costretto a rubare per soppravvivere venne condannato dagli stessi.
    guardava il drago-pesce Aesingr colmo di disperazione e cercò istintivamente in suo contatto, avvolgendo la coda con la sua come un cucciolo.
    "ci costringeranno a combattere, ma io non voglio uccidere nessuno. sono stanco di spargre sangue, non faccio altro da quando sono uscito dal mio uovo! voglio solo andarmene da qui e farmi una vita tranquilla... ho superato l'inferno per venire a kengard, non voglio morire! vorrei rivedere mia dolce madre un altra volta, non potrei mai darle un simile dolore quale la mia perdita!"
    Fece lui mettendo il muso sulla spalla di Aes, egli era uno sconosciuto per Maledet, ma si trovavano nelle stesse condizioni e Maledet sentiva il bisogno di un contatto con qualcuno in quel momento, anche uno sconosciuto che puzzava di pesce.

    Edited by Master of Void - 10/10/2018, 22:40
     
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    Voiddone faccio uscire un'alra volta Setran, ora non ho voglia. tu muovi anche il maestro, Mao e Xarza come vuoi, così allontano Inkalgorn e Setran. E se riscrivi qui al posto di cui esco dalla role anch'io ^_^


    Il drago stava per rispondere, ma qualcun altro comparve all'improvviso.
    La voce improvvisa fece sobbalzare Aes, mentre il suo interlocutore pareva essersi già accorto di lui e non gli diede troppo peso. Il cucciolo appena manifestatosi si aggrappò ad Aesingr, nascondendosi addosso a lui come se Aesingr fosse la sua mamma.
    Non lo era però, e non sapeva come comportarsi in un simile frangente, dato che anche lui era in agitazione e si trovava nella sua stessa condizione. Non ebbe molto tempo per ribattere, perché l'altro drago nella gabbia si intromise.
    "Io sono Artiaks, comunque"
    Il drago azzurro pescioso, mentre con un'ala circondava il muso del povero draghetto triste che gli si era rintanato addosso, rispose allungando il collo in avanti con sguardo tenero.
    "Io Aesingr, e tu come ti chiami?" chiese al drago nero, continuando ad accarezzarlo sulla testa e sulla coda.
    "Lascialo perdere, uno come lui non può sopravvivere qui" si immise Artiaks, fiero e spavaldo. "Se ha paura morirà molto presto, non affezionarti a lui o ne soffrirai"
    Aes sbarrò lo sguardo incredulo, poi tornò a fissare il giovane drago nero che cercava contatto con lui.
    Ignorò per il momento le parole di Artiaks, anche se forse non aveva tutti i torti.
    "Non posso farlo, e non voglio neanche"
    L'altro sbuffò, sedendosi e raggomitolandosi su se stesso.
    "Fai come vuoi. Spero per voi di non trovarmi di fronte ad uno di voi due nell'arena, con quella poca convinzione che avete non sopravvivreste"
    Aes scosse il muso, senza allontanarsi dal giovane drago nero.
    "Io non ho fatto nulla di grave, credo. La regina mi ha mandato qui per punirmi, perché le ho allagato la torre, distrutto esperimenti, fracassato alcuni di quei cosi di metallo che camminano e parlano e mandato in subbuglio un po' tutto il castello. Va bene, forse è abbastanza grave, ma penso volesse mandarmi qui per constatare quanto so combattere e non per ammazzarmi. Il punto è che io non so combattere, e odio farlo"
     
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    Maledet guardò stupito il terzo drago, che a quanto sembrava si chiamava Artiaks e che affermava cose terribili per il giovane draghetto.
    Se la pensava in quel modo non valeva nemmeno la pena rivolgergli la parola, poichè maledet non era lì per litigare e anzi non doveva essere nemmeno lì.
    Venne però rincuorato dalle parole del drago pescioso, che era un essere buono a quanto sembrava e nemmeno lui voleva combattere.
    Maledet fissò Aesingr preoccupato con le laccrimucce agli occhioni rossi, tirando su col naso.
    "io... io non è che non so combattere, semplicemente non voglio fare male a nessuno... sono troppo pericoloso per combattere in questa arena..."
    Spiegò lui tutto triste al drago pescioso dandogli probabilmente più domande che risposte.
    Era vero: Maledet non temeva di perdere gli scontri in realtà, ma di vincerli.
    troppe volte si era svegliato su intere pile di cadaveri dopo aver commesso ecatombi in stato di furia omicida.
    Non voleva che accadesse nuovamente, soprattutto se rischiava di fare male a qualcuno nelle sue stesse condizioni come il drago pescioso che a quanto pareva non voleva combattere nemmeno lui:
    "No, è peggio di come dici: non ti ha mandato qui a morire Aesingr, lei ti ha mandato qui per uccidere per non morire... vuole costringerci a fare del male alle persone per sopravvivere.
    Io... anche io ho visto quella dragonessa enorme: è terrificante."

    Fece lui tutto tremante al pensiero di Xarza, e la cosa brutta era che lei si trovasse proprio lì.
    Maledet la vedeva perfettamente coi suoi occhi fini come quelli di un rapace, ma lei era talmente grande che anche un drago dalla vista non propriamente eccezionale come aes poteva vederla piuttosto bene.
    Lei era sugli spalti dei vip accanto ad uno strano figuro ammantato che guardava lui e aes con quella che sembrava preoccupazione, Maledet si chiese chi fosse quell'essere peloso ammantato e mascherato, con numerose code che ondeggiavano come serpi e che sembrava sollevato da terra, come se levitasse.
    gli scontri erano iniziati e degli zombie vennero schierati sul campo di battaglia per il primo scontro.

    Edited by Aesingr - 28/10/2018, 17:14
     
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    Aesingr notò che quel draghetto sembrava davvero confuso e spaesato, anche se era più di lui a conoscenza della situazione pericolosa in cui si erano ritrovati. Li avrebbero davvero fatti combattere per sopravvivere?
    Era il peggior risvolto che si sarebbe aspettato, perché sapeva di non essere assolutamente in grado di ferire nessuno senza un valido motivo e, in un simile frangente, anche la sopravvivenza non sembrava più un motivo così valido. Non erano loro a volere la sua morte, e con questa consapevolezza gli sarebbe stato difficile riuscire ad attaccare.
    Osservò fuori dalla gabbia, cercando di capire se vi fosse un modo per allontanarsi. Lui non era neanche un volatore esperto, aveva comunque speranza di poter trovare un modo di sopravvivere senza dover ferire nessuno. Da quelle parti gli erano sembrati solo strani, forse vagamente pazzi anche per lui, ma non così cattivi da volere la morte altrui tanto inutilmente.
    <"In qualche maniera ce ne andremo, tranquillo" disse all'altro drago, percependo il suono del suo cuore farsi molto più rapido e prorompente. Aveva certamente paura, e in effetti avrebbe dovuto averne anche lui.
    Tutt'ad un tratto si era ritrovato, inconsapevolmente, a dover far male a qualcuno per sopravvivere. Evitava anche di cacciare e pescare, per quale motivo avrebbe mai dovuto ferire qualcuno se voleva tutto fuorché una cosa del genere?
    Artiaks si sedette nell'angolo opposto ad osservarli, incuriosito più dal modo di fare del pesciolone che dalle giustificate lacrime di Maledet.
    Aesingr si rivolse di nuovo a quest'ultimo, dato che non gli aveva risposto alla domanda precedente.
    "Comunque non mi hai detto come ti chiami. Puoi dirmelo?"
    Si separò poi da lui sciogliendo delicatamente lo strano e triste abbraccio.
    A pensarci bene la situazione sarebbe potuta degenerare e probabilmente né l'uno né l'altro, se si fossero ritrovati a dover combattere, avrebbe potuto dare il meglio di sé. Stava davvero per rischiare la vita.

    Edited by Aesingr - 20/11/2019, 01:01
     
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    Maledet si sentiva rincuorato dalle parole di Aesingr, al punto che si decise a rispondere all'altro drago.
    Maledet... il mio nome è maledet.
    Fece il draghetto guardandolo innocente, ma ancora un pò in ansia.
    Intanto, fuori nell'arena, lo scontro iniziò e degli zombie vennero schierati contro i gladiatori.
    un solo uomo morì in quello scontro perché sottovalutando i non-morti, venne accerchiato e divorato dall'orda zombie, che però fu spazzata via relativamente in fretta per mano degli altri gladiatori.
    poi fu il turno dei ghoul e dei chupacabra, stavolta a morire furono undici gladiatori, poiché le bestie e i non-morti erano molto agili, anche se piuttosto deboli, e lanciandosi in orda i gladiatori separati dai compagni vennero prosciugati dalle zanne dei ghoul o le lingue perforanti dei chupacabra, e drenati da tutto il loro sangue.
    uno dei gladiatori però venne accoltellato alle spalle da un altro combattente, quasi a ricordare quanto fosse crudele l'arena.
    Dopo vennero schierati i lupi mannari radiativi e wendighi geneticamente modificati del corvo. Stavolta solo meno della metà dei gladiatori sopravvissero.
    in fine fu il turno dei progenie, che sciamarono sui gladiatori velocissimi, investendoli di veleno e radiazioni senza dargli nemmeno il tempo di reagire.
    quella volta morirono tutti, tranne uno: un gatto umanoide blu e bianco con gli occhi gialli che da solo sterminò tutti i progenie.
    Quell'essere felino era spaventoso per il suo modo di combattere quanto adorabile d'aspetto, cosa che sembrava garbare al pubblico non poco che esultava.
    Quella creatura pelosa blu con occhioni gialli era stata talmente veloce e letale che il pubblico vide solo un flash blu che schizzando nell'arena faceva letteralmente a pezzi i progenie, si vedevano i loro arti volare da tutte le parti.
    dopo l'ecatombe, il gatto umanoide fissò Maledet e Aes: toccava a loro, e sull'arena venne montata la voliera.
    la gabbia venne aperta e loro furono cacciati fuori a forza a da una griglia meccanica che li spingeva fuori.
    Mao allargò le braccia come se volesse accoraglieli.
    "Prego draghetti, ho tutto il giorno guardate, chi picchio per primo?
    Fece il gatto tutto convinto e fiero, sorridendo beffardo.
    Maledet aveva visto di cosa era capace, era veramente potente per essere un umanoide e non voleva combatterlo.
    "senti non voglio combattere contro di te, tutto questo è solo un grande malinteso..."
    Fece cercando di persuadere il gatto a lasciarli andare, ma questo gli fece cenno di fare silenzio e si sedette a gambe incrociate.
    "Oh che lagna! siete solo dei codardi! facciamo così; picchiatevi tra voi e chi sta ancora in piedi lo lascio andare."
    Fece il gatto già spazientito dal comportamento di Maledet, mentre Xarza dagli spalti guardava divertita la scena.
    in parte alla regina nera c'era l'essere misterioso che guardava con aria delusa il gatto, ma ancora non si sapeva cosa sarebbe successo di lì a breve e il pubblico guardava con il fiato sospeso l'esito delle ultime trovate di Mao.

    Edited by Master of Void - 5/11/2018, 00:34
     
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    Il drago d'ametista li guardò venir buttati fuori, con un misto di compassione e di irritazione. Quei due insieme sarebbe voluto dire che in breve la sfida sarebbe finita per noia e dopo di loro sicuramente toccava a lui. Almeno se ci fosse stato un combattimento più serio e alla pari avrebbe potuto starsene a riposare un altro po'. Potevano magari mandarlo contro uno di quei due, sarebbe stato facile ammazzarli e tornarsene a dormire.
    Reclinò il muso e lo poggiò sulle zampe con aria sognante. Non diede troppo peso a quello che stava accadendo negli spalti.

    Aesingr, appena si ritrovò in mezzo a quella gente, cominciò a sentirsi come non si sentiva da diverso tempo. Era strano, poteva affermare di star davvero avendo paura in quel momento.
    Non era da lui, di solito affrontava ogni situazione in maniera piuttosto pacata ed era difficile riuscissero a farlo scomporre fino a quel punto. Cominciava a percepire tutto più sfocato, il suo udito non era limpido come al solito. Sembrava quasi che le sue abilità fossero andate a farsi benedire.
    Non riusciva ad attingere ai suoi poteri e questo poteva essere decisamente pericoloso, ma sapeva che era soltanto a causa del timore di doverli usare se ciò stava accadendo.
    "Maledet..."
    Prese un respiro, poi si sedette.
    "Non penso di essere molto bravo a prevedere gli eventi, ma sono quasi sicuro che proporti di attaccarmi e di vincere questo scontro sarebbe egoista da parte mia. Tu soffriresti quanto soffrirei io nel causare dolore a te, di conseguenza per assurdo dovrei essere io ad attaccarti
    per non recarti dispiacere. Dico bene?"
    Rimase in silenzio, osservando il gatto e poi di nuovo il giovane drago nero.
    "Proprio perché credo di farti stare peggio obbligandoti a colpire, mi trovo costretto ad agire per primo... a te la scelta se difenderti"
    Aes sapeva che non sarebbe mai riuscito ad attaccare con tutto se stesso, ma almeno doveva provarci. Avrebbe usato unicamente il suo corpo e i suoi artigli, anche perché non sentiva l'energia scorrere in lui come in momenti di mero pericolo.
    Si lanciò addosso a Maledet con le corna puntate su di lui e gli menò una frustata di coda sul fianco sinistro senza metterci troppa forza, sperando di star facendo la cosa giusta per entrambi.
    Probabilmente se non avessero combattuto sarebbe accaduto di peggio, per il momento poteva solo limitare la potenza dei colpi e sperare che nessuno se ne rendesse conto. Quando gli fu vicinissimo cercò di afferrarlo con gli artigli, grugnendo e bisbigliando vicino al suo orecchio.
    "Per comunicarmi qualcosa puoi parlare a bassa voce senza essermi vicino, dovrei sentirti lo stesso. Puoi sussurrare cosa devo fare e coordinarti con me"
    Fece di tutto per coprire le parole con qualche finta, spingendo il drago a terra e saltando indietro quando questo si preparò a reagire.
     
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    Aes Maledete non vuole combattere perché quando si sente minacciato si attiva la sua perfezione oscura che lo rende un ninja drago op XD


    La folla aveva cominciato ad esultare, volevano sangue.
    tutti avevano capito che se mao si fosse scontrato la battaglia sarebbe durata assai poco, quindi appoggiarono la sua scelta, dopotutto il giudice dell'arena è il suo pubblico.
    Mao con un salto potenziato di 13 metri si aggrappò alla voliera su qui si arrampicò per godersi lo spettacolo.
    Maledet non si aspettava questa reazione da parte del drago blu, ma lo capiva e subito si attivò il suo potere di perfezione oscura appena Aesingr l'assalì per colpirlo a raffica.
    Prima parò e deviò ogni colpo di Aesingr facendone andare a segno solo un paio sul muso e una spalla, Maledet poi mentre subiva la sua presa sfruttò una leva per torcere le zampe di aes, senza però fargli troppo male.
    Il drago nero sfruttando la distrazione, afferrò il drago pescioso e lo ribaltò sul terreno con una presa, per poi balzare all'indietro a distanza di sicurezza.
    "tu non capisci: prima che giungessi a Kengard mi hanno fatto cose orribili e modificato il mio corpo e la mia mente, se percepisco una minaccia reagirò automaticamente contrattaccando. non voglio farti male..."
    disse a bassa voce Maledet con la luce rossa negli occhi che si spense mentre guardava il dragone blu.
    "...suppongo però di non avere scelta."
    Fece poi assaltando Aes e dimostrando una dote nel combattimento notevole e un ottimo controllo di sè.
    Maledet era meno forte di Aesingr, ma aveva molta più tecnica, controllo e precisione, poiché mentre aes combatteva in modo istintivo come un animale selvaggio Maledet era stato addestrato sin dall'infanzia alle tecniche di arti marziali, alle tattiche di guerriglia e al combattimento militare.
    Inoltre Maledet era molto più agile e si muoveva molto sgusciando come un'anguilla, fu in quel momento che le conoscenze mediche di Maledet si rivelarono più utili: lui sapeva dove colpire per far sembrare che Aes fosse ridotto male, senza però esserlo davvero.
    Graffiò tali zone dando ad Aes un aspetto più martoriato e malridotto di quanto realmente non fosse.
    "Scusa, le zone dove ti ho graffiato e ora sanguinano, ma in realtà i punti colpiti non sono zone importanti e smetterai di sanguinare a breve.
    Il sangue seccandosi ti farà sembrare coperto di ferite gravi, ma è un trucco!
    I tagli passeranno e non sono nemmeno profondi, ora tocca a te, non preoccuparti sono più resistente di quanto sembro."

    Sussurrò Maledet rivelando il piano al compagno sperando funzionasse... Aes ora sembrava molto più ferito di quanto fosse in realtà, si sarebbe ripreso, ma il giovane drago nero doveva inventarsi qualcosa per dopo.

    Edited by Master of Void - 10/11/2018, 18:16
     
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    Aesingr all'inizio assecondò il draghetto nero, seppur non fosse del tutto convinto di ciò che aveva in mente.
    Il suo primo assalto diretto non ebbe esattamente l'effetto sperato, anche se "sperato" probabilmente era il termine sbagliato, considerando che non voleva assolutamente fargli del male. L'abilità dell'avversario gli fu ben gradita, almeno sapeva che anche se si fosse spinto un po' oltre le sue normali capacità non sarebbe riuscito a ferirlo in maniera grave; soprattutto se continuava a non impegnarsi in quel modo.
    Maledet gli spiegò di non volergli a sua volta fare del male, e Aes questo l'aveva già capito in realtà. L'unico problema era che in uno scontro di quel tipo qualcuno doveva pur attaccare per prevalere.
    Non era certo un esperto di arene, combattimenti e pubblici inferociti, ma era più che evidente a cosa puntassero quegli individui seduti ad osservarli: bramavano sangue.
    In un certo senso, fu quello che ebbero. Sul corpo di Aesingr, dopo il primo assalto da cui il draghetto nero si era difeso ottimalmente, comparvero le prime ferite che sebbene superficiali cominciavano a bruciare e a conferirgli un aspetto piuttosto rovinato.
    Ciò era decisamente un vantaggio, considerando che i colpi non erano stati così dolorosi e che lui sembrava già malconcio, non avrebbe dovuto impegnarsi molto per dare al suo corpo un aspetto devastato. Il giovane drago nero sembrava aver previsto tutto.
    La sua idea non era male, ma anche Aesingr avrebbe dovuto metterci del suo per non far crollare troppo facilmente il teatrino che si stavano creando attorno.
    Quando Maledet gli si gettò addosso Aes decise di rispondere nella maniera più credibile possibile: afferrò l'avversario e lo tirò per un'ala sfruttando il suo corpo più piccolo e infilandosi sotto di lui. Traendo con forza l'ala verso il basso lo sbilanciò fino a farlo inclinare, colpendolo con una codata sul collo in maniera non troppo violenta ma energica. Con una spinta lo buttò per terra, fingendo uno scatto indietro e poi gettandosi di lato, da cui si buttò in avanti per cercare di atterrargli sopra con il peso del corpo.
    Almeno avrebbe dato l'impressione di volerlo tenere a terra, per quanto Maledet fosse di dimensioni piuttosto superiori alle sue.
    Aes non era in grado di recitare a parole, si sarebbe capito subito che stava mentendo o qualcosa di simile; avrebbe potuto anzi peggiorare la situazione, quindi decise di continuare con attacchi piuttosto semplici ma apparentemente ben studiati (molto apparentemente) nella speranza di prolungare il più possibile lo scontro senza conseguenze gravi per entrambi. Non voleva ferirlo, ma sarebbe stato felice di non rimetterci le squame neanche in prima persona.
    Era vero che probabilmente avrebbe preferito farsi del male piuttosto che causarne, però in quel momento era certo di non voler farsi ammazzare soltanto per aver allagato una torre.
    "Non... sono sicuro di riuscire ad usare il mio elemento, dici che dovrei farlo?" chiese al drago nero, restando con il muso vicino al suo sul punto di aprire le zanne per morderlo sul collo.
    <reagisci, reagisci...> pensò dentro la sua testolina pesciosa, sarebbe stato molto più convincente Maledet come dominatore della battaglia. Sembrava più addestrato e avvezzo alla lotta di lui.
    "Non so che abilità tu abbia, ma non esitare ad utilizzarle... e non preoccuparti di cosa accadrà. Penserò a qualcosa nel frattempo"
    Aesingr che pensava?
    Ok, sarebbero morti male entrambi :assatanato:
     
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    La tecnica di combattimento di Aesingr era molto basilare e grezza, ma a suo modo efficace.
    Malgrado Maledet fosse agile come una serpe e possedeva molte doti marziali Aesingr si stava dimostrando piuttosto abile.
    Il giovane principe nero dovette riconoscere che Aesingr era molto forte e che anche se era più piccolo di dimensioni aveva più massa muscolare di lui visto che i due possedevano una struttura fisica diversa:
    Maledet era alto, molto atletico e smilzo, quasi femmineo nelle sue forme sinuose aveva molta destrezza. Aesingr invece era basso, muscoloso, tarchiato e un pochino panciuto, sembrava molto più forte e coriaceo di Maledet, confrontare quei due era come confrontare un nano e un elfo.
    Per maledet era piuttosto difficile contrastare la presa di aes anche se era una simulazione.
    "Tranquillo usa i tuoi poteri."
    Gli bisbigliò mentre provava a liberarsi dalla presa.
    Fortunatamente però Maledet aveva zampe lunghe che gli permettevano di fare leva efficacemente, liberarsi da sotto il drago pesce non fu difficile e balzando indietro Maledet si appese alla voliera con le zampe e lo guardò con aria di sfida mentre era appeso a testa in giù.
    "come!? tutto qui!? Beh peggio per te!!!"
    Fece Maledet con convinzione.
    Maledet era un ottimo attore, al punto che probabilmente persino che aes si sarebbe potuto preoccupare che avesse cambiato idea per cercare d'ucciderlo, a maggior ragione visto che il draghetto oscuro sparò delle raffiche di globi di luce contro aes.
    Quell'attacco non causava gravi danni e Maledet cercò di mancare di proposito Aes in modo che solo pochi globi lo colpissero, subito dopo l'attacco Maledet divenne d'ombra e si mosse in forma bidimensionale sotto di lui per poi tornare tridimensionale e afferrarlo con le zampe anteriori per poi scagliarlo a terra facendogli lo sgambetto con la coda mentre lo strattonava di lato.
    A Maledet venne il dubbio che Aes non fosse una persona buona come sembrava visto che alla fine sapeva combattere, anche se non benissimo, così sollevò una zampa al cielo e dalla luce della luna generò una spada simile a una sciabola che poi tirò contro Aes per completare la sua combo di colpi, ma la lama rimbalzò su Aes senza ferirlo come se fosse fatta di gomma e anzi curò aes dalle bruciature dovute al suo blast di luce, alleviando il bruciore e sanando le ustioni che però non sparirono.
    "come pensavo: è un puro di cuore, non è giusto che soffra per la crudeltà di questa gente."
    Riflettè Maledet sorridendo mentre richiamava a sè la spada lunare che afferrò con la coda.
    "Dai fammi vedere di cosa sei capace!"
    l'incitò tra il divertito e il riassegnato puntandogli la lama di luce che non avrebbe mai potuto ferirlo, mentre dal suo corpo fuoriuscivano rovi dorati di luce per proteggersi dai prossimi attacchi del drago-pesce pazzerello.
     
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    Il drago lo stava bersagliando di colpi e di tecniche abbastanza elaborate, al punto da convincere Aesingr che avrebbe dovuto davvero impegnarsi se voleva resistere. Sperava avesse capito che voleva fare solo finta di combattere, e approfittò infatti dell'unico momento di pausa per guardarsi attorno.
    Lanciò uno sguardo al gatto che aveva rivolto loro la parola poco prima, a Xarza che lo aveva stordito e mandato fin lì ed infine alla gabbia da cui l'avevano buttato fuori, da dove Kiriax li stava osservando annoiato.
    Sembrava volesse esserci lui al loro posto. Probabilmente con quell'aggressività avrebbe ammazzato sia lui che Maledet senza remore, qualora ne avesse avuto l'occasione.
    Non poteva comunque biasimarlo, non l'avrebbe fatto neanche in altri frangenti quindi figurarsi in un'arena in cui bisogna combattere per sopravvivere.
    Mentre il drago nero lo bersagliava con una raffica di sfere di luce esplosiva, ad Aesingr sfuggì un verso gutturale di rabbia. Non era solito ringhiare, probabilmente non sapeva neanche come si faceva. In quel momento però si stava davvero infuriando.
    Prese la gran parte dei colpi in pieno, generando solo in un secondo momento per pura fortuna una piccola barriera d'acqua che mantenne le esplosioni lontane dal suo corpo.
    Ignorò il dolore; il vortice rotante impattò con la raffica di colpi, impedendo ad alcuni di essi di andare a segno. Quando Maledet gli si lanciò addosso ebbe per un istante l'impulso di reagire, soprattutto nel notare la spada che aveva evocato, ma non avvertì la minaccia necessaria a tirar fuori il lato combattivo del suo essere. Non che esistesse un vero lato combattivo in Aes...
    Il colpo invece di provocare danni al suo corpo gli diede sollievo. Allora stava recitando una battaglia concitata per poi curarlo senza che gli altri se ne accorgessero?
    Sul serio sarebbe stato così facile prolungare il tutto, per cercare la soluzione che tuttavia sembrava lontana? Sicuramente era un buon modo per iniziare. Se poteva curare lui, avrebbe potuto curare anche se stesso, e forse...
    La coda di Aesingr ebbe un guizzo. Spalancò gli occhi nel rendersi conto che aveva appena evocato l'acqua, o meglio che aveva appena trovato l'energia necessaria per reagire.
    Ottimo, era ciò di cui aveva bisogno. Saltò in aria e, ignorando i filamenti luminosi evocati dal suo "avversario", gli piombò addosso d'allalto
    generando dal corpo un poderoso getto d'acqua con cui mirò alla sua destra. Non era diretto esattamente verso Maledet, ma se fosse rimasto immobile l'avrebbe comunque colpito. Sperò che capisse di dovessi spostare per non venir investito in pieno, e si lanciò contro di lui in maniera scoperta e il più possibile aggressiva per sembrare credibile.
    In un modo o nell'altro stavano dando al pubblico lo spettacolo che volevano. Chi sa se stavano davvero riuscendo ad ingannare gli spettatori?
    Si preparò a colpire con gli artigli frontalmente il drago nero, attento a non estrarli del tutto per non rischiare di causare ferite eccessive ed inutili. Sapeva per certo che Maledet avrebbe reagito prontamente, ma in qualche modo doveva risultare convincente.
     
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    Il principe nero odiava fare cose contro la sua volontà, soprattutto combattere.
    Si buttò di lato evitando il nuovo colpo per poi sparare altre palle energetiche e ritirare a sè la spada di luce evitando l'ennesimo attacco da parte del drago pesce, mentre parava con i rovi di luce altri getti d'acqua.
    "Sei bravo dopotutto."
    Fece il drago nero evitando un altro colpo e diventando ombra per evitare che Aes lo prendesse.
    Maledet sperava veramente che non fosse necessario ricorrere a mezzi illeciti per far finire tutto, ma la verità era che il giovane drago non voleva abbandonare il compagno di sventura al suo destino.
    Il principe sapeva che quella gente era pronta ucciderlo se lui fosse fuggito, Maledet avrebbe voluto veramente finire tutta quella follia prima possibile e risolvere in modo pacifico la questione, ma sembrava che a nessuno di quella gente importava, sopratutto l'enorme dragonessa oscura che li fissava da un baldacchino a sua misura brindando con una botte d'idromele alla loro dipartita.
    Xarza voleva che tutti vedessero cosa accadeva a chi osava sfidarla e dare una punizione esemplare come quella a coloro che riteneva nemici era vitale per lei, e poco importava che quegli esseri fossero solo vittime di circostanze avverse che si sono solo trovatasi nel luogo sbagliati al momento sbagliato: essi erano capri espiatori per appagare l'opinione pubblica, vittime sacrificali immolati per trasmettere il messaggio della sua forza e fermezza contro i presunti oppressori del suo popolo.
    Ma mentre la dragonessa brindava e esultava dall'alto la su, su un podio rialzato al di sopra di lei, la figura ammantata e mascherata guardava lei e l'arena con disapprovazione, egli non tollerava che suo figlio perpetrasse il volere di Xarza, ne che colui che riteneva il suo campione eletto fosse costretto a combattere un principe maledetto da un destino oscuro.
    lui sentiva le anime fremere dentro di lui e urlare le vittime innocenti di Xarza, persino quella del compagno stesso della dragonessa morto secoli or sono che non accettava il comportamento dell'amata.
    Avrebbe voluto fare molte cose, ma si trattenne e rimase a guardare poiché a volte la vera forza stava nel non fare nulla.
    Intanto mentre Mao sbadigliava annoiato commentando con un semplice; "ho visto di meglio."
    Maledet continuò a graffiare Aesingr per poi curarlo colpendolo con la spada cercando di prendere tempo, casomai al drago fosse venuta un'idea, proteggendosi con i rovi di luce.
    Intanto in una cella buia che dava sull'arena Atalanta si svegliava di fianco ad Egenna, rendendosi conto di essere in un mare di guai.

    Edited by Master of Void - 12/12/2018, 15:19
     
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    Void... dovevi parlare di Genna e Atalanta... se no Tira come fa xD
     
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    Giusto per onorare le convenzioni: Genna da Credo di aver sbagliato strada.

    Genna aprì gli occhi e si pentì quasi immediatamente di averlo fatto. Li richiuse di scatto, ma il danno ormai era fatto: la testa cominciò a pulsarle dolorosamente, come se qualcuno le avesse preso il cervello e ci avesse giocato a palla prima di rimetterglielo a posto. Riaprì gli occhi piano, cercando abituarsi alla luce un poco alla volta. Non che ce ne fosse tanta, di luce, dato che la piccola finestrella aperta a lato della stanza faceva entrare più freddo che altro, ma tanto le fu sufficiente per maledirsi.
    Che le era successo? Si sentiva come se la sera prima si fosse data alla pazza gioia con l'alcool e il cibo fritto, ma l'ambiente tetro intorno a lei le dava l'impressione di non appartenere esattamente ad una locanda. Sentiva che le stava sfuggendo qualcosa, qualcosa di urgente e dannatamente importante, ma quel mal di testa fotonico non le permetteva di ragionare per bene. Ed era troppo stanca per avere voglia di impegnarsi. Cosa c'era di così importante che non poteva aspettare che le passasse la sua evidente sbornia? Quel pavimento non era proprio comodissimo, ma se lo sarebbe fatto bastare...
    Al suo fianco qualcosa si mosse. Lentamente spostò la testa a lato, per osservare cosa fosse. Vide un oggetto metallico dalle fattezze simili a quelle umane, che piano piano si stava risvegliando. Ci mise qualche secondo a riconoscerla.
    < Atalanta..? >
    Il peso di ciò che le era accaduto prima di svenire, le gravò addosso tutto in una volta. Osservò la marionetta al suo fianco senza trovare la forza di alzarsi. Certo, come aveva potuto dimenticare? Si guardò in giro senza fare movimenti troppo bruschi con la testa. Dov'era Aes? Perché non era rinchiuso insieme a loro?
    < Oh, per la Cuoca Sacra! Ma allora non è stato un sogno? > borbottò tra sé e sé
    Cercò di tirarsi su, ma sentì la spalla e il fianco sinistri fare eco alla testa, in un concerto doloroso che le permise appena di mettersi a sedere. Decisamente, non si era trattato né di un sogno né di un incubo: il suo corpo si sentiva effettivamente come se fosse caduto da un dannato drago in corsa. Tornò a guardarsi attorno, ma la stanza piccola e con le pareti perfettamente lisce le dimostrò che fosse impossibile che in quella stanza ci fosse un qualche anfratto dove si fosse potuto cacciare un bestione di sei metri come Aes. Venne investita da un'ondata di rabbia e preoccupazione, tutt'assieme. Perché li avevano separati? Già che avevano usato la stessa cella per lei e quel tostapane, non potevano sfruttarla anche per il drago?
    Animata da quella nuova Forza, Genna ignorò i doloretti vari e si alzò in piedi, digrignando i denti per trattenere i gemiti. Ebbe un attimo di giramento, ma, dopo qualche istante ferma e con la mano destra appoggiata al muro per non perdere l'equilibrio, si fiondò subito contro la porta della loro cella, tenendo il braccio sinistro contro il petto per minimizzare il male. Giusto perché quell'organizzazione del "Corvo" non le ispirava granché fiducia, cercò di aprire la porta, che trovo però effettivamente chiusa.
    < EHI! LA' FUORI! - gridò, tirando una pacca sulla porta con la mano sana - APRITE 'STA #@FRAK#@ DI PORTA! >
    E così, si aprirono le danze, che continuarono con calci, pugni e altre urla, tutte rivolte contro quella piccola, indifesa, innocente e dannatamente chiusa porta.
     
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76 replies since 31/1/2018, 21:15   2056 views
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