Io volevo solo mangiare in pace

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    I due Maleyes, affiancati dal Centauro, percorsero ettari ed ettari di Foresta, fortunatamente intatta, senza incontrare nè nemici nè altre creature che potessero dar loro dei consigli. Solo i "normali" animali della Foresta si scostavano al loro passaggio, temendo di essere predati. Infine, dopo tanti alberi, il gruppo arrivò alla spiaggia settentrionale dell'isola di Kengard che, a differenza del Bacio delle Onde, era più fresca.
    E'Riso fu contento di vedere il grande mare dinanzi a sè mentre i due lupi erano un pò intimoriti, rimanendo un pò al riparo sotto gli ultimi alberi della Foresta di Ahsnaeris, come se temessero che dal mare uscissero altri Ning. Dopo quella battaglia, per fortuna vittoriosa, Felthsar e Kesya avevano capito che era meglio non disturbare troppo le creature marine. E'Riso aggiunse anche che, al calar della sera, la Foresta si sarebbe accesa di bioluminescenza ma questo non successe. Gli alberi e la Foresta piombarono in una oscurità quasi totale rischiarata solo dalle stelle e dalla luna a metà fase apparsa nel cielo.
    "Ho un dubbio. Non vorrei che quelle maledette creature abbiano in qualche modo divorato la bioluminescenza dalle piante...o distrutto le piante stesse" fu il dubbio sollevato dal Maleyes maschio.
    Anche se l'oscurità era quasi totale, per i due Maleyes non fu un gran problema, visto che erano dotati di un'ottima vista notturna e che potevano captare qualsiasi movimento sospetto nel folto della Foresta dietro a loro. Nonostante l'assenza di luce i due Maleyes rimasero comunque vicini alla Foresta.
    "Dopo la battaglia contro i Ning al Bacio delle Onde, ora stiamo più attenti ad avvicinarsi al mare. Non è il nostro regno!" disse Kesya ad E'riso, per far capire il loro timore ad avvicinarsi alla battigia.
     
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    “Sì sì, capisco.” Disse E’riso una volta saputo che i Maleyes nutrivano un certo timore nei confronti del mare. “Proviamo a seguire la costa.” Soggiunse mentre faceva mente locale dentro di sé. La luna e le stelle fornivano la luce necessaria per poter avvistare eventuali belve inferocite.
    “Forse dovremmo cercare riparo qui per la notte.” Propose guardandosi intorno in cerca di qualcosa che potesse somigliare vagamente a una caverna.
    Individuò una specie di cespuglio gigante situato sotto ad un albero che forse poteva fare al caso loro. Lo indicò agli altri due con l’indice di una mano, quindi vi si avviò.
    Non appena giunse a metà strada, avvertì delle gocce cadergli sul dorso e sul viso. Gocce strane, microscopiche, ma soprattutto, bollenti.
    Dapprima ne caddero poche per volta; ben presto però, aumentarono fino a divenire una pioggia costante.
    “Via di qui!” Urlò voltandosi all’indietro nella direzione dei compagni di viaggio.
    Trottò come se non ci fosse un domani nella direzione opposta al mare, con la speranza di lasciarsi alle spalle quella pioggia simile a lava incandescente che cadeva sotto forma di tante piccolissime particelle.
     
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    Su suggerimento di E'Riso, i due Maleyes lupini seguirono la linea di costa procedendo in direzione parallela alla riva, camminando sempre vicino alla Foresta, per trovare un riparo per la notte. Anche se i due Maleyes erano creature prevalentemente notturne, dovevano riposarsi dopo tanto zampettare. Il centauro indicò un grande cespuglio sotto un altrettanto grande albero che poteva fungere da riparo per la notte ma mentre si avviavano in quella direzione, Felthsar sentì una goccia cadergli sulla pelliccia. Sul momento sembrava tutto normale.
    "Sta iniziando a piovere!" fu il suo commento riguardo ad un comune e normalissimo fenomeno naturale.
    "Ma se non c'è nemmeno una nuvola!" confutò sua sorella.
    La Maleyes femmina poi ululò di dolore, perchè una di quelle strane gocce di pioggia cadde proprio sul suo naso sensibile, bruciando come se qualcuno l'avesse colpita con un ferro rovente. In quel momento la strana pioggia crebbe d'intensità ed E'Riso esortò i due lupi a mettersi al riparo.
    Dopo la sorpresa iniziale, i due Maleyes innalzarono sopra di sè na barriera di ghiaccio che, come un ombrello protegge dalla normale pioggia, riparava le due creature del gelo dall'improvvisa pioggia incandescente mentre correvano dietro al centauro.
    Le gocce di lava, come colpivano la spessa barriera di ghiaccio, sfrigolavano come acqua su una piastra rovente e i due Maleyes continuavano a riparare il loro scudo.
    Prima di capire cosa stava succedendo, dovevano trovare un riparo sicuro, come una grotta.

    Felthsar e Kesya usano la VI tecnica: Igloo di Blizgal
     
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    I due Maleyes seguirono E’riso nella fuga, il quale restò sorpreso quando li vide creare una barriera protettiva di ghiaccio.
    -Beh, a chi tanto, a chi niente.- pensò scrollando leggermente le spalle. Lui non aveva niente per ripararsi, perciò doveva beccarsi la pioggia incandescente in tutta la sua intensità. Solo qualche istante più tardi ebbe un lampo di genio: perché non sfruttare quel fuoco che pioveva dal cielo?
    Cercò di passare sotto gli alberi, in modo che solo una parte del corpo venisse a contatto con le gocce, così da assorbirne l’energia. Certo, fare sì che solo una parte del proprio corpo venisse a contatto con tali gocce non era realisticamente possibile, ma siccome gli serviva energia, s’impegnò affinché ciò potesse accadere.
    Continuò a trottare come un forsennato, preoccupandosi soltanto di non sbattere in qualche tronco.
    Fu solo quando urtò un masso particolarmente grande che lo fece rotolare a terra per qualche metro, che si fermò.
    Si trovava in una radura ricca di piante e fiori, a giudicare dai profumi che giungevano alle sue narici.
    Ansimava forte per lo sforzo e ci mise un po’ prima di rendersi conto di non percepire le gocce roventi cadergli sul dorso.
    Si concentrò sul proprio respiro e sui suoni del mondo circostante, con la speranza di sentire i due lupi vicini. Teneva gli occhi chiusi per calmarsi un attimo.

    E’riso utilizza la quinta tecnica chiamata “Fuoco a me”.
     
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    I due Maleyes continuarono la loro fuga verso un punto di riparo dall'improvvisa pioggia infuocata che per il momento non accennava a smettere o ad attenuarsi. Cercarono di dirigersi verso l'interno della foresta per essere maggiormente coperti dagli alberi ma anche lì, le gocce infuocate penetravano, bruciacchiando i rami degli alberi. Protetti dal loro scudo freddo, i due lupi si guardarono attorno per trovare qualche grotta ma in quel momento sentirono E'Riso incespicare e cadere nei pressi di una radura. Felthsar e Kesya accorsero subito in aiuto del centauro ed usarono il loro scudo di ghiaccio come un ombrello per proteggerlo dalla pioggia infuocata.
    Lo trovarono disteso per terra con gli occhi chiusi, ma videro che stava ancora respirando.
    "Ehi! Tutto bene?" chiese Felthsar toccando delicatamente il fianco del centauro con una zampa.
    La pioggia infuocata continuava a sibilare contro lo scudo delle due creature del ghiaccio ma grazie ai loro poteri condivisi, la loro difesa reggeva molto bene contro quell'attacco improvviso e misterioso del quale non si sapeva ancora l'origine.
     
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    “Sì sì, sto bene.” Rispose E’riso alla domanda di Felthsar. “Sto solo riprendendo fiato.” Aggiunse con una lieve risatina euforica. Dopo di che aprì gli occhi per guardarsi intorno, di fronte a lui si trovavano i due lupi bianchi.
    La pioggia infuocata sembrava essere cessata, sebbene ancora ne avvertiva il peso sulla pelle.
    Intorno a lui si estendeva una radura verdeggiante, delimitata da dei pini. Non si udivano rumori o suoni strani, solo il canto discontinuo di un grillo.
    “Forse dovremmo fermarci qui per questa notte.” Propose. “Magari uno di noi fa la guardia mentre gli altri due dormono e alternarci così fino all’alba.”
    Detto ciò, si tirò su in piedi, scrollandosi la terra di dosso: “Se volete, faccio io il primo turno di guardia, così mentre voi dormite, vedo di trovare qualcosa da mangiare.”
    Non era certo che in quel posto ci fosse cibo accettabile, ma valeva comunque la pena tentare una ricerca. Non si sarebbe allontanato dalla radura.
     
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    La pioggia infuocata cessò di cadere, con grande sollievo di tutti. Le stelle e la luna tornarono a brillare nella loro normalità notturna nel Firmamento kengardiano, disturbate solo da qualche nuvoletta di passaggio. Tuttavia, sia Felthsar che Kesya non osarono rimuovere lo scudo di ghiaccio finchè non furono effettivamente sicuri che la pioggia non ricominciasse a cadere.
    Solo dopo un periodo di tempo che calcolarono sicuro, i due Maleyes dissolsero lo scudo protettivo.
    E'Riso decise di passare la notte nella radura e di fare i turni di guardia alternati, offrendosi di fare lui il primo turno, per andare a cercare del cibo, per se e per i lupi.
    Felthsar fu d'accordo di fermarsi li per la notte ma non voleva che il centauro, visibilmente stanco e provato, facesse il primo turno di guardia.
    "No! Faccio io il turno di guardia. Sia io che Kesya siamo abbiamo ancora energie sufficienti per cacciare e fare la guardia. Sto io di guardia mentre Kesya andrà a caccia. Noi non possiamo mangiare l'erba come te. Intanto tu devi riposarti. Ti sveglieremo noi a metà nottata, così possiamo scambiarci e tu potrai brucare un pò d'erba." decise il Maleyes maschio, mettendosi in posizione di guardia seduto accanto al centauro.
    Kesya, senza attendere oltre, sparì nella foresta per andare a caccia. Ahsnaeris pullulava di prede e non ci avrebbe messo tanto a tornare con il bottino per lei e il fratello.
     
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    Felthsar si offrì per fare lui il primo turno di guardia, sostenendo di avere energie sufficienti per rimanere ancora sveglio. La sorella, nel frattempo, sarebbe andata a caccia per conto di entrambi. Ad E’riso, dunque, non restava che improvvisare un giaciglio per dormire ed aspettare che lo svegliassero per cambio. Lui si era proposto per primo per cortesia, ma in realtà non vedeva l’ora di immergersi nel mondo dei sogni per un po’. Non l’avrebbe mai ammesso, ma la corsa verso la radura l’aveva sfinito.
    Si sistemò sotto un pino poco distante da dove si trovava il Maleyes maschio. Gli bastò qualche istante per scivolare nel mondo dei sogni.

    -Che bello il sole d’estate.
    Belle le giornate che t’illuminano
    D’immenso.
    Voglio imparare a volare,
    Sopra un drago voglio viaggiare,
    E con la testa fantasticare.
    -
    “Ahahahahah! Basta dai, è la centesima volta che canti questa roba.”
    “Lo so, ma mi è entrata in testa. Non posso farci niente.”
    “Dici? Allora mi sa che devo farti stare zitto in qualche modo. Vediamo come… ci sono! Prova a prendermi dai!”
    “Ah ah” ti acchiappo!”
    Il centauro galoppava in una foresta non dissimile ad Ahsnaeris. Davanti a lui la sua amata Amarille che fuggiva per non farsi prendere.
    I due sfrecciavano lungo un sentiero che mutava al loro passaggio. A un certo punto, le forme e i colori intorno a loro divennero sempre più sfumati e dal cielo cominciò a piovere una pioggia di fuoco. Le gocce erano incandescenti e cadevano sempre più velocemente fino a quando una vera e propria cascata investì in pieno E’riso, facendogli perdere di vista la compagna.

    Il giovane cavallino (cit.) si svegliò di soprassalto, sbattendo parte del corpo contro il tronco dell’albero.
    Si sentiva riposato, sebbene avesse appena fatto un incubo.
    Felthsar non era ancora venuto a svegliarlo, ciò poteva solo significare che il suo turno non era ancora finito, quindi optò per sonnecchiare fino al momento del cambio di guardia.
     
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    Felthsar era immobile come una statua accanto al centauro a scrutare la foresta illuminata dalla luce argentea della luna. Sembrava che tutto fosse tornato normale e che non fosse successo niente di strano; il suolo della foresta era sempre umido e quindi la pioggia infuocata non aveva innescato nessun incendio. Il candido lupo, mentre faceva la guardia, cercava di capire cosa o chi potesse aver provocato quella pioggia infuocata e se fossero stati gli stessi autori della devastazione vista precedentemente. Le due modalità di distruzione, però, erano diverse; se nel territorio dei kitsune il danno sembrava molto più grave, provocato da un folle potere distruttivo, lì sembrava diverso. Forse gli autori erano diversi e questo complicava le cose, perchè avrebbero dovuto combattere contro più nemici, forse alleati tra di loro. Nemici, per ora, del tutto sconosciuti.
    Mentre rifletteva e faceva deduzioni, un rumore di frasche lo fece sobbalzare e stava quasi per svegliare E'Riso immerso in un sonno profondo ma a provocare quei rumori era Kesya che si era temporaneamente trasformata in dragonessa per avere un successo maggiore nella caccia. Illuminata dalla luce della luna, la fiera Maleyes in forma draconica stringeva tra le fauci rosso sangue due cinghiali appena uccisi, mostrando tutto il suo trionfo.
    Appena tornò da suo fratello, Kesya tornò alle sembianze lupine per risparmiare energie per un eventuale attacco ed iniziò a sbranare il suo cinghiale, facendo il minor rumore possibile.
    "Tutto bene qui?" chiese a bassa voce.
    "Sì...E'Riso è sprofondato nel sonno. Aveva bisogno di riposare" rispose Felthsar.
    I due lupi iniziarono a mangiare le loro prede, la cui carne ancora calda e ben sanguinolenta era perfetta per due predatori selvatici come i Maleyes. Dopo essersi riempiti la pancia ed essersi ripuliti le fauci sporche di sangue, Kesya si accoccolò sotto ad un albero accanto a quello dove dormiva il centauro e si addormentò.
    Dopo un paio d'ore, i due Maleyes si diedero il cambio ed E'Riso, se si fosse svegliato, avrebbe visto la femmina Maleyes al posto del maschio.
     
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    E’riso si ridestò dal sonno una seconda volta, sentendosi finalmente riposato. Gli incubi avevano smesso di tormentarlo per quella notte.
    Si stiracchiò per qualche secondo, poi mosse gli zoccoli avanti e indietro, finché non ebbe la sensazione di essere completamente sveglio. Fatto ciò, si diresse accostò al luogo in cui si trovavano i due fratelli. Subito notò che a fare la guardia vi era Kesya.
    “Ciao!” La salutò a bassa voce per non svegliare il Maleyes maschio: “Se vuoi, rimango io. Vai pure a dormire.” Aggiunse con un largo sorriso sincero, mentre prendeva posto al suo fianco.
    Cercò di trovare un modo per passare il tempo che non fosse pensare; non gli piaceva lasciare vagare la mente, perché prima o poi essa s’incastrava in ricordi brutti. Decise, dunque, di fare un giro per la radura, senza allontanarsi dai suoi compagni di viaggio.
    Si avviò lentamente verso il centro della distesa verdeggiante, fino a superarlo e passare oltre. Man mano che procedeva scorgeva solo ed unicamente alberi. Non c’era traccia di animali.
    Poi, tutt’ad un tratto, udì un boato assordante. Si voltò indietro e galoppò verso i due lupi senza badare a cosa stesse effettivamente succedendo.
    La terra prese a tremare e poco a poco gli alberi caddero a sul terreno come pietre.
    Il centauro riuscì a raggiungere Felthsar e la sorella.
    “Via di qui!” Disse, senza neppure aspettare che il lupo maschio potesse svegliarsi.
     
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    Passò un periodo di tempo non ben determinato durante il quale non successe nulla di rilevante; solo il passaggio e il verso di qualche animale selvatico interruppero la calma notturna. La candida lupa Maleyes udì, molto in lontananza, gli ululati dei lupi della foresta, che comunicavano che la caccia notturna era andata a buon fine. La lupa non osò ululare in risposta, sia per evitare di svegliare suo fratello ed E'Riso, e sia per non mettere in allarme il branco. Successivamente, il centauro si svegliò e diede il cambio della guardia a Kesya, che sentiva la stanchezza prenderle la zampa. La candida lupa si limitò ad annuire in risposta al loro nuovo amico e senza proferire parola andò a distendersi accanto a suo fratello, profondamente addormentato. Passò solo qualche minuto che un'esplosione fortissima scosse l'intera foresta, svegliando di colpo i due Maleyes e mettendoli sull'attenti.
    "Che sta succedendo?" chiese Felthsar, allarmato.
    Ma non ricevette risposta nè da sua sorella, nè dal Centauro che urlò tre semplici parole, ai quali i due lupi obbedirono prontamente. Mentre scappavano verso una direzione presa per puro istinto di sopravvivenza, Felthsar e Kesya lanciarono un ululato di allarme ai lupi della foresta, per metterli in guardia.
     
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    La sua esortazione venne recepita immediatamente dai due lupi che presero a correre insieme a lui in una direzione non ben definita, poiché l’importante era allontanarsi dalla radura.
    Felthsar e Kesya emisero degli ululati per avvisare gli altri lupi della foresta ed infatti alcuni sbucarono da diverse parti e si unirono a loro. Sorprendentemente si fece vivo anche il cucciolo di Kitsune che avevano incontrato all’inizio del loro viaggio.
    Galoppò come se non ci fosse un domani, mentre intorno a lui e ai suoi compagni d’avventura continuavano a cadere alberi e sempre più creature spuntavano da tutte le zone per lanciare suoni di allarme.
    “Dobbiamo pensare a una specie di piano.” Disse il centauro. “Si stanno aggiungendo altre creature. Stiamo scappando senza sapere dove andare di preciso.” Aggiunse con una risatina di scherno, della serie: “Wow! Sto facendo la pensata più grande della mia vita.”
    Attese che i fratelli rispondessero con qualche idea, convinto che essendo loro abili predatori, magari riuscivano a tirare fuori un piano brillante.
     
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    Correvano senza sapere dove andare, correvano senza sapere cosa fare, correvano senza avere una minima idea di cosa stesse succedendo o di cosa potessero fare. Erano senza idee e procedevano tutti quanti per puro istinto. Con loro grande sorpresa, un batuffolo di pelo rosso con delle code sventolanti si affiancò a loro e al centauro. Era solo per pura fortuna che nessuno di loro venne schiacciato da uno dei mastodontici alberi della foresta, che ora cadevano come se fossero degli esili paletti.
    "Venite con me! Nella mia tana sotterranea sarete al sicuro!" urlò il piccolo kitsune ai due Maleyes e al Centauro, prendendo posto davanti a tutti.
    Grazie alla loro vista notturna, sia Kesya che Felthsar poterono scorgere chiaramente la piccola creatura correre nel bosco ed allontanarsi dalla zona degli schianti. Il cucciolo di Kitsune teneva anche alcune code verso l'alto, in modo da guidare meglio lupi e centauro nella foresta notturna. Anche se era ancora un cucciolo, quel kitsune si dimostrava essere molto coraggioso, per fiondarsi nel pericolo e portare in salvo i loro alleati.
    I due Maleyes del ghiaccio fecero a ritroso e di corsa, la stessa strada che percorsero all'andata, sperando che nella tana del Kitsune potessero fermarsi, riprendere fiato ed elaborare un piano.
     
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    “Figo, una tana sotterranea!” Esclamò E’riso, incapace di trattenersi; d’altronde per lui ogni momento era buono per stupirsi di qualcosa, anche in caso di pericolo imminente.
    Il piccolo Kitsune li guidò verso il suddetto nascondiglio, facendosi strada tra alberi caduti ed animali che passavano per andare dove ritenevano potesse esserci per loro un riparo o che semplicemente fuggivano spaventati senza una meta.
    Finalmente giunsero tutti e quattro a destinazione, sani e salvi.
    La tana sotterranea era una grotta scavata in discesa che sembrava essere molto lunga, forse arrivava fino alle viscere della terra, o forse terminava sotto il fondale marino. Al momento non era dato saperlo.
    Le pareti erano affrescate con schizzi e ghirlande di foglie intrecciate dai colori più disparati.
    “Magnifico!” Disse il centauro guardandosi intorno mentre riprendeva fiato. Dopo di che si rivolse agli altri. “Che cosa proponete di fare? Certo non sapere con chi abbiamo a che fare di preciso non ci aiuta. Forse dovremmo chiedere alle altre creature della foresta se hanno notato cose strane di recente.” Ipotizzò. Non gli piaceva quando non sapeva con chi avrebbe dovuto combattere o da chi doveva tenersi alla larga, non gli piacevano i “nemici” indefiniti.
     
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    La tana del kitsune fu come un rifugio durante un temporale. Lì non si sentivano più i rumori che stavano mettendo a soqquadro la foresta, anche perchè si erano allontanati di parecchio da quella scena di devastazione.
    "Benvenuti nella mia tana!" diede il benvenuto il piccolo kitsune.
    In quel momento, da dietro le pareti della grotta, apparvero altri cinque kitsune: due adulti, due adolescenti e un cucciolo femmina. Tutti con la pelliccia rossiccia identica e le nove code.
    "Grift! Vedo che hai portato compagnia!" disse il kitsune adulto maschio, in posizione di dominanza.
    "Sono miei amici, pa! Li ho appena salvati dalla distruzione. Stanno attaccando la foresta lungo la linea di costa!" rispose il cucciolo.
    "Hai visto chi è stato? Le entità malvagie o il lucertolone puzzolente?"
    "No, pa. E' stato un attacco improvviso, abbiamo solo avuto il tempo di scappare e di mettere in guardia tutti gli animali della foresta. I miei amici vogliono capire che cosa sta succedendo, ed aiutarci a combattere contro questi esseri. Prima, però, hanno bisogno di capire contro chi abbiamo a che fare."

    I due Maleyes intanto chinarono il muso al cospetto del kitsune alfa, in segno di rispetto e per far capire che erano ospiti e non avevano intenzioni cattive.
    "Lieto di fare la tua conoscenza e grazie per l'accoglienza. Io sono Felthsar e lei è mia sorella Kesya. Siamo dei Maleyes e facciamo parte del branco della Runa Azzurra. Siamo disposti a combattere al vostro fianco ma prima vorremmo sapere che sta succedendo. Abbiamo già combattuto e sconfitto vari nemici e può essere che tra tutta questa gentaglia ci sia un legame, che forse vogliano distruggere tutta l'isola." si presentò il lupo bianco.
    "Coraggiosi Maleyes, e coraggioso Centauro. Accomodatevi e ascoltatemi. La situazione è molto complicata da spiegare" il kitsune alfa balzò su una roccia, per farsi sentire meglio, mentre tutti gli altri si sedettero attorno agli ospiti, guardandoli con curiosità.

    Ok, ho messo in ballo anche Meno Zell, che è già stato visto provocare disastri nella foresta XD
    A te l'onore di muovere l'alfa e spiegare. Libera anche di dare i nomi a tutti gli altri kitsune ^^


    Edited by ZellDragon6 - 20/11/2020, 10:46
     
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