Incontroluce

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  1. Tirannosaurorex
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    Splendore celeste

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    Seguì l'altro drago all'interno della grotta e si accoccolò a terra solo quando anche l'altro drago si sedette. Lo osservò con palese nervosismo mentre si sporcava l'artiglio in una macchia di fango e inizialmente non intese cosa fosse intenzionato a fare. Solo quando scostò la zampa notò che i ghirigori di fango che aveva tracciato sulla nuda roccia rappresentavano delle parole. Il drago si chiamava Lenrian?
    < Oh, ciao Lenrian. - gli rispose - Io sono Rek! >
    La frase successiva gli fece capire che neanche lui viveva in quella caverna; la terza invece spiegò il perché non gli avesse rivolto nemmeno una parola.
    Rek annuì con un'espressione seria, quasi solenne. L'altro drago a quanto pareva, non poteva parlare, né a qualcuno né da solo, per un mese intero. Il motivo per cui si era limitato a rispondergli con degli strani gargarismi, gorgoglii, ringhi o ruggiti, era perché lui stesso non voleva parlare? Rispettava la sua decisione solo perché lui non sarebbe mai riuscito a mantenere una promessa del genere e, proprio per questo, non poteva a capire il perché qualcuno si dovesse sottoporre ad una simile tortura.
    Non gli sembrava il caso di impicciarsi negli affari di uno sconosciuto e, seppur la sua curiosità rodesse a morte, preferì invece mostrarsi comprensivo verso la sua situazione: con il palmo della zampa sinistra cancellò le tre scritte dell'altro drago, mentre intingeva un artiglio della destra nella stessa pozza fangosa dell'altro.
    "Va bene, hakuna matata", scrisse con mano ferma ed esperta.
    Alzò lo sguardo verso l'altro drago. Iniziò ad annuire silenziosamente e sorridere come un ebete per fargli intendere che aveva capito quale fosse il problema e che a lui non importava più di tanto. Se quello era il metodo di comunicazione che preferiva, allora lui si sarebbe adeguato.
    ...
    'Spetta un secondo... c'era qualcosa che non andava con la sua frase...
    Rek abbassò lo sguardo e rimase almeno una decina di secondi a fissarla con aria confusa. C'era decisamente qualcosa di sbagliato... era forse perché non era lui non aveva nessun obbligo di tacere, a differenza del suo compagno di caverna?
    Nah! Portò l'artiglio verso terra e graffiò la roccia lasciando un nuovo segno di argilla fresca.
    "Va bene, hakuna matata!"
    Ecco quello che mancava: un nuovo, fiammante punto esclamativo.
     
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13 replies since 27/1/2020, 11:32   1537 views
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