Le catene della libertà

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    Incubo infernale

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    Storia che ho scritto per un contest in cui dovevo creare una storia di massimo 2000 parole basandomi su questa immagine.

    Immagine



    Al buio, un uomo incatenato e mutilato aspettava il suo destino.
    Il silenzio della sua prigione venne interrotto dal rumore della porta che si apriva, seguito dal suono di passi e una voce.

    “Tu devi essere William Faux”

    “Sì.” rispose. “Non sembri uno dei miei soliti torturatori.” le parole erano schiacciate e mosce per la mancanza di denti.

    “No, sono un prete.”

    Dal tono dolce e privo di disgusto, capì che era sincero. “Hanno deciso di giustiziarmi?”

    “No, sono venuto di mia iniziativa.”

    “Perché?”

    “La sua storia mi incuriosisce, voglio capire il perché delle sue azioni.”

    William percepì sincerità in quelle parole. “Ne è sicuro? Potrebbe finire nei guai per questo.”

    “Saprò correre i miei rischi.”

    “Come desidera.”, dopo che il prete si sedette, cominciò a raccontare. “Sono nato da una famiglia nobile, mio padre mi assillava per diventare un perfetto gentiluomo impedendomi di fare le cose a modo mio. Così, in un atto di ribellione, mi arruolai nell'esercito imperiale portandomi dietro la spada di famiglia. Mi distinsi sul campo di battaglia per il mio talento e per le mie abilità tattiche, guadagnando la mia promozione a capitano.”

    *



    I tamburi e le trombe suonavano armoniosamente mentre William, fiero nella sua armatura, con i capelli corvini scompigliati al vento, salì le scale, dove il comandante lo attendeva con la spada in mano, per poi inchinarsi d'innanzi a quest'ultimo.

    “William Faux, in questo giorno ti nominiamo capitano dell'esercito imperiale di Creles” detto questo gli poggiò la lama sulla spalla.

    Lui si rialzò con orgoglio mentre veniva applaudito dai presenti.

    *



    Il prete era confuso. “So che te la sei cavata egregiamente nel tuo nuovo ruolo. Hai anche trovato una moglie, Milah. Perché hai mandato tutto all'aria?”

    “Non ero felice come sembrava.” rispose tristemente.

    “Cosa?”

    “All'inizio lo ero. Ma col tempo scoprì cose terribili dietro l'impero. I maltrattamenti subiti dagli schiavi, i nobili corrotti che abusavano del potere per tornaconto personale.” sul volto gli si formò un'espressione di rammarico “I miei superiori mi costrinsero a fare delle cose orribili. Certo, le avevo fatte anche da soldato, ma potevo giustificarmi perché eravamo in guerra. Poi, quando fui capitano, mi sentii meno libero di prima per le azioni che ero costretto a compiere permettendo a delle persone malvagie di tenere il potere.”

    “Già. È una brutta cosa.” convenne il pastore.

    “Mia moglie neanche mi amava come credevo. Non faceva che insistere perché fossi ambizioso e puntassi in alto, anche a costo di compiere gli atti più abbietti. Abbiamo provato inutilmente ad avere figli ma, se ci fossimo riusciti, probabilmente li avrebbe plasmati a modo suo.”

    Il prete si depresse. “Quindi, nonostante i tuoi privilegi, non ti sentivi libero di essere te stesso.”

    “Sì.”

    La curiosità continuava a crescere. “Cosa ha dato inizio a tutto?”

    “È successo durante la costruzione di un monumento per l'imperatore.”

    *



    Le urla di dolore degli schiavi e lo schiocco delle frustate risuonavano nel cantiere, mentre William passava mascherando il suo orrore a quell'orribile spettacolo. Uno in particolare attirò la sua attenzione, una guardia stava maltrattando un bambino, che non aveva fatto nulla, per puro divertimento sadico.

    “Ma che fai?” lo rimproverò.

    “Perché te la prendi tanto? È solo uno schiavo. Quelli come lui non vanno trattati come persone. Che c'è di strano nel divertirsi un po'?”

    L'arroganza con cui venivano pronunciate quelle parole fu tale che in un secondo William aveva già trafitto a morte quell'uomo.


    *



    “Mi videro in molte persone, ma riuscii a scappare. Avrei dovuto sentirmi in colpa per quel gesto, ma non fu così. Era stato liberatorio fare qualcosa che volevo, l'inizio della mia libertà.”

    “Lei la chiama libertà?”

    “Sì. Capii che non avrei più tollerato questo genere di ingiustizie, né le pressioni di mia moglie. Gettai via l'anello matrimoniale e, lentamente, mi procurai un esercito composto da soldati disertori rimastimi fedeli, schiavi liberati e persone oppresse e insoddisfatte del nostro governo, scatenando la rivolta che tutti conoscete.”

    “Già.” convenne il prete. “Hai causato molti problemi, portato il caos, denunciato e reso pubblico il lato più marcio e corrotto del sistema, vinto molte battaglie, ma alla fine ti hanno sconfitto e catturato.”

    *



    L'imperatore Commodo Narciso torreggiava su William dall'alto del suo podio, guardandolo con disprezzo.

    “E così ecco il grande William Faux, l'uomo che ci ha causato tanti problemi. Hai idea di quanto ci sono costate le tue azioni?” lo rimproverò sistemandosi i capelli castani e squadrandolo con i suoi occhi blu come il ghiaccio.

    Il guerriero lo guardò beffardamente in tono di sfida. “Come sapete, chi è causa del suo mal pianga se stesso.”

    Commodo in risposta lo fece prendere a pugni in faccia dai suoi uomini.

    “Tu non capisci la situazione in cui ti trovi. Non ti daremo la morte tanto facilmente, ma la desidererai. Potremmo concedertela se tu ti sottomettessi rinnegando tutto quello che hai fatto e in cui credi.”

    In risposta gli sputò addosso.

    “Come preferisci.”


    *



    “Quindi è da allora che ti hanno torturato fino a ridurti così?”

    “Sì. Mi hanno evirato, mutilato, storpiato, ma non ho mai ceduto, non importa quanto la sofferenza fosse atroce. Anche quando sono riusciti a farmi urlare e implorare la morte, non gli ho mai dato quello che volevano.”

    “Non hai rimpianti? Hai perso tutto, tua moglie è disonorata ed emarginata e guarda come ti sei ridotto.”

    “Vero, sono messo male, ma organizzare la ribellione e combattere per distruggere l'impero è stato bello.” sospirò “Mi piaceva farlo, ed ero molto bravo. Ho avuto validi alleati e amici leali che hanno combattuto morendo al mio fianco. Ho ucciso fanatici religiosi che bruciavano vive le persone, spezzato catene, svelato il marciume del sistema, sentendomi più vivo di quanto lo sia mai stato in tutta la mia vita.” sul suo volto si formò un sorriso malizioso “Anche se ho perso, non credo che quello che ho fatto sia privo di conseguenze.”

    Il prete scoppiò in una fragorosa risata. “Non hai idea di quanto hai ragione. Ti avranno anche sconfitto e catturato, ma l'impero è nel caos più completo. Le tue azioni hanno distrutto la fiducia dell'opinione pubblica, Commodo è stato cacciato dal suo trono e i nobili sono in tumulto per eleggere un nuovo imperatore il prima possibile. Un folle estremista, di nome Malcom Shabazz ha radunato i superstiti del tuo esercito e se ne va in giro a torturare, mutilare e uccidere chiunque. Lui, al contrario di te, non ha alcun senso dell'onore. Vuole distruggere tutto e tutti promuovendo l'anarchia e la distruzione più totale senza fare distinzioni tra colpevoli e innocenti.”

    “Ho dei sentimenti contrastanti su questo.”

    “Non è l'unica persona che hai ispirato.” continuò. “C'è anche un certo Nelson Luther, brav'uomo, persona influente, dice che ha sempre disapprovato come i nobili trattassero male i popolani e che la schiavitù è un'usanza barbara considerando una debolezza che l'economia dell'impero si basi su questo, ritenendo che bisogna trovare nuove vie per favorire il commercio. Non aveva avuto il coraggio di dirlo prima perché aveva paura, ma si è deciso a farsi avanti perché giudica quello che hai fatto come conseguenza di un sistema politico fallimentare che va sistemato, proponendosi come imperatore. Ha già guadagnato molta popolarità con le sue idee innovative.”

    “È consapevole che i nobili corrotti potrebbero provare a screditarlo e ucciderlo per tenersi il loro potere?”

    “Ovviamente. Ma non intende tirarsi indietro.”

    William tirò un sospiro di sollievo. “Lodevole. Idealista, ma realista allo stesso tempo.”

    “Non farti illusioni.” lo ammonì il prete. “Indipendentemente da quello che pensa di te e delle tue ragioni, agli occhi della legge rimani un criminale. Se venisse eletto non potrebbe comunque liberarti. Al massimo potrebbe porre fine alle torture concedendoti la morte, o lasciarti qui per tutta la vita. Ma non più di questo.”

    “Capisco.” convenne. “Non che mi aspettassi chissà ché.”

    “E non è tutto.” continuò. “Anche il clero è in fermento. Un certo Giovanni Gandhi si è messo a predicare definendoti come una vittima di un sistema corrotto che ha reagito in modo sbagliato. Intende diventare Papa in futuro per porre fine agli atti di violenza perpetrati e indotti da quelli che considera falsi preti guidati solo da egoismo e follia. È un uomo umile che pensa che le persone vadano influenzate in modo positivo e ispirate all'amore e alla tolleranza.”

    “Questa sì che è una bella notizia.”

    “Non pensi che potrei mentirti dicendoti solo quello che vorresti sentirti dire?”

    “No. Vedi, nella mia cecità ho imparato a capire quando qualcuno mente e quando no grazie al ritmo con cui respira e al battito del suo cuore.” spiegò. “E, oltre al fatto che non sembri un tipo malvagio, ho fede sul fatto che le mie azioni non siano state inutili.”

    “Ovvio.” spiegò il prete. “Hai scatenato un fuoco che non si spegnerà facilmente e avrà enormi conseguenze negli anni a venire.”

    William rise come meglio poteva nelle sue condizioni. “Vedi? È questo che intendo. Possono anche imprigionare il mio corpo, ma non la mia mente e il mio spirito. È folle da dire, ma mi sento più libero adesso di quando ero capitano.”

    “Sul serio?”

    “Certo. Nonostante quello che mi è successo, ho scelto io il mio destino. Mi sono liberato di tutto quello che mi tratteneva, lasciando un'impronta indelebile nella storia.” sollevò debolmente il braccio incatenato tenendo il pugno serrato. “Accetto le mie azioni che mi hanno fatto finire così. Lo preferisco a una vita priva di libertà in cui non posso essere me stesso.”

    “Sei sicuro?”

    “Assolutamente.”

    Il prete si alzò in piedi. “Credo che abbiamo parlato abbastanza.”

    “Peccato, è stato piacevole sapere cosa sta succedendo la fuori e parlare con qualcuno che non mi torturasse. La mia storia ti è stata utile?”

    “Molto. Ti assicuro che, indipendentemente da quello che ti succederà, nessuno si dimenticherà mai di te e tutti sapranno chi sei veramente.” E uscì fuori dalla cella.

    “Padre Gandhi? Come le è parso il prigioniero?” domandò l'uomo di guardia.

    “Ha solo confermato che ho fatto bene a decidere di percorrere la strada per diventare Papa. Come lui, anch'io ho degli ideali, ma li seguirò pacificamente.” e si avviò verso l'uscita.

    Voltandosi, vide un'ultima volta, attraverso le sbarre della porta, William Faux sollevare nuovamente il pugno in segno di protesta. Giovanni in risposta salutò con un inchino rispettoso l'uomo che tra le sue catene era riuscito a ottenere la libertà.
     
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