Epic moments in epic roles

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    sono affari miei!

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    L'idea per questa discussione mi è venuta in mente mentre parlavamo su Skype delle assurdità e stravaganti momenti nelle role. Volete riportare una scena comica/triste/strana accaduta durante le role in questo bellissimo forum? Scrivetele qui in modo da commentarle e divertirci :D Poi le aggiungerò alla lista iniziale u.u

    Per adesso, gli epic moments nelle role sono stati i seguenti (se sono errate o scorrette fatemelo presente!)

    1) La signorina delle canne (soprannome dato a Jill da parte di Zell);
    2) La paella (padella, sempre a cura di Zell XD);
    3) Il...(oddio, arrosisco solo a scriverlo) bacio tra Eidous e Kenshin (contenetevi nei commenti mi raccomando XD);
    4) Zell che fuma insieme a zio Rodd.
    5) La leggenda del famoso drago che puzza di pesce (Aesingr) - suggerita da Tirannosaurorex.
    6) Birra infinita - suggerita da Aesingr
    7) La canzone di Zakrina che canta mentre Eidous e Kenshin se le danno - suggerita da Aesingr
    8) Genna viene centrata in pieno dal lancio di Zell - suggerita da King Bahamut
    9) Zell studia l'oggetto misterioso (aka, la padella) - suggerita da King Bahamut
    10) Genna spiega a Zell come usare la padella - suggerita da King Bahamut
    11) Aesingr studia Zell - suggerita da King Bahamut
    12) Genna studia Aesingr -- suggerita da King Bahamut
    13) Zell si preoccupa della padella - suggerita da King Bahamut

    Edited by H a w k e ; - 22/10/2016, 23:59
     
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    Splendore celeste

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    Ih ih, discussione fantastica ^^
    Manca anche la leggenda del famoso drago che puzza di pesce XD
     
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    Non c'è pace per certi morti...

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    Gli abissi dell'amigdala, dove gli orrori sono tali che pure le mura urlano folli.

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    Hehe!
    Bella idea!
    Però Kenshin non è un baciatore abile come Eidous... XD
    Comunque io non sapevo proprio se scriverlo... Anche io morivo d'imbarazzo! X3

    Però l'ho scritto per mostrare Eidous subito come un personaggio un pazzerello, perverso e fuori le righe che fa quello che gli pare perché è un cattivo ragazzo molto sensuale.
    Ma non è solo questo visto che è un personaggio molto complesso in realtà.
     
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    Il drago azzurro che puzza di pesce

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    Eh... sapessi

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    Beh direi che durante pedagogia si può anche rispondere alle discussioni...
    si concordo con la lista, avendo vissuto in terza persona il bacio di Eidous ho potuto apprezzarlo da un punto di vista... oggettivamente... no ok, non si può ahahahahahahhahahaah :) è stato semplicemente meraviglioso, tipo ho riso mezza giornata.
    Correlato a quello potremo aggiungere anche "il vampiro e il dragone", componimento di musicopoesia della nostra cara Zakrina nell'assistere a tale oscenità xD
    La signorina delle canne... embè, ormai è un mito, la conoscono tutti e nessuno la scorderà mai :D
    Il drago che puzza di pesce è sempre redatta dal nostro Zellone, Aes è la vittima ma tecnicamente l'ha capito dopo non meno di una decina di pagine di role.
    Diciamo che altri eventi da sottolineare, anche se meno noti in giro per il forum, sono l'avvento della fantomatica birra infinita (By Tira... anche quella è la classica cavolata giusta al momento giusto, soprattutto dopo 159 post in cui quella birra veniva sorseggiata senza ritegno) e altri avvenuti in Orizzonte oscuro... ce ne sono stati diversi, ma sono tutti troppo epici e andrebbe citata tipo l'intera role quindi limitiamoci alla birra ^^
    per concludere:
    "La birra infinita" e "il vampiro e il dragone"... beh, la seconda se volete metterla, a me sinceramente come scena mi è parsa assai assurda anche se l'ho scritta io ahahah
     
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    Incubo infernale

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    XDXDXDXD!!!

    Bellissima discussione che ricorda tutti i momenti epici in role. Ma se Zell trova soprannomi assurdi, contro di lui è stato usato quell'ibrido anaconda-ermellino da parte di Aesingr.
    Aggiungerei anche il bagno fatto tra Zell fumato e Jill, durante il quale Zell era convinto che Jill fosse Lyndis, per poi passare ad una pulizia totale del corpo incurante del fatto che una presenza femminile era lì vicino. XDXD

    Coomunque, potrei approfittare della discussione per mettere gli stralci di role più epici.
    Intanto, il confronto Zell ibrido anaconda-ermellino vs Genna la signorina della paella assieme ad Aesingr il drago azzurro che puzza di pesce:

    Zell studia la nave che ha fatto sbarcare Genna:
    Nonostante il suo udito sviluppato, Zell non riuscì a sentire con chiarezza le parole tra l'umano sceso da quell'affare di legno galleggiante e i suoi simili che vi si trovavano sopra. Erano come squitiii per lui, abituato a sentire le voci gutturali dei draghi, quelle melodiose e sagge degli elfi e quelle intermedie degli ibridi. Inoltre loro non erano in grado di comunicare con pensieri e sensazioni, come erano di solito fare i draghi e gli elfi. Solo qualche parola isolata giungeva all'ibrido come "menestrello "capitano" "moffetta".
    Ad un certo punto la cosa strana di legno che galleggiava si rimise in moto e si allontanò lasciando l'umano solo sulla spiaggia. Zell rimase per un pò di tempo stranito a guardare quella cosa di legno con strani stracci su dei pali "camminare" sulle acque come se toccasse il fondo. Che razza di diavolerie sono in grado di fare gli umani. Senza contare l'enorme quantità di alberi abbattuti per costruire quell'affare, e a quel pensiero Zell fu ancora più schifato. Per costruirsi la sua tana aveva solo tagliato dei grossi rami, senza abbattere nemmeno un albero della foresta. Poi guardò l'altro drago che si avvicinava di soppiatto all'umano, come se volesse cacciarlo e ucciderlo. Da parte sua l'umano era completamente inconsapevole della presenza dei due grossi predatori visto che tutti i suoi sensi erano quasi del tutto atrofizzati.
    Ma non era da sottovalutare, mentre il drago azzurro si avvicinava, l'umano armeggiò con la sua roba e Zell scorse dei pugnali e uno strano oggetto di metallo.

    Zell inizia a preoccuparsi della padella:
    Zell non riuscì più a trattenersi: con un ruggito simile a quello di un drago ferale scattò a gran velocità, fece un balzo e piombò davanti all'umana, mantenendo una distanza di sicurezza ma tenendo puntata la spada verso la sua gola. L'ibrido si era posizionato vicino al suo simile di specie ed era in tipica posizione di attacco, con la spada brandita con entrambe le mani, le gambe divaricate e leggermente piegate, i muscoli pronti a scattare, lo sguardo glaciale e la lunga coda che si muoveva nervosa in tutte le direzioni.
    "Pace eh? Bene, umana, se sei qui in pace, allora appoggia a terra lentamente ma molto lentamente quella cosa che hai in mano, poi fai lo stesso con i pugnali e infine indietreggia piano tenendo le mani bene in vista senza fare scherzi! E tu, fratello Drago, non mostrarti così scoperto davanti ad un umano!" la voce dell'ibrido era chiara, secca e lapidaria. Un comando militare che non ammetteva repliche nè discussioni. Anche quando si rivolse al drago azzurro, Zell non staccò lo sguardo dall'umana e da quell'affare che aveva ancora in mano.

    Genna studia Zell:
    No, maledizione, non un altro drago, vero? Non era sufficiente uno per mangiarla e risolvere almeno metà dei suoi problemi? Doveva comparirne pure... e quello che diavolo era? Non era un altro drago. Ne aveva il colore, le ali, la coda e la faccia cattiva o affamata. Ma allora perché si muoveva su due zampe? Perché la forma assomigliava a quella umana? Anche se sembrava essere stato preso per braccia e gambe, e allungato troppo?
    Che diavolo le stava accadendo? La sagra delle stranezze? E tutte dovevano saltare fuori all'improvviso! Il prossimo sarebbe stato un elfo con le mani al posto dei piedi? O un troll che ballava la giga? Un cane con sette code e tre zampe? Una strega depressa? O una moffetta cattiva!?
    Sentì le sue sopracciglia aggrottarsi. Cosa voleva da lei quell'essere? E dalla sua padella? Perché osava puntarle addosso una spada? E dirle che fare? O come comportarsi? La foresta apparteneva a qualcuno, adesso!? Lei non poteva decidere di farsi una bella passeggiatina tra pini e palme mescolati tra loro? Ehi, e come sapeva dei suoi pugnali? Oh, li aveva mostrati a Fergus e... quindi l'aveva spiata anche! Gli occhi le divennero delle fessure, e il suo mento si alzò impercettibilmente. Aspettò solo che lui finisse con il suo sproloquio.
    < Sei un maleducato! Non vedi che stavo parlando con lui? > disse infastidita a quello strambo essere.
    Deglutì. Ma non osò fare altri movimenti, spostò solo lo sguardo verso il drago.
    < Se ti azzardi a mangiarmi, farò di tutto per farti venire il mal di pancia. - pausa - Ora, se vuoi puoi interromperci. >

    Aesingr studia Zell:

    Tuttavia non apprezzò la reazione avventata di quello che...
    ma che scherzo della natura era quello? Si rese conto solo allora che non aveva a che fare con un vero e proprio drago, ma con una creatura che se pur di natura parzialmente draconica aveva qualcosa... ansi molto di insolito. Il suo aspetto ricordava quello di un rettile... ma la sua posizione bipede e l'arma tra le mani lo facevano apparire come un...
    Non gli vennero alle fauci né alla mente vocaboli che potessero descriverlo correttamente.
    Si ne era certo, da un momento all'altro sarebbero diventati rispettivamente un gamberetto e un ramo d'abete che gli si rivoltava contro e lo minacciava brandendo gusci di cozza tra artigli di serpente e con zanne d'aquila.
    Attese che tutto ciò avvenisse, spinto dai suoi pensieri, ma l'unica cosa che caratterizzò i seguenti secondi fu un breve dialogo davvero civile e amichevole tra la ragazza e l'ibrido anaconda-ermellino.
    Un dialogo che comprendeva, secondo la ragazza, un pasto a base di umana per il drago che stava invece facendo di tutto per non apparire... "affamato".


    Genna spiega a Zell l'oggetto misterioso:

    La risata dell'essere suonò terrificante alle sue orecchie. Serrò la mascella per evitare di dire qualcosa con voce non del tutto ferma. Non avrebbe dimostrato a nessuno la sua paura! Men che meno ad una creatura che non sapeva come definire! Ma eliminare una fonte di nervosismo, che male poteva farle? Con un sospiro abbandonò la presa sulla padella, e quella cadde con un tonfo. Forse doveva essere più delicata la prossima volta. Beh, pace, loro la urtavano, e lei doveva scaricarsi su qualcos'altro.
    < E' una dannatissima padella: se te la metti sopra la testa, - sibilò mimando il gesto con il pugno chiuso e la mano vuota - ti protegge dalla pioggia e altri fattori di erosione; se te lo spiaccichi sulla pancia, così, puoi fare un silenzioso esercizio di arpeggio, come se suonassi un liuto; oh, idem sotto al mento, diventa un finto violino coi fiocchi; è inoltre un ottimo sonnifero, infatti se la tiri in testa a qualcuno, quello si addormenta; e può fungere anche come scudo e.. boh, se ti cade sul piede fa male.. ah giusto! Se la metti sul fuoco aiuta a cucinare. Ma non ti conviene usare la mia. E' poco igienica. Tende a cadermi per terra. >

    Zell studia l'oggetto misterioso:
    Si era immaginato e memorizzato tutte le funzioni elencate dall'umana che finì per ricordarsi male il nome.
    "Oh....quindi sarebbe una paellia? Non ho mai visto roba simile...."
    Molto lentamente Zell si avvicinò e allungò il piede sinistro munito di sei dita alla padella ancora a terra. La sfiorò timidamente con l'artiglio dell'alluce come avesse paura che scottasse, poi la toccò con più insistenza. Quando si rese conto che non stava succedendo niente, la ghermì con le dita prensili e se la portò vicino. Lasciò la spada sulla mano destra e afferrò la padella con quella sinistra e durante quell'operazione, il suo aspetto duro e combattivo che aveva finora sparì e Zell assunse un'espressione di pura curiosità come quella di un cucciolo che vede per la prima volta qualcosa di nuovo. Era così preso nell'osservare l'oggetto nuovo che gli altri due potevano perfino vedere almeno dieci punti di domanda danzare sopra le corna dell'ibrido.
    Zell prese ad annusare la padella sentendo fusi assieme odore di ferro, di fuoco, di carne bruciacchiata, poi diede qualche lieve colpetto con gli artigli facendola suonare.
    "Sì...sì...." rispose vago Zell al drago azzurro quando questo si presentò ma in realtà non aveva nemmeno capito cosa aveva detto, tanto era assorto nell'esaminare la padella che la rigirò in ogni angolazione mentre continuava ad annusarla. Quando si rese conto che non era affatto un oggetto pericoloso, l'ibrido fece la stessa cosa che fece l'umana:
    "Protegge dalla pioggia....." e si mise la padella sopra le corna.
    "E' come uno strumento musicale...." e se la passò sulla pancia e sotto il mento facendola suonare lievemente contro le scaglie.
    "Può addormentare tirandola in testa...ma non ad uno come me" e si diede un paio di colpetti sulle corna, facendola rintoccare come una campana.
    "Fa da scudo...." e si mise in posizione di difesa con la padella messa davanti il muso.
    "Non devo farla cadere sui piedi e......aiuta a cucinare?!?!?!" e a quel pensiero, l'ibrido iniziò a guardare a colpi alterni la padella e la propria spada. E in quel momento capì tutto! Anche lui usava la sua spada come spiedo per infilzare i brandelli delle prede e a cuocerli sopra il fuoco. Invece della spada, la ragazza usava la padella!
    E da quel momento l'ibrido si lasciò andare in una fragorosa risata gutturale che aiutò a scaricargli la tensione. Non era la risata minacciosa di poco prima ma una risata allegra. Non sembrava nemmeno l'ombra del guerriero minaccioso di poco prima. Ora l'ibrido sembrava un draghetto che non si tratteneva più dalle risate.
    "La paellia...!!! Ho capito!! La usi più o meno come una spada, uno scudo e uno spiedo, che strani aggeggi che avete voi umani!! E io che pensavo che fosse chissà cosa!! E' proprio vero che non si finisce mai di imparare!" e continuò a ridere, battendo sonoramente la coda contro il terreno e a rintoccare la padella sulle corna.
    Poi, dopo che si calmò da quella scarica di risate tornò a guardare l'umana che lo stava di sicuro guardando di storto per la sua reazione.
    "Va bene va bene, signorina della paellia, puoi riprendertela. Non è un oggetto pericoloso per me!" e detto questo gliela restituì lanciandogliela, sperando che l'avesse presa al volo. Infine l'ibrido ripose la sua spada nel fodero.

    Genna viene centrata dal lancio perfetto di Zell:
    < Il mio nome è Egennarilla Nyman. - tentò il suo migliore inchino, che le riuscì solo goffo carica com'era di zaino, liuto e pressioni esterne - Ma per gli amici, i clienti, e per gli esseri che preferirei non mi aprissero a metà con artigli, spade o padelle, sono semplicem... >
    L'essere la interruppe per gridare qualcos'altro. Ma allora era vero, era proprio un maleducato! Infastidita si girò verso di lui e... Sbam!
    Sbagliato. Le suonava tutto sbagliato. Sbagliato? Ma lei sentiva solo quel lieve fischio di sottofondo, come quando si esce nella notte fredda e silenziosa dopo aver passato la serata nella caciara di una taverna. Non era quello. Ah, piano piano ricordò. Lei si chiamava.. Sbam. No, ne dubitava. Perché le sue orecchie avevano registrato quel suono? Ah già, l'essere l'aveva fermata, lei si era voltata e... poi quel suono. Sbattè le palpebre su e giù. Per Worren del Torrente Buio, era il cielo quello? Incorniciato da un verde così sfuocato? E quella sensazione di avere il viso bagnato da dove saltava fuori? Boh, magari aveva cominciato a piovere. Qualcos'altro stonava... ehi, non avrebbe dovuto girarsi verso l'essere e cominciare con una sfuriata? Perché si sentiva come distesa in maniera scomposta? E.. ah, che male, e perché il naso le pulsava? Ohi, ohi...
    Diamine. Perché lei era a terra. Dannatamente stesa a terra. E la padella non era più in mano del rettile. Portò una mano al naso. No, fortunatamente non era rotto. La sensazione di bagnato derivava da stupide lacrime.
    < Sei impazzito, stupido lucertolone? - gridò arrabbiata con una buffa voce nasale, si sedette di scatto - Volevi forse addormentarmi? Non si lanciano così le stoviglie! Prima si controlla che non ci sia la faccia di nessuno! E poi, ahi, maledizione a te, che stupida mira che... ah aspetta, il mio liuto! >
    Aprì la custodia. Oh, per fortuna era tutto a posto. Poteva limitarsi a odiare quel lucertolone, e non a pianificare la sua vendetta. Rimase lì seduta a fissarlo male....





    Ok, per ora mi fermo qui, per non aggiungere troppa roba in un unico post! XD
     
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    Ora sappiamo come intimorire Zell, con una semplice padella XDXDXD

    CITAZIONE
    Però Kenshin non è un baciatore abile come Eidous... XD

    CITAZIONE
    "La birra infinita" e "il vampiro e il dragone"... beh, la seconda se volete metterla, a me sinceramente come scena mi è parsa assai assurda anche se l'ho scritta io ahahah

    *muore di imbarazzo affogata tra le sue stesse risa* La canzone di Zakrina era semplicemente epica e dato che Kenshin era incentrato a combattere, ha cagato solo la melodia e non le parole XD
     
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    CITAZIONE (H a w k e † @ 1/2/2016, 12:18) 
    Ora sappiamo come intimorire Zell, con una semplice padella XDXDXD

    D: Oltre ad avere paura dell'acqua profonda, ora ha anche paura delle padelle! XD L'ibrido non farà mai il cuoco! XD

    Ok, let's go on! XD

    Genna si prepara a vendicarsi con l'aiuto di Aesingr:
    Cosa le era successo? Di solito era brava con le parole, era il suo lavoro esserlo, scegliendo la giusta combinazione per dare la sfumatura da lei voluta. Ma allora, perché al suo bisbiglio, il muso del drago si era rabbuiato per un istante? Non poteva usare "rivincita", per esempio? O rivalsa, ripicca, burla, scherzo, celia.. anche in questo caso il mondo era pieno di parole per esprimere più o meno lo stesso concetto. Perché sfruttare proprio la sfumatura col significato più forte? Adesso, però, era curiosa: cosa aveva lasciato intendere la sua infelice scelta della parola "vendetta"?
    Il drago si riscosse. Aveva inteso che lei voleva fare uno solo un innocente scherzetto? Quando si avvicinò alla sua testa quasi temette che volesse azzannarla. Non doveva arrabbiarsi troppo, non doveva smettere di ragionare. Quei due, per quanto pazzi, non ci avrebbero messo molto per farla andare nell'eterno oblio.
    E con questo? Lei aveva ancora un conto in sospeso con l'essere! Gli lanciò un'occhiata. Ehm, per quale motivo le sembrava un palloncino che dovesse esplodere da un momento all'altro?
    < Riempi la padella di acqua. > sussurrò frettolosamente al drago, prima che l'essere riuscisse a raggiungerli.

    "Un attimo. - pausa - fà ci siamo conosciuti e già dobbiamo salutarci. Mi dispiace però..."
    Sperò che fosse abbastanza geniale da saper interpretare il suo stesso trucchetto.
    Finse di voltarsi per andarsene, dimenticandosi però di fingere anche un saluto al lucertolone.
    Va beh non aveva importanza. Si mosse con disinvoltura fino a trovarsi di fianco all'umana e Soffiò una piccola nuvola di vapore dalle narici che diresse versola padella, cercando di trasformarla rapidamente in acqua prima che si dissolvesse o si espandesse chi sa dove. Sollevò un ala con cui improvvisò una grattatina sul collo per coprire quel tesissimo avvenimento, passando l'artiglio in cima alla membrana alare sulle proprie scaglie, mentre il vapore passava dallo stato gassoso a quello liquido.
    Era totalmente impossibile convertirlo nello stesso volume della padella, ma per qualche arcana grazia superiore quella che cadde dal recipiente fu abbastanza modesta da poter essere ignorata.
    La padella era quasi riempita, poteva ritenersi soddisfatto.

    Zell si insospettisce:
    Guardò insospettito i due, ora erano entrambi troppo placidi, avevano cambiato di comportamento troppo velocemente e questo fece insospettire ancora di più Zell. Almeno aveva interrotto il loro confabulare.
    Il drago azzurro che sa di pesce gli disse di rilassarsi ma quella frase fece l'effetto opposto. Era come gettare legna secca sul fuoco, aumentando ancora di più i sospetti di Zell.
    "So benissimo che nella foresta c'è una pace incredibile. Ho sempre vissuto nella foresta, non serve che me lo insegni proprio tu che sei uscito dall'acqua salata! Stavo in pace e rilassato fino a quando siete arrivati voi due praticamente assieme. Che caso eh?" disse Zell tenendo sempre la mano sull'elsa.
    Subito dopo fu il turno dell'umana a parlare, a quanto pare cercava la città per dei motivi campati in aria.
    "Kerus? La città maledetta? Sei completamente fuori strada, signorina della paellia. E dimmi, hai un nome? O devo continuare a chiamarti signorina della paellia? E comunque no no no no...non ci siamo. Voi due mi state nascondendo qualcosa, lo sento! Troppe cose qui non battono!" disse Zell, con l'ultima frase rivolta ad entrambi.
    L'umana si era alzata. Tutto quel male che aveva lamentato fino a pochi attimi fa si era dissolto, come per magia. Era tutta una sceneggiata! Zell non staccò mai la mano dalla spada, anzi la estrasse di un altro pò. Stava per succedere qualcosa.
    Ancora più strano era il loro congedo. A quanto pare il drago azzurro che puzza di pesce si chiamava Aesingr, e lui non si era ancora presentato, o almeno Zell non lo aveva sentito, cosa alquanto strana e la risposta del drago fu ancora più strana. Era una frase troppo fatta e un saluto troppo scontato.
    Ad un certo punto mentre lui se ne andava, l'ibrido sentì un rumore, grazie al suo udito sviluppato: uno sgocciolio, come lo stillicidio sulle rocce dopo la pioggia. Ma nelle vicinanze non c'erano fonti e durante la notte non aveva piovuto, anzi, il terreno era ancora gelato. Allora cos'era quel rumore di acqua? Come se non bastasse Aesingr chiese all'ibrido di condividere il territorio.
    "E io cosa ci guadagnerei nel condividere il territorio con uno che vive nell'acqua? Non sono nato ieri, hai le zampe palmate e l'odore del mare addosso. Tu non sei della foresta!"
    Il rumore di sgocciolio ora era smesso. Era apparso e scomparso troppo velocemente.
    "E a proposito, cos'era quel rumore di acqua? Il terreno è ancora gelato!" Zell si guardò intorno in tutte le direzioni possibili, sentiva che stava per succedere qualcosa. La sua corrente interna era così in tensione che se l'avesse scaricata in un colpo solo avrebbe folgorato uno dei grandi alberi della foresta come un fulmine naturale.

    Scatta la vendetta di Genna ed Aesingr!
    Nel frattempo l'essere cominciò a lamentarsi degli sproloqui del drago effettivamente un po' insensati. Ottimo, almeno un attimo di respiro... uh, zampe palmate? Oh, era vero! Ma tutti i draghi l'avevano o era solo una particolarità di quelli marini? Chissà che strana sensazione quella di avere sempre qualcosa tra le dita.. ma che stupidi pensieri. Perché piuttosto non pensava un modo per liberarsi da quella sit...
    Diamine, si era accorto, l'essere sospettava qualcosa.. come aveva fatto a sentire un rumore d'acqua? Lei che reggeva la fonte a stento aveva udito qualcosa! Che fare? Che doveva fare? Che poteva fare? Lanciò un'occhiata preoccupata al drago. C'era solo una cosa.
    Sospirò e si voltò verso l'essere. Assunse un'aria volutamente spaesata.
    < Quel rumore? E' colpa mia: ho chiesto ad Aesingr di riempire la padella d'acqua senza che tu te ne accorgessi. - si voltò un attimo verso il drago - Ah, a proposito, grazie Aes, ma adesso ti conviene andartene. >
    I draghi usavano diminutivi? Ma che razza di problemi le venivano in quel momento? Si stava dichiarando colpevole agli occhi di uno psicopatico armato! E sconfessava pure un complice. Chissà quanto la stava odiando il drago in quel momento...
    Sentì il volto imbronciarsi, seguito da un eco pulsante dal naso.
    < Volevo solo farti questo. >
    E finalmente gli tirò l'acqua della padella contro. Sì, doveva almeno togliersi quella soddisfazione! Fu un movimento semplice ed erano abbastanza vicini, forse il getto lo avrebbe addirittura colpito! In realtà, non le importava troppo, adesso puntava solo a coglierlo di sorpresa per distrarlo e permettere al drago di seguire il suo consiglio e andarsene.
    < E sappi che se mi sbudelli, io non ti dico chi sono! >
    Gli puntò contro l'indice e gli lanciò un'occhiataccia convinta. Mmh, ultimamente le sue minacce non avevano funzionato molto, e se fosse un semplice spettatore esterno, sicuramente non avrebbe scommesso molto su se stessa.
    Non era più ostinazione la sua, le sembrava sempre più un suicidio.

    Aes? Allora forse neanche l'umana si sarebbe offesa se l'avesse chiamata con un nome più semplice.
    Mentre coglieva l'occasione per pensare a quale diminutivo utilizzare -arco temporale di circa 0,94888888 secondi circa- caricò l'energia del proprio elemento in forma molto leggera in bocca, cercando di evitare un altro quasi suicidio per soffocamento come poco prima.
    Quando Egenna -così l'avrebbe chiamata e pensata finché lei non gli avesse suggerito un altra opzione- caricò la padella e sferrò il colpo, anche lui si spostò lateralmente di qualche centimetro e scagliò un getto simile a quello scaturito dalla portentosa padella.
    "E ora piccola lavata di capo combinata così impari!"
    Entrambi i colpi erano diretti verso lo strano essere, non sarebbe mai riuscito ad evitarli entrambi. E se ci fosse riuscito... chi se ne importava.
    Sperava che bastasse per fargli capire che la loro non era una complicità veramente pericolosa per lui, ma che tutti quei bisbigli, frasi insensate, azioni inutili e improvvisate... erano tutte finalizzate a lanciargli un po' d'acqua.
    E lui si era pensato più normale di loro? Non lo era proprio per nulla!

    Zell, essendo un ibrido elettrico, non prende bene lo scherzo:
    Ma quando tornò a guardare l'umana, questa fece apparire di nuovo la padella, colma d'acqua. Zell abbassò istintivamente il muso e questo bastò che l'acqua non lo colpisse in pieno muso ma lo schizzo colpì la membrana dell'ala destra. Un istante dopo un secondo schizzo di acqua proveniente dal drago azzurro lo colpì più o meno nello stesso punto.
    L'ibrido cacciò un verso da far rizzare i peli in testa all'umana. Prima era un urlo acuto di dolore per poi passare ad un forte ruggito basso di rabbia e indignazione. Colpendo la membrana alare ricca di nervature in tensione, l'acqua sfrigolò come se avesse colpito un ferro rovente e delle scintille sprizzarono dal punto dove Zell venne colpito. L'ibrido percepì sull'ala un dolore acuto, come se l'acqua scottasse, non era riuscito ad abbassare l'elettricità in lui in tempo per evitare che facesse reazione con l'acqua. Non era un colpo che aveva compromesso la funzionalità dell'ala ma era comunque fastidioso, oltre al fatto che Zell odiava essere bagnato dagli altri, vista la sua natura di creatura dell'elettricità. Per lui era meno dolorosa una fiammata che non un schizzo d'acqua.
    Subito dopo quel verso stridente, l'ibrido indietreggiò velocemente di diversi metri per portarsi fuori dalla portata di altri schizzi d'acqua ma senza distogliere lo sguardo fiammeggiante.
    "Teste vuote!!!!!!" urlò Zell con voce tonante "Ma avete idea di quanto possa essere pericoloso attaccare con dell'acqua una creatura dell'elettricità con la corrente interna in tensione?"
    In quel momento Zell spalancò le ali fino alla massima apertura consentitagli, facendolo sembrare più grande agli occhi degli altri due. Il sole del mattino che filtrava dalle fronde illuminò le ali verdi brillanti e tutto l'intorno si tinse di verde. Diede dei colpi con l'ala destra per togliersi l'acqua di dosso anche se questo gli provocava delle fastidiose fitte di dolore. Se gli altri gli avessero tirato altra acqua, da quella distanza l'avrebbe schivata agilmente
    Senza togliere lo sguardo dai due, Zell aprì verso l'alto il palmo della mano destra e fece scaturire una vivace scintilla azzurra che danzava a pochi millimetri dalle sue scaglie, per poi portarla sull'ala, nel punto dove era stato colpito. Il contatto con il suo elemento gli fece passare subito il dolore e Zell si lasciò andare a quella sensazione di benessere senza comunque abbassare la guardia e senza aspettare oltre, lanciò la scintilla all'indirizzo dell'aria sopra il drago e l'umana. Il fulmine in miniatura, che poteva comunque essere pericoloso per l'umana e per il drago del suo elemento opposto, serpeggiò alcuni metri sopra di loro e andò ad infrangersi contro i rami spogli di un faggio che vennero in parte bruciacchiati. Zell mirò apposta in alto per non colpirli ma per far capire loro che quello era il colpo di avvertimento e che non avrebbe esitato ad abbassare la mira.
    "Provateci ancora una volta e vi trasformerò in parafulmini!" disse indignato e minaccioso, sempre fermo in quella posizione con le ali spalancate mentre la coda continuava a frustare nervosa il terreno.
     
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    Il drago azzurro che puzza di pesce

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    Non posso fare ammeno di citare due eventi impossibili da dimenticare, ritengo sia giusto immortalarli:
    Zakrina che scopre le passioni di Eidous...

    Incontro tra Eidous e il mezzelfo:
    CITAZIONE
    Eidous sonnecchiava mite tra le coperte. Non russava ovviamente, anzi non faceva praticamente rumore visto che dormiva senza respirare. L'unica cosa che indicava che non fosse del tutto morto, in quel momento, era il suo battito cardiaco. Se non fosse stato per quel rumore ritmico, sinonimo di vita, Eidous si sarebbe potuto scambiare per un cadavere avvolto in una coperta per non alterare la scena di un delitto.
    Ma poi un bel ragazzo mezzelfo, un cameriere della locanda, bussò ignorando il biglietto "non disturbare". Al che entrò per cambiare le lenzuola visto che lì non doveva esserci nessuno, ma eidous era entrato fregandosene di tutti e tutto. Il ragazzo chiuse la porta e con le lenzuola "pulite" si avvicinò al letto, ma vedendo il bozzolo di coperte si fece indietro e depose le lenzuola sul tavolo. Spinto dalla curiosità, il mezzelfo si avvicinò alle coperte e scostandole vide Eidous che ronfava silenziosamente. Il ragazzo vedendo quel vel bel volto arrossì, visto che in lui era presente una omosessualità latente che ora gli pulsava nel corpo rosso di imbarazzo.
    Il ragazzo arrossì di più quando scostò ulteriormente la coperta vedendo il torace scolpito di Eidous; quegli addominali, quei pettorali, e le braccia con i bicipiti ingrossati e induriti da secoli di combattimenti. Il mezzelfo ora vedeva lampante quella attrazione per quel essere misterioso e perfetto. Gli scostò una ciocca corvina dalla faccia e baciò quelle irresistibili labbra rosse e carnose.
    Propio in quel momento Eidous aprì gli occhi e ribaltò il ragazzo tra le coperte dicendo:" Non puoi prendere un assaggio senza finire di mangiar una torta! Vieni che t'insegno due cosine ragazzone!!"

    Espressione di Zakrina quando vi assiste:
    CITAZIONE
    Si fece dire dal solito locandiere -vedrai, non poteva essere cambiato in uno spicchio di giornata- la stanza di Eidous, dopo di che si precipitò nel corridoio pimpante e rinfrescata dalla caccia rinvigorente e rilassante.
    Giunse di fronte alla porta che gli aveva indicato il tipo all'ingresso, sentendo qualche rumore un po' insolito, onde per cui non si premurò di bussare. O meglio... se l'avesse fatto avrebbero saputo che lei stava per entrare, e cosa c'era di meglio che entrare di sorpresa?
    Inoltre non era abituata alle porte, nella foresta non si bussa. Considerando poi che il suo passo era abbastanza leggero da non essere udito a distanza se non da sensi molto sviluppati, le sorprese erano assicurate.
    Abbassò quindi la maniglia ed entrò con convinzione, pentendosene subito dopo.
    Restò un istante a fissare la scena che le si parava davanti, con tanto di espressione inespressiva e labbrino rettilineo.
    "Scusate, vi lascio alle vostre cose"
    Di fretta, ancor più di fretta di quando era entrata, fece retro front e tornò sui suoi passi, chiudendosi la porta alle spalle.
    Forse era meglio fermarsi ad aspettare Kenshin in sala grande, decisamente meglio...

    Secondo di puoi, non per importanza è chiaro...

    Egenna che gioca a ping pong con il tetto:
    ... Eh ma qui devo citarvi l'intera role, non so come riassumere cotanta epicità
    Per arrivare a tale scena però è lecito indicare i precedenti :)

    Dall'arrivo di Arael è scoppiato il caos, essendo lei una Shinigami invisibile agli occhi umani non dotati di abilità speciali.

    CITAZIONE
    Era già entrata nella stratosfera.
    Faceva sempre più caldo, tra poco sarebbe letteralmente andata a fuoco se non avesse rallentato.
    Ma lei era una pazza incoscente e preferì accelerare mentre generava premendo il suo talismano l'armatura atomica divina, donatagli milioni e milioni di anni prima da un dio della conoscenza antico che si era innamorato di lei.
    Le fiamme l'avvolsero, ma la tenuta stagna dell'armatura atomica la proteggeva dalle fiamme e dalla fortissima gravità che comprimeva il suo piccolo torace.
    Era la tuffatrice e il mondo era la sua piscina.
    Faceva caldo... Arael chiuse gli occhi e precipitò come un meteorite sul suolo di kengard, per l'esattezza in un piccolo parco di un piccolo villaggio.
    La piccola avvolta da polvere e fumo disattivò l'armatura e si sollevò lentamente in piedi in modo traballante, mentre usciva dal cratere causato dallo schianto meteorico del suo corpo.
    -Non... Non è. Stata una bella idea...- pensò roboticamente la ragazza shinigami generando la falce e usandola per reggersi in piedi.
    Fece due passi, ma cadde in ginocchio.
    La piccola vomitò polvere cosmica e si ribaltò lasciandosi ricadere sul erba in preda agli svarioni come un ubriaca.
    Decisamente non era uno dei migliori inizi.

    Aesingr è stato preso per scemo dato che pareva avere allucinazioni.
    Dal suo punto di vista:
    CITAZIONE
    "Per i supremi del Pragnar, è morta?"
    Era piombata a tutta velocità a terra e... quando la vide rialzarsi come nulla fosse Aes si domandò se tutto ciò fosse causato da qualche disturbo nella sua testa chi sa dovuto a quale causa, ma non era solito avere visioni simili per quanto di cose strane ne pensasse con notevole frequenza. Poi però ella inciampò, poi rotolò, poi... accidenti, stava rigurgitando una cena del passato? Beh del futuro sarebbe stato ancor più strano di quanto già la sua semplice presenza non fosse
    [...]
    Una sorta di cucciolo umano munito di artigli e di uno strano sguardo lontano di secoli. Che accidenti era quell'affare?
    Non voleva neanche apparire ostile, ma in un certo senso quella presenza gli suggeriva di non essere lì per fargli compagnia o per indicargli una locanda; si portò davanti ad Egenna lentamente, occludendo ogni possibilità di aggressione da parte dell'inquietante nuova arrivata alla ragazza. Se Aes aveva un brutto presentimento, qualcosa di brutto nella faccenda poteva anche esserci.
    "Egenna stai indietro"
    Senza lasciare varchi si avvicinò con cautela, fissando quella che poteva quasi considerare una bambina, provando a non apparire ostile.
    "Ti serve aiuto?"

    Reazione di Egenna:
    CITAZIONE
    un forte boato spazzò via il silenzio e la loro voglia di proseguire. Che cavolo era appena successo? Genna si voltò di scatto verso Aes. Non c'era nessuno per strada a parte lei e il drago, e di certo non era stata lei a far cadere qualcosa di tanto pesante da fare quel botto (il liuto era a tracolla, e le braccia ancora attaccate al tronco), doveva essere per forza sua la colpa... eppure, perché l'espressione del drago era perplessa quanto la sua? Aggiunse pure qualcosa... morta? Chi era morta? Preoccupata, Genna fece qualche passo indietro. No, non poteva essere Eona. Non si erano allontanati troppo, ma neanche i super-mega-acuti occhi draconici avrebbero visto se la ragazza fosse morta così rumorosamente nascosta com'era dalle case del villaggio, soprattutto con un Aes focalizzato da tutt'altra parte. Ma allora a chi si stava riferendo? Chi era morta? E perché stava fissando quella strana nebbia che usciva da quello strano buco? La preoccupazione lasciò di nuovo spazio alla perplessità, mescolata ad un'inspiegabile e cupa sensazione. Perché sembrava che l'aria si fosse fatta pesante tutta ad un tratto? Perché cominciava a preferire l'essere seppellita dalla calca di Kerus piuttosto che rimanere nella pace di Itios? Cosa era cambiato oltre al boato e a quella maledetta fumarola? Anche Aes mostrava segni di irrequietezza: prima le sbarrò la strada e poi le intimò di stare indietro. Ma che... adesso si metteva anche a parlare da
    solo? Pretendeva davvero che lei eseguisse? I suoi occhietti diventarono le canoniche due fessurine.
    < E' a te che serve un dannato aiuto! > gli sibilò contro superandolo di lato.

    Poco tempo dopo...

    Aesingr, andando a trovare un vecchio amico nano:
    CITAZIONE
    Un disco di ferro rotante gli passò davanti le zampe e sfrecciò alla sua sinistra come niente fosse, mentre il maledetto nano in questione si palesava, con tanto di abiti da lavoro e guanti rivestiti di spuntoni acuminati, in tutto il suo splendore di basso umanoide pelato con occhietti scuri e infossati.
    "Ei tu drago... via da qui! Questa casa non è fatta per i bestioni ingrati come te!"
    Sapeva di aver appena rischiato un'amputazione per colpa dei problemi mentali di un nano fuori di testa, ma come aveva appena detto Egenna... pare che qui nel Kengard i fuori di testa siano una buona fetta della popolazione.

    Il ritorno dal nulla di Eona, che Egenna ed Aes avevano appena conosciuto, in pieno stile "comparsa giusta al momento giusto". Tempestiva assai, dato che il nano, cercando di colpire Aesingr, aveva fatto cadere ed incavolare Arael (dunque costringendola ad estrarre la benevola falce), la quale si era comodamente distesa sul dorso di Aes:
    CITAZIONE
    Quella volta però la sua buona stella pareva avergli fatto l'occhiolino visto che incappò nella coppia al primo tentativo, sembravano intenti a parlare con il fabbro locale, un nano decisamente burbero e poco accomodante che avrebbe ribaltato un drago a mani nude se ne avesse avuto la possibilità.
    Lei lo trovava adorabile.
    Si avvicinò a passo rapido al gruppo quando qualcosa entrò nel suo campo visivo, il drago si era appena scansato di botto e lei si ritrovò a dover ringraziare che quel coso che le atterrò ad un metro di distanza non fosse diretto a lei, non sarebbe di certo stata in grado di schivarlo. Alzò una mano aprendo la bocca per salutare i due ma si accorse solo ora di qualcosa di strano, una terza presenza si era appena ribaltata dalla schiena del drago finendo a gambe all'aria sul prato. Qualcosa non le quadrava però, la magia che quell'umanoide emanava era fuori dal normale, purtroppo però non ebbe tempo di riflettere sull'argomento.

    *E ha tirato fuori una f... UNA FALCE?*

    Eona rimase a bocca aperta per un secondo, quella falce era apparsa dal nulla e l'umanoide si era mossa rapida verso il nano, oh no, non il suo adorabile nano dannatamente incazzoso.

    "Hey! Tu laggiù! Si tu con quella dannatissima falce!"

    Sia da notare come Eona, cieca, riesca a percepire Arael mentre Egenna rosica perché ancora non capisce come mai la gente attorno parli con tipi-invisibili-dotati-di-falce.
    E quindi...

    Arael:
    CITAZIONE
    Si stiracchiò, e fregandosene di tutti tranne che della nuova arrivata, saltò con un super balzo ninja sul tetto della casa-ferramenta del nano, per non creare altro scompiglio, e si sedette a gambe incrociate guardando tutti con curiosità, metre usava un ala per coprirsi dal sole. Soprattutto la nuova arrivata che sentendo il drago si chiamava Eona e che era loro conoscente.

    Egenna che decide di "infastidire" ciò che le sta dando fastidio, dato che non riesce a vederlo:
    CITAZIONE
    Con uno sbuffo lanciò a sua volta la sua occhiata al tetto. Come si aspettava: nulla. Forse poteva continuare a tentare di convincersi che quell'essere non esistesse, che era solo un'illusione dovuta ad un colpo di calore o chissà cos'altro. Ma non era strano che due entità indipendenti come la mente del drago e quella di Eona impazzissero nello stesso modo? L'uno parlottando ad un tetto, l'altra avvicinandosi all'edificio e alzando la testa? Era dannatamente stufa di quella situazione. Se lei non poteva vederla, né sentirla, né toccarla, né annusarla, né... poteva almeno farle quello che le riusciva meglio? Infastidirla? Si staccò da Eona e si avvicinò al drago. Senza aprir bocca per rivelare cosa la sua mente stesse elaborando, si interpose tra il drago e il nano, aprì il suo zaino e cominciò a rovistarci dentro. Non la preoccupava di interrompere qualcosa, e in quel momento non le importava
    nemmeno se stesse irritando quel nano dal nervosismo facile. L'unica cosa che le interessava era la sua di irritazione.
    Finalmente trovò quello che cercava, come sempre sul fondo dello zaino: le sue palline da giocoleria. Si voltò verso il suo nemico - il tetto -, e dopo
    aver soppesato le palline per qualche istante, cominciò a bersagliare il punto in cui gli sguardi della ragazza e del drago si erano incrociati.

    Impagabile xDD

    Avete altre genialate da riportare?
     
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    Splendore celeste

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    E ci tengo a precisare: Genna è riuscita anche a colpirla XD
     
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    sono affari miei!

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    Oh, qualcuno che riporta in vita questo topic :D
    Beh, Eidous che la "lezioni" a quel mezzelfo con Zakrina che entra all'improvviso con tanto di reazione idonea al momento, è assolutamente epico :'D
    E il povero Kenshin che cerca di evitare in tutti i modi le sue attenzioni x'D
     
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    Ma Hawke, non potrà mai decadere sta discussione, ci saranno sempre momenti epici da riportare qui xDD

    Si Tira haahahaha che poi...

    CITAZIONE
    Però la forza imprevista di tale colpo, fu tale, che la fece ribaltare al indietro, proprio come il bersaglio colpito d'un tiro a segno.

    Ovviamente :D
     
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    Incubo infernale

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    Altra magnifica role:

    Zell il rettile ibrido vs la signorina delle canne (alias Jill di Tira) al Torrente Celeste

    Zell studia le canne da pesca (che non sa a cosa servono)

    L'ibrido rimase allibito. Proprio non se l'aspettava che quell'umana girasse spudoratamente i tacchi e se ne andasse senza degnarlo di una minima parola e facendo finta di non averlo nè visto nè sentito. Per alcuni interminabili secondi, Zell rimase là immobile come un statua blu di zaffiro con la spada inclinata di 45 gradi verso l'alto e con un muso basito.
    Poi tornò in sè, nel suo essere guerriero. Forse tutti gli umani (e specialmente le femmine di umano) si erano messi d'accordo per prenderlo in giro o per farlo incavolare? Tutti a lui dovevano capitare?
    "Ehi! Dove credi di andare? Non penserai di cavartela così facilmente, eh?" Zell iniziò a inseguire l'umana con ampie falcate e con i piedi artigliati che quasi volavano al di sopra dei sassi dell'alveo ma che facevano comunque rumore. In breve tempo raggiunse l'umana e quegli strani affari che stava portando e fu subito attratto dai ganci metallici che penzolavano dai fili di quei bastoni.
    Cosa sarebbe successo se li avesse afferrati e tirati? Cominciò a pensare a vari eventi.
    Il torrente avrebbe invertito il suo corso?
    L'umana si sarebbe trasformata in un golem?
    Il carretto con la quale è arrivata sarebbe esploso provocando enormi sconvolgimenti?
    Si sarebbe aperto un baratro sotto di lui?
    "Fammi vedere questa diavoleria!" Zell allungò la mano sinistra a sei dita, afferrò il filo della canna di sinistra al di sopra del gancio metallico per evitare di ferirsi, visto che era affilato e lo tirò a sè rimanendo in guardia, pronto ad ogni evenienza.
    Non accadde nessuna delle cose che aveva pensato. Tutto quello che avvenne fu che il piccolo argano dall'altra parte del filo iniziò a girare molto velocemente, così velocemente che il fastidioso ronzìo coprì il rumore del torrente.
    Sopra le corna del drago-elfo danzava un'immateriale punto di domanda mentre questo fissava il filo che si srotolava e si allungava sempre di più.
    "Che sia una specie di balestra?" pensò tra se e se attendendo che l'umana facesse qualsiasi cosa che non fosse continuare a camminare come se nulla fosse.

    Jill scaglia le canne da pesca contro Zell
    Quel successivo "Quindi?" fu la goccia che fece traboccare il vaso. Non era più sufficiente la morsa dello zio sulla sua spalla per tenerla a bada. Non importava che si fosse perfino ristretta, o che non riusciva più a sentire le dita della mano sinistra da quanto forte stava stringendo il legno delle canne da pesca, o che si fosse promessa di lasciare la diplomazia allo zio: era arrabbiata, come mai lo era stata. Rabbia. Ira. Furia. Furore. Lei con le parole non ci sapeva fare, ma quel sentimento era così impresso nella sua mente, che mille termini le saltavano davanti agli occhi per descriverlo, senza però essergli sufficienti. Ma non erano le parole che le importano. Erano una cosa che aveva sempre rigettato, e sicuramente non si sarebbe ricreduta proprio in quel momento. Erano le azioni che parlavano per lei, sempre, e in quel momento aveva bisogno di comunicare qualcosa. Di molto forte.
    Si divincolò senza difficoltà dalla presa dello zio, e con un unico, fluido movimento, lanciò contro l'ibrido le due canne da pesca.
    < Smettila di offenderci, rettile! E lasciaci in pace! > gli gridò contro, giusto per ribadire il concetto.
    Capì subito il suo errore. Ma cosa poteva farci? Era una persona orgogliosa, purtroppo, e di questo Jill se ne era sempre rammaricata. Quel giorno non si sarebbe limitata al semplice rammarico, pensò, sarebbe passata ad un livello successivo. Non si sarebbe comunque permessa di farsi calpestare da quello stupido lucertolone!
    Per lo meno, non dal punto di vista morale.
    < Ah, testa di rapa. > fu l'unico commento dello zio.

    Lyndis (l'elfa di Hawke) spiega a Zell il funzionamento delle canne da pesca
    La situazione forse è questa:l'ibrido non si fida degli umani e non sa cosa sono le canne da pesca,ritenendoli oggetti pericolosi. pensò con una mano sotto il mento.
    Nessuno dei due aveva ragione e nessuno aveva torto:era solo una situazione che doveva delle spiegazioni.
    Lyndis si spostò dal punto in cui era arrivata,con Lorkan che la seguiva a ruota.
    Mi permettete una cosa,con cortesia... disse ai tre,mentre camminava.Si avvicinò all'ibrido e raccolse una canna gettata prima dall'umana contro di egli,tenendola con una mano per verticale.
    E' una canna da pesca!Voi draghi e ibridi avete ben armi naturali migliori con cui prendere i pesci,ma noi elfi,umani e altri umanoidi la usiamo per pescare. spiegò con gentilezza al rettile blu.Lyndis affrrò l'arnese dall'impugnatura in fondo,la alzò e fece compiere un mezzo giro in aria per poi lanciare l'amo e il galleggiante nelle acque del fiume.
    Visto?Non è niente di pericoloso,solo uno strumento per prendere i pesci. disse infine con un sorriso,lasciando che l'ibrido prendesse la canna in mano per provare.Lorkan per tutto il tempo era andato ad annusare prima il rettile,poi i due umani ed infine,costatando che non erano niente di allarmante,ritornò al fianco di Lyndis.

    Zell è incuriosito dalle erbe di Rodd
    Zell ci rimase un pò male quando Rodd si permise di dargli un buffetto alla sua zampa, non se l'aspettava davvero, ma tornò di nuovo curioso e interessato quando l'umano gli riferì di aver sentito parlare di quel tipo di erbe. Le orecchie a punta di Zell si rizzarono verso l'alto e la coda si muoveva contenta mentre seguiva con lo sguardo Rodd che prendeva dal carretto una borsa.
    Che c'era di tanto strano là dentro tanto da indurre l'umano a guardarsi attorno sospettoso.
    La risposta non si fece attendere e Rodd gli portò un curioso sacchetto giallo con una X rossa che incuriosì Zell.
    Si trattava della salvia del veggente e stando alle parole di Rodd poteva far provare nuove esperienze che gliele avrebbe fatte provare in cambio di una promessa. Nessuna parola con Jill. Niente di più facile.
    "Hai la mia parola, Rodd!" e stavolta fu Zell a sfoggiare un bel sorrisone a denti scoperti mentre le sue narici già fremevano per catturare l'aroma della salvia del veggente e allungava la mano a sei dita per prendere il sacchetto.
    "Ehm....come si usa?" gli chiese poi, di colpo, visto che non aveva mai preso erbe simili.

    Ah, cosa c'era di meglio di commemorare quella bella giornata con un buon trip? E l'ibrido era pure d'accordo con lui nel tentare l'impresa! Cominciava a stargli un po' più simpatico! Ricambiò il suo sorriso con una risata.
    < Fantastico, era da un po' che non mi capitava l'occasione! Devo confessarti, però, che questa pianta non l'ho mai testata sulla mia pelle... ma mi hanno detto che è uno degli allucinogeni più potenti. >
    Cedette il sacchettino all'ibrido, per potersi dedicare a spulciare per bene il contenuto della borsa. Sperò solo che non lo squarciasse con i suoi artigli, non ne aveva molti di riserva, soprattutto non per quel genere si piante. Seppellito da strati di altri sacchettini in gran parte vuoti, trovò ciò che stava cercando: la sua pipa, nascosta dagli occhi indiscreti di sua nipote. Recuperò quindi qualche foglia dal sacchetto nelle grinfie di Zell e le sbriciolò nel fornello della pipa. Tirò quindi fuori dal taschino della camicia una piccola scatoletta rigida, da dove prese un sottile bastoncino di legno con una porzione all'estremità dipinta di bianco.
    < Pronto al divertimento? Ah, trattieni un attimo il respiro: il fosforo bianco è un po' tossico quando brucia. >
    Sfregò la testa del fiammifero contro il legno del carretto e una piccola fiammella si sprigionò avvolgendo il bastoncino. Portò le labbra al bocchino e accese la pipa aspirando un poco, per poi lasciar uscire il fumo dalle labbra. Cominciava già a sentirsi un strano, ma non era affatto male come sensazione, ancora. Fissò qualche istante la pipa prima di porgerla all'ibrido.
    < Ecco qua. E occhio: questa pianta è davvero fortina... era meglio se la mischiavo con un po' di tabacco.. ma così c'è più gusto! >

    Zell inizia ad avere le allucinazioni, credendo di aver acceso un fiammifero (che lui lo chiama in modo diverso xD)
    Fu di nuovo il turno di Zell di portare bocca alla pipa e ne trasse un altro respiro, più profondo di quello di prima, seguito subito da un secondo e da un terzo per poi restituirgliela a Rodd.
    Proprio in quel momento, vicino al suo piede sinistro notò un legnetto molto simile a quello che aveva usato Rodd per fare fuoco e l'ibrido lo afferrò subito scattando all'inpiedi seppur barcollando leggermente.
    "Ehi Rodd! Voglio provare anch'io quella magia che hai fatto prima con il bastoncino-di-legno-che-prende-fuoco-dal-carretto-magico..." anche la voce di Zell era un pò diversa rispetto a prima.
    L'ibridi sfregò energicamente quel legnetto sul carro e ne rimase affascinato a ciò che vide.
    "Ooooooh ma che bello....." Zell guardò come un cucciolo una bellissima fiamma verde-azzurra ardere viva sul legnetto che teneva in mano, per poi guardare l'umano.
    "Sai Rodd? E' come una.....aspetta come si chiama....sì una fusetta!!!" disse contentissimo Zell, mentre tornava a ridere e si metteva a saltellare catturato da quella fiamma verde-azzurra quasi ultraterrena.
    In realtà, sul legnetto non apparve nessuna fiamma e l'ibrido non si accorse nemmeno che Jill stava ritornando verso di loro e dopo, alcuni saltelli, tornò a sedersi vicino allo zio, mentre continuava a maneggiare quell'innocuo bastoncino come se fosse una bacchetta magica continuando a ridere.


    Ook, intanto leggetevi questa parte, perchè Jill la signorina delle canne sta per ritornare.... :ahaha: :ahaha: :ahaha:
     
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    Ah, ma pensavo che questa role fosse stata già aggiunta alle altre perle XD Tra l'altro questa è l'unica ambientata al Torrente.. forse ci sono ancora i fumi della salvia che tiene tutti lontano ^^"
     
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    Maestro

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    Pian piano aggiungo tutte le perle qui riportare nel primo post XD Abbiate pazienza!
    Comunque, nonostante abbiamo appena iniziato la role tra Eidous, Kenshin e Zakrina alla Palude di Andorix, di scleri già ne siamo pieni... :'D

    Eidous "saluta" i due kappa all'entrata del ponte
    CITAZIONE
    "Sono a casa! Su scendiamo e facciamo il ponte della Grazia e andiamoci adesso subitissimo! Ah mi sembra di essere stato via un secolo!
    Fece il vampiro goliardico e nostargico scendendo al inizio del iper-protetto ponte della grazia.
    Già due kappa in tuta da sadomasi/assassini di guardia al inizi gli puntarono adesso delle strane balestre mai viste prima e estremamente elaborate.
    Poi lo riconobbero e subito gli urlarono:
    "Ci siete mancato o meraviglioso dominatore, mi sono mancate le vostre palpatine, Xarza non ci prende da dietro come fate voi!"
    Disse l'altro che saltò tra le sue braccia.
    "Kog! Gok! I mie bravi soldatini! Awwww, anche voi e i vostri bei sederini sodi mi sono mancati.
    Fece il secondo.
    Poi uno di quei piccoli esseri si girarono verso Zak e Kenshin.
    "e loro chi sono maestro?"
    Chiese mentre Eidous gli palpava il sederino facedolo arrossire sulle guance.
    "saranno la cena o reclute nuove."
    Fece l'altro mentre Eidous gli tastava "armamentario segreto".

    Kenshin, davanti al sopracitato "spettacolo"...
    CITAZIONE
    Kenshin, con gli occhi sbarrati (sì, anche quello malandato sotto la benda...) a tale oscenità, tappò istintivamente quelli di Zakrina con una zampa. Non voleva far rovinare i suoi bellissimi occhi con quello... Spettacolo.
     
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    Altra cosa fresca fresca da incorniciare perché sì, per poco non cadevo dalla sedia.

    Zakrina e il suo flauto improvvisato
    CITAZIONE
    Si ricordò dunque di non avere denaro con sé, e come si suol fare in questi casi si batté una mano in fronte. Si guardò attorno, individuò una manciata di canne non più molto verdi poggiate a ridosso di uno stranissimo carro, e si avvicinò con cautela. Appurato di non trovarsi nei pressi del proprietario, ne prese una e restò in attesa per vedere se qualcuno veniva a lamentarsi. Dal momento che pareva tutto tranquillo, si allontanò con la propria canna e cercò una pianta che avesse un ramo decentemente robusto. Dopo averlo individuato non molto distante dall'abitazione di due strani simil-Achillea-con-dei-baffi-assai-inquietanti, affacciati ad una finestra, ne spezzò una punta abbastanza spessa e cominciò a bucherellare la canna. Quando capì che quel legno non era buono manco per pulirsi il sedere da quanto era umido, si rivolse ai due esserini.
    "Scusate! Avete per caso un coltello o un oggetto appuntito da prestarmi?"
    Dopo una giusta dose di perplessità, quella che sembrava la femmina scomparve dalla finestra, lasciando l'altro in supervisione. Quando tornò brandiva uno strano oggetto con in cima una cuspide, probabilmente adatto a fare gli spiedi e cose del genere.
    "Perfetto! Gra..." La cobolda glielo lanciò contro, perché li ovviamente erano tutti super dotati e passarsi le cose come i comuni mortali non aveva senso.
    Per poco non le cavò un occhio, non riuscì ad afferrarlo ma almeno le cadde vicino ad un piede. Non ci provò nemmeno a prenderlo al volo, non voleva ferirsi per nulla in quel modo così assurdo.
    "Grazie..."
    Raccolto l'oggetto acuminato cominciò a forare la canna in più punti, eseguì un buco più grosso degli altri, vi poggiò le labbra, constatò che suonava e sorrise compiaciuta.
    Lanciò indietro lo spiedo ai due coboldi, fiduciosa nelle sue abilità di arciera.
    Un rumore di vetri infranti riecheggiò nelle strade circostanti, non eccessivamente caotiche come l'area centrale urbana.
    La casetta aveva quattro finestre, ora ne erano rimastte solo tre.
    "Emh... scu... scusate..."
    Zakrina cominciò a correre via come una forsennata, brandendo un flauto improvvisato con il terrore di star per essere inseguita da due rettili barbuti, chi sa da quanti anni in pensione.
     
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