Un momento di relax alla Ginestra d'Ambra

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  1. Aesingr
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    Il drago azzurro che puzza di pesce

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    Senza dubbio, scappare in quel modo non era stata una saggia decisione. Però sentiva di dover recuperare il contatto con il mare. Doveva riflettere, doveva capire cosa diavolo stesse succedendo e soprattutto rilassarsi un po'. La testa era sul punto di esplodergli dopo quei giorni di completo casino, e anche se aveva avuto modo di dormire a Andorix non si sarebbe potuto dire del tutto riposato finché non avesse recuperato contatto con il mare. Prima a Ahsnaeris e a Kerus, poi a Itios e nella delirante Andorix, poi nell'Ossidiana d'argento a combattere e infine al Torrente celeste. I fiumi erano piacevoli, ma niente era come il mare. Doveva immergersi.
    Giunse alla Ginestra per caso, una delle fette d'isola che non aveva mai visitato. Dicevano che fosse un posto non molto pieno di gente, essendo considerato piuttosto pericoloso. Lui però voleva solo sorvolarlo, se per un Aesingr -sorvolare- poteva davvero significare -solcare in volo-. Per un Aesingr, qualunque forma di volo risultava complicata. Solo mantenendosi a basse cuote e a velocità moderata riusciva a non sbilanciarsi in virate assurde e pericolanti. Arrivò a piedi fino alla spiaggia cristallina e cominciò a zampettare sulla sabbia godendosi il suono delle onde e il profumo della salsedine. Non c'era vento, in effetti tutti parlavano della Ginestra come un luogo talmente silenzioso da esser quasi spettrale.
    Si avvicinò gradualmente, procedendo a zig zag sulla spiaggia per godersi quel momento di intima pace interiore. Anche la sola vicinanza con il mare gli era di giovamento.
    Dopo diversi secondi si convinse a prendere la rincorsa e a balzare, sfruttando una base d'appoggio meno friabile della sabbia. Sfruttò una sporgenza cristallina emergente dal suolo, in qualche modo riuscì a non perdere l'equilibrio e si lanciò in linea retta sopra il lucente cristallo trasparente verso il mare aperto, tuffandosi con un capitombolo e sentendosi immediatamente pervadere dalla gioia di trovarsi di nuovo in acqua. Tutto il suo corpo si permeò di quella sensazione che sapeva di casa, il fresco abbraccio dei flutti e il suono ovattato del fondale in continuo mutamento lo inebriarono dalle corna alla coda. Tirò fuori la testa per guardarsi attorno all'esterno, cosa che non aveva fatto prima data l'eccitazione. In quel momento si accorse di non essere solo, ma fu il suo udito ad avvertirlo. Probabilmente si trattava di un'imbarcazione o comunque di un mezzo di mare, anche se ad attirarlo fu quel che udì poco dopo. Si sporse verso la spiaggia cristallina che aveva appena superato e percepì dei passi che si allontanavano. Impiegò un paio di secondi, a causa dei riflessi cristallini, prima di individuare qualcuno che camminava verso la spiaggia.
    Di solito si faceva gli affari suoi, o meglio non aveva motivo di farsi gli affari altrui, ma subito pensò di doverlo avvertire. Girovagare da solo da quelle parti non era sicuro per nessuno, magari non lo sapeva! Si sentiva in dovere di avvertirlo.
    Armato di musino puccio, zampette palmate che facevano ciac ciac e sorriso pescioso alla Aesingr (Aes per amici e nemici), tornò all'asciutto e si diresse verso di lui. Si era steso a prendere il sole poco oltre la piana di cristallo, era forse impazzito? Doveva decisamente essere all'oscuro dei pericoli che celava quel luogo!
    Quando fu abbastanza vicino, avanzando piano piano e salutandolo con un'ala, allungò il collo e si fermò.
    "Ei! Non vorrei disturbarti, ma penso che non sia sicuro rimanere a dormire da queste parti. Vieni da fuori? Ci sono molti posti tranquilli dove riposare, questo non è il migliore"
    Sperava seriamente di non averlo infastidito troppo. Il suo aspetto era abbastanza insolito, ma in qualche modo familiare. Era certo nella palude di aver incontrato una creatura simile, forse più di una. Non era un coboldo, neanche un drago; indossava abiti come i bipedi ed era decisamente un bipede, ma un bipede molto strano.
     
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