Mezzanotte e tutto va bene

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    Agharavel era in volo verso il mare. Yhana le ripeteva sempre di non stare troppo tempo in giro di notte, non perché non si potesse difendere, ma perché alla mattina sarebbe stata scontrosa e avrebbe spaventato i suoi clienti. Ma quella notte non se la sentiva di rimanere al nido di stelle a non fare nulla, quindi decise di andare a nuotare. Avvistò la distesa sconfinata e decise di tuffarsi senza pensarci due volte: andò sott'acqua e ci rimase un quarto d'ora circa, cercando per sfizio di acchiappare qualche pesce, ma non l'avrebbe mangiato, provava solo a prenderli senza ucciderli. Poi risalì in superficie in mezzo a mille spruzzi: in giro c'era solo qualche gabbiano, quindi non l'avrebbe vista nessuno. Dopo aver planato sfiorando la superficie, atterrò e si sdraiò sull'acqua per guardare il cielo, cercando le costellazioni preferite. Si stiracchiò pensando: "Questa sì che è vita!".
    Ora posso vero?
     
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    Non potevo resistere, dovevo entrare con Aesingr. Mancava proprio un altro drago d'acqua!


    Quella situazione stava diventando assurda. Lo era già a dire il vero, non poteva essere diversamente quando si metteva piede o artiglio a Kengard, ma non sapeva spiegarsi in alcun modo come potesse aver accettato di trascinare le barche piene di carico di quella gente. Troppi nomi! Aes aveva il pallino di aiutare gli altri, non sapeva dire di no se qualcuno gli chiedeva un favore e forse era disponibile proprio perché ciò non accadeva così spesso. Era felice di poter dare una mano e non sentiva il bisogno di discriminare specie per paura, per quanto poco d'accordo fosse andato con gli umani al suo arrivo ormai poteva dire che avessero in qualche modo corretto il tiro. Di umane gradevoli, anche se fuori di testa, ne aveva trovate a sufficienza da poter credere che non ci fosse nulla di sbagliato nella loro specie. Era solo in alcune delle loro testoline che le cose frullavano male.
    "La cassa del pesce a Rokara, il baule con le scorte e i ferri a Eler"
    Aes socchiuse le palpebre e annuì poco convinto. Di fronte a lui si trovava un uomo robusto sulla trentina, di quelli fatti apposta per lavorare nel porto, con tanto di barba e spalle massicce. Voleva chiedergli chi fosse Rokara, ma era certo che glielo avesse detto quella mattina. L'uomo dovette intuire il suo disagio, anche se per il verso sbagliato.
    "Per oggi è l'ultimo carico" puntualizzò come per rassicurare il drago. "Per un paio di giorni possiamo portarli noi"
    Per Aes non era faticoso trascinare imbarcazioni anche se piuttosto piene e pesanti. L'acqua aiutava molto e faceva quasi tutta la fatica al suo posto. Anche senza sforzarsi riusciva a muoverla più velocemente di quanto non riuscissero a fare una decina di umani ai remi.
    "Non è quello" rispose passandosi un artiglio sotto al collo e grattandosi fra le squame. "Non ricordo i loro nomi, tutto qui"
    Quello rimase interdetto un istante, poi sospirò e indicò verso est.
    "Rokara si trova dove ti ho mostrato la stiva la prima volta, il pescatore scontroso. Eler è il nano a cui hai rovesciato il bancone"
    Dopo un secondo o due di mente locale Aesingr si illuminò.
    "Adesso ho capito"

    Quando arrivò in spiaggia la barca era lì ad aspettarlo, ormeggiata e pronta al viaggio. Sapevano che non fosse pratico con oggetti piccoli e nodi, quindi avevano allestito tutto in modo da agevolarlo. Con gli artigli e le zampe palmate era piuttosto difficile districarli senza tagliarli. Sollevò il grande masso conficcato nella sabbia sotto cui lasciavano i capi dei tiranti e li prese fra i denti. Non gli era chiaro perché lasciassero sempre la barca in acqua alla sera, per lui trascinarla di qualche metro sulla sabbia non sarebbe stato un problema. Poco male, un impiccio in meno. Si chiedeva solo cosa sarebbe successo se un'onda più forte delle altre fosse riuscita a diveltere il masso.
    Si lanciò nella sua nuotata notturna e come di consueto ormai da diversi giorni sentì lo strattone della corda prima che la barca dietro di lui cominciasse ad inseguirlo. Aveva capito come seguire le luci dei fuochi in lontananza per costeggiare Kerus senza perdersi e ormai andava a colpo sicuro. Indicazioni come "quello a cui hai rovesciato il bancone" e "pescatore scontroso" erano ottimi indicatori per fare il punto della situazione.
    Kerus era silenziosa, quasi immota, e anche il mare lo era. Gli era sempre risultato strano come il suo udito avesse meno efficacia quando si immergeva, riuscendo meglio a discernere suoni all'esterno. In fondo il suo corpo era adatto più ai flutti che alla terra o all'aria. Di notte poteva seguire ogni movimento circostante con attenzione, ma non da sott'acqua dove il mondo cambiava. In superficie era stupendo, poteva tenere il corpo immerso e la testa fuori così da distinguere chiaramente i movimenti attorno a sé senza difficoltà. In quel modo gli restavano oscuri quelli subacquei, ma non c'era molto chiasso in mare rispetto a quello che riempiva le strade dell'isola di giorno.
    Trascinare la barca di notte era un ottimo modo di investire le sue energie senza doversi tuffare nella confusione: all'alba il destinatario avrebbe già trovato la sua merce pronta e il mittente avrebbe potuto dormire un po' di più. Inoltre ad Aes restare sveglio non creava disagio di alcun tipo, soprattutto perché dormire di giorno gli riusciva meglio dopo un'attività notturna.
    Ad avvertirlo di una presenza in mezzo all'acqua, in un punto indecifrato poco più avanti, fu la sua pigra idea di allerta. Teneva l'orecchio destro leggermente sollevato e lo sfruttava per scandagliare i dintorni, rilassando le altre parti del corpo non coinvolte nel nuoto. Non c'era mai nessuno in quel tratto di mare, eppure era sicuro non si trattasse di uno scoglio. Se le sue orecchie funzionavano ancora qualcuno era disteso sull'acqua a qualche metro da lui nel buio confine tra mare notturno e cielo stellato.
    Si fermò in ascolto.
     
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    Agharavel era immersa nei suoi pensieri, sarebbe rimasta lì per ore se non avesse avvertito uno spostamento d'acqua. Si voltò per capire cosa l'avesse causato e vide un drago dai colori simili ai suoi alle prese con un grosso oggetto concavo che galleggiava... Yhana le aveva detto come si chiamavano... Com'era... Benca? Banca? Sì, doveva essere così. Sembrava pesante, quindi si avvicinò camminando e chiese al drago: "Tutto bene? Serve una mano?" e poi aggiunse in preda a una curiosità da cucciola: "Perché stai trainando una banca?" ora che ci pensava non era più così sicura che quello fosse il nome dell'oggetto
    "...si chiama banca, vero?"
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    Sì, ci aveva -sentito giusto-. C'era qualcuno in acqua. Ed era un qualcuno che Aes non si sarebbe mai aspettato di trovare a Kerus. In un primo momento ne rimase quasi perplesso, confuso nel trovarsi di fronte ad un drago che era più simile a lui di quanto avrebbe mai potuto sperare. Non gli dispiaceva Kengard, era un luogo pieno di putiferio e se la si cercava bene anche di tranquillità, di creature strane e a volte anche assurde. Da quando si era ritrovato sull'isola però non aveva incontrato nessuno che gli somigliasse davvero. Il drago che più avrebbe definito -Aes- era un lungo serpentone pinnato che aveva avvistato a Andorix, in mezzo alle mangrovie e alle ninfee. A vederlo da lontano, con il muso sporgente dall'acqua torbida, gli era sembrato davvero molto -Aes-. Avvicinandosi aveva capito trattarsi di una creatura molto diversa da lui, ma a suo modo poteva comunque definirsi drago d'acqua.
    Non che quella di fronte a lui dovesse per forza essere una dragonessa del mare, in fondo anche altri draghi gradivano fare il bagno, ma fra quei pochi che aveva incontrato non ce n'era nessuno che gli avesse dato l'impressione -Aes- tanto quanto lei. Anche nell'oscurità poté distinguere il blu delle sue squame. Era più che sicuro che alla luce del giorno l'avrebbe trovata ancor più -Aes- di quanto potesse pensare al momento. Imbarazzato tirò il collo indietro e si grattò sotto al mento con un artiglio.
    "Credo si chiami barca" le rispose, pensando a dove avesse sentito -banca- e se ci fosse davvero differenza tra una banca e una barca. "La banca è quella dove si siedono i bipedi per riposare e fare uno spuntino. Almeno credo"
    Una vocina nella testa gli suggeriva che quella fosse una -panca-, ma pazienza. Ancora un po' frastornato da quell'incontro, cercando di trattenere il solito sorrisetto da dragopesce puccioso, Aes si portò avanti e superò la dragonessa. Non gli era mai capitato di non sentirsi a suo agio con qualcuno della sua specie. Semmai evitava ringhi scorbutici e sguardi aggressivi, ma perché doveva proprio essere un suo simile marino a imbarazzarlo così? Si sentiva decisamente strano. Aprì le ali e si diede una piccola spinta.
    "La sto trainando dall'altra parte della città. Dei pescatori di Knawr sono venuti da queste parti per questioni di monete e altre cose da umani. Li ho trovati in difficoltà qualche giorno fa e mi sono proposto di aiutarli. Non è faticoso, il problema è che dimentico sempre i nomi degli umani a cui devo portare il carico. Credo di aver già dimenticato quelli di ieri. Di solito non mi succede!" spiegò con tutta la spontaneità del mondo.
    Voleva sviare il discorso, ma poi si rese conto che non sarebbe riuscito a resistere a lungo. Inspirò con il naso e snudò le zanne in un altro dei suoi sorrisi da dragopesce.
    "Sei una dragonessa del mare?"
    Non sapeva se fosse una domanda indiscreta o meno, quindi non si pose alcun problema a riguardo. C'era comunque qualcosa in quel preciso momento che lo faceva sentire davvero molto più -Aes- del solito.
     
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    Il drago simile a lei le spiegò che quella si chiamava in realtà barca e che la banca veniva usata dagli umani per sedersi, e lei rispose con un: "Oh. Certo che gli umani hanno dei nomi strani. A chi verrebbe in mente di chiamare un oggetto per sedersi "banca"?" poi il drago spiegò che trainava la suddetta barca fino al porto per dei pescatori giunti lì per cose da umani, e aggiunse che non riusciva a ricordarne i nomi. "L'unica umana che conosco è una mia amica Yhana, che tra l'altro è umana solo in parte. Però ho un manufatto umano. O almeno, è stato creato dagli elfi e incantato dagli umani." disse, riferendosi alla collana, poi guardò di nuovo il suo simile -davvero, davvero simile, riusciva a distinguerne le caratteristiche in comune alle sue persino al buio- e poi rispose alla sua domanda: "In realtà non saprei. Sono nata sulle isole fluttuanti, ma non ho mai conosciuto i miei genitori, tutto ciò che so è che non erano del posto e che mia madre era una dragonessa argentata dagli occhi blu, e mio padre era blu chiaro con motivi a onde. Nessuno sa cosa gli sia successo, potrebbero essere marini o potrebbero non esserlo, non lo saprò mai". Lei riferì l'accaduto come se niente fosse, non sentiva nessuna nostalgia per i suoi: come si fa a sentire la mancanza di qualcosa che non hai mai avuto?
     
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    Aes se ne rimase a galleggiare sull'acqua a soppesare le parole della dragonessa. Non gli misero nostalgia, era difficile per lui provarne, ma qualcosa che doveva somigliarle abbastanza.
    "Oh" rispose con semplicità, "quella è una cosa che non ricordo in alcun modo, ma non l'ho dimenticata come per i nomi di quei pescatori. Credo di non aver mai saputo dove e come sono nato. Se lo sapevo devo essere proprio smemorato"
    A sentirlo parlare era sicuramente uno strano drago, ma nella sua testa se possibile c'era ancora più confusione. Alzò il muso deciso e mosse la coda per spingersi un po' più vicino a lei. Rimase comunque a distanza di sicurezza, così la chiamavano, quella utile a non invadere gli spazi altrui senza rendersene conto.
    "Di essere un drago del mare però sono sicuro. Sono Aesingr, Aes per amici e nemici"
    Accompagnò il suo consueto saluto di presentazione con il suo consueto sorrisetto da dragopesce. Incredibile a dirsi, ma quella volta gli sembrò meno consueto del solito. Si stava finalmente presentando ad un altro drago acquatico, peraltro una femmina, e non gli era parso strano e bello mai come in quel momento. Di solito non aveva bisogno di cercare qualcosa dagli altri, e nel caso si limitava al minimo indispensabile, tuttavia sentiva un bisogno impellente di saggiare la concretezza di quell'incontro. Mosse lentamente una zampa sul pelo dell'acqua e chiuse gli occhi. Non era del tutto consapevole di quanto fosse imbarazzante ciò che stava per chiedere e non gli importava. Non aveva nessuna barbara intenzione ed era facilmente intuibile anche solo guardandolo.
    "Potrei toccarti una squama? Prima d'ora non ho mai incontrato un drago d'acqua"
    Sentiva che la richiesta fosse un po' azzardata, ma non vi diede troppo peso. Bastava che la dragonessa non lo attaccasse. Non aveva nessuna voglia di combattere. Protese lentamente la zampa e attese.
     
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    L'altro drago spiegò di non aver mai saputo dove e quando fosse nato, e lei disse: "Scusa se sono indiscreta ma... Come sai la tua età? Se non sai quando sei nato come puoi stabilirlo?" per poi tornare ad ascoltare quello che l'altro aveva da dire: il suo nome, Aesingr, detto Aes. Quindi lei si presentò a sua volta: "Sono Agharavel, Ghara per gli amici, anche se solo Yhana mi chiama così. Però tu puoi chiamarmi così se ti va". Dopo di che Aesingr le fece una richiesta insolita: toccarle la squama. Era comprensibile, probabilmente era la prima volta che vedesse un suo simile, come per il resto lo era per Agharavel. Allora Ghara si sedette e gli tese una zampa, perché la toccasse.
     
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    Seduta? Ma non siamo in acqua? Aes costeggiava la spiaggia ma non a riva.


    Fu contento di non ricevere una reazione scontrosa, si sarebbe imbarazzato non poco. E non era da lui. Avvicinò la zampa palmata ad una delle sue e la sfiorò appena, prima con un artiglio poi con tutta la membrana. Fu una gradevole sensazione, più di quanto si aspettava. Tirò indietro la zampa e si rovesciò a pancia su, fissando il cielo stellato e sospirando con uno strano verso gutturale. Gli accadeva a volte quando respirava mentre era steso in acqua.
    "Non sono sicuro della mia età, ma ho dei ricordi sul mio nome, su strane cose con forme antipatiche e quando mi sono risvegliato sotto la sabbia erano... circa cinque anni fa. Sapevo ne fossero trascorsi 18"
    Non aveva difficoltà a raccontare, tuttavia neanche le recenti rivelazioni continuava a percepire parte di quel vuoto come negativo. Doveva capire quanto e se voleva sapere.
    "Quindi adesso ne ho 23. Forse"
     
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    Il potere speciale di Agharavel, lo dice la scheda, è camminare, sedersi o sdraiarsi sull'acqua come se fosse solida, oltre a poterci respirare dentro

    Quando Aesingr le toccò la squama Agharavel provò una sensazione a lei sconosciuta, una specie di calore al petto e alla faccia, forse stava male? Avrebbe chiesto a Yhana, in caso. Poi Aesingr spiegò come facesse a sapere la sua età, e lei chiese, solo per sicurezza: "Quindi è come un ricordo ancestrale? Qualcosa che hai sempre saputo? Non mi è chiaro" . Per poi aggiungere la sua esperienza: "Dove sono nata io c'erano altri draghi, quindi hanno tenuto il conto della mia età. Dopo che me ne sono andata da lì c'era Yhana con me, e sapeva che abbiamo la stessa età, è che è sei cicli lunari più grande di me, quindi è grazie a lei se so che ho sedici anni. A vederti però avrei detto che fossimo coetanei". Ed ecco di nuovo quella specie di imbarazzo: ma che le prendeva? Forse era perché non aveva mai interagito con un altro drago del suo genere? O forse era una malattia? O magari era solo la temperatura? Poteva chiedere a Yhana se ci fosse qualche erba per quello che le stava succedendo, era un'esperta in questo genere di cose.
    Dovrei avere 50 punti adesso, vero?
     
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    Sì scusa se non ho ancora aggiornato il botteghino. Di solito lo facevo mensilmente, ma con gli ultimi tempi morti ho perso post per strada. Lo aggiornerò in settimana nuova, tu se intanto vuoi qualcosa acquista pure. A chi entra ne do già qualcuno in più quindi staresti pure a 80.

    Aes socchiuse una palpebra e poi anche l'altra. Quando le riaprì analizzò meglio la figura di Agharavel. Era letteralmente seduta sull'acqua. Non l'avrebbe considerata una stranezza se non avesse prima allungato una zampa per toccarla. Allungò il muso di pochi centimetri verso di lei, poi lo tirò di nuovo indietro. Si mosse attorno a lei e cercando di non essere invadente fece il giro per così dire alla larga, per non sembrarle fastidioso come quei bipedi scrutatori che di tanto in tanto si impalavano a squadrarlo mentre si muoveva in città.
    "Ma..." fece una volta tornato di fronte a lei, convinto di avere una gran confusione in testa.
    Provò ad imitarla e tirò su le zampe posteriori, drizzò la coda e lasciò le ali morbide. Sprofondò e gli entrò acqua nel naso. Qualcosa non andava.
    "Ma... tu sei seduta sull'acqua?"
    Poche cose stupivano Aes, pochissime a dire il vero. Quelle che lo stupivano in realtà lo coinvolgevano emotivamente più che sconvolgerlo. Agharavel si dimostrò una gradevole, inattesa eccezione. Come caspita faceva a starsene seduta sull'acqua? La fissò per alcuni secondi, poi si passò una zampa sul muso. Sì, aveva visto bene. Realizzarlo era stato difficile, ma era strepitoso!
    "Voglio farlo anch'io!" esclamò allegro come non era da tempo.
    Era riuscito qualche volta a muovere l'acqua sotto di se per galleggiare, ma doveva rimanere concentrato un bel po' e non era certo in grado di farlo con tutta quella disinvoltura. Si ricordò poi d'improvviso, come se lei glielo avesse chiesto di nuovo, che era scortese non rispondere e scosse il muso.
    "Comunque Non sono sicuro dei miei ricordi. Posso dire che mi sono svegliato un giorno sotto la sabbia e che qualche tempo dopo ho avuto la sensazione che quello non fosse stato il mio primo giorno. In fondo nessuno nasce adulto sotto la sabbia, no?" Non era qualcosa che lo faceva star male, non più almeno. Il pensiero ormai lo faceva soltanto sorridere, al modo di aes-dragopesce. "So che c'è stato qualcosa prima, ma ho solo qualche ricordo frammentato. Di recente sono accadute alcune cose e penso di essere sulla buona strada per scoprire quello che mi manca, ma quando ci penso qualcosa mi suggerisce che sarebbe meglio non sapere" Non voleva farlo sembrare un discorso malinconico e ridacchiò. "Ne ho molti di pensieri di questo tipo, credo si tratti di istinto. Spesso si rivelano utili, quindi preferisco seguirli. Yhana è nei paraggi?"
    Non seppe spiegarsi nemmeno per quale motivo gliel'aveva chiesto. Probabilmente perché -amica tra gli umani e simili- poteva essere un argomento di cui discutere all'infinito. Ne aveva conosciuti pochi, anzi nessuno, di draghi che come compagno di nuoto o di volo avevano un bipede. L'unico caso si era rivelato talmente strano da superare quello Aes-Egenna.
     
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    Aesingr a un certo punto cominciò a girarle attorno, senza ragione apparente, per poi rivelare il motivo di questa curiosità: il suo essere seduta sull'acqua. Allora Agharavel scoppiò a ridere per la faccia di Aes mentre glielo chiedeva, ed esclamò: "Scusa... Ormai ci sono così abituata che mi sembra normale, e lo stesso vale per Yhana. Non me lo fanno notare in molti. E riguardo all'impararlo... A quel che ho capito è una mia capacità unica, posso anche respirare sott'acqua". E poi riprese il discorso sui suoi ricordi, spiegando di essersi solo svegliato sotto la sabbia, e di aver capito che quello non era il suo primo giorno di vita, dato che nessuno nasce adulto sotto la sabbia, e che era a buon punto per capire cosa gli fosse successo. "È come un'amnesia quindi. Spero che tu riesca a scoprire cos'è successo". Poi Aes chiese se Yhana fosse nei para, e lei rispose: "Dovrebbe essere in città, a casa sua. A quest'ora starà dormendo".
     
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    Capacità unica. Aes ne fu dispiaciuto, gli sarebbe piaciuto starsene sul pelo dell'acqua in quel modo. Si avvicinò di nuovo alla barca e diede uno strattone ai tiranti per controllare che fosse tutto in regola.
    "Anch'io ho un'amica. Ne ho due in realtà, ma è Egenna l'umana con cui ho trascorso gli ultimi tempi" raccontò pensando alle follie di Kerus. Era iniziato tutto in quella città, ancor prima nella foresta. "Vuoi seguirmi? Devo solo portare le merci al porto con il fuoco sullo scoglio"
    Non aveva altro modo di spiegare-ricordare le destinazioni se non con quella sua mappa di indicazioni mentali che per altri potevano essere insiglificanti. Aveva individuato un grande scoglio sulla spiaggia con un incavo in cui i pescatori accendevano il fuoco. Oltre che un punto fermo facilmente distinguibile la notte, se qualcuno era effettivamente presente, era un posto che a Aes piaceva. Era pieno di grossi mucchi di alghe.
    "Anch'io respiro sott'acqua. O meglio non respiro, ma..." si tasto il muso in prossimità del collo e sollevò due squame per esporre le branchie. "Sento fresco qui e non serve respirare"
    Erano tante le cose che non sapeva spiegare. L'amica di Agharavel però sembrava saperne sui draghi. "Se non ti dispiace allontanarti da Hyana potremmo raggiungere i fondali con le grotte a spirale, si trovano quivicino. Ci sono andato da solo ma è un luogo strano, sarebbe divertente raggiungerlo in due. Non ho trovato nessuno ancora disposto a seguirmi"
    Più banalmente, non aveva trovato creature in grado di respirare sott'acqua e che non avessero paura dell'oscurità del fondale. Con una spinta delle ali tirò la barca e prese ad allontanarsi verso le coste ad est di Kerus.
     
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    Aes le chiese se volesse seguirlo a consegnare la barca, e lei accettò, poi le spiegò che anche lui aveva un'amica, un'umana di nome Egenna. "Egenna? È un bel nome. Lei com'è? Yhana è una mezzelfa alta con due occhi diversi" Poi Aesingr le mostrò che anche lui poteva respirare sott'acqua, in un certo senso, e le chiese di seguirla in un posto sott'acqua, e lei rispose: "Ma certo che ti seguo! Tanto Yhana dorme, non le darà fastidio!".
     
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    Aes, con tanto di sorriso da dragopesce, cominciò a tirare verso il largo per poi svoltare verso destra e proseguire verso la spiaggia opposta di Kerus. Non aveva minimamente idea delle distanze da dover percorrere, né il tempo necessario. Appena la facella fosse giunta al suo sguardo in contrasto con il buio notturno l'avrebbe semplicemente seguita. Se il fuoco fosse stato spento... bhe... le cose sarebbero state più complicate, ma per fortuna non fu quello il caso.
    Seguito da Agharavel, compagnia tra le più gradite di sempre da quando era finito a Kengard, raggiunse un porto segnato da una luce che svettava su un grande scoglio. Nell'oscurità era soltanto un grosso punto nero che sosteneva un fuocherello, ma Aes sapeva trattarsi della sua destinazione. Avvicinandosi sentì le voci dei vecchietti della spiaggia, quelli che fino a tardi rimanevano a parlottare e che ogni tanto gli tiravano qualcosa dall'alto perché avevano capito che non si sarebbe arrabbiato. Con un paio di vigorose spinte delle ali e della coda si portò sulla terra ferma e alzò il collo verso la sommità dello scoglio. Gli umani avevano scavato dei gradini per salire e avevano incastonato, nella conca sulla sommità, una serie di torce che una volta accese sembravano un faro se scorte da lontano. Si liberò dei tiranti facendoli scivolare sotto le zampe e chinandosi fino a terra si spiaccicò sulla sabbia, sentendosi come al solito più leggero che mai.
    "Drago!" esclamò una voce dall'alto. "Oggi hai tardato! Ti stavamo aspettando!"
    Strano, non lo aspettavano mai. In effetti però si era fermato a parlare con la dragonessa in mezzo al mare e non aveva fatto caso al tempo. Sentendo che uno di loro stava scendendo si limitò a sedersi e a voltarsi verso Agharavel.
    "Loro sono persone tranquille" le spiegò per evitare equivoci. "O comunque non pericolose"
    A terra era parecchio buio, ma Aes era incapace ad arrampicarsi e non aveva voglia di volare fin sopra allo scoglio. L'ometto che comparve alla loro vista era il perfetto umano con qualche annetto di troppo, con la faccia da pescatore e anche l'odore da pescatore. Sapeva di pesce almeno quanto Aes, e il che era tutto un dire.
    "Chi è quello?" domandò il tipetto con aria perplessa indicando Agharavel.
    Aesingr annuì e con il suo sorrisetto da pesce presentò la dragonessa. Non gli piaceva farlo di solito, lo metteva in imbarazzo, ma per evitare di imbarazzare gli altri preferiva fare da intermediario quando si trattava di drago-bipede. Succedevano sempre disastri, ormai a questo ci era abituato.
    "Lei è Agharavel. L'ho appena incontrata. E non preoccuparti, non ti ha rubato le..."
    "Wow!" sbottò il pescatore. "Il pesce ha trovato la compagna? Ragazzi qui abbiamo novità di alto calibro!"
    Aes spense il sorrisetto in una smorfia contrariata. Scosse il muso e strofinò la coda a terra.
    "Non dire stupidaggini. La scorta è per Rokara, domani dovresti..."
    Troppo tardi. I pescatori erano scesi di corsa e si erano messi a fissare i due draghi con aria sghignazzante e sgomitate d'intesa. Erano quattro in tutto se si contava il vecchietto che li aveva preceduti, tutti sopra la cinquantina. Eccetto il più alto e massiccio, con barba, baffi e sopracciglia più folti dei cespugli di mangrovie di Andorix, gli altri sembravano parecchio arzilli e forse anche un po' alticci. Ormai Aes sapeva che effetti avessero le loro bevande di quelle ore notturne.
    "Attenzione attenzione! Dal mare sbucano le sirene!"
    "Aesingr con una femmina? Non è possibile!"
    "Pesce triglia si è divertito!"
    "Secondo me stava tra le provviste"
    "Pensa quando lo saprà Rokara"
    "Facciamo festa!"
    E così via per un altro mezzo minuto. Aes indietreggiò e raggiunse Agharavel.
    "Forse è il caso di andarcene. Pericolosi no, ma troppo chiaccheroni di sicuro"
    Per la verità tutti gli umani che aveva incontrato, eccetto Zakrina e pochi altri, avevano ciarlato troppo. Egenna era la giusta via di mezzo: parlava poco quando non serviva parlare, per poi tirar fuori le chiacchere da neanche lei sapeva dove nei momenti più imprevisti. A Kerus poi era tutto un su e giù, destra e sinistra, e per avere silenzio bisognava aspettare la notte. Il Grande oceano era decisamente un posto migliore. Lì nessuno chiaccherava. Si voltò verso l'orizzonte stellato.
    "Le grotte a spirale richiedono movimenti piuttosto precisi" e lui era un pesce lesso quando si trattava di agilità, ma non lo fece notare. "Sicura di volerci andare? Alcuni passaggi sono piuttosto stretti. Dall'altra parte però è stupendo"
     
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    Agharavel aiutò Aesingr a spostare la barca, spingendo mentre lui tirava, e prima che potesse accorgersene era a destinazione, dove li aspettavano degli umani, che rimproverarono Aesingr per essere in ritardo, e lui la rassicurò spiegandole che non erano pericolosi, e lei rispose un dubbioso: "Se lo dici tu...". Poi chiederò chi fosse lei, e Aesingr fece le presentazioni, e poi gli umani sembrarono istupidirsi, dicendo cose del tipo 'il pesce ha trovato la compagna' e 'il pesciolino si è divertito', frasi che lei non comprese, e disse, credendo che le frasi fossero date dal fatto che Aes avesse tardato: "Certo che voi umani siete proprio strani. Ha solo tardato un po'!". Poi Aesingr le chiese se volesse andare bene, e lei rispose di sì, dicendo: "Andiamo. Questi tipi sono sciocchi". Poi lo seguì fino alla località delle grotte, e le chiese un'ulteriore conferma di volerlo seguire, dato che alcuni passaggi erano stretti, ma lei confermò ulteriormente: "La dimensione non è un problema, ho i miei trucchi. Fai strada!".
     
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