Io volevo solo mangiare in pace

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    Role pensata con Zell, ma si accetta un altro partecipante se non andiamo troppo avanti.^^
    E’riso arriva dalla role Un segreto è un segreto a Kerus.


    “Che bello il sole d’estate.
    Belle le giornate che t’illuminano
    d’immenso.
    Voglio imparare a volare,
    Sopra un drago voglio viaggiare,
    E con la testa fantasticare.

    Che bella la luna d’estate,
    Belle le notti che passi
    Con me.
    Voglio imparare a nuotare,
    Tra gli abissi voglio viaggiare,
    E con la testa sognare.

    Poi a un certo punto mi accorgo di essere povero,
    Di non avere un soldo
    E d’illudermi troppo.

    Poi una mattina mi sveglio tutto felice,
    In mano una radice,
    Che non mi serve a niente, che non mi serve a niente,
    Ma me l’hai data tu.”

    E’riso stava zampettando e canticchiando ad agio su di un sentiero della Foresta di Ahsnaeris. Era la seconda volta che passava per di lì; la cosa non gli dispiaceva affatto, anzi, sentiva proprio il bisogno di stare un po’ in compagnia degli alberi e delle creature del posto.
    L’ultima avventura a Kerus era stata a dir poco entusiasmante, tuttavia avvertiva l’esigenza di cambiare aria, prima di ritornare a fare casino in una città.
    Si fermò un attimo per ammirare meglio la vegetazione circostante. Subito l’occhio gli cadde su un albero alto all’incirca settanta centimetri, le cui foglie color arancio sembravano lunghe mani con sette dita.
    -Wow, bello! Un po’ inquietante, ma bello.- pensò il centauro. -Ha anche un buon profumo di cedro.-
    Si avvicinò con circospezione all’albero, casomai spuntasse qualcuno pronto a minacciarlo di invadere il territorio altrui e staccò una foglia da un ramo.
    -Forma a parte, sembra commestibile, al massimo passerò mezza giornata dietro un cespuglio.- si disse cacciandosi la foglia in bocca senza tante cerimonie.
    “Mhh. Buona!” Commentò masticando rumorosamente e assaporando il sapore con la lingua. “Dovrebbero servirla nelle locande con la cedrata fresca, così: manciata di foglie di quest’albero.” Aggiunse gesticolando.
    “Penso che banchetterò con un po’ di questa roba prima di proseguire. Devo ritrovare il Vlotmir che l’altra volta non l’ho assaggiato.”

    Edited by Rectina - 21/7/2020, 13:30
     
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    Felthsar e Kesya arrivano da qui:(role ancora in corso)
    https://kengard.forumfree.it/?t=75419162


    Era passata una settimana dalla battaglia al Bacio delle Onde contro i Ning ed al fianco di Zarthial, Rek e la squadra di guardia della Città Sotteranea. Kesya aveva portato nei pressi della cittadina i cuccioli rettiliformi, Mavet e Maddyn mentre Felthsar aveva visitato la Città Sotterranea, prendendosi gli onori della vittoria contro i Ning assieme al suo compagno di battaglia Zarthial e anche se la femmina Maleyes non c'era, anche lei era stata considerata una valida aiutante nella battaglia, con tutti gli onori meritati.
    Dopo aver sostato e riposato nella loro tana sulla Tundra del Bianco Meriggio, i due Maleyes decisero di andare in esplorazione nella Foresta di Ahsnaeris per studiarne meglio la natura rigogliosa di quella vasta foresta.
    Era una mattinata fresca e i due Maleyes stavano ancora sonnecchiando sotto gli alberi dopo la loro fruttuosa caccia notturna. Accoccolati l'uno sull'altra, i due candidi figli del gelo in forma lupina spiccavano nel verde della foresta ma, immobili com'erano, da lontano potevano sembrare un'insolita roccia bianca in una foresta dove di pietre vi erano ben poche.
    Un leggero canticchiare venne captato dalle sensibili orecchie triangolari dei due lupi che li fecero svegliare delicatamente.
    "Chi è che canta?" chiese Kesya, dopo aver sbadigliato, mostrando tutta la sua chiostra di zanne candide come la neve.
    "Non lo so, ma viene da dietro quegli alberi..." rispose Felthsar, sbadigliando a sua volta ed alzandosi sulle zampe.
    Ancora un pò intorpiditi dal sonnellino, i due lupi zampettarono lentamente in direzione della voce e poco dopo apparve un centauro, che decise di fare colazione presso uno strano albero dalle foglie arancioni. Era la prima volta che i due Maleyes vedevano un esemplare di centauro e rimasero fermi nella loro posizione studiandolo con i loro occhi spalancati dallo stupore.
    La creatura erbivora, dalla sua posizione, poteva scorgere i due lupi e il suo istinto poteva scambiarli per probabili predatori ma i Maleyes non davano alcun segno di aggressività nei suoi confronti.

    Edited by ZellDragon6 - 23/7/2020, 12:42
     
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    “Che bello il tramonto d’estate.
    Belle le nubi nel cielo
    violaceo.
    Voglio imparare a godere,
    E a null’altro pensare,
    Se non a te.”

    E’riso continuava a canticchiare, mentre staccava manciate di foglie arancioni e se le ficcava in bocca, masticando avidamente.
    A un certo punto, però, udì un leggero fruscio e subito dopo scorse due creature dal pelo bianco che sbucarono da dei cespugli. I tre si fissarono per qualche momento, con il centauro che rimase con un pugno di foglie in mano.
    -E questi?- si chiese sbattendo ripetutamente le palpebre. -Sembrano lupi.-
    Il giovane studiò le creature con sguardo curioso, per niente sospettoso o torvo, semplicemente non aveva mai visto degli esemplari di lupi dal manto bianco e quelli gli sembravano affascinanti.
    -Beh, andiamo a fare gli onori di casa.- si disse, mdopo aver staccato un grosso ramo di foglie.
    “Salve!” Li salutò in tono gioviale. “Ce n’è in abbondanza. Prego!” Aggiunse porgendo loro il ramo.
    “Hanno un sapore simile al cedro…” si bloccò un attimo soprappensiero; avrebbe voluto concludere il discorso con una frase del tipo: “Anche se immagino che voi preferiate di più la carne.” Ma l’istinto gli suggerì di tenere quella considerazione per sé. -Meglio non scherzare con loro fin tanto che non li conosco. Con Lart era diverso, lui al massimo mi dava una scarica elettrica e bella lì; questi altro che scarica elettrica di qualche secondo.-
    nell’attesa che i due lupi si decidessero a parlare, il centauro continuò a cacciarsi in bocca foglie una dopo l’altra.
     
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    Il centauro si accorse subito della presenza dei due Maleyes appostati nella vegetazione ma la sua reazione fu positiva. Non scappò, non caricò i lupi temendo un loro attacco ma si avvicinò a loro amichevolmente, salutandoli e porgendo loro il ramo con le foglie arancioni, ricordandosi solo in un secondo momento che i lupi non erano vegetariani come un centauro.
    "Oh buona giornata! Grazie per la generosa offerta ma siamo già con la pancia piena per la caccia notturna e non mangiamo vegetali. E puoi stare tranquillo, non cacciamo i centauri!" esordì Felthsar salutando la creatura davanti a loro.
    "E' la prima volta che incontriamo un esemplare di centauro. Come ti chiami? Io mi chiamo Kesya e lui è il mio fratello Felthsar. Siamo entrambi dei Maleyes del Ghiaccio e facciamo parte del fiero branco della Runa Azzurra" aggiunse Kesya, presentando se stessa e suo fratello, toccandosi con la zampa anteriore la runa che portava al collo.
     
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    “Mhh! Ho capito, ho capito.” Rispose E’riso quando le due creature gli dissero di essere due fratelli ed accennarono qualcosa alla loro specie. “Beh, io non ho mai conosciuto dei Maleyes, quindi suppongo che ci guadagnano entrambi.” Aggiunse con un caloroso sorriso.
    “Io mi chiamo E’riso. Sono cresciuto nei pressi di Itios, anche se in città ci sono sempre andato per far baldoria.” Raccontò, smettendo per un istante di mangiare e pulendosi la bocca con le dita della mano destra. “Quelli del mio branco, tribù, chiamatelo come volete viaggiano da soli. A volte però ci ritroviamo in qualche foresta tanto per.” Concluse senza scendere nei dettagli, perché per quanto fosse un tipo socievole, non amava granché parlare della propria gente, ma solo di avventure ed esperienze vissute.
    “Che ne dite di farci un giro per Ahsnaeris?” Chiese allegramente; si sentiva sazio e inoltre fremeva dalla voglia di ritrovare l’albero di Vlotmir. Chissà che, una volta trovato, non riuscisse a portare un rametto di foglie ad Elsa.
    “A meno che non abbiate qualcosa di meglio da proporre.”
     
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    Il centauro disse che anche lui non aveva mai visto creature come i Maleyes, in effetti quelli della razza lupin-draconica erano tra le creature più rare di tutta Kengard, forse un pò meno rari degli Shiura, ma decisamente più rari dei centauri. Disse poi di chiamarsi E'riso, originario di Itios e frequentatore di città ma che non disdegnava di esplorare anche gli ambienti naturali come quello in cui si trovavano ora. Il centauro poi chiese ai due lupi dal pelo bianco di fare un giretto esplorativo della foresta, proposta che i due fratelli pelosi accettarono di gran voglia, mostrando il loro assenso muovendo la coda.
    "Certo. Siamo venuti qui per esplorare questo nuovo ambiente. Non è freddo come i ghiacci da dove proveniamo ma questi alti alberi aiutano a proteggerci bene dal sole" rispose contento Felthsar.
    "A differenza tua, E'riso, noi non frequentiamo le città. Non ci piace il chiasso e il movimento continuo che caratterizzano gli insediamenti urbani. Preferiamo luoghi naturali come questa stupenda foresta che avrà molto da mostrarci." aggiunse Kesya.
    Felthsar fece un segno con il muso su quale direzione prendere, seguendo il suo istinto da creatura ferale in intimo contatto con la Natura stessa.
    I due lupi fecero da apripista, mantenendo un'andatura regolare ma intervallata da diverse soste dove, usando principalmente il fiuto, studiavano le varie piante che popolavano Ahsnaeris, alcune delle quali molto esotiche.
    "E'riso! Hai mai visto le piante e i funghi bioluminescenti? Questa notte la foresta era illuminata come se ci fossero delle lanterne magiche degli elfi. Uno spettacolo bellissimo!" gli chiese il Maleyes maschio mentre annusava un grande fungo bioluminescente che però ora era spento e sembrava un fungo del tutto normale.
    "E guarda questo abete! Ha gli aghi azzurri! Non ne ho mai visto uno. Gli abeti dell'Ossidiana non sono così" aggiunse Kesya mentre scrutava verso l'alto l'esotico albero che, con le sue. fronde azzurre, schermava i funghi dai raggi solari.
    I due Maleyes vennero letteralmente trascinati dai colori, dai profumi e dalle sensazioni che quell'ambiente suscitava e sembrava quasi che non fossero realmente lì ma in una sorta di stato meditativo.

    Ok, i miei lupetti sono letteralmente presi dalla natura del posto ma tra un post o due ho un'idea X3
     
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    “Ghiacci? Quindi vivete nell’estremo nord dell’isola?” Chiese il centauro. Una domanda un po’ infantile la sua, ma tutto andava bene pur di mantenere viva la conversazione: “Io non ci sono mai stato da quelle parti. Non sarebbe un posto ospitale per me, rischierei di rimanerci ghiacciato.” Concluse con una risatina di scherno rivolta a se stesso.
    Il dialogo proseguì tranquillamente ed E’riso notò che i due fratelli parlavano sempre l’uno dopo l’altra. Si domandò se lo facessero per un sincero legame di sangue o ci fosse dell’altro; non voleva apparire sospettoso per niente, ma non aveva mai assistito a un comportamento simile.
    “Sì, questa foresta ha dell’incredibile.” Rispose alla lupa, mentre il suo sguardo vagava qua e là in cerca dell’albero di Vlotmir. Per un attimo si chiese dove si trovava Elsa in quel momento, se per caso era alla tana, magari sarebbe riuscito a portarle un ramo.
    Felthsar lo ridestò dai suoi pensieri. Il centauro ci rimise un po’ a ritornare con la testa al discorso.
    “Eh… No, mai viste piante e fiori bioluminescenza, ma potremmo approfittarne per vederle questa notte. Sarebbe fantastico percorrere tutto il sentiero di alberi bioluminescenza fino al mare. Non so se lo sapete, ma ho sentito dire che questa foresta si affaccia direttamente sul mare.”
    Il giovane si trotterellava a fianco dei due Maleyes senza difficoltà. Si sentiva a suo agio nella foresta con quelle creature.
    “E guarda questo abete!”
    Non appena lo vide, il centauro si staccò dal gruppetto per avvicinarsi frettolosamente all’albero con ardore ed un sorriso a trentadue denti che gli incorniciava il volto. Tirò unlungo sospiro di piacere, estasiato dalla vista di quell’albero così affascinante e dai ricordi ad esso legati.
    “Questo albero si chiama Vlotmir.” Annunciò con fin troppo trasporto nella voce. Poi cominciò a snocciolare tutto ciò che gli veniva in mente in proposito, il sorriso ancora ben stampato in viso.
    -Accidenti! Devo darmi una calmata o penseranno che il Vlotmir induca all’euforia o roba simile.-
    “L’avevo già visto e mi aveva particolarmente colpito.” Cercò di giustificarsi.
    -Dopo ripasso a prendere un rametto.-
    “Che ne dite di arrivare fino al mare?” Propose dopo essersi ricomposto.

    Ok. Aspetto di conoscere la tua idea. Avevo in mente qualcosa anche io, ma fai pure.^^
     
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    L'osservazione della foresta continuò, con gran entusiasmo sia dei due Maleyes lupini che del centauro che vennero affascinati dalla biodiversità del luogo. E'riso si avvicinò allo strano abete dagli aghi azzurri indicato da Kesya e disse che si chiamava Vlotmir.
    "Vlotmir? Non ho mai sentito questo nome..è strano!" commentò la candida Maleyes lupina inclinando il muso con fare curioso.
    Il centauro poi propose di dirigersi verso il mare.
    "Perchè no? Può darsi che avvicinandoci alla costa possiamo trovare altre meraviglie...o altre creature! Si dice che questa foresta sia dimora delle creature più selvagge e più in sintonia con la Natura, come i draghi o varie razze di lupi" rispose Felthsar alla proposta di E'Riso.
    I due Maleyes deviarono di percorso e puntarono verso Nord, perchè era in quella direzione che si trovava la costa. Il tragitto fu regolare ma per nulla noioso, visto che la biodiversità di quel luogo era sempre diversa ed affascinante. Incrociarono anche alcune creature selvatiche della foresta: volpi rosse, gatti selvatici e un branco di lupi grigi. Gli animali rimasero comunque a distanza del gruppo insolito, limitandosi ad annusarli e a studiarli dalla distanza, ma vicini a sufficienza da essere visti nei dettagli.
    Dopo circa un'ora e mezza di cammino in mezzo alla foresta rigogliosa, i tre viandanti si trovarono davanti ad uno scenario che nessuno di loro aveva previsto: circa quattro ettari di foresta davanti a loro era stata letteralmente rasa al suolo e bruciata, come una ferita slabbrata in un corpo sanissimo.
    "Cos'è successo qui? Un incendio? Un drago ha dato fuoco a questo lembo di foresta?" chiese il Maleyes maschio, con la coda bassa e visibilmente turbato da quella devastazione.
    "Qualcuno qui ha dato fuoco ma non credo che sia stato un drago...sento uno strano odore, oltre a quello della cenere. C'è qualcos'altro...qualcosa di oscuro. Puzza di morte! Qualche creatura oscura o non-morta deve avere provocato tutto questo." rispose la sorella, mentre annusava il terreno.
    "Quanto tempo credi che fosse successo, Kesya?"
    "Non più di una settimana..." rispose la lupa, sollevando il muso ed annusando l'aria.
    "Ma chiunque sia stato, non è più nei paraggi....credo" aggiunse.
    "Stiamo comunque attenti, E'riso" Felthsar si rivolse al centauro, mettendolo in guarda da qualcosa che non avevano ancora capito cosa fosse.
    Vedere quella distruzione in una foresta così vergine, comunque, portava nei due Maleyes un senso di inquietudine, come se fosse stato distrutto parte del loro Habitat.

    Oook...per sapere di più cosa è successo trovi la risposta qui da parte dell'anziano elfo a Knawr:
    https://kengard.forumfree.it/?t=77458802&st=15
     
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    A quanto pareva, nessuno dei due fratelli aveva visto un albero di Vlotmir prima d’ora. E’riso si compiacque nel sapere che era stato lui a farglielo conoscere; certo, non c’era un vero e proprio motivo per compiacersi di un fatto del genere, solo il gusto di sentirsi Alberto Angela per qualche momento.
    La sua richiesta di dirigersi verso la costa venne accolta ad unanimità, anche se ciò significava cambiare verso.
    -Sembrano parecchio curiosi, non so se ad affascinarli siano di più le piante o gli animali. Per me le piante. Le creature che vedo non mi sembrano particolarmente festaiole. Sarà la diffidenza del primo sguardo, sarà che qui siamo in piena foresta. Mah!- pensò il giovane mentre galoppava insieme agli altri due. Aveva sempre trovato facile interagire con creature o persone come Lart, per esempio: gli rendevano le cose molto più semplici. Creature o persone che basta un’occhiolino e subito amici.
    “Crib…” le parole gli morirono in gola. Il gruppo si trovò di punto in bianco dinnanzi ad ettari di foresta completamente bruciata. Il centauro si voltò verso il sentiero da cui erano appena passati, poi rivolse nuovamente lo sguardo dinnanzi a sé.
    Felthsar e Kesya cominciarono a fare supposizioni e a fiutare l’aria. Dal canto suo, E’riso non faceva altro che guardare dappertutto.
    “Sì, stiamo attenti.” Rispose tranquillamente. “Io sono per andare avanti se vi va.” Propose con cautela, notando il senso di inquietudine che traspariva dai musi delle due creature. “Avete detto che chiunque abbia fatto questo” ed indicò il terreno bruciato “Non sembra essere più qui. Proseguiamo, magari troveremo altro.” -Nel bene e nel male.- concluse fra sé, per niente intenzionato ad alimentare il senso di malinconia dei suoi nuovi amici.
     
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    Dopo aver annusato e tastato il perimetro del terreno bruciato, i due Maleyes indietreggiarono per portare le zampe sul terreno sano della foresta. Avevano visto e sentito abbastanza.
    "Dovremo informarci con l'anziano elfo di Knawr....forse lui saprà qualcosa di più" propose Felthsar.
    "Sì. Se c'è qualche minaccia nella Foresta dobbiamo saperlo...ed allertare tutte le creature!" rispose Kesya.
    I due candidi lupi poi tornarono a rivolgersi a E'riso.
    "Sì, proseguiamo ma aggiriamo questa devastazione. Non mi piace sentire sotto le zampe questo terreno bruciato e fiutare questa puzza di morte. Preferisco allungare il percorso ma proseguire nella foresta sana. Anche perchè potremmo incontrare qualche abitante senziente di Ahsnaeris che sa qualcosa di più di quello che è successo." propose il Maleyes maschio, per poi sospirare leggermente.
    "A Kengard ci sono tribù di elfi e altre creature della Terra e della Natura che possono aiutare la foresta a ricrescere ma il danno che è stato fatto è enorme! Considerando che sono andate bruciate tutte le bellezze che abbiamo visto finora" aggiunse Felthsar, con voce triste.
    Il Maleyes si mise subito in cammino, rientrando nella parte sana della foresta e seguendo parallelamente il confine che ora divideva il terreno sano da quello malato. Un confine quasi del tutto rettilineo.
     
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    Ci fu un breve scambio di battute tra i due Maleyes, poi Felthsar parlò per entrambi, sostenendo che non c’erano problemi per loro a proseguire il viaggio, purché si aggirasse quello spiazzo di terra bruciata.
    “Certo! Sono d’accordo!” Rispose il centauro. “Io non me ne intendo granché di botanica, ma penso che bisognerebbe fare in fretta per far rivivere questo posto. Più passa tempo, più potrebbe essere difficile rifar crescere tutto.” Concluse mentre mangiucchiava un pezzo di foglia che gli era rimasto incastrato tra i molari.
    I tre si rimisero in marcia lungo un sentiero rettilineo che costeggiava la zona di terra devastata.
    Percorsero diversi ettari di terreno, prima di trovarsi di fronte ad una grossa crepa sul terreno che separava la foresta in due parti. E’riso si sporse leggermente in avanti per vedere meglio: il terreno era spaccato in due e la fenditura creatasi sembrava parecchio profonda, oltre che larga almeno un metro.
    “Non per mettervi in allarme, ma qui sta succedendo qualcosa di strano.” Dichiarò in tono asciutto. Poi, senza attendere risposta, si diresse verso sinistra con l’intenzione di vedere se la spaccatura s’interrompesse più avanti oppure no.
    -Il campo bruciato ci poteva anche stare, ma questo non lo so.- pensò. -Sembra che qualcuno voglia distruggere la foresta o le creature che la popolano.-
     
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    I due Maleyes e il centauro continuarono a costeggiare la zona martoriata della foresta e la creatura equina mise in guardia i due canidi sul fatto che stava succedendo qualcosa di strano e che poteva succedere ancora.
    "Restiamo in guardia. Gli autori di questo disastro o i loro complici potrebbero ancora trovarsi nella Foresta. Orecchie tese per captare ogni minimo rumore sospetto!" rispose Felthsar a voce moderata per non farsi sentire da altri che non fossero sua sorella e il centauro.
    Dopo una distanza che sembrava enorme, finalmente giunsero alla fine della terra bruciata, oltre la quale la Foresta riprendeva normalmente nella sua maestosità naturale.
    I due Maleyes ripresero a zampettare nel folto di Ahsnaeris, le loro orecchie triangolari erano tese in avanti, pronte a catturare qualsiasi rumore che potesse sembrare sospetto mentre i loro musi scrutarono l'ambiente attorno, pronti a scattare in caso di pericolo. Mentre percorrevano una sorta di tunnel sotto a delle conifere, il lupo bianco si fermò e mosse ulteriormente le orecchie.
    "Ho sentito dei passi. Davanti a noi, dietro quella fila di abeti." sussurrò Felthsar a sua sorella e facendo segno ad E'Riso di non muoversi.
    "Qualcosa di grosso? Un nemico?" chiese Kesya, puntando il muso nella direzione indicata dal Maleyes maschio.
    "No, una creatura piccola. Si sta nascondendo...è meglio controllare chi è...se è una preda, lasciamola andare"
    Senza attendere oltre, il candido Maleyes lupino prese la rincorsa e, con un balzo agile, piombò nel punto dove aveva sentito i passi sospetti. Rannicchiato sotto ad un albero caduto, c'era un kitsune, poco più che cucciolo, di colore rossiccio. Terrorizzato dalla vista del canide più grosso, abbassò tutte le sue nove code, bloccandosi in una posizione di sottomissione e paura. Non aveva nemmeno l'ombra di essere un complice del disastro che si era verificato poco distante e, alla vista di quel kitsune terrorizzato, il lupo bianco assunse una posizione meno aggressiva e richiamò la sorella e il centauro con un latrato.
    "Scusa se ti ho spaventato, cucciolo, ma credevo che fosse qualche creatura malvagia. Qui vicino è stata bruciata una grande porzione di foresta" si rivolse al kitsune, che assunse una posizione meno terrorizzata.
    "Spero.....che tu...non...faccia parte di quegli schifosi......." la voce del kitsune tremava ed era molto fine.
    "No...anzi...mi piacerebbe sapere chi sia stato" disse Felthsar mentre venne raggiunto da Kesya.
    "D...degli spettri oscuri....tutti neri...e puzzolenti. Alcuni di loro erano....alati...ma non erano draghi. Erano come....dei grandi...pipistrelli. Sono apparsi dal sottosuolo e.....in pochi minuti...hanno provocato la distruzione....della...foresta. Un d....disastro...n...non siamo riusciti...a f...fare niente per f...fermarli. Poi...s...sono spariti così come sono a...apparsi..." la voce del kitsune mostrava tutto il terrore che aveva quella piccola creatura nel vedere con i propri occhi la propria casa venire messa a fuoco.
    "Quanto tempo fa è successo?" chiese Kesya
    "Quattro...giorni...fa..al tramonto" rispose il Kitsune.
    Il candido lupo si volse verso Kesya e E'Riso.
    "Che ne pensate? La situazione è alquanto grave. Sembrerebbero nemici molto potenti!" fu il commento del Maleyes.
    "Potenti o no, se ci capitano davanti non possiamo lasciarli distruggere questa foresta. Dobbiamo combatterli!" rispose combattiva Kesya.
    "Prima però sarebbe meglio sapere qualcosa di più su di loro. Da dove vengono, come agiscono e perchè lo fanno!".
    Kesya annuì, mentre attesero anche l'opinione di E'Riso al riguardo.

    PNG: un kitsune adolescente che vive in questa zona di Ahsnaeris, diretto testimone di quanto è successo ^^
     
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    Alla fine si optò per proseguire il cammino oltre la parte di foresta bruciata. Occhi ed orecchie ben aperti in caso di pericolo, poiché secondo Felthsar chi aveva causato quei disastri nella foresta poteva ancora essere in giro.
    Mentre attraversavano dapprima un tunnel di abeti e poi uno di conifere, ad E’riso rivenne in mente la canzoncina che stava canticchiando poco prima; forse avrebbe dovuto migliorare qualche verso non proprio brillante e magari farci una melodia con il flauto che gli aveva regalato Lart, o perché no, un accompagnamento con un tamburo.
    -Che bello il sole d’estate,- cominciò a fare dentro di sé, muovendo solo le labbra in maniera impercettibile.
    Tutt’ad un tratto, uno dei due fratelli parlò a bassa voce ed il centauro dovette interrompere la composizione in corso.
    “Di cosa si tratta?” Chiese con un fil di voce, mentre si guardava intorno con circospezione.
    “Un kitsune! Wow! Non ne avevo mai visti così piccoli!” Si lasciò sfuggire E’riso, non appena vide la creatura a cui faceva riferimento il Maleyes maschio. Si avvicinò al cucciolo con fare amichevole.
    “Ehi, amico!” Lo salutò allegramente: “Scusa se ti abbiamo fatto prendere un bello spavento. Tieni, sono delle foglie di Lirisio.” Aggiunse, porgendogli una manciata di foglie che si era portato dietro.
    Il Kitsune le accettò, seppur titubante, quindi raccontò loro delle creature che avevano devastato la zona di foresta da cui erano passati. Li mise al corrente su diversi particolari, come il tempo trascorso dall’accaduto e il tipo di creature, ma, come detto dai due lupi bianchi, avevano bisogno di saperne di più.
    “Penso che sia il caso di proseguire.” Affermò risoluto: “Possiamo combattere, ma mi sembrano esseri potenti e quindi ci servirebbero rinforzi, una strategia di combattimento, ma soprattutto più informazioni sul loro conto. Sinceramente, vorrei evitare una battaglia inutile; combatto solo se ne vale la pena.” Concluse con una scrollata di spalle. Lui picchiava e lanciava fiamme e quant’altro, ma non era stupido; non rischiava se il gioco non valeva la candela.
    “Andiamo avanti.” Propose. “Tu, se vuoi, puoi venire con noi.” Disse rivolto alla piccola creatura. “Non credo che manchi molto alla distesa d’acqua. Inoltre, teniamo conto che il sole si sta abbassando e occorrerà trovare un posto accettabile per la notte.”
     
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    Incubo infernale

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    E'Riso era d'accordo con i due Maleyes: voleva proseguire assieme a loro, che avrebbe combattuto al loro fianco qualora fossero apparsi le creature descritte dal Kitsune ma che anche voleva sapere di più sul loro conto, per elaborare poi una migliore strategia di combattimento. Se poteva, avrebbe volentieri evitato di combattere.
    Dopo avere offerto al cucciolo peloso rossiccio delle foglie di Lirisio, ben accettate dal piccolo Kitsune, il centauro gli chiese se poteva unirsi a loro fino alla costa.
    "Vi ringrazio ma il posto più sicuro per me è la Foresta, è la mia casa. Dietro quei grossi abeti c'è la tana del mio branco e mia madre si arrabbierebbe molto se non tornassi entro il tramonto. Ma sicuramente riferirò del vostro passaggio. Sapere che ora ci sono creature come voi che sorvegliano la foresta, mi fa sentire più sicuro. Buona fortuna!"
    "Fai comunque attenzione. Tu e il tuo branco!" Felthsar mise in guardia il cucciolo.
    "Certamente!" e con quelle parole, il Kitsune raccolse le foglie di Lirisio e sparì tra gli alberi, correndo verso la tana.
    I due Maleyes osservarono le code della creatura allontanarsi nella foresta, fino a sparire nel verde.
    "Quel cucciolo ci ha dato già degli indizi su quelle creature...poverino...sarà stato un trauma per lui vedere la sua casa venir messa a ferro e fuoco..." fu il commento di Kesya.
    "Già...spero che ora lui e il suo branco venga lasciato in pace..." rispose il Maleyes maschio, tornando con la memoria al proprio branco.
    "Su proseguiamo! Vorrei essere sulla costa prima del tramonto!" aggiunse, rimettendosi in marcia.

    Se vuoi, nel prossimo posto ci spostiamo direttamente sulla costa, sono curioso della tua idea X3
     
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    Cucciolo

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    Il cucciolo di Kitsune preferì non unirsi a loro, e del resto, aveva delle buone ragioni per non farlo.
    “Bravo!” disse E’riso, grattandogli leggermente la testa. Quel piccolo stava crescendo con dei saldi principi, n’era certo. Sorrise bonariamente mentre lo vide sparire tra gli alberi.
    “Già, avranno sofferto.” Fece poi in risposta a Kesya.
    Dopo di che si rimisero in marcia con l’obiettivo di raggiungere la costa entro il tramonto.
    Attraversarono ettari ed ettari di foresta rigogliosa, sempre osservati da lontano da qualche creatura che tuttavia non osò mai attaccarli o intralciare il loro cammino.
    Intanto, il sole calava sempre più in basso. E’riso si fermò un istante ad ammirarlo, poi proseguì per non restare indietro.
    Finalmente giunsero alla costa prima del crepuscolo. Il mare era una distesa d’acqua cristallina, sulla quale si rifletteva un cielo limpido. Tutt’intorno una fitta e verdeggiante vegetazione.
    “Io lo trovo magnifico!” Si lasciò sfuggire, sorridendo a mo’ di bambino felice davanti a un regalo di compleanno particolarmente desiderato.
    “Immagino che con l’arrivo del buio dovrebbero vedersi le piante bioluminescenti, o come avete detto che si chiamano.” Aggiunse in seguito.
    Il buio non tardò ad arrivare, peccato che degli alberi e dei fiori Bioluminescenza non se ne vedeva nemmeno l’ombra. D’altro canto, però, nessuno dei tre poteva ancora sospettare che qualcuno si fosse impossessato della capacità di tali piante.

    Per il momento, il nostro nemico si è preso la capacità delle piante Bioluminescenza di fare luce, quindi tutta la foresta è al buio.
     
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