Finalmente, ghiaccio e pelle fredda!

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  1. Tirannosaurorex
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    Splendore celeste

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    Dalla era irritata. Non il suo personaggio, non Anna. Ma lei, Dalla, e più di quanto avrebbe mai voluto ammettere. Era da parecchio tempo che gli eventi non la imprigionavano in un percorso obbligato in cui lei non aveva alcuna voce in capitolo, e la sensazione non le piaceva per nulla. Non serviva possedere le stessa capacità di leggere le emozioni altrui che possedeva Ksefira per percepire la nube nera che la circondava. Anzi, era abbastanza certa che se il grifelfo su cui stava e la sua compare appena davanti a lei non avessero aperto bocca una sola volta durante il viaggio, in parte era pure colpa della sua cupa influenza.
    Il viaggio durò molto più di quello che lei avrebbe voluto, ma molto meno di quello che si aspettava. Una volta superato il primo step di odio verso tutto e tutti, sfruttò il tempo di volo per sbirciare la mente dei due malcapitati a portata e di innestare nella loro mente dei pensieri per renderli il più mansueti possibile nei suoi confronti. Non che intendesse sprecare troppa energia, eh, soprattutto se non sapeva cosa avrebbe dovuto affrontare, ma preferiva avere quanto meno la certezza che non la pugnalassero alla schiena nella prima occasione.
    Quando finalmente atterrarono, Dalla scese di mala voglia dalla groppa del grifone (e solo perché aveva esplorato la sua testa quanto bastava per capire quanto il viaggio lo avesse provato). L'unica cosa che lei avrebbe voluto fare in quel momento, ma che sarebbe morta piuttosto che farlo in mezzo a quegli sconosciuti, era di massaggiarsi il deretano che le doleva dopo la lunga volata. Invece si strinse nel mantello, si distanziò dagli altri di qualche metro e lanciò a Ksefira un'altra occhiataccia carica di astio, aggiungendo pure il freddo alla lunga lista di torti che l'umana le aveva già fatto.
    Finse di non interessarsi alla spiegazione di Ksefira sul perché fossero venuti lì, ma non riuscì a costringersi a ignorare per molto la sua curiosità. La sua espressione non cambiò: continuò a sfregarsi le mani, a osservare annoiata le nuvolette calde che uscivano dalla bocca di tutti, ma non poteva fare a meno di pensare. Cos'erano quei sette strumenti? Perché erano tanto importanti e perché aveva dato per scontato che tutti li conoscessero? Se un'organizzazione come la Nebbia si era presa la briga di arrivare fin sul tetto del mondo per recuperarne un frammento, a qualcosa dovevano pur servire...
    Il rumore della neve che veniva gettata lontano distolse Dalla dai suoi pensieri. Krisal aveva appena scoperchiato la tana dei vampiri e si apprestava a volare via. Dalla la osservò distrattamente mentre si confondeva sempre di più contro il cielo grigio. E così, se ne andava uno dei loro airbus.
    Solo quando Ksefira parlò di nuovo, Dalla capì che non i suoi livelli di irritazione non avevano ancora raggiunto l'apice. Che cacchio di domanda era se preferivano il furtivo o la distruzione di massa? Ma aveva visto chi aveva attorno? Si era almeno informata su cosa avrebbero incontrato nel dungeon? Il suo sguardo corrucciato si spostò da Ksefira verso gli altri e li squadrò tutti più o meno attentamente. Conosceva lo stile di combattimento di quasi tutti, o perché li aveva visti in prima persona o perché aveva sbirciato nella loro memoria. L'unico in dubbio era Void, ma dalla sua costituzione e armamentario era difficile pensare che fosse un warlock striminzito.
    Dalla sospirò sonoramente e si avvicinò al gruppetto. Anche se lei non aveva nessuna intenzione di aiutare Ksefira o di facilitarle il lavoro, era anche vero che prima finivano e prima avrebbe potuto tornarsene a casa. Con quel suo contegno da prima donna non avrebbe ottenuto nulla se non di finire in una trappola. Si schiarì la voce per attirare l'attenzione dei presenti.
    < Ma non è ovvio? Meglio una distruzione furtiva di massa. - alzò gli occhi al cielo, come se stesse spiegando la cosa più banale del mondo - Non allontanatevi troppo da me e posso fare in modo che nessuno ci scopra, anche se vi mettete a distruggere ogni cosa. >
    Scrollò le spalle con noncuranza, come se avesse appena proposto una passeggiata in riva al mare e non di nascondere nel nulla una mezza dozzina di persone. Fece cenno a Elenthyr e Aruksian.
    < Voi due procedete davanti. Siete sicuramente i più agili tra noi e nel caso possano percepire le illusioni abbiamo bisogno di colpire in fretta. >
    Si voltò verso la scimmia.
    < Void, te proteggi la retroguardia insieme a lei. - gli disse, indicando Keira - Dobbiamo poter contare su qualcuno che protegga la nostra unica via di fuga mentre avanziamo per quei corridoi. >
    Infine si rivolse a Ksefira. La squadrò da capo a piedi con il mento alzato. Magari, senza spada, l'umana non era tanto letale quanto lo era stata nella loro precedente avventura, ma aveva la sensazione che sapeva comunque come difendersi.
    < Io e te, al centro. Puoi percepire anche le emozioni dei non-morti e indirizzarci contro di loro? In ogni caso, io non posso combattere se devo impiegare i miei poteri in maniera troppo estesa: ho bisogno di protezione... - le si avvicinò e le sussurrò all'orecchio - ...e di parlare. >
    Solo Ksefira aveva potuto sentire quell'ultima parola, o anche solo notare il suo movimento. Per tutti gli altri, lei si era spostata verso l'entrata del covo. Lanciò a Ksefira un sorrisetto sardonico, come se la sfidasse a contraddirla. Forse era vero che chi abitava a Kengard doveva abituarsi ad un minimo di entropia, ma nessuno poteva costringere Dalla a buttarsi in un dungeon zeppo di vampiri senza una vera strategia d'attacco.
    Avanzò di qualche passo, così da coincidere con il fantasma illusorio che tutti gli altri vedevano e indicò l'entrata con il pollice appena sopra la spalla.
    < E ora sbrighiamoci... mi si stanno gelando i piedi. >
     
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4 replies since 31/10/2020, 11:03   1526 views
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