Kengard: Creature da oltre i confini

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    Abagizal

    Specie: Ibrido (Gnomo/Drago)
    Sesso: Maschio
    Età: 40
    Elemento: Acqua
    Aspetto fisico:
    Dello gnomo ha i tratti più comuni in assoluto, il cappello a punta rossa, la barba di un colorito madreperlaceo e un’altezza di circa trenta centimetri per trecentottanta grammi e una mente scaltra e ingegnosa. Fine della storia! Tutto il resto è il retaggio del padre, la forza che sprigiona il piccolo ibrido è pari a quella di un uomo medio o la capacità di respirare sott’acqua. La pelle è coperta di scaglie color blu fiordaliso. Scaglie non durissime, ma flessibili e rilucenti, piccole triangolari e leggermente affilate. Due piccole corna spuntano dalla fronte, non più lunghe di tre centimetri. Occhi lilla dalla pupilla rettiliana, si incastonano in un viso allungato, non rettiliano ma nemmeno umanoide, un misto come se un dio pigro si fosse fermato a metà dell’opera. I capelli, anche loro di un grigiore perlaceo, sono tenuti in una lunga treccia che scende fino al sedere. Mani e piedi, sono anche loro coperti di scaglie e le unghie sono dure come scaglie di un vero drago. Solo le mani hanno i palmi sprovvisti di scaglie, all’altezza dei polpastrelli, dove uno spesso strato di carne ruvida alloggia. L’ultima particolarità dell’ibrido è la presenza di una coda prensile, lunga quindici centimetri, sinuosa e terminante in una specie di pinna verticale.

    Vestiario: Cappello a punta rossa ma con un’ampia visiera, come un cappello di stregone, casacca verde smeraldo, pantalone grigio, cintura con vari attrezzi.
    Armi: Un tridente e una rete
    Carattere:
    Il suo carattere si è forgiato nell’essere un misto mai visto nel mondo degli gnomi. Una creatura diversa, rispettata e ben voluta, ma difficile da poter classificare come gnomo, o come drago. Mostra una compassione immensa per gli animali e la natura. Poco loquace, ama il silenzio e il rumore del mare, anche se ogni tanto non disdegna immergersi in bagni di folla. Ha un’avversione per gli umani, di cui diffida e tende ad evitare. Ama il legno e la manualità, con una predilezione per falegnameria e il taglio delle pietre. Adora la precisione nel lavoro e i pisolini sull’amaca installata sul suo catamarano.


    In battaglia:


    Potere speciale: Erede di Virsnaq – Con il retaggio paterno, quello del drago acquatico Virsnaq, l’ibrido ha potere sull’acqua. Tale potere gli permette di camminare sopra le acque, anche le più violente, come fosse sulla terra ferma o nuotarci dentro senza avere problemi a respirare. Può anche comunicare con tutta la fauna acquatica, comprendendone il linguaggio.

    Tecnica I:
    Scudo d’acqua – L’ibrido comanderà l’acqua intorno a sé -atmosfera, piante, liquidi vari- per creare un muro d’acqua che resisterà a massimo tre attacchi.

    Tecnica II:
    Lama d’acqua – L’ibrido manipolerà l’acqua creando un getto ad altissima pressione, capace di tagliare metalli e pietre dure. Gittata massima cinquanta centimetri, più è lontano il bersaglio meno potente è l'attacco.

    Tecnica III:
    Prigione d’acqua – L’ibrido, manipolando l’acqua intorno a sé, creerà una sfera d’acqua dalle dimensioni variabili che intrappolerà il bersaglio per un massimo di tre turni.


    Storia:

    La voce della gnoma è dolce e calma, mentre delicatamente accarezza la testa del figlio: <<vorrei dirti che tuo padre era uno gnomo favoloso o un costruttore infallibile, vorrei poterti dire che la sua barba era la più soffice e meglio curata. Ma non posso, lo sai, ma posso dirti di come lo ho amato, di come ci abbia amato e di come ora sia lontano, proteggendo questa terra e il suo popolo.>> Un grande sorriso si stampa sulle guance paffute, sotto un paio di occhi lilla. <<tuo padre, Virsnaq, non è stato sempre un drago. Prima era una magnifico serpente d’acqua, dalle scaglie color del cielo, un Imugi che regnava sovrano sulle sponde del mare. Ma chi dice mare, dice pirati. Umani della peggiore specie, sporchi, falsi, derubano e uccidono per il piacere di distruggere l’equilibrio. Sono esseri spregevoli, pronti a tradire per denaro o convenienza, non hanno il senso del branco come il lupo, o il coraggio del cinghiale, o l’intelligenza del corvo. E’ stato dopo uno scontro tra Virsnaq e i Teschi danzanti, che ci siamo conosciuti. Era ferito, debole, sdraiato sulla spiaggia come un pasto offerto ai granchi e ai gabbiani. Noi gnomi -e la mano pizzica la guancia di Abagizal, per fargli capire che anche lui è uno gnomo- siamo votati a proteggere gli animali, che siano piccoli topi o enormi Imugi.>> La voce si spegne mentre la gnoma fissa lontano nei ricordi, le punte delle dita accarezzano il mento del figlio. <<l’ho curato, insieme agli altri gnomi lo abbiamo protetto e portato al sicuro. Unguenti e magia, tempo e fatica. Eppure Virsnaq, non ha mai smesso di cercare di proteggere il mare e noi, che viviamo qui, su queste coste meravigliose.>> Dalla finestra socchiusa, in uno spiraglio di cielo stellato, l’odore salmastro del mare entra nella casa rendendo l’aria frizzante e quasi elettrica. <<era un’anima tormentata, sempre alla ricerca dello scontro, cercava di provare a sé stesso che era degno di essere un drago. Eppure a me sarebbe bastato fosse stato uno gnomo. Ma non si può avere sempre quello che si desidera, o almeno è quello che pensavo. Una notte d’estate, dopo una pioggia di stelle, ho trovato due cofanetti sulla spiaggia con dentro una perla in ognuno. Sul momento non credevo fossero importanti, li portati a casa e lasciati sul camino.>> La mano destra si solleva, indicando i due cofanetti vuoti, di pietra con incisioni misteriose. <<la prima perla si dissolse una mattina, quando guardando il mare desiderai che tuo padre diventasse uno gnomo. Ci volle tutta la buona volontà dei delfini per ripescarlo una volta trasformato. Era uno gnomo meraviglioso, bluastro e muscoloso, una barba perlacea una voce che sembrava la risacca del mare. Capii cosa era successo, nascosi la perla restante e aprii casa nostra per accoglierlo. Furono gli anni più belli della mia vita, e spero che lo stesso sentimento sia nel cuore di tuo padre. Fu un sogno meraviglioso, come l’incarnazione del paradiso, ma ogni sogno che si rispetti ha un suo risveglio. Il mare, senza il suo protettore, divenne caotico. Pirati, mostri, altre creature che aspiravano a diventare i signori delle acque. Tuo padre, nel suo silenzio pacato, nascondeva un dolore immenso come le profondità più nascoste. Di notte usciva e cantava con le balene o i delfini, versando lacrime salate che rendevano ancora più salato il mare. Non potevo legarlo a me per sempre, non era quello il suo destino, così con la seconda perla gli diedi la libertà e la forma che più era giusta per lui. E lui, senza che lo sapessimo, mi aveva donato l’essere più fantastico possibile, tu>> le dita della gnoma pizzicano il naso squamoso <<quindi non piangere, è vero che sei diverso, ma è vero che in te c’è il sangue di un drago. Quanti gnomi possono dire la stessa cosa?>>
    Anni più tardi Abagizal lascia la casa di famiglia, dove sua madre vive con un bravo gnomo e due gnometti. Un onesto falegname che ha insegnato al ragazzo tutto quello che sa, senza mai trattarlo come un mostro né come una stranezza. Sua sorella e suo fratello, molto piccoli d’età, spesso vedendolo scoppiano a ridere, chiamandolo il drago in miniatura. Parole che potrebbero ferire, se non fossero dette mentre gli saltano a collo per abbracciarlo. Una famiglia meravigliosa, ma il mare, quella forza sovrannaturale lo chiama come chiamava suo padre prima di lui. Dalle sirene e i tritoni ha imparato a leggere le correnti marine, a capire i segni per predire il tempo e a combattere usando tridente e rete; dai pescatori umani, nascondendosi tra i barili e le sartie sulle barche, ha imparato le tecniche di navigazione.
    Ed è così, ad oggi, che l’ibrido naviga lungo le coste con un catamarano. La barca è frutto del suo ingegno e della sua maestria gnomica. Due grosse botti modificate come scafi; quella a tribordo contiene la cucina, un bagno e due camere da letto, la botte a babordo contiene una camera da letto e lo stoccaggio di materiali e attrezzi. Per collegare le botti un ponte in legno, la cui prua, è una rete abbastanza fitta tirata a formare una sorta di amaca gigante. L’albero maestro svetta fiero e le vele, di un color crema e ruvide al tatto, sono pronte ad essere issate in qualsiasi momento.


    Edited by ceresfero - 3/5/2022, 20:57
  2. .

    EUfg




    Aglio, signore delle bruschette e degli spaghetti di mezzanotte!: Come usarlo oltre che per mangiare.

    Calli: Unguento - mischiare la polpa dell'aglio schiacciato a comune olio d'oliva. L'unguento così ottenuto si spalma sul callo, fasciare con una pezza di lino e lasciare agire; ripetere l'operazione se necessario.

    Disturbi respiratori, ipercolesterolemia, iperlidemia, ipertensione: Infuso - pestare due o tre bulbilli (spicchi) e aggiungere acqua calda (100ml). Lasciarein infusione e bere una o due tazzine al giorno.

    Sciroppo - 10 g di bulbi tritati in 20 ml di acqua e lasciare in macerazione per 12 ore. Aggiungere infine tanto zucchero quanto è possibile scioglierne. Consumare 1/2 cucchiai al giorno.

    Tintura - vedi reumatismi. Per una cura ipotensiva e contro colesterolo e trigliceridi assumere per almeno 30 giorni, ma si può prolungare fino a tre mesi (quindi fare un intervallo di 20 giorni prima di continuare). Controllare sovente la pressione e i valori del sangue.

    Insonnia: Infuso - schiacciare uno spicchio di aglio in una tazza di latte caldo. Lasciare in infusione per circa 10 minuti e bere.

    Reumatismi: Cataplasma - si prepara schiacciando e spremendo bene alcuni spicchi d'aglio, stendendone la polpa su un panno di lana caldo e applicando il cataplasma sulla parte colpita da dolori reumatici.

    Tintura - sbucciare e tritare finemente 25 g di aglio secco, poi mescolare la poltiglia a 60 ml di alcol finissimo di frutta e riporre il tutto in una bottiglietta fornita di tappo con il contagocce. Le dosi della cura solo le seguenti: 15 gocce al mattino a digiuno in un dito di acqua, aumentando la quantità di un paio di gocce al giorno fino a raggiungere il numero di 25. Esaurita la bottiglietta, si interrompe la cura per riprenderla, con le stesse dosi, dopo una settimana.

    Vermi: Decotto - si fa bollire qualche spicchio d'aglio, preventivamente schiacciato, per un minuto in latte caldo zuccherato. Due o tre cucchiai al giorno di questo preparato casalingo combattono e eliminano i vermi dei bambini.
    Infuso - mettere in infusione 15g di aglio in acqua sufficiente per un clistere. Servirsene quando il liquido è tiepido.

    IMPIEGHI CASALINGHI

    Aceto antisettico "dei quattro ladri di Marsiglia" - narra la leggenda che verso il 1300, mentre infuriava una terribile pestilenza, quattro manigoldi marsigliesi (buaahahahahhahahahahah XD) compivano scorribande nei paesiinfestati dalla peste e svaligiavano case e negozi rubando a man salva. Restava però un mistero come potessero passare indenni nelle contrade infestate dal terribile male senza caderne mai vittime. Si dice che il loro segreto fosse un miracoloso miscuglio che essi preparavano prima di iniziare le scorrerie, con il quale si sciacquavano la bocca e si pulivano le mani. La loro ricetta, chiamata appunto "aceto dei quattro ladri di Marsiglia", è giunta sino a noi. Si tratta di un ottimo disinfettante che tutti faremo bene ad avere a casa. Eccone la formula: 20g grammi di cime fiorite di assenzio romano, 20g di rosmarino, 20g di salvia, 20g di menta, 20g di ruta, 20g di fiori di lavanda, 30g di corteccia di cannella, 30g di calamo aromatico, 30g di noce moscata, 30g di chiodi di garofano, 30g di aglio, 5g di canfora e 1,25 litri di aceto purissimo di vino bianco.Gli ingredienti devono essere lasciati macerare nell'aceto per una decina di giorni. Filtrare il liquido e conservarlo in una bottiglia con un tappo smerigliato. Serve per detergere le ferite e disinfettare le mani.

    Aceto "dei dieci aromi" - questo aceto squisito per condire l'insalata è da raccomandare a tutti i buongustai. Si prepara con 15 g di aglio tritato, 10g di cipolla tritata, 10g di acido acetico cristallizzato, 30g di sommità fiorite essiccate di assenzio, 15 g di rosmarino secco, 15g di erba ruta secca, 15g di salvia secca, 10g di sommità fiorite di lavanda essiccate, 8g di corteccia di cannella, 3g di noce moscata e un litro di aceto purissimo bianco. Versare l'aceto in un recipiente assieme ai fiori e alle erbe secche e lasciare in infusione per circa 10 giorni. Filtraree aggiungere al liquido tutti gli altri ingredienti. Dopo una decina di giorni filtrare nuovamente e conservare l'aceto aromatico in una bottiglia chiusa ermeticamente. Deve essere usato in piccole dosi nella preparazione di insalate e in aggiunta all'aceto normale.

    Mastice - per attaccare i vetri a piccole cornici o orologi, usare il seguente mastice a base di aglio. Prenderne alcuni spicchi, schiacciarli accuratamente con una lama di coltello per spremere il succo: a questo mescolare un pizzico di finissimo gesso in polvere. La pasta così ottenuta servirà per far aderire i vetri a cornicette in metallo, orologi e occhiali da sole.
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    Esperimento 17

    Specie: Ibrido (elfo/goblin)
    Sesso:maschile
    Età: 4 anni
    Elemento/Magia: Alterazione
    Aspetto fisico:
    Al primo sguardo si capisce subito che l'essere non è proprio l'esperimento migliore del mago Ordalio IX, di certo unire un elfo e un goblin alla base non è di certo una buona idea, ma farlo da ubriachi di certo non da un miglior risultato. Basso un metro e venti, dal ventre prominente, braccia e gambe magre e aggrazziate che stonano con mani e piedi con dita tozze, callose e con unghie appuntite e spesse. Il viso è ovale, leggermente allungato, grossi occhi globusoli e gialli, iniettati di vene rosse. Il naso è piccolo, aquilino, le labbra quasi incolore, tanto da sembrare solamente una linea tagliata sul viso. Tanti denti aguzzi spuntato dalla bocca, bianchi come ossa rotte e sbiancate al sole. Totalmente glabro e dalle lunghe orecchie appuntite ma flosce, tanto da toccargli le spalle. Il tutto è coronato da una carnaggione verde melma e da un forte e pungente odore di prodotti per la pulizia della casa.

    Vestiario: un grosso sacco di patate con buchi per le braccia e la testa e in vita un pezzo di corda
    Armi: pugnale, scopa di sagina
    Carattere:
    A tutti da l'impressione di essere una sorta di ameba, senza volontà propria e pronto ad esaudire i voleri del padrone, ma in realtà è solo molto scaltro. Sa che l'iniziativa personale in uno schiavo non è ben vista, e poi a che serve essere molto sveglio se tanto poi ti tirano le pietre? Qui Diciasette finge di essere un perfetto cretino con quasi tutti, Ordalio IX sa perfettamente che l'ibrido ha una mente sveglia e calcolatrice, che è molto manuale e che non disdegna di far soffrire gli altri. Ovviamente, come tutti gli esseri di retaggio goblin, ama il denaro e i piaceri di tutti i generi volendone sempre più, proprio per questo, di nascosto, tenta di imparare incantesimi nuovi rubando le conoscenze arcane a Ordalio IX.


    In battaglia:

    Potere speciale:
    Estrazione d'essenza: questo potere permette a Diciasette di estrarre l'essenza stessa di un bersaglio, sia esso un essere vivente una pianta o un minerale, e di tramutarlo in un lungo filo che, una volta lavorato o usato su un oggetto pre-esistente, donerà un oggetto con le capacità del bersaglio da cui è stato estratto. Es: Essenza di Pipistrello - benda per vedere nell'oscurità. Tanto è più forte bersaglio a cui sottrarre l'essenza, tanto più la stanchezza e il tempo di riposo che ne consegue è maggiore.

    Tecnica I:
    Modellare: La tecnica permette, tramite il contatto diretto, di modificare la forma di un oggetto e/o fonderne differenti insieme. Diciasette potrà quindi modificarne l'aspetto e le proprietà. Potrà, ad esempio, fondere insieme una lastra di metallo e del cuoio, creando un oggetto resistente come il metallo e flessibile come il cuoio; o modellare diversi metalli insieme senza bisogno di una fucina per fonderli. Il limite della tecnica sta, oltre alla necessità di toccare il materiale, nel non poter mutare la massa, con del metallo in quantità di due uova di gallina non potrà mai creare una spada bastarda a due mani ammazza draghi.

    Tecnica II:
    Vergine di ferro: è una tecnica che consiste nel far apparire aculei su una superficie, sia essa di metallo legno pietra o osso, il personaggio per attivare la tecnica deve essere a contatto con la superfice. Es: far apparire degli aculei all'interno di un'armatura modificandone la struttura.

    Tecnica III:
    Restauro: permette di riportare un oggetto al suo stato originario, chiudendo fessure o fratture e risaldando i pezzi. Qualora vi siano pezzi mancanti la magia di Diciassette riempirà il vuoto, privando l'ibrido di forze. Maggiore è la quantità di parti mancanti, maggiore sarà lo sforzo.


    Storia:

    Di certo non discende da una grande stirpe, al limite discende da alcuni pezzi di cadavere elfico e di goblin, mischiati insieme a della magia e una botte di Fuoco Nanico, il miglior alcool forte dell'isola (prezzi modici e fegati persi). E' nato quindi dal ventre di una mucca, il perchè è chiaro solo al suo creatore, e della razza elfica ha preso alcuni lineamenti fisici e la capacità ad usare la magia. Dal lato goblin ha ripreso tutto! La bruttezza, la fame, l'odio e le voglie infinite. Del fuoco nanico, di preciso, non si sa cosa abbia preso, magari è troppo presto per saperlo. Come i goblin si è sviluppato velocemente, non avendo praticamente un'infanzia e passando all'età adulta dopo poche settimane. Il mago che lo ha creato, in parte perché si vergognava del risultato, in parte perché aveva chiare le capacità dell'Esperimento 17, gli ha ordinato di imparare quante più cose possibile sul cucito, falegnameria, scultura e forgia. Lo schiavo, perché questo è, ha appreso quanto ordinato, arricchendosi di tecniche spettacolari come: il tombolo; rifare il filo ai coltelli; cucire i corsetti su dame in difficoltà (e a volte disfarli). Nella sua ricerca di potere e denaro, però, è riuscito a scoprire un proprio potere unico (Ordalio IX stesso non ne è a conoscenza), la capacità di estrarre l'essenza e tramutarla in un filo magico. Utile e pericoloso come potere, permette al mostriciattolo di vendere, di tanto in tanto, ai vaghi avventurieri che passano per la palude, artefatti magici...prima di vendere gli avventurieri stessi a qualche mago bisognoso di materiali per gli esperimenti.


    Edited by Aesingr - 1/12/2019, 22:17
3 replies since 7/2/2013
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