Kengard: Creature da oltre i confini

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    Quel Kurama sapeva sicuramente gettare carbone nella sua ciminiera:questo, era quello che il serafico Lesothos stava pensando, osservando il caos provocato di una creatura volpina...non esattamente incline alla mera ragione, quanto più che alla soddisfazione delle proprie necessità. E quella sua reazione improvvisa all'ultimo secondo? Se doveva essere onesto con se stesso...non era la prima volta, per l'ibrido del gelo che si ritrovava in una simile situazione:ciò che è meglio fare, spesso è evitare di reagire all'iniziale attacco, e rispondere soltanto se l'intenzione di offesa è seria. Perseverare avrebbe solo aperto un ulteriore ostilità...un ostilità sicuramente inutile, considerando la presenza di un ferito, che aveva al più presto bisogno di venir curato. La risposta, a quel punto non poteva che essere una sola. E questo...accadde:
    Un sottile strato di ghiaccio apparve, attorno all'intera zona, sboccando anche nei punti anche solo sfiorati, dall'azione apparentemente ostile dell'al momento ostile Kurama. Ben presto ogni, minuscola possibilità di un incendio, così facendo si ridusse notevolmente...anche se tutti cominciarono a percepire un leggero calo della temperatura. Così, poi la creatura serafica sospirò, e si mise al centro dei presenti, aldilà di Liya e Zephiros...
    Signori cari...è per me alquanto scortese, dover interrompere le vostre conversazioni, dilemmi personali...ed altrettanto personalissime opinioni. Ma sono della sempre più evidente opinione...che il tempo si stia opponendo, alla risoluzione di queste opzioni...e certamente non desidererei mostrare la scortesia di interrompervi, se non esistessero problemi che dovrebbero trovare risoluzione in un breve tempo limite. Perciò, se mi è possibile optare per una scelta in particolare... disse, così il serafico ibrido, che senza proferire ulteriore parola, rendendosi conto che, in buona parte esse si sarebbero rivelate praticamente inutili...andò da Zell ed al teramin, dopo il suo apparente tentativo di un attacco, guardandolo con un minuscolo senso di...dispiacere, girando in seguito lo sguardo verso i due ed osservandoli da vicino con un lieve sorriso, il più possibile rassicurante nonostante la chiaramente calda situazion:ci avrebbe pensato lui, a prendersi cura della creatura in pericolo per il viaggio che adesso si prefissava.
    Zephiros, al contrario di s...eehm, del suo opposto non fu così calmo:se non fosse stata per l'azione immediata, di Lesothos avrebbe certamente minacciato l'essere volpino con la forza, per farlo desistere, non usare una simile strategia passiva...ma sì dovette calmare, posando lo sguardo sul teramin in pericolo, rendendosi conto che l'ultima cosa di cui quell'essere aveva bisogno...era di ulteriore caos. Lesothos ci stava ben pensando, alla situazione:adesso doveva concentrarsi su questa dragonessa, sulla quale così posò lo sguardo...tuttavia ritrovandosi a considerarla quantomeno interessante, sentendo della sua storia. Non si aspettava, qualcosa del genere:una persona che uccideva pur di farsi largo, una guerriera indomita...una persona, però molto facile da annoiare, apparentemente...ma anche qualcuno che sembrava aver trovato il cambiamento, nel suo cuore: Zephiros non si aspettava, una nota altruista, da lei. Quando qualcuno cominciava a parlare in termini similari ai suoi spesso non voleva saperne, di ulteriore benessere se non il proprio. Era davvero inaspettato...
    ...suppongo che fornirti questa offerta, a questo punto non sarà abbastanza. Come desideri...grande e sicuramente abbastanza onorevole guerriera:quel villaggio fu un esempio del mio fallimento come oratore in passato, per cui non passa giorno senza che io mi senta in colpa. Io non posso prendermene cura, visti i miei numerosi viaggi per aiutare Kengard a modo mio...ma una creatura come te, che ha sicuramente delle buone connessioni, se non può farlo da se può affidare quella cittadina a qualcuno che sarebbe disposto a prendersene cura e persino a viverci, avendoci solo di che guadagnato, poiché non desidero che essa crolli come un mero cumulo di macerie. Meritava molto di più...ma ti guiderò in quella postazione soltanto se accetterai di aiutarci:in ogni caso tu non ci perderai nulla, ma se ci aiutassi sia entrambi noi che anche gli altri potremmo effettivamente guadagnarci. disse il mezzo drago carboncino, che la guardò deciso, pronto a sentire di un possibile rifiuto...e alla possibile delusione che ne deriverebbe: fortunatamente riuscì a contenere quella...strana scintilla verde che gli era spuntata negli occhi, di cui adesso non vi è più alcun cenno...
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    Senz'altro, quello non era ciò che Kurama voleva sentirsi dire. Zell aveva cominciato a sproloquiare su umani, kitsune, volpi e altre cose assolutamente inutili, senza curarsi di aver risvegliato l'energia che sia Kestrel che Kurama avevano faticosamente tenuto a freno in quel momento. Leamhan si mise di mezzo per contribuire con un'ulteriore inutile parlantina di quelle che al volpo facevano salire l'urticaria ai peli delle orecchie. E Zell l'aveva preso in braccio. Questo non era un bene.
    "Vuoi davvero provare a dividerci?" ringhiò in direzione del teramin, convogliando energia all'interno del proprio corpo e indirizzandola verso le fauci in un flusso di calore continuo e intenso.
    Batté con violenza tre code a terra, oscillando quelle laterali in aria. Generò tra le zanne una grossa sfera luminosa e di scatto protrasse il collo, scagliandola sopra a Zell e Leamhan in direzione della boscaglia alle sue spalle. L'impatto deflagrò un paio di poveri faggi e una grossa zolla d'erba.
    "La scelleratezza deve essere punita"
    Così dicendo si lanciò verso i due, chiudendo gli artigli in modo da non rischiare ferite eccessive. Doveva solo essere un avvertimento. Effuse una violenta esplosione d'energia vermiglia e con un balzo violento lo assaltò frontalmente, non dandogli il tempo di volare via. Avrebbe dovuto affrontare il suo attacco o essere abbastanza rapido da evitarlo. Non aveva importanza chi dei due avrebbe centrato. Non si curò degli altri, dalla posizione in cui si trovavano non avrebbero fatto in tempo a intercettarlo. Anche si fosse sbagliato, non aveva timore ad affrontarli tutti.

    Liya lanciò un'occhiata di sufficienza a Kurama e al resto del gruppo, per poi tornare a scrutare i due bestiolini piumati. Zephiros si era di nuovo prodigato in uno dei suoi discorsi incomprensibili, al che lei si era grattata il collo con l'artiglio di un'ala e aveva sbadigliato nella noia più totale.
    "Hai finito?" gli domandò stiracchiandosi la coda e le zampe. "Sei più noioso di David. E lui quando comincia a parlare è ingestibile"
    Fece un paio di passi a vuoto mentre osservava le tracce segnate dall'artiglio del drago piumato, imitandolo per gioco e strofinando gli artigli sull'erba distrattamente. Le squame blu di Liya Neratempesta risaltavano sul verde del bosco. Le era sempre piaciuto quel contrasto.
    "Non mi è ben chiaro cosa tu mi stia offrendo. Un villaggio come nascondiglio? Cosa mai dovrei farmene? La Nebbia ha tane a sufficienza. Certo potrebbe essere utile trovare un altro buco in cui nascondere quei dannati oggetti, ma non è a me che gioverebbe. Mi riferisco a tutt'altro"
    Così Liya si prese il suo tempo, si stese a terra sul dorso, dispiegò le ali e con le zampe reclinate sul ventre esposto come in una serena e pacata dormita cominciò a raccontare.
    "Io non ho salvato nessuno invece. Ho ucciso, seminato distruzione, raso al suolo isole e popolazioni senza rimorso. Ho giocato con la paura e con il terrore degli avversari divenuti vittime. Ho combattuto ogni creatura e sono stata sconfitta solo quando l'ho voluto io. Mi sono divertita per molto tempo, poi ho incontrato un avversario molto più forte di me. Parlo dell'oceano in tempesta, che nel pieno delle forze avrei considerato una culla amorevole. Purtroppo non sono mai stata abile nel dosare le energie e per fuggire dal disastro che avevo combinato, forse in un breve momento di rimorso o chi sa, mi sono ritrovata stremata alla deriva. Poi mi hanno salvata, ho cominciato a tenere anche alla vita altrui oltre che alla mia e... come dire, adesso è in altro modo che lacero i vostri cuori"
    Sogghignò e ripiegò le ali ai fianchi. Con il suo sguardo d'ametista trafisse Zephiros, lasciando che l'altro bestiolino dalle piume bianche risolvesse la questione volpe arrabbiata. O qualunque cosa avesse in mente di fare insomma.
    "Ti sbagli se credi che il mio guadagno sia a discapito di tutto. Il mio è un guadagno anche per te, così sarà più facile ottenerlo. Che tu sia un drago, un umano o una strana creatura con le piume e la parlantina eccessiva, sarai sempre più propenso a accettare una proposta se questa porta vantaggio anche a te. Commerciare è vantaggioso, spesso più di rubare o ottenere con la forza. Quindi piccolo giovane drago piumato con la parlantina eccessiva *senti da che pulpito*, cosa stai cercando?"

    Edited by Aesingr - 24/8/2022, 22:08
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    Zell rimase fermo a guardare l'umano che, di punto in bianco, decise di spogliarsi delle sue vesti, mettendo a nudo il suo ridicolo corpo. Che intenzioni aveva? La risposta non si fece attendere. Un'esplosione fiammeggiante seguì lo spogliarello e un kitusne fiammeggiante apparve al posto del debole umano. L'ibrido del fulmine si mise istintivamente di mezzo tra Kurama e Leamhan, per fargli da scudo, non senza mostrare un'espressione di pura sorpresa. Sorpresa sì ma paura no, non si fece intimorire da quella trasformazione.
    "Sei un kitsune!" fu la frase sorpresa di Zell che si ritrovò muso a muso con la creatura.
    "Va bene! Ho capito! Non sei un essere umano, ora calmati! Perdona se ho dubitato di te ma ho visto nella mia vita troppe volte gli esseri umani uccidere creature come cuccioli di draghi, volpi e anche kitsune!"
    ed evidenziò ad alta voce la parola kitsune.
    "Vorrei volentieri fare allenamento con te, Kurama, ma ora le priorità sono altre. Leamhan ora è in fin di vita e dobbiamo portarlo al suo villaggio. Gli scagnozzi di Meno Zell potrebbero tornare da un momento all'altro, ma con tutti queste creature presenti non credo che possano fare molto. Ora devo occuparmi di questo povero ferito..."
    Zell prese in braccio il Teramin con estrema delicatezza mostrando una protezione paterna, aggirò la volpe a nove code e si diresse dai due ibridi draghi-roc.
    "Dobbiamo muoverci! Leamhan è sempre più debole e dobbiamo raggiungere il suo villaggio nella Tundra del Bianco Meriggio, a sud di qui. Uno di voi due potrebbe tenerlo a bordo? Possibilmente senza farlo cadere. Dobbiamo volare, a piedi sarebbe troppo lungo e troppo pericoloso! Dopo che si sarà rimesso in forze, potremo elaborare un piano per stanare Meno Zell!" il draghelfo positivo incitò Zephiros e Lesothos a levare le tende quanto prima. Il tempo era contro il Teramin e non potevano di perdere un alleato così importante. E un nuovo amico.
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    Zephiros faticava enormemente, a tenere contenuto qualcosa che già era a metà strada per la sua emersione:un energia negativa, che non sentiva forse da troppo tempo, prorompente e...cattiva, se si può un termine semplice, per descriverla. E se avesse dato la risposta che intendeva fornire, vuoi per distrazione, vuoi per istintiva mancanza di simpatia nei confronti di colei a cui chiaramente non gliene importava niente davvero di quello che lui diceva, senza interruzione alcuna...forse sarebbe stato ancora più probabile, che tale energia lo avrebbe avvolto...ma così non fu:già accorto della parziale mancanza di accordo degli altri, in merito all'umano non poté che girate l'occhio, quando vide e sentì sorgere...Kurama, al suo posto. Alchè sbatté le palpebre, fermandosi a pensare per qualche secondo...tornando finalmente a concentrarsi un po' di più sulla situazione attuale, e non su...questo. Così, dopo aver aspettato alcuni secondi, per comunicarle cosa voleva dirle (anche se questa si stava ora concentrando perlopiù sul fantasma della notte) alza leggermente il capo e ci riprova, guardando l'entità volpina sorgere...anche perché, dopo tanto tempo...c'era qualcosa, che aveva sepolto nella memoria, che per quelle ultime parole della dragonessa erano riemersi nella sua mente:qualcosa che forse l'avrebbe convinta ad aiutarli...
    Ti spieghi...bene:vedi un guadagno, e vai a prenderlo a discapito di tutto.
    Per qualche istante...lo scintillio verde balenò nuovamente nei suoi occhi, guidando i suoi stessi pensieri con la sua strana influenza: nemmeno lui, se si fosse guardato si sarebbe spiegato un simile cambio repentino di umore(ed onestamente Lesothos, che li stava guardando, anche se seguiva il discorso generale ne era leggermente preoccupato...).
    Forse abbiamo degli interessi che hanno valore nella stessa fatica.
    Lui...si mise ad abbozzare con l'artiglio, nel terreno...quello che sembrava il disegno di un villaggio abbandonato, fatto a quadratini, come ad indicare il fatto che...fosse fatto di un qualche genere di metallo?...
    Non sempre sono riuscito a salvare tutti quanti:un villaggio, nascosto nel folto della foresta ​alla vista di quasi ogni "esterno" non ha avuto questa fortuna, e i suoi abitanti sono stati costretti a scappare, prima del mio arrivo. Li aiutai, ma loro si rifiutarono di tornare, per paura dei predoni:predoni che non sono mai nemmeno arrivati, quando andai a controllare. La protezione che si erano lasciati alle spalle era incredibile, e persino un adepto mago avrebbe avuto difficoltà. E un drago avrebbe desistito, perché troppo "intricato e impegnativo", da cercare. Ormai quel villaggio altro non è che uno scheletro, di ciò che era un tempo, e nessuno vuole tornarci, ne lo vuole reclamare, non importa quanto avessi cercato di convincerli. Non mi piace, offrire quella che era un tempo la casa di qualcun'altro così...ma tu, e forse anche la Nebbia potreste averlo per intero,con tutto ciò che esso contiene:è grande come una cittadella, e conteneva numerosi metalli, nonché casse chiuse che non ho mai aperto.
    Aaaah, Mulan:alla fine la tua abilità commerciale è proprio tornata utile, al tuo mezzo drago prediletto, eh? Nemmeno lui lo avrebbe mai detto, ma a quanto pare stava facendo proprio come alcuni umani di una realtà a noi tutti più affine:convinzione graduale con la spartizione di danari. Il mezzo roc si giustificava, nella sua mente pensando che nessuno avrebbe mai trovato quel posto, e perciò non lo avrebbe mai usato, come rifugio. Ed inoltre, semmai gli altri presenti non ne fossero stati del tutto convinti...sarebbe potuta servire come base di controllo, per tenere sott'occhio questa organizzazione non del tutto...sana. Ma non comunicò agli altri, meno che mai a colei con cui poco prima stava parlando, questo:non sapeva perché...ma non se la sentiva, di tradire ulteriormente qualcuno a cui lui, ha fatto in piccola parte del male. Lì aveva sbagliato lui...e questo era un modo come un altro anche per rimediare a quello sbaglio...
    Nel mentre il mezzo grifone stava ascoltando, ed osservando la situazione corrente...con molta, pazienza:nonostante le sue parole, e quello che i presenti si erano finora detti non si era ancora raggiunto un accordo preciso...ma fu Zell, a fargli tirare mentalmente un sospiro di sollievo:finalmente qualcuno che aveva trovato uno straccio di decisione comune, cosicché tutti potessero cercare di farci appiglio.
    Il tuo suggerimento è per me bene accetto, Leamhan:non è per il momento consigliabile, attrarre attenzioni indesiderate da parte di quella spregevole creatura. Temo che, sebbene ci siamo prolungati nella dovizia del confronto delle nostre idee non sarebbe certamente una cattiva idea, avere un ulteriore fase di raccoglimento:in questo stato potremmo persino cadere vittime del nostro disaccordo. Come già detto:sarei tentato di dare a...la nostra entità dai caldi colori, e all'umano che parrebbe contenerlo, qui una possibilità, poiché affidarsi quasi esclusivamente ad una serie di dubbi, relegati a qualcheduno che non abbiamo modo di conoscere in modo completo, se non da alcuni pettegolezzi, alla fine della questione risulta prematuro. Inoltre... disse il mezzo drago candido, che poi osservò Liya, sorridendole il minimo sindacale.
    Da un punto tattico mi ritrovo d'accordo con l'eroe qui accanto a noi presente:qualunque sia l'avamposto di cui lui parla...nutro seri dubbi, che nell'eventualità di alcune trappole che queste possano in modo alcuno trattenere una creatura...potente come lei. disse l'ibrido serafico, un commento che il suo più orgoglioso omologo scuro, con tutta probabilità non avrebbe davvero aggiunto.
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    Kestrel dovette riconoscere che, dopo molto tempo, qualcuno aveva messo in seria difficoltà il suo livello di sopportazione dell'altrui verbo. Solitamente era talmente indaffarato nel compiere ragionamenti semplici e nei discorsi più o meno incomprensibili di Kurama da non prestare troppa attenzione al mondo circostante, nemmeno le volte in cui era lui stesso ad essere coinvolto in una conversazione. Fu quella creatura blu con le squame e le ali, vagamente drago, a spazientirlo. Il complesso della situazione era già piuttosto fastidioso, quasi snervante, ma una simile ottusità era piuttosto rara anche in un'isola pazza come Kengard. Voleva tuttavia prima rispondere al cavallino, per questo trattenne Kurama che si era acceso di nuovo dentro di lui. Finché l'aura rossa rimaneva invisibile e il calore attorno e dentro al suo corpo non aumentava era tutto contenibile allo stringere i denti, le dita e le spalle. Doveva al massimo trattenere il respiro. La cosa però si stava complicando.
    "Si, vi aiuterò" rispose annuendo al cavallino d'ossa. "Ma prima dobbiamo far capire a questo individuo che deve smetterla di infastidirmi"
    Si rivolse così a quella strana creatura blu e avanzò di un paio di passi. Era disarmato, sicché quello non avrebbe dovuto titubare più di quanto già non avesse fatto. Anche ipotizzando un attacco a distanza, non era abbastanza vicino da essere imprevedibile. Si fermò e lasciò parzialmente andare l'aura. Fortunatamente Kurama aveva recuperato parte della lucidità e aveva seppellito la foga accumulata poco prima, tuttavia aveva una gran voglia di arroventare gli artigli. A dire il vero anche lo stesso Kestrel stava cominciando a sentire un certo prurito alle mani; a differenza del volpo, però, voleva menare quel tizio per la sua stupidità. E se Kestrel reputa stupido qualcuno c'è decisamente un problema.
    "Con le tue bazzecole mi hai fatto decisamente passare la voglia di essere diplomatico. Non ho intenzioni belliche, ma se non c'è altro modo per convincerti..."
    Senza curarsi dei presenti si spogliò della maglietta, poi dei pantaloni, poi delle scarpe (rigorosamente dopo i pantaloni) e infine dell'intimo; li gettò da una parte e lasciò libera l'energia di Kurama, che trasformò il suo corpo in quello della volpe a nove code dal pelo rosso e fiammeggiante. Kurama si annunciò con un ruggito e con sguardo adirato si rivolse a Zell. Lui aveva capito quale fosse il nome della creatura, seguendo le conversazioni e lo scambio di sguardi tra i presenti.
    "Non osare mai più paragonarmi ad un umano, hai capito?" ringhiò avanzando deciso. Era sicuramente minaccioso. "Non è una mia decisione la presenza del mio essere nel corpo di quest'umano. Non lo è neanche il mio innato desiderio di battaglia. Combattere con un drago o un'altra creatura altrettanto potente è un'emozione indescrivibile, parte dell'impeto della battaglia e del fervore del fuoco. Se vuoi opporti a questo perché non mi fai da avversario?"
    Kurama era pronto a dare spettacolo. Aveva capito che i loro intenti fossero altri, ma l'avevano mandato in bestia. Ora non si sarebbe calmato finché non fosse stato affrontato da qualcuno di interessante. Nairy, nel frattempo, con un'occhiata di sufficienza alla volpe aveva tirato un lungo sbadiglio e si era rivolta al teramin.
    "Io me ne andrò subito. Liya ha trovato l'ennesimo maschio da infastidire, non sta a me tirarla via. Questa volta sono addirittura due"
    Con un sorrisetto si voltò e si incamminò con un gesto della mano rivolto al gruppetto. Sparì fra gli alberi in tutta calma, poi cominciò a correre. Liya invece era rimasta ad ascoltare lo sproloquio del drago bianco piumato, anche se il suo primo interesse era stato rivolto a Zephiros. Trovò oltremodo interessante l'assurdità di quanto proferito da quella creatura, una verità talmente ingarbugliata da mettere in dubbio anche lei.
    "Ho aiutato molti di voi su quest'isola" rispose, ignorando le splendide zanne che per un attimo avevano fatto capolino dal muso di Zephiros. "Non mi aspetto lealtà in cambio, se aiutare porta vantaggio al mio interesse. I bipedi si impegnano in un'attività ogni giorno e se la gradiscono non la considerano fatica. Per me, il guadagno di un raccolto spesso ha un valore superiore allo sforzo impiegato per ottenerlo"
    Così dicendo lasciò perdere il mezzo drago ingenuo che era Zephiros e si avvicinò al suo interlocutore di piume bianche senza mai distogliere lo sguardo. Con la coda lo sfiorò sul ventre e sogghignò, procedendo oltre.
    "Non so se mi spiego"
    Era sicura che entrambi si sarebbero accorti delle sue intenzioni. Non aveva però idea di come l'uno o l'altro avrebbero reagito. Anche Zephiros, ingenuo com'era, doveva aver ormai intuito lo scopo delle sue provocazioni.
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    Le parole difensive di Kestrel sul suo amico ammazzadraghi ebbero l'effetto opposto su Zell rispetto a quello che l'umano avesse sperato, o almeno così ne era convinto.
    "Ah si, umano? Di una cosa sono certo: voi umani siete molto bravi nella menzogna. Mentite molto spesso per coprire le vostre vere intenzioni e per cercare di fuorviare gli altri. Chi mi assicura che tu stia dicendo la verità? Chi mi assicura che il tuo compagno non sia malvagio? Chi mi assicura che lui si limita solo a fare a botte e invece non infila la spada nel cuore di ogni drago che incontra? Spiacente ma le tue parole non mi bastano. Ho visto troppi umani mentire proprio ai draghi per ucciderli, è nella natura dei guerrieri umani prendersela con i draghi e io non ho mai capito cosa vi abbiano fatto del male! E per questa serie di validi motivi, ritengo giusto che il mio amico Zenon metta in guardia quanti più draghi possibili!" e dopo aver esternato il suo allarmismo verso il compagno di Kestrel, il draghelfo finalmente si sedette un pò più tranquillo su di un ramo, lasciando la coda penzoloni.
    Ne seguì poi una lunga chiacchierata tra la dragonessa blu e il drago-roc candido, così complicata che Zell si perse nel labirinto del discorso e rivolse al Teramin un 'espressione facciale che diceva "ci stai capendo qualcosa?" senza effettivamente capire se le sue parole avessero avuto effetto e quale sugli altri.
    Fu proprio Leamhan a riportare Zell al presente, e saltò di nuovo giù dal ramo, affiancando il Teramin con fare protettivo.
    "Uh sì giusto, perdonami Leamhan.....Ehmehm...allora...priorità assoluta ora che il mio amico Teramin, ha bisogno di cure e di cibo e dobbiamo portarlo in un posto sicuro da malintenzionati, quindi voi altri avete diverso tempo per decidere se aiutarci o no. Finchè Leamhan non si sarà ripreso non andremo da nessuna parte e la spada può aspettare, ovunque essa sia." si rivolse il draghelfo positivo, un pò a tutti.
    "Accetto il tuo suggerimento, amico, ma spero che il tuo villaggio natale non sia molto distante da qui, sei ridotto piuttosto male e necessiti di cure direi....urgenti!" aggiunse Zel, rivolgendosi al malconcio equino.
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    Devo fare qualcosa, per queste notificazioni:il mio indirizzo email non mi avvisa più come una volta. Comunque...eccomi ordunque finalmente qui, a rispondere...

    Fortunatamente, da quella discussione fu trovata almeno una, soluzione concreta, anche se Lesothos la trovò... lievemente affrettata, e presentante poca fiducia per il seppur "imputato" Kestrel, per cui lui credeva fermamente avrebbero dovuto concentrarsi di più nel comprendere, poiché chiaramente più fornito di sfumature di quanto si sarebbe potuto intuire, ma...oh beh:la decisione era stata presa, e almeno i soggetti sarebbero stati avvisati non solo quella di Kestrel, ma anche(personalmente il candido sperava solo) di quella di altri individui che chiaramente non intendevano intavolare nessun genere di discorso, e che ancora più chiaramente volevano massacrarli per chissà quali ragioni. Così, anziché dedicarsi a questo precoce, ma in un certo qual modo giusto avviso...decise di concentrarsi nuovamente sull"ammazza-draghi". E dopo averlo fatto, sebbene potesse essere comunque una decisione controversa, da intraprendere...sapeva, ormai che non si parlava di una situazione in nero e bianco, ma di un grigio... possibilmente tenue, nello spettro del ragazzo. Fu con tali considerazioni, che prese infine parola...
    Il rischio è...assai grave, per un individuo di cui non abbiamo l'assoluto vantaggio di riconoscere totalmente...ed almeno una buona dose di tutti noi ha avuto la sfortuna, ma anche l'opportunità di apprendere il prezzo dell'eccessiva fiducia, e assai...ma è altrettanto giusto ragionare su un ulteriore particolare, che i molti, in codeste terre non riescono spesso a ricordare, o a prendere semplicemente nella propria considerazione:che la terra di Kengard...non si compone soltanto di estremi dello spettro della giustizia e delle varie reputazioni, ma anche di tonalità assai grigie, talvolta tendenti da una parte, ma talvolta così indistinguibili da non essere decifrabili. Ciò che voglio a tutti enunciare, con questa mia minuscola considerazione, perciò...è che le voci vi precedono, ragazzo, e fino ad ora non avete dimostrato, nemmeno nei più ridotti momenti la malignità che molti temono possa da te e dal tuo compagno provenire. È altresì vero che possediamo i nostri interessi:interessi del cui compimento potrebbe derivare un vostro futuro prossimo, di conseguenza, perciò anche di vostra rilevanza, ma per cui in fondo non avete alcun obbligo a prender parte. Se desideri il nostro sostegno, in qualche modo dovrai prenderti l'impegno morale e spirituale di seguirci in questo compito, poiché se non dovessi rispettarlo...vivresti con la consapevolezza di non esser degno della fiducia che anche per errore persone che non sono consapevoli di te potrebbero darti:questa, aldilà di una vendetta più diretta sarebbe una punizione più che sufficiente, per te. Perdona la mia apparente mancanza di tatto...ma comprenderai anche tu la posizione in cui i miei alleati scrutano il vostro essere, spero. In ogni caso, se intenderai procedere in solitudine...puoi sempre ritirarti concluse il mezzo grifone, con una delle due tante...risposte brevi, e non del tutto programmate, ma che riteneva necessarie, sperando nel raccoglimento interiore di colui che principalmente era andato a ricercare...che tuttavia non stava tanto dimostrando, nell'interagire con quella dragonessa:Zephiros...era assolutamente irritato, da quelle sue ultime insinuazioni, e per qualche breve momento...si poterono vedere le punte dei suoi denti, altrimenti ben coperte sotto le sue squame e piume nere...mentre il suo corpo, contraendosi lievemente sembrò quasi emanare...del vapore, per qualche vago secondo? Difficile a dirsi, visto quanto la cosa fosse poco percettibile...ma certamente era chiaro che stesse "fumando", in un certo qual senso, anche a dimostrazione del suo sguardo giallo che stava mostrando...diversi riflessi verdi, suscitando la sempre crescente preoccupazione del suo compare più riflessivo...
    Che vengano:ho delle conseguenze da affrontare. In ogni caso... disse lui, che poi continuò, giocandola su una carta che mai, mai prima di allora aveva davvero utilizzato, nemmeno quando aveva saputo delle particolari attitudini di quella che sarebbe dovuta essere la sua fidanzata ad interim:buttarla in extremis...su una strana forma di personale presa in giro.
    ...non che possa giovarmi poi tanto, fare l'azzurrino:è un miracolo che mi sia anche solo spiumato. Non so nemmeno dire delle buone battute, per dirne una. Eheheheheh...sai che noia, che sarebbe stata per lei, giusto? disse lui, alquanto...strambo, ed in un evidente tentativo forzato di dialogo, con un...assai strano sorrisetto:qualunque bizzarro stato lo stesse prendendo era chiaro che cercava di trattenersi, e l'essere il più ragionevole possibile, in un modo o nell'altro, per qualcosa che sapeva chiaramente essere colpa sua, e che...davvero lo colpiva, in un periodo in cui si stava sentendo nuovamente solo, per un motivo o per un altro. Era alquanto chiaro, che era tutto un suo tentativo di non incavolarsi con le provocazioni di lei...
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    Grazie mille,mi hai salvato la vitadisse Nicholas con una scompigliata della criniera ricambiando il sorriso di Lehaman, felice di quel momento di pausa perchè lui decisamente non era fatto per le battaglie, a quella partecipava solo perchè voleva aiutare il suo amico. A proposito, non gli aveva ancora chiesto che creatura fosse ma non era importante al momento,magari gliel'avrebbe chiesto dopo che tutto quel caos fosse finito, sempre se fossero ancora vivi. Nicholas aveva fiducia in se stesso ma qualcosa poteva sempre andare storto in queste circostanze pericolose quindi si doveva essere preparati a tutto.
    Sobbalzò quando il demone superstite parlò perchè non si aspettava che quelle creature parlassero nè che avessero una voce così graffiante. Quindi erano intelligenti e sezienti, pensò il ragazzo ascoltando il demone. Li prese in giro ma lui si concentrò più sul fatto che due dei demoni erano ancora in giro. Ora, Nicholas non sempre aveva prontezza e decisione quindi non potè evitare che il tronco incendiato partisse verso Lehaman ma poi scagliò una piccola scheggia di vetro contro il braccio del demone con una leggera rabbia. Comunque vide Lehaman erigere delle colonne d'ombra per proteggersi dall'attacco del demone e riuscì a far incediare il suo nemico.Facciamolo fuori!esclamò Nicholas prima di lanciare altre scheggie di vetro per poi precitiparsi a soccorere l'amico con dell'acqua. Se ti fa male, devi prendere qualcosa che ti guariscadisse a Lehaman poi gli venne un'idea meno bislacca delle altre.Le erbe anti-scottature! Sì, mio nonno le ha disegnate, devono essere qui da qualche partedisse guardandosi intorno ma c'era solo cenere ovunque. Poi osservò lo spettacolo di Rovres e Nevral che cercavano di uccidere il mostro e fece una smorfia alla scena del moncherino sanguinante del primo.
    Immagino che siano i rischi del mestiere comunque come dicevo a Lehaman qui intorno forse crescono delle erbe guaritrici quindi anche il moncherino non dovrebbe sanguinare più se vengono applicate sulla zona.Nicholas non aveva particolari conoscenze come guaritore ma si era ricordato in quel momento cosa suo nonno aveva scritto a proposito delle erbe guaritrici. Ora tentava di ricordarsi quali erbe potessero essere.Sì, sono stato molto stupito sentendo le parole del demone, non mi aspettavo che parlasse anche se so che non si può mai dare niente per scontato. Quindi l'isola è infestata? Capisco.Annuì,gli sembrava proprio come un'invasione di topi grandi e pronti a uccidere. Con una parte della mente Nocholas ascoltava, con l'altra cercava di ricordarsi il nome delle erbe guaritrici con molta serenità anche se Lehaman gli sembrava proprio in condizioni gravi. Quindi sarebbe stato meglio che si sbrigasse a ricordare.
    Gaios poi gli disse di spostarsi dal cavallino e Nicholas lo fece.Credo che abbia qualche problema alle costole comunque io non ho toccato il suo fiancodisse. Per quanto volesse bene al teramin, Nicholas non l'avrebbe mai toccato dove gli faceva male e anzi forse proprio perchè gli voleva bene.
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    Kestrel ci provò a seguirli tutti; ci provò con tutte le sue forze, ma proprio non ce la fece. Iniziarono uno dopo l'altro a sproloquiare del più e del meno riguardo a sue presunte attuazioni losche nei confronti della specie dei draghi, nel nome della distruzione di massa atomica e dello spirito santo. Non capì granché di quel che venne detto, il gergo delle creature era fin troppo articolato per uno come lui. Kurama stava loro dietro senza problemi, ma era troppo preso da altro per aiutarlo in tal frangente. Kestrel si ritrovò a sbuffare come non faceva da tempo. Gli sarebbe toccato rimanere senza spada ancora per un po'. Perché proprio a lui doveva capitare l'allegra combriccola delle bestiole infoiate con seri problemi di fiducia nel prossimo?
    Fece un passo indietro, si voltò verso Liya e la trovò tutta concentrata sul drago piumato che tra i molti gli era sembrato forse il più ragionevole. Con Liya però le cose non erano mai tranquille, l'aveva imparato nei primi cinque secondi dopo il loro incontro, aveva rafforzato la certezza nei seguenti dieci e ne aveva impiegati altri venti o trenta per capire che farla arrabbiare non era conveniente. La lasciò ai suoi dilemmi e ci provò un'ultima volta, e badate bene che sarebbe stata l'ultima; se quelli avessero insistito per la loro strada non avrebbe trattenuto Kurama e quel che sarebbe successo non sarebbe più dipeso da lui.
    "Non avete capito un bel niente" riprese, rivolto a nessuno in particolare. "Il mio compagno è un po' irrascibile e gli piace fare a botte, ma non è malvagio. Non più almeno. Gli piacciono i draghi perché sono creature possenti e li trova ottimi avversari per un po' di sana battaglia. Anche a me piace qualche scazzottata in allegria, ma nessuno deve rimetterci la vita. Fino ad ora il mio compagno ha affrontato solo avversari degni, con cui poter dare il meglio di sé. Diciamo che posso chiamarlo in qualunque momento, è sempre con me. Poi uno di voi però dovrà offrirsi di sfogare i suoi istinti e adesso è piuttosto agitato. Per questo qualcuno potrebbe farsi male. Un bambino capriccioso in grado di capovolgere una montagna, se vogliamo"
    C'era da affrontare anche l'argomento spada, tuttavia cominciava a temere che ci fosse del disagio in tutto ciò. Qualcuno aveva anche proposto di aiutarlo a trovarla per poi chiedergli in cambio un aiuto contro un losco individuo. Non che Kestrel non fosse tipo da affrontare i loschi individui, quelli erano i migliori, solo che cominciava ad avere una gran voglia di trovarsi lontano da quella foresta.
    "Non ho fretta di recuperare la mia arma e posso aspettare che abbiate deciso le vostre cose" aggiunse con una vena di stizza. "Ma bene o male devo assolutamente ritrovarla. Non ce ne sono altre tanto adeguate al mio braccio"
    La sua spada era soltanto sua, nessuno doveva impossessarsene. L'aveva condotta in lungo e in largo, tra le locande e le vie affollate, nelle campagne e nei boschi. Gli era sempre stata fedele e aveva tagliato carne viva e morta tante di quelle volte che ormai non c'era centimetro della lama che non avesse sfiorato almeno una volta il sangue. Era affezionato a ben poco, ma dopo Kurama e Miren c'era sicuramente la sua spada.
    All'udire quel pensiero anche il volpo si erse nella sua mente.
    <lo hai pensato da vero?>
    Kestrel lì per lì non capì. Kurama si era anche rilassato.
    <cosa?>
    <da quando sei affezionato a me?>
    Kestrel sospirò e si grattò la testa. Nel sollevare il gomito sentì il diverso peso che il fodero vuoto della sua nuova arma temporanea aveva sulle sue spalle ed ebbe la sgradevole sensazione che qualcosa non fosse a posto.
    <sei tu che mi detesti. Io ho sempre cercato di andare d'accordo con tutti>
    <strano detto da te. Hai abbandonato casa per stare da solo>
    <non posso sbarazzarmi di te> ammise Kestrel con una punta di ironia. <e ormai non voglio che accada>
    Sarebbe stato bello che tutti gli altri avessero potuto udire il dialogo. Si sarebbero resi conto di come stavano le cose. Era la prima volta che si ritrovava a pensare di voler condividere i pensieri che solitamente erano soltanto suoi e del volpone a nove code.
    Liya nel frattempo, perché Kurama non bastava, anziché farsi indietro si era subito eccitata di fronte al luccichio nello sguardo di Zephiros. Annuì e ritirò il muso.
    "Vedo che ti scaldi facilmente. Dovresti chiedere il parere del tuo gelido amico, sembra il tuo esatto opposto"
    Non ironicamente, quei due anche fisicamente parevano uno l'esatto opposto dell'altro. Liya però era interessata al nocciolo della questione e snudò le zanne nel suo solito ghigno.
    "Nessun conto in sospeso. Non ho detto di esser venuta qui per farla pagare a qualcuno, e non sono realmente affari miei. Ho solo un debole per le creature ingenue. Tu hai tutta l'aria di essere ingenuo e innocente" concluse, tornando ad avvicinare il muso a quello del drago di piume nere per poi voltarsi un solo istante verso il suo compagno bianco. "Certo non posso garantire per tutta la tana. Qualcuno è piuttosto vendicativo, altri si fanno gli affari propri. Quelli più dediti al dovere potrebbero decidere di cercarti se Noxas fosse davvero infuriata con te. Suppongo ti abbia avvertito che non avresti dovuto seguirla. Oppure anche a lei sei piaciuto. In fondo le vostre piume..."
    Lasciò la frase a metà, leccandosi le zanne lucenti e socchiudendo le palpebre. Ritirò di nuovo il collo e si voltò, schiudendo le ali ai fianchi. Liya aveva l'espressione del -non troviamoci da soli io e te perché son guai-, ed era una delle espressioni più pericolose di cui era capace. Poteva scatenare battaglie, tradimenti, notti strane e aperture spaziotemporali dalla dubbia integrità.
    In tutto ciò, Nairy non aveva risposto al cavallino. Non c'era niente da rispondere sulla Nebbia. Erano talmente in pochi a capire che perdere tempo ormai non aveva più senso. Quel giorno però di gente strana se n'era radunata un bel po'. Forse in verità ne valeva la pena.
  10. .
    Zell camminava avanti e indietro, visibilmente nervoso, con gli artigli che aravano il soffice terreno e con la coda che si muoveva a destra e a sinistra. Da una parte voleva mettere in guardia i draghi di Kengard, dall'altra voleva trovare un comune accordo per velocizzare i tempi e muoversi per stanare Meno Zell, che i draghi-roc consideravano, a ragione, molto più pericoloso dell'ammazzadraghi. Il fatto che Kestrel avesse evidenziato che il suo amico combatteva i draghi senza ammazzarli non faceva attenuare il nervosismo del draghelfo positivo.
    "Dobbiamo stanare Meno Zell il prima possibile, questo è certo ma il pensiero che in giro per Kengard c'è un ammazzadraghi che potrebbe uccidere i draghetti e distruggere le uova mi rende molto nervoso. Uno di noi deve avvisare i draghi di Kengard e tutti i loro alleati, in modo da metterli in guardia. Così hanno il tempo di portare le uova in un luogo sicuro e tenere d'occhio i cuccioli già nati! E avvertire anche i migliori amici dei draghi, vale a dire gli elfi!" propose il draghelfo positivo, come se in giro ci fosse un esercito di ammazzadraghi e non solo uno.
    "Vado io! E' molto più sicuro anche per me. Se affrontassi uno come Meno Zell potrei anche non farcela mentre voi siete più adatti. Conosco bene i draghi e ho già fatto loro da messaggero. Tra tutti noi, io sono il più adatto a svolgere questo compito, così ti tolgo un pensiero dalla testa." si offrì Zenon.
    "Sei sicuro di andare da solo?"
    "Ho viaggiato per Kengard in lungo e in largo da solo per molto tempo, so arrangiarmi. Non preoccuparti per me, Zell. Mi assicurerò io stesso che i draghi prendano tutte le precauzioni necessarie per fronteggiare, e anche eliminare, la minaccia! Riferirò loro anche di Meno Zell!" rispose tranquillamente il felino, senza nascondere il fatto che l'amico di Kestrel potesse effettivamente venir bruciato e/o folgorato e/o assiderato e/o sciolto nell'acido e/o affogato e/o sotterrato e/o sbranato e/o divorato da un drago infuriato.
    "Ci vediamo, Zell, Zephiros, Lesothos e Leamhan. Mi raccomando, neutralizzate quel puzzone!" e senza attendere oltre, il Creimvell del metallo prese una decisa direzione e sparì nella foresta a gran velocità.
    "Bene signori, sono sicuro che i draghi saranno messi in guardia il prima possibile. Mi fido del felino! Ora possiamo procedere? E se.....?" l'ibrido positivo formulò un'idea.
    "Usassimo la spada ricercata come arma per combattere Meno Zell? SENZA ucciderlo!" rimarcò la sua idea, sottolineando il fatto che non dovevano ucciderlo anche ai nuovi arrivati.

    Zenon esce

  11. .
    La situazione...non era proseguita esattamente come Zephiros aveva propriamente pianificato:fra tutti coloro che più lo preoccupavano...erano Zell, e coloro che avevano a che vedere con la Nebbia Argentata. Il primo...poiché effettivamente lo stava facendo riflettere sul problema dell'aiutare qualcuno che, sebbene accidentalmente avrebbe potuto utilizzare la propria arma per uccidere la razza a cui, per metà apparteneva...e i secondi per via del tremendo incidente che poteva ammetterlo:era decisamente colpa sua...e mai si sarebbe perdonato, per questa ragione:tutto quello che poteva fare...era eventualmente farsi perdonare, in metodi che non richiedessero chissà quale metodo illegale, o chissà che cosa altro ancora di per lui eccessivo...forse anche scusarsi direttamente con lei, per quanto banale potesse questo sembrare. Ma che cosa altro avrebbe potuto fare?...
    Zell non avrebbe tutti i torti:ridargli la spada potrebbe essere pericoloso...ma purtroppo questo è chiaramente qualcosa di simile alla scelta di dare o meno un arma a qualcuno per difendersi, e sperare che non la usi per altri scopi. E inoltre vi è un problema più grande...perfino della possibile morte di altri draghi... disse il mezzo drago colore del carbone, il cui sguardo si fece deciso, mentre dedicò un occhiata proprio al draghelfo, girando leggermente il collo verso di lui...salvo poi trasformare suddetta espressione in una di preoccupazione:per quanto il rischio peggiore potesse essere grave...vi era qualcosa di ancora più grave, all'orizzonte. E sperava di poterglielo far capire, in qualche modo.
    Le azioni del tuo doppio malevolo, Zell:tu, meglio di chiunque di noi dovrebbe conoscerlo. E non credo che con le sue manipolazioni intenderebbe fermarsi ai soli draghi:tutte le razze, a Kengard e forse oltre potrebbero essere in grave pericolo. Non possiamo permettere, che continui:se aiutarlo a riprendersi la spada ci darà quantomeno indicazioni per trovarlo...e, se lo sosteniamo, noi che siamo almeno per metà di sangue draconico...potrebbe cambiare idea:vederci sotto tutta un altra luce, dandogli i suoi tempi:è sicuramente molto meglio redimere qualcuno in qualche modo, che ucciderlo e semplicemente vivere con le conseguenze delle sue azioni passate...lo so, che è difficile, lo è anche per me!...ma se possiamo ricavare ulteriori piste, per trovare una minaccia più grande allora penso che dovremmo prendere quest'occasione... disse ancora il mezzo roc, respirando pesantemente ad ogni sua frase, in una interiore difficoltà etica, sul dilemma...questo, finché non intervenne Lesothos, che ancora una volta si era, nel mentre premunito di osservare a lungo la situazione corrente, dopo le proprie precedenti parole:esattamente come una colonna di ghiaccio, che resta statica e gelida, di fronte al movimento di qualunque creatura gli trascorra, possibilmente permettendo ad esse di riflettersi.
    Comprendo la difficoltà che stiamo localizzando nella cooperazione, e nessuno dei presenti è certamente obbligato a seguire il medesimo percorso karmico...ma vi chiedo di fare corretto uso dell'opportunità di riflettere sul vantaggio comune:tutti noi avremmo l'opportunità di neutralizzare un entità che per noi tutti, nessuno rappresenta solamente un comune svantaggio, e che non ricercherà alleanze se non per pugnalare chiunque di noi alle spalle, e ricominciare dall'inizio:non essendo in possesso di piste migliori...localizzare lo strumento del signor Kestrel è la sola opportunità certa che al momento possediamo, di ottenere ulteriori informazioni, con la non indifferente possibilità che esso possa effettivamente cambiare, quantomeno parzialmente il proprio punto di vista. disse l'ibrido candido, che osservò con attenzione, ma anche leggera severità sia l'altro ibrido di simile copertura che quello dalle fattezze umanoidi, volendo chiaramente fare intendere qualcosa di importante, che esplicò subito dopo.
    Talvolta, per avere l'opportunità di fare la cosa giusta...bisogna tuttavia prima eseguire scelte difficili, ma senza le quali il nostro vero io non può essere rivelato, ne essere messo alla prova:come alcuni umani, compresa la mia saggia madre enuncerebbero...il problema è nel credere, ed eseguire il dai molti temuto salto della fede. aggiunse infine il mezzo grifone, che respirò molto lentamente, facendo uscire del vapore dalle sue narici, sebbene il clima non fosse tanto gelido:che avesse a che vedere con la natura del suo elemento?...domande per un altra occasione, nella mente dell'ibrido più estroverso...poiché, senza nemmeno avere il tempo di fermarsi a riflettere a dovere una...dragonessa, esattamente come un demone tentatore si era messa a domandarsi che cosa Noxas ci avrebbe potuto vedere, in lui...varcando un altra, "misteriosa" opzione che forse non avrebbe dovuto considerare. Cercò di non risponderle, ne in generale di reagire, nemmeno quando lei si premunì di annusarlo a distanza...fin troppo ravvicinata...ma non riuscì a trattenersi dal farlo, dopo un po', e con un espressione amara sul suo muso, dando sfoggio dei suoi denti sempre accuratamente puliti e puntando severamente il suo occhio destro e giallo su di lei...la guardò, e disse:
    Le volevo bene...non sapevo ancora, per che cosa avessi firmato, quando l'avevo seguita. Ma ero stupido ed ingenuo, un eroe perlopiù spensierato, allora...solo poi, tempo dopo aver perso la strada ho capito. Se la Nebbia Argentata, e soprattutto lei stessa hanno ancora dei conti in sospeso con me allora sono pronto a subirne le conseguenze...ma smettila di insinuare chissà cosa sul mio conto:io non sono, un menefreghista come potrebbe sembrarti...capito?
    Quell'ultimo..."capito"...emerse con un leggero scintillio...verde, che per breve tempo rimpiazzò il tipico colore giallo dei suoi occhi, cosa questa che era impossibile da non notare, da vicino. Ma per menti abbastanza argute e allenate, come quelli dello spettro in bianco...questo era addirittura percepibile. E lo sguardo di quest'ultimo era chiaramente preoccupato, sebbene solo leggermente severo.
    Più tempo mal utilizziamo, a discutere il nostro disaccordo fra di noi, signori...più elevate saranno le possibilità che Meno Zell compia atti irreparabili:se avete l'intenzione di prendere una decisione...allora vi suggerisco di farlo prima che altri morti, o corruzioni di qualunque genere...possano avvenire... disse ancora, non aspettandosi di dover ulteriormente prender parola, facendolo, tuttavia per quell'improvviso scintillio che aveva visto in Zephiros, che per niente gli era gradito:era chiaro, che l'ibrido più scuro, in realtà si considerasse esso stesso male, sebbene lui stesso cercasse di concentrarsi soltanto sulla situazione corrente...ma quando hai dei demoni interiori, e ad essi si aggiungono degli anche minimi dubbi chi sei tu, per riuscire opportunamente a controllarti?...

    Edited by Elker Errani - 26/1/2022, 14:08
  12. .
    Kestrel stava per rispondere all'intervento poco comprensibile seppur esaustivo del cavallino. Osservarlo gli dava una strana sensazione, ma ascoltarlo non era stato troppo più semplice. Parlavano tutti come Makon da quelle parti, e lui non capiva nulla quando il vampiro sciorinava le sue favelle. In quel caso afferrò qualcosa, anche se mentre ascoltava aveva un'espressione perplessa tipo quella degli anime quando c'è il momento imbarazzante. Ovviamente poi ci si misero i compagni del cavallino a bisticciare e a smentire le ragionevoli proposte degli altri. Persino la creatura piumata verso cui Liya aveva mostrato interesse aveva chiarito di voler soltanto mettere le cose a posto, ma a quanto pareva non erano tutti dello stesso avviso. Era evidente che se qualcuno non cominciava a far casino non poteva essere una role di Kengard. Kestrel sbuffò efece qualche passo in avanti. Avevano capito che lui fosse d'accordo con un ammazzadraghi. Non sapeva neanche che esistessero gli ammazzadraghi, ma non era certamente quel che intendeva. Di nuovo, per mettere le cose in chiaro, avrebbe dovuto far venire l'ammazzadraghi in persona. A quel pensiero Kurama esibì uno dei suoi sorrisetti mentali soddisfatti, come se l'insistenza di quelle creature fosse per lui motivo di ironia e di speranza.
    "Perché a Kengard sono tutti fuori di testa?" chiese ad alta voce, rivolto a nessuno in particolare.
    Da che pulpito! Se Kestrel riusciva a porsi una domanda simile doveva essere proprio una situazione disastrata. Nairy intervenne.
    "Ma noi non ci siamo mai nascosti" spiegò al cavallino d'ossa e pelo. "Non tutti almeno. Di cosa ci occupiamo è ben noto, creare scompiglio e far arrabbiare le autorità perlopiù. Che poi il nostro scopo sia quello diportare le specie a riunirsi contro un male comune, provocato da noi in questo caso, bhe quello non l'hanno capito in molti. Se raccontiamo la verità non veniamo creduti, quindi non ci proviamo nemmeno. Comunque sia..."
    Liya si era avvicinata al mezzo roc dalle piume nere e ignorando il suo compagno-fratello-quel che era gli aveva rivolto un'occhiata scura.
    "Quindi è vero. Hai tradito la sua fiducia. Questo non può essere assolutamente perdonato. Decisamente no" Con un ghigno beffardo si avvicinò ancora, oscillando la coda e frustando il terreno. "Dovrò assolutamente fare in modo che questo non si ripeta mai più"
    Liya era fin troppo brava a recitare, ma non quando ci cascavano in pieno. L'ingenuità era un'arma complicata per lei da affrontare, le veniva più semplice ribaltare menti astute piuttosto che creature sciocche e semplici come lo era anche David. Quel drago piumato aveva passato del tempo con Noxas, distogliendola dal compito senza neanche accorgersene. Liya però era troppo menefreghista delle regole della Nebbia per preoccuparsi davvero di rispettarle o farle rispettare. Come se qualcuno nella tana le avesse mai tenute in considerazione. Snudò le zanne e chinò il muso.
    "Chi sa cos'ha trovato di interessante in te. Adesso siete anche in due. Saranno state le piume lisce e profumate? Gli artigli affilati e le corna appuntite? O magari..."
    Se non provocava non era Liya Neratempesta. Nel mentre, Kestrel stava valutando se valesse la pena di essere altrettanto schietti con quella gente. Lasciò che la dragonessa si dilettasse nei suoi giochetti psicologici con quelli della sua specie, con cui finiva puntualmente o per combattere, o per accoppiarsi o entrambe le cose; lui voleva solo la spada. Tornò a rivolgersi al cavallino, mentre Liya invadente avvicinava il muso al drago roc dalle piume nere per annusarlo.
    "I tuoi amichetti si sono fatti un'idea sbagliata" disse al cavallino, grattandosi il mento. "Io posso far venire qui l'ammazzadraghi, ma è piuttosto irrascibile e infuocato. Ormai ha la fissa dei draghi da diverso tempo. Si diverte a combattere, non ad ammazzare. Quello a volte lo fa senza rendersene conto"
    Una presentazione rassicurante. Erano comparsi come una compagnia di cattivi fuorilegge, con una dragonessa dall'aria ostile e qualcuno con amicizie ammazzadraghi in cerca di una spada. Cosa poteva mai andare storto?
    "Intendo dire" proseguì, "che se riuscite a spiegargli che deve smettere di tormentarmi con le sue manie di battaglia sarebbe meglio per tutti. Anche a me piace combattere, ma per lui è diventata un'ossessione da quando ha conosciuto un drago"
    In quella foresta le cose sarebbero degenerate in breve. Non potevano solo lasciarlo in pace? La spada l'avrebbe ritrovata da solo.
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    Il demone non disse nient'altro. Sembrava aver raggiunto uno stato di equilibrio tra ogni sentimento che una mente poteva provare e ogni sensazione che un corpo poteva percepire: dolore, piacere, risolutezza, rabbia, paura, indifferenza, desiderio di vivere e di morire... eppure rimaneva inespressivo. Erano creature imprevedibili, plasmate dalla malvagità e da solo Ferglarendir sapeva cosa, anzi nemmeno lui lo sapeva, ma la coscienza che li guidava era ben più complessa del mero desiderio di fare del male. Fin dall'inizio era stato chiaro che non fossero bestie prive di ragione, il loro stile di combattimento e il loro lavoro di gruppo li assimilava ad una specie complessa in grado di fare branco e allo stesso tempo di pensare individualmente, ma c'era dell'altro. Rovres non ne sembrava particolarmente turbato, non più di quanto lo fosse di vedere Leamhan accasciato a terra.
    Infuriato almeno quanto il pipistrello si gettò un rapido sguardo attorno, individuò una spada per terra che in quel momento poteva esser stata di Nerval, di Gaios o di Ginopippo e si scagliò all'attacco. La raccolse gettandovisi praticamente sopra e senza riflettere si buttò sul mostro con tutta la prepotenza di cui un condottiero poteva esser capace. Si accorse appena che Nerval era partito con lui all'attacco, quel ragazzo non rispettava alcun aregola o preconcetto e agiva sempre di testa propria. Probabilmente aveva ragionato quel tanto in più che bastava per capire che il demone avrebbe schivato il colpo, perché così accadde: Rovres sentì la spada lacerare l'aria e niente più. Il pipistrello era balzato con la zampa sana e spalancando le ali gli aveva sferrato un artigliata al braccio. Rovres strabuzzò gli occhi e lanciò un grido selvaggio. Qualcosa era decisamente andato storto. Il demone gli aveva letteralmente strappato la spada di mano, ma non aveva afferrato soltanto la spada.
    Nerval non si fece intimorire da ciò che vide e saltò come se le vestigia che indossava pesassero poco e nulla, o era così o si trattava di un personaggio di Skyrim di quelli che nuotano in armatura pesante e saltano per gli irti colli anche con corazze d'ebano di settordici chili e mezzo, e si appese alla zampa del mostro. Lo tirò di peso per terra, afferrò l'elsa della spada e con tutta la sua forza riuscì a togliergliela dagli artigli. Chiunque altro sarebbe stato incredulo dell'impresa appena compiuta, ma non Nerval; se la rigirò fra le dita e con violenza gli piantò la lama sul collo, poi sul torace, poi da qualunque altra parte ritenesse di dover tagliare tagliare e tagliare. Non mozzò l'altra zampa, gli serviva per trattenerlo al suolo anche mentre continuava ad agitare le ali in preda ad un delirio di stridii. La scena era raccapricciante, e un silenzioso Rovres nello sfondo con una mano mozzata ed un moncherino sanguinante rendeva il tutto ancor più tetro. L'uomo aveva smesso velocemente di lamentarsi. Non poteva mostrarsi debole anche se quel giorno la propria vita la doveva palesemente ai suoi alleati. Fu Gaios ad intervenire. Nerval gli consegnò la spada e lui la utilizzò per tagliare un lembo della veste sotto l'armatura. Avvolse strettamente il braccio di Rovres dopo averlo liberato da alcuni pezzi della corazza e mentre Nerval provvedeva ad accendere l'ultima pira urlante provvedette a tenergli il gomito verso l'alto cercando di non far defluire troppo sangue.
    "Mi dispiace" disse poi Rovres con un leggero cenno del capo, rivolto a Nicholas e al cavallino. "Questo è il nostro compito. Prima di partire in missione ripetiamo che ci piace, ma in fondo fa schifo a tutti farsi infilare ferro nella carne"
    Non lo ammise con rammarico, non per sé stesso almeno. Era più una mezza confessione dettata dalle dolorose circostanze. Aveva coinvolto estranei in un combattimento a rischio della vita per un motivo che non era in grado di spiegare loro e questo non gli piaceva. Fu Gaios a proseguire.
    "Una delle palline pelose stava crescendo. Aveva già piccole zampe e artigli, un esoscheletro e ali in miniatura. Mi ha ferito mentre gli altri cercavano di scappare. Queste bestiacce hanno invaso l'isola da ogni parte e la Nebbia sta operando per liberarsene, ma è la loro sorgente il vero guaio. Poi quell'essere ha parlato. Non era mai accaduto prima, anche se Ferglarendir sospettava che qualcosa li spingesse oltre alla loro natura efferata"
    Rovres strinse i denti per trattenere una fitta e indicò al compagno il punto dove si trovavano Leamhan e Nicholas. Gaios capì e lo lasciò andare per avvicinarsi al cavallino.
    "Ci ha chiesto di uccidere i suoi figli" aggiunse Rovres. "Non capisco"
    Intanto Gaios si era portato al fianco di Leamhan e aveva fatto cenno a Nicholas di spostarsi. Il cavallino era troppo grosso per esser trasportato in spalla. Si chinò e poggiò le mani per terra.
    "Hai qualche osso rotto? Dobbiamo chiamare rinforzi. Anche Rovres è messo male"
    Non si capiva se parlasse da solo, se fosse una domanda retorica o cosa. Stava di fatto che dovevano sbrigarsi. Ovviamente, Nerval era già partito di corsa in direzione di Knawr. In altri frangenti avrebbero avuto alle spalle una squadra ausiliaria, medici e mezzi per portare in giro i feriti, ma quando si trattava di quei mostri nessuno voleva saperne di dare una mano. Knawr era una città libera, guardie e funzionari erano più un supporto che un'istituzione, ma questo non era sempre un bene. Soprattutto quando tutti nell'indolenza erano convinti di essere al sicuro.
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    Non c'è di che,felice che ti piaccia
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    Buon pomeriggio e buon Natale, ho pensato di approfittare di questo angolo perchè a me piace la grafica e infatti sto meditando di riprendere il corso sui codici che dopo la quarantena ho lasciato. Ma di solito faccio cose più semplici come gli aesthetic sui pg,role e coppie quindi ecco qua uno di questi che è un regalo per il player di Lehaman. Nicholas\Lehaman:
    nicholaslehaman
201 replies since 1/4/2015
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